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Autore: Lovy91    03/02/2010    1 recensioni
Jake e Karie White sono due gemeli di sedici anni. Un freddo pomeriggio di gennaio vengono narcotizzati e si svegliano con un tatuaggio sulla schiena. In breve scoprono di essere stati assoldati dalla congrega dei protettori con a capo Sebastiani Sunders, il cui unico scopo è quello di uccidere i demoni ed impedire la morte degli umani. Gli esseri malvagi sono comandati da Aric, l'alchimista.
Per i due fratelli inizia un'avventura fatta di sangue, malvagità e amore e con la consapevolezza che la vita non tornerà più come prima...
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                21. Verso la fine

La luna era tonda e brillava nella notte, un cielo occupato da nuvole, forse cariche di pioggia. Villa Johns si ergeva da lontano, visibile agli occhi di chiunque. Da diverse ore, nel perimetro del parco e della villa, si aggiravano uomini. O meglio demoni.
Avevano ritenuto la villa un posto dove poter stare e decidere i loro piani. Ogni tanto qualcuno entrava, qualcun altro usciva, sempre con un ghigno.
I protettori e gli ex protettori erano abbastanza lontani e nascosti per non farsi vedere. I tre ragazzi si sentivano vulnerabili e Aric sembrava avergli tolto anche il coraggio. Tremavano a fior di pelle. Lana stava al fianco di Jake, cercando di dargli anche il suo coraggio. Anche Zack e Karie tentavano di farlo, senza successo. Fuori la porta c'erano due demoni, all'apparenza annoiati. Scambiavano due parole ogni tanto.
Sebastian fece cenno ai tre di restare dov'erano insieme a Lana e lui con Melinda e gli altri due protettori si avviarono verso la villa. I due demoni non ebbero il tempo di gridare aiuto che la testa gli venne mozzata e sparirono in una nuvola di fumo bianco vaporoso. Marie fece capire agli altri di muoversi e camminavano come ladri lungo il perimetro della villa, seguendo Lana, arrivarono su un patio. Lo scavalcarono e i tre si accorsero di essere molto meno agili di prima. Fortunatamente non c'erano demoni e potero nascondersi per non passare davanti alle ampie vetrate. Per accedere al sotterraneo bisognava aprire una porta posta accanto alle scale. Il problema era che le scale si trovavano al centro dell'ingresso e pieno di demoni e decisero di attirarli fuori. Marie e Joseph si proposero come esche. I tre protestarono ma Sebastian li costrinse ad accettare. Non rimaneva che mettere il piano in atto.
Con una paura colossale, Lana aprì lentamente la porta finestra, inoltrandosi nel piccolo salotto e nascondendosi con gli altri dietro un grosso paravento insieme a Sebastian e Melinda. Marie e Joseph si guardarono e attraversarono in pochi passi il salotto. Aprirono la porta di botto, per attirare l'attenzione dei presenti. I nascosti sentirono voci e urla, poi rumori forti. Il segnale di Marie, cioè l'uccisione del primo demone, li fece uscire dal loro nascondiglio. Sbirciarono e videro un tumulto incredibile. Si fecero coraggio e seguirono Sebastian e Melinda fino alla porta. Non vennero notati per via della scarsa luce e del casino. Aprirono la porta cigolante e corsero dentro, chiudendosela alla spalle. Era buio e la luce non funzionava. Lana andò in testa al gruppo con le mani infiammate per fare luce. Il corridoio era tinteggiato di bianco, ma sporco e non veniva riverniciato da tempo. Il pavimento era rotto in più punti e ragnatele dominavano il soffitto pieno di muffa. C'erano freddo e umidità e sicuramente un sacco di ragni che fecero rabbrividire Karie.
Alla fine c'era una porta di legno chiusa. Melinda la sfondò con dei rampicanti ed entrarono in una sala ottagonale con delle porte di metallo. Sembrava un luogo da film dell'orrore.
<< A che cosa vi servono queste stanze? >> chiese, curioso, Zack.
<< Meglio per te se non lo sai >> rispose Lana seriamente e non cercarono di insistere. Lana toccò le porte una ad una e nessuno capiva cosa stesse facendo. Mise la mano sulla penultima.
<< È questa >> disse, voltandosi verso il gruppo.
<< Come fai a dirlo? >> le chiesero.
Un sorriso tenero si aprì sul suo volto. << C'è l'impronta della mano di mia madre >>. Si avvicinarono e notarono davvero un impronta poco definita ma abbastanza chiara da essere vista. Lana tremava e infilò la chiave nella toppa con una certa difficoltà. La girò e si sentì uno scatto ma non ebbe la forza di aprirla.
Jake mise la sua mano su quella di lei per incoraggiarla e l'aprirono insieme. Un cigolio stridulo invase il piccolo ingresso in pietra. Dentro c'era buio e non si vedeva niente. Non c'era neanche un finestra e la lampadina era fulminata. Lana alzò una mano, illuminando il luogo. Camminò e non c'era niente in quella piccola stanzetta quadrata. Tranne un armadietto sopra un mobile di metallo e rettangolare. Lo osservarono e Melinda esclamò << È un frigo, di quelli usati nei laboratori! >>.
<< Ha ragione >> concordò Sebastian. Lana allungò una mano sulla maniglia rossa dell'oggetto e l'abbasso. Un nuvoletta di ghiaccio di sparse intorno a loro, provocando brividi di freddo. Quando si diradò rimasero sconcertati.
<< Il siero? >> dissero in coro. Tre fialette e tre siringhe, disposte l'una accanto all'altra, il denso liquido color caffellatte, erano lì in bella mostra.
Melinda prese una fialetta di vetro, quella sulla destra. << È proprio siero >>.
<< Com'è possibile? >> si domandò Lana. << Mia madre non può averle create >>.
<< Deve averle prese alla base >> disse Sebastian. << Forse le avrà rubate approfittando di un nostro momento di distrazione >>.
<< Come faceva a sapere che mi sarebbero servite? >>. Lana era confusa. Sua madre non era una veggente, ne era certa.
<< Sei sicura che tua mamma non fosse una veggente? >> le chiese Karie.
<< Certo. Mia madre era pirocinetica esattamente come me e Terrence >> rispose Lana ma lo sguardo si addolcì di colpo. << Mio nonno era un oracolo però >>.
<< Vuol dire che tuo nonno sapeva tutto. Non è stata tua madre ha predisporre tutto, Lana, ma lui. Deve essersi messo d'accordo con lei >> spiegò Jake.
<< Era sempre sua figlia e tu sua nipote. Lo ha fatto perché vi voleva bene >> aggiunse Zack.
Lana sorrise, certa di non aver mai pensato a suo nonno in quei termini.
Melinda prese il resto delle fiale. << Torniamo alla villa. Dobbiamo narcotizzarvi e iniettarle >>.
Annuirono e uscirono dalla stanza. Lana chiuse la porta ancora una volta e posò ancora una volta la mano sull'impronta di sua madre, ringranziandola mentalmente.
<< Commovente >>.
La voce di Aric irruppe nelle loro menti alla velocità della luce. Circondato da demoni, calmissimo, tra cui anche il padre di Lana che guardava sua figlia con disgusto. Lei lo fissò duramente.
<< Volete proprio morire >> disse Aric. << Vi ho fatto diventare normali, potevate salvarsi... ma no, non ne volete sapere di vivere >>.
Melinda cercò di nascondere le fiale dietro di lei ma Aric se ne accorse. La calma sparì e strabuzzò gli occhi.
<< Siero?! Pensavo che fossero andate tutte distrutte! >> urlò, rivolto ai demoni che tremarono.
<< Padrone, anche noi eravamo convinti... >> balbettò un demone della notte, finendo con la testa mozzata e sparendo.
Rimasero inorriditi di quel gesto, anche se a un demone.
<< Dove sono Marie e Joseph?! >> si ricordò Zack e anche il resto del gruppo si inquietò.
<< Sono vivi. Se la stanno vedendo con altri demoni >> rispose Aric, a suo malgrado. Fece per uscire. << Uccideteli >> ordinò, senza neanche girarsi e aprì la porta, andando via. I demoni si voltarono, uno sguardo assassino negli occhi violetti, rossi e neri. Erano almeno una decina e loro in tre, di cui solo la metà poteva combattere. Jake rubò le fiale dalle mani smaltate di Melinda.
<< Ma che fai? >>.
<< Dobbiamo iniettarcele ora >> rispose Jake, passandole agli altri due.
<< Sei pazzo? Se non vi narcotizziamo, soffrirete le pene dell'inferno! >>.
<< Non c'è tempo! >> ribatté Karie. << Quando dura il processo? >>.
Melinda rimase spiazzata, fece rapidamente due calcoli. << Nel vostro caso... un quarto d'ora >>.
<< Ottimo >> disse Jake. << Lana sfonda una delle porte >>.
La ragazza obbedì e la prima porta di una stanza cadette a terra, bruciando lentamente.
<< Abbiamo bisogno che ce li teniate lontani per un po' >> disse Zack, alzando la manica della maglia.
Lana annuì e si piazzò davanti alla porta. Ignorando le armi alle pareti e l'aspetto macabro della stanza, alzarono tutti la manica della maglia, inizialmente ebbero dell'esitazione e si guardarono per trovare insieme il coraggio. Inserirono di colpo la siringa nella pelle e spinsero lo stantuffo. Sentirono un liquido almeno tre volte più denso del sangue dentro le vene. Le siringhe caddero a terra quasi subito e loro si accasciarono, sembravano scossi dall'elettricità.
Sebastian e Melinda cercavano di tenerli lontani dalla stanza e Lana toglieva di mezzo quelli che cercavano di entrare e sfuggiti ai due.
Tre urli di dolore distrassero Lana che si voltò, preoccupata. I volti erano bianchi come un lenzuolo e piccole lacrime di sangue uscivano dagli occhi. Si tenevano le mani alla gola come se non riuscissero a respirare e forse era proprio così. Karie era riuscita ad alzarsi, era tutto una nebbia indistinta. Barcollò fino a un muro e vi strisciò fino a sedercisi contro. Zack non si reggeva in piedi ed era sicuro di vomitare, a giudicare da come lo stomaco lo stava torturando. Jake sentiva muscoli e organi come se si stessero sciogliendo. Lana guardò di sfuggita l'orologio al suo polso: mancavano dieci minuti. Non tremavano più, ma adesso un velo di sudore era sul viso. Faceva così male che il processo contrario era stato una passeggiata, in confronto. I muscoli sembravano fatti di cera. In verità il siero stava modificando le parti del corpo, come la prima volta, per renderle più resistenti. Jake alzò una mano e un velo di ghiaccio era lungo il braccio destro, ma faceva malissimo, cristalli di ghiaccio nella circolazione sanguigna. Zack spariva e riappariva di continuò, fino a diventare solido definitivamente. Karie era intoccabile, piccole scintille l'avvolgevano. Un demone era sfuggito anche a Lana e non vedeva l'ora di ucciderli, ma finì carbonizzato appena in tempo.
Altri tre minuti e sembravano cento anni di dolore. Lentamente, le macchie bianche sparirono dagli occhi, tornando a vedere normale. Il velo di sudore sparì...
Lana finì contro un muro, sbrecciandolo. Un demone le mise una mano alla gola: suo padre.
<< Sei stata una delusione Lana >> disse, stringendo la presa.
<< Anche tu! Hai permesso ad Aric di uccidere la mamma! >>.
<< Elisabeth non capiva niente! >> strillò. << Voleva costringervi a vivere contro natura! Hai ucciso tuo fratello, come puoi vivere con questo peso? >>.
<< Terrence ha smesso di essere mio fratello tanto tempo fa. Come tu hai smesso di essere mio padre >>.
Rabbia cieca uscì dagli occhi del demone. Gettò Lana a terra, malamente. Un paletto di anice apparì dalle sue mani. Lana cercò di proteggersi ma non ci riusciva: non era più suo padre eppure non ci riusciva lo stesso.
Chiuse gli occhi, convinta che fosse finita e non sentì arrivare nulla. Ne aprì uno e vide il padre una perfetta statua di ghiaccio. Sbatté gli occhi e si voltò, con un sorriso sollevato. I tre erano sulla soglia, perfettamente sani ma, sopratutto, di nuovo protettori.
Lana corse da Jake, abbracciandolo. Poi lo lasciò e con un gesto fulmineo, presa dalla rabbia, mozzò la testa al padre ridotto a una statua di ghiaccio e sparì in un fumo azzurrino. Nonostante tutto le venne voglia di piangere ma non c'era tempo. I tre demoni restanti non avevano nessuna intenzione di dargliela vinta ma rimasero paralizzati. Zack fece un cenno con la testa di uccidersi in fretta. Così fecero e anche loro sparirono.
Melinda sospirò e Sebastian sorrise, finalmente sereno.
<< Avevi ragione. Si soffrono davvero le pene dell'inferno >> disse Karie.
<< Aiutiamo gli altri due! >> urlò Jake già alle scale con Zack e Lana. Corsero lungo il corridoio. Jake il più veloce di tutti, uscì dal sotterraneo e vide Joseph e Marie ormai allo stremo. Stavano per essere uccisi ma delle scosse elettriche li fecero retrocedere. I due ragazzi sorrisero alla vista degli altri, tornati come prima. Sebastian e Melinda li aiutarono ad alzarsi.
<< Portali via! >> esclamò Melinda a Sebastian che annuì. Sparirono, lasciando Melinda con gli altri quattro. Circondati da demoni, si misero sulla difensiva e sentirono di nuovo quella sensazione di coraggio e adrenalina. Il siero gli aveva donato di nuovo anche la forza per combattere, la paura era sparita. Aric scese lentamente le scale corredate di un tappeto rosso, con un eleganza innata.
<< Avete riottenuto i vostri poteri... Sciocchi >>, pronunciò l'ultimo parola come uno sputo, << Decisamente non volete vivere >>.
<< O forse è ora di mettere fine a tutto questo >> disse Jake. << Hai finito di giocare al mago, Aric. Arrenditi >>.
<< Siete rimasti 1300 e il numero scende velocemente ed entro domani sarete mille al massimo. E poi cinquecento, cento... e alla fine sterminerò l'ordine. Come farete a quel punto? >>.
<< Non ci metti paura >> sibilò Karie, con una voce affilata.
<< Immagino che riavere le vostre capacità vi renda coraggiosi. Voi siete solo cinque mentre i demoni qui almeno venti >>.
<< Ho affrontato situazioni peggiori >> disse orgogliosa Melinda, dall'alto dei suoi sette anni di esperienza.
Aric si accigliò. << Di te ne sono sicura. Ma i tre ragazzini? >>.
<< Ragazzini a tua sorella! >> esclamò Zack e gli altri ridacchiarono.
<< Uccideteli! >>.
Purtroppo sapevano che le parole di Aric non erano del tutto pure bugie. Dovevano scappare, riorganizzarsi ma successe qualcosa di inaspettato. I demoni stavano per attaccare ma sparirono di colpo. Rimasero a bocca semi aperta e un'espressione confusa negli occhi, si voltarono verso Aric ma lui era tranquillissimo, una mano alzato che poi abbassò. Prese un bel respiro.
<< Che cosa hai fatto?! >> domandò Jake.
<< Ho assorbito i demoni. Ora posso vedermela io con voi >>.
Non appena finì di parlare, la villa divenne una forma confusa fino a scomparire. Lentamente tutto sparì, lasciando posto al buio. Si ritrovarono dentro una macchina erbosa mai vista prima.
<< Questo è il Central Park >> notò Lana.
<< Ho sempre adorato il parco. Mi trasmette sensazioni di calma... Qui vengo per pensare, passeggiare. Ma sopratutto, voglio che sia il palcoscenico della mia vittoria su voi cacciatori. Sono giorni che preparo tutto, all'oscuro dei miei demoni. In questo momento il parco è pieno di demoni pronti ad attaccarvi. Siamo riusciti a portare qui un centinaio di voi mentre il resto se la sta vedendo con gli altri demoni per il mondo. Il mondo è ai miei piedi, gli umani mi seguono... Certo, persuasi dai demoni, però mi seguono. Le vostre famiglie, amici vi odiano. Non avete l'appoggio di nessuno... solo di voi stessi >>.
A fine discorso, demoni di ogni tipo sbucarono da alberi e anche da sotto terra. Delle urla in lontananza li fecero rabbrividire. Sebastian arrivò alle loro spalle insieme a Marie e Joseph, malconci, pronti a combattere. Era il momento di mettere fine a tutto.
Guardarono Sebastian con il dispiace negli occhi per qualche secondo ma lui restituì uno sguardo calmo, come sempre. Si accorsero di come altri protettori erano arrivati ad unirsi a loro. Intravidero James, che gli sorrise sicuro di sé. Un po' sollevati di vedere che stava bene.
Marie mise in mano agli altri un pugnale e gli suggerì di lasciar perdere le cose complicate e di passare semplicemente a un taglio della testa. Le due fazioni non si muovevano, non si sentiva un fiato in quella notte che il mondo aspettava da mille anni. Da quanto un uomo comune aveva deciso di dominarlo e delle persone avevano votato la propria vita a difendere umani che non meritavano la morte. Ed ora una delle due avrebbe vinto. Il terrore di perdere era tanto però dovevano guardare avanti e non lasciarsi andare a quel sentimento che avrebbe reso il tutto ancora più difficile.
Lana aveva gli occhi chiusi, si concentrava. Sentì una mano sul suo polso e si ritrovò contro Jake. La strinse e lei posò la testa sul suo petto, lasciandosi andare ai ricordi. Erano passati nove mesi da quanto lo conosceva e buona parte di questi passati a provare a stare insieme. La natura di entrambi, quella storia così proibita che era, alla fine, riuscita. Le paure di Lana, quelle di mettere la sua vita a repentaglio più di quanto non fosse già, di renderlo un reietto tra i suoi simili.
Ricordava anche i momenti trascorsi insieme. Quelle giornate passate per la città, parlando, ridendo. Ogni bacio e carezza erano un ricordo che sembravano sfuggire lontano nella sua mente, conservati per non dimenticarli mai. Quei momenti in cui era una cosa sola con lui e il sussurro in cui le diceva di amarla.
Ricordi che potevano essere felici, che ora facevano male. Perché non avevano la certezza di poterne creare di nuovi. Jake la strinse ancora, poggiando la testa sui suoi capelli e Lana trattenne le lacrime di dolore che volevano uscirle. Jake posò un dito sotto il suo mento, alzandole la testa e baciandola. Con stupore, Lana si accorse delle lacrime di lui e le mischiò alle sue.
Zack abbracciò da dietro Karie, che posò le mani sulle sue braccia, chiudendo gli occhi e sospirando. Zack che l'aveva aiutata a dimenticare Josh, facendola andare avanti. Nonostante le difficoltà iniziali, il destino aveva deciso di farle un regalo. Per Zack, lei era il raggio di luce dopo due anni di oscurità per la morte della madre e della sorellina. E Karie non poteva pensare a niente di meglio che lui. Quel “Ti amo” aveva fatto capire a entrambi di non potersi lasciare mai. Karie si voltò e gli occhi lucidi di Zack la resero ancora più triste e si gettò tra le sue braccia. Si baciarono a lungo anche loro. Il resto del gruppo li osservava, commossi.
Le due coppie si staccarono. Zack passò una mano sul viso di Karie, così lentamente che lei era sicuro di riuscire a sentire ogni centimetro della pelle di Zack sulla sua.
<< Non lasciarmi mai... Promettilo >> sussurrò, posando dolcemente la sua mano su quella di lui.
<< Promesso >> mormorò in risposta, poggiando la testa contro la sua.
Lana non aveva staccato le braccia da Jake. Lo fece e sembrò costarle ogni sforzo impossibile.
<< Ti amo >> disse Jake.
<< Anch'io ti amo >>.
Karie alzò lo sguardo verso il fratello, che fece lo stesso. I loro occhi identici si catturarono in uno sguardo infinito. Camminarono l'uno verso l'altra e Jake l'abbracciò. Un anno e due mesi prima la vita per due fratelli aveva avuto in riserbo qualcosa di assolutamente incredibile da condividere. Le difficoltà iniziali, il senso di terrore era stato diviso in due, un peso portato in due. Un segreto custodito da entrambi.
Il momento era arrivato, non volevano morire e perdere tutto quello per cui avevano combatutto.
<< Ti voglio bene, Jake >> sussurrò Karie, tirando su con naso.
<< Anch'io >>.
Sciolsero l'abbraccio e si concessero un sorriso stentato. Sorrisero anche a Melinda che strizzò un occhio e ridacchiarono. La testarda Melinda che Jake non aveva sopportato dall'inizio.
Si voltarono ancora verso Aric e i demoni che avevano assistito a quella scena di addio, il livello di disgusto era al massimo.
<< Che la battagli cominci >>.

Angolino!

Grazie a tutti quelli che mi seguono e l'hanno messa tra le preferite! Un grazie enorme!!! Ormai manca un capitolo e poi l'epilogo! Mi dispiace tantissimo che stia per finire!!!



   
 
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