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Autore: Mistral    01/01/2010    8 recensioni
YULLEN SAGA - PART 3
Una nuova piccola luce si è accesa, a rischiarare il cuore e illuminare il cammino. Riesce già a diradare le tenebre, ma è ancora debole... deve ancora crescere, e ci vorranno tempo e impegno perché riesca a diventare una luce più calda e sicura. Questa luce dovrà essere custodita, alimentata. E, soprattutto, bisognerà fare molta attenzione che non si spenga. Non sarà un compito facile: un gesto, una parola sbagliata, basterà poco perché il fragile castello di certezze costruito assieme si dissolva nel nulla in un attimo. Se ciò accadrà, però, cerca di fare in modo che la speranza non si spenga con lei.
Come dice il saggio: “La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta”. Riuscirai a rialzarti? Riuscirai a riconquistare quello che hai perso, facendo brillare di nuovo la vostra luce?

[Sequel di Moonlight Midnight Dream e Mirror Mirror, Black and White][Ambientata nella Night 170 e seguenti][Clamorosamente SPOILER sugli ultimi capitoli]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Yu Kanda | Coppie: Kanda/Allen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Yullen Saga'
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Nota delle autrici

Nota delle autrici:

Dato che l'Angolo di Allen di questa fanfic è strutturato come quello della precedente e ne è la continuazione, tenderà anche qui ad assumere proporzioni chilometriche (perché i pg sono tanti e le recensioni per fortuna pure! ♥)

Se per caso non vi interessasse, potete passare tranquillamente all'inizio del capitolo vero e proprio. Vi assicuriamo che questo non pregiudicherà la completa comprensione della storia.

Grazie e buona lettura!

Lety&Mistral

 


 

L'ANGOLO DI ALLEN

01 Gennaio 2010

 

Ordine Oscuro - *Caffetteria*

Ore 11.20 del mattino.

 

L'urlo della signorina Fay raggiunge le orecchie ipersensibili di Komui prima ancora che la suddetta segretaria entri nel raggio di azione dei radar della Scientifica. Il Supervisore cerca inutilmente un posto dove nascondersi, mentre tutti lo guardano perplessi, ma nella nuova caffetteria non ci sono nascondigli che tengano.

Pochi secondi di ansia e tensione e le porte d'ingresso si spalancano: Bridget Fay, in tailleur, tacchi e cartellina, entra con passo furioso tenendo Timcanpy per la coda.

“Lee-san! L'ho cercata per tutto l'Ordine! È clamorosamente in ritardo sul planning della giornata, doveva presentarsi nel suo ufficio due ore e mezzo fa!”

Le reazioni sono molteplici, ma nessuno di preoccupa di salvare Komui dalle grinfie della donna.

Kanda, scazzato a duemila, si gira dall'altra parte chiedendosi perché quella debba essere così rumorosa. Bookman Sr. si limita a scuotere la testa, perplesso, e poi decide di tornare subito al suo the.

Lavi rischia di finire in “strike-mode” per l'ennesima volta. L'unica cosa che lo trattiene, per ora, è il ricordo del ceffone ricevuto giorni prima. Certo, un apprendista bookman non dimentica nulla. Ma in questo caso il ricordo è così incredibilmente vivido anche perché il rosso porta ancora disegnate sulla guancia le cinque dita della cara signorina Fay.

Allen si sta ancora ingozzando con la fetta di torta fregata a Link, ma da gentleman qual è si ferma per prendere fiato e salutare educatamente spargendo nell'impresa briciole tutt'attorno.

L’ispettore si schiarisce la voce, lanciandogli un'occhiataccia, poi si alza e con un piccolo inchino saluta anche lui.

Linalee le sorride, cordiale, prima di allungare nella sua direzione una delle tazze di caffè. “Buongiorno, signorina Fay! Le chiedo scusa in anticipo e per l'ennesima volta per il comportamento di mio fratello... Per caso le va del caffè?”

A Komui non resta quindi altra scelta che la fuga e, mentre la signorina Fay è distratta da Linalee-chan, cerca di allontanarsi discretamente in direzione delle cucine.

Ottimo piano, non fosse che Kanda lo afferra per il coppino e lo riporta indietro, incurante delle sue lamentele.

Notato il fallito tentativo di fuga la signorina Fay gli si avvicina al posto di Komui, schiantandogli un faldone di fogli sotto al naso.

“Lee-san. mi vuole spiegare cosa sono questi? Questo coso li ha sputati sulla sua scrivania senza nemmeno archiviarli in ordine alfabetico!” esclama la donna, agitando il golem dorato.

“Signorina, mi scusi, potrebbe lasciare andare Tim per cortesia?” chiede Allen, preoccupato per l'incolumità dell'esserino.

“Come, prego?”

“Ehm... l'affarino dorato che sta agitando come fosse una maracas...”

“Si, signorina, quello è il golem di Allen-kun!” aggiunge Linalee.

Una volta libero dalla presa ferrea della donna, che quando ci si mette è più pericolosa del Conte in persona, Timcanpy va a rifugiarsi da Allen.

Intanto Bookman Sr. ha preso i fogli e li ha riordinati. “Credo che queste siano le recensioni di cui parlavano le due ragazze che sono passate prima. Ne aspettavi altre, Walker?”

Allen non riesce nemmeno a replicare che viene interrotto da Lavi, il quale (non ce la fa più a resistere, il poverino) fa un salto doppio carpiato in direzione della Fay urlando il suo solito “Strike!

Ovviamente alla donna basta allungare un braccio per schiantarlo di faccia sul tavolo pieno di piatti.

“Bookman Jr, si contenga!” lo ammonisce severamente.

Mentre Linalee si preoccupa delle condizioni dell'amico e Kanda scuote la testa (non ne può più... e per una volta Link è d'accordo con lui) Allen riesce finalmente a rispondere alla domanda dell'anziano esorcista.

“A dire il vero non me le aspettavo così presto, però... questo vuol dire che le lettrici commentano, no? Uhm, se mi date una mano a pulire il tavolo ci mettiamo subito al lavoro, che ne dite?”

“Scordatelo, moyashi.”

“Ma Kanda-kun, rispondere alle recensioni in fondo è il nostro dovere, no?” azzarda Komui, cercando di trovare la scusa perfetta per evitare di lavorare. Gli piace rispondere alle recensioni delle graziosissime e gentili lettrici, soprattutto se l'alternativa è firmare quintali di documenti.

Purtroppo la signorina Fay non è dello stesso avviso.

“Lee-san, lasciamo gli esorcisti a fare il loro lavoro… E LEI VENGA A FARE IL SUO!”

Il panico serpeggia (da Komui che vede sfumare la salvezza a tutti gli altri che senza il Supervisore vedrebbero moltiplicarsi il loro lavoro), e Allen accenna una lieve protesta... ma è Kanda a salvare la situazione.

“Voi due non andate da nessuna parte” sibila, mettendosi esattamente tra loro e l'uscita; e considerato che contraddire Kanda vorrebbe dire rischiare la vita, Komui si libera e, nel giro di tre secondi e ventun decimi, raggiunge il tavolo, prende la penna e inizia a rispondere alla prima recensione.

 


 

§ Cara Yvaine

Hitsuzen? Cos'è? Potrei usarlo per migliorare il miei komurin *_*

Ho visto la tua scheda di votazione! Molto, molto bella, devo dire, complimenti! Dimostra uno spirito analitico e organizzativo davvero fuori dal comune, i tuoi genitori saranno sicuramente fieri di te. Uhm... non è che ti interesserebbe venire a lavorare con me (o meglio, al mio posto)?

Ti assicuro una fornitura costante di caffè (più di quanto necessario perche tu “resti sveglia a leggere perché non riesci a staccare gli occhi dallo schermo”... forse).

Fammi sapere ^_^

Komui

 

§ Caro Malacam, anzi, caro Generale *arrossisce*,

onestamente quando all'unanimità si è deciso che toccasse a me rispondere alla vostra recensione ne sono rimasta molto onorata.

Però, ecco... se mi permettete, credo sia ingiusto da parte vostra trattare così Allen-kun. Lui in fondo è un ragazzo tanto dolce, non ha intenzione di far male a nessuno!

Quanto a Kanda-kun... *arrossice di nuovo* ...non ho capito bene cosa intendevate dire parlando di Mugen, ma Kanda-kun ha avuto una reazione che mi ha un po' spaventato quando ha letto le vostre parole... quindi vi prego, per favore, siate un po' più accomodante, ok?

La ringrazio molto per i complimenti che rivolgete al racconto. Li riferirò certamente alle due autrici quando passeranno a trovarci qui alla sede. Anzi, sarebbe ancora più bello se voi tornaste qui da noi, così potreste parlare con loro di persona... sono certa che ad Allen-kun e a tutti gli altri farebbe tanto tanto piacere rivedervi. Oh, Allen-kun è addirittura svenuto per l'emozione!

Vi aspettiamo tutti con ansia.

Un affettuoso saluto,

Linalee

 

§ Cara Flowermoon,

mi permetto di dirle che apprezzo molto la sua accuratezza nel documentarsi prima di esprimere un qualsivoglia giudizio di merito sul capitolo appena letto, nonché la sua coerenza nel leggere anche “L'Angolo di Allen” - per quanto voglia concedermi che a volte lo spettacolo che gli esorcisti vi offrono non è certo all'altezza del loro ruolo.

Comprendo in parte anche il suo entusiasmo di fronte al raro evento di Yu Kanda che articola più di due parole (o tre insulti) di fila, ma la invito a non confidare troppo nel ripetersi in tempi brevi di questo fenomeno così inusuale.

Prima di salutarla, voglia infine accettare i miei complimenti per l'acuta analisi psicologica di Walker e Kanda, che io condivido in pieno. Avrei molto piacere di corrispondere ancora con lei in futuro, onde commentare assieme gli sviluppi della situazione.

I miei rispetti.

Howard Link

 

§ Cara BloodyKamelot,

innanzitutto ciao, è bello rivederti anche questa volta!

Sai, anch'io in questo capitolo ho un po' odiato il moyashi-chan... se fa così poi io come le ottengo le fotografie compromettenti da far girare per l'Ordine? Bah… anche se, ammettiamolo... è vero che Yuu-cha(aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa)n è un dio, ma a volte è mostruosamente difficile avere a che fare con lui, eh! Comunque sono convinto che Allen-chan andrà a chiedergli scusa, in fondo non è stupido (sappiamo tutti che si prenderebbe la colpa anche se non fosse sua, quindi...), però dubito ci andrà in ginocchio sui ceci.

Non per altro, è che si è sbafato ieri sera l'ultima scatola...

Spero che questo nuovo capitolo ti piaccia XD

Alla prossima (sperando di trovare nuovo materiale nel prossimo capitolo)

Lavi ^_^

 

§ Carissima Mizukage,

finalmente qualcuno che mi capisce! ç_ç Certo, ho esagerato (come mio solito), ma devo ancora imparare a pensare bene prima di parlare, accidenti! Penso che gli chiederò scusa, vedremo cosa succederà... Nel frattempo, però, vedi di evitare qualunque cosa termini con -cidio, ti prego.

Mi dispiacerebbe non leggere più le tue recensioni perché sei finita dietro alle sbarre...

Un abbraccio anche a te e a presto ^_^

Allen

 

§ Genesis,

sappi che apprezzo molto la stringatezza del tuo intervento.

Comunque se tu sei rimasta perplessa dal comportamento di quell'idiota con l'istinto da martire, io cosa dovrei dire? Mi auguro per lui che nel prosieguo della vicenda sia meno cretino (ma non ci conto).

K.

 

§ Gentile Valerya,

la sua recensione così entusiasta ci fa veramente onore e sono sicuro che spronerà tutti a continuare su questa strada.

Quando abbiamo letto le sue righe, ci siamo chiesti tutti a cosa si riferiva parlando di “citazioni inserite nella storia”. Nel caso lei avesse fatto riferimento al messaggio ricevuto da Walker da parte del Supervisore Komui, vorremmo precisarle che in quel caso si tratta di ipotesi delle autrici rispetto ad eventi verificatisi in momenti non documentati (i cosiddetti missing moment), ipotesi queste tese a giustificare sviluppi successivi della vicenda stessa. Tale attività di copertura dei buchi neri della trama è perseguita con encomiabile determinazione dalle autrici, ed è inoltre stata dichiarata dall'autrice Mistral come suo unico credo e motore di tutta la sua attività letteraria (assieme alla ricerca infinita del mitico e irraggiungibile “fondo dell'angst”).

Con questa doverosa precisazione la saluto.

Al prossimo capitolo.

Bookman Sr.

 

§ Gentile signorina Retsu,

non si preoccupi del ritardo. Purtroppo per noi (per me) l'Ordine e i qui presenti esorcisti sono ben abituati alla strana concezione di puntualità del supervisore Lee. Piuttosto apprezzo veramente la sua devozione alla causa della lettura, che la spinge a lavorare anche quando non si sente bene... qualcuno dovrebbe prendere esempio da lei!

La ringrazio per i complimenti, li trasferirò a chi di dovere appena qualcuno si degnerà di dirmi a chi sono indirizzati (ah, l'efficienza, questa sconosciuta!), ma mi permetta di dissentire con lei circa la sua osservazione sull'ispettore Link: qui dentro è uno dei pochi che compie scrupolosamente il suo dovere, nonostante le condizioni avverse.

Con questo la saluto e colgo l'occasione per porgerle cordiali saluti.

Bridget Fay - Segretaria del Supervisore

 


 

“Bene, direi che abbiamo finito, no?” esclama Lavi, grattandosi la testa.    

“Era anche ora” borbotta Kanda, raccogliendo piatti e bacchette e alzandosi dal suo posto.

“A questo punto può finalmente tornare al suo lavoro, Supervisore! Ci sono un paio di pigne di documenti da leggere e firmare che l'aspettano, nel suo ufficio!”

“Ehm... mi spiace contraddirla, signorina Fay, ma ci è rimasta ancora una recensione da fare...” pigola Allen da dietro la pigna di piatti. Non vorrebbe ribattere, ma...

“Che significa questo, Walker?!”

Allen si stringe nelle spalle. “Link, che vuoi che ti dica... semplicemente noi siamo in otto e le recensioni erano nove! E ora facciamo?”

“No problem, ci penso io! ^_^” esclama Komui, sperando di perdere ancora un po' di tempo.

“Nii-san, non essere troppo invadente... hai già recensito, no?”

“A dire il vero, signorina Lee, abbiamo già recensito tutti...” commenta Bookman Sr, portandosi una mano al mento con fare pensieroso.  

“E io non ho intenzione di scrivere una virgola di più”

“Sei sempre il solito scontroso, Yu-chan!”

“Taci, stupido coniglio”

“Per l'amor del cielo, non litigate voi due!” si intromette l’albino, prima che le cose degenerino “Piuttosto, qualcuno ha un'idea?”

L'unico a rispondere è Timcanpy, che attira la sua attenzione mordendogli una mano e mettendosi a ghignare.

“Tim? Vorresti pensarci tu?!”

Questione di pochi istanti. Tim prende la penna fra i denti e si fionda sul foglio, iniziando a spostarsi avanti e indietro e vergando righe su righe con la sua grafia pasticciata ma tutto sommato leggibile (e da un golem non ci si potrebbe aspettare di più, probabilmente).

Alla fine sputa la penna e, sempre ghignando, sposta a codate il foglio verso Allen.

L'albino prende la paginetta piena e, curioso, ne legge a voce alta il contenuto.

 

“Cara BloodberryJam,

le autrici mi hanno incaricato, nel caso si fosse presentata un'occasione del genere, di ringraziarti sia per i complimenti che per i link che ti premuri di far pervenire loro in caso di bisogno (ah, l'astinenza da capitolo nuovo è veramente una gran brutta bestia...)

Meno male (per te e per noi) che non ti ricordi il soprannome che hai trovato per Kanda... il mio giovane master ogni tanto ne inventa uno, e sono costretto ad assistere a scene piuttosto truculente (nonché imbarazzanti [per lui, visto che finisce sistematicamente per avere la peggio...])

Invero (come dici tu... ehi, a parlare così somigli un po' a Crowley, lo sai?) le due autrici sono fiere che tu abbia colto nel segno: hai capito perfettamente qual è il loro intento e perché hanno tentato un azzardo del genere, ribaltando nel giro di meno di otto pagine tutto quello che erano riuscite a costruire nei primi due capitoli di questa saga.

Hanno solo una domanda da porti, per riuscire a capire se hanno capito a cosa ti stai riferendo nella tua recensione (così possono risponderti a tono), ma è meglio se prima ti faccio una piccola premessa:

questa fanfiction è un missing moment, come le altre due, e si sviluppa tra un 'punto A' e un 'punto B'.

Bene. La partenza l'hai vista (è la seconda yullen, pre-flashback della night 170). Ma il capitolo di arrivo, secondo te, qual è?

Appena leggeranno (tramite me) la tua risposta, le due autrici ti manderanno una mail per dare la risposta alla tua domanda ^_^

Per quanto riguarda i tuoi dubbi su Allen, le autrici non credono che questa sia la sede più adatta per parlarne (sennò è la volta buona che l'angolo delle recensioni diventa veramente chilometrico...) Ti invitano quindi a contattarle via mail o via messenger, così ne discuteranno volentieri con te.

Per il sottofondo musicale fai come preferisci. Non sei obbligata, più che altro la cosa veramente importante è che tu (e ciò vale anche per le altre lettrici) capisca il senso di quelle parole.

Ti abbracciano tutti, me compreso!

Tim”

 

“Beh, ora possiamo andare per davvero” esclama soddisfatta la signorina Fay, alzandosi e prendendo Komui per il camice con l'intenzione di trascinarlo fuori.

La disperazione spinge il Supervisore ad aggrapparsi alla gonna della sorella.

“Ma nii-san, che stai facendo?”

“Oi, non credete di scappare, voi tre! “ esclama Kanda, rialzandosi a sua volta dal proprio posto con l'intenzione di non lasciarli allontanare troppo, seguito a ruota da Lavi.

“Stupido allievo, dove stai andando!” è il commento di Bookman Sr mentre, mani nascoste nelle maniche unite, si mette a sua volta a seguire il suo erede.

Una balla di fieno rotola in background mentre il gruppetto esce dalla caffetteria, diretto verso l'ignoto.

“Link? Forse è meglio se ci diamo una mossa, sennò restiamo solo noi due a recensire!” commenta Allen finendo di pulire a lucido il piatto, Timcanpy che in tutta risposta annuisce ghignando.

“Ha ragione, Walker, meglio muoversi” concorda Link, seguendo il ragazzino e il suo golem fuori dalla stanza comune.

 

 

 

Anata ga Koko ni Iru Riyuu

(La ragione per cui sei qui)

 


 

Mitasarereba fuan ni natte

Naite ireba sore mo shiawase da

Soko kara mo mou ichido tachiagaru tanoshimi ga aru

(Quando ottengo ciò che desidero, mi preoccupo

Quando piango, lo faccio anche perché sono felice

Una volta di più, perfino in questa situazione, sono qui carico di attesa)

 

 

Capitolo 2

Danzando in silenzio sull’orlo del baratro

 

Mi allontano a grandi falcate, ignorando qualsiasi cosa mi stia attorno. Le gambe mi portano fuori dalla stazione (non dovrei allontanarmi [ma so che sarebbe solo peggio se restassi con loro]); qui sulla strada c’è ancora meno gente che dentro e il silenzio del primo mattino è rotto, oltre che dai rumori un po’ attutiti dei treni, dal Tamigi che scorre lento dall’altra parte della via, un paio di metri più sotto rispetto alla carreggiata.

Mentre attraverso la strada, vedo con la coda dell’occhio due anziane che mi indicano con ben poca discrezione (avranno notato la divisa, come al solito [anche se sono anni che questa scena si ripete ogni volta che vado in una città, non riesco ancora a sopportarla]) e le fulmino con un’occhiataccia: odio essere fissato.

Arrivato sul marciapiede opposto, scendo i pochi gradini che mi portano direttamente sull’argine del fiume. Qua sotto i suoni della città praticamente non arrivano e l’aria è piena solo dello scorrere della corrente: è un’atmosfera ovattata, proprio quello che mi serve per calmarmi. Rimango in piedi, immobile e chiudo gli occhi; non ho il tempo di sedermi a meditare (anche se ne avrei assolutamente bisogno) per cui provo a liberare la mente da ogni pensiero concentrandomi su particolari insignificanti, come la sensazione dell’impugnatura di Mugen nella mia mano.

 

Esco dal bagno con un cenno del capo e uno «Scusate» appena mormorato. Arriverà il tempo delle domande, ma non ora (speriamo lo capiscano).

Ovviamente le cose non vanno mai come dovrebbero... Sento Link prendermi per il braccio e chino ancora di più la testa, sospirando sconfitto. Non lo guardo nemmeno, intento come sono a cercare di non rispondergli in malo modo (meglio mantenere la calma, non è il caso di peggiorare la situazione [anche se, peggio di così...]), ma mi basta sentire il tono con cui mi si rivolge per capire che è seccato. E molto.

 

“Esigo spiegazioni, Walker”

 

Mi accorgo improvvisamente che non è solo seccato. Nella sua voce c'è anche una certa esasperazione... A quanto pare il motivo del suo stress non è tanto la mia piccola fuga, quanto il fatto di essere rimasto solo con Kanda! L'idea mi fa sorridere, ma mi trattengo. L'ho messo io in quella «situazione», in fondo...

 

“Walker, si renderà conto che con il suo atteggiamento mi mette in difficoltà, vero?”

 

Me ne rendo conto benissimo e me ne dispiaccio, ma anche se volessi... cosa potrei dire? Mi metto a fissare i sassolini che pavimentano la strada, considerando tutte le variabili. Non posso certo parlare del messaggio (Link farebbe troppe domande e finirei per mettere Komui-san nei guai)… non posso nemmeno dire che «ho litigato con Kanda»... Santo cielo, quando mai non litighiamo, io e Kanda?! Non basterebbe certo a giustificare la situazione in cui siamo adesso!

Niente da fare. Annuisco, ma non mi resta altro che continuare a tacere.

Un paio di passetti nervosi, e un'altra mano (questa volta piccola e fresca) mi si posa sulla spalla. Rialzo gli occhi e mi trovo davanti Miranda-san, lo sguardo un po' nervoso e spaventato di chi non capisce cosa sta accadendo.

 

“Allen-kun? Io... non so cosa sia successo, ma... ecco... credo che il signor ispettore non ce l'abbia con te...”

 

Sorrido (un sorriso triste ma vero, stavolta [grazie, Miranda-san, per la buona volontà]), portando una mano sulla sua.

 

“Lo so, Miranda-san, grazie. So che sta facendo solo il suo lavoro… ma sinceramente preferirei evitare l'argomento, almeno per adesso”

“Va bene, Walker: per adesso farò finta che non sia successo niente. Ora però continuiamo con la nostra missione”

 

Guardo Link e sorrido di nuovo, riconoscente. Benché sia un uomo di Leverrier non si può certo dire che sia una cattiva persona! Anzi, a volte ho l'impressione che il suo ruolo gli vada perfino un po' stretto, legato com'è da obblighi e regolamenti... la vita dei membri del Corvo non è probabilmente tanto diversa da quella di noi esorcisti.

Mi avvicino e, dopo un leggero inchino di ringraziamento, allungo la destra verso di lui.

 

“Mi impegno a spiegare tutto appena ne avrò il modo e il tempo (se e quando ci avrò capito qualcosa di più, ovvio). Intanto mi scuso per il comportamento irrispettoso mio e di Kanda: so bene che essendo in missione dovremmo comportarci in maniera più... matura, ecco…”

 

Link mi guarda, perplesso, poi accetta le mie scuse (e la mia promessa [qualcosa mi dice che non la dimenticherà]) ricambiando la stretta.

 

“A proposito di quello spadaccino... posso sapere perché se n'è uscito come una furia e dove diamine si è cacciato?!”

 

Mi guardo attorno ma, come previsto, di Kanda non c'è traccia. Sto per rispondere quando Miranda-san, con un timido colpo di tosse, attira la nostra attenzione.

 

“Ehm, scusate... insomma... Kanda-kun... ecco, poco fa sono passate due anziane signore che stavano chiacchierando a voce alta a proposito di un «bel giovanotto straniero in divisa con una spada sull'argine del fiume»... non è che... forse...?”

“Sì, miss Lotto, è molto probabile che si tratti di Kanda. Andiamo a verificare”

 

Link avanza a passo di carica verso l'uscita della stazione; cammina così spedito che l'esorcista tedesca fatica quasi a stargli dietro e tenta di accennare una corsa sollevando alla meglio le ingombranti sottane, ma non osa chiedere di rallentare.

Dal canto suo, Allen lo segue meccanicamente, in mano la valigetta d'ordinanza della compagna (che lei nella fretta stava dimenticando lì) e sul viso, saldamente incollato al terreno, un'espressione assente.

Lo strano terzetto attraversa rapidamente la via che ora comincia ad animarsi un po', mentre le campane della vicina Southwark Cathedral battono la mezza.

 

Non so quanto tempo sia passato da che mi sono allontanato dal gruppo e sinceramente non mi interessa nemmeno più di tanto. Di certo è stato sufficiente perché la normale vita cittadina si animasse e cancellasse il silenzio anche qui sull'argine del fiume; sento suonare le campane di una chiesa, ma non sono in grado di capire dai rintocchi che ore siano. Apro gli occhi con un sospiro e mi trovo davanti un barcaiolo che mi fissa incuriosito, mentre la sua chiatta carica di merce scivola lenta sulla corrente.

All'improvviso, da sopra di me, sento chiamare il mio nome; mi volto di scatto e vedo l'ispettore e gli altri due in cima alla scala che porta all'argine. Inarco un sopracciglio, osservandoli senza muovermi: Link ha sceso i primi gradini e se ne sta sporto verso di me dalla ringhiera, alle sue spalle Miranda che tormenta un fazzoletto e mi lancia timide occhiate di sottecchi, come se avesse paura di guardarmi apertamente. Il moyashi invece resta più indietro, ancora sulla strada, con lo sguardo basso (e un'espressione ferita in viso).

 

“Kanda, mettiamo da parte per ora qualsiasi cosa sia successa e proseguiamo con la missione. Lei e Walker avrete tempo più tardi di spiegarmi cosa diavolo avete combinato”

 

Stringo gli occhi e fisso prima lui, poi la mammoletta (e non posso fare a meno di notare che ha sussultato alle parole dell'ispettore).

 

“Tsè. Non ho niente da dire”

 

Rispondo seccamente e, per troncare la discussione sul nascere, risalgo la scala, superandoli tutti e tre. Ora è Link quello rimasto più indietro. Quando volto appena la testa verso di lui, quasi a mettergli fretta, e i nostri sguardi si incrociano per qualche istante, gli leggo negli occhi qualcosa che è un misto tra rassegnazione e incredulità.

Lo ignoro e decido di prendere l’iniziativa dando il via a questa dannata missione.  

 

“Bene, cominciamo a lavorare. Andiamo a cercare la vecchia di cui parla il dossier”

 

Seguo mestamente Link e Miranda-san verso l'argine del Tamigi, mille pensieri nella testa. Sto cercando di riordinare le idee, ma ogni sforzo sembra inutile...

Ancora un po' e nemmeno mi accorgo che ci siamo fermati proprio in cima ad una delle scale che portano al fiume. Davanti a Miranda-san, che sta guardando verso il basso rigirandosi nervosamente fra le mani un fazzoletto, Link si sta sporgendo dalla ringhiera, e io mi affaccio leggermente per capire esattamente cosa stia succedendo.

Kanda è immobile, in piedi sull'argine, il volto verso le acque del fiume. Non so se stia meditando, o sia semplicemente concentrato su altre faccende (chissà, magari sta ripensando alla discussione di poco fa [ti piacerebbe... come se non avesse di meglio a cui pensare, eh]), ma è abbastanza teso da voltarsi di scatto quando Link lo interrompe, chiamandolo a gran voce.

Altrettanto bruscamente (un po' per l'urlo improvviso di Link che mi distoglie dai miei pensieri [un po' di più perché... ad essere sincero... ho paura di incrociare gli occhi di Kanda, in questo momento]) faccio un passo indietro.  

Andiamo bene. Se non sono nemmeno in grado di guardarlo in faccia come posso risolvere questo pasticcio?!

Non riesco a non riportare lo sguardo sugli interessantissimi sassolini che pavimentano la strada, ma per poco. Link decide una volta di più di giocare con il fuoco, pretendendo DA KANDA spiegazioni sul «fattaccio» di poco fa...

Ancora un po' mi viene un infarto, dannazione! Ma perché, dico io... gli ho promesso di spiegargli tutto, no? Che bisogno c'è di tirare in mezzo anche lui! Mi preparo ad assistere a una decapitazione in diretta, ma stranamente non avviene nulla. Kanda si limita a fissare Link, per poi rispondergli in malo modo e spostare lo sguardo su di me.

Mi si gela il sangue nelle vene. Non leggo praticamente nulla in quelle iridi color cobalto, ora di un tono tanto scuro da sembrare quasi nere. Non rabbia, né frustrazione. Davanti a me c'è solo Yu Kanda, lo scorbutico giapponese, esorcista perfetto (la maschera [e la cosa non mi piace]). Distolgo lo sguardo, e quando ci supera quasi non riesco ad alzare gli occhi (dopo un passo in avanti ne abbiamo fatti due indietro [ed è colpa mia]?).

Sento a malapena le sue parole quando decide di passare al comando per dare definitivamente inizio alla missione.

 

Il percorso verso la casa dell'anziana signora citata nel loro dossier si svolge in un'atmosfera perlomeno surreale: non che loro quattro si conoscano tutti così bene da poter avere una gran confidenza né siano tutti dei gran chiacchieroni, ma il silenzio che avvolge i loro passi, dalla London Bridge Station fino a Charing Cross, è tremendamente pesante e carico di sottintesi difficili da ignorare.

Kanda apre la fila, la sua espressione gelida e indifferente che scoraggia chiunque dall'avvicinarsi al gruppetto; dietro di lui Link, che ogni tanto lancia qualche occhiata dal sapore indecifrabile verso la schiena del giapponese e, subito dopo di rimbalzo, ad Allen alle proprie spalle - o meglio, alla sua testa candida, ostinatamente chinata o voltata da qualunque parte non possa vedere l'altro esorcista. Nel suo continuo saettare di sguardi, l'ispettore nota anche la donna al suo fianco: Miranda ha il viso perfin più pallido e smarrito del solito e il giovane, benché quasi non la conosca, non fa fatica a capirne la ragione. La sua partecipazione a quella missione non era prevista (e, ansiosa com'è, questa è per lei una difficoltà supplementare), in più si trova immersa in un clima non certo facile... Link si lascia sfuggire un impercettibile sospiro, accennando poi un sorriso quando i suoi occhi chiari incontrano quelli color cioccolato della tedesca.

All'improvviso e senza una parola, Kanda svolta a destra, lasciando l'ampio lungofiume che hanno seguito fino a quel momento.

 

“Questa è Northumberland Avenue. Ora troviamo la casa”

 

Cammino velocemente, non curandomi più di tanto se gli altri tre mi stanno dietro o meno. Adesso l’unica cosa che mi interessa è concludere questa maledetta missione alla svelta per poi tornarmene al Quartier Generale (e farmene assegnare subito un’altra, meglio se lunga e in un luogo remoto). Arriccio involontariamente le labbra: devo tornare quello di qualche tempo fa (è meglio così [non è vero]), prima che (stupidamente [non è vero!]) cominciassi a dar retta a Walker.

So che non è il momento, ma mentre i miei occhi scivolano sui portoni chiusi alla ricerca del civico giusto, non riesco a fare a meno di ripensare alla prima volta che siamo stati in missione insieme, a Matera… da allora ho lasciato che troppe cose cambiassero: ho cercato di aiutare quel ragazzino, mi sono fidato di lui (e lui mi ha tradito [NON È VERO!])... non è roba per me questa, il mio passato avrebbe dovuto insegnarmelo.

Stavolta le labbra mi si contraggono in una smorfia insieme malinconica e sprezzante (e quell’ispettorino petulante se n’è accorto, maledizione!) ma per fortuna, prima che i miei pensieri scivolino verso strade pericolose (adesso non sono sufficientemente tranquillo per affrontare i ricordi [ed è tutta colpa di quella mammoletta!]), raggiungiamo la nostra destinazione.

Mi fermo davanti all’ingresso di un elegante palazzo; gli scalini di marmo e la tettoia davanti all’ampio portone scuro suggeriscono che la vecchia deve passarsela piuttosto bene. Accenno con la testa all’edificio e guardo gli altri: Miranda osserva ammirata la casa ma non muove un muscolo mentre il moyashi ci degna solo di un’occhiata distratta, poi il suo sguardo si perde a seguire i pochi passanti e le ancora più rare carrozze. È chiaro che con la testa non è certo alla missione ma piuttosto, conoscendolo, si starà mettendo in croce per quel che è successo prima (non è affar mio [ma lo stai facendo anche tu a tuo modo, Yu]). Un angolo della mia bocca si inarca per un istante in un sorriso sghembo, quindi faccio scivolare gli occhi da lui per puntarli su Link che al momento è, con mia somma gioia, il mio interlocutore più credibile (se non lo uccido prima).

 

“È qui. Entriamo”

“Lasci andare avanti me, Kanda”

 

Il tono con cui me lo dice sottintende un «altrimenti tu potresti spaventarla con quei tuoi modi cafoni» che mi fa accentuare la presa, già forte, sull’elsa di Mugen. Giusto per fargli capire cosa ne penso, incrocio le braccia e mi stampo sul viso la migliore delle mie espressioni truci.

L’ispettore mi supera senza complimenti e afferra il pesante batacchio di ferro sulla porta.

 

Passo l'intero tragitto camminando a testa bassa, gli occhi fissi sul marciapiede e la mente a rielaborare la litigata, sfogando la frustrazione sulle povere pietre che il tempo e l'usura hanno scalzato dal manto stradale.

Ora che sono più lucido e sono riuscito ad accantonare definitivamente il «problema» del messaggio di Komui (che stranamente mi preoccupa meno del problema attuale [forse perché, in un certo senso, quello me l'aspettavo?]), riesco a ragionare decisamente meglio.

Nel bagno mi sono comportato da stupido, lo ammetto, e Kanda ha semplicemente reagito di conseguenza (anche se, accidenti... andarci un po' piano no, eh? [Ma stiamo parlando di Kanda…]). Se fossi stato sincero fin da subito sarebbe finita diversamente.

Ci ho riflettuto bene, appena avremo cinque minuti farò tacere il mio dannato orgoglio e gli porgerò le mie scuse. Se necessario, sono pronto a sopportare anche le sue (probabili) risposte ciniche... me le merito, in fondo, no? So che si è sentito tradito (forse al suo posto avrei pensato lo stesso)... Ma la mia intenzione era un'altra, voglio che lo capisca e che almeno ascolti le ragioni che stanno dietro questo mio comportamento (talmente in antitesi con quello dell'altra notte da lasciar stupito perfino me)! D'ora in poi basta bugie. Solo la verità, nuda e cruda.

Sospiro. La verità... da parte di entrambi, però.

Perché non riesco a togliermi dalla testa che questo nuovo «rapporto» che c'è tra di noi è decisamente sbilanciato. La trovo una cosa ingiusta, per lui e per me.

Per lui, perché Kanda sa tutto di me, a questo punto. Può (se vuole ancora [lo spero]) aiutarmi. Ma io cosa so di lui? Voglio aiutarlo, ricompensarlo in qualche modo del sostegno che mi ha dato (anche se sembra che non voglia essere aiutato... ma nessuno fa mai niente per niente, dai... nemmeno io), ma se non si sbottona, se non mi dice cosa c'è che non va, io come diamine faccio? Cos'è, forse mi considera talmente inetto da non esser degno di venire a conoscenza dei suoi problemi? In fondo non sono capace di risolvere i miei, di problemi, figuriamoci i suoi...?

Parte una pedata decisamente più forte delle altre, e un sasso schizza lontano.

È ingiusta anche per me, che alla fine da questa situazione finora ho avuto solo vantaggi. Dannazione, già mi sento un idiota a chiedere l'aiuto di qualcuno. Se poi questo qualcuno cerca in ogni modo di apparire invincibile, il tutto diventa abbastanza frustrante...

Mi sento come quelle stupide principesse delle favole che passano il tempo aspettando il cavaliere che le porterà in salvo... No grazie! So che ce la posso fare, ce la voglio fare, ce la devo fare! Credi che io non ne sia in grado, Kanda? Ti sbagli e te lo dimostrerò!

Un'altra pedata fa volare un altro sasso, e quasi perdo l'equilibrio.

Ok, ora il problema è spiegarglielo. Per lui questa è una questione (definitivamente) chiusa. Lo vedo chiaramente dal suo comportamento, Yu Kanda con me non vuole più parlare.

Sospiro, abbattuto. Mi accorgo che Link si è voltato e mi fissa, ma tengo la testa ostinatamente chinata. Intuisco che vorrebbe dirmi qualcosa, sento solo comprensione da parte sua, però non sa come fare. Lo ignoro, ma prendo mentalmente nota di ringraziarlo, una volta rientrati.

Alzo lo sguardo solamente per un attimo, fissandolo sulla lunga coda di Kanda che si muove al ritmo dei suoi passi.

Da stamattina non abbiamo più scambiato una parola, solo pochi sguardi (inevitabili). Sguardi talmente vuoti e inespressivi, i suoi, da far impallidire quelli carichi di disprezzo dei primi giorni in cui ci siamo conosciuti.

Sto ripensando alla missione di Matera (l'akuma che quasi lo uccide, Kanda che si ostina a non morire perché «prima deve trovare quella persona» [ecco uno dei tasselli del puzzle che compone la sua maschera]), quando ci fermiamo davanti a un portone.

Il mio (scarsissimo) senso dell'orientamento non mi aiuta per niente, ma a quanto pare siamo arrivati a destinazione. Mentre Kanda e Link si contendono il diritto di passare avanti e (probabilmente) terrorizzare la povera vecchietta che ci sta aspettando, mi volto a seguire con finto interesse il passaggio delle carrozze. Devo assolutamente trovare un modo per parlargli.

 

Osservo freddamente Link che, dopo essermi passato avanti, bussa alla porta; con uno «Tsè» stizzito (odio quando la gente che fino ad un minuto prima si è fatta portare di peso vuole a tutti i costi disarcionarti), riscendo fin sulla strada e mi appoggio contro il corrimano in pietra che affianca i gradini d'ingresso. Per quanto mi riguarda, questa è la parte che più detesto durante le missioni: sorbirmi gli strepiti di una vecchietta terrorizzata perché la tomba del fratello è infestata dall'Innocence... solo l'idea mi dà i nervi!

Alle mie spalle, mentre Miranda si affianca a Link sul pianerottolo e il moyashi mi supera silenzioso come un'ombra, quasi avesse paura anche solo di guardarmi, sento la porta d'ingresso aprirsi e il saluto cortese di un maggiordomo, subito sovrastato da una voce femminile.

 

“Grazie al cielo finalmente siete arrivati! Era ora! Certo che dalla vostra sede sono ben lenti ad ascoltare le richieste di una povera anziana come me...”

 

Inarco impercettibilmente un sopracciglio, immaginandomi la faccia dell'ispettorino investito da quel fiume di parole. Beh, almeno la vecchia non sembra tutta strilli e svenimenti...

 

“Cerchiamo sempre di fare del nostro meglio, signora ma...”

“Oh, si risparmi le sue scuse giovanotto! Almeno, adesso che siete arrivati vediamo di risolvere questo problema alla svelta!”

 

Ecco, finalmente qualcuno che dice una cosa sensata! Prima recuperiamo quell'Innocence e meglio è per tutti.

 

“Certo signora. È nell'interesse...”

“Lo so che è nell'interesse di tutti, sono anziana ma non stupida! Avanti entrate, anche lei bella signorina... posso sapere il suo nome, cara? Io sono Madeline Martin...”

 

Non posso non farmi sfuggire un ghigno quasi soddisfatto davanti al comportamento della vecchia; la sua voce ora mi giunge più indistinta, intercalata da quella timida di Miranda - dev'essere entrata in casa. Link è rimasto basito sulla soglia; ci mette qualche secondo a riprendersi, poi sospira e si rivolge a me e alla mammoletta.

 

“Andiamo Walker, la signora ci ha invitati per il pranzo... anche lei Kanda, ci segua”

 

Volto leggermente la testa verso di lui, ma non mi sposto di un millimetro dalla mia posizione. Non ho nessuna intenzione di entrare in quella casa e sedermi attorno ad un tavolo con loro (a parte il fatto che il cibo da queste parti è pessimo). Che se la sbrighino loro con la signora, poi quando avranno tutte le informazioni, ci penserò io ad andare a recuperare quel pezzo di Innocence.

 

“Io non mi muovo da qui”

 

Rispondo seccamente, con un tono che non ammette repliche. E infatti, per sua fortuna, l'ispettorino è abbastanza intelligente da non provare nemmeno a contraddirmi. In compenso se ne esce con un'altra delle sue trovate geniali e si rivolge al moyashi con aria rassegnata.

 

“Walker, per favore, ci pensi lei. Io raggiungo miss Lotto, la signora Martin ci sta aspettando...”

“Ma... Link!”

 

Balbetta lui in risposta (e credo siano praticamente le prime parole che gli sento pronunciare da ore), alla porta che si chiude di scatto dietro l'ispettore.

Bene, eccoci di nuovo faccia a faccia. A me non fa né caldo né freddo, non ho niente da dirgli (la questione per me è chiusa [non è vero]), ma dall'incertezza che sento irradiare da lui, intuisco che per lui è un'altra faccenda (io però non ho nessuna intenzione di discuterne ancora, né ora né mai [non è vero!]). Chiudo gli occhi per un istante e mi sforzo (e non so perché [sì che lo so]) di non usare un tono troppo ostile quando giro il mento su una spalla per guardarlo.

 

Link entra in casa, chiudendomi la porta in faccia, e io rimango fermo come un baccalà a fissare il batacchio che dondola avanti e indietro.

Alzo la testa, e con un sospiro guardo in alto le nuvolette che si rincorrono nel cielo. Sicuramente lassù c'è qualcuno che sta ridendo... quando ho pensato «devo trovare un modo di parlargli» non intendevo adesso, accidenti! E ora che faccio?

Mi metto le mani sulla faccia, massaggiandomi lentamente gli occhi. Devo stare calmo, calmo! Non mi devo far prendere dall'agitazione, sennò rischio di non uscire vivo da questo pasticcio assurdo...

Certo che a volte mi chiedo cosa passi per la testa di Link... che voglia liberarsi di me? (ma và... [e allora perché continua a mettermi in situazioni del genere?!]). Dovessi convincere un normale essere umano non avrei problemi, ma qui stiamo parlando di Kanda (e di un Kanda incredibilmente arrabbiato [con il sottoscritto!])... come cavolo faccio? Per convincerlo a entrare devo prima convincerlo ad ascoltarmi, e temo non sarà una cosa tanto facile (né indolore [anzi!])!

Prendo un gran respiro e mi giro, scendendo un paio di scalini. Resto zitto, non sapendo assolutamente cosa dire, da dove cominciare.

Apro e chiudo nervosamente le mani, spostando rapidamente lo sguardo dal basso al suo viso e viceversa.

Kanda è lì appoggiato alla balaustra, immobile, le braccia conserte. Appena mi sente scendere fino allo scalino dove si è fermato volta il viso verso di me.

 

“Cosa vuoi?”

 

Deglutisco, a disagio nonostante non abbia sentito eccessiva ostilità nel suo tono (mi aspettavo di peggio [ma fa male comunque]), e riabbasso la testa, guardandomi gli stivali. Mi vergogno di quanto è successo alla stazione, e la voglia di rimediare (di tornare al punto che abbiamo raggiunto durante la notte appena passata [sempre se me ne darà la possibilità]) è più forte del mio stupido orgoglio (per fortuna).

 

“Ecco, io... volevo... voglio porgerti le mie scuse per quanto successo prima in stazione...”

 

Le sue parole mi lasciano stupito, ma faccio in modo che nulla trapeli dalla mia espressione. Come sarebbe? Meno di due ore fa mi hai buttato fuori a calci dalla tua vita e adesso vieni a scusarti?! Credo che tu non abbia capito bene con chi hai a che fare, moyashi... (che sia giusto o sbagliato [e stavolta lo pensi anche tu che sia sbagliato, ammettilo Yu!]), io non sono uno che concede seconde possibilità. Se già mi era sembrato assurdo fare quel patto con te stanotte,

 

(non mi sarei mai creduto capace di una cosa del genere...

eppure so che è stato quasi inevitabile

[l'inevitabile non esiste,

sono io che ho accettato volontariamente]

che il rapporto tra noi si stringesse,

per quanto questo sia lontano dalla mia natura...)

 

quel che è successo stamattina forse lo è stato anche di più. E ora questo.

Contraggo la mascella, distogliendo lo sguardo da lui e lasciandolo scivolare lungo la via, fino al fiume che si intravvede in lontananza.

No, non ci sto. Accettare le sue scuse vuol dire far finta che le parole che ci siamo detti in quel bagno non siano mai state pronunciate, tornare all'alba di oggi... rischiare che tutto questo succeda di nuovo...

No, non ci sto. Non sono fatto per avere legami con la gente (perché i legami ti vincolano, ti entrano sotto la pelle [dove ci sono segreti che devono restare tali]... i legami ti rendono debole [forte, perché hai qualcuno da proteggere]), anche se...

Basta, devo smetterla di indugiare. Ho detto no, non ci sto. Quindi meglio interrompere subito questo tira e molla tra di noi, chiudere il teatrino che si porta dietro e ricominciare semplicemente a comportarsi come quando ci siamo conosciuti. Anche se... 

Lo vedo con la coda dell'occhio che mi lancia un'occhiata di sottecchi, attraverso la frangia che gli copre il volto chinato. Sta chiaramente aspettando la mia risposta, credo non abbia la minima idea di cosa potrei dirgli... non me la sento di farlo aspettare oltre (perché mi preoccupo così?) e cerco di non indurire troppo la voce quando gli rispondo.

 

“Non mi devi delle scuse. Quel che è successo è successo, punto”

 

Una persona che non conoscesse l'esorcista che ora mi sta davanti potrebbe interpretare la frase come una maniera, magari un po' brusca, di accettare le mie scuse. Un «è andata come è andata, il passato è passato e non pensiamoci più», per intenderci...  ma io, che Kanda lo conosco (magari non a fondo [ma ho visto più di tutti]), capisco benissimo che non è quello il significato corretto (purtroppo), anche se il tono duro con cui ha pronunciato queste parole gli è uscito leggermente incerto.

Semplicemente considera la questione chiusa perché non ha più intenzione di sprecare il suo tempo con me (spero di sbagliarmi [Ma non credo. Non stavolta.].

Sospiro e mi siedo sul gradino, appoggiando le braccia conserte sulle ginocchia e il mento sugli avambracci. In un nuovo déjà-vu, mi torna alla mente uno degli ultimi momenti della missione di Matera, quando mi ero seduto sulla scalinata ad ascoltare il canto di Lala. Anche allora (sembra passata un'eternità) tra me e Kanda le cose andavano decisamente in maniera burrascosa, però... Mi scopro a rimpiangere le discussioni di quella volta, le sue occhiate irose, perfino il pugno che mi ha tirato in un momento di rabbia. Qualunque cosa è meglio di uno sguardo vuoto, dell'indifferenza più assoluta.

Sposto lo sguardo sulle carrozze che ancora attraversano la via, cercando le parole giuste. Perché tu consideri questa faccenda chiusa, Kanda, ma io no. So benissimo che la tua opinione potrebbe non cambiare, però se esiste anche la più piccola probabilità che spiegarti i motivi del mio comportamento di prima possa farti cambiare idea… beh, intendo scommetterci su.

Appoggio la fronte alle braccia, poi rialzo lo sguardo e volto la testa di lato, verso di lui.

 

“Stamattina, in stazione, ho ricevuto un messaggio personale da Komui-san... Non sto a spiegartene il contenuto, ma come hai visto la faccenda mi ha turbato non poco...”

 

La voce mi esce bassa, quasi monotona. Non voglio sembrare impersonale, ma è l'unico modo per non farmi sopraffare dalle emozioni. Sorrido tristemente ricordando le parole di Komui-san, prima di strofinarmi gli occhi e continuare.

 

“Ora, siamo in missione e ho imparato che in missione gli esorcisti devono accantonare i problemi personali. La mia sola intenzione era di cercare di pensarci il meno possibile, completare con successo il recupero dell'Innocence, tornare all'Ordine e chiudermi nella mia stanza a rimuginarci sopra. Ma l'unico modo per farlo era convincermi che non fosse successo niente di preoccupante”

 

Illuso. Bastasse quello...

 

“Il bello è che, adesso che sono più lucido, mi rendo conto di avere effettivamente sopravvalutato il problema...”

 

Parole amare che escono con tono altrettanto amaro. Eh già. Perché anche sapere non cambia quello che è successo (me l'hai insegnato tu, no Kanda?), e ipotizzare teorie senza uno straccio di prova è ingiusto quanto inutile. Poi chissà, magari lo shisho è lì che se la ride...

 

“Dannazione... l'unica cosa che stavo disperatamente cercando di fare era dimenticare quel messaggio. Il solo modo di riuscirci era tenerlo per me, evitando così ogni minimo riferimento a quella faccenda, ma il tuo arrivo ha mandato a monte il mio piano. La situazione mi è subito sfuggita di mano perché ho reagito male al tuo tentativo di scoprire qualcosa di più, e senza ragionare ho detto cose delle quali mi sono pentito un attimo dopo. Per quelle parole ti chiedo scusa, Kanda, però voglio anche che tu sappia che no, non era mia intenzione mentirti”

 

Lo ascolto in silenzio, soppesando ogni sua singola parola. Devo dire che non mi aspettavo un discorso di questo genere, non con questi toni malinconici per lo meno. Avevo capito chiaramente che si era subito pentito per quello che è accaduto stamattina, forse l’aveva già fatto prima ancora che io gli voltassi le spalle e me ne andassi (è tipico suo: agisce d’istinto e poi si accorge che le conseguenze delle sue azioni non sono proprio il massimo).

E adesso che mi ha raccontato tutto, effettivamente potrei anche giustificare il suo atteggiamento – l’intenzione in fondo era buona, peccato che non sia stato in grado di reggere il peso della sua decisione (e anche questo è stupidamente da lui… [so benissimo quanto in realtà sia fragile, nonostante cerchi di non darlo a vedere]). Però… non voglio passarci sopra come se niente fosse (continuo a sentirmi preso in giro per come si è comportato [non è vero, hai solo paura, Yu]).

Volto leggermente la testa verso di lui, cercando di incrociare il suo sguardo.

 

“E questo discorso non potevi farlo subito?”

 

Sospiro di nuovo, fuggendo il suo sguardo e appoggiando la fronte alle ginocchia .

 

“Avrei dovuto, lo so. E invece non ho nemmeno provato a ragionare, mi sono subito fatto prendere prima dal panico e poi dall'orgoglio”

 

Rialzo gli occhi ad incrociare brevemente i suoi, per poi riportarli sulla strada. Non riesco a guardarlo in faccia, al momento (mi vergogno [e ho paura]).

 

Quella risposta mesta non so perché ma mi innervosisce. Contraggo la mascella e rimango immobile (non voglio arrabbiarmi di nuovo con lui): mi sta implicitamente chiedendo di perdonarlo, ma no, non ci sto. Scuoto appena il capo.

Ormai ho preso la mia decisione: il rapporto tra noi deve tornare quello che era all’inizio, quando ci siamo conosciuti, anche se so benissimo che non sarà semplice (lui farà fatica ad accettarlo [e tu a metterlo in pratica, Yu]).

 

“E adesso cosa intendi fare?”

 

Mi pento subito di averglielo domandato (non devo fargli pensare che mi importi [non è vero che non mi importa!]), soprattutto quando lo vedo alzare di scatto la testa verso di me e lanciarmi uno sguardo incerto.

 

Alzo la testa, sorpreso dalla sua domanda (alla quale sinceramente non so dare una risposta [non ancora, perché mi manca una variabile per poter prendere una decisione... ])

 

“Non che mi interessi, comunque”

 

L'espressione stupita che ho stampata in faccia lascia subito il posto a un sorriso amaro e sghembo... quell’uscita è così «da Kanda»! Chissà se avrò la possibilità di sentirne altre...

Mi alzo in piedi, afferrando il corrimano con la destra per sostenermi. La sorte di tutto quanto è successo finora dipende dalla sua risposta alla mia prossima domanda - il nostro rapporto, i passi che farò (mettendoci tutto me stesso [qualunque sarà la strada che finirò per prendere a questo bivio])...

Raccolgo tutto il coraggio che ho e lo guardo dritto in viso, perché la risposta voglio sentirla dalla sua voce e leggerla nei suoi occhi.

 

“Tu piuttosto cosa intendi fare, Kanda?”

 

E a me interessa, ma non glielo dico.

 


 

PREVIEW

Capitolo 3 - Angosce in un baratro di solitudini ostinate e contrarie

Quando incrocia i miei occhi, il suo sguardo interrogativo lascia il posto ad uno decisamente scosso. Non so cos'abbia visto, cos'abbia capito, so solo che tutto ad un tratto mi lascia andare.
Raggiungo la porta, la spalanco e inizio a correre.

[…]

Mi sembra di invadere un momento privato (da quando in qua mi faccio certi scrupoli?), anche se mi rendo conto di quanto sia assurdo pensare una cosa simile del rapporto tra un golem e un idiota (ma da lui ci si può aspettare di tutto)

 


 

IL POST-IT DELLE AUTRICI

Piccola premessa: dato che questa fic è piena zeppa di citazioni e ispirazioni della più disparata origine (la maggior parte delle quali logiche solo per le nostre menti malate XD), d’ora in poi useremo questo spazio per dare i giusti credit a persone e cose che se li meritano e per ogni altra spiegazione relativa al capitolo che avete appena letto.

Dunque iniziamo…

 

-    la missione di Matera. Come certamente ricorderete, è la prima missione che Allen e Kanda svolgono assieme (anzi, è la prima di Allen in assoluto). Viene raccontata nel secondo volume del manga, nei capitoli dal 9 al 16 che portano tutti il titolo (che personalmente trovo stupendo ndMistral) “Aria della Terra e del Cielo”.

Nel corso di questa fic, questa missione verrà continuamente citata, quindi vi consigliamo di rileggerla (anche perché è stupenda).

-    la signora Madeline Martin e Northumberland Avenue. La signora viene effettivamente citata nel manga (cap. 170), noi ci siamo limitate ad espanderne un po’ la figura e a collocare la sua abitazione appunto in Northumberland Avenue, una delle strade storiche di Londra.

Qui la posizione esatta e il percorso seguito da Allen&Co ->
http://img694.imageshack.us/img694/9678/scr9561267.jpg

 

Per questo capitolo è tutto! Se avete un qualsiasi dubbio, chiedete pure!

E ricordate… in missing moments we trust!

Alla prossima!

Lety&Mistral

 

 

 

NEXT SHOT ON JAN. 16TH, 2010

Don’t miss it!

 

 

   
 
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