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Autore: Fanny Jumping Sparrow    09/01/2010    11 recensioni
*Completamente revisionata*
La maledizione dell'Olandese Volante è spezzata grazie all'amore fedele di Elizabeth, ma Calipso ha ancora una richiesta da fare al Capitano Turner...
Nel corso della sua ricerca, affiancato dalla moglie e dal figlioletto, ritroverà i vecchi compagni d'avventura, ma Jack continuerà a creare non pochi problemi...
Ringrazio chi continuerà a leggere e chi la metterà tra le preferite!
- E mi avevi fatto promettere "niente segreti" - sospirò Will reprimendo della sana collera.
- Non riguardava te e me. Questo è un segreto di storia della pirateria! - Elizabeth non si smentiva mai: piratessa fino alle budella.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Will Turner
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La spada, il corvo, il mare'
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Allora carissimi lettori, questa è proprio la fine della mia fanfic - sigh, sob, ç_ç sniff. Ho voluto soltanto dare il mio modesto contributo ad una saga che mi ha fatto sognare tanto e continua a farlo in modo quasi immutato e viscerale ogni volta che riguardo i film; per questo ho cercato di riprendere tutti i personaggi principali.
Mi auguro di cuore che vi piaccia questo epilogo (è parecchio lunghetto) anche se qualcosina resta un pò in sospeso. Visto il successo ottenuto e il divertimento che ho provato nello scriverla, penso che magari, quando mi arriverà un altro bel pò di ispirazione, potrei anche darle un seguito. 
Intanto infinite grazie a tutti coloro che mi hanno seguito in questi mesi, a chi lo ha fatto solo per qualche capitolo, a chi legge ma non lascia commenti, a chi ha messo la mia fanfic tra le seguite, a chi mi ha lasciato solo qualche commento sparso a chi l'ha inserita tra le preferite e a chi lo farà.

Buona lettura, al prossimo approdo!)


Epilogo: Nuovi orizzonti

Jack nuotava con più forza e velocità che poteva, supplicando i muscoli di non tradirlo, ma nel vortice che inesorabilmente stava spazzando via tutto, subì pure l’attacco di Worley che, mosso da una recidiva smania di vendetta, lo trascinò in una sfiancante colluttazione, abbrancandolo con violenza. Lui si difese dimenandosi come un’anguilla e, con un paio di pugni e qualche calcio, riuscì a farlo desistere mettendolo fuori combattimento, poco prima che le onde si riversassero in quella prigione subacquea.
Will, Jim e Barbossa, intanto, avevano già guadagnato qualche metro di vantaggio e, falciando l’acqua salata come un forsennato, Jack infine li raggiunse. Ma per quanta aria avessero accumulato nei polmoni, per quanta energia impiegassero nel muovere coordinatamente braccia e gambe, la superficie appariva irraggiungibile e la spuma scura costituiva un ulteriore scoraggiante ostacolo.
Erano spossati e iniziavano ad essere in balia di un’opprimente sensazione di panico.
Finché una vorticosa corrente di bollicine non accelerò i loro movimenti.


A bordo dell’Olandese Volante la tensione fra l’equipaggio era tangibile e aveva reso l’atmosfera quasi densa e irrespirabile. Un rombo lontano magnetizzò l’attenzione dei pirati sull’orizzonte arroventato dal tramonto, il sole venne coperto per qualche istante da un bagliore verde che torreggiò nel cielo qualche secondo per poi dissolversi.
- Calate in acqua le scialuppe! – ordinò il primo ufficiale, fremente di speranza e di attesa.
Uno dopo l’altro i dispersi affiorarono fra le onde tirando un’ampia boccata di ossigeno. Le loro orecchie, ancora otturate dall’apnea, vennero investite da urla eccitate, sbigottite ed esultanti. Furono letteralmente pescati e issati di peso sulle barche, intontiti come lo erano i loro amici che li osservavano stupefatti e felici.
Elizabeth faticò un po’ a zittire Jim e Will che, oltre a raccontare concitati la terribile esperienza, non sapevano più quali parole di scuse e di gratitudine usare, sovrapponendosi l’un l’altro e non dandole la possibilità di spiegare a sua volta.
- Abbracciatemi! – li incitò semplicemente commossa, avvinghiandosi a loro e baciandoli entusiasticamente.
Barbossa, poco più lontano, venne recuperato dai quattro suoi più servizievoli marinai, Pintel, Ragetti, Murtogg e Mullroy che si affrettarono a narrare quanto accaduto e a domandargli di raccontare la sua esperienza.
Jack fu aiutato a salire su un’altra scialuppa, dove lo accolsero Gibbs con evidente gioia, e Anamaria che, dopo l’iniziale imbarazzato distacco, si sciolse in un caloroso sorriso di benvenuto che lui ricambiò con allegria: - Immagino vi aspettiate un ringraziamento in grande stile – mormorò fissandoli uno per uno ma appuntandosi soprattutto sulla piratessa.
- A dire il vero gran parte del merito è di Capitan Taft – asserì indifferente lei, indicandogli l’uomo seduto dietro di lui.
- Voi siete proprio Jack Sparrow! – esclamò quello euforico, scavalcandola e mettendosi al suo fianco – Siete più giovane di quanto immaginassi! Io sono cresciuto ascoltando le vostre straordinarie avventure!
Jack si buttò su Gibbs, spaventato e infastidito da quell’invadenza e con la sua espressione smarrita e irritata fece sorridere di gusto Anamaria al punto che, guardandola, il suo malumore sfumò.
- E Fortezza? – si ricordò d’un tratto Taft, prima di risalire sulla Barracuda dove lo stavano riaccompagnando.
- È rimasto indietro – tagliò corto Sparrow unendo indice e medio e muovendoli in un eloquente gesto che significava morte. Lui stesso lo aveva intravisto respirare involontariamente dal naso e affogare in pochi secondi.
Ma l’ineffabile Taft non sembrò per nulla dispiaciuto e, salutandoli frettolosamente con la scusa di dover partire presto per avvisare gli altri Capitani una volta alle dipendenze dell’Ammiraglio che erano liberi, si congedò come nulla fosse, non senza portare con sé un alone di mistero.


I pirati dell’Olandese Volante, dopo essersi fatti raccontare tutti i dettagli della stupefacente vicenda dai protagonisti, si sentirono praticamente obbligati ad organizzare dei grandi festeggiamenti per il loro ritrovato Capitano, coinvolgendo anche i colleghi della Murena che si erano trasferiti sulla loro nave per restare vicino alla loro comandante.
Nel bel mezzo dei preparativi anche Barbossa giunse a bordo. Il suo sguardo gelido cercò subito Jack che gli rispose con un’occhiata piena di bile.
- Ma perché non fate a turno con la Perla Nera? – si intromise di punto in bianco Jim, che aveva notato il loro torvo scambio di silenziosi insulti.
I due filibustieri si voltarono squadrandolo con furente contrarietà, al che il bambino tentò di spiegarsi meglio: - Una volta ciascuno sarete Capitano e primo ufficiale. Per esempio … un mese ciascuno.
- Questa è la cosa più sbagliata che tu abbia potuto dire nella tua breve vita! – lo assalì Barbossa con tono truce, stringendo gli occhi che scomparvero tra le mille rughe che gli solcavano gli zigomi.
- Forse non hai capito che non voglio più averci niente a che fare con questo traditore! – ribatté Jack, fulminando però il diretto interessato anziché l’incauto ragazzino.
- Traditore io? – sogghignò il maturo pirata con sarcasmo e affronto, ma senza perdere l’apparente calma.
- Sì, tu! – strillò invece Sparrow, così forte da far accorrere gli altri marinai vicino a loro – Io proporrei un’altra soluzione: perché non chiediamo il parere della Fratellanza? – lo provocò con le mani ai fianchi.
- Secondo te dovremmo scomodare di nuovo i pirati nobili per risolvere il tuo problema? – lo schernì ancora quello. La ciurma assisteva divertita al loro diverbio, tifando ora per l’uno ora per l’altro.
- Embè? Tu non lo fai sempre per i tuoi di problemi? – continuò imperterrito Jack e stavolta il suo avversario perse le staffe alzando la voce: - Non dire fesserie! Quando l’ho richiamata io era per problemi che riguardavano tutti i pirati!
- Anche il mio problema riguarda tutti i pirati, giacché se non riavrò la mia nave, mi dimetterò dall’essere un pirata nobile – sostenne Sparrow ostinato, sedendosi a braccia conserte su un barile – E poi voglio proprio vedere come farai a convocare un altro Consiglio quando ti farà comodo …
Elizabeth, innervosita dalla discussione che stava prendendo la solita piega violenta, tentò di far da paciere:- Basta! Vi prego! – li esortò, nessuno dei due la ascoltò e nemmeno suo marito intervenne, nonostante il rischio di una rissa in piena regola riguardasse direttamente la loro nave.
- Non vediamo l’ora che tu ti dimetta, sai. Sarebbe una liberazione! – dichiarò velenoso Hector, trovando l’appoggio di alcuni uomini che esultarono alle sue parole.
- E poi chi nomineresti al posto mio? La tua … scimmia da compagnia?! – lo punzecchiò nuovamente Jack, alzandosi e sfidandolo con un dito impertinente.
- Sarebbe più capace di te, Jack. Ma purtroppo dovresti essere tu a passare il tuo pezzo da otto – si dispiacque Barbossa, prendendo ad accarezzare con fare protettivo l’adorato animaletto accoccolato sulla sua spalla.
Jim si intromise nuovamente: - Mi piacerebbe tanto che sceglieste mio padre – affermò con aria implorante.
- La famiglia dei nobili pirati Turner – gli fece eco Will, fingendo di pensarci su compiaciuto.
- Piantala, Will! – lo ammonì sua moglie, essendosi oramai riscaldata come gli altri che esprimevano ognuno il proprio parere, formando degli schieramenti.
- Sarebbe tutto più facile se avessi un figlio – buttò lì Anamaria che dapprima se n’era rimasta in disparte, attirandosi gli sguardi stupiti dei presenti e in particolare quello interrogativo di Jack: - Era solo un’ipotesi! – si difese arrossendo.
- Meno male! – proruppe Sparrow, attenuando il rimpicciolimento terrorizzato delle sue pupille.
- Sai, Jack, ci ho pensato bene – riprese a parlare Barbossa, mettendogli un braccio attorno alla spalla come si rivolgesse ad un vecchio amico – Credo che lascerò a te la Perla, dopotutto – dichiarò flemmatico e misterioso, facendo calare il silenzio anche fra tutti gli altri presenti.
- Che cos’ha che non va? – urlò di riflesso lui, fiondandosi a rimirare scrupolosamente l’amato veliero ancorato lì vicino.
- È la tua testa che non va, Sparrow! – ridacchiò Hector piegando all’indietro il collo – Io ho accettato la proposta di diventare il nuovo Capitano della Spettro. Fa comodo avere una nave invisibile per il contrabbando del mio tabacco – sostenne scaltro e soddisfatto. Così dicendo il maturo bucaniere si allontanò scortato da due uomini della Spettro e, i colleghi, ancora colti alla sprovvista da quel rivolgimento, lo videro imbarcarsi su quel vascello che spiegò le vele bianche inoltrandosi nella debole luce del crepuscolo.
Jack in un primo momento non si mostrò molto contento di aver riconquistato in quella maniera la Perla Nera, senza nemmeno aver dovuto lottare. Ma poi finì per assecondare il suo opportunismo che gli suggeriva di approfittare della buona sorte che una volta tanto alla fine sembrava averlo premiato. Perciò si fece accompagnare a bordo e stabilì di preparare danze e banchetti per salutare il suo tanto smaniato ritorno.

I pirati, impegnati da giorni a combattere nemici di ogni sorta, accolsero con incontenibile entusiasmo quell’occasione di svago e baldoria. La Perla Nera, la Murena e l’Olandese Volante, gettando le ancore in una piccola baia, vennero collegate da passerelle di legno e le loro ciurme, per nulla parsimoniose, condivisero cibo e bevande tirate fuori dalle stive.
Neppure il timore di essere avvistati da qualche nave militare di passaggio riuscì a trattenere la loro voglia di divertimento.
Jim era il beniamino di tutti: c’era chi lo chiamava per insegnargli giochi di carte o di dadi, chi gli chiedeva di raccontare le vicende degli ultimi giorni, chi di mostrare quello che sapeva fare con la spada. E lui era felice di accontentare tutti e della simpatia che suscitava.
Elizabeth e Anamaria, essendo le uniche donne, vennero invitate senza sosta a ballare dagli altri pirati, meno che dai loro amati che facevano i sostenuti. Finalmente riuscirono a sedersi un po’, lontane dai chiassosi canti dei marinai.
- Siete così simili. Come fai a non accorgertene? – bofonchiò Elizabeth, volgendo la faccia in un punto preciso del ponte.
- Chi? – mugugnò distrattamente Anamaria sorseggiando dal suo boccale.
L’amica sgranò gli occhi spazientita: - Tu e Jack! – al che lei emise un verso di fastidio alzandosi e appoggiando la schiena alla balaustra.
- Non ci credo che non ti piaccia – tornò all’attacco la Turner, con un sorrisetto furbo a sollevarle gli zigomi.
- Perché dovrebbe piacermi? – scandì quella, accentuando l’acidità della sua voce.
Elizabeth boccheggiò impreparata: - Perché lui è … Che ne so io! È a te che piace! – strepitò voltandosi per andarsene, ma nel farlo si scontrò con Will che era giunto dietro di lei: - Qualche problema? – le domandò premurosamente, notando la sua espressione alterata.
- Nessuno, amore mio! – gli rispose lei tirandolo a sé e baciandolo d’improvviso tanto forte da stordirlo – Andiamo? – lo incitò prendendogli il braccio e posandoselo sulla vita.
Lui annuì sorridente, circondandole i fianchi.
- Pensaci! – sibilò la bionda ad Anamaria, prima di incamminarsi con il consorte.
La piratessa dalla pelle ambrata non si mosse di lì, continuando a bere e a sbirciare Capitan Sparrow che, pensieroso, faceva altrettanto dal lato opposto della coperta.
- Sbaglio o ci stiamo allontanando dalla festa? – chiese Elizabeth al marito quando si rese conto che erano arrivati in una parte deserta del ponte della Perla.
Will si fermò e la contemplò intensamente scorrendo le dita tra i suoi capelli e fermandole dietro le sue orecchie: - Non mi piace la confusione, lo sai – ammise chinandosi per catturare la sua bocca, esprimendo tutto il desiderio che gli ribolliva nelle vene e che si trasmise ai nervi della donna le cui mani si allungarono per avvicinarlo di più a lei e assaporare altri baci.
Si interruppero nello stesso istante gettando un’occhiata verso la folla.

- Hai vinto!
- Non è possibile! – si arrabbiò Jim, lanciando sul banchetto le carte – Voi barate! – accusò suo nonno e Gibbs che risero alla sua reazione indispettita seccandolo ancora di più.
- Jim – lo richiamò la voce amorevole di sua madre facendolo voltare – Noi torniamo sull’Olandese – lo avvisò mentre stritolava il braccio di suo padre.
- Siamo un po’ stanchi – sostenne quello, guardando più lei che lui.
- Già – sospirò Elizabeth rizzandosi e scostando la fronte dal braccio dell’amato.
- Ma tu se vuoi puoi restare ancora un po’ – puntualizzò Will ed entrambi annuirono svelti.
Jim si sentiva preso in giro e non poté fare a meno di imbronciarsi: quanto stonavano quelle affermazioni con la luce eccitata che sprizzava dai loro occhi!
- Va bene. Ci vediamo domani mattina – li salutò rassegnato, sforzandosi di sorridere.
Sua madre gli si avvicinò per sfiorargli una guancia: - Buona notte – gli augurò tornando ad agganciarsi a suo padre.
Il bambino li osservò andare via a passi veloci, mano nella mano, e si voltò di nuovo verso Sputafuoco e Gibbs: - Certe bugie proprio non le sanno dire – borbottò annoiato alzando una spalla.

Will la sovrastava con ardore e delicatezza, gli occhi nocciola vibranti d’amore dentro i suoi, accarezzandole e stringendole languidamente i fianchi e le gambe nude con cui lei lo aveva possessivamente incatenato a sé: - Da ora e per tutto il tempo che ci sarà concesso, sarò completamente tuo – le sussurrò a pochi millimetri dalle sue labbra – cuore, anima e corpo.
Elizabeth solcò con dita febbricitanti il suo viso, la sua schiena e il suo petto, impadronendosi delle sue labbra con un bacio prolungato e voluttuoso che lui ricambiò con fervore, aderendo di più al suo ventre. Poi continuarono ad amarsi nella notte fino a che non li invase un dolce torpore.

- Allora, quale sarà la tua prossima meta?
Anamaria pensò che fosse strano come quel suo sorriso sornione la mettesse tanto in confusione quando era corredato dal suo sguardo penetrante: - Non credo che vi riguardi, Capitano – replicò sfuggente, restituendogli con gesto meccanico la bussola che gli aveva sottratto per sbaglio prima di finire sott’acqua.
Jack non riusciva a capire per quale motivo riponesse tanta speranza in un suo sì: dopotutto molte donne cadevano ai piedi di Capitan Sparrow senza che avesse bisogno di pregarle, gli sarebbe bastato rimettere piede a Tortuga e dispensare qualche frase infiocchettata per averne fino alla nausea.
- Anamaria sei una maledetta testarda – disse tutto d’un fiato trattenendola per un polso, impedendole di defilarsi come una gatta malfidata. Lei aggrottò la fronte: – Non era un’accusa. E nemmeno un insulto – le bisbigliò con calore, un attimo prima di premere la bocca contro la sua che si dischiuse piano al suo tocco esperto e vellutato.
- Capitan Sparrow! Anche voi! – lo sorprese Jim nauseato e deluso.
Quel pidocchio sceglie sempre i momenti meno opportuni”, si lagnò mentalmente Jack.
- È stata lei a saltarmi addosso! – si discolpò, ricevendo un immediato ceffone che gli girò la testa infuocandogli la guancia. Anamaria si allontanò furiosa, mentre il ragazzino rideva a crepapelle: – Vai a giocare con Gibbs! Aria! – lo cacciò via mimandogli di prenderlo a calci.  Quindi si affrettò ad inseguire quella sfuggente donna tra la massa di marinai sbronzi e canterini.

Quando Jack si riaffacciò sul ponte della Perla, l’indomani mattina, la ciurma non era ancora del tutto tornata sobria e bighellonava o dormiva un po’ dappertutto: - Animo, ingrati pelandroni! C’è una nave da salpare! – sbraitò richiamandoli all’ordine e loro tentarono di ricomporsi più presto possibile, andando a recuperare i compagni appisolati tra amache e botti di rum.
Capitan Sparrow si appoggiò alla balaustra del castello di poppa inspirando l’aria frizzantina, mentre scrutava inebriato il limpido e luminoso orizzonte.
Alla fine lei aveva ceduto. Erano stati insieme piacevolmente per parecchie ore, godendo della reciproca compagnia, ma prima dell’alba lo aveva svegliato bruscamente, con un bacio dolceamaro. “Ho una nave da salpare!”, si era giustificata raccogliendo in fretta tutti i suoi vestiti ed effetti disseminati per la cabina. E lui era stato troppo assonnato e troppo vigliacco per impedirle di scappare, di nuovo. O forse era proprio vero che non sarebbe mai stato capace di amare niente e nessuno più della Perla Nera. E del mare.
La avrebbe ritrovata, pensò, sollevando il coperchietto della bussola. L’ago puntava l’Olandese Volante. Ancora? Si risolse di seguire l’indicazione e tornò per l’ultima volta a bordo di quell’ormai familiare veliero.
- Hai di nuovo la Perla – gli venne incontro Sputafuoco – Cerca di non perderla più.
Lo ringraziò con gli occhi, poi fu la volta di Gibbs che gli si accostò piano e incerto: - Pensavo ti trovassi bene qui – insinuò squadrandolo offeso.
- È che mi sono ripromesso di coprirvi le spalle, signore – sorrise ruffianamente fino alle orecchie Joshamee.
- Al lavoro, dunque, mastro Gibbs! – gli ordinò lui divertito – E non farmi pentire di averti raccattato, nonostante tutto.
Il vecchio nostromo tornò di corsa sulla nave dalle vele nere, cominciando con zelo ad arringare ordini alla ciurma.
- Buon viaggio, Capitan Sparrow – si presentò immancabilmente Jim con l’aria di chi volesse farsi perdonare.
- Non c’è niente che vuoi chiedermi? – lo stuzzicò lui con un tono falsamente severo.
Il bambino scosse la testa senza alzarla dal pavimento: - Credo che vi arrabbiereste …
- Lo sai com’è che ci sono finito in bocca a quella bestia? – lo spronò sottovoce il filibustiere, piegandosi appena verso di lui.
- Un vero Capitano pirata non abbandona mai la sua nave e voi volevate difendere la Perla, anche se questo significava morire con lei – si accese di colpo di ammirazione il piccolo Turner.
Jack tentennò sbirciando i genitori del ragazzino in piedi lì vicino: - Io stesso non avrei saputo dirlo meglio – farfugliò con un sorriso forzato, passando oltre prima che lo trattenesse in altre smancerose esternazioni di stima.
Ma il caparbio Jim non fu soddisfatto di quella risposta sbrigativa: - E allora? Il kraken?
- Oh … non mi ricordo più molto … - ribatté lui distogliendo gli occhi in un punto indefinito e lisciandosi le treccine sotto il mento.
- Non ci credo – mugolò quello incrociando le braccia.
- È così mocciosetto – lo liquidò Jack con accento aspro, dirigendosi verso i Turner che lo osservavano sospettosi e perplessi.
- Anamaria se n’è andata e ha voluto a tutti i costi che le rendessi il Codice – lo informò Elizabeth prontamente, immaginando che le chiedesse qualcosa in proposito.
- Ci ha detto che lo porterà in Madagascar, dai restanti fratelli della Costa – continuò Will – Perché dice che noi non siamo per niente affidabili … - aggiunse un po’ crucciato, venendo cinto con un braccio dall’amata.
Jack riservò loro una smorfia compiaciuta e altezzosa: - Non ha tutti i torti – proruppe duramente, ma poi la sua espressione cambiò quando si posò sulle loro mani teneramente intrecciate: - Ah! Voi due vi volete talmente bene da far venire il voltastomaco! – asserì ironico dondolando le braccia lungo il busto. Quelli si scambiarono un’occhiata intenerita scuotendo la testa, raggianti e innamorati, al che il solitario pirata abbassò la fronte, sentendosi particolarmente infastidito da quella salda complicità. Chissà perché poi …
- E vogliamo bene anche a te – gli si gettò incontro Elizabeth in un moto d’affetto – Abbi cura di te – gli raccomandò con sincera amicizia, e Will e suo figlio dovettero iniziare a tossire per indurre Sparrow ad allentare la sua stretta lasciva sulla donna.
Jack si staccò col solito ghigno spaccone e cominciò ad avviarsi sulla sua nave: - A quanto pare ce l’ho fatta a restare l’ultimo dei pirati – gongolò attraversando spavaldamente la passerella.
- Ci sono anch’io, veramente – gridò Will di rimando, affacciandosi alla murata, mentre i marinai ritraevano l’asse di legno.
- Tu continuerai? – si voltò Sparrow sorpreso, sfidandolo.
- Fino alla morte – proferì senza alcun dubbio quello.
- Ci scontreremo – ribatté grave Jack, fermandosi anche lui con i gomiti sul parapetto.
- È probabile – rispose Will altrettanto serio, raggiunto prontamente da Elizabeth e Jim – Potremmo anche non incontrarci più.
- C’è anche l’altro mare – gli ricordò sibillino il collega, ammiccando irriverente.
- Lo conosco meglio di te. Non ti converrebbe – lo canzonò Turner, inquietando un po’ i suoi.
Sparrow si indicò: - Pirata – dichiarò indolente, abbandonando la balaustra per prendere il timone, copiato dal Capitano dell’Olandese.
- Ma per voi non significa nulla il concetto di pace eterna?! – esclamò estenuato il timorato Gibbs, sollevando le braccia al cielo.
Le sue parole si sparsero nel vento che si infrangeva sulle vele gonfiandole ampiamente.
I due vascelli più famosi dei Caraibi si separarono ancora una volta, navigando verso nuovi orizzonti, illuminati dalla calda luce dorata di un nuovo assolato giorno.

FINE
   
 
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