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Autore: Liberty89    23/01/2010    3 recensioni
-Io e lui…- iniziò. -…eravamo come te e Riku. Avevamo stretto un’amicizia, anche se non avevamo un cuore. Non chiedermi come sia possibile, perché non saprei risponderti. So solo che le nostre anime si capivano, erano attratte una dall’altra e quando eravamo insieme il vuoto che avevamo al posto del cuore, si colmava.- // -È da un po’ di tempo che faccio strani sogni…- disse timidamente, alzando gli occhi per incontrare la base dei sottili rami di quel salice. -E cosa vedi in questi sogni?- chiese Kairi. -Vedo Roxas… e lui…- confessò.
Una versione alternativa della mia precedente fic "Memories and new life", inizio quasi del tutto uguale, ma svolgimento e conslusione assai diversi. Questa è una one-shot un pò lunga, quindi l'ho divisa in due parti.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kairi, Riku, Roxas, Sora
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Carissimi lettori e carissime lettrici eccomi con la seconda parte della fic!!! *scappano tutti* Dopo aggiornerò anche le long-fic, in quanto nei prossimi giorni non credo avrò il tempo di poterlo fare a causa dello studio per l'esame triplo della settimana prossima ç.ç Ma parliamo di ciò che ci interessa u.u In questa seconda e ultima parte ci sarà il tanto atteso rating arancione e ci sarà una lieve scena akuroku u.u Spero possiate gradire il tutto ^^ Buona lettura!!!


.: [ Seconda parte ] :.


Entrò piano nella stanza, stando attento a non produrre alcun rumore, ma ormai per lui era una cosa del tutto naturale. Per un anno, Riku si era mosso nell’Oscurità, mascherandosi con essa e i suoi anfratti, imitando le creature che vi abitavano. Era divenuto una pantera che circondata dalla notte e dal fitto fogliame, fa di tutto per sfuggire al cacciatore.
Tuttavia, pensò che anche se avesse sparato una palla di cannone, il suo amico non si sarebbe svegliato.
Aveva avvertito il suo cuore stringersi una morsa di puro terrore alla vista del castano a terra, immobile. Subito si era chinato al suo fianco, incurante dei tagli che avrebbe potuto procurarsi con i vetri sparsi in giro, e con sollievo comunicò all’amica che il custode stava dormendo.
Si sedette sul bordo del letto e ammirò l’altro, illuminato dalla luce rossa e oro degli ultimi minuti del tramonto che entrava dalla finestra. Il petto si alzava e si abbassava con un ritmo lento e ipnotico, scandito dal pesante respiro del dormiente. La camicia della divisa, priva della cravatta, aveva i primi tre bottoni aperti, mostrando senza problemi il collo dalla pelle bronzea, non più teso, ma finalmente rilassato e quieto. L’attenzione delle iridi color acquamarina crebbe, quando si posarono sul viso del ragazzo, rivolto nella sua direzione: le labbra appena schiuse, che liberavano piccoli tratti del respiro, le guance ora pallide come mai le aveva viste, e le lunghe ciglia nere a nascondere l’infinito cielo azzurro di quegli occhi grandi e luminosi più della Luce stessa.
Gli sfiorò una guancia con i polpastrelli, avvertendone il tepore, dopodiché si spostò sull’ispida chioma castana, morbida e piacevole al tatto. Passò e ripassò le dita tra le ciocche, lievemente e con dolcezza, quasi avesse paura di poterlo ferire con quel semplice e delicato gesto.
Si fermò poco dopo e s’impensierì, nel vedere l’amico stringere gli occhi e afferrare con forza le lenzuola tra le mani.
-Che ti succede Sora?-

.: [-----] :.

Baci. Carezze.
Le labbra facevano a gara con le lunghe dita sottili nel percorrere quel corpo teso e liberarlo da inutili e fastidiosi ostacoli. Ostacoli che disturbavano lo sviluppo di quel piacere appena risvegliato.
Gemiti. Sussurri.
Finalmente pelle contro pelle. Nessun impedimento per la lingua del suo amante e il tatto del suo intero essere si ritrovò accecato da quelle attenzioni e percorso dai brividi e da piccole gocce di sudore, che correvano sulla cute, come la pioggia sui vetri.
Ansimi. Sospiri.
Un calore mai provato in quella stanza bianca e anonima, si propagò come un fuoco in una foresta, scorse libero e impetuoso, proprio come le acque di un fiume in piena.
Desiderio. Passione.
Un amore che non poteva esserci, ma che c’era. Era palpabile nell’aria ricolma d’invocazioni supplicate e parole non dette, troppe da dover dire, ma completamente inutili in quel momento. La passione parlava per entrambi.
Bellezza. Purezza.
Sollevò le palpebre e incrociò le sue iridi, così verdi e così profonde, che arrivò a pensare, che il cielo fosse divenuto color smeraldo. I suoi occhi, dal tratto fine, come il resto del viso, bello, così simile a un dio. E lui, puro nonostante tutto. Immacolato e perfetto come un foglio bianco, su cui è dipinto un quadro d’immagini, che mai saranno cancellate.
Richiesta. Sorriso.
-Fammi tuo… Axel.-
Le sottili labbra si allungarono e sotto lo sguardo muto della luna a forma di cuore, la passione crebbe e l’amore nacque, dove non sarebbe dovuto esistere.
E così, le immagini divennero ricordi e i ricordi, si tramutarono in sogni.

.: [-----] :.

Scattò a sedere all’improvviso.
Il respiro ansante e il cuore che batteva a mille per le emozioni intense procurategli da quel sogno. Si passò una mano tra i capelli e scese sulla fronte, asciugandosi il sudore che la imperlava.
Strinse gli occhi e deglutì, prima di riprendere a respirare a pieni polmoni. Il petto sembrava bruciargli e la mano che teneva su di esso tremava, come una debole foglia autunnale in balia del tremendo vento invernale.
Dunque era quello il pezzo che gli mancava per completare il mosaico dei ricordi di Roxas.
Li aveva visti. Aveva osservato in quei sogni, come la loro amicizia, l’affetto che nutrivano l’uno per l’altro era cresciuto a dismisura, nonostante fossero Nessuno. Tuttavia, quell’idea non gli era passata nemmeno per la testa nemmeno quando…
-Sora.- lo chiamò una voce preoccupata accanto a lui e si voltò, incontrando il suo viso.
…nemmeno quando gli aveva detto che erano come lui e Riku.

.: [-----] :.

Il castano fissò l’amico con occhi sgranati. Non capì nemmeno lui se fosse sorpreso, terrorizzato o semplicemente stupito. Si tuffò nel verde acquamarina delle sue iridi e rapidamente un pensiero nuovo andò a tessersi nella sua mente. Non mentì a se stesso, negando che provava qualcosa più dell’amicizia verso l’argenteo, però…
-E ammettilo!- esclamò una voce nuova dal centro della stanza.
Spostò il capo e vide la Chiave del Destino in piedi, che lo guardava con rimprovero.
-Io e lui…- iniziò. -Io e Axel, ci amavamo anche se non avevamo il cuore per provarlo… le nostre anime erano più che sufficienti… Noi, eravamo come te e Riku.- affermò, specchiandosi nelle iridi dell’originale, perfettamente identiche alle sue.
Il Maestro del keyblade ascoltava rapito, finché non pensò quelle fatidiche parole, incredulo.
-Io, quindi… lo amo… e lui…-
-Era ora che lo capissi. Si sono risvegliati i miei ricordi per fartelo capire ed io non avevo voce in capitolo.- replicò il biondo, incrociando le braccia.
-Perdonami Roxas…- mormorò, abbassando lo sguardo. -Se lo avessi capito da solo e me ne fossi reso conto tempo fa, tu adesso…-
-Non importa Sora.- ribatté il Senza Cuore. -Ascolta, voi siete com’eravamo noi, ma con una differenza importante: l’amore tra Axel e me non aveva futuro, mentre il vostro, se lo coltivate con cura, sì.- disse, mentre la sua figura si sbiadiva ancor di più.
-Roxas… cosa…?-
-Ora, posso riunirmi definitivamente a te e sperare in una prossima vita, in cui lo incontrerò di nuovo. Arrivederci, Sora.-
Pronunciò quel saluto con un sorriso sincero in viso e scomparve per sempre, lasciando un posto vuoto nella stanza, ma colmando qualcos’altro nel cuore del custode.

.: [-----] :.

Il sollievo lo pervase quando lo vide voltarsi verso di sé, in risposta al suo richiamo, ma si preoccupò nuovamente e con maggior grado, nel vedere i suoi occhi sbarrati dal terrore o dalla sorpresa, di qualcosa che lui non poteva capire.
Fece per chiamarlo ancora, ma si fermò poiché l’altro parve reagire e spostò lo sguardo sul centro della camera.
Si girò per vedere cosa avesse attirato il suo compagno, ma vide solamente il tappeto azzurro a righe bianche, nient’altro. Non percepì nemmeno una presenza oscura o comunque qualcosa di ostile, ma sobbalzò quando lo sentì pronunciare il nome del suo Nessuno e andò nuovamente alla ricerca del suo sguardo.
Lo trovò finalmente riacceso, ma triste in un certo senso.
-Sora…- chiamò ancora, ottenendo finalmente la sua attenzione.
-Se n’è andato…- sussurrò. -Si è unito a me… del tutto…- proseguì, portandosi una mano al cuore.
-Come mai non l’aveva ancora fatto?- chiese.
-Non l’ha fatto consapevolmente… diciamo che i ricordi più intensi di quando era nell’Organizzazione si sono risvegliati per aiutarmi a chiarire le idee…- spiegò, arrossendo appena.
Alzò lo sguardo e contemplò il suo volto illuminato da ciò che restava della luce del giorno. Quei deboli raggi scarlatti, si riflettevano sui capelli argentei del custode dell’Alba e allungò lentamente una mano per toccarli e saggiarne la consistenza. Con delicatezza ne prese una ciocca sul palmo e sorprese di quanto fosse morbida e liscia, come la seta.
Dal canto suo, Riku non lo fermò e lo osservò, restando immobile, permettendosi solo di respirare. Tuttavia una domanda premeva sulle sue labbra e con voce pacata la pose, senza che ne trasparisse la curiosità primaria.
-Su cosa hai avuto la chiarezza che ti serviva?-
Il castano lasciò scivolare i fini capelli tra le dita, come l’acqua che scorre tra le rocce per tramutarsi in cascata, e posò le sue iridi azzurre come il cielo sulle sue color del mare.
-Su questo.- rispose, posando le sue labbra su quelle dell’altro con la stessa leggerezza di una foglia che cade.

L’argenteo subì quel lieve contatto con lo stupore dipinto sul viso.
Pensò di essere stato completamente perso, per non essersi accorto dei sentimenti di quello che fino a poco tempo prima considerava solamente come il suo migliore amico.
La sorpresa passò in fretta, tramutata in intraprendenza. Schiuse le labbra e andò a stuzzicare quelle altrui con la punta della lingua, gesto che fu accolto con piacere dal castano, che lo imitò in poco tempo.
Nessuno dei due capì in che modo, ma quando si separarono per necessità e placare il loro affanno, si ritrovarono stesi sul letto del Maestro del keyblade, l’uno sotto l’altro.
Nella stanza ormai immersa nella penombra della notte in arrivo, il muto etere era attraversato solo dal suono dei loro respiri rapidi e bisognosi d’ossigeno, finché il silenzio non tornò a regnare. Non parlarono poiché, come accadde in quel sogno intriso di passione e desiderio, le parole erano troppe probabilmente, o forse solo due, ma completamente inutili in quel momento, in cui i due ragazzi comunicavano tramite gli sguardi.
Mai il cielo e il mare furono tanto vicini, quando le lingue ripresero la loro folle e impetuosa corsa per avere la supremazia sull’avversaria e compagna.
Le divise scolastiche divennero presto un debole e lontano ricordo della mattinata passata a scuola, mentre i loro pensieri si concentravano sui gemiti e i sussurri, che riecheggiavano tra le pareti della camera. Quando, poi, l’intimo seguì il resto dei capi d’abbigliamento, non ci furono domande sul come e perché accadde.
Semplicemente fu.
E come in quell’intenso sogno, di cui solo il castano era a conoscenza, le labbra e le mani si mossero frenetiche, mentre l’amore e la passione crescevano senza freni, mostrando a entrambi un arcobaleno di sensazioni mai provate prima di allora. Il solo toccarsi provocava brividi e scosse d’adrenalina nei loro corpi accaldati e ricoperti di tante goccioline di sudore.
Nonostante tutto, Sora si risvegliò bruscamente da quella realtà quando avvertì l’erezione pulsante del compagno sulla propria apertura e lo chiamò piano, come per paura di disturbarlo, mentre gli riempiva il collo di baci e piccoli morsi, che avrebbero lasciato un lieve segno.
Il ragazzo dai capelli argentei avvertì la nota di paura in quel richiamo e si fermò, alzandosi sui gomiti per guardarlo negli occhi e trovarvi lo stesso sentimento, prima che questi posassero la loro attenzione sul muro alla loro sinistra.
-Dimmi…- gli chiese, esortandolo.
-Io… ecco…- mormorò l’altro, tormentandosi il labbro inferiore. -…non…- riprese, prendendo un lungo respiro, come se stesse per tuffarsi. -…non me la sento… io…-
Un dito premuto sulle labbra lo zittì e lo sguardo magnetico del custode dell’Alba lo incantò in un istante.
-Va bene così.- affermò, baciandolo appena.
-E…- deglutì. -…come facciamo con…- mormorò, lanciando un’occhiata più che eloquente al basso ventre.
-Un modo lo troveremo…- sussurrò Riku, tornando a dedicarsi alla calda pelle del collo mentre la sua mano scivolava sensuale tra i loro ventri per un preciso scopo.
Anche il bruno se ne convinse e dimenticò ogni cosa, che non riguardasse quei momenti, mentre il primo quarto di luna faceva il suo timido ingresso nel cielo notturno adorno di stelle.

.: [-----] :.

Il sole sorse pigro e caldo come il giorno precedente, illuminando i tetti e le strade delle Destiny Islands.
I due keyblader camminavano sereni, uno accanto all’altro, gettandosi fugaci sguardi di tanto in tanto, per non insospettire l’amica che li seguiva a fianco dell’argenteo.
-Quindi anche Roxas si è riunito a te?- domandò la rossa.
-Finalmente sì, si era trattenuto solo per farmi capire una cosa importante.- spiegò Sora.
-E cos’era? Se non sono indiscreta?- chiese ancora, curiosa.
I due tremarono un istante e si guardarono per un attimo, mentre con terrore si facevano la stessa medesima e terrificante domanda.
-E adesso come glielo dico a Kairi?!-


.: [ Fine ] :.



Ok, il finale io lo ritengo orrendo, ma il giudizio è vostro u.u Questa parte è più corta rispetto alla precedente perché l'ho tagliata in un punto saliente, se facevo in altro modo non avrei mai ottenuto l'effetto "suspence" diciamo u.u La scenetta akuroku credo sia la parte migliore di tutta la fic, mi è venuta in mente una notte in cui facevo fatica a dormire e me la sono dovuta tenere a memoria per una settimana per cause di forza maggiore e alla fine è uscita così! (lo so, dormire poco mi fa assai male u.u NdFly) La scena RixSo... bo... ditemi voi XD A me non piace più di tanto, potevo farla sicuramente meglio, restando comunque nel rating promesso, ma anche qui il giudizio è vostro u.u Il finale è una schifezza, ma dà quella svolta per chiudere la fic in modo diverso da come si sarebbero aspettati tutti XD Detto questo volo a fare tutti i ringraziamenti del caso u.u
See ya!!!


L'angolino delle recensioni u.u

soral: Ciao gemellina ^^ Innanzitutto grazie del commento e sono contenta che la prima parte ti sia piaciuta ^^ spero che anche questa abbia soddisfatto i tuoi gusti ^^ Sora non s'è fatto nulla, non sono così cattiva u.u non in questa fic almeno XD Muahahahah!!!!! *si ricompone* Eh sì, Roxas pensa sempre al suo Axel e continua a sperare in una prossima vita... ç.ç che roba triste che ho scritto!!! (adesso te ne sei accorta?! NdTutti) Credo di averti detto tutto XD Ciao gemellina!!! <3


Allora dunque... ma quanta gente °O° un grazie enorme e un pacco di baci a soral, Soruccio e Giulia__chan per aver messo la fic tra le preferite *v* e un abbraccio grande come una casa che non finisce più a ginnyx e crazy4ever per averla messa tra le seguite ^^ Spero di vedere un vostro parere ^^ E ovviamente come non ringraziare anche tutti gli altri che si sono limitati a leggerla? Grazie a tutti, vi adoVo come sempre!!!! A questo punto mi eclisso e vado ad aggiornare le long-fic! Byeee!!! *sparisce in un nuvola di fumo*
  
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