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Autore: giadadarla    01/01/2010    7 recensioni
...Come ogni notte feci un incubo,ma questa volta lo ricordai perfettamente. Ero nel vicolo dove ero stata trasformata,riprovai le stesse emozioni di quella notte,la paura,il freddo,la consapevolezza che tutto sarebbe finito da un momento all’altro,l’unica differenza è che non c’era il vampiro. Dalla penombra notai un ragazzo. Era alto,magro e dall’aria elegante. Non riuscivo a vederlo bene perché era in parte immerso nell’oscurità. All’improvviso si fece avanti … era un angelo,doveva essere un angelo perché in tutta la mia vita non avevo mai visto niente di così bello...
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Welcome to the Hell

 

 

                                                                   << Ma Amore è cieco e gli amanti non

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                                                                                             William Shakespeare

 

 

 

 

Era ormai passato un anno dalla notte del mio diciassettesimo compleanno. Quel giorno la mia vita cambiò completamente.

Durò tutto un istante,il buio,il dolore lancinante al polso e poi … Da quell’ istante capii che non sarei stata più la stessa.

Immaginavo la morte in maniera diversa quando ero umana,ora è tutto così relativo,complicato.

Non sono ancora riuscita a capire cosa sono esattamente!Direi che sono una creatura bizzarra e unica,almeno non ho ancora trovato nessuno con le mie caratteristiche.

Sono un ibrido,metà umana e metà vampira. Si,vampira!

Esattamente lo scorso dicembre, mentre tornavo a casa dopo aver festeggiato con le mie amiche,un vampiro in un vicolo mi attaccò.

All’inizio pensavo che fosse un ladro che voleva derubarmi ma in realtà aveva ben altre intenzioni. Mi fissava come un cacciatore osserva la propria preda. Aveva la pelle pallidissima,come se fosse marmo e risplendeva al chiarore della luna.

I suoi occhi erano di un rosso acceso e poi era velocissimo. Si muoveva con una tale rapidità che non riuscivo a seguirlo con il mio sguardo.

All’improvviso lo ritrovai ad un centimetro dal mio viso e con un ruggito mi mostrò i denti perfetti.

Sapevo che non sarei mai riuscita a scappare ma ci provai comunque.

Inizia a correre più forte che potevo,volevo gridare ma dalla mia bocca non usciva alcun suono. Caddi a terra sbucciandomi le ginocchia.

L’odore del mio sangue lo eccitò ancora di più. In meno di un secondo era già dietro di me.

Mi afferrò per un braccio e mi scaraventò dall’altra parte del vicolo.

Un orribile suono provenne dal mio corpo,sicuramente avevo qualche osso rotto.

Non sentivo dolore,non sentivo nulla. Ormai ero spacciata e così mi lasciai cadere a terra priva di forze.

L’unica cosa che ricordo prima di essere svenuta fu il mostro che mordeva il mio polso, poi l’odore intenso del mio sangue,un dolore acuto e poi più niente.

Non so per quanto tempo rimassi svenuta. Quando mi svegliai mi trovai in una stanza buia e sudicia.

C’era un fortissimo odore di qualcosa che non riuscivo a distinguere.

Iniziai a guardarmi in torno, presa dal panico più totale. Non ricordavo nulla di come fossi arrivata lì.

Il mio cuore aveva perso il normale battito cardiaco. Era talmente veloce che pensavo sarebbe esploso da un momento all'altro.

Scattai in piedi con un rapido balzo. Fui così veloce che per un attimo la testa cominciò a girarmi facendomi perdere il senso dell'equilibrio.

Mi appoggia contro una parete per evitare di ricadere a terra. Il contatto con la pietra fredda fu stranissimo. Sotto il mio palmo sembrava così dura ma nello stesso tempo friabile come polvere. Feci una leggera pressione con la mano e delle minuscole briciole ricaddero al suolo.

Ancora stordita indietreggia portandomi al centro della stanza. Cercai di fare dei respiri profondi per rilassare i nervi.

Improvvisamente sobbalzai notando che riuscivo a distinguere ogni particole anche se era buio pesto.

I miei sensi sembravano impazziti.

Sentì una musica provenire dall’esterno e così corsi fuori. Ero in una stazione di servizio nel mezzo del nulla. L’unica strada nei paragi era a molti metri di distanza e non solo riuscivo a vederla chiaramente ma potevo ascoltare in maniera perfetta anche il rumore delle macchine.

Inizia a correre,ero velocissima! Alla fine ricordai ciò che mi era capitato e mi fu tutto più chiaro.

Dopo un po’ arrivai alla conclusione che c’era qualcosa che non andava nella mia trasformazione. Ero rimasta pressoché identica a quella che ero prima,tranne che per la mia forza sovrumana e la velocità.

Non ero come quel vampiro che mia aveva attaccato nel vicolo. Non avevo gli occhi rossi,erano rimasti blu. Non avevo la pelle così pallida,il mio cuore batteva ancora anche se in maniera più veloce. E poi la cosa più frustrante è che non avevo nemmeno una minima parte dell’eleganza e dell’agilità di quel mostro.

Da quel giorno non feci più ritorno a casa. Avevo paura della reazione che avrebbero avuto i miei famigliari ma soprattutto avevo paura di fare loro del male.

Ero piuttosto sensibile all’odore del sangue ma sapevo controllarmi. Non volevo diventare un’assassina. Scoprii che potevo nutrirmi anche di cibo normale. Nonostante non mi sentissi mai pienamente soddisfatta, avrei sopportato.

Inizia a viaggiare e fare ricerche su quelli della mia specie anche se non fui molto fortunata.

A quanto pare se sei morso da un vampiro o ti trasformi o muori. A me non era accaduta nessuna delle due scelte.

Imparai anche che si possono esporre anche alla luce del sole senza prendere fuoco.

La cosa particolare è che a contatto con la luce solare la loro pelle diventa luminosa,come cosparsa di piccoli diamanti. Osservai questo fenomeno di persona.

Quando arrivai a Las Vegas, incontrai una coppia di vampiri che si offrirono di spiegarmi qualcosa. Anche loro non avevano mai visto nessuno come me. Sembravano molto affascinati dalla mia presenza. Volevano addirittura portarmi con loro ma mi rifiutai,non sopportavo il loro stile di vita.

Dopo circa sei mesi di continui spostamenti arrivai in Alaska. Avevo sentito che in quei luoghi viveva una famiglia di vampiri particolare. Avevano rinunciato al sangue umano e si nutrivano solo di quello animale. Così conobbi Tanya e la sua famiglia.

Erano una delle poche congreghe di famiglie vampire esistenti. Finalmente dopo tanto tempo riuscii a trovare un po’ di sollievo alla mia condizione.

Lì scoprii che a volte i vampiri,anche se in rare occasioni possono sviluppare dei poteri extra. Kate,la sorella di Tanya,possedeva una formidabile abilità offensiva. Chiunque cercava di toccarla cadeva a terra fulminato,logicamente la usava solo in casi estremi.

Incuriosita, chiesi alla vampira di sperimentarla su di me,possibilmente in forma lieve,ma non ci riuscì,nel senso che quel suo potere su di me non aveva alcun effetto.

Alazar,un altro membro del clan,arrivò alla conclusione che anche io ho una sorta di abilità. E’ come se ci fosse uno scudo a proteggermi e probabilmente fu proprio questo il responsabile della mia trasformazione incompleta.

Un giorno,mentre ero a caccia, Tanya e le sue sorelle (cercavo di insegnarmi come si cacciano gli animali e così provare a nutrirmi del loro sangue. L’inseguimento mi piaceva molto,ma il cibo lasciava un po’ a desiderare!) mi parlarono di un’altra famiglia che viveva con i loro stessi usi. Si erano stabiliti da poco nello stato di Washington,nei pressi di una piccola cittadina chiamata Forks.

Il capo famiglia era un certo Carlisle Cullen che viveva con sua moglie e cinque figli adottivi.

Rimasi molto colpita da questa storia. Anche il clan di Denali era una famiglia,ma non organizzata come quella dei Cullen.

Tornati a casa Alazar mi propose di fare visita a Carlisle perché forse era l’unico in grado di poter dare risposte alle mie domande. Carlisle infatti era un dottore e in più conosceva alla perfezione la natura dei vampiri poiché nel corso degli anni aveva svolto molte ricerche e studi a riguardo.

Non ero sicura di voler intraprendere un nuovo viaggio proprio ora che avevo trovato un po’ di tranquillità, ma la mia curiosità era troppo forte,così nel giro di qualche giorno decisi di partire.

Ero pronta ad andare, armata solo di un piccolo bagaglio e di un biglietto con scritto

“Carlisle,amico mio

Ti prego in nome della nostra amicizia di prenderti cura di Elizabeth.

E’ una ragazza speciale e spero che tu possa aiutarla.

Non appena avremmo tempo, sarò lieto di farti visita.

Ti ringrazio ancora

Alazar’’

 

 

 

 

   
 
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