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Autore: sara_88    18/12/2009    0 recensioni
Simone è una ragazza di 21 anni che vive a Parigi con la madre e la sorella minore. Studia all'università e dalla vita vuole tanto. Scrivere,vivere solo dei suoi romanzi. Qualche volta però il destino ci mette i bastoni tra le ruote. Una persona è in grado di disctruggere tutto quello che è stato costruito.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2


Uscita mia sorella io non posso di certo stare a casa, non che ci stia molto in effetti.  Se non esco da sola a passeggiare senza meta sono sempre in compagnia delle due persone
più speciali di Parigi: Emma e Caroline. Le mie anime gemelle, naturalmente in senso lato, sono le mie migliori amiche.
Emma studia Economia, è un tipetto tutto frizzante e allegro. E' la piccoletta del gruppo, capelli corti e neri da maschiaccio ha due occhi azzurri che tutte le invidiamo.
Caroline è la brava ragazza della combricola. Studia Giurisprudenza e credo che diventare avvocato sia la sua più grande aspirazione.
Ora che ci penso bene è l'esatto opposto di Emma, alta con lunghi capelli rossicci che le ricadono sulle spalle e qualche lentiggine che le decora le guancie color dell'avorio.
Siamo un bel trio, ci conosciamo da una vita, forse per questo ci capiamo al volo e ci confidiamo senza problemi. Ho piena e cieca fiducia in loro.
Anche stasera, come quasi tutte le sere, abbiamo deciso di andare nel nostro solito posto, un piccolo locale nei pressi del Sacre Couer.
Mia mamma non approva che io frequenti quel quartiere in effetti, soprattutto la sera, è un posto abbastanza pericoloso ma non possiamo fare a meno di andare
da Marie.
Marie è la proprietaria del locale, che infatti si chiama Chez Marie, una signora sulla cinquantina con la quale andiamo molto d'accordo.
Quando non c'è molta gente, cosa che succede raramente, si mette a raccontarci le "avventure" di quando aveva la nostra età.
Racconta dei suoi uomini, delle sue pene d'amore.
Non riuscirò mai a capire perchè una donna intelligente e affascinante come lei non sia riuscita a trovare un uomo col quale trascorrere la vita.
Ma non posso fare a meno di sorridere ogni volta che ci penso perchè, piuttosto che finire a dividere i miei giorni con la persona sbagliata, preferisco rimanere sola ma felice
proprio come la nostra Marie.
"Simone, quando ti deciderai a buttare quei jeans? Sempre se li possiamo definire cosi..." non riesco nemmeno a chiudere il portone del palazzo che la voce di Caroline mi investe.
Come al solito ha qualcosa da ridire sul mio abbigliamento, non la biasimo, accanto a lei potrei benissimo essere scambiata per una stracciona.
"Oh, smettila Caro. Sta benissimo cosi com'è!" eccola, la mia piccola sostenitrice. In effetti non lo fa solo con me, per Emma ogni persona è libera di fare, pensare e vestirsi come meglio
crede e se qualcuno viene criticato non le va giù.
"Lo so che sta bene con qualsiasi cosa però potrebbe sfruttare meglio il suo potenziale mettendosi, per esempio, una bella mini gonna. Sotto quei cinque kg di stoffa
blue jeans ci sono due belle gambe" le raggiungo sorridendo mentre le prendo entrambe a braccetto.
"Dai Caro, sono sicura che la mia mise va più che bene per andare da Marie. E poi stai decisamente parlando con la sorella sbagliata"le dico sorridendo mentre cerchiamo di raggiungere la fermata
della metrò il prima possibile, ha iniziato a piovere.
"Oh, la tua sorellina sa come vestirsi di certo. Dovresti farti prestare qualcosa ogni tanto, cosi...giusto per rispolverare un attimo il tuo grardaroba, ecco".
"No, grazie per l'offerta ma credo che declinerò gentilmente" salgo sul vagone della linea blu e le altre mi seguono, prendiamo posto a sedere e il viaggio continua praticamente in silenzio.
Non appena risaliamo le scale della stazione ci accorgiamo che sta veramente diluviando.
"A nessuna è venuto per caso in mente di portarsi un ombrello, vero?" chiede Emma che non appena incontra i nostri sguardi smarriti non ha bisogno di una risposta.
"Dai saranno 100 metri da qui, ci facciamo una corsetta, dove sta il problema?" dico già pronta a intrufolarmi sotto la pioggia, ora cosi violenta da alzare un leggero strato di vapore dall'asfalto.
"Il problema" afferma decisa Caro prendendomi per un braccio "E' che se mi si rovinano i mocassini me li ripaghi tu!" sorrido, infondo so che Caroline non vede l'ora di farsi una bella corsa sotto
la pioggia. Non lo facciamo da anni e, credetemi, può essere molto liberatorio.
Io sono la prima a trovare il coraggio di partire. Adoro la sensazione dell'acqua che ti inzuppa i vestiti, che ti bagno i capelli, che ti cambia in qualche modo.
Intuisco, dai gridolini che sento alle mie spalle, che le altre mi hanno seguita a ruota. Che sarà mai, per un po' di pioggia!
In meno di ciunque minuti siamo al locale, entriamo di filata. Mi volto per vedere in che condizioni ci siamo ridotte, nell'ingresso c'è un grosso appendiabiti con uno specchio e non appena vedo la nostra
immagine riflessa in quel pezzo di antiquariato scoppio a ridere. Emma segue il mio esempio e Caro, com'era prevedibile, cerca disperatamente di sistemarsi i capelli.
"Eccoli i miei tre pulcini bagnati!" sentiamo la calda voce di Marie provenire dal bancone principale.
"Ciao Marie!" diciamo assieme prendendo posto al bar, praticamente siamo le uniche clienti a ulitizzare ancora i tre sgabelli alti e traballanti che Marie si ostina a tenere davanti al bancone
 dal dopo guerra.
"Tempaccio eh?" chiede ridendo mentre con uno strofinaccio asciuga a regola d'arte i calici di cristallo riponendoli poi con cura alle sue spalle, sulle mensole di legno rosso.
"Si!" risponde con forza Caro "I miei capelli sono irrecuperabili!"
"Ohhh, smettiamola di piagnucolare! E' acqua!" eccola la mia Marie, quella che zittisce tutti! "Comunque mie perle, se vi può interessare, proprio laggiù a quel tavolo si sono appena accomodati
dei bellissimo ragazzi spagnoli" lo dice con parole studiate ma come al solito Marie cerca di farci conoscere gente nuova.
La settimana scorsa erano Inglesi, oggi spagnoli: quando finirà?
L'unica entusiasta della notizia che si volta a controllare la "merce" è come al solito Emma, è l'unica di noi tre che può permettersi di pensare a una relazione.
Caroline è fidanzata ormai da anni e io, beh io sinceramente non ci ho mai pensato e non voglio cominciare a farlo priorio ora.
Inevitabilmente però lo sguardo mi cade  verso il tavolo dei ragazzi che ci ha indicato la nostra vecchia amica. I soliti devo tristemente ammettere, turisti senza cervello che vengono a Perigi
pensando ti trovare chissà cosa. Sono alquanto malandati, un po' Simone's style diciamo, il che mi fa piacere. Riesco a vedere il volto di tutti tranne quello dell'unico ragazzo che mi da le spalle.
Visto cosi da dietro si direbbe un armandio!
Passiamo la serata bevendo assenzio e Martini bianco, credetemi un mix che ti uccide letteralmente, ma del quale non possiamo fare a meno.
Il locale si è quasi completamente svuotato di solito tutti se ne vanno prima della mezzanotte, prima che la metrò chiuda. Siamo rimaste solo noi e il gruppo di ragazzi spagnoli che non hanno fatto
altro che bere birra tutta sera.
"Io credo che sia arrivata l'ora di salutare ragazze, è un bel pezzo da fare a piedi a quest'ora di notte" dice Caro alzandosi a fatica. Ci piace bere di quando in quando ma detto tra noi non
reggiamo più di un bicchiere.
"Si lo credo anche io, mi raccomando ragazze state attente. E' un brutto quartiere da frequentare di notte, sono già le due!" si raccomanda Marie.
Annuisco e io, che sono la più "stabile" del terzetto, mi alzo e aiuto Emma accanto a me.
Salutiamo Marie e ci incamminiamo per le strade di una Parigi ormai coperta da un manto di stelle, il cielo è limpido e l'asfalto ricoperto di pozzanghere.
"Sim, ti amoooo!!!" Emma è abbracciata a me e mi urla scemenze nell'orecchio, decisamente l'alcol le fa un brutto effetto. Me ne dimentico sempre.
"Oh si Emma anche io, tantissimo!" assecondarla quando spara cazzate è uno spasso. Fa proprio dei discorsi interi senza senso.
"Possiamo aiutarvi?" ci chiede qualcuno alle nostre spalle, mi giro giusto in tempo per ritrovarmi prorio li tutta la compagnia di ragazzi spagnoli che Marie ci voleva presentare: perfetto!
Non mi piacciono gli estranei, tanto meno i turisti, qundi preferisco togliermi alla svelta da questa situazione.
"No grazie, ce la caviamo benissimo!" rispondo secca. Il ragazzo che ora ho di fronte è proprio quello che nel locale vedevo solo di spalle.
Ha un bel viso, un naso che rasenta la perfezione, due occhi piccoli e marroni ma bel delineati. Il pizzetto solo accennato, due lunghe basette e i capelli in piedi probabilmente fissati col gel.
Sorride alla mia risposta, questa smorfia mi sa tanto di spaccone. Questo se la tira da morire, ragione in più per andarmene il più velocemente possibile.
"Sicura?" mi chiede sorridendo "Non ti manca qualcosa?" dovrebbe mancarmi qualcosa? Ho la borsa, Emma e Caro...o cazzo e Caroline dov è?
Mi guardo intorno allarmata in cerca di quella scema e la vedo pochi metri più indietro di noi mentre rimette l'anima in un'aiuola, gli amici del ragazzo con cui sto parlando la stanno aiutando
a rimettersi in piedi.
"Ah" dico scettica assicurandomi che Emma non stia per rigettarmi addosso la cena da un momento all'altro.
"Dai, vi scortiamo a casa. Non è un problema e tu evidentemente da sola non ce la puoi fare" strafottente si ma ha anche ragione.
"Allora grazie" dico abbastanza imbarazzata mentre lui afferra Emma per un fianco e mi aiuta a trascinarla.
"Non reggono l'alcol le tue amiche, eh?" mi chiede mentre la "carovana" s'è messa in moto.
"A quanto pare no, però stasera abbiamo esagerato di solito riusciamo per lo meno a camminare..."


finale da vera cattivona ahahaha proprio in mezzo a una conversazione, mi spiace dai cercherò di scrivere il prossimo capitolo il + velocemente possibile.
Spero vi piaccia
un bacione
Sara





  
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