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Autore: Bellis    10/01/2010    4 recensioni
Un tentato furto in casa Watson apre le porte al delitto, ed il celeberrimo investigatore di Baker Street sembra essere l'unico al mondo in grado di sbrogliare la complicata matassa del mistero. Riuscirà ad aiutare il suo leale Boswell in queste oscure circostanze? [On Hiatus - e spero non per tre anni]
Genere: Avventura, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: betaggio di Samek, che ringrazio infinitamente per i consigli di carattere sintattico-lessicale-metrico. *____* Hai ragione a farmi notare questi errori - presterò maggiore attenzione in seguito!

Bebbe! Come son felice che il primo capitolo ti sia piaciuto! Grazie di averlo betato, e di averlo commentato! Non dubito che riuscirai a giungere in prossimità del bandolo della matassa anche prima di Holmes, una volta accumulati gli indizi necessari a creare un accettabile quadro generale! *___* Spero di non deludere le tue aspettative - il capitolo è un po' corto.

Samek, è una gioia leggere che hai apprezzato il primo capitolo *____* Ti ringrazio per i complimenti e l'incoraggiamento, che, per una scrittrice dilettante, è molto importante. Spero che mi farai notare potenziali discrepanze dallo stile e dal canone corretti - forse riuscirò ad apprendere qualcosa nella stesura di questa fanfiction :) Ah, in risposta alla tua domanda: gli aggiornamenti saranno - almeno lo spero - settimanali, salvo problemi con gli *brrrr* esami.

Orsù, svelti! Pronti e saldi! Ascoltiamo il...


Capitolo II - Il racconto di Clara Lee

Qualche spiraglio di un tiepido sole autunnale iniziava a penetrare la nebbia che ancora avviluppava gli edifici squadrati di Londra, mentre ci allontanavamo dalla carrozza dopo aver debitamente ricompensato il vetturino. Holmes non indugiò sulla soglia ed entrò non appena ebbi aperto la porta.

Scorgemmo d'improvviso una sagoma esile rannicchiata nel sottoscala, e sobbalzammo quando essa si mosse verso di noi - ero ancora piuttosto turbato dall'esperienza della notte, e giurerei che anche il mio amico fosse stato in qualche modo condizionato dal mio sentito resoconto.

"Oh, dottor Watson, è lei? Grazie al Cielo, è proprio lei!" invocò freneticamente una voce femminile.

Sospirai, sollevato: era la domestica che solitamente aiutava mia moglie a mantenere pulita ed in ordine la nostra casa. Occupava alcune stanze dell'appartamento vicino; in effetti, considerando retrospettivamente i fatti accaduti, mi stupii che ella non fosse stata destata prima dal tramestìo.

"Si calmi - sono solamente io." intervenni, alzando la mano verso la lampada ad olio dell'ingresso e trovandone la manopola.

La donna era in lacrime - non era più di una ragazzina, in realtà, e non fui sorpreso di vederla tremare e torturare un fazzoletto bianco che sembrava zuppo. Sopra l'abbigliamento formale teneva un grembiule, e la cuffia che le raccoglieva i capelli era stropicciata e malmessa.
Holmes ed io la accompagnammo di sopra, e lasciammo che esaurisse la crisi nervosa indubbiamente provocata da un enorme stress fortemente paragonabile a terrore.

"D-dottore," balbettò la giovinetta, "La luce era scarsa, ed io - oh, io sarei accorsa prima in suo soccorso... m-ma ebbi paura... non potevo muovermi... udii il frastuono di una colluttazione - oh, io non potei proprio chiamare aiuto!"

Potevo facilmente notare quanto l'investigatore si trovasse a disagio per questa manifestazione di pura ed inutile emotività. Ciò nonostante, interloquì col tono pacato che riservava ai clienti affranti, e dimostrando una notevole misura di inusuale pazienza per la seconda volta in quelle oscure circostanze.

"Signorina... Clara Lee..."

L'interpellata sobbalzò, "E' il mio nome - ma lei mi conosce così bene, signor Holmes? L'ho incontrata altre volte qui, è vero, ma non le ho mai detto come mi chiamo, ne son certa."

Il mio amico sorrise amabilmente, "E' ricamato sul suo fazzoletto."

Clara arrossì, abbassando lo sguardo su di esso e constatando la realtà. Un po' distratta dalla meraviglia per quella magica deduzione, tuttavia, si dimostrò più calma e meglio disposta al dialogo.

"Sarebbe estremamente utile che ci raccontasse ciò che ha visto e udito questa notte."

La ragazza annuì, "Sono stata molto impegnata, la sera scorsa. Dal momento che la signora Watson è fuori città, è stato compito mio rassettare tutti gli ambienti della residenza. Ho terminato verso le... due e mezza, forse le tre." esitò, continuando la narrazione a capo basso, "Mi sono ritirata nelle mie stanze, e... e mi sono apprestata a coricarmi. Ma... ho iniziato a sentire dei rumori."

"Che genere di rumori?" incalzò Holmes.

"Era qualcuno che avanzava nel corridoio. Pensai fosse il dottor Watson, mi accostai all'adito per salutarlo ed augurargli la buona notte... e fu in quel momento che mi resi conto che non si trattava di una sola persona, ma di due ben distinte."

"Come potè capirlo?"

"Dalle loro voci. Ero molto vicina alla porta della mia stanza, che dà direttamente sul corridoio. Non appena le prime parole furono giunte alle mie orecchie, constatai che non poteva assolutamente trattarsi del signore, e raggelata rimasi immobile. I passi avanzarono fino alla scala e si arrestarono da qualche parte sui primi gradini. Io tenevo ancora le dita protese verso la maniglia, non osando neppur respirare.

'Se ci desse problemi? Se quella tua testa dura avesse sbagliato i suoi calcoli?' ringhiò il primo.

'Limitati a prendere quello che devi, e svignatela. Hai capito?' fu la secca replica. La voce del secondo uomo pareva assai più lucida.

'Ma...'

'Sono questi gli ordini! Fai la tua parte e sarai ben pagato.'

'E va bene.' sibilò il secondo.

Il rumore dei loro movimenti si ripresentò, sommesso come prima, tuttavia era chiaro che i due si stavano allontanando l'uno dall'altro. Uno di essi lasciò la casa - lo vidi allontanarsi, dalla finestra della mia camera."

"Riuscirebbe a descriverlo, signorina Lee?" chiesi, d'impulso.

Clara crollò il capo, stringendo nervosamente le mani in grembo, "Mi dispiace, dottore - non era altro che una sagoma scura, mal vestita, alla luce dei lampioni. Il viso era coperto da un cappellaccio da marinaio. Non saprei dirle di più."

Non potei fare a meno di pensare che ci trovavamo di nuovo al punto di partenza: quale nuova informazione si poteva mai dedurre da un dialogo così vago e misterioso? Ciò che la domestica aveva sentito era ben poco - inoltre, era assai scossa, e temevo che anche quel poco che ci poteva riferire fosse distorto dalla sua fantasia di ragazzina.

Il mio amico evidentemente condivideva i miei dubbi, anche se i suoi occhi chiari rimanevano posati sulla sua interlocutrice, "Ricorda null'altro di quella notte?"

Sconvolta, la giovane accennò di sì, "Quelle grida acute, bestiali, signor Holmes - e poi, il passo del dottor Watson, e la sua esclamazione di orrore, e la fuga di quell'altro uomo... se uomo era, e non demone - oh, non riuscirò mai, mai a dimenticarlo!"

La signorina Lee ruppe in singhiozzi, e mi affrettai a rassicurarla che non mi era accaduto nulla di male, e che rimanere nascosta era stata certamente la scelta più saggia, quella che io stesso le avrei consigliato, se ne fossi stato in grado. Holmes, impassibile, attese che la riaccompagnassi alla sua camera. Quando ritornai, era appoggiato allo schienale della sedia, con quel vago accenno di distanza nel suo sguardo che mi suggeriva che stesse utilizzando le sue acute facoltà intellettive per riordinare i primi fili di quel complicato garbuglio.

Lo accompagnai nella stanza che io e Mary condividevamo: era una saletta abbastanza ampia, con una finestra alta che dava su Kensington Road. Il tavolo da toeletta di mia moglie era di fianco ad essa: su di esso torreggiava una candela che era stata presumibilmente prelevata dalla mia scrivania, che era collocata dirimpetto alla vetrata e, a parte questo fatto, era intonsa. Tutti i cassetti e i vani del mobiletto della mia consorte, invece, sembravano esser stati frugati, perquisiti a fondo, e sul tappeto erano sparpagliati gioielli, pettini, ed ogni sorta di accessorio.

"Uno strano furto, davvero." commentò il detective, con tono stridente e ironico, "Il ladro ha scelto di prelevare solamente una collana di pietra, fra tutti gli oggetti preziosi presenti. Hum! In effetti, il racconto della domestica sembra trovare riscontro - dalla quantità di cera colata dalla candela su questo piano di legno massiccio, sembra che sia stato qui solo pochi minuti. E data la fretta con la quale ha maneggiato il suo bottino, non prevedeva di trattenersi a lungo. Probabilmente aveva informazioni precise sulle sue abitudini e sui suoi impegni, dottore."

Holmes parlava più a se stesso che a me, ma in quel momento mi rivolse un breve sguardo meditabondo. Mentalmente, stavo facendo l'inventario di quell'accozzaglia disordinata di oggetti sparsi sul pavimento, e confermai ciò che prima avevo solo ipotizzato: la collana mancava, e null'altro.

"Non riesco a spiegarmelo - che interesse poteva mai avere nei confronti di un articolo di così scarso valore? Ha corso notevoli rischi per entrarne in possesso: l'ora precisa del mio rientro non era nota nemmeno al sottoscritto."

"Questi interrogativi sono prematuri e rischiano di distrarci dall'osservazione dei fatti, Watson." mi rimproverò severamente, "Ciò che possiamo affermare con certezza è che l'intruso non era alla ricerca di denaro: non ha toccato il suo scrittoio. Non ci troviamo di fronte ad un banale ladro, ma ad una persona pericolosa, sulla quale qualcuno - un suo complice, forse, o un mandante - sembra avere un notevole ascendente. A dimostrazione di queste due deduzioni abbiamo, rispettivamente, la scelta di un animale notoriamente aggressivo come difensore, e il dialogo riportato dalla signorina Lee, del quale non abbiamo ancora motivo di dubitare."

"Intende dire che potrebbe essere sospettata di complicità?" proruppi, incredulo.

"E' bene non ignorare alcuna possibilità, vecchio mio." mi fece notare, "Se escludiamo alcune delle strade disponibili, potremmo non trovare mai quella giusta verso la soluzione - Ah!"

Mentre parlavamo, il mio amico spostava le iridi grigie da una parte all'altra della stanza, scrutando ogni dettaglio, memorizzando qualsiasi particolare trovasse di fronte a sè. Si era chinato, ora, e mostrava con un indice ossuto un segno sul linoleum vicino all'ingresso.

"Sembrano segni di chiodi." notai.

"Coerenti con l'impronta di una scarpa. Non le suggerisce nulla?"

"Scarponcini chiodati!"

"Bravo, Watson." si congratulò Holmes, battendomi una mano sulla spalla, "Abbiamo a che fare con un operaio - ma questo non ci porta molto avanti, nevvero?" appoggiò le mani sul pavimento, studiando quelle tracce e seguendole con gli occhi attenti. In un attimo era accanto al muro, e ne prelevava un pezzetto di legno bruciato. "Era prevedibile che avrei trovato qualcosa del genere."

"Un fiammifero."

"Sì, dottore. Ci pensi bene - il nostro uomo si è fatto strada sino a qui con questo fiammifero, ha acceso la candela gettando poi il fiammifero di lato, l'ha posata sul tavolo da toeletta, ha iniziato la sua criminosa ricerca. Sentendola arrivare, ha spento la fiammella e in tutta fretta si è diretto all'uscita..."

Senza preavviso si rialzò, ed iniziò a percorrere nervosamente la stanza.

"Pochi indizi, Watson, pochi indizi!" borbottò, "Costoro sono stati estremamente attenti a non lasciare tracce che ci potessero condurre ad intraprendere una qualsiasi linea di pensiero. L'unico punto di anormalità, l'unica, per così dire, caratteristica peculiare di questo furto consiste nella presenza del babbuino - ed è da lì che inizieremo la nostra ricerca."

Allargai le braccia, non riuscendo a capire, "Holmes, come possiamo sperare di trovare un babbuino, tra un milione di abitanti presenti a Londra e chissà quante migliaia nella periferia?"

Mi favorì con un'occhiata impaziente, "Prima di tutto setacceremo il porto, in cerca di navi o battelli provenienti recentemente dall'Africa o da attigue zone meridionali. Nel caso in cui non avessimo successo, le opzioni rimaste sarebbero ben poche - circhi itineranti, o sedi naturalistiche. E in nessuno dei due luoghi vedo bene il nostro rozzo ladro - no, il racconto di Clara Lee ci indica il porto: vestiti malmessi, accenti rudi, un cappellaccio da marinaio."

"Un gran numero di rotte commerciali interseca i porti africani," osservai, "Potrebbe non essere semplice trovare lo sconosciuto aggressore."

"Ah, dottore," mi zittì lui, "quale vascello da carico o grande nave passeggeri terrebbe a bordo un animale selvaggio onnivoro e potenzialmente dannoso per la merce e per l'equipaggio? Rifletta, Watson! - si tratta certamente di una chiatta o un piccolo battello a vapore, qualcosa che possa essere manovrato da pochi esperti di navigazione."

Abbassai lo sguardo, comprendendo le argomentazioni del mio amico. Raccolsi l'astuccio della collana, ora vuoto. Holmes si avvicinò e studiò la piccola scatola foderata in velluto.

"Nessun marchio del fabbricante, nessuna nota. Molto strano."

"Strano?"

"Curioso, sì." prese in mano la piccola scatola allungata, dalla forma rettangolare, e la aprì, "Me l'aspettavo. Guardi qui - il velluto interno è differente da quello all'esterno. I passanti della custodia sono stati ricavati a misura, e l'imbottitura è stata aggiunta successivamente alla fabbricazione della stessa."

"Intende dire che non è l'astuccio originale della collana?"

"Esattamente, Watson. Questa custodia è stata modificata. Vede la cucitura del velluto, qui? Nota quest'altro punto, dove è stato utilizzato del materiale collante per mantener saldo il fondo di legno al rivestimento interno? E queste slabbrature sul dorso e in prossimità della cerniera? L'imbottitura, invece, è nuova. Possiamo supporre che sia stata sostituita, da una persona che voleva rendere più presentabile un regalo, forse. Ma ciò non spiegherebbe come mai non ha fatto cambiare anche il velluto esterno. Inoltre, il lavoro artigianale è di assai scarsa qualità."

L'investigatore richiuse la scatolina e se la mise in tasca, con aria pensierosa.
"Ritorniamo a Baker Street, amico mio - ho necessità di riflettere, e le indagini al porto non possono aspettare. La sua intuizione era giusta: questo enigma nasconde ben più di un comune furto."

"Forse dovremmo chiedere alla signorina Lee di farsi ospitare da qualche parente, Holmes. Non mi fiderei troppo a lasciarla da sola qui."

Sorrise alla mia preoccupazione, "Buon vecchio Watson! Non credo che la giovane Clara Lee corra dei pericoli. Il delinquente ha trovato e portato via ciò che cercava, è improbabile che ritorni sulla scena del delitto."

Detto ciò, si apprestò a mettere in pratica quel che aveva preannunciato. Lo seguii celermente, e in cuor mio non mi sarei affatto meravigliato se il mio stravagante commilitone avesse lasciato la domestica sul posto solo per avere un testimone a possibili futuri eventi d'interesse.

Ma non feci parola di questo mio pensiero, e strinsi più forte l'impugnatura del bastone, ritornando nell'umido freddo della City.


***************************

Note dell'Autrice
Ebbene.
Ora sappiamo cosa è successo sul luogo del furto.
Conosciamo le opinioni di Holmes in merito.
Mancano ancora molte informazioni al quadro generale: chi sarà il misterioso marinaio? E chi il suo complice? Quale criminoso intento li avrà condotti a Londra? Che ruolo avrà la signorina Lee in tutto ciò?

Le risposte... prossimamente.


   
 
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