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Autore: The_Black_Magician    03/07/2005    4 recensioni
Un antico legame, magie arcane e creature oscure ecco come secondo me dovrebbe andare a finire la saga di HP. ragazzi è la mia prima fanfic quindi vi prego siate magnanimi e recensite grazie a tutti
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 23: Fuga

Gli ci vollero ben quindici minuti di camminata per arrivare all’ingresso della sontuosa villa, Harry si sorprese a pensare quanto quella tenuta potesse essere bella una volta; ora con quell’oscurità che incombeva e tutte quelle creature si respirava solo il tetro odore della morte. Ritornando rapidamente alla realtà, varco la soglia d’ingresso, la villa come il resto era irriconoscibile, i mangiamorte camminavano su e giù portando ordini, lanciavano occhiate ai nuovi venuti profondendosi in inchini ossequiosi vedendo che era Rodolfus.

Un mangiamorte si avvicinò inchinandosi:

“Sua Eccellenza è atteso dal Padrone nella sala del trono.” L’uomo curvo consegnò il messaggio e senza ulteriori indugi si dileguò.

“Andiamo” disse in un sussurro Harry e Lastrange si avviò facendo strada.

Si avviarono lungo un corridoio tappezzato di quadri, personaggi altolocati erano raffigurati nelle tele, naturalmente il ragazzo sapeva che i Lastrange come i Black erano una famiglia antichissima, perciò non si stupì molto dell’austerità che trasudava da quei volti; una doppia porta in legno pregiato si stagliava di fronte a loro, due mangiamorte e una decina di dissennatori vi facevano la guardia costantemente, nessuno li fermò, attraversarono la porta e si ritrovarono in un’ampia stanza rettangolare, alla fine della quale su un trono d’oro sedeva l’Oscuro Signore, ai suoi piedi i soliti, fedeli, lacchè: Bellatrix, Lucius, Codaliscia.

“Benvenuto Rodolfus, ci hai messo un po’ per tornare credevo fossi rimasto coinvolto anche tu nell’esplosione.” Disse con voce acuta e viscida Voldemort.

“Padrone, perdonate il mio inqualificabile ritardo.” Fu pronto a ribattere il servo.

“Non ti preoccupare, quisquilie, ma dimmi di Potter.” Il ghigno serpentino stampato in faccia, e la palese gioia che trasudava da tutti i pori.

“Mio Signore deve essere stato disintegrato dall’esplosione, di lui non vi era traccia, io mi sono dovuto nascondere Auror e Babbani dappertutto.” Fece scaltro l’uomo proferendo parole pensate da qualcun altro,

“Bene, mi piace l’assonanza che ha la parola disintegrato vicino al sudicio cognome Potter” rise il vecchio serpente, e insieme a lui tutti i suoi servi, poi riprese:

“Ora chiusa la pratica Potter, miei fidati generali, dobbiamo concentrarci su Hogwards e su quel paladino dei mezzimaghi: Silente”

“Mio Lord avete già un piano per radere al suolo quel vecchio castello?” lo sguardo di Bellatrix era un misto di pazzia e di odio, fremeva, stava già assaporando il momento della vittoria.

“Calma Bella, io non ho mai detto che raderò al suolo quel maniero, vedi quello diventerà il trono da cui governerò il mondo. Datemi pure del sentimentale ma mi è sempre piaciuto quel posto.” Ovviamente nessuno tra i presenti, tranne uno, sarebbe stato così pazzo o così impavido da dare del sentimentale all ‘Oscuro Signore.

“Scusate l’ardire, padrone, ma come farete a liberarvi di Silente degli insegnanti e anche di quei pezzenti dell’Ordine della Fenice?” ora era il fidato Lucius ad essere avido di particolari.

“Oh come al solito mio viscido amico, miri sempre al sodo.” Negli occhi scarlatti del demone balenò un brillio di follia.

“Grazie al mio nuovo gioiello, e anche all’aiuto del fu Harry Potter, avrò a mio servizio delle creature, al cui cospetto, gli esseri che bivaccano nella tenuta sono solo pulci. Grazie al loro aiuto schiaccerò il mondo intero sotto il mio tallone.” Improvvisamente l’attenzione del Signore Oscuro ricadde sull’ altra figura entrata con Rodolfus.

“Rabastan ti vedo taciturno, non gioisci anche tu delle buone novelle?” chiese puntando i famelici occhi rossi, nel chiaro tentativo di leggere la menzogna nella mente del servo.

“Padrone vi chiedo perdono, ma preferisco gioire, quando saremo in sala grande e voi siederete sul trono di Hogward.” Disse l’incappucciato, impassibile.

“Bene Rabastan, hai perfettamente ragione, dobbiamo rimanere concentrati, non si sa mai che il vecchiaccio babbanofilo, non tiri fuori dal suo cappellaccio parlante un brutto tiro mancino da giocarci.”

In quel preciso istante furono distratti dall’entrata di un mangiamorte, camminava curvo in segno di rispetto per il suo Signore, si avvicinò e si inginocchiò.

“Come osi disturbare questa riunione Avery?” chiese il Lord scrutando il nuovo arrivato, minacciosamente.

“Perdono padrone ma vi porto notizie interessanti, e ho pensato che avreste avuto piacere nel riceverle immediatamente.” Nella sua voce si distingueva chiaramente la nota di panico.

“Spero per te che siano davvero interessanti. Avanti parla”

“Riguardo alla fuga di notizie sui nostri piani, siamo finalmente riusciti a risalire alle spie”

“Ma bene, e dimmi chi sono” negli occhi della creatura si era accesa una luce famelica, Avery prima di rispondere lanciò uno sguardo preoccupato a due dei presenti.

“Mi dispiace dirlo ma sono Lady Malfoy e Lady Nott”. Disse in un soffio.

“Come osi accusare mia moglie spero per te che ci siano prove.” Rispose sibilando Malfoy, il suo comportamento non era dettato dall’amore per la moglie ma dal fatto che si stava accusando di tradimento un Malfoy. Bellatrix al tempo stesso era impassibile, mentre gli altri compreso Voldemort avevano gli occhi fissi puntati su Avery

“Inequivocabili, abbiamo intercettato un messaggio diretto a Silente eccolo mio Signore.” Porse una piccola pietra al suo Signore, con un gesto della bacchetta gli volò in mano e si illuminò, facendo apparire i volti di Narcissa, e Elen.

“Professor Silente, fate attenzione domani all’alba il Signore Oscuro attaccherà Hogwards e Hogsmade, con il suo esercito, purtroppo pare che Potter sia morto, mi raccomando tenete al sicuro i ragazzi.” I volti delle due donne erano scomparsi appena le parole si erano esaurite.

“Bene ora dove sono le traditrici?” chiese divertito lo stregone.

“Le ho fatte rinchiudere in cella nel sotterraneo.” Disse solerte il mangiamorte.

“Bene Avery puoi andare hai la gratitudine di Lord Voldemort. Fai venire Nott.” Il mangiamorte si rialzò e a grandi passi raggiunse l’uscita; dopo pochi secondi un altro mangiamorte si fece avanti.

“Bene bene, miei seguaci dopo i vostri marmocchi anche le consorti si sono ribellate a me, spero che almeno voi mi rimaniate fedeli?” puntò su di loro il suo sguardo indagatore.

“Mio Signore, poiché la sua fiducia in noi non abbia a vacillare laveremo quest’onta che grava sulle nostre famiglie col sangue.” Sibilò con voce strascicata Malfoy.

“Si Padrone, lo faremo. Inizieremo con le signore e poi con i marmocchi.” Gli fece eco Nott.

“Calma miei fedeli, vi permetterò di vendicarvi, ma a tempo debito. Prima c’è il piano da portare avanti e visto che Silente non ha informazioni, ho deciso che attaccheremo domani mattina.” Guardò tutti con sgardo compiaciuto, poi si soffermò su Rabastan.

“Rabastan, tu avrai il compito di scortare le signore Malfoy e Nott ad Hogwards saranno le prime ad essere giustiziate insieme ai loro insulsi figli. AHAHAHAHAHAHAAHAH”

“Come ordinate padrone, vado subito a prendere posizione” fece il gesto di inchinare il capo e si allontanò.

“Maledizione. Adesso mi toccherà salvare quelle due imprudenti. Si sono fatte beccare con le dita nella marmellata” con questi pensieri Rabastan alias Harry si stava dirigendo verso il sotterraneo,

sbuffando e imprecando mentalmente. Aveva dovuto modificare il suo piano ora non poteva, andare via o si sarebbero insospettiti, sarebbe dovuto partire dopo gli altri.

**************

Intanto nell’ufficio del preside di Hogwards era in corso una riunione, molte facce conosciute erano raggruppate intorno a Silente, c’erano i volti di spicco dell’Ordine: la famiglia Weasley, ad eccezione di Molly e Bill; Lupin, Tonks, Moody, Kinglsey; l’intero gruppo dei prefetti, alcuni emissari dell’alto comando Auror.

“Signori vi ringrazio per essere venuti così celermente, sono in nostro possesso informazioni, che non lasciano presagire nulla di buono.” Il vecchio preside aveva un’aria stanca ma al tempo stesso risoluta.

“Albus da chi hai avuto le informazioni?” chiese pacato Lupin.

“E spero siano attendibili” ringhiò Moody.

“Sono attendibilissime, con molta probabilità il prossimo obiettivo di Voldemort è Hogwards” disse ancora più stanco Silente.

“Ma il castello è inpenetrabile come faranno?” chiese uno degli auror.

“Purtroppo da Tom mi aspetto il peggio, quindi ho preparato un piano di sgombero della cittadina” agitò la bacchetta e sul tavolo comparvero alcune piantine sia del castello che di Hogsmade.

“Abbiamo deciso che gli abitanti che non sono in grado di combattere, verranno portati al castello, in paese rimarranno solo coloro i quali posso combattere.”

“Mi sembra un buon piano Albus e per il castello, non abbiamo abbastanza uomini?” fece l’altro auror.

“Alla difesa del castello penseranno le squadre scelte dei prefetti e i professori, tutti gli altri studenti saranno barricati con gli altri all’interno delle mura. Conto di poter respingere l’esercito di Tom ad Hogsmade, se anche così non fosse le forze arriverebbero qui decisamente assottigliate. E forse avremmo una speranza.”

“Albus spero non stia pensando ad Harry?” chiese Arthur titubante.

“Proprio così, lui è il nostro asso nella manica.” Sospirò il vecchio, però il suo sguardo nel parlare del ragazzo aveva riguadagnato il suo solito brillio.

“Non puoi pensare di affidare ad un ragazzino di sedici anni e ad un manipolo di ragazzini, seppur bravi a scuola, la difesa di Hogwards.” Sibilò scocciato uno degli auror, guadagnandosi le occhiatacce di tutto l’ordine e dei prefetti.

“Affiderei a Harry e a questi ragazzi la mia stessa vita.” Disse Silente accigliato con l’uomo che preferì non controbattere

**********

“Bene miei seguaci siete pronti?” la voce del Signore Oscuro risuonò per la grande tenuta facendo voltare le numerose creature.

“Tra poco partiremo, se eseguirete tutti gli ordini impartiti questa sera avremo Hogwards e l’intero mondo magico e ognuno di voi riceverà la ricompensa che tanto brama.” Un sonoro boato accolse quelle ultime parole pronunciate dal mago oscuro, che poi si rivolse ai suoi piu fidati collaboratori “Andiamo è ora di far visita al vecchio Albus.” E si smaterializzarono; nel mentre in un’altra ala del castello un incappucciato camminava deciso verso la sua meta.

“Dove state andando Signore?” fece un mangiamorte accortosi della sua presenza.

“Devo prelevare le traditrici” rispose perentorio.

“Io ho l’ordine di consegnarvele solo dopo l’annuncio della vittoria” rispose l’altro facendosi alquanto sospettoso.

“Stupeficium” il mangiamorte venne sbalzato contro il muro e svenne; Harry proseguì la sua corsa doveva sbrigarsi; arrivò davanti una cancellata che impediva il passaggio per i sotterranei due dissennatori stavano facendo la guardia.

“Demonae extincto” due raggi blu scaturarirono dalla sua bacchetta colpendo in pieno le due creature, ne rimasero solo i mantelli. Puntò la bacchetta al pesante lucchetto “Valicarum” e la cancellata si apri lasciando libero il passo. Ancora un corridoio, una rampa di scale ed eccolo finalmente, il sotterraneo con le celle forzò l’ultimo cancello e percorse a grandi passi il corridoio fino ad arrivare davanti ad una cella.

In quell’angusta prigione di pochi metri, incatenate per i polsi alla parete si trovavano due donne.

“Svegliatevi, dobbiamo andare” sibilò l’incappucciato alle prigioniere, continuando a scrutare il tunnel.

“Rabastan sei venuto per condurci da Lui?” chiese una delle due, nonostante la prigionia era bellissima: lunghi capelli dorati come la seta, lineamenti dolci e aggraziati e gli occhi erano azzurro cielo.

“Io non sono Rabastan” sussurrò facendo scattare la serratura della cella e introducendovisi.

“E allora chi sei?” chiese l’altra mentre venivano liberate.

L’aspetto dell’uomo cominciò a mutare i capelli, divennero nerissimi e molto scompigliati, gli occhi passarono dal nero pece, al verde più profondo che avessero mai visto e sulla fronte comparve una sottile cicatrice a forma di saetta. Alle due donne si mozzò il fiato e in coro pronunciarono il suo nome, “Harry Potter”.

“Si sono io, non abbiamo tempo da perdere ora filiamo dritti ad Hogwards!” fece lui perentorio

“Ma perchè ci stai aiutando noi siamo le mogli di due mangiamorte” fece Lady Nott.

“Perché sono convinto che un figlio non debba mai crescere senza l’affetto di sua madre. Ora ce la fate a muovervi?”

“Certo come ce ne andiamo da qui?” chiese Narcissa.

“Dobbiamo uscire dalla tenuta, qui non possiamo smaterializzarci e non funzionano neanche le passaporte.” Iniziò a dirigersi verso la fine del corridoio in quel preciso istante tre uomini, probabilmente scesi per fare qualche servizietto alle belle signore, varcarono la soglia del corridoio; si bloccarono istantaneamente, poi fissarono il volto del ragazzo e i loro occhi si allargarono,

“Allarme intrusi presto, Harry Potter è vivo e si è introdotto qui” iniziarono ad urlare

“Bastardi, Avada Kedrava” ruggi il giovane, uno dei mangiamorte si afflosciò a terra senza vita, ma ormai un rumore di passi proveniva dai piani alti erano stati scoperti.

“Statemi dietro, e preparatevi a correre” bisbigliò alle due donne che annuirono

“Toglietevi o farete la stessa fine” ordinò ai due uomini rimasti loro per tutta risposta gli spedirono contro due schiantincantesimi. Il ragazzo evocò una barriera che rispedì le due maledizioni ai rispettivi mittenti.

“Ve la siete cercata!” i tre fuggitivi oltrepassarano il corridoio e si gettarono a perdifiato su per le scale giunti all’ultimo gradino una sensazione, ben nota, di gelo calò su di loro.

“Dissennatori!” singhiozzo la Eleonor Nott.

“Andate via stracci volanti EXPECTO PATRONUM” il grande cervo d’argento prese a galoppare aprendo la strada ai tre fuggiaschi disperdendo le creature.

Destra, sinistra, destra correvano a perdifiato verso l’uscita “Correte signore siamo quasi fuori dalla villa” le incitava il moro; ma svoltato l’ennesimo angolo si trovarono la strada sbarrata da una ragnatela gigantesca sulla quale un’acrumantula gigantesca stava attendendo le sue prede.

“Inutile creatura, mi stai intralciando ARANIA EXUMAI” l’incantesimo schiacciò letteralmente la creatura alla parete strappando la resistente e tela, liberando il passaggio che li condusse all’atrio; della villa lo spettacolo che si parò davanti era agghiacciante: una trentina di mangiamorte con le bacchette sguainate era davanti a loro e Harry era solo le altre non avevano la bacchetta.

“Bene bene Potter ora sei nostro.” Sibilò un incappucciato nel tentativo di spaventarlo.

“Lasciatemi strada o ve ne pentirete” ordinò lui di rimando suscitando l’ilarità del gruppo.

“Ma guarda il moccc……….” Ma non finì la frase Harry mosse rapidamente la sua bacchetta e mormorò un incantesimo in una lingua sconosciuta, il pavimento crollò facendo precipitare gli incappucciati in un abisso senza fondo.

Le donne, ancora incredule a quello che avevano visto, si avviarono dietro al ragazzo senza fare domande; finalmente giunsero in giardino la scena era molto diversa da quella che aveva visto venendo. Erano rimaste ben poche creature le altre erano probabilmente state trasportate sul teatro della battaglia.

“Dannazione, dobbiamo muoverci o non faremo mai in tempo!” esclamò stizzito lui procedendo a grandi falcate vorso il cancello e annientando ogni creatura che gli si parava davanti, seguito dalle due donne visibilmente intimorite.

  
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