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Autore: Blakie    18/12/2009    2 recensioni
"Il cuore iniziò a battere forte, e inizialmente non riuscii a capire il perché. Pensavo spesso a noi due, a quello che avevamo passato e a ciò che stavamo vivendo, ma non mi era mai successa una cosa del genere… Niente stomaco in subbuglio, niente cuore galoppante. Poi, sentii uno strano formicolio alla bocca dello stomaco, che mi risalì fino alla gola e mi mosse la lingua, come se stessi per dire qualche cosa. Nello stesso istante, il mio cervello produsse un pensiero che mai, prima di quel momento, avevo considerato. Una cosa che per mesi ero stata incapace di pensare, ma che in quel momento avrei voluto dire ad alta voce. Il mio cuore prese il volo.
Jacob, ti amo."

La vicenda è ambientata in New Moon: Bella è saltata dallo scoglio e, quando la storia inizia, è sul
pick-up con Jacob, indecisa se voltare la testa e baciarlo o no. Ma poi, qualcosa in lei cambia e, quando le labbra di Jacob incontrano le sue, prende la decisione sulla quale ha meditato per molto tempo: essere felice con Jake, il suo sole personale.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: New Moon
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Juliet & Paris' Story' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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New Moon.. My New Moon
Eyes On Fire

- Capitolo 01-

Paride



Se mi fossi voltata, se avessi premuto le labbra sulle sue spalle nude... Sapevo benissimo cosa sarebbe successo.

Senza difficoltà. Quella sera non ci sarebbe stato bisogno di spiegazioni.

Ma potevo farlo? Potevo tradire il mio cuore assente per salvare una vita patetica?


Quella domanda continuava a tormentarmi in quell'istante preciso di confusione e indecisione.
Ormai sapevo che Edward non sarebbe tornato mai più. E, nonostante si facesse vivo nei momenti di pericolo sotto le fattezze di una dolce illusione, ero consapevole del fatto che ormai il mio sogno eterno si era frantumato. Eppure, non riuscivo a spiegarmi perché, nonostante tutto, reputavo quell'iniziativa un tradimento.Tradire me stessa, però, non equivaleva forse a conquistare un briciolo di felicità? Dopotutto, Jake mi aveva aiutato a uscire dalla depressione, ed ero sempre contenta di passare le mie giornate con lui. E di certo, il nostro rapporto aveva superato ormai da tempo il confine dell'amicizia.
Nonostante in quel momento provassi a convincermi che prendere in considerazione quell'alternativa era solo un modo per ringraziare Jacob di tutto quello che aveva fatto per me, sapevo bene che non era esattamente così. Dentro di me, molto in profondità, al centro della mia voragine, sentivo che ciò che mi spingeva a vagliare quella possibilità era qualcosa di più forte, quasi inspiegabile. Ma ovviamente, non me ne resi conto subito.
«Bella...
», sussurrò Jacob.
Io non risposi, ma voltai la testa in direzione della sua voce. In pochi istanti, i nostri volti si ritrovarono
vicinissimi l'uno all'altro. Nella penombra del pick-up, trovai gli occhi color pece di Jake che brillavano nell'oscurità.
Non avevo mai fissato Jacob così a lungo, e il suo sguardo magnetico quasi mi intrappolò.
Jacob mi prese il viso tra le mani febbricitanti e lo avvicinò al suo, sempre senza staccare gli occhi dai miei.
Mi sfiorò delicatamente le labbra, e quell'azione improvvisa mi sconvolse.
In quel momento, dentro il mio petto vuoto, sentii uno strano calore, come un rivolo di luce che presto mi inondò le vene e che mi salì in gola. Le mani cominciarono a tremare, e il respirò si fece irregolare.
Allontanò il volto per un brevissimo istante, e cercò qualcosa nel mio sguardo. Forse, il permesso di baciarmi di nuovo.
In quella situazione totalmente folle e irrazionale, per tutta risposta chiusi gli occhi e sporsi
, impercettibilmente, le labbra.
Sentii le sue mani che avvicinavano la mia testa al suo viso, poi qualcosa di caldo mi sfiorò di nuovo le labbra. Appena percepii il contatto, mi aggrappai al suo collo con le mani e premetti le labbra contro le sue. Un'emozione indescrivibile, inaspettata e mai provata, mi travolse.
Quell'esplosione di calore di poco prima continuava a espandersi dentro di me. Quel fuoco splendente...Era come se divorasse la voragine,rimpicciolendola.Jacob continuava a baciarmi, in maniera dolce e decisa insieme, mentre le sue mani mi arruffavano i capelli e mi accarezzavano il volto. Io mi facevo trascinare da quella passione che mi aveva travolto potente.
Non riuscivo a staccarmi da lui, dentro di me non trovavo la forza, o la voglia, di fermarmi.Non so dire di certo come mi sentissi in quel momento, ma era una sensazione bellissima e poco familiare. Era... Felicità.
«Bella», sussurrò Jake sulle mie labbra.
Continuai a baciarlo, ignorandolo e serrando ancora di più le abbra contro le sue.

«
B-Bella, sta per tornare Charlie».
"Charlie" fu la parola magica che mi riportò alla realtà. Scostai le labbra dalle sue e mi allontanai.
«Ops! Sarà meglio che rientri in casa», dissi distrattamente,mentre continuavo a tremare.
«Bella, come ti senti? Voglio dire, sta meglio la tua gola?», chiese Jacob premuroso.
Sorrisi.
«Sì. Ora va molto meglio», mormorai guardandolo negli occhi.
Sfoggiò il suo sorriso che mi piaceva tanto.
«Bene.Sarà meglio che vada».
«Sì», dissi. Mentre stavo per scendere dalla parte del passeggero, Jacob mi avvolse con le sue lunghe braccia e mi strinse contro il suo petto.
Con una mano mi alzò il viso verso il suo e mi diede un rapido bacio sulle labbra. Poi mi lasciò andare, scese dal pick-up e sparì nell'oscurità.
Rimasi immobile per qualche istante. Poi mi ripresi e entrai in casa.
Dopo una ventina di minuti rientrò Charlie : era sconvolto, sembrava assente e gli occhi avevano un'espressione spenta.
Dopotutto, Harry era il suo migliore amico.
Lo abbracciai.
«Oh, papà. Mi dispiace tanto».
«Grazie Bella», sussurrò stringendomi a lui, «Harry... Mi mancherà tanto».
«Lo so papà...Su, coraggio». Lo abbracciai ancora più forte.
Lo sentii sospirare al mio orecchio. Non lo avevo mai visto così.
«Papà... Se vuoi, la cena è pronta», mormorai piano.
Mi lasciò andare e mi accarezzò i capelli.
«Grazie Bells», disse, poi si trascinò in cucina, con me al suo fianco.
A tavola non disse una parola, e non toccò cibo, quasi. Era davvero a pezzi.
Forse cominciai a capire cosa aveva provato lui nel vedermi depressa, mesi prima. Era davvero una sensazione orribile vedere qualcuno che ami soffrire.Quando si alzò da tavola, meccanicamente si diresse in salotto e accese la tv, ma si capiva dal suo sguardo che con la mente era lontano. Sistemai la cucina, gli diedi la buonanotte e mi diressi in camera mia, per lasciarlo solo.

Appena fui nella mia stanza, mi buttai sul letto. Nonostante fossi preoccupata per Charlie, un pensiero più urgente mi investì: ciò che era successo quel pomeriggio. Io e Jacob ci eravamo baciati, e in quell'attimo mi ero sentita strana. Il ricordo della meravigliosa sensazione che avevo provato nel momento in cui le mie labbra si erano unite a quelle di Jake e le sue braccia mi avevano avvolto continuava a tormentarmi. Ma era una tortura diversa. Mi emozionava e mi rendeva felice.
Forse... Forse era davvero la scelta giusta provare a essere felice al fianco di Jacob. Avevo capito ormai da tempo i suoi sentimenti, l'unica cosa che rimaneva da chiarire era ciò che provavo io nei suoi confronti. Ormai, mi era impossibile immaginare la mia vita senza Jacob, era diventato una parte di me, un tassello fondamentale della mia esistenza. Tuttavia, i miei sentimenti nei suoi confronti erano ancora confusi.
In quel momento, sentii grattare contro il vetro della finestra. Subito sobbalzai e mi rizzai a sedere sul letto, ma quando vidi Jacob mi tranquillizzai e scoppiai a ridere.
«Ehi Bella, sono io!».
Gli andai incontro ridendo e aprii la finestra.

«E tu che ci fai qui?», chiesi allegra.
Scavalcò il davanzale e entrò. Poi, inaspettatamente, mi abbracciò.
«Sono venuto a controllare che lei stia bene, signorina Swan», mi sussurrò all'orecchio, con la sua voce roca che mi dava i brividi.
«Le ho già detto che sto bene, signor Black. In questo momento, ho ben'altre preoccupazioni», mormorai contro il suo petto.
«Beh, se ti stai riferendo a Victoria...Non temere. Ci penseremo noi».
«E' proprio questo che mi tormenta. In fondo,sapere che c'è un branco di licantropi scalmanati che rischiano la vita per me non mi lascia del tutto serena».
«Ti preoccupi delle cose sbagliate, sciocca umana», disse con fare irrisorio, ma i suoi occhi neri che mi scrutavano pieni di dolcezza facevano scemare il suo tono sarcastico.
«Stupido», bofonchiai incontrando il suo sguardo. Senza pensarci, gli sfiorai il volto con una mano e gli sorrisi. Quando mi specchiai nei suoi occhi, sentii nascere in me una nuova certezza. In quel momento, però, mi era parsa così scontata da sentirmi persino stupida per non aver capito prima. Ormai, ciò che provavo per Jacob era chiaro.Mi tornò in mente ciò che era successo quel pomeriggio e Jake, ancora una volta, sembrò essere sulla stessa mia lunghezza d'onda, i suoi pensieri in armonia ai miei.
«Bella, ecco... Penso proprio che dovremmo parlare di ciò che è successo oggi, tra noi», disse distogliendo lo sguardo, imbarazzato.
Mi allontanai da lui e mi sedetti sul letto, con la schiena contro il muro e a gambe incrociate.
«Vieni qui».
Jake tentennò un attimo, poi mi raggiunse e si sedette accanto a me. Mi mise un braccio intorno alle spalle e io mi accucciai contro il suo petto.
«Allora, parliamone», proferii sorridendo, e alzai la testa per guardarlo in volto.
Fece un respiro profondo, aggrottando le sopracciglia, come per concentrarsi.
«Bells... Sono consapevole del fatto che non provi i miei stessi sentimenti, ma sono sicuro anche che io non ti sia indifferente.
Penso che tu non mi voglia bene come lo si vuole a un amico o a un fratello. Ti prego, correggimi se sbaglio, ma... Posso dirti che... Beh...», farfugliò, distogliendo lo sguardo.
Non l'avevo mai visto così imbarazzato, mi faceva tenerezza. Sorrisi.
«Arriva al punto, Jacob Black», dissi, impassibile.
Sbuffò, esibendo un'espressione corrucciata, e guardò fuori dalla finestra. Poi girò la testa di scatto e tornò a guardarmi negli occhi.
«Penso che tu sia innamorata di me Bella. Non potrei spiegare altrimenti il tuo comportamento di oggi pomeriggio»,disse ridacchiando, poi tornò serio. «So che l'amore che provi per me non è paragonabile all'amore che provi per lui, ma non c'è problema, Bella. Non mi importa.Me ne basta un pò, quel poco che riesci a darmi. E sono felice, e posso ritenermi fortunato a ricevere anche quella piccola parte di affetto. Sono in paradiso, davvero».
Mi vennero le lacrime agli occhi: non l'avevo mai sentito parlare così, e mi resi conto che non mi ero mai accorta del fatto che Jacob fosse così dolce.
«Oh, Jake», mormorai stingendomi a lui. Il suo calore mi dava sollievo e le sue braccia che mi stringevano mi facevano sentire amata, e ciò mi rincuorò. Rimanemmo in silenzio per un pò, poi ripresi a parlare. «Ecco Jake, io non so da che parte iniziare. Ho una tale confusione in testa che non immagini.Ma una cosa la so: lui non tornerà più. Ho passato troppi mesi ad aspettarlo, riducendomi uno straccio, allontanandomi dalla vita. Tutto aveva perso significato. Poi, però, sei arrivato tu: il tuo sorriso, la tua simpatia e la luce che sprigionavi mi hanno salvato, mi hanno regalato un briciolo di speranza. Io ti devo la vita, Jacob».
«Quindi... Diciamo che sono il tuo Sole personale? O solamente, una lampadina gigante?», mi schernì lui, ma dalla voce si capiva che era felice di quelle parole.
Risi.
«Ecco, tu sei esattamente il mio Sole personale. E, dato che la Terra non può vivere senza il Sole...», lasciai in sospeso la frase,permettendogli di arrivarci da solo.
Non mi ero mai sentita così sicura in vita mia.
Lui ci pensò un secondo, poi si illuminò.
«E, dato che la Terra non può vivere senza il Sole...», ripetè, poi aggiunse, «Tu non puoi vivere senza di me».
«Purtroppo per te, è così», risposi, sorridendo e sfiorandogli una guancia con la mano. Lui l'afferrò e me la baciò.
«Vedrò di farci l'abitudine», sussurrò contro le mie labbra, facendo spallucce. Strinse la mia mano nella sua, poi mi fece stendere sul letto mentre mi costellava la fronte di baci. Allacciai le braccia al suo collo e lo trascinai sul materasso, sopra di me. Mi guardò negli occhi per un istante, poi prese a baciarmi il collo, passando per la guancia e trovando, infine, le mie labbra. Il mio respiro accellerò, e il battito frenetico del cuore di Jacob faceva da sottofondo mentre mi baciava con la stessa passione di quel pomeriggio.
Le emozioni che stavo provando in quel momento erano molto diverse da quelle che provavo quando Edward mi baciava, diverse come il modo stesso di baciarmi. Jacob era passionale, deciso, ma al tempo stesso delicato e dolce, quasi timido. Lui non doveva stare attento con me, è ciò mi rendeva più partecipe e, con il coinvolgimento, aumentava anche la felicità. Le sue mani calde che mi accarezzavano il viso e le sue braccia forti che mi stringevano mi mandavano in paradiso.
Non so di preciso per quanto rimanemmo così, ma immagino si fosse fatto tardi, perché non riuscivo a tenere gli occhi aperti dal sonno, nonostante Jacob continuasse a baciarmi e a coccolarmi. Probabilmente se ne accorse.

«Bella, stai crollando dal sonno. E' meglio se ti metti a dormire
», mi sussurò all'orecchio mentre ero allacciata a lui,al suo fianco.
«Non ho sonno», replicai debolmente.
«
Come no, e io so volare», disse, e la sua risatina eccheggiò nel buio.
«
Beh, sai saltare alto... E' come se volassi...», ormai sparlavo, non capivo il significato delle mie stesse parole.
«Bella, davvero, mettiti a dormire. Non sai nemmeno cosa stai blaterando», disse accarezzandomi il braccio e baciandomi la fronte.
«Non voglio dormire. Voglio stare con te. Non voglio che tu te ne vada», mormorai affondando il viso nell'incavo della sua spalla.
«E chi se ne va? Resterò qui, tutta la notte, tutta la vita. Non ti lascerò», mi promise stringendomi a sè.
Non potevo dubitare di parole così sincere.
«Lo so. Grazie», mormorai, felice.
«Dormi, piccola», sussurò dolce al mio orecchio. Mormorai un «sì» e mi accoccolai a lui.
Prima di perdere conoscenza, sentii che mi chiamava.
«Bella?».
«?», sospirai.
«Ti amo».
Sorrisi e sprofondai nel sonno.

Angolo autrice
~
Ehm, salve a tutti ^^"
Allora, sono un pò emozionata perché è la prima long fic su Twilight che pubblico *-*
Mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se Bella non avesse mai sentito la voce di Edward
che le diceva "Sii felice", cosa sarebbe successo se lei avesse voltato la testa e avesse incrociato lo sguardo di Jake, vicinissima a lei.
E il primo capitolo è il risultato ^^ Non so bene che strada prenderanno gli eventi, ma vi avviso subito che questa storia non sfocierà mai in una Edward/Bella anche perché a me Edward non piace per niente e per me poteva benissimo stare dov'era, in New Moon ù.ù
Sì, sono una di quelle Twilighters che ama la coppia Jacob/Bella,e sono anche fiera sostenitrice del Team Jacob.
Di conseguenza, in questa fic Jake sarà maltrattato il meno possibile, se non per niente. Anzi! [risata da cospiratrice >:3]
Beh, non mi resta che salutarvi e chiedervi di essere clementi nelle recensioni ^^"
Un bacione,
Bea

[AVViSO : QUESTA STORiA NON é UNA SHOT! STO FiNENDO Di SCRiVERE iL SECONDO CAPiTOLO E LO PUBBLiCHERO' iL PRiMA POSSiBiLE]

   
 
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