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Autore: whateverhappened    19/12/2009    2 recensioni
Blaise Zabini era comodamente seduto – o, per meglio dire, sdraiato – sulla poltrona verde posizionata accanto al suo letto. Ma non era semplicemente Blaise, non si sarebbe messo ad urlare nel vedere quello che per anni era stato quasi un fratello, bensì un Zabini in versione opalescente, sembrava quasi un fantasma. Non poteva essere Blaise, non era reale, era frutto della sua fantasia.
- C-c-chi sei? - balbettò a voce bassissima.
- Sai chi sono, Dra, sono Blaise. - Malfoy guardò la presenza dubbioso – Tu non credi in me. - affermò nuovamente quella che era convinto essere un'allucinazione.
- No. -
- Che prova vuoi del fatto che io sia qui, oltre a quella fornita dai tuoi occhi? -
- N-n-non lo so. - Draco non balbettava mai, mai si mostrava poco sicuro di sé, eppure quella presenza gli incuteva un terrore che non aveva mai provato, neppure quando si trovava davanti alla zia Bellatrix, tanto nota per le sue cruciatus e per la poca pazienza.
- Perché dubiti della tua vista? -
- Mah, non lo so, forse perché sei un'allucinazione dovuta al troppo vino? Dovrò convertirmi alla Burrobirra di questo passo! - cercò di scherzare, altra cosa che non caratterizzava affatto Draco Malfoy in condizioni normali, ma quella decisamente non era una condizione normale.
Blaise si alzò in piedi, raggiungendo il letto e costringendo Draco, spaventato, ad avvicinarsi sempre più alla testata di questo.
- Che cosa sei? - chiese ad un tratto.
- Sono la tua coscienza, Draco Lucius Malfoy. -
- La mia... coscienza? - ripeté a bassa voce Draco, non molto certo di aver capito bene.
- Sembrerà strano ma anche tu ne hai una. Sono venuto per avvertirti, Draco. Riceverai la visita di tre spiriti nelle prossime tre notti. -

Fanfic ispirata a "Canto di Natale" di Charles Dickens.
Avviso che il personaggio protagonista, Draco Malfoy, non sarà OOC fin da subito ma vi sarà una crescita nel corso dei capitoli.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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La visita di quella presenza – Draco si ostinava a non chiamarla Blaise – aveva turbato non poco il giovane Malfoy, tanto che prima di decidersi a dormire tirò le tende attorno al suo letto a baldacchino, cosa che non faceva mai.
- É assurdo. Draco, non essere sciocco, non hai visto nessuno, hai solo bevuto troppo! - continuava a ripetersi come un mantra, ma allo stesso tempo l'idea di essere in qualche modo protetto dal mondo esterno lo faceva sentire più al sicuro. Non che quelle tende potessero salvaguardarlo realmente, ma si sa che a volte alla mente umana basta poco per illudersi. Forse fu quel semplice gesto, o forse la stanchezza che gli attaccava le ossa, ma Draco si addormentò rapidamente.

~ ¤ ~


Quando Draco si svegliò gli parve di aver dormito per due giorni di fila, eppure l'orologio che teneva accanto al cuscino lo informava che era quasi l'una di notte, aveva riposato solamente un'ora.
Immediatamente gli tornò in mente l'incontro avvenuto quella sera e di nuovo una sorta di inquietudine lo avvolse. Non era mai stato una persona coraggiosa, ricordava ancora quando al primo anno era stato costretto ad avventurarsi nella Foresta Proibita di notte per una punizione... non aveva certo fatto una bella figura scappando a gambe levate ed urlando come una femminuccia. A sua discolpa, però, c'era da dire che si era trovato di fronte il Signore Oscuro, anche se in quel momento non lo avrebbe mai sospettato.
Proprio mentre ripensava a quei giorni ormai lontani, ricordando con un sorriso amaro quanto Blaise lo avesse deriso quando aveva sentito da Potter della sua fuga, la pendola in Sala Comune suonò l'una, riportandolo alla realtà. Scosse la testa e si rimise sdraiato, determinato a dormire e a scacciare i continui ricordi che gli affollavano la mente, ma subito fu costretto ad alzarsi di scatto e a cercare con la mano la bacchetta.
Davanti a lui una mano dalle dita lunghe e sottili stava aprendo la tenda del letto. Inutile nascondere quanto Malfoy fosse spaventato, forse in condizioni normali avrebbe semplicemente schiantato il possessore di quell'arto, ma in quel momento provava solamente un'immensa voglia di smaterializzarsi a Malfoy Manor e allontanarsi da chiunque fosse oltre quella tenda.
Dannato Zabini, pensò arrabbiato, attribuendo all'incontro di quella sera la vigliaccheria ancor maggiore del solito che lo stava pervadendo.
In un attimo le tende si spalancarono e per un attimo Malfoy pensò di essere ancora nel mondo dei sogni, non avrebbe potuto spiegare quella visione in altro modo.
- D-dobby? - balbettò, riconoscendo nella figura davanti a sé quella del suo vecchio elfo domestico.
Maledetto Sfregiato, pensò con disprezzo notando che l'elfo non era vestito con una federa malconcia – come abitualmente girava a Malfoy Manor – ma indossava una lunga tunica bianca, legata in vita da una cintura che ad ogni movimento di Dobby emanava splendidi riflessi in ogni direzione. Draco notò che nella mano che non aveva aperto la tenda teneva un piccolo bastoncino di agrifoglio appena tagliato – quasi a ricordargli come in quel giorno di festa fosse relegato ad Hogwarts, lontano dalla sua famiglia. Ma la cosa che più colpì Malfoy fu lo strano raggio di luce che si propagava dalla sua testa, talmente forte da illuminare tutta la stanza; Draco non ricordava di aver mai visto quella luce nei tempi in cui Dobby serviva i suoi genitori, forse era una prerogativa degli elfi liberi, pensò nuovamente con disprezzo.
- Non sono Dobby, signore – la piccola creatura interruppe il corso dei pensieri di Draco – Ho solo assunto le sue sembianze per somigliare a qualcuno che il signore conosce, signore – Malfoy trattenne a stento un sorrisetto di superiorità, dunque alla fine il buon vecchio Dobby era tornato a dare del “signore” ad un Malfoy, alla faccia di Potter. Poco importava che quello non fosse realmente l'elfo in questione, il succo della faccenda era quello.
- E saresti uno di quei tre spiriti di cui parlava B... la mia coscienza? -
- Sì, sono io. - rispose semplicemente l'elfo, senza aggiungere nessuna informazione circa la sua reale identità o sul perché della sua presenza all'una di notte in quella stanza.
- E, di grazia, mi è possibile sapere chi, o cosa, sei? - sbottò Draco spazientito, maledicendo nuovamente Blaise – o chiunque fosse la presenza incontrata qualche ora prima.
- Sono il fantasma dei Natali passati – rispose con semplicità l'elfo, come se le parole appena pronunciate fossero la cosa più semplice ed evidente del mondo.
- Passati da molto tempo? - domandò Malfoy alzando un sopracciglio. Qualche strano processo nella sua mente, probabilmente dettato dal sonno e dalla stranezza di quella situazione, aveva associato la piccola statura dell'elfo a qualcosa di lontano nel tempo, forse era lì per parlargli dei Natali della sua infanzia.
- No, i tuoi ultimi -
- Ah – Draco era perplesso, non riusciva a capire per quale motivo un elfo domestico vestito come non gli si confaceva – di tutto punto e con accessori, come la cintura, certamente da migliaia di galeoni – dovesse parlargli di Natali normalissimi, passati insieme alla sua famiglia, a Blaise e a sua madre – E potrei sapere che cosa vuoi da me, signor fantasma dei Natali passati? - domandò poi, dopo essersi fatto coraggio.
- Sono qui per il benessere del signore, signore -
A sentire le parole di Dobby Malfoy non poté fare a meno di pensare che una notte di riposo ininterrotto, magari senza sogni, sarebbe stata certamente di maggiore aiuto per il suo benessere che la comparsa di tre fantasmi e della sua coscienza.
- La conversione del signore, allora – disse ancora Dobby, forse intuendo i pensieri di Draco. Prima che questo potesse ribattere lo afferrò per un braccio e, con una forza che Malfoy non osava neanche sospettare, lo trascinò fuori dal letto.
- Il signore si alza e cammina con me adesso, signore – continuò, senza realmente aspettare una risposta e trascinando il ragazzo verso la porta che dava sulla Sala Comune.
- Lascia almeno che mi vesta, così congelerò! - obiettò Draco, ricordandosi ad un tratto di indossare soltanto un leggero pigiama in seta verde. Pagato un sacco di galeoni, certo, ma poco utile se si vuole girare Hogwarts nella notte della Vigilia di Natale, una broncopolmonite non gliel'avrebbe tolta nessuno.
- Al signore non servono vestiti, signore. Se Dobby appoggia una mano qui – e si alzò sulle punte fino ad appoggiare le cinque dita all'altezza del cuore di Malfoy – il signore riuscirà a sopportare molto più del freddo -
Crack.
Senza che Malfoy se ne rendesse conto i due si smaterializzarono. Draco stava per obiettare che non ci si poteva smaterializzare entro le mura di Hogwarts, l'aveva sentito dire tante di quelle volte dalla Granger, quando gli venne in mente che le regole per gli elfi erano molto meno selettive che per i maghi. Si guardò intorno, ogni singolo centimetro del posto dove si trovava era illuminato dal raggio di luce in testa a Dobby.
- Ma è il parco di Hogwarts! - disse dopo qualche istante, mentre riconosceva il suo albero preferito, il campo di Quidditch dove aveva dato per la prima volta della Mezzosangue alla Granger, l'angolo della Foresta Proibita che era stato costretto a visitare con Potter...
Il fantasma lo guardò con un mezzo sorriso, era certo che il suo tocco fosse stato molto leggero eppure esso era bastato a risvegliare la sensibilità e i ricordi di Malfoy. Percepiva nello sguardo del ragazzo le memorie che tornavano alla luce, ricordi che erano stati nascosti per anni, e con esse tutte le emozioni che aveva provato nel viverle. Emozioni e sentimenti che da tempo non provava più, sostituiti da quella perenne freddezza che lo aveva caratterizzato negli ultimi due-tre anni.
- Le labbra del signore tremano, signore. - Draco fece un gesto con la mano come per allontanare una mosca, quindi chiese al fantasma di condurlo dove voleva.
- Riconosci questo sentiero? - domandò l'elfo, indicando con le dita sottili una stradina che si intravedeva appena sotto la neve e sembrava condurre alla Foresta Proibita.
- Se lo conosco! - rispose Malfoy – Durante i primi anni venivamo sempre qui io, Blaise e gli altri. Potrei percorrerlo ad occhi chiusi! -
- Strano che il signore l'abbia dimenticata – osservò il fantasma, iniziando a percorrere la stradina.
Man mano che avanzavano Draco si accorgeva di riconoscere ogni paletto della staccionata costruita da Hagrid, ogni cespuglio di piante, ogni deviazione del percorso. Il fantasma aveva ragione, l'aveva dimenticata: erano almeno due anni che non visitava quella parte del parco, preferendo – quelle rare volte che metteva piede fuori dal castello – fare qualche volo a bordo della sua Nimbus 2001.
Ad un tratto sentì una voce totalmente diversa da quella del fantasma che lo accompagnava ed alzò lo sguardo, fino a quel momento fisso sul terreno onde evitare una caduta in poco stile Malfoy. In quel momento vide i muretti dove erano soliti trovarsi i ragazzi di Serpeverde, dove probabilmente continuavano a ritrovarsi anche senza la sua presenza. Notò che non solo c'era Pansy Parkinson, la cui voce poco prima l'aveva costretto ad alzare lo sguardo, ma anche Theodore Nott, Tiger e Goyle, Daphne Greengrass, persino Blaise.
- Sono soltanto le ombre delle cose che furono – disse il fantasma – Non possono accorgersi di noi. -
Draco osservò quelli che un tempo erano i suoi più cari amici ridere e scherzare, rincorrersi e lanciarsi palle di neve. Nel riconoscerli provò un moto di felicità, quasi come se non li vedesse da anni, e sussurrò i nomi di tutti a voce bassa. Notò che continuavano ad augurarsi un buon Natale, cos'aveva poi di lieto il Natale non l'aveva mai capito, che bene aveva mai portato? Aveva fatto scomparire l'Oscuro Signore? No. Gli aveva tolto di dosso il marchio di figlio di Mangiamorte? No. Anzi, a Natale gli pareva di essere giudicato maggiormente.
- La scuola non è ancora deserta – disse ad un tratto il fantasma, facendolo sussultare – É rimasto un bambino dentro, da solo. -
Draco annuì, come per dire che lo sapeva, e come un automa seguì il fantasma fino all'antico castello, quindi giù per le scale che conducevano ai Sotterranei di Serpeverde. Nella Sala Comune, abbandonato su uno dei divanetti verdi, un bambino biondo era immerso nella lettura delle Fiabe di Beda il Bardo. Lo spirito toccò al braccio a Malfoy ed indicò il piccolo, nel quale Draco aveva già riconosciuto se stesso ad undici anni. Il silenzio che regnava nei Sotterranei – o più generalmente nella scuola, abbandonata da tutti gli studenti che probabilmente erano nel parco a giocare con la neve – e la solitudine del bambino biondo ebbero l'effetto di intaccare il cuore di Malfoy, che si lasciò andare a qualche lacrima, subito asciugata con la manica del pigiama.
- Che c'è? - domandò il fantasma, notando l'espressione dispiaciuta del ragazzo.
- Niente. Ieri sera ho cacciato un ragazzino dalla Sala Comune solo per il gusto di farlo. Vorrei non averlo fatto, ora ricordo cosa si prova a voler stare da soli davanti al fuoco piuttosto che da soli in camera. -
Il fantasma sorrise ed agitò le mani. - Vediamo un altro Natale – disse poi.
Draco percepì nuovamente la sensazione della smaterializzazione e si ritrovò ancora in un luogo ben conosciuto, l'ufficio di Severus Piton. Lo vide seduto alla sua scrivania, intendo a scrivere con attenzione, forse qualche nuova pozione da lui stesso inventata. Ad un tratto guardò il vecchio orologio appeso al muro e sorrise – o per lo meno Malfoy interpretò come sorriso la smorfia che piegò all'insù le labbra del professore.
- Draco! Blaise! - chiamò, mentre due ragazzini di circa quindici anni entravano nello studio dalla stanza accanto. Malfoy ricordava benissimo quella situazione, lui e Blaise erano in punizione e Piton li aveva costretti a rimanere a scuola almeno fino alla sera della Vigilia di Natale per completare i loro compiti.
- Basta lavoro, questa sera, è la Vigilia di Natale. Raggiungete pure i vostri compagni. - disse Piton con un tono di voce piatto, ma nel quale sia Draco che Blaise avevano colto quella punta di gentilezza ed affetto che solo loro riuscivano a percepire, forse perché solo a loro era diretta.
Senza farselo ripetere due volte, i due corsero nella loro Sala Comune dove gran parte degli studenti era rimasta per l'incredibile festa di quella sera. Theodore Nott aveva, infatti, deciso di rallegrare la punizione dei due amici allestendo un ballo per la loro Casa proprio per quella sera, e Draco e Blaise si erano precipitati lì appunto per dargli una mano nella preparazione.
Malfoy osservò tutta la scena, dall'allestimento della pista da ballo al termine della festa, in silenzio e rivivendo tutte le emozioni di quella sera. Ricordava la felicità che aveva provato, le risate, la gratitudine verso Piton che aveva permesso loro di festeggiare... più che permesso, aveva chiuso entrambi gli occhi.
- Nessuno l'ha mai apprezzato molto, ma Piton è un grande uomo. - borbottò fra sé e sé Draco, mentre la luce sopra la testa dell'elfo aumentava di intensità.
- Dobbiamo andare, signore, il mio tempo sta per scadere. - disse il fantasma mentre prendeva per un braccio Draco e la scena davanti a loro mutava ulteriormente.
Quando tutti i dettagli apparvero chiari davanti ai due Malfoy fu in grado di capire immediatamente che non si trovavano più ad Hogwarts, ma nel parco di casa sua, Malfoy Manor.
Notò subito i due ragazzi seduti su una panchina, poco lontano da loro, intenti a guardare il piccolo laghetto ghiacciato. Li riconobbe all'istante, lui poco più giovane della realtà e lei nel suo cappotto nero. Non si avvicinò ulteriormente, ricordava fin troppo bene la scena per doverla rivivere a fondo, era accaduta solo l'anno prima.
- Non importa – disse lei fra le lacrime – E certamente a te importa ancor meno. So che sono stata sostituita nel tuo cuore, spero che chi ha preso il mio posto sia in grado di rallegrarti e confortarti come ho cercato di fare io. -
- Non essere idiota, Pansy, sai che non c'è nessun'altra – borbottò Draco con espressione fredda.
- Oh sì che c'è, Draco, è la tua rabbia. Il tuo voler far finta che nulla ti tocca ma allo stesso tempo voler distruggere chiunque osi fare un commento su di te. -
- Oh, Merlino! - gridò ad un tratto Malfoy – Dovrei far finta che sono contento se mi chiamano Mangiamorte? Se mi dicono che sono un assassino? -
- Tu hai troppa paura dell'opinione del mondo – rispose lei, con gentilezza, ignorando lo scatto di rabbia del ragazzo – Tu hai sacrificato tutto sperando di tenere il mondo e le sue critiche lontane da te. Ti conosco da sempre, Draco, e ho visto tutti i tuoi sogni e desideri cadere sotto questa rabbia, che alla fine si è impossessata di te. Non è forse vero, Dra? -
- E con questo?! - nuovamente Malfoy stava alzando la voce – Sono cambiato con il mondo, non sono cambiato con te. - Pansy scosse la testa – Lo sono? -
- Te l'ho detto, ci conosciamo da quando eravamo bambini, il nostro legame è vecchio. Ci siamo messi insieme al terzo anno, allora non eri così schiavo della tua rabbia, ti bastava insultare un po' Potter ed eri a posto. Sei cambiato, Draco, ora vuoi quasi distruggere le persone... e a me non va bene, io non sono cambiata, sono rimasta la stessa. É per questo che ti rendo la tua libertà -
- Te l'ho mai chiesta, Pansy? Dimmelo, ti ho mai chiesto di ridarmi la mia libertà? -
- Non a parole, certo, e infatti sono io a lasciarti. Ma non sono stupida, l'ho capito dai tuoi gesti, dal tuo umore variabile, dal tuo essere sempre più freddo. Ora siamo troppo diversi l'uno dall'altro da quando ci siamo messi insieme, e se tu fossi libero non sceglieresti più me. -
- Sei tu a dirlo, non certo io -
- Oh, credimi, sarei più che felice di credere il contrario. Lo credevo, fino a poco tempo fa, quando mi sono arresa ad un'evidenza troppo forte da poter essere messa a tacere. Per questo ti sto lasciando, per darti modo di trovare qualcuna più adatta al tuo nuovo modo di essere... Non dirmi che ti mancherò, ti prego, evita – disse, interrompendo sul nascere l'obiezione che Draco stava per fare – Può darsi che nei primi tempi qualcosa sentirai, ma durerà ben poco, poi sarai contento di non avermi più fra i piedi. Addio, Draco, sii felice. -
Il Draco accompagnato dal fantasma rimase a fissare Pansy che dava un bacio sulla fronte all'altro Draco e si allontanava. Aveva avuto ragione, come sempre. Era stato male la prima settimana, più per la rabbia di esser stato lasciato che per vera sofferenza, e poi aveva cominciato ad accompagnarsi ogni notte con una ragazza diversa, ben lieto di non dover essere più costretto ad una sola compagna.
- Basta, non voglio vedere altro – disse ad un tratto Draco al fantasma – Portami via, non voglio vedere altri ricordi. Riportami nella mia stanza. Perché ti diverti a torturarmi? -
La luce sulla testa di Dobby divenne sempre più intensa, tanto che Draco fu costretto a coprirsi gli occhi con la mano, e un attimo dopo era nel suo letto.



















Il primo dei tre fantasmi nella versione Disney era il Grillo Parlante, io ho voluto inserire Dobby perché in fondo ho sempre pensato, leggendo la storia, ad un fantasma dei Natali Passati molto simile ad un folletto, quindi Dobby mi pareva il personaggio più adatto a ricoprire questo ruolo. E poi, in fondo, il Grillo Parlante di Draco è Blaise ;)
Nello scorso capitolo non ho precisato una cosa, quindi è bene farlo ora: questa storia ripercorre passo passo il libro di Dickens, tutte le vicende sono un riadattamento di quelle narrate nella storia originale salvo poche ideate del tutto da me, ho cercato di rimanere fedele in tutto e per tutto alle descrizioni fornite da Dickens per le ambientazioni, quindi si possono ritrovare passi uguali quasi parola per parola al libro. Spero che tutto questo non venga inteso come plagio, la mia intenzione era - ed è tuttora - rendere omaggio ad un'opera che ritengo eccezionale trasportandola nel mondo di un'altra opera che apprezzo decisamente moltissimo. Spero che ciò fosse già chiaro, ma è sempre meglio abbondare in spiegazioni che mancarne :D

Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo e chi ha inserito la storia fra i preferiti o le seguite, spero che abbiate apprezzato anche questo e che vogliate lasciare qualche parolina di commento.
In particolare grazie a:
malfoy__: ihih, mi fa piacere che tu abbia apprezzato! Volevo inserirti nelle dediche di Luce Blu, ma dato che avevo in mente di scrivere questa storia ho pensato che ti sarebbe piaciuto di più ricevere una fic su Dracuccio nostro come "regalo" :) Per essere più fighi di zio Paperone ce ne vuole, è vero, ma Draco per lo meno lo raggiunge ^^ Le ricchezze le ha, ihih, gli manca solo una monetina numero 1! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!
_slytherin: ciao amica-di-Julie ^^ Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, spero che questo non sia stato da meno! Grazie per aver recensito!

Al prossimo capitolo :)
   
 
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