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Autore: Dira_    17/01/2010    14 recensioni
La guerra è ormai finita, Harry è un auror e sta per avere il suo secondo bambino.
Degli strani sogni e la misteriosa comparsa di un neonato decisamente particolare turbano la sua pace, tornando a scuotere la famiglia Potter sedici anni dopo, quando Tom, il bambino-che-è-stato-salvato, scoprirà che Hogwarts non solo nasconde misteri, venduti come leggende, ma anche il suo oscuro passato...
La nuova generazione dovrà affrontare misteri, intrighi, nuove amicizie e infine, l'amore.
“Essere amati ci protegge. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.”
Può davvero l’amore cambiare le carte che il destino ha messo in tavola?
[Next Generation]
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Doppelgaenger's Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Grazie mille per essere sempre così adorabilmente disponibili. Voi e questa fic mi state rendendo gli esami meno faticosi. ^^ Ah… richiestina. Rendete felice una povera scrittrice. Ce la facciamo ad arrivare a duecento? *piazza di nuovo Al, con un fiocco in testa con scritto 200*
@Altovoltaggio: Ciao! Argh, non mi infilare la Meyer e i Cullen nel Potterverse! Sento che ne potrei morire. XD Apparte gli scherzi, grazie per i complimenti. E poi, dai, vuoi mettere Pattinson contro Tom Sturridge? ;P
@MadWorld: Grazie! ^^ Come faccio a scrivere così? Tante seppie mentali! :P
@LyhyEllesmere: Ciao, benvenuta! :D Che nick complesso! Mi piace molto! Grazie per i complimenti, mi fa piacere che questa bagatella possa emozionare qualcuno. ^^James, oh! Finalmente abbiamo trovato qualcuna che apprezza Jamie. Purtroppo in questi lidi è chiamato il Re Minchione, quindi ti lascio immaginare. XD L’Alchimia è roba complessa, non a caso è una disciplina esoterica… quindi darò il meglio di me per capirla e renderla così comprensibile anche a voi. Pubblico regolarmente anche grazie a voi, e al tempo libero che mi rimane, considerando che sono chiusa in casa a studiare. :P

@Ron1111: Sei l’unica che ha notato la fan-art T_T Grazie, grazie, grazie. Vero che è bravissima? E’ l’unica che fa Harry/Tom davvero convincenti, ed io la adoro. Il medaglione… mmh, è simile a quello di Salazar, ammetto di aver ripreso l’idea. Ma ricordati perché influenzava così le persone, perché conteneva un pezzo di anima di Voldemort, quindi estremamente malvagia. Ti dico solo che questo, se lo indossasse Al, sarebbe solo un pezzo di metallo. Eeeh, spoiler! Comunque, quando aggiorni Alternative Universe? (ormai la chiamo così) Mi manca il tuo Tom! T_T
@Hel_Selbstmord: Heeel! Non preoccuparti, alla luce del lutto che ti ha colpita ti abbraccio telematicamente, e ti capisco! T_T Dev’essere stato orribile. Vero, Scorpius/James è un pairing (non slash!) mai esplorato, ma credo che fosse carino che invece di fare la scontatissima ‘facciamo fare amicizia agli eredi di Draco e Harry’ riorganizzare i Malandrini. Peccato che Jamie sia un anno avanti e che stia per finire! XD Crepi per la sessione ed è bello riaverti qui, davvero!
@Pnin: Ciao! Grazie mille per aver lasciato una recensione. È molto importante per me conoscere le vostre opinioni, e lo ammetto, parecchio gratificante. ^^ Sì, sono d’accordo con te sulla deriva di banalità che sta investendo il fandom slash di HP. Tutte queste Harry/Draco mi danno un po’ la nausea, anche se inizialmente adoravo la coppia. Comunque sì, totalmente Logan Lerman è un uketto! XD E anche Tom Sturridge. Ha fatto un film, like minds, in cui si è confermato l’uomo con le labbra più oscene della terra!
@Trixina: Ne ho date troppe? Eeeh, lo sapevo, ma vi lamentavate sempre che ero misteriosa! :P Beh, sull’Alchimia ci ho messo un po’ di fatica, ma diciamo che wikipedia, in tutte le sue forme, ha aiutato parecchio. Ah, dove sarei senza il genio wiki! XD La canzone che canta Sy è un tormentone al pari di ‘com’è bello far l’amore da Trieste in giù’ in Inghilterra, quindi Sy ha un’animaccia trash. Oppure è solo scemo. XD Tommy-boy è un dannato manipolatore. Ma ci piace così, no? XD
@MissyMary: Ciao! Beh, Tommy è il protagonista, ma purtroppo, per tener fede al Rowling-verse, non c’è NIENTE su cui ha controllo, almeno, fino ad ora. Dopotutto ha solo sedici anni. :P Tom un homunculus? Forse che sì, forse che no. Ricorda che per ora ha solo trovato una pista. ;) Per il fatto che è così bello, invece, deve ringraziare i geni. *ehehe, risata sadica*. La povera Prynn, mi sa, ti starà ancora più antipatica in questo capitolo! Alla prossima! XD
@Ombra: Spinoza eh? Condoglianze, la filosofia è un osso duro, e sinceramente, ti stringo la mano per non aver dato fuoco a tutti i libri. XD Apparte gli scherzi, grazie per i complimenti al match Tom-ragazzadellabiblioteca. Tanto per ribadire il fatto che al nostro piacciono i maschietti con grandi occhioni verdi. XD Sy dovrà tirare fuori la testa dalla sabbia, perché alla fine è un Malfoy, e si interessa solo di ciò che gli piace o lo diverte. Ragazzaccio. Tom se finirà il sogno… beh. Diciamo solo che i sogni possono essere o non essere rivelatori. ;) Non sono che un brandello nel nostro subconscio dopotutto. In bocca al lupo per Spinoza, e grazie per il commento!


****

Capitolo XXIX



La gente mi spaventa, specialmente alle feste.
(Factotum, Charles Bukowski)



31 Ottobre 2022
Hogwarts, Corridoi. Primo pomeriggio.

Hogwarts era immersa nel caso. No, non caos, proprio caso.
Teddy si guardò attorno, mentre frotte di pubescenti urlanti si gridavano ordini e suppliche da un lato all’altro delle scale mobili. L’argomento di conversazione principale erano i rispettivi costumi e maschere di Halloween o la possibilità di farsi incantare il viso per assomigliare ad un mostro o ad una splendida fata. A seconda.
Teddy si tirò indietro appena in tempo, prima che Pix, pazzo di gioia, scaricasse nel corridoio gavettoni contenenti zuppa di pesce.
Quando ero studente io, Halloween non era così folle.
Cercò di approcciare la cosa da un punto di vista pedagogico: dopo lo spavento causato dai Naga i ragazzi volevano rilassarsi, divertirsi.
Vandalizzare?
Entrò velocemente dentro la propria classe. Solo quando fu seduto sulla poltrona, davanti al fuoco, con una tazza di the, si sentì un po’ meglio.
Le feste gli piacevano, era l’isteria di massa che le precedeva ad atterrirlo.
Oltretutto, era braccato dalla professoressa Prynn, che aveva insistito fin dalla mattina per farsi aiutare nell’allestire la Sala Grande per il party. Teddy era convinto che il risultato fosse fantastico, ma lo sarebbe stato anche senza di lui, tramortito da quasi cinque ore di chiacchiere a senso unico.
Oltretutto, era nervoso.
Si passò una mano trai capelli, fissando il fuoco.
Aveva il costume, Neville gentilmente glielo aveva fatto trovare al tavolo dei professori quella mattina, con un bigliettino che l’aveva quasi sciolto in lacrime di pura gratitudine.
Il problema era il Problema James.
Quante storie, ragazzino… - Gli sembrava di sentire la voce di sua nonna – Jamie passerà la sera a ballare e rimorchiare ragazze. È un adolescente. Non ti considererà se ha di meglio da fare.
Eppure…
Coprì il polso con una mano, il polso che James gli aveva afferrato, irruento come sempre.
Qual è il problema, ragazzino? Non ti starai per caso mettendo in testa che ti piacerebbe che James ti desse attenzione?
Per chiarire!
… Stava cominciando a sentire le voci. Era un segno preoccupante.
Reclinò la testa sullo schienale, chiudendo gli occhi. Ventotto anni prima forse suo padre aveva fatto lo stesso gesto.
Non per lo stesso motivo, comunque.
Sospirò, alzandosi in piedi e versandosi la generosa dose di teina della giornata.
Tu che avresti fatto al mio posto, papà? Che avresti fatto se Sirius fosse stato più o meno minorenne e figlio del tuo padrino?

Aveva appena paragonato Jamie al Primo Amore di suo padre?
Trangugiò la tazza di the senza premurarsi dell’ustione di secondo grado che ne derivò.
Era solo… suggestionato dalla situazione. E poi c’era la festa. E James triste, composto, come un dannato ragazzo con il cuore spezzato.
Sentire battere un gufo alla finestra fu un sollievo senza pari.
Tolse la pergamena che portava un sigillo anonimo. Non veniva dalla scuola, né da sua nonna che colava la ceralacca con una precisione chirurgica. E non c’era nessun altro che avesse motivo per scrivergli. James, poi, il più delle volte chiudeva la busta con dello scotch magico.
La lettera veniva dal padrino.

Teddy,
Ho motivo di credere che Parva Duil sia stato assassinato,e che dietro la faccenda dei Naga ci fosse più che i deliri di uno psicopatico. Non avvertire nessuno. Solo, tieni gli occhi aperti. Mi farò vivo io.
PS: Divertiti alla festa e non fare da tappezzeria come io facevo all’epoca. Rendi fiera tua madre. Era una gran casinista.
Un abbraccio,
Zio Harry.

Teddy serrò le labbra. Si sedette sulla poltrona, rileggendo le poche frasi, mentre sorseggiava il the: la lettera non era certamente chiarificatrice. E non portava il sigillo del Ministero.
Questo significa solo una cosa… zio Harry non sta indagando ufficialmente.
Sospirò. Avendo fatto tre anni di Accademia Auror sapeva benissimo quanto fossero rigide le procedure di indagine dell’Ufficio. Se Harry le stava ignorando voleva dire che c’era un ottimo motivo. E dei sospetti.
Ci mancava solo questa…
Altri pensieri. Con un movimento irritato appoggiò la tazza sul tavolino accanto al fuoco. Naturalmente, come ogni volta che faceva qualcosa senza pensare, il dna di sua madre pensava bene di manifestarsi; il tavolino si rovesciò, spedendo nel fuoco tutto quello che conteneva. Compreso il diario di Ziel.
“Dannazione!”
Prese le molle, cercando di recuperare velocemente il quaderno. Lo fissò attonito quando si accorse che non stava bruciando. Si riscosse velocemente, afferrandolo e traendolo in salvo sul tappeto.

Per la barba di Merlino… Un incantesimo freddafiamma?
Prese il diario, freddo al tatto come se fosse stato sul davanzale della finestra. Lo aprì. E si accorse che il codice non era più tale. Adesso era scritto in caratteri latini.
Un codice che si decifra attraverso il fuoco? Questa è magia avanzata…
Lo sfogliò, meravigliato. Tanta era la sorpresa che fece persino fatica a concentrarsi e cogliere parole.
Vi lesse appunti. In tedesco. E lui non conosceva il tedesco.
Sospirò rassegnato: era naturale. La lingua madre di Immanuel Ziel era il tedesco.
Un particolare attirò la sua attenzione. Una parola. Era ripetuta continuamente.
Elderstab.

Corrugò le sopracciglia. Non conosceva il tedesco, ma quella parola gli era familiare.
Poi un nome gli balzò davanti agli occhi, in mezzo alle righe.
Thomas Dursley.
Tom? Perché Tom, uno studente, è citato nel diario personale di Ziel?
Sentì uno schianto alla porta. Sobbalzò, tirandosi in piedi.
“Oh, Ted, eccoti qua!” Sbottò Ainsel, il corpo californiano fasciato in un provocante vestito da … gatto? Anche gli occhi, solitamente azzurri, erano sfumati in un giallo-oro e in qualche modo la loro forma sembrava più tondeggiante.

Trasfigurazione umana…
“… Sei un gatto?” Sussurrò sfiancato.
“No, cat-woman. È un personaggio immaginario babbano. Ho risparmiato la fatica di cercarmi una maschera!” Sorrise. “Cielo, Lupin, non sai proprio come fare i complimenti ad una donna, mh?”
Ted sentì i propri capelli schiarire crudelmente verso il rosa imbarazzo. “No… io. Ehm. Mi cercavi?”

“Già.” Sogghignò. “Ho davvero bisogno di una mano laggiù. Voi inglesi non avete esattamente chiaro come vada festeggiato Halloween.”
“Beh, è una festa. La vecchia Samhain…”
Una festa Ted, hai detto bene. Solo i ragazzi la prendono con lo spirito giusto! Devi assolutamente darmi una mano con gli ultimi ritocchi.” Lo afferrò per un braccio. “Forza. Prendi il costume con te. Ti cambierai dopo. Siamo già in spaventoso ritardo con la tabella di marcia, e il party inizia tra tre ore esatte.” Lo guardò negli occhi, con serietà. “Sei l’unico che può aiutarmi, cucciolo.”
Cucciolo?

“Ah… va bene. Allora prendo il costume e ti raggiungo.” Si schiarì la voce. “Arrivo subito.”
Per un attimo l’espressione della donna parve contrariata. “Ti aspetto qua fuori!” Trillò però.
Fu solo un’impressione, ma a Ted sembrò che avesse notato il Grimorio.



****


Hogwarts, Torre di Grifondoro, Dormitorio delle ragazze.
Sette e mezzo circa.



She says she's no good with words but I'm worse
Tonight it's "It can't get much worse" vs. "No one should ever feel like…"¹


“Per tutte le sottane di pizzo di Morgana Benedetta! Sono nella merda!”
Rose non era particolarmente brava a tenersi dentro i suoi problemi, pensò Lily suggendo con grazia da lolita il suo lecca-lecca, seduta sul letto della cugina, mentre quest’ultima compiva ampi cerchi minacciosi attorno allo specchio.

La camera delle studentesse del Sesto Anno era immersa nel caos. Una radio suonava da qualche parte, mentre tonnellate di vestiti, calze e reggiseni erano sparsi ovunque.
Le altre compagne si erano già dirette in Sala Comune, per spettegolare, criticare i propri vestiti, ridacchiare, adocchiare gli ultimi cavalieri liberi ed aspettare l’inizio del party.
Rose era immobile, di fronte allo specchio, vestita con un’improbabile veste color arancia disidratata, che faceva a pugni con il castano miele dei suoi capelli.
“Te l’avevo detto che mandare un Gufo a nonna Molly chiedendole un suo vecchio abito da cerimonia era una pessima idea…” Sospirò. “Voglio dire, come ti è venuto in mente?”
Rose mugolò, mettendosi le mani trai capelli. “Non lo so! Non avevo uno straccio di vestito, e tutte non facevano che puntarsi la bacchetta in faccia e provare occhi bistrati per i loro costumi da fata Morgana o da Cacciatrice, ed io volevo essere originale…”
Non volevo che Scorpius mi confondesse in mezzo ad un trilione di fate Morgana e Dame del Lago!
“E hai pensato di vestirti da Prozia Muriel?” Aggrottò le sopracciglia. “Beh, è sicuramente originale.”
“No!” Belò, tirando la manica ornata di pizzi tendenti al verde. “Pensavo che la nonna avrebbe tirato fuori qualcosa di non so… retrò?”
“Merlino, Rosie… sai almeno cosa vuol dire?”
“… Non è questo il punto!”

“Assolutamente.” Lily si alzò dal letto, girandole attorno. “Il punto è che questo costume fa schifo.”
“Non puoi fare qualcosa? Sei così brava ad accorciarti la minigonna…” Borbottò sarcastica. “Non puoi trasfigurarlo in modo che non mi faccia ridere dietro per i prossimi cento anni?”
“Tesoro, faccio magie, non miracoli.” Sorrise Lily dispiaciuta. “Pensavo di lasciarti nei guai perché sono mostruosamente invidiosa del fatto che non andrò alla festa più in dell’anno… ma sai, anche volendoti aiutare, questo va’ oltre le mie possibilità.”

“Okay. Vado ad uccidermi.”
“… Rosie? Che hai addosso?”
La voce gentile, e un po’ spaventata a dirla tutta, di Al rischiò quasi di farla scoppiare a piangere.

Albus, dolce cugino…
Si voltò verso la porta, grata per il suo sicuro supporto. Al sgranò gli occhi. E scoppiò a ridere senza ritegno.
“Piantala! Smettila subito!” Ringhiò. Poteva andare peggio?
Certo. Malfoy mi vede, comincia a sbellicarsi come l’imbecille che è, mi pianta e va a tastare le tette trasfigurate della Haggins.

Al deglutì una risata, togliendosi la semplice maschera nera e asciugandosi il bordo degli occhi.
Attimo…
Indossava… la divisa? E aveva una cicatrice a forma di saetta in fronte?
… ma che cavolo…
Lily batté le mani, deliziata. “Oh, che carino! Ti sei vestito da papà!”
Al sorrise quieto. “Già. È auto-ironico.” Specificò, con una scrollata di spalle che quasi spinse Rose ad accopparlo con un tacco.

“Molto furbo…” Cinguettò compiaciuta Lily, aggiustandogli con amore fraterno la cravatta rosso-oro.
“Certo che sono furbo, sono un serpeverde.” Ironizzò. “Allora Rosie, intendi andare al Ballo… con quello?”
“A meno di non andarci senza vestiti…”
“Audace.” Sogghignò Lily. “Mi piace.”
“Chiudi il becco, flagello della mia esistenza.” Borbottò. “Al, mi devi aiutare. Sei un genio della Trasfigurazione… Non puoi aggiustarlo?”
Al la guardò confuso. “E come? Cioè… credo, insomma, credo sia oltre le possibilità di chiunque.”
“Fantastico. Ammazzami. Ora.” Si buttò seduta sul letto, prendendosi il viso tra le mani. “La festa inizia tra mezz’ora ed io dovrò andarci così…” Si bloccò. “Forse posso non andarci.”
“Non credo proprio.” La corresse serio. “Ci andiamo assieme, come gruppo. Vuoi davvero farmi sorbire Jamie e Malfoy assieme? Adesso sono tutti battute e virili pacche sulla schiena. Mi vuoi vedere morto entro la fine della serata?”

“Ma scusa… i tuoi amici?” Lo guardò, incerta.
E Tom?
Non si era dimenticato l’episodio del giorno prima. Ma non era certo facile introdurre il discorso.
Sai che Tom parla in posti sperduti con biondini sconosciuti?
Al fece spallucce. “Tendiamo a non starci troppo trai piedi. Mike vuole avere territorio di caccia libero e Loki non lo vedo da ieri e credo che non lo vedrò, se non a fine serata, tra due ragazze con pochi vestiti addosso. E Tom…” Si rabbuiò, e non aggiunse altro.
“Non viene?” Chiese Lily confusa. “Aveva detto che sarebbe venuto!”
“L’aveva detto, ma è dall’ora di cena che non lo vedo.” Disse anodino. Si passò una mano trai capelli, arruffandoli ancora di più. “Per quel vestito… davvero, Rosie. Non è così male a guardarlo bene. E se magari ti metti la maschera… forse la gente non ti riconoscerà?”
“Grazie Al, mi sei davvero d’aiuto.” Replicò sconfortata. Gli lanciò un’altra occhiata: Albus sorrideva come sempre, ma era chiaro che c’era qualcosa che lo turbasse.

Ovvio, Tom. È sempre Tom. Gli caverò il cuore con la bacchetta se oserà bidonarlo.
“Verrà.” Mormorò, sfiorandogli il polso.
Albus fece un mezzo sorriso. Gli occhi però erano tempestosi. “Lo spero per lui.”
Lily guardò dall’uno all’altro. “C’è qualcosa che non so?”
No!” Risposero in coro, prima che un ritmico picchiettare distogliesse l’attenzione di tutti e tre.
“Lils, abbassa un po’ la radio…” Ruppe il silenzio Al, andando ad aprire la finesta. Vi trovò un enorme falco, dal piumaggio bianco-nero.
“Wow.” Mormorò. “Di chi è?”
“Nessuna delle ragazze ha un falco.” Replicò Rose, incuriosita, avvicinandosi. “Sembra il genere di famiglio che può avere un ragazzo.”
“Oh!” Esclamò Lily, facendosi spazio trai due. “È un Girfalco! Sono molto costosi!”
Rose ebbe un brutto presentimento. Che si chiarificò quando il volatile entrò nella stanza, trascinandosi dietro un enorme pacco rosso e atterrando dolcemente sul suo comò.
Lily lanciò un gridolino entusiasta. “Sembra un regalo! Ed è per te, Rosie!”
“Fantastico…” Mugugnò, avendo benissimo in mente chi poteva essere il padrone di quel dannato pennuto, che sembrava fissarla beffardo.
“C’è un biglietto.” Sorrise Al, slegandola dalla zampa del volatile. “Lo leggi?”
Rose la afferrò immediatamente, strappando la ceralacca.


Alla mia Rosey-Posey
È in affitto, quindi non è tecnicamente un regalo.
Un ammiratore super-segreto.

Aprendo il pacco, ne uscì un fiume di morbida stoffa blu. Le due ragazze stesero il vestito sul letto. Sembrava uscito da una fiaba. C’era anche una maschera, cesellata in volute d’oro, che si intonavano con l’oltremare del vestito da strega medievale.
Lily le lanciò un’occhiata di affettuosa malizia. “Così, Rosey, hai un ammiratore segreto… e con un ottimo gusto in fatto di costumi.”
Rose scosse la testa, mentre un sorriso le affiorava involontariamente alle labbra.



****

Biblioteca, Otto di sera.

“Fata Morgana.”
Tom aspettò che la porta, in pesante legno di cedro, si aprisse con un leggero cigolio.
Fece un mezzo sorriso, guardando distrattamente l’orologio da polso.
Aveva ancora mezz’ora per poter fare il lavoro, tornare in Dormitorio, cambiarsi e raggiungere Al.

Poteva fare tutto. Poteva crearsi un alibi e continuare con le sue ricerche. Poteva allearsi con John Doe e restare nell’ombra. Poteva proteggere Albus e reclamarlo per sé.
Doveva solo rimanere lucido.
Sfiorò con le dita le copertine lungo gli scaffali ordinati. Poi, lo trovò. Libro delle pietre, Ayyan.
Lo sfilò dallo scaffale, sfogliandone le pagine, come a verificarne la consistenza.
Non poteva portarlo via dalla sala: la ragazza non glielo aveva detto, ma era intuibile che oltre la parola d’ordine ci fossero altre protezioni. Quel luogo era stato incantato; non solo all’entrata, ma anche l’interno. Era una strana sensazione, ma riusciva a percepirlo.
La magia lascia tracce ovunque…
E oltre a quello, c’era sempre la sua razionalità a confermarglielo.
Estrasse un quaderno che aveva comprato il giorno prima da Zonko: era spesso, dalla copertina rigida e con un incantesimo di protezione già attivato. Un diario segreto, in poche parole.
Si avvicinò all’unico tavolo della sala, allineando il libro e il quaderno. Puntò la bacchetta contro il quaderno. “Trascribo.” Scandì.
Il libro si aprì con uno scatto secco mentre la penna magica che si era premurato di posare sul diario cominciava a copiare diligentemente sui fogli bianchi.
Non riuscì a non sorridere, mentre il trionfo gli scorreva placido nelle vene.


****

Sala Grande. Nove e mezzo.


Well, I woke up tonight and said I
I'm gonna make somebody love me
And now I know, I know that it's you
You're lucky, lucky, you're so lucky!²

La Sala Grande era completamente trasformata. Trasfigurata, era il termine giusto, pensò Ted entrando: doveva ammettere che Ainsel aveva fatto un lavoro stupefacente.
La Sala Grande raffigurava in quel momento un interno gotico, illuminato soltanto dalla luce di centinaia di candele nere. I tavoli erano stati eliminati e, davanti al piano rialzato dove si accomodavano i professori, erano state posizionate una pletora di casse che amplificavano la musica.
Tutto faceva pensare ad uno di quei giganteschi lave party babbani a cui Victoire lo trascinava sempre.
I ragazzi, con vestiti e trucchi iridescenti si muovevano a ritmo, bevendo e ridendo.
Era una festa molto americana. Ma a quanto sembrava gli studenti ne erano assolutamente entusiasti.
Teddy si diresse immediatamente verso il tavolo delle bevande, dove grossi recipienti ospitavano succo di zucca ghiacciato, burrobirra bollente e punch che Teddy sospettava non fosse analcolico.
Almeno non nelle intenzioni di Nott, che vestito da Lepricauno, fumava una lunga pipa vicino ad un barile di quella che forse non era burrobirra. Gli fece un gran sorriso, quando si avvicinò. “Professore… Festa brillante, non trova?” Esclamò. “Bel costume!”
Teddy sorrise, versandosi una dose di punch e sorseggiandola. “Grazie. Nott, è una mia impressione o questo punch è lievemente corretto?”
“Non so di cosa stia parlando, professore. Questi Scamandro sono marci dentro e alcolizzati, glielo dico io.” Sogghignò, prima di toccarsi la falda del cappello e allontanarsi.

Teddy ridacchiò e lasciò perdere. Poi il suo sguardo inevitabilmente cominciò a vagare per la stanza, in cerca di una persona che a sua differenza, godeva ad essere il centro dell’attenzione.
Non fu difficile trovarlo: James era assieme agli Scamandro e a Malfoy al centro della pista. Bevevano da calici colorati e ballavano in modo folle, come solo un adolescente può fare senza sembrare ridicolo.
James era vestito da vampiro, mentre Malfoy sembrava un cavaliere alla corte di Re Artù. Gli Scamandro erano avviluppati in chilometri di carta igenica, probabili mummie.
Ted, rassicurato, bevve un sorso dal proprio drink: perfetto, era whiskey incendiario al punch.
Poi vide che James l’aveva notato. Pochi istanti dopo, infatti, gli era accanto. “Professor Lupin, è lei? Con tutte queste maschere non si capisce chi è cosa.” Sorrise. Aveva le iridi bianche e il volto innaturalmente pallido. Aveva un’aria indubbiamente lugubre ma, oggettivamente parlando, affascinante.
Un costume ben riuscito… i vampiri devono essere affascinanti.
“Me in persona. Ciao Jamie…” Sorrise di rimando. “Ne sai qualcosa di questo punch?”
James sogghignò. “No comment.”
“Sì, lo supponevo.” Sospirò, felice di quella breve tregua. “Vi state divertendo? La professoressa Prynn mi ha sfiancato, ma credo ne sia valsa la pena…”

James scrollò le spalle. “Mi conosci, ci dovrebbe essere più alcool, meno ragazzine di quindici anni e un mucchio di ninfe norvegesi. Ma è okay.” Lo vide mordersi un labbro con un canino vampiresco. “Tu da cosa sei vestito? Hai una specie di spada…” Osservò, sfiorandogli l’impugnatura del fioretto che portava al fianco. Teddy si sentì improvvisamente piuttosto a disagio.
“Moschettiere, è un costume babbano. Neville l’ha preso per me. Non sapevo che conoscesse il romanzo di Dumas…” Sorrise nervoso, guardandosi attorno. Si rilassò quando vide che nessuno sembrava aver notato che James era ad un passo da lui, in linea d’aria. In effetti, tra le luci crepuscolari e la musica assordante tutto fluttuava in una calca rossastra e rumoreggiante.
“Ti sta bene.” Borbottò James, vuotando il proprio bicchiere in un sorso. Poi lo guardò, come pregandolo di riempirsi di nuovo da solo. Ovviamente, non accadde. “Beh, allora buona serata. Ciao.” Disse, prima di voltarsi e andarsene.
Teddy lo guardò andare via sbigottito. E sapeva davvero che non doveva, forse…
Ma si sentì lo stesso un po’ sconfortato.

Scorpius lo accolse con una risata malvagia. “Sei un cretino, Potty!”
James serrò i denti, afferrandogli il bicchiere e trangugiandone il contenuto. “Oh, certo. Non lo vedevi com’era a disagio? Sembrava aver paura che gli stessi per chiedere di ballare!”
“Capisco. Non sei ancora abbastanza ubriaco per farlo davvero.” Obbiettò ragionevole , dandogli una pacca sulla spalla. “Altra dose?”

“Dio, sì.” Grugnì, lanciando un’occhiata nella direzione in cui era Teddy. “Cristo, è meraviglioso… No? Guarda quella camicia. È meraviglioso.”
“Un po’ troppo inconsistente per i miei gusti. E poi è mio biscugino o qualcosa del genere.” Replicò passandogli un bicchiere pieno. “Dulcis in fundo, mi piacciono le tette.”
“Anche a me, Malfuretto. Ma lui travalica ogni categoria…” Sussurrò, più a se stesso che ad altri. Inspirò lentamente, prima di dare due sorsi al bicchiere. “Dovevo rimanere.”
“Già. E giurargli la tua imperitura devozione. E magari chiedergli di danzare. Com’è che non ha funzionato?”
“È pieno di gente, dannazione. Te ne sei reso conto?”
Scorpius si guardò attorno. “Mmmh, vagamente. Lascia che ti ricordi il piano. Il piano era attirarlo in un luogo che avrebbe stordito la sua indole da pensionato, mentre l’alcool allentava i suoi freni inibitori. Sembra un tipo che va giù con due dita di sidro. E poi, complice le tue straordinarie doti fisiche lo avresti sedotto.”
“La fai semplice tu!” Brontolò, sentendosi le orecchie scottare in maniere piuttosto Weasley. “Non posso semplicemente provarci!”
Scorpius sorrise bonario, per quanto il ghigno Malfoy glielo permettesse. “Hai stabilito un contatto, intanto. Credo sia proficuo.” Si guardò attorno. “Ora… Dov’è la mia splendida principessa?”
“Stiamo parlando di Rosie? Perché se è così, hai il cervello fradicio di whiskey.”
“Lei è una principessa. La mia.” Decretò con sicurezza, battendo le nocche sulla cotta di maglia. Poi si illuminò, quando la intravide all’ingresso, seguita da quello che sembrava un paggio, ma che in realtà era solo Albus con una maschera.

James spalancò la bocca in una ‘o’ quasi perfetta. “È davvero lei?”
“Rose!” Cinguettò Scorpius, facendo ampi cenni con la mano. Rose fece un mezzo sorriso impacciato, dietro la maschera, in un corpetto blu oltremare con una gonna assolutamente perfetta.

“Sembra quasi una femmina.” Riassunse James, scoccandogli un’occhiataccia. “Tu c’entri qualcosa?”
“Naturalmente.” Sorrise sereno. “Oh, guarda il mini - Potter. Che cosa graziosa. Fa’ vostro padre.”
“Idiota…” Sbuffò James, sorridendo storto ai due quando si avvicinarono; sentiva la lingua intorpidita dall’alcool e cominciava a sentirsi allegro. “Ehilà, cuginetti meraviglia…” Strascicò.
Al lo squadrò da capo a piedi. “Hai i canini e sei ubriaco.” Stimò con un sospiro.
“Accoppiata vincente.” Annuì con vigore Scorpius, lanciando un sorriso beato a Rose, che si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, ricambiando impacciata. “Buonasera misteriosa principessa…”
“Sei un idiota.” Sussurrò, ma le brillavano gli occhi. “Non era necessario.”
“Certo che sì. Adesso siamo Ginevra e Lancillotto.” Le prese la mano e se la portò alle labbra. “Allora, il mio ballo?”
“Ehm. Sto ancora cercando di abituarmi al corpetto, Lily l’ha stretto troppo…” Mugugnò, lanciandogli un’occhiata di avvertimento; James sembrava pronto ad opporsi fisicamente all’eventualità di vederli abbracciati assieme in sua presenza.
“La dolce Lilian? Credo di averla vista imboscata con Coote da qualche parte, vestita da coniglietta sexy.” Cinguettò Scorpius e, prima che i due Potter potessero scongelarsi dall’orrore, la trascinò in mezzo alla calca danzante.

“Scorpius, non è vero!” Rise, tirandogli una botta sulla spalla. “Che bastardo!”
“In verità, non credo di essere una gran brava persona.” Sogghignò, chinandosi su di lei. “Ti sta benissimo… dico, il vestito.” Aggiunse.
“Non voglio sapere come hai saputo le mie misure, davvero, mi limiterò a ringraziarti.” Sospirò, cercando di capire come ballare senza farsi pestare i piedi dalla folla. Si sentiva stupidamente leggera, sobria e felice. “Scorpius, è stupendo. Grazie. Anche la maschera… è. Grazie.” Ripetè, arrossendo.
“Lo so, sono il cavaliere perfetto. Ho pensato anche a come poter ballare assieme senza farci scoprire. Festa in maschera, chi è cosa, con chi diavolo sto ballando etc, etc…” Spiegò, prendendola fluidamente tra le braccia. “Ah, questo è un lento.”
Rose ridacchiò. “Ma non mi dire… Comunque. Sei davvero vestito da cavaliere babbano?”

“Non credi sia profondamente ironico? In ogni caso ci sono voci che sospettano una sua discendenza magica, quindi forse mio padre non mi diserederà.”
“James è già ubriaco…Sei sicuro di non esserlo anche tu?” Sbuffò fingendo casualmente di parlargli all’orecchio per poterglisi avvicinare. Profumava di bucato appena steso, anche in mezzo ad una calca sudata. “Ti prego, dimmi che non lo spingerai a fare cavolate.”
“Impossibile. Sono il diavoletto sulla sua spalla.” Sussurrò divertito. “E anche della tua.”

Rose gli sorrise: per quanto riusciva a capire, non capiva. Era tutto maledettamente perfetto. Persino se era stretta in un bustino. Persino se James era già ubriaco e non erano nemmeno le nove. Persino se le altre coppie gli lanciavano occhiate incuriosite.
Si sentiva sciocca e felice. Era una sensazione nuova, e avrebbe voluto provarla per sempre.
Scorpius le sorrise. “Allora… Posso prenotarti per tutti i balli della serata?”
Rose ricambiò. “Assolutamente sì.”


If you're lost, You can look
And you will find me, time after time… ³


Al lanciava occhiate alla Sala, ma non si era mosso di un millimetro da quando la coppia si era allontanata: James non andava lasciato solo, dalla costanza con cui si riempiva il bicchiere. Avrebbe voluto essere lì solo per controllare il deficiente, farsi due risate con gli amici e sorridere supportivo a Rose… ma in realtà si sentiva come le ragazze che, sole e imbronciate, sedevano all’angolo della Sala, aspettando un cavaliere che non sarebbe mai arrivato.
Inspirò, afferrando il bicchiere del fratello e dandone un lungo sorso. Tossì mentre l’altro, stupito, rideva.
“Che c’è Al? La tua dama ti ha dato buca?” Sghignazzò, dandogli una pacca sulla spalla. “Andiamo… Se hai il cuore spezzato ci faremo compagnia a vicenda.”
“Perché, tu hai un cuore?” Replicò, sentendosi lacrimare gli occhi, ma non lasciò il bicchiere. Ne bevve un altro sorso, e fu meno mortifero.

James non disse nulla, strinse semplicemente le labbra. E Al capì che c’era qualcosa che non andava. Non che non l’avesse già intuito da un mese, ma lui e James non parlavano mai dei propri sentimenti. Probabilmente, considerò, perché nessuno dei due avrebbe mai voluto essere il primo a farlo.
“Stai bene?” Chiese però, appiattendosi una ciocca ribelle sulla fronte.
James fece un sogghigno agro, scuotendo la testa. “Sicuro pivello… siamo ad una festa.”
“Hai litigato con Teddy?” Sparò a bruciapelo. Era un azzardo. James aveva un intero mondo interiore che proteggeva a colpi di spacconate e arroganza. Ma quando lo vide stringere il calice con forza, capì che stavolta non avrebbe reagito. “È così, vero?”
“Con Teddy non si può litigare, Albie. Dovresti averlo già capito da anni… lui si scusa, e tu ti senti un idiota. Ecco come vanno le cose.” Masticò amaro. “Ora, perché non tiri fuori le palle e chiedi a qualche ragazza di ballare? Come il tuo favoloso fratello, devi solo pescare dal mucchio. Sfrutta il fatto di essere il figlio di un eroe una volta tanto.”
Al fece un mezzo sorriso. Il ghigno di James era fragile. “Forse sto aspettando una persona…” Mormorò.

“Se stai aspettando Tommy sei proprio una checca.” Brontolò James, rivolgendogli un sorriso ispido.
Al scosse la testa, finendo il bicchiere. “Tu stai aspettando una persona, piuttosto?”
“Da tutta la vita…” Rispose, duro. Al non fece in tempo a decifrare l’espressione, perché la sua attenzione fu spostata al centro della pista. Teddy stava ballando con la professoressa Prynn e sembrava assolutamente in difficoltà, a giudicare dai capelli che oscillavano tra il rosa imbarazzo e il bianco disagio. Al ridacchiò. “Hai visto la faccia di Teddy?”

“Vado a fare rifornimento.” Si scollò dal palato, distogliendo lo sguardo. “Non sono abbastanza ubriaco.” Lo lasciò senza un’altra parola. Al rimase del tutto sconcertato quando lo vide praticamente correre in direzione di Michel, che se ne stava appoggiato ad una parete, in una posa estremamente languida e solitaria. Lo vide afferrarlo per un braccio. Per un attimo pensò che l’avrebbe picchiato in preda ad un raptus di razzismo tra Case, ma poi gli parlò all’orecchio.
Michel sorrise, chinando la testa verso le labbra di James e Al, con precisione drammatica, capì chi era il suo misterioso amante, che a Settembre gli aveva lasciato tanti dubbi in testa.
Oh, Dio. James è… Oh. Dio.
Boccheggiò, guardandosi intorno alla ricerca disperata di qualcuno su cui sfogarsi, perché bisognava essere idioti per non capire come stavano le cose, ma non c’era nessuno, ovviamente, nessuno a cui avrebbe potuto dirlo. Tranne…
Sentì una mano appoggiarglisi sulla spalla. Un gesto banale, se non fosse che le dita gli sfiorarono il collo, dolcemente.
“Ti sei vestito da zio Harry?”
Tom.

Al si voltò, dimentico della rabbia e di volergli tirare un calcio. “James va a letto con Michel!” Sbottò, sgranando gli occhi.
Tom inarcò le sopracciglia. Indossava una camicia bianca da mago e pantaloni neri. Aveva la maschera, una banalissima, bianca, ma tagliata a metà, così da nascondergli parzialmente il viso. Il mantello era indolentemente buttato sulle spalle.
Chissà da cosa si è vestito… Comunque, sta benissimo.
Si riscosse immediatamente però. “Mi hai sentito?!” Quasi urlò. “Jamie è…”
“Ho sentito.” Replicò pacatamente. “E lo supponevo da un po’.”
“Perché non me l’hai detto?”

Tom inarcò un sopracciglio. “Mi avresti creduto? Fino a due mese fa pensavi che Zabini fosse solo uno snob.”
Al deglutì, ispirando una grossa boccata d’aria. “Credo di aver appena avuto un trauma. L’ultimo di una lunga serie…” Sussurrò. “E comunque non è perché va a letto coi ragazzi… Cioè, certo, anche. Ma perché… lo sai. Mike.
Tom sorrise, nascondendo la soddisfazione che gli aveva procurato quella notizia, passandogli un pollice sulla cicatrice. “Lo so. Molto ben eseguita. Trasfigurazione su persona, vero?”
“No, l’ho fatta con una forchetta arrugginita.” Ironizzò, ricordandosi il motivo per cui fino a cinque minuti prima lo odiava. “Dove eri finito?”
“A confezionare il mio costume.” Spiegò quieto. “La divisa da Grifondoro non ti dona affatto.”
Al fece una smorfia. “Curioso, tutti pensano il contrario.”
“Perché sono degli idioti.” Replicò. Aveva l’aria stanca e il viso tirato. Si chiese se gli stesse di nuovo mentendo, ma poi non ebbe la forza di darsi una risposta. Non in quel momento.

Perché non posso avere un anno tranquillo?
Ah, giusto. Ho giurato a me stesso che sarebbe stato un anno grandioso.
Attento a quel che desideri…
“Ti va qualcosa da bere?”
“Solo se Nott non ci ha rovesciato due barili di whiskey dentro.” Gli fece un mezzo sorriso. “La maschera però ti dona…” Si chinò su di lui, sfiorandogli la tempia con le labbra, un gesto innocuo se visto da lontano. “Mi viene voglia di togliertela.”
Al sbuffò, fallendo nel tentativo di non arrossire. “Non pensare di corrompermi con dei complimenti. Non hanno mai funzionato. E non funzioneranno adesso.”
Tom fece una smorfia infastidita, quasi fosse stato colto sul fatto e non avesse voglia di ammettere la cosa. “Sono qui, no?”
“E ci rimarrai per tutta la sera.” Lo guardò negli occhi. “Così ti stancherai a morte, ascolterai delle musica, berrai e dormirai come un angioletto.”
Tom ghignò. “Non sono mai stato un angioletto.”
“Mh, strano. Da piccolo mi ricordo che tua madre ti definiva proprio…”
Al.” Lo minacciò. Poi sospirò. “Tutta la sera, va bene.”
“Vorrei vedere. Devi aiutarmi a superare il trauma di avere un fratello bisessuale.” Inspirò, mordendosi un labbro. “Povero papà. Credo dovrà tener conto di Lily, per la prosecuzione delle specie…”
“Sono sicuro che James metterà nei guai qualcuna entro i vent’anni e risolverà il problema.” Sogghignò Tom, facendolo ridere.

“Sappi che non ti lascerò scappare, stasera.” Gli comunicò. Esitò, poi lo prese per mano, intrecciando le dita, con forza. “Okay?”
Sapeva di essere un codardo. Che avrebbe dovuto pretendere chiarezza, risposte da Thomas. Ma c’era una parte di lui che sapeva che, se l’avesse fatto, l’avrebbe perso. E aveva paura; a volte si svegliava nel cuore della notte con il cuore che gli martellava nel petto. Si voltava e lui, per fortuna, era lì.

Va tutto bene.
Tom gli sorrise. Un sorriso piccolo, ma solo suo. “Okay.”
E non gli lasciò la mano.

Tonight the music seems so loud,
I wish that we could lose this crowd.
Maybe it's better this way,
We'd hurt each other with the things we want to say⁴


Teddy aveva da un po’ il sospetto che Ainsel Prynn ci stesse provando con lui.
E quando lo trascinò sulla pista da ballo, premendogli i seni sulla camicia, capì che stavolta non aveva preso un abbaglio.
“Ti piace questa canzone, Ted?” Chiese vellutata.
Era bella, Ainsel. Con grandi occhi azzurri, ora dorati, il viso perfetto e un corpo da favola. I capelli biondi rilucevano bronzo alla luce delle candele. Era davvero bella.
Ma era tutto lì. E improvvisamente si rese conto di quanto Victoire e Ainsel in fondo si somigliassero. Erano entrambe belle, di quella bellezza che ti fa sospirare, erano entrambe vivaci con quella grazia che ti rapiva. Ed entrambe non erano ciò che voleva.
“Sì… non è male.” Convenne. “Ora però dovremmo controllare i ragazzi… e le bevande.”
Ainsel rise. “Ted, i ragazzi si controllano da soli. Siamo qui per divertirci, come loro. Siamo giovani, e non credo che ci sia altro divertimento disponibile nel raggio di miglia. Perché non riesci a godertelo?”
Perché. Bella domanda.

Perché Jamie non era in giro, e lui aveva paura che fosse finito da qualche parte a…
Imboscarsi con qualche ragazza? Del tutto normale e rincuorante, data la tua posizione.
Non si sentiva affatto rincuorato.
“Siamo professori…” Sussurò, cercando di divincolarsi con leggerezza. Ovviamente sembrò una papera zoppa. Ainsel se ne accorse, ridendo e afferrandolo per le braccia.
“Sai, prendilo come un complimento senza mezzi termini, ma sei davvero affascinante, mio bel moschiettere.” Disse franca, con sguardo assorto. “Potresti quindi farmi godere un po’ della tua bellezza senza rovinare tutto cercando di scappare. Sono tanto brutta?” Replicò divertita, ma la presa era ferra.
“No, certo che no. È solo… ho in mente un’altra persona.” Confessò. E in un certo senso era la verità. Doveva vedere Jamie. E spiegarsi, una volta per tutte.
“Hai una ragazza?” Si informò stupita Ainsel.
“No, ci siamo lasciati. Ma… soffro ancora molto.” Mentì, premurandosi di avere una faccia contrita, pregando lo spirito dei Malandrini. Che ovviamente pensarono bene di ridersela dall’alto dei Cieli.
“Beh, ma non è qui, giusto?” Gli passò le dita sul collo, facendogli drizzare i peli della nuca. E non di piacere. Si sentiva solo molto imbarazzato. E non osava sapere di che colore erano i suoi capelli.
Quelli non si potevano mascherare.
“Invece sento la sua presenza!” Sbottò, praticamente liberandosi con uno scrollone. “Mi dispiace… ho bisogno di prendere una boccata d’aria.” E fuggì, lasciandola a fissarlo come se fosse pazzo.
Probabilmente lo sono… Ora. Dov’è Jamie?
In mezzo a quella calca di mascherati esseri antropomorfi, fate e vampiri non riusciva a vederlo. Alla fine, dopo aver lanciato un’occhiata attonita a Rose che ballava tra le braccia di Malfoy, trovò Albus, seduto vicino a Tom, a quanto sembrava vestito da fantasma dell’Opera.
Registrò a malapena che si tenevano per mano. A quella festa stavano succedendo cose incredibili.
“Al, hai visto Jamie?”
Al lo guardò confuso. “Sì… beh, fino a poco fa era qui. Poi…” Si zittì, lanciando uno sguardo a Thomas, che per tutta risposta si esibì in uno di quei sogghigni urticanti.

“È fuori, nel corridoio.” Gli spiegò. “Quello vicino all’entrata delle cucine.”
Al boccheggiò, ma non disse nulla, perché Tom lo tirò subito in piedi. “Andiamo a prendere da bere, Al.”
Al sembrò combattuto, ma alla fine sospirò. “Sì… ci vediamo dopo, Teddy.”

Ted non si soffermò troppo a pensare a quei due. Del resto non si sentiva in grado di giudicare nessuno in quel momento. Aveva bevuto un po’ troppo. Cioè un bicchiere di punch.
Così imparo a bere solo the.
Uscì dalla Sala, e si diresse verso la direzione indicata da Thomas. Scansò con imbarazzo le coppiette imboscate, e sperò di non aver riconosciuto Lily vestita da coniglietta allacciata a Jordan Thomas.
Di James non c’era traccia.
Proseguì lungo il corridoio, sempre più imbarazzato. Poi, dietro una grossa armatura imponente, lo vide. Anzi, li vide.
James era con qualcuno e quel qualcuno era Michel Zabini. E entrambi sembravano aver perso la decenza e nel caso di James anche la parte superiore dei vestiti.
Si sentì un autentico idiota.
Perché James si stava solo comportando da adolescente e invece lui non si era mai sentito tanto furioso.
Non gli importò dell’irrazionalità della cosa. Non gli importò che non poteva paragonare la fedeltà di Victoire a quella di James, quando James non era la sua ragazza perché, Dio mio, era James.
Ovviamente non era una buona idea restare lì. Perché Zabini alla fine si accorse di lui.
“Professor Lupin?” Chiese stupito e, giustamente, infastidito.

James si voltò di scatto, come se avesse preso uno schiantesimo in pieno petto. Lo guardò attonito, incapace di dire alcunché.
Capiva il problema.
“Ragazzi… credo sia il caso che vi rivestiate.” Disse piano, riuscendo persino a suonare credibile. “Tornate alla festa. La professoressa Prynn ci ha messo impegno ad organizzarla… è un peccato abbandonarla così presto.”
Zabini sembrava aver voglia di fargli notare che non erano affari suoi, ma si trattenne perché era davanti all’autorità costituita. James invece non sembrò dello stesso avviso. “Va’ a farti fottere!” Ringhiò.

Zabini ebbe il buon gusto di trasalire.
Ted inspirò. “James, non credo tu sia nella posizione…”
“Non lo sei manco tu!” Sbottò, afferrando la camicia da terra, e infilandosela. I movimenti erano goffi, rallentati, come di chi aveva decisamente bevuto troppo. “Non lo sei! Tornaci tu, a quella fottuta festa! Lasciami in pace!”

Ted non ce la fece più. Si rese conto che davvero, ventiquattro anni erano vicini ai venti, ai diciassette, in modo ridicolo. Perché aveva voglia di urlargli addosso nello stesso identico modo.
“Venti punti in meno sia a Grifondoro che a Serpeverde.” Scandì, atono. “E ora rivestitevi. Non fatemelo ripetere per cortesia.”
Poi girò le spalle, andandosene. Da quel corridoio e dalla festa, dove al momento risuonava una canzone decisamente crudele.

This is the hardest story that I’ve ever told
No hope, or love, or glory
Happy endings gone forever more⁵


****

Note:
Qui la playlist.

1.Dance, Dance (Fallout Boy) 2.Do you want to (Franz Ferdinand)
3.Time after Time (Quietdrive) 4.Careless Whisper (The Seether) 5.Happy Ending (Mika)
Questo è il costume di Rose.
  
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