Parlami
d’Amore
Erano
le otto. Avevo passato tre ore in compagnia della Serpe
platinata ed il tempo, tra battutine acide e prove di scarpe varie, era
passato
troppo velocemente per i miei gusti. Avevamo appuntamento
l’indomani sempre
alla solita ora e nel suo dormitorio. Tutto sommato mi stavo divertendo
molto a
conoscere Scorpius; in cinque anni trascorsi in questa scuola tra noi
due c’era
sempre stata l’indifferenza totale o quasi, ci limitavamo a
salutarci tanto per
educazione dato che molte nostre lezioni erano in comune. Senza
guardarmi
intorno entrai nella sala comune puntando dritto verso una poltrona di
velluto
rosso davanti al caminetto. Stavo congelando e quel fuoco che
scoppiettava
allegro sembrava urlare il mio nome; ma i miei cugini mi sbarrarono
improvvisamente la strada. Avevano tutti e due le mani sui fianchi e in
viso un
cipiglio severo.
-Cugina!
Ma dove sei stata?- mi domandò Albus mentre un ragazzino
prendeva posto sulla mia poltrona tanto desiderata.
-E
non dire “in biblioteca”, perché non ci
crediamo! Siamo stati
lì tre ore per finire quella dannatissima ricerca di
Pozioni!- si intromise
Dominique, splendida come al solito, al suo fianco.
Oh
merda e ora che li racconto?, pensai. Ero sempre stata una
frana nel raccontare bugie, in particolare a loro due che oltre ad
essere miei
cugini erano i miei migliori amici e di conseguenza mi conoscevano
meglio delle
loro tasche. Uffa!
-Sono
stata da Hagrid- risposi, assumendo un tono, che a me era
parso, convincente.
Dominique
inarcò un perfetto sopracciglio dorato –Tre ore?-
chiese
scettica.
-Mi
ha chiesto di dargli una mano nel preparare una lezione per
gli alunni del terzo anno dato che nella sua materia vado
eccellentemente-
inventai di sana pianta. Sinceramente? Ho sempre odiato questa materia,
Hagrid
non aveva perso il vizio di portare a lezione delle creature disgustose
e
pericolose perciò la studiavo solo per fare un favore a
Mamma e Papà.
Loro
annuirono per niente convinti. –Non ci starai nascondendo
qualcosa, vero Rose?- mi domandò con tono leggermente
accusatorio Albus,
Che
sapessero qualcosa? Naaa, impossibile! Scossi il capo,
fingendomi offesa per quell’insinuazione –Siete i
miei migliori amici! Non
potrei mai!- esclamai sorridendo.
-In
giro, però, girano certe voci…chiacchiere di
corridoio,
sicuramente- disse Albus –Dominique diglielo tu, avanti! Ma
prima sediamoci!-.
Mio cugino mi prese per mano e mi trascinò su una sedia
vicino ad una delle
tante finestre della sala. Dominique ci seguì sbuffando. Lei
odiava tutti
questi giri di parole, proprio come me. Si appoggiò al
davanzale con i gomiti e
puntò i suoi occhi verdi su di me, studiandomi.
-Premettendo
che io non ho creduto neanche per un attimo a queste
parole ma…- prese un respiro –Benjamin
Nott ha detto ai quattro venti che
tu e…Malfoy…ve la spassate in gran segreto nei
dormitori delle Serpi- mi spiegò
rapida.
Albus
iniziò a ridacchiare –Veramente ha detto, testuali
parole,
che tu e Malfoy scopate in gran segreto e che oggi sei stata chiusa nel
dormitorio dei Serpeverde per ben tre volte ore- precisò
Albus tornando a
ridere.
-Essere
così volgari non è nel mio stile, Al- lo
rimbeccò
Dominique guardandolo storto.
Io
rimasi zitta, sconvolta da quelle parole. Pensando solamente
“Oh cazzo!”.
-Chi
tace acconsente!- canticchiò Albus.
Lo
incenerì con lo sguardo –Ti conviene stare zitto
se non vuoi
essere preso a calci nel sedere seduta stante!- esclamai –Io
quel deficiente di
Nott lo ammazzo! Come diavolo si permette di mettere in giro queste
voci?
Falsissime, ve lo assicuro!- ringhiai.
-Come
volevasi dimostrare- disse tranquilla quella santa ragazza
di mia cugina –Non ti preoccupare Rose, l’ho
già sistemato io, quel cretino –mi
rassicurò con un sorrisino sul volto.
-Cioè?-
domandai interessata.
-Se
te lo dicessi come prefetto dovrai togliermi qualche
punto…ma
non credo che riaprirà bocca tanto facilmente comunque-
-Questo
però –si intromise pungente Albus –Non
spiega perché
questo pomeriggio hai trascorso TRE ore con Malfoy, mentendoci!-
Sbuffai,
ma cos’era questo terzo grado? Non avevo mica ucciso
nessuno!
-Beh…se
proprio volete saperlo…prendo ripetizioni di Astronomia da
Malfoy- dissi tutto d’un fiato. Le espressioni di stupore che
si dipinsero sul
volto di Albus e Dominique furono perfettamente uguali e se la
situazione non
fosse stata così tragica mi sarei messa a ridere.
-Non
ci credo!- dissero all’unisono sconvolti.
-L’infallibile
Rose Weasley non è poi così infallibile! Prende
ripetizioni!- esclamò deluso Albus –Quasi quasi
preferivo che andassi a letto
con Malfoy!
-La
distruzione di un mito- gli diede man forte Dominique
-Mi
ha spiegato solo un concetto microscopico! Niente di cui
preoccuparsi- cercai di tranquillizzarli, pentendomi subito della balla
che
avevo rifilato loro.
Perché
il destino ce l’aveva tanto con me?
-Ora
scusatemi ma ho ancora da finire quella ricerca di Pozioni-
mentii dato che l’avevo terminata il pomeriggio stessa che ci
era stata
assegnata. Stampai un bacio sulla guancia a tutti e due e
frettolosamente corsi
verso il dormitorio.
Il
giorno seguente mi svegliai come sempre in anticipo rispetto
alle altre sette ragazze che dividevano il dormitorio con me
–inclusa
Dominique- per fare una doccia. Odiavo trovare il bagno in disordine o
il
pavimento allagato dove correvi il rischio di slogarti una caviglia.
Neanche
l’acqua bollente riusciva a scacciare i mille pensieri che
mi tormentavano sapendo cosa mi aspettava da li a poche ore: Scorpius
aveva
deciso –senza ovviamente chiedere il mio parere- che quel
pomeriggio ci saremmo
occupati dei miei nuovi vestiti. Ovviamente non stavo nella pelle, ero
troppo
curiosa di conoscere quale sarebbe stato il mio nuovo look,
ma mi
preoccupava da pazzi il pensiero di come avremmo fatto a procurarci i
vestiti
dato che non era prevista nessuna gita a Hosmeade quel giorno; e a meno
che
Scorpius non sapesse far comparire vestiti dal nulla da un capello a
cilindro,
nel suo fantastico piano vedevo una falla grande quanto Hogwarts.
Conoscendo il
cervellino bacato di Scorpius quella falla sarebbe stata riparata con
qualcosa
di illegale.
Illegale
voleva
dire infrangere le regole. Infrangere
le regole poteva portare solo guai.
Guai significava
correre il rischio di essere scoperti e
di conseguenza espulsi!
Essere espulsi
equivaleva a non avere un titolo di
studi e perciò sarei rimasta senza
lavoro e la mia
vita sarebbe andata in rovina
se, naturalmente, i miei
non mi avessero ucciso prima. Mamma
e Papà
naturalmente finirebbero in cella a vita
e Ugo
sarebbe stato costretto a vivere in un orfanotrofio dove
l’avrebbero preso in giro per le sue
lentiggini e capelli rossi.
Lui si sarebbe drogato uscendo fuori
di testa e
diventando il nuovo mago Oscuro
di tutti i tempi e sarebbe morto
prima dei vent’ anni
facendo scoppiare Nonna Molly dal
dolore. Nonno Arthur…
Una
serie di violenti colpi alla porta mi distrassero dai miei
pensieri. Che tu sia benedetto…benedetto! Chiunque
tu sia!
Uscì
dalla doccia velocemente, indossando il morbido accappatoio
rosa.
-ROSE!
Anche noi dovremmo usare il bagno!- gridò Katie da dietro
la porta.
-Se
finisci tutta l’acqua calda ti ammazzo!-
urlò Dominique.
Se
il buongiorno si vede dal mattino…forse è meglio
che torni a
dormire!
Alzai
gli occhi dalla pergamena, sbuffando rumorosamente. Mi girai
dietro per controllare…come previsto i miei compagni di
classe mi stavano
guardando. Possibile che quel deficiente di Nott avesse già
spiattellato la sua
versione, totalmente sbagliata, della mia permanenza nel dormitorio
Serpeverde?
Io a letto con Malfoy…mah! Cose da pazzi. Scorpius seduto in
ultima fila
sembrava indifferente alle occhiate e alle voci che circolavano su di
lui e
continuava a chiacchierare con un altra Serpe…pagherei oro
per avere la sua
stessa tranquillità, ma come diavolo faceva? Immaginavo la
faccia del suo
piccolo “flirt” biondo…mi avrebbe
cercato per spezzarmi le gambe, sicuramente.
Sentii dei borbotti alle mie spalle e afferrai quel che
bastò per farmi perdere
la pazienza. Mi girai verso Dominique che seduta alla mia destra come
un angelo
custode, disegnava sulla pergamena piccoli scarabocchi invece di
prendere
appunti, ma quel giorno non ero in vena di rimproveri –Ti
prego, dimmi che
nessuno mi sta guardando- le dissi.
Alzò
lo sguardo dal foglio –Nessuno ti sta guardando, osservano
solamente il grosso brufolo della Garret- mi annunciò
ubbidiente.
Cugina
te l’ho già detto che ti adoro?
Facile…devo
solo convincermi che le parole di Dominique sono vere,
come se fosse facile!
Albus,
seduto alla mia sinistra smise per un attimo di infastidire
la ragazza seduta davanti a noi –Peccato che la Garret non
abbia nessun brufolo
e che la classe stia guardando te, Rose! Accettalo… sei
diventata la notizia
del giorno…o dovrei dire della settimana?-
Cugino
te l’ho già detto che ti odio?
Incenerì
Albus con lo sguardo, non che se ne accorse naturalmente era
già tornato a rompere le scatole alla povera ragazza che
cercava di seguire la
lezione.
Mike
Parker, seduto dietro di me, mi chiamò consegnandomi un
bigliettino stropicciato. Lo aprì incuriosita cercando di
non farmi notare dai
miei cugini. Sbirciai Dominique che continuava a disegnare imperterrita
e con
una mano aprì il foglietto lisciandolo con
l’altra. Perfetto era di Scorpius…se
mi scriveva durante le lezioni che avrebbero pensato gli altri? Ma
soprattutto
che avrebbe pensato Thomas se mai p’avesse saputo? Che
situazione di merda.
Cambio
di programma: appena finisce questa lezione troviamoci al
secondo piano, vicino all’arazzo di Sir Hamilton e le vecchie
armature.
Salteremo l’ultima ora di lezione. Fingi un mal di testa. Ci
daremo allo shopping
sfrenato. Non lagnarti come tuo solito e fai come ti ho detto.
S.M.
Oh
cielo! Malfoy era un pazzo! Mi voltai leggermente verso di lui
e vidi che mi osservava, mi fece l’occhiolino accompagnato
dal suo solito
ghigno e poi tornò a parlare con il suo amico. Avrei voluto
strozzarlo! Shopping
sfrenato? Preoccupante! E come avremmo fatto? Decisi di
fidarmi di
Scorpius…in fin dei conti ero stata io ad andare da lui per
chiedere aiuto. E
Scorpius gentilmente (già proprio gentile!) aveva accettato
senza chiedere
nulla in cambio. Guardai l’orologio mancava poco meno di
dieci minuti alla fine
della lezione…cioè io avevo soltanto DIECI
minuti…adesso nove e novantasette
secondi… per prepararmi psicologicamente alla balla che
avrei dovuto dire ai
miei cugini. Mal di testa? Che scusa idiota! Neanche un po’
di fantasia…Malfoy
mi deludeva. Pensa Rose, pensa…una bella scusa che nessuno
avrebbe potuto
mettere in discussione. Eureka! Mi girai verso
Dominique assumendo un
aria sofferente.
-Dom
– sussurrai, non volevo che Albus mi sentisse o sarebbe stato
ancora più difficile –Non credo che
verrò a Trasfigurazione-
-E
perché?- mi domandò, spostandosi un ciuffo di
capelli che le
ricadeva sugli occhi.
-Ho
un fortissimo mal di pancia…sindrome premestruale-
Lei
annuì, consapevole –Ok, non ti preoccupare-
-Mi
raccomanda segna tutti i compiti e prendi appunti- mi
raccomandai.
-Certo…farò
la tua segreteria! –sorrise -Se hai bisogno di qualche
antidolorifico cerca nel mio baule-
Ben,
era andata! La scusa del ciclo funzionava sempre. La usava
spesso Victorie quando aveva un appuntamento con Teddy…sono
o no un genio?
Appena
la campanella suonò, mi guardai intorno per cercare
Scorpius ma non vedendolo capii che era già andato via.
Schizzai anche io fuori
dall’aula in un baleno…se Albus mi avesse rivolto
qualche domanda gli avrei
confessato tutto!
Arrivai
al secondo piano trafelata e con una fitta al fianco
dolorante, avevo fatto una corsa pazzesca per non essere scoperta dal
vecchio
Custode o per non incontrare Pix. Mi appoggiai ad un armatura
respirando
profondamente e cercando di nascondermi…dove diavolo era
Scorpius? Se qualche
professore fosse passato da lì scoprendomi, cosa mai avrei
potuto dire?
-Weasley!-
sentii chiamarmi a poca distanza da me. Spiai il
corridoio: era deserto. Benissimo! Sentivo anche voci inesistenti!
Forse stavo
impazzendo…frequentare Malfoy mi aveva portato alla pazzia.
Incredibile!
-Weasley!-
Dovevo
andare da Madama Chips…sisi. Sporsi il capo per controllare
nuovamente, ma colpii con la fronte qualcosa di duro provocandomi un
acuto
dolore. Cosa stava succedendo? Mi portai una mano in testa, quando
all’improvviso vidi Scorpius spuntare dal nulla, anche lui
teneva una mano
stretta sulla fronte.
Ero
pazza, fuori come un balcone.
-Weasley,
sei proprio un’idiota! Cazzo che dolore!- esclamò
furibondo.
-Scorpius?
Ma che diamine..?- domandai, non stavo capendo
veramente nulla di quella situazione pazzesca.
-Merlino,
che cretina! Ho un mantello
dell’invisibilità! Me
l’ha regalato mio padre. - mi spiegò, sventolami
davanti agli occhi un mantello
molto simile a quello di James e Albus. Anche se il loro era speciale
ed unico
nel suo genere; quello di Scorpius doveva essere una specie di
imitazione
dell’originale.
-Ahh!
E dirlo prima no?- domandai acidamente.
-Bando
alle ciance Rose, sei una mentecatta rassegnati. Ora se
vogliamo andare…a causa tua abbiamo già perso
troppo tempo- mi accusò
ingiustamente –Il nostro piano è quello di
scappare da qui senza essere visti,
per andare a Hosmeade. Ci rimangono solamente cinque ore per comprare
tutto
l’occorrente- , mi buttò sopra il mantello e
prendendomi per un braccio mi
trascinò lamentandosi della mia testa dura e del suo dolore
in fronte -Se mi si
gonfia giuro che ti uccido- mi minacciò.
-Ed
io ti denuncio- risposi mentre lui mi trascinava come un
cagnolino obbediente al guinzaglio a spasso per la scuola. Stava
cercando di
uscire dal portone principale.
-Ma
se sei morta come fai a denunciarmi?- mi domandò, inutile
dirlo, ghignando.
-Un
modo lo …-
-Zitta!-
mi interruppe, fermandosi di botto.
-Cosa?
Tu a me zitt…- ma non riuscii a completare la frase
perché
il biondastro al mio fianco mi portò una mano sulla bocca
soffocando le mie
proteste; poi fece aderire il suo corpo al mio e si strinse
al muro.
Proprio in quel momento il vecchio custode con un’energia che
non si addiceva
alla sua tarda età passò affianco a noi.
-Tesoro
andiamo –disse rivolgendosi alla sua gatta Mrs Purr Terza,
che lo seguiva come un’ombra dopo la brutta disavventura con
James –Dobbiamo
ancora controllare il terzo piano- annunciò mentre quel
felino diabolico
guardava nella nostra direzione. Poteva vederci? Sfortunatamente non lo
sapevo,
il mio cuore aumentò i battiti.
Sentivo
la mano calda di Scorpius premere ancora sulla mia bocca.
Credevo che la sua pelle fosse fredda come il ghiaccio ma mi sbagliavo,
totalmente. Era morbida nonostante i duri allenamenti di Quiddich. Il
suo capo
si poggiava sui miei capelli, la mia testa contro il suo petto, i
nostri corpi
spiaccicati l’uno sull’altro in un contatto troppo
intimi per i miei gusti.
Respirai il suo profumo: era buono, dolce. Un odore che mai mi sarei
aspettato
appartenesse ad un tipo come lui. Anche se Gazza aveva salito le scale
sparendo
alla nostra vista, lui rimaneva stretto a me. Alzai lo
sguardo mentre lui
lentamente liberò la mia bocca lasciando cadere il braccio
lungo il corpo.
-Se
n’è andato- gli feci notare.
-Già-.
Si spostò completamente lasciandomi sopra una strana
sensazione. Scorpius si strofinò una mano sopra il mantello
disgustato (al
contrario di me lui non indossava la divisa), -Che schifo Weasley, ho
la mano
infettata dalla tua saliva-.
Annuì
solamente. La mano con cui mi aveva tappato le labbra era
l’altra. Ma non glielo dissi, capivo le sue sensazioni, erano
identiche alle
mie.
-Si
sta facendo tardi, sbrighiamoci o non finiremo in tempo- mi
disse prendendo a camminare velocemente. Io lo seguì in
silenzio, riflettendo.
Il
tragitto per arrivare a Hosmeade non durò molto o a me,
almeno,
parve così, ero totalmente persa nei miei pensieri.
Immaginavo Thomas quando mi
avrebbe visto con i miei nuovi vestiti. Sarebbe corso da me ed io
finalmente
potevo tornare ad essere felice. Sarei diventata come lui mi voleva.
Come tutti
mi volevano.
-Allora
–iniziò Scorpius appena entrati nel paese,
guardandosi
intorno –Inizieremo prima con i vestiti. Naturalmente ci
serve tutto: dagli
abiti per ogni giorno a quelli per le feste. Nuovi completi intimi per
le notti
che non passerai da sola, se mai ci saranno…-
-Ci
saranno, Scorpius, puoi scommetterci…- lo interruppi.
-Vedremo…poi
scarpe: sia con il tacco che non, acquisteremo
gli accessori fondamentali come borse, cerchietti e
quant’altro e per finire
cosmetici e trucchi-
-D’accordo!
Sono pronta!- esclamai sorridendo.
E
lo ero veramente!
Imboccammo
una stradina che ci portò lontano dai luoghi che di
solito frequentavo come I Tre Manici Di Scopa o la Libreria del paese.
-Qui
siamo al sicuro, possiamo toglierci il mantello- mi disse
Malfoy –I proprietari di quel negozio –e mi
indicò un alto palazzo che non
avevo mai notato prima o che forse avevo semplicemente ignorato
–Sono amici di
famiglia, non ci saranno problemi- mi spiegò.
Mi
guardai nello specchio, appeso nel piccolo camerino del
negozio, con sguardo critico. Indossavo un abito rosso in tinta unita,
molto
corto, in maglina di seta, aderente con maniche lunghe e accollato
davanti.
Se
l’abito è corto non deve avere una profonda
scollatura, mi
aveva detto Scorpius, all’uomo piace immaginare.
Tirai
la pesante tenda dal camerino e feci una piccola sfilata per
lui, che seduto su una poltroncina bianca, mi diceva il suo parere su
ogni cosa
io indossassi. Avevo già provato
un’infinità di magliette e una montagna di
jeans che senza esitazione Scorpius aveva messo da parte per
acquistarle. Di
vestitini ne avevo già provati sette, e tutti
naturalmente erano già in
attesa di essere comprati.
-Questo
è sicuramente il mio preferito- mi disse, squadrandomi.
Iniziai
a mangiucchiarmi un’unghia –Sicuro? Non mi fa il
sedere
troppo grande?- domandai, preoccupata.
Si
alzò, mi girò intorno e mi guardò il
fondoschiena –Naa, a me
sembra tutto perfetto…- annunciò sorridendo.
-Porco-
sbottai, dandogli un leggero schiaffo sul braccio –Credo
di aver abbastanza vestiti per un anno intero, che ne dici di finirla
qui?-
domandai.
-Ti
sei già stancata?- mi chiese, non rispondendo alla mia
domanda.
-No,
certo che no- gli assicurai.
Questa
volta , stranamente, me la diede vinta –Vai a cambiarti, io
ti aspetto qui. Naturalmente questo rosso lo compriamo.
Mentre
ci dirigevamo alla cassa per pagare, vidi su di un
manichino una splendida polo rossa a maniche lunghe con una piccola
riga bianca
ai bordi delle maniche e del colletto. Mi fermai di botto
–Scorpius, devi
assolutamente prendere quella maglietta! E’ identica ad una
delle mie- esclamai
eccitata come una bambina piccola davanti ad un regalo. Lo presi per un
braccio
lo trascinai verso il reparto uomini. Individua velocemente la polo su
uno dei
tanti scaffali, lo guardai bene e scelsi la taglia che mi sembrava
più adatta a
lui.
-Siamo
qui per te!- cercò di opporsi.
Ma
ormai ero andata. –Siamo qui per me è vero, ma se
tu non compri
niente potrei sentirmi in colpa!- e mettendogli in mano la maglietta lo
spinsi
nel camerino più vicino, tirando la tenda.
-Non
me ne frega niente dei tuoi sensi di colpa!- mi gridò da
dietro la tenda.
-Guarda
che non uscirai da lì fino a quando non te la sarai
provata-.
-La
provo soltanto perché mi và!-
-Perfetto!-
gli dissi una volta che uscito dal camerino mi si parò
di fronte.
Me
gusta! Eccome!
La
maglietta aderiva perfettamente al suo fisico scolpito da
cinque anni di allenamento a Quiddich…e poi il
rosso…beh gli donava! Eccome se
gli donava!
-Lo
so. Anche indossando un sacco rimarrei lo stesso un ragazzo
affascinante- e senza altre parole rientrò nel camerino per
cambiarsi.
Un
sorriso comparve subito ad illuminare il mio volto: avevamo una
maglietta uguale, troppo fico! Già immaginavo il momento in
cui la avremmo
indossata, magari insieme! Ok, mi stavo facendo prendere la mano, ma mi
divertivo troppo!
Poi
un pensiero, mi bloccai di nuovo, non ci avevo pensato! Che
figura di merda! Lui se n’è accorse –Che
c’è? Un’altra
maglietta?-domandò
sarcasticamente.
Scossi
il capo –Non ho i soldi necessari per pagare tutto questo!
Non potevo mica immaginare che saremmo fuggiti dal castello per
comprare un
negozio intero!-
-Quindi?
Non vedo nessun problema- disse tranquillo continuando a
camminare spedito verso la cassa.
Era
pazzo, adesso ne avevo la prova certa.
-Vuoi
rubare?- chiesi sconvolta, prendendolo per un braccio per
arrestare la sua camminata ma lo feci inutilmente: lui era troppo forte
per le
mie braccia graciline e ignorando la mia domanda mi
trascinò al bancone.
I nostri acquisti erano già stati messi in delle eleganti
buste di plastica
nere con su scritto il nome del negozio.
Scorpius
si rivolse ad uno dei tanti commessi che giravano
indaffarati vicino a noi e pronunciò delle parole che mai mi
sarei immaginata
uscissero dalla sua bocca –Metta tutto sul mio conto-.
Il
commesso annuì gentilmente –Grazie, Signor Malfoy
e
arrivederci- ci salutò poi quando io e lui uscimmo dal
negozio.
Mi
fermai sulla porta del negozio –Ti ridarò tutto,
fino
all’ultimo galeone, appena torniamo ad Hogwarts- gli
assicurai –E ti pagherò
anche quella maglietta che ti ho costretto a comprare-aggiunsi.
-Non
voglio i tuoi soldi, Rose- mi disse passandomi metà delle
buste che portava in braccio –Pesano- ghignò.
-Non
posso e non voglio accettarlo!- esclamai, sbuffando –Non puoi
regalarmi vestiti!-
-Certo
che posso…se lo voglio. Quindi non lamentarti- mi disse con
una nota conclusiva nella voce
Sospirai,
discutere con lui era una causa persa –Ok, però la
polo
te la regalo io! E non accetto un “No” come
risposta-
-Certo
che sei proprio impossibile eh? Dai andiamo a comprarti
qualcosa di sexy!-
E
il ghigno che comparì sul suo volto non mi piacque per
niente. Help
me!
-Merlino,
Malfoy! Non ho neanche il coraggio di guardarlo
immaginiamoci di indossarlo!- piagnucolai.
Eravamo
in un negozio di intimo e, cavolo, fare acquisti di questo
genere con Scorpius era troppo imbarazzante per me!
-Non
riesco neanche a immaginarmi con questo coso sopra-
aggiunsi prendendo un perizoma-filo interdentale tra le dita.
-Io
ti immagino benissimo-
Come
da copione: io arrossì, lui ghignò.
-Che
ne dici di questo?- domandò indicandomi una mutandina con
una
fessura proprio lì. Davanti.
-Porco-
sibilai, leggermente irritata. Si prendeva troppo
facilmente gioco di me.
Infine
dopo vari battibecchi ne comprammo tre: quelli che a mio
parere erano i meno eccessivi. Tutti in raso. Il primo era intero, blu
notte e
con dei piccoli laccetti dietro la schiena. Il secondo era color prugna
con
delle sottili spalline mentre il terzo era intero, di colore rosa
pallido con
dei disegni trasparenti sul petto e la mutandina leggermente scosciata.
-Questo
è il mio preferito- mi annunciò infine dopo un
attento
studio indicandomi l’ultimo completino –Vorrei
vederti…-continuò, ridendo –Che
ne dici di questa sera?-
-Te
l’ho già detto che sei un porco?-
-Mmm,
mi sembra proprio di si-
Successivamente
toccò alle scarpe anche se il nome “trampoli”
li si addiceva di più. Ne comprammo due paia. Le prime erano
delle decolleté di
pelle argentata a punta, con un tacco medio mentre le altre
–le mie preferite-
erano nere, con il plateau e il cinturino alla caviglia. Infine
toccò al
trucco. Qui la parola d’ordine era semplicità. No
ai colori sgargianti, si al
nero. Non sapevo il motivo ma Scorpius di queste cose se ne
intendeva
davvero bene! O ero io a non capirne niente?
Guardai
l’orologio non volevo sforare con l’orario, avevo
già
abbastanza problemi con Dominique: quando sarebbe tornata al dormitorio
e non
mi avrebbe trovato sarebbe andata fuori di matto, lo sapevo. Io e
Scorpius
camminavamo uno affianco l’altro, le buste dei nostri
acquisti si urtavano tra
di loro. Tra le mani stringevamo un gelato: cioccolato e fior di latte
io,
nocciola e caffè lui. Dovevamo pur riprendere le forze dopo
questo faticoso
pomeriggio!
Inaspettatamente
Scorpius mi portò un braccio intorno ai fianchi e
con un gesto veloce mi attirò a lui, io cercai di ripararmi
portando le braccia
avanti, non tenendo conto però che nella mano destra avevo
il gelato, che gli
si spiaccicò sul mantello da viaggio.
-Cazzo,
Rose!- sbottò allontanandosi.
-Merda,
ma che ti frulla in quella testa, Scorpius?- domandai
scocciata guardando il gelato che poco prima stavo gustando con tanta
tranquillità a terra.
-Volevo
vedere la tua reazione! Devi essere preparata per ogni
situazione. E adesso?-
-Semplice…adesso
TU mi dai il tuo gelato ed io ti pulisco il
mantello-
-Non
se ne parla proprio, adesso tu pulisci il mio mantello ed mi
mangio il mio gelato in santa pace. Non è colpa mia se sei
scema!-
-Si
certo…ho solo i riflessi pronti contro ogni
“aggressore”!-
-Rimani
una scema ugualmente…e questo solo per non scendere nel
volgare-specificò.
Presi
la bacchetta dalla tasca e mormorando un incantesimo sfiorai
il mantello provocandogli un grosso buco. Così imparava,
Serpe boriosa che non
era altro!
-Weasley
sei un’idiota!- esclamò furioso e lasciando cadere
le
buste a terra si tolse il mantello e me lo buttò addosso
–Appena torni a
Hogwarts la prima cosa che farai è quella di aggiustarmelo!-
disse, iniziando a
camminare velocemente –Sbrigati, siamo quasi arrivati e si
è fatto anche tardi.
Ci perderemo la cena in Sala Grande-
Io
inciampando gli corsi dietro. Restammo in silenzio per un po’.
-Se
fossi veramente stronzo ti farei entrare nel castello senza
Mantello dell’invisibilità e nel tuo dormitorio
con tutti le buste, mettendoti
così nei guai…- iniziò minaccioso.
Pochi metri ormai ci separavamo dal
castello.
-Cos…-
cominciai.
-Ma-
mi interruppe –Sono un ragazzo comprensivo e per questo non
lo farò se naturalmente TU mi chiederai scusa-
-Neanche
per idea...è solo colpa tua! Se non mi avessi toccata
adesso eravamo tutti felici e contenti: io con il mio gelato e tu con
il tuo
mantello!-
Lui
mi portò un dito d’avanti al viso, muovendolo da
una parte
all’altro in senso di rinnego –Su Rose, basta dire:
Scorpius, io ti chiedo
scusa-.
-NO!-
affermai decisa.
Non
mi sarei mai arresa, era una questione di orgoglio, diamine!
-Bene,
ciao ciao Weasley. Quando ti espelleranno non
disturbarti a venire a salutarmi- mi disse, prendendo da una
busta la sua
maglietta rossa e lasciando le altre ai miei piedi. Si mise il mantello
dell’invisibilità e scomparve dalla mia vista.
Andai
subito nel panico più totale…era uno stronzo! Non
stava
scherzando. Non poteva farmelo. Ni adesso eravamo...amici,
no? O almeno credo.
-Scorpius?-
Nessuna
risposta. Il cuore mi batteva fortissimo, quasi volesse
bucarmi il petto per uscire fuori.
-Malfoy?
Su, non scherzare. Esci fuori!-
Ancora
silenzio.
La
collera mi ribolliva nelle vene. La voglia di ucciderlo era
sempre più forte.
-Ok…apri
bene le orecchie perché non lo ripeterò
più: SCORPIUS, IO
TI CHIEDO SCUSA!- gridai forte, chiudendo le mani a pugno per
trattenere la mia
rabbia.
Lui
ricomparve subito, il ghigno da bastardo dipinto sul volto.
Era rimasto a poca distanza da me.
-Lodevole
Rose, non mi sarei mai aspettato che cedessi così
in fretta. Sei sicura di essere una Grifondoro? Il Cappello Parlante
sta
davvero perdendo colpi ormai- mi disse sarcasticamente
–Vieni, torniamo al
castello- rimpicciolì la dimensione delle buste e pacchetti
vari in modo che
potessimo nasconderle senza problemi Mi coprì con il
mantello dell’invisibilità
per poi circondarmi con una mano i fianchi, avvicinandomi a lui, questa
volta
lo fece senza nessun secondo fine perché altrimenti sarei
rimasta visibile per metà.
Una
volta entrati nel castello, ci nascondemmo in un piccolo
sgabuzzino pieno di polvere, secchi e detersivi.
-I
vestiti li terrai tu. Mi raccomando non usarli…decideremo
insieme quando verrà il momento. Ad una festa importante,
magari. Cerca di informarti
quando i Grifondoro ne organizzeranno una…quel giorno tu
entrerai in azione- mi
spiegò mentre con un colpo di bacchetta mando via un ragno
dalla mia spalla.
Annuì.
Mi piaceva quell’idea.
-Naturalmente
noi continueremo le nostre lezioni, non sei ancora
pronta. Domani gli obbiettivi della nostra lezione saranno trucco e
ballo. Sai
ballare?- mi domandò, secondo me conosceva già la
mia risposta.
-Insomma…me
la cavicchio- risposi.
-Domani
vedremo. Ora possiamo andare-
Aprì
un po’ la porta per controllare se ci fosse via libera
–Siamo
fortunati, il corridoio è vuoto. Saranno tutti a cena- mi
disse, uscendo fuori
da quella stanza minuscola. Meno male che non soffro di claustrofobia.
-Domani.
Solito posto, stessa ora. E mi raccomando riportami il
mio mantello, lo voglio come nuovo. Ah, quasi dimenticavo per
Martedì abbiamo
una ricerca di Erbologia e due per Antiche Rune…-
-Si,
questo lo so-
-Bene…ho
trovato il modo per farti sdebitare nei miei confronti-
-Devo
farti in compiti? –domandai sconvolta.
Lui
annuì compiaciuto.
-Questo
è come barare! Non è giusto! Ti farei un
torto...e agli
esami verrai bocciato!- esclamai.
-Non
preoccuparti, Rose. Sono intelligente me la caverò-
Sbuffai
–D’accordo…ma solo questa volta! Ci
vediamo domani- lo
salutai, girai le spalle e presi la strada per il mio dormitorio.
-Weasley
–mi gridò dietro lui –Metti in pratica
quello che ti ho
insegnato ieri-
Mi
voltai, inarcando un sopracciglio –Cioè?-
-Cammina
decentemente!-
Capii
subito cosa intendesse con quelle parole e non rispondendogli
tornai a voltargli alle spalle… ancheggiando, e mi
sentii una cretina fino
in fondo. Anima e corpo. Soprattutto corpo.
Sentii
subito la sua risata, -Brava, vedo che impari in fretta!-
esclamò.
Sorrisi
soddisfatta.
Ero
una cretina, senza ombra di dubbio. Ma se non altro
ero
una cretina soddisfatta. E cosa
più importante…mi sentivo dopo
tanto tempo (da quando Thomas mi aveva lasciata lo ero stata ben poco)
… felice.
In
fin dei conti avevo trascorso una bella giornata, davvero.
Ciao!
Questo capitolo è lungo undici pagine e cinque righi xD !
Mamma mia, è il più lungo che abbia mai scritto
fino ad ora per qualunque mia
storia. Spero che non vi abbia annoiato…se è
così ditemelo che la prossima che
scrivo tanto divido il capitolo in due parti.
Devo
dire la verità? Sono particolarmente soddisfatta
di
questo capitolo e spero che piacerà anche a voi.
Ringrazio
naturalmente le persone che hanno letto, che hanno
inserito la fiction nei preferiti o seguiti e chi ha
recensito.
SCUSATE
SE NON RINGRAZIO SINGOLARMENTE MA HO INTERNET CHE NON
FUNZIONA E PER MIRACOLO ADESSO SI è CONNESSO
PERCIO’ DEVO SBRIGARMI ^^””.
Risponderò
nel prossimo capitolo che è già pronto! Sorry.
Naturalmente
le recensioni –negative o positive che siano –sono
sempre gradite!
Greta.