Capitolo II – Unknown target
Sato, con le guance ancora un po’ arrossate, si avvicinò a Shiratori, accompagnata da Takagi, un po’ abbattuto: Un’altra occasione mancata… ormai ci stava facendo l’abitudine!
“Shiratori! Cosa succede?… E tutti questi agenti, cosa
ci facevano già qui?”
“Ehm… stavano svolgendo… un’indagine… sì,
un’indagine in incognito!”
“Sì, certo…” Lo liquidò Sato, seccata. Yumi aveva
ragione: alla centrale, anche i muri avevano le orecchie…
Shiratori, per non irritare ulteriormente Sato, si
rivolse a Takagi (che nonostante non lo desse a vedere, era anche più scocciato
di lei…).
“Avete visto qualcuno di sospetto, durante la
serata?”
“Uhm…no, direi di no…” Rispose lui: Con Sato
davanti, solo un pazzo avrebbe rivolto lo sguardo altrove, per guardarsi
intorno!
Lei, dopo aver esaminato la situazione, chiamò con
il cellulare l’ispettore Megure. Poi si rivolse a Takagi.
“Tu va’ pure a casa. In fondo è il tuo giorno
libero…”
“No… ti aspetto, così ti riaccompagno in auto…”
“Non c’è problema” Gli sorrise beffardo Shiratori.
“Ho chiesto a Yumi di portarle la sua macchina che ha lasciato alla centrale.”
Dhou!
“Ah… allora…”
Takagi la salutò e dopo aver pagato il conto, uscì
dal locale, con il morale a terra.
Il sorrisetto vittorioso di Shiratori poi, non lo
aiutò a sentirsi meglio…
La serata si era conclusa nel modo più sbagliato in
assoluto.
…
AAARGHH!!! C’era mancato così poco
per…
Takagi non fece in tempo a finire il pensiero, che
sentì qualcuno prenderlo per un braccio.
Voltatosi, si ritrovò davanti Sato, un po’
accaldata per la corsa… oppure per l’imbarazzo?
“Ehm… volevo… ringraziarti per la serata…”
“Ah… di nulla. Mi spiace che sia finita così…”
“Beh, uhm…ci saranno altre occasioni… no?”
EVVAAAAIII!!!
“C-certo! Se… se ti va…”
“…”
“…”
Dopo qualche minuto di imbarazzo generale, Sato si
avvicinò a lui, schioccandogli un rapido bacio sulla guancia.
“Buonanotte…”
“Ah… B-buonanotte…”
Takagi rimase imbambolato per un bel po’, mentre la
guardava rientrare di corsa dentro il locale per continuare le indagini.
Chissà se anche lei, dopo quella serata, sentiva
qualcosa agitarsi dentro…
Tornato di buon umore, Takagi salì in macchina e
mise in moto: In fin dei conti, non era proprio stato un fiasco totale…
Il giorno dopo Yumi, che era stata informata del
‘Bacio mancato’ dai suoi colleghi, si precipitò da Sato per sapere tutta la
storia.
“Povero Takagi! Ci sarà rimasto malissimo…”
Sato scattò in piedi, visibilmente irritata.
“E io allora?”
Rendendosi improvvisamente conto di ciò che aveva
detto, arrossì completamente, sotto gli occhi stupiti dell’amica.
“Ehm… vado a fare due passi…”
Sato uscì dalla centrale a passo spedito, e una
volta all’aperto, respirò a fondo.
Yumi non aveva idea di quanto LEI ci fosse rimasta male per l’altra sera!
Era da tanto ormai, che lei e Takagi cercavano di
chiarire i loro sentimenti… era un po’ un eterno rincorrersi a vicenda.
Sato sperava che quell’appuntamento avrebbe
sbloccato quell’insostenibile situazione… C’era davvero mancato così poco!!!
I suoi pensieri furono interrotti da una voce che
la chiamava . Voltandosi, Sato vide dall’altro lato della strada Ran e tutta la
squadra dei Giovani Detective al gran completo, che la salutavano.
Ayumi, in particolare, fece per attraversare la
strada e venirle incontro. Non prestò attenzione nemmeno al furgone che
sopraggiungeva in quel momento, e che ormai era a pochi metri da lei, suonando
il clacson…
Con uno scatto, Sato cercò di raggiungere la
bambina, ma Ran e Conan furono più veloci, e riuscirono a tirarla in salvo sul
marciapiede, prima che accadesse una disgrazia.
Sato corse da loro, per accertarsi che stessero
tutti bene.
“Ayumi! Cosa ti è saltato in mente!”
“Mi scusi…”
“Devi sempre guardare, prima di attraversare la
strada!”
“Sì…”
Dopo aver terminato la ramanzina, la ragazza si
rivolse ai suoi piccoli amici.
“Allora… cosa ci fate da queste parti?”
Ran le rispose, prendendo Ayumi in braccio.
“Stiamo andando alla torre di Tokyo. Abbiamo
sentito che oggi danno degli spettacoli di giocoleria… e volevo portarci i
bambini.”
Conan la interruppe, indicando l’altro lato della
strada, dove poco prima si trovava Sato.
“Perché c’è tutta quella gente radunata là?”
Tutti insieme andarono a controllare. Dopo essersi
fatti largo tra la folla, scoprirono che il centro dell’attenzione generale,
era un proiettile conficcato nel cemento del marciapiede.
Sato cercò di informarsi sull’accaduto dai
passanti. Possibile che lei non si fosse accorta di nulla? In fondo stava
camminando esattamente in quel punto, prima di correre verso Ayumi…
“Che è successo?”
“Oh… lei è la signorina che era qui poco fa… Non ha
sentito lo sparo? E’ successo proprio mentre attraversava di corsa la strada…
“ E’ davvero fortunata!” Aggiunse un altro. “Io ho
visto con i miei occhi, quel proiettile, mentre si piantava a terra! Se lei non
si fosse spostata all’improvviso, l’avrebbe sicuramente colpita!”
Conan, che stava ascoltando molto attentamente
l’intera conversazione, notò una sagoma scura, che furtiva sparì in un vicolo
vicino. Serio, si rivolse a Sato.
“Agente, è meglio che chiami l’ispettore Megure:
Qui, qualcosa non va…”
Una volta che la polizia fu arrivata, l’ispettore
Megure cercò di tranquillizzare i passanti.
Intanto Takagi, Shiratori e Sato tirarono fuori il proiettile dal cemento,
sotto gli occhi curiosi dei bambini.
Dopo una rapida occhiata, Shiratori lo passò a
Sato.
“E’ curioso: si tratta dello stesso tipo di
proiettile che ieri sera ha ucciso quell’uomo. Non vorrei che a sparare, fosse
stata la stessa pistola…”
Conan cercò di saperne di più.
“Cos’è successo, ieri sera?”
“Oh, è stato ucciso un importante uomo d’affari, un
certo Takeda… Sato e Takagi erano presenti, perché avevano un appuntam… Urgh!”
Shiratori non riuscì a terminare la frase, perché
una gomitata di lei, lo colpì in pieno stomaco.
“Ehm… sì…” Continuò Sato. “Eravamo presenti… ma non
abbiamo notato nessuno di sospetto…”
L’ispettore Megure li raggiunse.
“Allora? Novità?”
Takagi gli rispose, mentre finiva di scrivere sul
suo taccuino.
“Forse il responsabile dello sparo e il killer di
ieri sera sono la stessa persona… I tipi di proiettile usati, combaciano.”
“d’accordo. Allora portate il proiettile in
centrale per le analisi. Dopo fatemi un rapporto, anche sui fatti di ieri
sera…”
Tutti raccolsero le loro cose, avviandosi verso i
rispettivi incarichi. Ran chiamò i bambini, e dopo averli radunati, si
diressero verso la torre di Tokyo.
Solo Conan rimase silenzioso : aveva un brutto
presentimento… e ormai, aveva imparato a fidarsi del suo istinto.
Non gli era sfuggita inoltre, l’espressione
terrorizzata di Ai, quando avevano visto quella sagoma sparire dietro l’angolo.
La bambina tremava ancora, quando gli prese il braccio e gli sussurrò ad un
orecchio.
“Prima… ho sentito… C’era uno di loro là, Shinichi!
Ne sono sicura…”
Conan soppesò bene le parole, prima di risponderle.
“Lo so. Però stai tranquilla… a quanto pere, per
una volta i bersagli non siamo noi…”
Erano passati
solo due giorni dal caso del ‘proiettile vagante’ , quando la tragedia
fu scampata ancora una volta.
La polizia aveva ricevuto la segnalazione di una rapina
in un supermercato e ora Sato, l’ispettore Megure e Takagi , nonché una dozzina
di agenti, stavano circondando l’uscita del negozio, per impedire la fuga al
rapinatore.
Minacciando un ostaggio con un coltello però, il
malvivente riuscì a superare il blocco
e dopo averlo abbandonato, si gettò in una fuga disperata con la polizia
alle calcagna.
Tutti videro trattenendo il fiato, il proiettile
che sfiorò la testa di Sato, lasciandola illesa.
La ragazza sentì quella freccia d’aria passarle
vicino alla tempia, e se non si fossee spostata per caso, all’ultimo secondo…
Dopo qualche minuto, Takagi riuscì ad acciuffare il
rapinatore ma quando, dopo averlo ammanettato, lo perquisì, gli trovò addosso
solo il coltello con cui aveva minacciato l’ostaggio. Di pistole, nemmeno
l’ombra…
Un po’ preoccupato, si rivolse a Sato.
“Non è stato lui, a sparare…”
“Già…” Aggiunse con tono serio l’ispettore Megure,
che si era fermato a raccogliere qualcosa dietro di lui.
“…E il tipo di proiettile è lo stesso di due giorni fa…”
Nelle centrale la tensione era palpabile.
Tutti stavano origliando la discussione in atto
nell’ufficio dell’ispettore Megure, e l’intero reparto sobbalzò quando
quest’ultimo uscì dalla stanza con Sato che lo seguiva.
“Le ripeto che non ho affatto bisogno di una
‘guardia del corpo’ !”
“Basta, Sato! E’ fin troppo chiaro che il bersaglio
di quegli spari sei tu… e tutto ciò deve essere legato in qualche modo ai fatti
di quella sera…”
Sato però, continuava ad insistere.
“Ma si tratta di coincidenze! E in ogni caso, sono
in grado di cavarmela da sola…”
“Non discutere, Sato: questo è un ordine di un tuo
superiore! Hai bisogno di protezione, e l’avrai, fino a che non avremo
catturato il responsabile…”
Il silenzio calò nella stanza: era chiaro che se
Sato aveva bisogno di una ‘guardia del corpo’, l’ispettore Megure avrebbe
sicuramente scelto uno di loro…
Tutti erano attenti e nervosamente aspettavano il
verdetto.
“Takagi, te ne occupi tu. Visto che siete già
usciti insieme, non darai troppo nell’occhio e non desterai troppi sospetti…”
L’urlo di dolore dell’intero reparto non riuscì a
sovrastare quello di gioia di Yumi, che origliava da dietro una porta.
In ogni caso, Takagi si ritrovò al centro di una
dozzina di sguardi ostili.
Era al settimo cielo per la nuova occasione che gli
era stata presentata ma… aveva come la netta sensazione che tutti gli esponenti
maschili in quella sala, lo avrebbero volentieri fatto fuori, se avessero
potuto…
Conan apprese la notizia poche ore dopo, dai
discorsi eccitati di Yumi che raccontava l’accaduto a Ran e Sonoko. Senza farsi
notare, tirò un sospiro di sollievo: sospettava già che il bersaglio fosse
l’agente Sato, ed ora che ci era arrivata anche la polizia, l’avrebbero
protetta a dovere.
Con gli Uomini In Nero non si scherza.
Lui lo sapeva bene: lo aveva imparato a sue spese.
“Yumi, sai dove sono ora, Takagi e Sato?”
“Uhm… dunque, dovrebbero essere alla centrale:penso
che rimarranno là per tutta la giornata…”
Sonoko rise.
“Sì… e magari ci scappa un bel risvolto romantico!”
“Ah! Ma non vi ho ancora raccontato della sera in
cui Takagi e Sato sono usciti insieme?”
“EHEEEE???”
Lasciando le tre ragazze ai loro pettegolezzi (Ah!
Le donne…), Conan si incamminò verso la centrale di polizia: doveva fare
qualche domanda a Sato… non gli era ancora ben chiaro il motivo per cui la
avessero presa di mira… Che anche lei avesse visto qualcosa che non doveva? A
dire la verità, non era nemmeno sicuro al cento per cento che l’Organizzazione
centrasse qualcosa…
Sebbene l’istinto lo avvisasse diversamente,
continuava ancora a sperare di essersi sbagliato.
Gli risuonavano ancora in testa le parole di Ai,
dell’altro giorno…
“E’ inutile, Shinichi… Se quelli la hanno scelta
come obiettivo… non ha più alcuna speranza!”