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Autore: Hagne    07/01/2010    1 recensioni
Nulla viene concesso gratuitamente.
Nulla verrebbe donato così facilmente se dietro ad esso non ci fosse un tranello ben celato, quasi sformato, per poter assumere fattezze più dolci ma non meno pericolose.
Questo è ciò che accade in questa storia. Un patto. Un uomo consumato dall'amore. Una donna che nulla aveva se non il proprio dolore. Degli specchi che tutto sembrano fuorché semplici superfici lucide. Creature misteriose, maledette e quant'altro in questa favola, triste e dolce.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Matilde . Un nome che presto imparai ad odiare .
Nel momento esatto in cui William mi presentò la sua amata ,  non potei che provare odio per quella donna dalla bellezza agghiacciante .
Non era umana da quello che potevo vedere , una ninfa dei boschi dall'animo subdolo ed ambizioso .
Questo lo scoprì più avanti , quando la creatura fatata cominciò a chiedermi di far comparire montagne di gioelli , stoffe pregiate , pietre preziose e quant'altro potesse accontentare per pochi giorni l'insaziabile sete di potere della donna .
E per quanto odiassi ubbidire ai suoi desideri , ai suoi sempre più pressanti capricci , l'occhiata gelida di William e il suo distacco facevano più male di quanto avessi mai immaginato .
Ogni qual volta tentavo di oppormi ai voleri di Matilde ,  l'uomo mi trattava con diffidenza , ferendomi come mai mi era capitato ,e per non sentirmi troppo esposta al dolore che mi sommergeva ai suoi sguardi di sufficenza , ero costretta ad ingoiare l'odio ed accettare tutte le sue richieste .
L'unica mia consolazione in quel castello sfarzoso fino alla nausea era la serva di Matilde , una ragazza di circa vent' anni dai lunghi capelli rosso fuoco e dolci occhi verde-acqua .
In quei pochi mesi che avevo abitato nella mia nuova dimora , mi ero resa conto di quanto in realtà Gemma fosse terribilmente fragile e vittima di un amore non corrisposto come il mio .
Mi accorsi di quanto , dietro i sorrisi affettuosi con i quali mi ripuliva la stanza da letto , si celasse un dolore di vecchia data , la sofferenza che la sommergeva quando William baciava la propria donna.
Ma mentre il mio amore era qualcosa che non partiva propriamente da me , ma quasi un' imposizione , coglievo invece negli occhi di Gemma uno struggimento talmente doloroso da contagiarmi e ferirmi a mia volta .
Fu la prima persona alla quale mi sentì stranamente legata e quasi...affezionata .
Neanche quando ancora abitavo con la nonna avevo conosciuto una creatura talmente dolce e buona come lei .
E fu per questo , forse , che cominciai a provare un insano rancore per il mio padrone .
Gemma avrebbe dovuto avere le sue attenzioni , non quella smorfiosa che si pavoneggiava con gli invitati delle feste che sempre più frequentemente organizzava .
Gemma avrebbe dovuto gioire dei piccoli sorrisi che l'uomo si concedeva in rare occasioni .
Gemma avrebbe dovuto essere la padrona di quel castello e del cuore di William , non Matilde .
Gemma avrebbe dovuto usufruire dei miei poteri e forse , mi dissi , sarebbe stata la prima volta che lo avrei fatto con piacere .
Persino in quel momento  , mentre fissavo con disgusto il pomposo abito rosso fuoco che la donna sfoggiava con sorrisi maliziosi , mi ritrovai a desiderare che la ninfa morisse .
Molte volte mi ero sorpresa nel constatare come il mio desidero non fosse altrettanto potente come quello di William ,così come cominciai a dubitare del potere che l'uomo aveva su di me e della sua indistruttibilità .
Quale essere si sarebbe volontariamente schiavizzato per una donna che non l'amava ?
Storsi il naso per il fastidio quando vidi William baciare il palmo della creatura fatata con una devozione tale da farmi rabbrividere per il ribrezzo .
Come faceva a non accorgersene ?
Come poteva essere così debole ?
Aggrottai frustrata le sopracciglia quando notai  , con una certa irritazione ,  come la donna lo ammaliasse con sorrisini falsi e ipocriti ,e quei 'ti amo che rappresentavano per lei la sola carta da giocare per avere ciò che desiderava da William .
Stupido .
- Clara .
Smisi di rimuginare sulla stupidità del mio padrone quando vidi Gemma raggiungermi con un sorriso forzato e gli occhi tristi , carezzandomi con una mano i capelli .

- è ora di andare a dormire tesoro , andiamo .
Annuì controvoglia , cogliendo l'occhiata addolorata che la donna lanciò ai due amanti, prima di tornare a guardarmi con affetto e dolcezza .

E mentre uscivo dalla sala da ballo ,  con un peso sul cuore per quello che Gemma stava passando , assottigliai lo sguardo nell'accorgermi con quanta sufficenza gli invitati fissassero il semplice abito di cotone nero che la donna aveva indossato per la festa .
Mi bloccai , impietrita dal disprezzo con il quale la guardavano , mortificandola ed umiliandola con i loro borbottii e le loro risatine che cominciavano ad innervosirmi
E forse fu per il mio impellente desiderio di far cadere la donna  che stava fissando la mia compagna con uno sguardo di superiorità che un piacevole calore mi imporporò le guance .
Uno strillo acuto , fu questo che udì quando vidi  , con una certa soddisfazione  , la caduta imbarazzante della donna , quasi fosse stata spintonata da una forza invisibile .
E mentre gli invitati parlottavano tra loro sul come la donna fosse scivolata senza un motivo apparente , io mi accorsi di quanto davvero il potere di William su di me fosse limitato .


 

°°°

 

 
 
Nei giorni che seguirono tentai di distrarre Gemma il più possibile .
La aiutai nelle faccende più comuni , come abbeverare le piante del giardino , o lavare le immense vetrate della biblioteca .
Provai perfino a chiederle se avesse intenzione di aiutarmi a pulire i miei stivali di gomma .
E fu a quella proposta che vidi gli occhi verdi della donna accendersi di tenerezza per quel gesto che mi costò parecchio a dir la verità .
Non avevo permesso mai a nessuno neanche di toccarli , ed ora ,  invece ,  mi ritrovavo distesa sul letto che dividevo con Gemma presa nello strofinare con degli spazzoloni  imbevuti da lucido da scarpe , le suole degli stivali per togliere via il fango .
Mi ritrovai più volte a ridere per i mugugni imbronciati della donna con i quali mi incolpava di renderle il lavoro più pesante dato che non avevo intenzione di sfilarmeli .
La sola idea mi raggelava .
Non sapevo perchè , ma quegli stivali erano forse l'unica cosa che mi permetteva di non impazzire dal dolore .
Perchè non era solo l'indifferenza di William a ferirmi , ma un pensiero che mi torturava la notte e buona parte del giorno .
Il pensiero di sapere Alec tra le braccia della regina degli abissi , riunitisi dopo che il problema della loro separazione si era fatto da parte , dopo che  io mi ero fatta da parte.
Mi rabbuiai nel constatare quanto l'idea di immaginarli insieme  , proprio come avevo visto nella visione mi umilasse , di come il solo pensarli abbracciati mi addolorasse e mi facesse pungere gli occhi .
Perchè stavo ancora soffrendo ?
Non era forse William a comandare il mio cuore ?
Per puro istinto mi sfiorai il petto , proprio dove doveva essere inciso il nome del mio padrone , l'unico modo per controllarmi e rendermi schiava .
E allora perchè continuavo a pensare ad Alec ?
Perchè mi sembrava di stare cadendo in un pozzo senza fondo senza alcun appiglio al quale aggrapparmi ?
-Stai bene ?
Sussultai quando sentì la presa agitata di Gemma sulle mie spalle , e ancor di più nel vedere la mia espressione attraverso i suoi occhi .

Straziata .
Fu questo che pensai nello specchiarmi nel verde lucido delle iridi della donna , nello scorgere una piccola lacrima fuggire dagli occhi che serrai per il dolore .
Ero davvero patetica .
Sentì le braccia esili della donna cingermi in un abbraccio affettuoso le spalle , e fu allora che la ringraziai con uno sguardo afflitto .
In fondo Gemma non era l'unica a soffrire per amore .
- Clara !
Mi irrigidì , così come la mia amica quando udimmo la voce stridula di Matilde rimbalzare tra le quattro pareti della mia stanza , e ancor più quando mi accorsi di come quella di William non giungesse a placare la sua .

Era successo qualcosa , ma ora come ora , con il dolore che mi rendeva intrattabile non avevo nessuna voglia di adempire al mio compito .
Scesi dal letto con rabbia , strattonando per il polso la povera Gemma che mi seguì silenziosa fin oltre la porta d'ingresso , e ciò che vidi mi gelò sul posto .
William era sul suo cavallo bianco , un pesante mantello nero a nascondere la spada che vidi scintillare sulla cinta di cuoio , e ciò significava guai , ma almeno non per me questa volta .
-  Dove state andando ?
Fu Gemma la prima a tentare di capire cosa stesse succedendo ,  e perchè mai la ninfa ci sorridesse fin troppo mielosamente .

- Si stanno verificando alcune sommosse poco lontano da qui , ho intenzione di vedere cosa succede di preciso . Vi avevo chiamato per salutarvi .
La mia amica saltò su con espressione terrorizzata , afferrando la mano dell'uomo con tenerezza ed apprensione .

Io stessa sorrisi nel vedere lo sguardo affettuoso che William le riservò , dopotutto le voleva bene .
- Non mi succederà nulla Gemma , ti prego solo di tenere in ordine il castello .
Mentre vedevo la donna annuire con decisione , mi persi a pensare che finalmente avrei potuto avere un pò di riposo e che , senza William , avrei potuto disubbidire agli ordini di Matilde , ma ciò non sembrava essere nei suoi piani .

-  In quanto a te Clara ho un compito da affidarti .
Aggrottai le sopracciglia  , con il sentore di starmi per cacciare nei guai , guai grossi .

- Desidero che tu acconsenta ad ogni desiderio di Margaret in mia assenza .
Mi pietrificai alle parole dell'uomo , sconvolta non tanto dal calore che si era sprigionato nel mio petto all'ordine del mio padrone , ma a quanto ciò significasse per me e per Gemma .

Era davvero così sciocco ?
Teneva così poco a me e a Gemma per darci in pasto a Matilde senza alcuna difesa ?
Mi ritrovai a ringhiare per la rabbia contro William senza neanche accorgermene , presa dal rancore che avevo covato per mesi e che finalmente aveva trovato sfogo in questo mio gesto .
Vidi l'uomo sobbalzare appena ,e riuscì perfino a cogliere un lampo di terrore saettare per gli occhi verdi di William prima che la mano bianca del ladro mi accarezzasse la testa dolcemente ,  nella vana speranza di calmarmi .
Ma chissà perchè quella volta non accadde .
Se ne accose William che partì al galoppo , bianco in volto .
Se ne accorse Matilde che mi scoccò un occhiata indagatrice e anche preoccupata .
Se ne accorse Gemma che corse ad abbracciarmi .
Me ne accorsi io che provai il desiderio di vederlo cadere da cavallo e stramazzare al suolo senza vita .



°°°
 


Come avevo già compreso in precedenza , per me e per Gemma fu un vero inferno senza William .
Matilde , priva ormai di ogni freno e limite , cominciò a desiderare cose insignificanti .
Fece sgobbare Gemma per ore nei sotterrani popolati da topi , organizzò feste ancora più sfarzose di quelle che ricordavo , cominciò ad invitare a cena i suoi amici e fu quell'attività in particolare ad insospettirmi .

Un giorno alla settimana mi ordinava di far comparire le leccornie più prelibate , e dopo aver ordinato alla povera Gemma di pulire il castello da cima a fondo , e di  cambiare le lenzuola ,   ordinava ad entrambe di non uscire dalla  nostra stanza per nessun motivo al mondo .
Fu proprio in uno di quei giorni ,mentre guardavo la mia amica dormire profondamente che decisi di andare a sbirciare cosa quella strega stesse facendo .
In fondo ero una persona molto curiosa ed ingegnosa di natura , perciò non ci misi molto ad aggirare il desiderio di Matilde di non uscire dalla porta della stanza .Mi issai sul davanzale senza alcuna difficoltà , arrampicandomi al cornicione del castello e alla statua di gargoyle che non feci fatica a superare .
Continuai la mia discesa senze troppi intralci , fin quando giunsi nel giardino .
Dopotutto aveva detto di non uscire dalla porta , non aveva parlato di nessuna finestra .
Elettrizzata da quella mia piccola fuga cominciai ad aggirarmi per il castello , attutendo il rumore di tacchi dei miei stivali di gomma sui lunghi tappeti persiani che la ninfa aveva desiderato di avere qualche settimana fa .
Continuai a girovagare per le stanze , entrando furtivamente nella sala da pranzo dove mi insospettì .
Perchè il tavolo era apparecchiato per due ?
Che William fosse tornato ?
Mi incupì leggermente nel presagire ciò che ancora non volevo credere .
Per quanto subdola potesse essere  , non pensavo di certo che Matilde avrebbe fatto un simile affronto all'uomo che aveva sacrificato per lei la vita del suo stesso fratello .
Con il cuore in subbuglio continuai a girovagare per le stanze finchè una voce maschile non mi fece irrigidire in mezzo al corridoio che portava alla stanza da letto di William .
Pensai di essermi immaginata tutto , ma quando decisi di girare i tacchi per controllare l'ala est del castello , sobbalzai nel riudire quello che all'apparenza sembrava ...un gemito .
Con la gola secca mi fermai davanti l'immensa porta d'oro che dava sulla camera che Matilde condivideva con il ladro , indecisa sul da farsi  , fin quando un ansito femminile mi fece aggrottare le sopracciglia .
Che fosse davvero tornato William ?
Sospinsi debolmente la porta , facendo capolino oltre il piccolo spiraglio che avevo aperto . Ed ero quasi decisa a mettermi il cuore in pace nel riconoscere la chioma scura di William , ma il viso sudato che si alzò dal petto di Matilde non era il suo
.
Un conato di vomito mi fece afflosciare contro il pomello al quale mi reggevo a fatica quando capì quanto malvagia potesse essere quella creatura .
Perchè non era William l'uomo che stava facendo sesso con Matilde .
Non era William quello a cui Matilde diceva ti amo .
Un ti amo diverso dalle volte in cui l'avevo sentito pronunciare alla ninfa , un ti amo quasi...sincero .
Turbata da quella visione tentai di scappare il più velocemente possibile da quella scena disgustosa , ma per mia sfortuna incespicai nei miei stessi piedi , ritrovandomi sdraiata al suolo , la porta spalancata alle mie spalle .
Udì distintamente il rumore frettoloso di passi , finchè  ,  tornando in piedi  , mi ritrovai faccia a faccai con Matilde e il suo amante .
Per pochi secondi soffermai i miei occhi sul volto scialbo dell'uomo , non riuscendo a spiegarmi come quell'essere insignificante potesse rivaleggiare con la bellezza di William .
Ma purtroppo non potei perdermi ulteriormente nel disprezzare l'uomo che mi fissava con occhi terrorizzati , poichè la ninfa aveva già tranquillizzato il compagno con una frase che mi fece infuriare .
- Non preoccuparti , è solo il mio regalo , William me lo ha donato qualche mese fa .
Fino a quel momento , quando avevo capito di non essere umana  ma di essere stata generata da una pietra per un desiderio di Eleonora, nessuno aveva mai osato paragonarmi ad un oggetto .

Neanche William , per quanto cieco fosse stato , si era azzardato a trattarmi come un essere inanimato privo di cuore .
Ed ora quella donna osava persino definirmi un suo oggetto .
L'ondata di rabbia e odio che provai in quel momento mi annebbiò la mente , e non potei evitare di scagliarmi con sguardo famelico sulla creatura fatata che per nulla terrorizzata mi sorrise malignamente .
- Desidero che ti pietrifichi all'istante .
Sgranai gli occhi nell'esatto istante in cui la mano con la quale era pronta a tirare un pugno sullo zigomo di Matilde , avvolta nel candido lenzuolo con un espressione vittoriosa , si bloccò a mezz'aria .

Senza che potessi muovermi o anche solo sbattere le palpebre,  vidi l'uomo annuire brevemente al sussurro della donna che putroppo non sentì e che mi diede le spalle ,chiudendosi nella propria stanza .
Furiosa vidi l'uomo tentennare debolmente prima di prendermi in braccio e condurmi velocemente in quella che riconobbi essere la sala da pranzo .
Dopo avermi depositato sul lungo tavolo di diamanti  , l'amante di Matilde si fermò a fissarmi dal fondo della stanza , un velo di terrore ad adombrargli gli occhi neri che saettarono verso la porta appena apertasi .
-  Mettila di lato .
Riuscì comunque ad emettere un ringhio tra le labbra dischiuse , ringhio che vidi far sobbalzare l'umano chinato sul mio corpo .

- Muoviti !
All'ennesimo ordine della donna , l'uomo che scoprì chiamarsi Paul  mi mise su un fianco, distesa sul gelido diamante che mi doleva alla mano chiusa sotto il peso del mio corpo .

Non potei neanche aggrottare le sopracciglia quando vidi Matilde accendere con la magia un piccolo focolare , nè potei in alcun modo rispondere allo sguardo crudele che mi rivolse .
-  Fin dal tuo arrivo qui ti ho odiato mia dolce Clara ,sembravi indifferente a tutto . Non impallidivi mai , nè mostravi alcun cedimento .
 Finchè non ho notato un particolare che mi ha fatto capire come avrei potuto farti soffrire come un cane .
Non compresi appieno le parole della donna finchè non percepì un formicolio in basso , più precisamente sulle piante dei piedi che sentì gelare al contatto con la mano di Paul .

E lì compresi quale fosse il suo scopo .
Provai a dimenarmi , a spaventare con qualche ringhio l'uomo che però non smise di sfilarmi gli stivali .
Urlai persino quando sentì l'aria accarezzarmi il piede oramai nudo nonostante sapessi di non riuscire neanche a smuovere una foglia con la mia voce inesistente .
Perchè tanta era il terrore di vedere i miei consumati stivali in balia delle fiamme .
Ero talmente terrorizzata ,  che supplicai con lo sguardo la donna di non farlo ,di non strapparmi quell'unico oggetto che mi teneva a galla senza neanche sapere come .
Ma per quanto mi umiliai cominciando a piangere come una bambina , per quanto la pregai di non arrecarmi altro dolore , Matilde gettò i miei amati stivali in mezzo al piccolo focolare con noncuranza , uscendo dalla stanza con una risata che mi risuonò stranamente crudele .
E mentre le lacrime mi appannavano la vista , mentre provavo a muovermi per richiamare l'attenzione di Gemma , un ricordo mi balzò in testa , un ricordo che per anni era stato relegato nel posto più segreto della mia mente .
Ero in una camera addobbata a festa , vi erano palloncini ovunque , e una risata che chissà come mi rapì il cuore .
La risata che proveniva dal giovane uomo che mi tendeva un enorme pacco bianco .
Lo scartai con un sorriso felice , sorriso che si allargò sul mio volto quando ebbi tra le mani due enormi stivali verdi di gomma .
Ancor prima che potessi ringraziare il giovane , vidi due grandi mani bianche afferrarmi dolcemente per la vita e farmi entrere le piccole gambette paffute negli enormi stivali lucidi con i quali cominciai a saltellare contenta .
Mi sentivo felice , forse lo ero per la prima volta nella mia vita , ma mai quanto lo fui allo sguardo che quegli occhi grigi mi rivolsero .
L'amore infinito che quegli occhi grigi mi riversarono come una cascata di zucchero .
-  Buon compleanno mia dolce Clara  .
Qualcosa si sgretolò nel mio petto , quel qualcosa che sapevo essere il cuore .
Mio padre mi aveva amato , mio padre mi aveva voluto , e mio padre mi aveva abbandonato .
Avrei preferito mille volte che gli fossi stata indifferente fin dalla nascita , ma mai mi sarei rassegnata a non rivedere quello sguardo che avevo amato .
Il primo essere che avessi mai  amato nella mia vita . Il primo essere ad avermi abbandonato .
Lo sguardo che mai più mi avrebbe rivolto.
L'amore che mai avrei riavuto per me .
E dopo tanti anni urlai con quanto fiato avevo in gola , mentre tutto di me andava in pezzi .
La mia anima , il mio corpo , il mio cuore .
Percepì un onda di calore , bruciante , ardente , squassarmi il petto .
E il volto di William svanì dalla mia mente , lasciando dietrò a sè solo un buco nero .
Gridai , mi dibattei , e mentre il sole sorgeva , mentre i resti dei miei stivali volvano via sotto forma di cenere .
Io tornai ad udire la mia voce , la voce straziata e ferita di quella bambina che urlava il perchè lui l'avesse amata ed infine abbandonata come aveva fatto il resto del mondo con lei .

 

°°°
 
 

 

Nessun dolore , nessuna sofferenza , solo...il nulla .
Fu questa la prima cosa che percepì quando mi svegliai .
Nessuna oppressione sul cuore che sentivo più leggero .
Ero tornata ad essere insensibile al mondo .
L'unico sentimento che quieto attendeva in me la propria rivalsa era la sete di vendetta per coloro i quali mi avevano fatto del male senza pietà , e verso i quali neanche io l'avrei avuta .
Mi misi a sedere senza difficoltà , e rimasi più che stupita di vedere come i miei movimenti fossero aggraziati e fluenti , quasi stessi danzando in balia di dolci onde . E la sensazione si acuì maggiormente quando scivolai davanti alla finestra con un unico passo , nonostante vi fossero diversi metri di distanza dal tavolo a lì .
Ma non fu la mia sorprendente agilità a confondermi , bensì la ragazza dai lunghissimi capelli turchesi che mi fissava dal vetro della finestra con espressione assorta .
Fui catturata da quell'immagine .
Grandi occhi di un rosa pallido , costellati da alcune pagliuzze azzurre mi guardavano con diffidenza .
Lucenti capelli turchesi , impalpabili come le vorticose onde del male le incorniciavano il viso terribilmente pallido , ma grazioso .
Delle labbra di un viola acceso si piegarono debolmente verso il basso , in un evidente gesto di fastidio .
Finchè non mi soffermai sul petto della ragazza , al centro del quale , poco al di sopra dell'incavo dei seni vi era una specie di diamante a rombo , ceruleo dai riverberi rosati .
Incuriosita tesi una mano per sfiorarlo , ma le mie dita si scontrarono solo con il gelido vetro della finestra e non con la gemma della ragazza che ,  compresi ,  ero io .
Turbata da quella bizzarria cominciai a tastarmi il petto che scoprì esser nudo , ma riuscì comunque a trovare un solco poco sotto il collo , incontrando la liscia gemma che vedevo brillare anche sui palmi delle mie mani e sulla parte superiore dei piedi .
Sempre più sorpresa da quella stranezza provai a sfilare la gemma presente sulla mano , ma ben presto scoprì che quei diamanti erano come incastonati nella mia pelle  , senza arrecarmi però alcun dolore o fastidio .
Cosa mi era successo ?
Tastai confusa i lunghi capelli turchesi che mi arrivavano fin sotto la schiena , storcendo la bocca quando il freddo del mattino mi fece rabbrividire per il gelo .
Desideravo qualcosa per coprirmi  , e per la prima volta vidi le gemme impiantate nel mio corpo brillare leggermente prima che un abito di un bianco etero coprisse le mie nudità esposte a sguardi indiscreti .
Il mio primo vero desiderio era stato avverato , e seppure nella sua piccolezza , quell'avvenimento mi fece capire che non ero più sotto i comandi di William .
Chissà perchè quella constatazione mi fece ridacchiare in un modo talmente inquietante che stentai a riconoscermi , ma ora il rancore che avevo covato per l'uomo che aveva giurato di proteggermi e che invece mi aveva abbandonato mi faceva ribbollire il sangue .
- Clara .
Smisi di ammirarmi attraverso il vetro della finestra quando udì la voce preoccupata di Gemma fra i corridoi , ma non ebbi neanche il tempo di raggiungerla e calmarla che la porta della sala si aprì con uno schiocco , facendo entrare un'affannata rossa dai grandi occhi verdi sgranati .

Rimasi immobile sotto lo sguardo scioccato della donna , finchè , stanca della sua espressione accigliata ,  mi decisi a richiamare la sua attenzione .
- Sono io -  sussurrai con una voce talmente dolce che aggrottai infastidita le sopracciglia , perchè non la ricordavo così carezzevole .
 Ma anzichè calmarla come invece mi aspettavo , la mia frase la fece ridere euforicamente , prima che mi trovassi avviluppata dalle braccia esili della ragazza strette con forza attorno alle mie spalle .

- Parli , parli ! è un miracolo .
Cominciò a dondolare entrambe sui suoi piedi impazziti , e data la mia scarsa altezza non potei che arrendermi alle sue effusioni , ne rimasi quasi lusingata .

Ero sicura che molti , persino Antoniette sarebbero scappati via urlando , ma lei no .
Gemma stava addirittura piangendo per la commozione e ciò mi raddolciva come poche cose erano state in grado di fare .
Dopo altri strilli acuti vidi la donna sorridermi con calore, accarezzandomi la guancia con un affetto talmente sincero da farmi dimenticare la mia sete di vendetta .
Ora come ora volevo solo crogiolarmi in quell'attimo di pace .
Volevo,  ma a quanto pare non potevo .
Ancor prima che Gemma smettesse di urlare piombando in un mutismo inquietante ,  io udì il rumore di passi ai piani inferiori , due paia di scarpe che emettevano silenziosi echi fino alla sala da pranzo .
Probabilmente il mio udito doveva essersi affinato .
Senza dire una parola mi misi a correre per i corridoi , abituandomi alla leggerezza con la quale mi muovevo , la sinuosità dei miei passi , la scioltezza dei miei movimenti .
E fu proprio danzando che raggiunsi l'entrata del castello , ancor prima che Paul potesse uscire dall'immenso portone di nero metallo .
Una parte del mio cervello registrò il respiro affannoso di Gemma alle mie spalle , mentre tutto di me era all'erta , pronta ad ogni minimo cenno di ostilità della ninfa ghiacciata per lo stupore .

-  Salve Matilde -  soffiai tra i denti , e sorrisi pienamente quando sentì la mia voce più cupa e fredda di come ricordavo , quasi possedessi le sfumature del mare che si scioglievano in un dolce azzurro per poi incresparsi in un buio e gelido blu notte .
- Cosa diavoli hai fatto ?
Socchiusi gli occhi, irritatata dalla vocetta stridula della creatura fatata mentre l'amante di Matilde si avvicinava alla donna con passo felpato , stringendole una mano per calmarla .
- Che sortilegio è mai questo ? Gemma , pretendo delle spiegazioni !
Sentì la mia amica sobbalzare al mio fianco , chinando il volto in un gesto di sottomissione che mi irritò .

Chi si credeva di essere quella strega per rivolgersi in questo modo a Gemma ?
Chi diavolo credeva di comandare quella stupida oca ?
Smisi di maledire la donna quando la udì ordinarmi di punire la serva rinchiudendola nei sotterranei , ma per quanto i suoi desidero fossero sempre più frequenti , io mi limitai a ghignare in risposta alle sue lamentele .
Ad ogni suo urlo stizzito io sogghignavo .
Ad ogni suo ordine io rimanevo immobile .
E ad ogni suo sguardo sconvolto io ridevo .
Finchè non decisi di zittirla , ed ancor prima che i due potessero anche solo emettere un fiato , entrambi si ritrovarono stesi sul pavimento , privi di coscienza , almeno per ora .

 
°°°
 

 

Passarono circa due giorni prima che William fece ritorno .
Stavo dondolando i piedi sopra il bracciolo d'oro e argento dell'elegante sedia  ,  quando udì lo schiocco della serratura al quale vidi Gemma sobbalzare al mio fianco , mentre le due figure rinchiuse in un enorme gabbia di ferro battuto si allontanavano l'una dall'altra come scottate .
Aspettai paziente che il ladro entrasse nella sala, zittendo con un occhiata la mia amica ogni qual volta la vedevo aprire bocca per rispondere ai richiami dell'uomo , finchè egli stesso entrò nella sala del trono , più pallido di come lo ricordavo ma ugualmente bello .
La prima cosa che registrai nella sua espressione fu lo stupore di vedermi seduta sul suo trono , o per meglio dire , di vedermi cambiata in quel modo, dopodichè la sua espressione sorpresa mutò in una più soddisfacente , almeno per me .
Dolore e rabbia , proprio quello che volevo .
Come avevo già pogrammato , William si gettò come un disperato alle sbarre , afferrando le mani pallide di una smagrita e scialba Matilde , il che mi fece ridere divertita .
-  Bentornato William - sibilai all'indirizzo dell'uomo che vidi sobbalzare sotto il mio sguardo neutro , mentre Gemma si muoveva a disagio di fianco a me .
- Cosa diavolo stai facendo Clara ? Cosa ti è successo ? Perchè Matilde è in cella ? Cosa...- zittì con ringhio il fiume di domande che William mi rivolse , ritrovandomi attorniata subito da un alone rosato che scacciai con calma .
Non dovevo farmi prendere dalla rabbia in quel modo .
Presi qualche respiro prima di riprendere la conversazione , ma abituata com'ero a gesticolare per farmi capire , non feci altro che indicare Paul con sguardo annoiato .
Trovai esilarente l'ingenuità di William ,  o per meglio dire la sua stupidità , perchè gli sguardi che i due amanti si lanciavano erano più eloquenti di qualsiasi altra parola o frase , questo però l'uomo sembrava non capirlo .
-  Non mi dilungherò oltre William . Matilde ti ha tradito , ti tradisce da chissà quanti anni con quell'uomo e tu non te ne sei mai accorto - mi concessi una piccola risata di scherno  prima di tornare a rivolgere la mia attenzione allo strambo trio .
- Ah,  dimenticavo ,  lei non ti ha mai amato , sta con te solo perchè le offri tutto ciò che vuole , e pensare che hai sacrificato la vita di tuo fratello e la mia per una creatura così meschina - conclusi la mia filippica con un tono ancora più inquietante , tanto vicino al sibilo del vento che smuoveva le onde di un mare in burrasca .

Attesi la reazione di William che non si manifestò  , e  temetti per pochi secondi che fosse morto sul colpo data la posa stanca che prese il suo corpo e lo sguardo vuoto che mi rivolse, finchè non lo vidi assumere un sorriso tremolante che sapevo , non convinceva neanche lui .
-  Tu mi stai mentendo vero ? Ti stai prendendo gioco di me , come puoi farmi questo ? Come puoi ...
-  Taci lurido verme !
La mia voce fu simile al rombo di un tuono quando mi materializzai di fronte l'uomo , rimpicciolitosi nel vedermi piombargli addosso con una simile ferocia .

Come osava darmi della bugiarda ?
Io che non avevo fatto altro che esaudire i suoi voleri per farlo felice .
I bagliori blu cobalto che mi vorticavano attorno come vortici d'aria sfumarono in un rosa acceso per poi scomparire del tutto quando ripresi la calma , cosa non facile .
Il desiderio di strozzarlo era via vai sempre più pressante .
Se non voleva credermi allora lo avrei messo di fronte alla verità nel modo più crudele possibile .
-  Matilde  cara , potresti dire a William che lo ami ? Che non lo hai preso in giro per tutti questi anni ? Che non ti sei preso gioco dei suoi sentimenti sbattendoti quel contadino ?
Condì i tutto con un sorriso meschino che mi divertì , così come trovai divertente il modo in cui la donna cercava di tacere tappandosi la bocca con le proprie mani .
- Amore, diglielo che mi ami , diglielo !
Scoccai un occhiata in tralice al povero William , inginocchiato di fronte alla ninfa che aveva le lacrime agli occhi per lo sforzo .

Ma quando le ordinai nuovamente di dire la verità , Matilde si gettò piangente tra le braccia di Paul , confessandogli i suoi inganni e tradimenti .
Fu allora che provai pietà per il ladro, le mani abbandonate lungo i fianchi, quasi senza vita, il viso bianco come un cencio , lo sguardo perso nel vuoto .
Ora sembrava più vecchio dei suoi appena trent'anni , più ingobbito, più stanco , più consapevole della crudeltà del mondo .
Decisi allora di non torturarlo oltre , avevo avuto la mia vendetta su di lui , l'unica cosa che dovevo fare era punire i due amanti per le loro colpe .
Richiamai a mè il potere che ora potevo governare a mio piacimento , e così , mentre le fiamme lambivano la gabbia con i due amanti stretti in un abbraccio disperato ,io mi limitai a dar loro le spalle .
Ma qualcosa andò storto .
Non appena feci un passo  , sentì uno spostamento d'aria alle mie spalle , e prima che potessi in qualche modo fare qualcosa , vidi William scagliarsi urlante tra le fiamme , gli occhi verdi lucidi dalla disperazione .
Tesi una mano per impedirglielo ma Gemma fu più veloce di me .
La donna riuscì ad acciuffarlo e a gettarlo a terra prima che potesse in qualche modo ferirsi con le fiamme che inghiottivano i due .
E mentre l'uomo piangeva in grembo alla mia povera amica, un sorriso dolce e tenero sulle labbra rosee , io mi accasciai stremata sul trono , stanca e afflitta da quel gesto che sapevo , avrei compiuto a mia volta se dietro quelle sbarre vi fosse stato Alec , con o senza la regina degli abissi .

 
°°°


 

Passavano i giorni , ma non la mia tristezza .
Per quanto William stesse guarendo a poco a poco grazie all'amore di Gemma , io non riuscivo a trovare pace per il mio tormentato amore per Alec.

Per quanto tentassi di rinnegarlo , di dipingerlo come il più crudele dei traditori , non avrei mai resistito nel gettarmi tra le sue braccia se mai me le avesse aperte .Forse , mentre guardavo dalla finestra della mia stanza il cielo perlaceo , lui era in compagnia della regina , Antoniette stava ridendo e scherzando con Ian , il gigante buono stava raccontando una delle tante leggende e i miei genitori stavano godendo del tempo trascorso insieme .
L'unica ad essere sola ero io , persino Gemma ora era felice.
Provai una punta di invidia , ma ero felice per lei , se lo meritava .
In fondo , pensandoci bene , io non sarei neanche dovuta esistere ,  e benchè sapevo di non averne il diritto,  io volevo vivere, anche se avrei dovuto passare il resto della mia vita con loro due .
Il pensiero non era poi così malvagio , magari avrebbero potuto darmi l'affetto di un fratello ed una sorella .
Dovevo accontentarmi .

Sorrisi per la prima volta dopo tanto tempo a quel pensiero , ma fui attirata da un fatto davvero bizzarro .
Aguzzai la vista quando mi parve di scorgere nel cielo il profilo di case e abitazioni moderne , e forse stavo impazzendo , ma non potei scherzare oltre quando vidi qualcosa di ovale e lucido cadere dal cielo verso il mare ovest del paese .
Non poteva essere ...
Senza avvisare Gemma uscì dal castello in fretta e furia .
Avevo il cuore in gola .

Io conoscevo quell'oggetto , lo avevo realizzato io stessa per un progetto di esplorazione , ma questo quando ero nel mio mondo .
Zigzagai tra gli alberi , saltai fiumi , corsi tra le viuzze delle case finchè non mi ritrovai sul lungo ponticello al quale venivano attaccate le barche degli abitanti .
Il legno scricchiolò leggermente quando mi alzai sulle punte , ma non me ne curai , troppo sconvolta da ciò che vedevo .
Come era arrivata la navicella di perlustrazione in quel mondo ? E perchè era aperta ?
Più che sconvolta cominciai a scrutare il velivolo , ma era vuoto , probabilmente i suoi passeggeri erano già scesi .
Sobbalzai per la paura quando udì alle mie spalle molte voci , troppe per i miei gusti .
Arretrai d'istinto , irrigidendo i muscoli del viso per la tensione di dover combattere con qualcuno , ma fui costretta a trattenere il respiro quando vidi il profilo di un attraente ventenne uscire da una locanda .
Alec .
Senza sapere perchè mi ritrovai con il cuore in gola e il respiro affannoso nel guardarlo .
Era bello , più bello di quanto ricordavo .
Ma la mia gioia fu smorzata da un avvenente figura che gli camminava di fianco , la donna dai lunghi capelli bianchi che gli afferrò una mano con dolcezza, facendolo fermare .
Dolore , tanto dolore .
Mi sentì invadere da una sofferenza tale che non mi accorsi delle lacrime che mi appannavo la vista .
Era crudele e faceva terribilmente male , troppo per poterlo sopportare .
In silenzio vidi mia madre e mio padre uscire dalla stessa locanda con Antoniette , Ian , una ragazzina che non conoscevo e il Gigante buono , tutti con un aria ...felice , o era solo la mia impressione .
Tutti mi sembravano felici , anche Alec che si districò dalla presa della donna con rabbia , ma oramai non mi importava .
Erano tutti crudeli , cattivi , malvagi .
Dovevano essere puniti per quello che mi avevano fatto , dovevano soffrire per quello che mi stavano facendo passare .
Mi ritrovai a desiderare di far loro del male, non accorgendomi dell'alone di luce che mi lambì il corpo come lingue di fuoco blu scuro .
E mentre il mare si ingrossava alle mie spalle , quasi stesse assorbendo la mia furia , mi ritrovai a fissare con odio Alec , irrigiditosi leggermente sotto il mio sguardo .
Fu allora che la regina degli abissi si voltò ,  strozzandosi con il proprio respiro quando mi vide .
Fu allora che la combriccola smise di parlottare per guardarmi con occhi sbarrati .
Fu allora che Alec si voltò ,  e da me non ebbe nient'altro che uno sguardo pieno d'odio .
Il calore dentro di me aumentava , cresceva , sembrava quasi ustionarmi la pelle man mano che mille emozioni contrastanti si alternavano sul bel viso del mercenario .
Finchè non fui io ad andargli incontro , il cuore colmo di rancore e rabbia , frustazione .
Nessuno distolse lo sguardo da me , nessuno osò aprire bocca .
Ma neanche io ebbi il tempo di fare un passo di più  , che alcune figure mi sfrecciarono di fianco con una velocità tale da confondermi , le quattro sagome che vidi gettarsi su Eleonora .
- Bambina mia !
Impietrì , sconvolta , quando vidi mia nonna abbracciare piangente mia madre , mentre zio Alan , Melanie e Alfred le sorridevano con affetto .

Così come rimasi immobile , gelida come una statua di marmo , quando si voltarono verso di me , guardandomi con curiosità .
- Chi è lei ?
Tremai , tremai come mai mi era successo al sussurro di mia nonna .

Tremai per il dolore che mi stava consumando il cuore .
Tremai per gli sguardi increduli che mi rivolsero .
Tremai per le lacrime che mi inondarono il viso .
Ed urlai per il dolore di vedere ogni mio sogno , ogni mia speranza andare in frantumi .
Perchè non mi rimaneva più nulla se non il rancore .
Non mi rimaneva più nulla se non la rabbia .
Non mi rimaneva nulla se non l'odio .
Ero tornata ad essere sola .
Ero tornata ad essere quella bambina di tre anni che urlava al mondo il perchè di tanta crudeltà .
La stessa crudeltà che ora accendeva i miei occhi .

 

 

 

 

CONTINUA.....

x Laban : ecco un altro capitolo , spero che anche questo ti sia piaciuto . Ci avviciniamo sempre di più alla fine . Grazie per il complimento sulla mia fantasia , a volte ne ho anche troppa xD.

Sono contenta che la storia ti stia continuando a piacere e spero continuerai a seguirla fino alla fine .

Grazie di cuore , baci .

 


 
  
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