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Autore: BigMistake    14/01/2010    1 recensioni
Questa storia parla della nostra adorata Nessie al suo decimo compleanno che si trova ad affrontare verità scomode, problemi adolescenziali tutto corredato da una profonda crisi mistica. E poi potranno mai mancare i Volturi a cercare di complicare le cose! Insomma come farà la nostra piccola Nessie a trovare un posto nel mondo quando la sua vita risulta assolutamente intricata? E ora che di mezzo c'è anche l'amore? Scusate se ho profanaticamente provato a sviluppare la storia che ci ha tanto appassionato,ma voglio condividere con altri la mia idea! spero vi piaccia e perdonate gli eventuali errori voluti o non!Buona lettura! PS sarà quasi tutta sotto il punto di vista di Renesmee con qualche piccolo pov qua e là per rendere la storia più dinamica! Rinnovo il mio augurio!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'GREY DAY IN DARKNESS'
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Nota dell'autrice: Da questo capitolo cominciamo ad entrare nel finale della prima parte (mancano 6 capitoli alla fine) . Ci saranno molte delusioni per la piccola Nessie per una realtà fatta di menzogne! Bhè ragazze d'ora in poi niente più anticipazione pure perchè se fino ad adesso ho dato sfogo alla mia fantasia nei capitoli successivi, ho dato il meglio di me! La mia mente malata ha partorito dei piani allucinanci. Se li legge uno psichiatra mi rinchiude perchè potrei essere una potenziale assassina torturatrice.

Sinead: sapendo che l'imprintig di Jacob non ti sia andato a genio, mi rende ancora più fiera del mio lavoro. Vuol dire che ti è piaciuto ugualmente anche se la base non è delle tue ideali. Quindi continua  a recensire e a leggere perchè ora più che mai citengo al tuo giudizio. Anzi pretendo che tu lo faccia!

Fra Zanna: cara allora non vedo l'ora di leggere la tua storia, sono curiosa! Continua a leggere a recensire collega!

noe_princi89: purtroppo per sapere se è sterile o no dobbiamo aspettare la seconda parte che sta andando un po' a rilento. Comunque ho notato che man mano che ho scritto le correzioni si sono rese sempre meno necessarie. Quindi sarà probabile che per la seconda parte ci impieghi meno tempo nel sistemarlo per pubblicarlo. Vi anticipo che dovrebbe essere un po' più corta rispetto alla prima, almeno secondo le mie previsioni e sarà ancora più sentimentale. (e fu così che venne fuori il doppio)

never leave me: spero che continuerai a seguirmi comunque perchè fino alla fine della prima parte ci saranno scene di azione e sentimento! Se poi leggerai la seconda parte magari verrai accontentata nelle scene che tanto desideri. Comunque spero che a livello descrittivo ti sia piaciuta comunque la scena bollente!

Grazie alle dieci persone che l'hanno messa tra i prefriti e ai diciotto che la stanno seguendo! e recensite recensite recensite!

 

CAPITOLO XIV: La dura verità!

Ero costretta in quelle quattro mura. Capisco l’apprensione ma ora si cominciava ad esagerare. Mi era fatto divieto di uscire anche solo per prendere un po’ d’aria. Rachel e Billy erano stati allontanati, per evitare che venissero colpiti in qualche maniera. E per di più Jacob passava la maggior parte del tempo nell’approfondire le sue indagini. La mia non era più vita ma prigionia. Mi sentivo in gabbia e soprattutto ero sola. Tra l’altro la mia famiglia stava rischiando la vita a causa mia. L’unica cosa che sapevo per certo è che i Volturi stavano cercando di utilizzare me per distruggere i Cullen, e annettere i miei genitori e Zia Alice nella guardia. Odiavo essere impotente almeno tanto quanto la situazione in cui ero precipitata.

“Nessie, come stai?” Jake mi si avvicinava cercando di baciarmi. Mi scansai contrariata, e soprattutto arrabbiata “Ti prego non fare così…”

“E cosa vuoi? Che ti abbracci sorridente e che ti dica che va tutto bene? Secondo te, quanto può piacermi essere rinchiusa?” agitavo le braccia sbraitando. Ultimamente era l’unico modo in cui riuscivo a comunicare con Jacob.

“Non avercela con me…”

“Questa è buona e con chi me la dovrei prendere sentiamo? Sei tu che hai deciso che io dovevo essere sorvegliata come un detenuto ad Alcatraz!” mi poggiai sulla parete lasciandomi scivolare fino ad incontrare il pavimento. Le gambe tremavano ma non per l’eccitazione stavolta per la rabbia.

“Io lo sto facendo solo per il tuo bene!”

“Non ti ho chiesto nulla!”

“Non dire cose di cui potresti pentirti!”

“Pensi che io sia così indifesa da non poter badare a me stessa! non sono più una ragazzina Jacob pensavo che tu almeno te ne fossi accorto! Jacob sei diventato il mio aguzzino…” voltai il mio sguardo evitando di guardarlo.

< Dovesse intrappolarmi con qualche sorriso alla Jacob! >

“Renesmee, sei profondamente ingiusta! E comunque questo atteggiamento non cambierà il fatto che per proteggerti sarei disposto a congelarti! Quindi rimani qui fino a nuovo ordine!” aveva cambiato il tono come se io fossi un lupo qualunque.

“Sissignore!” mi alzai di scatto in piedi, assumendo un tono profondo. Cominciai a schernirlo portandomi una mano alla fronte, accennando un saluto militare. L’avevo fatto arrabbiare, si voltò senza neanche guardarmi e mentre usciva sbatté la porta così forte da far cadere un quadro, frantumando il vetro nell’impatto con il pavimento. Il suo atteggiamento non fece altro che alterare ancora di più il mio stato emozionale.

< Quanto vorrei che ci fosse Jazz con me! Un momento… >

La mia famiglia. Quella sarebbe stata la soluzione perfetta. Avrei provato a contattare i miei genitori sperando che almeno loro riuscissero a far ragionare Jacob. Non potevo chiamarli. Avevano staccato tutti i cellulari e avevano disattivato le mail. Dovevo andare a casa.

<  Ma come posso fare? >

Almeno due licantropi mi sorvegliavano coprendo quasi interamente il perimetro della casa. Se fossi scappata mi avrebbero intercettato sicuramente. Il  mio odore era inconfondibile. Dovevo innanzitutto camuffarlo il più possibile, ma non sapevo come. Ad un tratto, nel risveglio dei miei neuroni  ebbi l’idea del secolo. Rovistai nel cesto della biancheria sporca. Bingo. Una felpa di Jacob e un paio di pantaloni di una sua tuta che strinsi con una cinta cercando di sorreggerli il più possibile. Sollevai il cappuccio coprendo i capelli. Sapevo che in quel momento di guardia c’erano Seth e Leah. Potevo giocare con la loro rivalità. Creai un piccola fionda con un soprammobile a forma di alce ed un elastico nero e spesso. Presi delle noci come cartucce. Mi avvicinai alla finestra e vidi i due lupi camminare l’un dietro l’altro.

< Leah non deludermi … > presi la mira per qualche secondo. Poi tesi l’elastico caricando la noce al centro di esso. Smisi di respirare onde evitare di mancare il bersaglio. Appena fu a tiro lasciai la noce. Controllai che il mio lancio fosse andato a segno. Centrata in pieno. Vidi il suo muso cercare da dove proveniva il colpo, e quando si rivolse verso me mi abbassai velocemente. Ringhiò. Lentamente mi riaffacciai sperando di non essere stata scoperta. Aveva ringhiato verso Seth, che annusava l’aria cercando di capire cosa non andasse. Ottimo. Presi un’altra noce. Mirai e sparai nuovamente a Leah. Stavolta si voltò verso il fratello alzando il labbro superiore inferocita. Corse verso di lui cominciando ad azzuffarsi. Povero Seth gli avrei chiesto scusa alla fine di tutto. Uscì dalla finestra approfittando del loro baccano, e corsi a perdifiato verso la foresta. Finalmente ero libera. Continuai nella mia corsa sfrenata sfruttando tutte le mie capacità di vampiro. Dopo poco fui affiancata da un grande lupo grigio. Accelerai il passo, ma il lupo riuscì a superarmi bloccando la strada.

“Leah fammi passare devo parlare con la mia famiglia!” mi ringhiò contro intimandomi di tornare indietro “Pensi anche tu come Jake che rinchiudendomi dentro casa fermerà chiunque sia sulle mie tracce?Così non mi sta proteggendo mi rende solo prigioniera!” sbottai, possibile che nessuno capiva che tutto questo non risolveva niente? Il lupo abbassò lo sguardo, poi avanzò qualche passo dandomi  le spalle. Si voltò  assicurandosi che la seguissi. Con quel gesto mi fece capire che mi avrebbe scortata, fino alla mia casa. Per la prima volta eravamo d’accordo. Mi affiancai al lupo grigio che cominciò a camminare lentamente, lasciando ondeggiare le sue spalle ad ogni passo. Devo ammetterlo, in forma di lupo era meravigliosa. Era leggermente più piccola degl’altri e per questo si muoveva con molta più agilità, ed aveva un eleganza propria di una vera signora. Per la prima volta la vidi come una donna, e ciò stava accadendo mentre era trasformata. Ironia della sorte! Il tragitto divenne sempre più lungo e pesante man mano che ci avvicinavamo alla mia casa. Non riuscivo a percepire nessun odore familiare, ne qualche voce di mia conoscenza. Una stranissima sensazione cominciò ad invadere la mia testa, infondendosi anche nel mio cuore. Cominciai a correre cogliendo di sorpresa Leah che mi seguiva senza riuscire a raggiungermi. Percorsi il vialetto in pochissimi secondi. Aprì la porta annusando l’aria. Nulla. Cominciai ad urlare i nomi della mia famiglia in tutta casa, cercandoli in ogni stanza, ma di loro non vi erano altro che deboli scie lasciate almeno una o due settimane prima. Ero sconvolta.

< Possibile che mi abbiano lasciato sola qui, senza neanche salutarmi! > una fitta al petto, il dolore passò da  mentale a fisico, lasciandomi senza fiato. Poi alzai lo sguardo e incontrai Leah che mi guardava guaendo dispiaciuta. Avvicinò il suo tartufo nero, al mio viso. Conosceva bene la sensazione di chi si sente abbandonata dalle persone che ama.

“Tu lo sapevi?” la guardavo negl’occhi  e lei non riusciva a sostenermi “Tu lo sapevi?” a quel punto la mia voce aveva cominciato a tremare mentre la rabbia prendeva il sopravvento “Leah Cristo rispondimi!” le presi il muso fra le mani e la costrinsi a guardarmi.

“Tutto il branco lo sapeva, perché io sapevo!”la voce di Jacob entrò nel salotto dove avevo terminato la mia folle ricerca. Mi alzai liberando il muso della lupa che uscì dalla porta che Jake aveva lasciato aperta.

“Dove sono?” a quel punto ero furibonda, solo una cosa non doveva fare Jacob per deludermi ed era mentirmi sulla mia famiglia “E bada bene che se osi propinarmi qualche bugia, ti giuro che stavolta …”

“Non preoccuparti, non avrei mai voluto prenderti in giro, ma i tuoi mi hanno fatto promettere di non dirti nulla perché non avresti permesso … ”

“Jacob, dove sono?” emisi dei suoni articolati come ringhi non come parole. Lui mi porse una busta, colore avorio finemente scritta in nero. Nessie. La presi tremando e la scartai velocemente.

Bambina mia,

Se stai leggendo questa lettera probabilmente saprai che siamo partiti. Sei troppo intelligente per lasciarti ingannare, mi assomigli troppo. Sapevamo che se ti avessimo rivelato i nostri intenti tu ti saresti opposta, o peggio ci avresti seguiti, ma ciò che vogliamo affrontare è troppo pericoloso persino per una ragazza coraggiosa e forte come te. Ci siamo divisi per riunire i nostri alleati. Questa volta abbiamo intenzione di fronteggiare i Volturi. Hanno passato i limiti, toccando un membro di un Clan contravvenendo ad ogni legge stipulata da loro stessi. La lo smania di potere sta diventando troppo incalzante ed i loro soprusi non possono restare impuniti. Abbiamo saputo tra l’altro che da un po’ venivano tenuti sott’occhio per strani movimenti. Probabilmente si stavano preparando ad attaccarti.  Non dovevano nemmeno avvicinarsi a te, ho fatto tanto per averti che non lascerò che qualche vampiro provi a portarti via. Devono essere fermati e l’unico modo è attirarli in una trappola che ancora non siamo riusciti a definire. Tesoro mio, non ti nascondo che ho paura! Ma non per me stessa. Forse non potrò incontrare nuovamente  il tuo dolce viso, e quelle adorabili fossette che si disegnano sulle tue guance quando mi sorridi; ho paura  di non poter più abbracciare il tuo corpicino tiepido, di non  poter più ritrovare nei tuoi occhi la mia umanità perduta. Ed è proprio per questo che spero di porre la parola fine a questa storia. Non voglio più essere costretta a nascondermi e a nasconderti. Non voglio più pregare ogni volta che esci per andare a caccia,ogni mattina che vai a scuola, ogni sacrosanta volta in cui la vita ci separa anche solo per un istante. Tu devi avere un futuro tranquillo. Devi godertelo assieme al tuo Jake. Non prendertela con lui. Sono stata io a costringerlo a mentirti. Tuo padre ha sentito il suo pensiero contrario, ma quando si tratta del tuo bene lui ubbidisce senza obbiettare. Jacob ti ama davvero, anche se c’è voluto del tempo per accettarlo, ti ha sempre amata e agisce sempre per il tuo meglio. Perdona anche noi per non averti detto le nostre vere intenzioni, non avremmo voluto.

Ti amo mia piccola brontolona!

La tua Mamma

Proprio sulla sua firma, una goccia bagnò l’inchiostro lasciandolo espandere in una piccola macchiolina sbiadita. Stavano andando ad affrontare i Volturi, per proteggermi e non mi avevano avvisata. E Jacob sapeva tutto. Quando iniziai a piangere si avvicinò a me. Cominciai a picchiare con i pugni il suo petto, ero davvero infuriata. Lui non rispose, ma cercò solo di abbracciarmi. Per un attimo, lasciai che le mie lacrime bagnassero la sua maglietta fermando il mio sfogo su di lui, abbandonandomi nell’incavo del suo collo.

“No!” lo spinsi lontano da me con ancora la lettera fra le mani che ormai avevo stropicciato “Mi hai ingannata! Non mi importa che fosse perché ti hanno costretto o perché dovevi proteggermi! Dovevi dirmelo!” teneva lo sguardo basso, troppo in colpa per guardarmi. La cosa mi innervosì ancora di più. Presi con forza il suo viso e lo costrinsi a guardarmi “E guardami mentre ti parlo!” stavo urlando.

“Nessie, ti prego…”

“Nessun ti prego, basta Jacob! Basta prendermi in giro non posso più sopportarlo!”questa volta incatenò lo sguardo sui miei occhi furenti, ed io lasciai la presa dal suo viso “Ti rendi conto: tu non hai fatto altro che prendermi in giro, sapevi quanto tutta questa situazione mi stava lacerando! Non potevo sentire nessuno ed ora capisco il perché! Magari tu avevi anche la possibilità di chiamarli …” non ci fu bisogno di risposte, i suoi occhi fecero tutto il necessario per farmi capire che avevo colpito nel segno “Questo è veramente troppo … lasciami sola!”gli voltai le spalle.

“Non posso lasciarti sola!”

“Ti ho detto di lasciarmi sola! Non voglio più la tua protezione! Non ti voglio più Jacob!” sfilai l’anello dall’anulare sinistro lasciandolo cadere sul pavimento. Corsi verso la mia camera. Sentivo che Jacob mi aveva seguita, ascoltavo il suo cuore battere lentamente come spezzato dalle mie parole da oltre la porta che ormai divideva i nostri corpi. Il silenzio. Un rumore di vestiti strappati e il ticchettare di unghie affilate sul pavimento. Si era trasformato. Abbracciai il mio cuscino lasciando ormai che le lacrime scendessero bagnando la federa bianca che aveva il profumo di mia madre. Deve essere stata a lungo abbracciata ad esso quando sono andata via. Mi avventai con tutta la rabbia che avevo in corpo contro il guanciale, scatenando ciò che provavo per quelle menzogne. Ce l’avevo con Jacob, con mia madre, con mio padre. Come era riuscito a tenerlo nascosto? Ce l’avevo con me che non avevo capito un tubo. A cosa mi serve una perspicacia soprannaturale se poi mi lascio raggirare in quella maniera? Mille domande poche risposte. Rimasi lì al buio per non so quante ore. Il pianto mi aveva sfinita e lasciai che le mie palpebre calassero, sui i miei occhi stremati e gonfi. Dopo pochi secondi una luce grigiastra penetrò dalla finestra baciando il mio viso. Affondato ai piedi del mio letto c’era qualcuno. Balzai in piedi in posizione di difesa.

“Nessie, sono io Charlie scusa se ti ho spaventata!”mio nonno aveva alzato le mani di fronte al suo petto. Sapeva quanto potevo essere letale. Allentai la mia posizione e quasi contemporaneamente anche lui lo fece.

“Nonno!” lo abbracciai. Lui cominciò ad accarezzarmi la nuca, affondando il viso nei miei ricci ormai arruffati “Ma come facevi a …”

“Seth, a cui lo ha detto Jacob…sai con quel modo in cui fanno loro quando sono … hai capito!”tentennava quando parlava di vampiri e licantropi con annessi e connessi. Mi lasciai sfuggire un piccolo risolino “Mi ha anche dato questo” lasciò l’anello nella mia mano. Continuai ad osservarlo.

“Mi ha ingannata per l’ultima volta nonno!” dissi quasi sprezzante.

“Tesoro lui non avrebbe mai voluto, conosco Jacob. Se lo ha fatto ci devono essere state ragioni più che valide … io non mi lascerai troppo trasportare dalle emozioni! Tieni l’anello e vedrai che prima o poi troverai dentro di te il modo di perdonarlo!” in fondo al cuore sapevo che aveva ragione, ma non avevo per ora né la forza né tantomeno la voglia di portarlo al dito. Mi avvicinai allo specchio facendo scattare il piccolo moschettone della catenina con il ciondolo portafoto, regalo dei miei, vi infilai l’anello e lo riagganciai dietro al mio collo.

“Nonno tu sapevi che erano partiti?”

“Si, Nessie …”

Anche lui aveva preso parte alla congiura. Presi una rincorsa uscendo dalla finestra sfondando il vetro senza lasciargli il tempo di fornirmi spiegazioni. Mio nonno urlò più volte il mio nome, ma ormai mi stavo già inoltrando nella foresta e non potei più udirlo. Ero stata ferita dalle persone che più amavo in assoluto. Fiutai l’aria, sentivo il cuore pompare sangue ancora più velocemente nelle mie vene quando al suo tocco si unì quello grosso e potente di un grizzly. Stava per avvicinarsi la primavera, e molti degli animali in letargo si stavano risvegliando. Il suo odore penetrò nelle mie narici. Per la prima volta avevo realmente l’intenzione di uccidere qualcosa. La gola ardeva per la disperazione mentre io mi trovavo di fronte all’enorme orso che ora si era alzato sulle due zampe posteriori cercando di spaventarmi. Sorrisi maligna senza spostarmi di un solo centimetro. Abbassò una zampa nel tentativo di colpirmi, ma il colpo andò a vuoto. Cominciai a giocare con lui, accerchiandolo velocemente. Ad un tratto la mia preda aveva capito che fra i due il vero predatore ero io. Cercò una via di fuga ma la sua mole non permetteva movimenti troppo veloci cosa che invece era nelle mie doti. Non gli permisi nemmeno di allontanarsi di qualche passo. Quel gioco crudele durò anche troppo. Mi avventai sul suo corpo gigante, sopprimendolo con la mia forza anche se per un paio di volte riuscì quasi a liberarsi. Poi ormai troppo allettata dal nettare che scorreva sotto le mie dita, addentai il suo collo affondando i canini nella carne. Bevvi avida il suo caldo sangue, che placava quella sete aumentata dalla mia collera. Quella sera diventai il mostro che temevo di essere.

Cacciai per tutto il giorno. La mia metà umana gridava di fermarmi , ma la mia sete non era dettata da un mero bisogno fisico. Il suo fuoco era alimentato da benzina. Solo quando le mie membra gridarono pietà mi fermai. Mai come allora mi resi conto di quanto fossi diventata sola. In quel momento avrei voluto tanto essere morta. Non avevo più lacrime, né forze, né disperazione. Ero vuota.

   
 
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