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Autore: lady hawke    03/01/2010    3 recensioni
Sirius e la sua giovane fidanzata, Cornelia Lethifold, non riescono ad accordarsi su dove passare il Natale, finendo per litigare, perchè Sirius non ha alcuna intenzione a rinunciare ai propri amici. Riusciranno i tre fantasmi dei Natali Passati, Presenti e Futuri a portarlo a più miti consigli? Mutuato dal racconto di Charles Dickens
EPILOGO online!
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Regulus Black, Sirius Black, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cornelia, Sirius e la famiglia Lethifold'
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Note: E siamo giunti alla fine, un epilogo nel nuovo anno, tanto per metterci un po' di novità XD Vi auguro uno splendido inizio 2010, ad ogni modo. Sento che forse dovrei aggiungere qualcosa, ma non mi viene niente... Passiamo alle recensioni che è meglio.
Julia Weasley: Julian è un bimbetto nuovo e tutto "mio", e anche per questo lo adoro. Sono felice che ti piaccia, dunque. Sirius ha una possibilità, ed è ora o mai più. Dipende da lui sfruttarla o meno.
Alohomora: mi piace essere decisamente brutale, con Sirius. Non so perchè, ma quando devo farlo soffrire mi viene proprio da farlo come si deve. Al nostro bel cagnolone tocca rinsavire se vuole tenersi Nel, e tocca solo a lui scegliere. Grazie a te per il commento, e goditi l'epilogo ^^
Nestoria: Istigare Sirius con la gelosia è sempre molto divertente, vedrai il risultato! Felice che Julian ti piaccia, ci tengo molto a lui ^^

E ora a voi!


Epilogo

Black era pietrificato contro al vetro come un baccalà.
- Chi è quello, si può sapere? – domandò Julian, piuttosto sorpreso.
Il mago si riscosse, guardando il bambino con aria perplessa. – Dovresti saperlo, sei o non sei lo spiritello so tutto io?
- Ho sette anni, che ne so io della vita? – ribatté l’altro. – Comunque penso sia il marito… no?
- Già, grande intuito, sul serio. – commentò Sirius, notando che la sua guida assumeva un broncio inspiegabile. Non era lui quello che aveva appena fatto una scoperta orribile?
- Si può sapere che diavolo hai combinato in questi dieci anni? – sbottò Julian, puntando un dito inquisitore su di lui. – Papà mi aveva assicurato che te la saresti sposata tu Nel!
- Be’… a quanto pare James non ha la scienza infusa. Perché ti scaldi tanto? – Merlino, era lui quello che avrebbe dovuto mettersi a urlare, sventrare la porta finestra e riprendersi quello che era suo.
- Te ne stai lì a ringhiare e basta, dovresti imparare da quello che stai vedendo! Fra dieci anni sarai il solito noioso Sirius ospite a casa Potter. – predisse il bambino con cipiglio severo. – Non dovrebbe andare così, non credi?
Sirius rimase in silenzio, voltando appena la faccia verso la portafinestra, e osservando piccoli momenti della schifosa, perfetta Vigilia di Natale di completi estranei. Dio, tra tutti gli uomini disgraziatamente presenti su quella terra proprio quello? L’amicone di una vita? Maledetta mania delle donne e dei ritorni di fiamma. Che strinassero entrambi per bene!
- Credo di aver visto abbastanza. – disse, osservando, fissando quei due piccoli bambini messi al mondo da Nel. Piccoli, bellissimi, e evidente prova, sopra qualsiasi altra, che lui era stato dimenticato e sepolto. Morgana, senza contare quel pancione!
- Davvero? Sicuro di saperne abbastanza?
- Non permetto a un nanerottolo di girare il dito nella piaga!
- E io? E Harry? – insistette Julian. – Papà ci aveva rassicurato che presto avremmo avuto degli pseudo cuginetti con cui giocare! Dove sono, eh?
Sembrava che Sirius stesse facendo più un torto a quel piccolo essere che a se stesso. Il destino sapeva essere davvero, davvero crudele.
- Be’, dopo quello che avevi visto in questo giardino nel 1987 non potevi aspettarti che finisse diversamente, no? – pontificò il fantasma dei Natali Futuri. – Quante volte puoi prendere e lasciar andare qualcuno, prima che prenda il largo per sempre?
L’interessato non rispose, cupo. – E così questo è il futuro? – mormorò rassegnato da quella prospettiva.
- Questo è il futuro che tu hai contribuito a creare. – lo ammonì il piccolo. Notando il triste silenzio dell’altro si sentì in dovere di aggiungere. – Hai contribuito tu come tutti gli altri… sai… divisione dei ruoli.
C’era qualcosa di malato in quel bambino che a tratti dimostrava sette anni e in altri momenti parlava come un adulto, considerò il mago.
- Tutto è scritto?
- No, puoi fare la differenza. – spiegò il fantasma, mentre lo riportava nel centro di Londra, al chiuso e al caldo. Ormai era l’alba, ed era tempo che gli spiriti tornassero al loro luogo di origine. Julian riuscì ad evitare un atterraggio disastroso, e si ritrovarono in breve tempo entrambi nel salotto di casa Black.
- In che senso fare la differenza? – chiese appena ebbe il tempo, e la possibilità, di parlare.
- Vuoi fare l’idiota ancora per molto o darmi la possibilità di avere dei cugini più simpatici di quel Dursley? – Julian incrociò le braccia, assumendo un’aria seriosissima. Stava davanti all’albero di Natale, ed era più minaccioso che mai.
- Be’…
- Sveglia! – il fantasma battè le mani. – Non avrai una seconda possibilità! Sveglia!
Sirius aprì gli occhi di colpo e si ritrovò sul suo letto, supino. Ebbe bisogno di qualche minuto per capire dov’era e quand’era. Nella mente gli vorticavano le immagini della nottata appena passata: passato, presente e futuro non facevano che scambiarsi di posto. Quello che aveva avuto, che aveva in quel momento e che avrebbe conservato o perso quasi lo intontivano. Si voltò a guardare la sveglia, convinto che ormai dovesse avvicinarsi l’alba, nonostante il buio dell’appartamento. Con sorpresa, invece, vide che erano le sei di sera. Che fosse già passato anche il giorno di Natale? Il mago si alzò di scatto, perplesso. Il piccolo calendario magico perpetuo, anch’esso sul comodino, indicava chiaramente che era il 24 dicembre.
Era stato tutto solo un sogno contorto? Rivide nella memoria il viso malinconico di Regulus e il viso grassoccio di Julian… gli erano sembrati così reali, come Silente, perfino come Peter… Julian gli aveva detto che James era certo che avrebbe finito per sposare Nel e procurargli tanti pseudo-cuginetti. Al solo pensiero si sentiva male, sinceramente, e avrebbe pestato Ramoso alla prima occasione utile per il suo diffondere idiozie, però non gli faceva piacere sapere che il suo atteggiamento avrebbe causato l’allontanamento di Cornelia. Un anno e mezzo sembrava una vita intera, paragonato alla media delle sue altre relazioni mordi e fuggi: buttarlo via così in fondo sarebbe stato sciocco. Presa la sua decisione si fiondò sotto la doccia e cominciò a prepararsi più velocemente che potè. Alle sei e mezza era pronto per uscire e affrontare il mondo. Scrisse un breve biglietto su una pergamena e raccattati i regali sotto l’albero si Smaterializzò a Godric’s Hollow.
Comparve davanti al portoncino con maniglia d’ottone tanto famigliare; poteva senza sforzo sentire all’interno voci fin troppo note e sorrise: non stasera, si disse. Posò i regali sullo zerbino, appuntando la lettera in cima al mucchietto, poi bussò, Smaterializzandosi a casa prima che James potesse aprire la porta.
- Ehi, Felpato mancavi solo tu! – esordì il mago con gli occhiali, aprendo la porta di casa, e quasi inciampando su una montagnola di regali. Si guardò intorno in cerca dell’amico, invano. Notò subito la piccola pergamena e l’aprì con curiosità febbrile.

Ciao Ramoso,
stasera sono stato sequestrato per la cena di Natale a casa Lethifold. Se non tornerò vivo vendicami, ti prego. Ho lasciato i regali per voi e i bambini, così non sentiranno la mia mancanza. Passate una buona serata, ci vediamo domani.
Buon Natale
Sirius

Potter sorrise, raccogliendo i pacchetti con la magia, per trasportarli in casa.
- Ehi gente, Felpato si è deciso a starsene con la sua fidanzata! – esultò, richiudendo la porta.

Nello stesso istante Sirius, dopo una rapidissima pausa a casa sua si era fiondato nel camino per fare irruzione a casa di Cornelia.
- Per le ciabatte rotte di Morgana, perché sei qui? – chiese lei, quando raggiunse il salotto, richiamata dal rumore di atterraggio da Metropolvere. – Non si usa bussare? – ringhiò con cattiveria.
- Scusa. – disse Sirius, uscendo dalla cappa e rimettendosi in piedi.
La strega rimase scioccata da quella semplice parola: era rarissimo sentirgliela pronunciare. Non per questo meritava di essere perdonato, però. Rimase rigida con i piedi piantati a terra, pronta alla battaglia. – Di niente. Perché sei qui? Tra poco devo andarmene.
- Be’… - dio, si sarebbe strappato le corde vocali pur di non dire quello che doveva. Era orribile rimangiarsi la parola, lo detestava. – Ho cambiato idea, visto che ci tieni verrò con te a Manchester.
Cornelia incrociò le braccia: avanzò fino al primo divano disponibile e ci si accomodò con tutta calma. Il suo sguardo non suggeriva a Sirius di provare a fare altrettanto. – Un po’ all’ultimo, non credi?
- Mi sono accorto che eri arrabbiata. – oddio, non che l’avesse notato proprio da solo, ma poteva evitare di spiegarglielo. – Non volevo passassi un brutto Natale a causa mia.
- Grazie. – disse Nel, azzardandosi ad appoggiarsi allo schienale del divano; Sirius lo prese come un invito a sedersi accanto a lei. Fu grato quando lei non gli saltò agli occhi. Cornelia era abbastanza confusa a dirla tutta: Sirius era parecchio diverso a come l’aveva lasciato poche ore prima. Non le stava rinfacciando nulla e non strepitava per andare dai Potter. Poteva fidarsi?
- Allora. – disse – Mi metto le scarpe e sono pronta. – fece per alzarsi, ma Sirius la bloccò.
- Non hai niente di meglio da metterti invece di quei pantaloni vecchi e un maglione largo? – le chiese.
- Perché? – la giovane sbattè le palpebre, confusa.
- Perché questi fanno a pugni con quel maglione. – rispose il mago, sfilandosi dalla tasca un microscopico pacchetto. La strega ci si avventò su come un’affamata si sarebbe avventata su un pezzo di filetto e dilaniò la carta regalo con le unghie.
- Buon Natale. – le augurò Sirius di cuore quando la vide sorridere estraendo dalla confezione un paio di orecchini d’argento con un pendente a goccia fatto di lapislazzuli.
- Grazie mille, sono splendidi. – era sciocco diventare un bon bon per uno stupido paio di orecchini, ma apprezzava il gesto. Si allungò per baciare sulle labbra il mago, grata. – Mi cambio e torno!
Sirius alzò gli occhi al cielo, preparandosi mentalmente ad un’attesa di ore. Invece la sua torturatrice personale ricomparve solo cinque minuti dopo, con un paio di pantaloni scuri, una camiciola a stampe blu e bianche e un maglione con scollo a V bianco. Aveva già indossato gli orecchini ricevuti, e teneva in mano un pacchetto anche lei.
- Nelle ultime due ore ho pensato di dartelo in testa, ma ho cambiato idea. – disse, porgendoglielo. Il mago l’aprì con la stessa curiosità con cui lei aveva aperto il suo, e fu sorpreso di trovarsi in mano un album di fotografie.
- Non ne avevamo una da quando ci siamo messi insieme, era tempo di recuperare. – spiegò Nel, rimanendo in piedi di fronte a lui. – Sono quasi tutte di quest’estate, quand’andavamo a raggiungere i Potter a Brighton.
Sirius ricordava bene l’estate da poco passata. I Potter erano andati a far fare un po’ di vita da spiaggia ai bambini, e loro li avevano raggiunti per il fine settimana con la moto. Sfogliò velocemente l’album di fotografie magiche, sorridendo ogni volta che gli tornava in mente un episodio apparentemente dimenticato. Il messaggio era chiaro: le loro vite erano decisamente intersecanti, ormai.
- Molto sentimentale da parte tua. – la prese in giro, facendola arrossire. Si alzò e l’abbracciò, mentre lei cercava di non far notare l’imbarazzo causato dalla sua battuta. – Mi piace molto. - Bene.
- Vogliamo andare, ora? – le chiese Sirius. La ragazza agguantò il cappotto, mentre il mago riponeva l’album in bella mostra in modo da non dimenticarlo al suo rientro. Si infilarono nel camino: Sirius lasciò che Nel lasciasse cadere la polvere e pronunciasse l’indirizzo, poi la strinse per baciarla appassionatamente. Morgana, col cavolo che l’avrebbe lasciata nelle mani di Stephane, nemmeno morto! E che Gerberula giudicasse questo, di bacio!
  
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