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Autore: pikkola_cullen94    30/01/2010    5 recensioni
che cosa sarebbe successo se bella...abbandonata da edward decidesse di diventare un vampiro? e se dopo tre anni si riincontrassero? BETATO DA:ChucBassina
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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22 capitolo
Il rumore dell'auto, aveva un non so che di rassicurante. Ero un rombo soffuso, e coperto dallo scroscio incessante della pioggia, che fuori, tormentava l'Alaska. Tutti, tranne me. Io me ne stavo accucciolata sul sediolino, del guidatore, le mani appoggiate al volante, ascoltavo la pioggia. Era da un po che non pioveva. Eravamo nella primavera inoltrata. Ma la sera precedente, al tramonto, il sole era stato coperto da grosse nuvole, che non lasciavano nessuna ombra di dubbio. Il giorno dopo, fulmini tuoni e acqua si sarebbero abbatuti sulla città. Finalmente mi decisi a scendere dall'auto. Aprì di scatto la porteria, con la mano destra raccolsi la mia borsa beje dal sediolino del passegiero. Il mio tacco dodici, a contatto con la ghiaia bagnata, fece uno strano rumore, distorisi la bocca, mentre aprivo l'ombrello. Marysol mi avrebbe staccato la testa a morsi di sicuro. Uscire con la pioggia con quelle scarpe per lei era una forma di sacrilegio...per me era soltamente scomodo.
Arrivai dinnanzi alla porta, salì gli scalini, quando finalmente arrivai al coperto, chiusi leggera l'ombrello. Diedi un occhiata al parcheggio, poco distante. Non so perchè lo facessi, ma da un mese a quella parte, mi capitava molto spesso. Forse era la paura, o per meglio dire l'ansia. Ma anche per quel giorno, tutto parve andare per il meglio. L'auto grigia metallizata, era ancora lì al suo posto, dove l'avevo lasciata quella mattina. Tirai un sospiro di sollievo, bussai alla porta, che si aprì all'istante.
-"Bentornata Ambra" una voce sottile e acuta, mi accolse. Teneva la porta con la mano destra, la sinistra, le scendeva lungo il corpo, rilassata. Era ciò che dovevo fare anche io in quei momenti fingermi rilassata e incurante.
-"Buonasera Alice" Le sorrisi educata, ma fu un sorriso freddo, come del resto erano tutti quelli rivolti ai Cullen. La ragazza se ne accorse, incarnò un sopraciglio. Ma feci finta di niente, entrai nel grande salone della casa di Tanya.
-"Ambra" Mia madre mi corse incontro, mi strinse forte. Ero sicura al cento per cento, che sospettasse qualcosa. E anche io, arrivai a pensare, che avesse qualche potere a noi sconosciuto, perchè riusciva a leggermi, come pochi in assoluto. Percepiva, la tensione che io cercavo inutilmente di mascherare. Ma Annamarie ormai mi conosceva, e sapevo cosa mi pasava per la testa, o almeno lo sospettava.
Posai il mio trench all'appendi abiti, mi diressi al piano di sopra. Avanzai nel grosso corridoio, in meno di un secondo fui dinnanzi la porta di legno di faccio lucida, della stanza. Era quella destinata a me. Qualcuno la spalncò.
-"Ambra...cosa aspetti ad entrare...sono tre secondi che fissi la porta" Fissai per un pò la persona che mi aveva aperto, poi la mia mente divenne piu lucida.
-"Marysol..." Il mio tono suonò come un rimprovero.
-"Il dottor Carlisle si è raccomandato che tu resti sulla sedia a rotelle almeno fino alla settimana prossima, le tue gambe ancora non si sono sanate del tutto..." Feci una pausa, la spinsi sulla sedia poco distante dalla porta
-"Per non parlare del fatto che non dovresti affatto usare il braccio destro, mentre tu mi hai appena aperto la porta...sarà lui a dirti quando potrai farlo ascoltalo" Girai la sedia a rotelle, la spinsi verso l'enorme divano che riempiva la stanza degli ospiti, ormai divenuta mia.
-"E da quando in qua ciò che dice il dottor Cullen" sottolineò quella parola con estrema fredezza -"E' così importante? Pensavo fossi di un idea diversa...ma a quanto pare basta lasciarti qualche settimana nelle mani di altri che la tua mente cambia completamente" Fece leva sulle sue braccia, si alzò per sedersi sul divano, mi allungai per aiutarla, mi scansò con la mano, dinuovo, come ormai mi succedeva da un po, una strana sensazione mi colpì.
-"Ok ho capito nenache oggi si puo avere un dialogo civile con te...quando hai finito di prendertela con me fammi un cenno" Feci per girarmi, volevo di nuovo andarmene da quella stanza.
-"No!" Fu quasi urlato, mi girai di scatto verso di lei, i miei istinti vampireschi arlettati.
-"No! Scusami Ambra non c'è l'ho con te davvero...è...è...che mi sembra piuttosto imbarazzante essere un vampiro e dover stare su di una sedia a rotelle...e sono terribilmente stressata....ho bisogno di andare a caccia e..." Si fermò, lo sapevo, ad osservare le mie emozioni sul viso. Sapevo di avere i lineamenti piuttosto tirati, così cerchai di rilassarmi.
-"Bhe conosliati col fatto che se fossi stata un umana ora saresti da qualc'altra parte eh" incarnai le sopraciglia, mi sedetti sul divano, sospirai.
-"Cosa fai con queste gucci al piede...quando fuori diluvia?" Ecco. Mi strinsi nelle spalle.
-"Dai non si sono rovinate"
-"Ti sta bene questo pullover...il blu ti dona" Sorrisi distrattamente, mi alzai.
-"Grazie" annuì cercando un modo per andare via da quella stanza -"Beh ora vado a dire ad Ar e Emmet che la smettessero di prenderti in giro...mi sà che questo complesso del vampiro sulla sedia a rotelle te l'abbiano creato loro..." le poggia una mano sulla spalla.  Avverti le sue sensazione. Niente di buono, dove esercitarmi ad essere meno facile da leggere. Le sorrisi, poi capì che i miei nervi nonostante fossero vampiresch, per quel giorno avevano raggiunto il limite, così mi voltai veloce, in un decimo di secondo fui fuori dalla stanza. Percorsi qualche metro sul pianerottolo, sapendo che Marysol mi controllava. Scesi qualche gradino della scala a chiocciola, mi sedetti a metà di questa. Mi strinsi le ginocchia fra le braccia, appogiai il mento sulle ginocchia. Non sapevo perchè ma avevo come la sensazione di sentirmi chiusa, come messa in una gabbia.  La perfetta gabbia d'oro, di Ambra Coleman.  Mi sentivo controllata, sapevo di essere controllata, ovunque mi guardassi, i miei istinti vampireschi avvertivano una presenza che mi osservava, mi teneva sotto controllo, evitava che io facessi mosse, per loro sbagliate, che mi avicinassi troppo a chi, con tutta la mia volontà cercavo di ignorare. Sentì delle voci provenire dal salone, capì immediatamente di chi si trattasse, alzai il capo di scatto, ma ebbi solo il tempo di intravedere due corpi veloci che mi sfrecciarono dinnanzi, scaraventandomi contro il muro. Ruggì rabbiosa.
-"Aroonnn Emmetttt immediatamente qui!!!!" Mi tirai su con uno scatto veloce, e mi girai altrettanto velocemente, diretta verso il piano di sopra, questa volta gli avrei sgonfiato quegli stupidi muscoli, a morsi. Ma non ebbi il tempo di farlo. Ancora una volta maledissi i miei istinti vampireschi alquanto carenti in certe occasioni. Mi scontrai in pieno, con qualcuno. Aprì gli occhi. E me lo ritrovai dinnanzi. Indossava una tuta, il pantalone grigio, la felpa bianca, la lampo chiusa fino a sotto il mento, il cappuccio alzato in testo. Una  forte scosse mi colpì allo stomaco, sentì dinuovo il bisogno di correre, correre veloce. Si abbassò il capuccio, sorrideva, lo sguardo carico di adrenalina, i capelli zuppi d'acqua  aquisirono una forma sbarazzina, che sembrava fatta apposta per il suo viso pallido, mi guardò.
-"Ehm...scusa" disse lui.Abbassai lo sguardo guardai di lato.
-"Veramente sono io che ti sono venuta addosso ma...fa niente" salì uno scalino, diretta da Aroon.
-"Ah questo lo so! Intendevo scusa per Ar ed Em siamo appena stati a fare una corsa nel bosco e sai ci siamo sfidati, in teoria io sono entrato dalla finestra...lo sarebbero dovuti arrivare prima di me...Naturalmente hanno perso" Il mio sguardo era scioccato. Non era possibile che quello fosse Edward. In quel mese passato lì in quella casa, avevo visto una persona completamente dall'Edward Cullen che avevo conosciuto. Piu passava il tempo, e piu mi accorgevo di essere come una malata terminale.
-"Bene Aroon ha contagiato propio tutti...." Il mio fu un sussuro di vento, ma fui sicura che lui mi sentì.
-"Come?" Sorrideva, inclinò il capo di lato. Bene, pensai a quel punto dovevo solo stare il piu lontano possibile da lui.
-"Niente lascia perdere..." Scossi la testa. Una voce irruppe, dal corridoio.
-"Ambra...Ambra" La voce quasi isterica.
-"Oh-oh...Pare che stia per avere l'ennesima crisi di nervi forse è meglio se vai da lei" Il suo tono divenne improvvisamente acido. Ruggì soffusa, guardai Marysol senza muovermi di un centimetro.
-"Scusa MaryS ma ho da fare chiama mamma" Sorrisi ancora piu acida di lui ad Edward e scesi le scale veloce, diretta in salone.

-"Ehi sorellina scusa per prima...Sai Edward aveva tanta voglia di perdere" Aroon scese l'ultimo gradino della scalinata, segiuto da Emmet.
-"Già infatti" Si diedero il cinque strattonadosi, alzai un sopraciglio.
-"Sisi certo lascia perdere" Tornai a fissare la pioggia dalla vetrata. In pochi istanti, Aroon fu al mio fianco.
-"Ehi Ambra che hai? Anche prima..." storse una po la bocca, strinse gli occhi. -"Eri sulle scale con le gambe fra le braccia..."Feci finta di niente.
-"Niente Ar..." sorrisi -"Stavo solo...pensando"
-Pensando?Uhm certo" Sospirai l'aria si fece pesante.

Alice entrò nel salone di corsa, lo sguardo entusiasta. Eravamo tutti riuniti lì. Mia madre, ormai compagna inseparabile di Esme, chiacchierava con lei, con voce flebile e silenziosa. Mentre Aroon Edward Jasper e Emmet, giocavano ad una stranissima partita a schacci, con dieci scacchiere. La famiglia di Tanya e Rosalie, erano sedute sul divano dinnanzi la televisone, ed osservavavo una sfilata di moda di una stilista famosa. Naturalmente mio padre Aveva trovato pan per i suoi denti, così passava tutta la giornata, chiuso nello studio con Carlisle a parlottare di cose che nenanche potevo immaginare. Quella sera per se ne stavano lì con noi, Goord parlava con me.
-"Ehi famiglie" Alice sorrise della sua affermazione, poi saltellò fino al centro della stanza, allargò le braccia, poi fulminò con lo sguardo Jasper che continuava a ridacchiare.
-"Jazz...shhh!" Poi riprese.
-"Ho avuto una visone, e secondo essa, continuerà a piovere per il resto della settimana....pioverà....pioverà...e pioverà" Unì le mani soddisafatta, mentre osservava le nostre espressione perplesse. Poi sentì Edward ridacchiare, probabilmente dopo aver letto i suoi pensieri
-"E quindi avevo pensato...che ne dite di una caccia notturna?" La sua voce salì di qualche ottava, lo sguardo soddisfatto. Fu Carlisle a parlare.
-"Una caccia notturna...uhm mi sembra una buona idea" Guardò mio padre, in cerca di conferme, Goord annuì.
-"Ambra per te può andare bene" Sorrisi.
-"Si certo" In verità, non sapevo cosa volesse dire una caccia notturna. Erano quasi due anni che la mia vita si era trasformata eppure non ero mai stata a caccia di notte. Una strana adrenaline mi nacque dentro.

Tutta la casa si stava preparando per andare a caccia. Ero ancora seduta al mio posto, mi alzai e mi diressi verso la scala, in direzione della mia stanza. Mentre salivo le scale, il mio sguardo cadde sul lato opposto della sala, dove un ragazzo dai capelli rossicci, rideva iliare con un altro ragazzo dai capelli biondi. Rimasi ad osservarlo per un po, incapace di staccare gli occhi da lui, quando lui girò il viso verso di me, veloce, mi diressi in camera mia. Marysol era seduta sulla sedia a rotelle, osservava la luna dalla finestra.
-"Dove hai intenzione di andare Ambra?" La sua non suonò come una domanda, ma come un rimprovero, non seppi reagire.
-"Io...è tanto tempo che non vado a caccia...MaryS...ho bisogno di nutrirmi" Una strana rabbia mi crebbe dentro. Ero incapace di tenerle testa, ero incapace di dirle che io ero libera.
-"Non avrai intenzione di lasciarmi qui da sola vero?" I sensi di colpa mi colpirono forte al quel posto vuoto dove prima batteva il mio cuore.
-"Non ti senti bene...?" Abbasai lo sguardo, lei girò la sedia a rotelle, nella mia direzione. Indossava dei tacchi altissimi, sopra una sciorts nero lucido, una maglietta bianca brillantinata, l'arcata cigliare marcata da una matita nera.
-"No. Resta qui" Annuì. Non dovevo annuire. Sapevo di non dovevo farlo, ma lo feci. Mi sedetti sul divano, l'adrenalina scomparve. Qualcuno bussò alla porta, non mi girai ad osservare chi fosse.
-"Avanti" La voce di MarySol falsamente accogliente.
-"Scusa se ti disturbiamo Marysol volevamo soltanto prendere Ambra" Rimasi impietrita, la voce di Alice fu come una frustata.
-"Prendere?" MarySol alzò un sopraciglio, il tono accogliente scomparì.
-"Gia" Alice sorrise benevola -"Usiamo i tuoi stessi metodi...Ambra vieni" Alice mi venne vicino, mi afferrò per la mano, mi constrinse ad alzarmi e a trascinarmi fuori dalla stanza, non osai osservare MarySol.
-"Bene...vai pure Ambra...in questi giorni piove no? Se l'ha detto la meteorologa...Le uniche visoni che sai avere sono sul tempo che farà domani?" Alice non reagì, mi strinse solo piu forte la mano.

Eravamo nella foresta, sul sentiero che portava alla riserva. Non avevo osato parlare fino ad allora, finalmente ci riuscì.
-"Alice scusa MarySol..." mi portai una mano al viso -"E' molto stressata ultimamente...non..." Alice mi osservò, una strana espressione sul suo volto
-"Certo" sussurrò, poi accellerò il passo, si porto a capo fila. Mi ritrovai a camminare da sola, non sapevo cosa pensare.
-"Ciao..." Edward si accostò a me, adattandosi al mio passo, alla luce della luna era ancora piu tremendamente bello. La luce soffusa e chiara, giocava con la sua pelle. Guardai davanti.
-"Ciao"
-"Come mai cammini da sola? C'è qualcosa che non va?" Mi guardava in modo grave, come se quella non fosse sola una domanda di circostanza, ma che la mia risposta fosse di vitale importanta. Male. Feci un lungo respiro, mi preparai a soffrire.
-"Cavolo mister scacco matto viene a chiedermi se c'è qualcosa che non va...Senti sinceramente in un mese si e no ci siamo detti buongiorno e buonasera perchè dovrei dire a te se c'è qualcosa che non va?" Lo vidi annuire
-"Me lo chiedo anche io" Guardava altrove sembrava che stesse parlando con se stesso piuttosto che con me. Poi ritornò alla carica, parlò veloce -"Il punto è che mi va di chiedertelo...quindi per farlo a  chi devo chiedere il permesso?" Si guardò intorno. Scoppiai a ridere. In quell'istante mi sentì bene. -"Cavolo ci sono riuscito!" Lo guardai stranita.
-"A fare cosa?"Inclinò il capo di lato, gli occhi brillavano di luce propia.
-"A vedere finalmente il tuo sorriso...era da troppo che ne facevo a meno" Scappò via anche lui, inoltrandosi nella foresta buia, lo seguì con lo sguardo incapace di controllare quella parte di me che lentamente abbatteva quel muro costruito con tanti sforzi....
  
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