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Autore: RICA    10/01/2010    3 recensioni
Harry si ritrova all'improvviso destinatario di uno strano testamento del nonno ricomparso all'improvviso. L'unico problema è che non sarà il solo!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

 

 

 

 

Quando tornarono a casa quella sera erano entrambi pensierosi. Uno strano silenzio serpeggiava tra di loro, carico di frasi non dette e domande taciute.

Appena scavalcarono la finestra si ritrovarono entrambi a fissare il piccolo e desolante lettuccio addossato alla parete.

-Potter sei maggiorenne no?- chiese all’improvviso Draco

-che domande! Certo che si!-

-e allora spiegami perché fino ad ora non hai mai usato la magia! Sei un mago! Per Merlino!- fece esasperato, ma vedendo che Harry non capiva il senso della sua sfuriata decise di passare direttamente ai fatti assumendo per un istante un aria da saccente e quello sguardo da so tutto io somigliante molto a quello di Hermione quando entrava in modalità maestrina.

-allora Potter questa si chiama bacchetta- fece sfilandola dalla tasca dei pantaloni- e con questa si fanno magie, come questa- disse agitandola e facendo di colpo ingrandire la stanza del doppio - o questa- e con un altro movimento deciso del polso il piccolo letto si trasformò in un ampio e comodo letto a baldacchino, simile a quelli presenti nei dormitori di Hogwarts.

-notevole Malfoy- fece Harry appoggiato al muro – ma ora ti faccio io una domanda: da quanto tempo, anzi quante ore, sono diventato maggiorenne?

-più o meno 24 ore-

-è bravo, vedo che sai contare oltre che fare magie. Ti volevo informare che nei miei progetti su ciò che avrei fatto una volta diventato maggiorenne non era contemplato rimanere qui una volta avuta l’occasione di evadere da questa gabbia, per cui non mi sono minimamente preoccupato di cambiare l’arredamento della mia stanza-

-e allora illuminami. Dove saresti andato? In quella topaia che i Weasley insistono a chiamare casa?-

-non li offendere e poi no, non sarei andato alla Tana-

- e dove allora?-

-credo che sarei andato a casa di Ibra. Mi ha sempre proposto di metterci insieme in affari e sarebbe stata l’occasione buona. Senza considerare che tutte le attività sono nel mondo babbano quindi non avrei scandalizzato tutti i ben pensanti che mi vedono come una povera, piccola, innocente verginella da proteggere da tutto e tutti.-

-e ora non ti sembra di aver fatto proprio ciò! Dopotutto la famiglia è ben piantata nel cuore del mondo Magico. Cosa diranno i benpensanti ora? Non ti importa più?-

-non che prima mi importasse particolarmente. Era un ragionamento fatto solo per quieto vivere. Senza troppe complicazione e senza stare troppo sotto l’occhio di tutti. Ora è diverso. Questa è una questione strettamente familiare e personale. Forse la prima nella mia vita-

Draco si limitò a guardarlo fisso per un po’ poi si girò e si iniziò a spogliare

-non so tu cosa preferisci, ma il lato vicino la finestra è il mio!- disse sbottonandosi i pantaloni.

-mmm- mugugnò Harry in assenso, improvvisamente troppo concentrato a sbirciare il corpo del compagno per rispondere, il quale si era già tolto la maglia e ora era rimasto a petto nudo.

-allora? Che fai ancora li impalato?-domandò rimanendo in boxer e infilandosi sotto le lenzuola.

Harry non potè fare altro che seguire il suo esempio.

 

 

Quella mattina Harry e Draco si svegliarono molto tardi,con la testa ancora frastornata per il troppo bere della sera precedente.

Per essere proprio pignoli il primo ad aprire gli occhi fu Harry, richiamato alla realtà dal suo stomaco che iniziava a brontolare reclamando cibo.  

A quanto pare durante la notte si era mosso nel letto dando le spalle al biondino così quando si girò per svegliarlo rimase per un secondo immobile.

Malfoy era allungato tutto rannicchiato su se stesso con una mano sotto il cuscino e l’altra stretta a pugno vicino il suo volto. A conferire a quella particolare visione un aria ancora più tenera erano i lineamenti del volto morbidamente distesi in un espressione rilassata ben distante dalla maschera che era solito indossare. I capelli disordinatamente sparsi sul cuscino a creare una soffice aureola dorata intorno al suo volto gli conferivano una involontaria sensualità dalla quale di Harry rimase colpito, come se fosse investito da un immagine di incredibile potenza erotica a malapena tenuta a bada. Harry dovette un secondo scuotere la testa per scacciare quegli strani pensieri molesti che aleggiavano nella sua mente prima di trovare la voce per chiamarlo.

-hei Mlafoy!- fece piano ricevendo in risposta solo un leggero mugugno – vedi di alzare le tue regali chiappe dal mio letto se hai intenzione di mangiare, altrimenti credo proprio che dovrai aspettare ora di cena-

-mmm Puppy ma che vuoi? Non vedi che sono stanco?- bofirchiò rigirandosi tra le lenzuola

-Poppy un corno Malfoy! Per chi mi hai preso? Per il tuo elfo domestico?-

-Potter?-

-esatto Potter!-

-ma cosa…- fece il biondino trovandosi per un momento spaesato non riconoscendo subito la stanza dove si trovava e le circostanze che lo avevano condotto li.

-oh!-

Harry evitò di infierire ulteriormente e si limitò a guardarlo storto.

-già oh! E ora vedi di alzarti-

-nooo Potter nono! Quando è pronto io scendo- ribadì il biondino rigirandosi sotto le coperte.

-ok- fece Potter-quando hai fame la cucina è sotto. Le pentole sono nella credenza e il cibo è nel frigo. È tutto- disse uscendo dalla stanza.

Non dovette neanche aspettare un minuto che lo sentì scendere svogliatamente le scale.

-Potter questo è un ricatto bello e buono!- fece sedendosi al tavolo della cucina

-ho imparato da te Malfoy. Non sei orgoglio so di essere stato il mio maestro?-

-No- disse sbadigliando e sporgendosi dalla sedia per vedere cosa stesse cucinando il ragazzo –dall’aspetto sembra buono. Cosè?-

- pancetta e uva strapazzate. Purtroppo in frigo non c’è altro-

-non fa niente,va benissimo così-

-ma non ci sono i tuoi parenti oggi?-

-no, sono usciti a fare una allegra uscita familiare. Hanno lasciato un biglietto da qualche parte per avvertirmi che non ci sarebbero stati per tutta la settimana-

-ottimo. Non sopportavo già averli intorno-

E così senza rendersene conto i due iniziarono a fare colazione in perfetta pace, scambiandosi qualche frecciatina che gli fece ridere insieme e iniziando a far sbocciare una sorta di pallida amicizia.

  
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