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Autore: ChelseaH    18/01/2010    14 recensioni
[SPOILER SECONDA STAGIONE] Quelle parole volevano ferirlo, lui voleva ferirlo per avergli taciuto la verità per così tanto tempo, ma non le pensava, non avrebbe mai potuto pensare che Merlin fosse un mostro perché Merlin per lui era tutto.
Ma Merlin era scappato, si era volatilizzato.
L’aveva lasciato solo.
Genere: Commedia, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Godforsaken Land'
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DISCLAIMER: Merlin e tutti i suoi personaggi sono proprietà della BBC e chi per essi. Con questo scritto non intendo avanzare pretese su di loro e / o lucrarci sopra.

ATTENZIONE, spoiler riguardanti tutta la seconda stagione + slash.

Godforsaken Land

Prologo.
Arthur tentò di resistere alla tentazione di rigirarsi per l'ennesima volta sulla coperta buttata sul pavimento che gli faceva da letto. In tempi normali non ci avrebbe pensato due volte a mostrare apertamente il proprio disagio per la sistemazione ma, in tempi normali, Merlin sarebbe stato sdraiato al suo fianco a sorbirsi tutte le sue lamentele mentre ora lui era lì, su quel pavimento, proprio perché Merlin non c'era.
Ricordava fin troppo bene la prima volta che era andato a Ealdor, con Merlin, Morgana e Gwen, per cercare di proteggere il villaggio. E ora eccolo di nuovo lì, sul pavimento della capanna di Hunith, a tentare di prendere sonno. In realtà non era per nulla sicuro che l'insonnia fosse dovuta alla mancanza di un materasso e di un letto veri, la verità era che era stato seriamente convinto di trovare Merlin a Ealdor e, quando aveva sbattuto il muso contro il fatto che il ragazzo non era nemmeno passato di lì, il mondo gli era crollato addosso.
Senza contare che Hunith non solo non aveva visto il figlio di recente, ma non aveva nemmeno idea che fosse scappato da corte e così ora il principe si sentiva anche in colpa per averle portato quella cattiva notizia.
Si alzò e uscì dalla capanna alla ricerca di un po' di aria fresca, cercando di ignorare il magone che gli rendeva il respiro pesante e gli occhi stranamente umidi. L'ultima volta che aveva visto Merlin, il ragazzo aveva il volto rigato dalle lacrime. Non gli aveva detto niente, semplicemente aveva girato le spalle e se n'era andato dalle stanze reali. La mattina dopo era andato a cercarlo e Gaius gli aveva detto laconicamente che Merlin se n'era andato il pomeriggio precedente, che non aveva voluto dirgli cos'era successo ne dove era diretto, semplicemente che non avrebbe mai più rimesso piede a Camelot.
Arthur era rimasto freddato.
“Insomma, sei un mostro!” erano le ultime parole che gli aveva urlato in faccia prima che lui si mettesse a piangere e sparisse.
Si era subito pentito di ciò che aveva detto ma il suo orgoglio gli aveva impedito di rincorrere Merlin, abbracciarlo, stringerlo, dirgli che andava tutto bene e che nulla sarebbe cambiato. Quelle parole volevano ferirlo, lui voleva ferirlo per avergli taciuto la verità per così tanto tempo, ma non le pensava, non avrebbe mai potuto pensare che Merlin fosse un mostro perché Merlin per lui era tutto.
E così, quando Gaius l'aveva messo di fronte al fatto che il suo servitore se n'era andato, aveva cercato di seguirne le tracce per un paio di giorni ma senza troppa fortuna. Tornato a Camelot si era imposto di calmarsi e ragionare e gli erano venuti in mente Ealdor e Hunith. Del resto lui, se avesse voluto scappare lontano e avesse ancora avuto una madre, sarebbe corso da lei.
Merlin però non l'aveva fatto, probabilmente perché sapeva che quello sarebbe stato il primo posto in cui l'avrebbero cercato.
Inspirò a fondo l'aria fresca della notte, imponendosi di calmarsi. Era un esercizio che si era ritrovato a fare fin troppe volte negli ultimi giorni. Dove poteva essere andato Merlin? Dai druidi? A cercare asilo da Morgause? Aveva già vagliato quelle ipotesi più e più volte ed era sempre finito col scartarle perché, anche se ora sapeva cos'era Merlin, era anche sicuro che non avesse nulla a che spartire con loro. Aveva passato tutta la giornata a parlare con Hunith e nemmeno lei aveva idea di dove potesse essere andato il figlio.
Era scappato, si era volatilizzato.
L'aveva lasciato solo.

I never meant the things I said to make you cry.
Can I say I'm sorry?
(Non ho mai pensato le cose che ti ho detto e che ti hanno fatto piangere.
Posso dire che mi dispiace?)

 

NOTE.
Ehhhh, il richiamo delle long è troppo forte per me e quindi eccomi qui con una nuova long-fiction, la prima che scrivo su Merlin.
La citazione a fine prologo è presa da Too Close for Comfort, traccia numero 6 dell'album Wonderland dei McFly. Questa meraviglia tanto per intenderci.
Il titolo invece è tratto da Blasphemy, questa canzone tratta dall'album ToyZ dei Cinema Bizarre che, insieme a Too Close for Comfort, farà un po' da colonna sonora alla storia.

Esauriti i "convenevoli" non mi resta che dire che non ho idea di quanto sarà lunga la storia, per ora ho solo un paio di capitoli ma - stranamente - la storia ce l'ho tutta in testa [che poi probabilmente divagherò come mio solito triplicandola è un altro discorso xD].

Il solito ringraziamento immenso a Giuly per la gentile sopportazione <3

Fatemi sapere che ne pensate ^________^

E un ringraziamento immenso a chi ha letto/commentato/apprezzato le shot che ho messo nelle scorse settimane <3

   
 
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