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Autore: leetaeri    04/02/2010    2 recensioni
Le fiamme avvolgevano il villaggio mentre la neve cadeva silenziosa... un'amicizia spezzata, un amore impossibile, due persone troppo diverse. Come il fuoco e la neve.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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                                                                       Il ricordo più bello

Villaggio del fulmine…10 anni dopo.

Disadattata.
Era la parola che avrei usato per riferirmi alla mia situazione. Non riuscivo a vivere bene in nessuno luogo e la gente non mi trattava con il rispetto che si ha di solito verso gli altri esseri umani. C’era un unico posto in cui avrei voluto far ritorno …l’unico posto a cui mi sentivo fortemente legata, ma in quegli anni avevo macchiato di troppi peccati la mia amina, che non era più bianca e pura come prima, ma nemmeno nera come quella dei malvagi, era di colore rosso sangue, il colore degli assassini…
Sapevo perfettamente anch’io di essere l’unica artefice della mia situazione e solo adesso iniziavo a pentirmene amaramente.
Il luogo che adoravo così tanto era Konoha; a dir la verità, non era proprio Konoha il mio desiderio, ma una persona il cui nome era stato rimosso dalla mia mente, sarebbe tanto piaciuto anche a me che sono un’assassina avere accanto quella persona e dimenticare anche solo per un istante tutti i miei peccati, ma date le circostanze sarebbe stata una brutta idea… in fondo chi vorrebbe avere a che fare con me?
Ma mi ero ripromessa che un giorno lo avrei rincontrato, quando avrei finalmente espiato anche in parte le mie colpe.
“Come se fosse facile!” pensai, in effetti in quel mondo in cui la guerra era il pane quotidiano non solo dei ninja ma anche di chi dei conflitti tra le varie nazioni e villaggi non ne voleva proprio sapere, valori come la purezza e l’onestà non si sapeva nemmeno cosa fossero.
Certo, tra i ninja che combattevano per la propria patria c’era un certo senso di giustizia e una voglia di pace considerevole, ma questo non era il mio caso. Combattevo per me stessa, forse per orgoglio oppure semplicemente perché non avevo nessuno che mi potesse proteggere, combattevo per vendicarmi, non avevo nessuno da difendere, e nessuna casa a cui fare ritorno. Insomma compivo l’azione più sbagliata nel modo peggiore.
Non volevo di certo giustificare gli altri ninja che lottavano per motivi più nobili dei miei ma sapevo benissimo che combattevo perché ero sola, non avrei mai combattuto se ci fosse stato qualcuno vicino a me disposto a fermarmi.
Quei miei pensieri furono interrotti, quando il mio sguardo si posò su una tavoletta di legno, fuori da una locanda, sulla quale erano scritti i piatti del giorno.
- Ra…me…n – strano, quella parola mi era familiare, anche se non sapevo per quale motivo, sarebbe stato comico pensare che mi sentivo particolarmente legata a dei tagliolini!
Poi sentii due voci provenire dall’interno della locanda:
- Amore non mi va il naruto, lo vuoi tu?? –
- Ok ma cerca di mangiare qualcosa va bene?? –
“Naruto” perché una parola del genere mi provocava una tale sensazione?
Fu un attimo, all’improvviso mi ricordai tutto ciò che avevo almeno in parte dimenticato, dall’arrivo al villaggio della foglia al dialogo con l’Hokage, all’incontro e infine al distacco con Naruto.
Si, era quello il nome della persona che tanto avrei voluto incontrare ma allo stesso tempo questa possibilità mi metteva paura, perché lui era stato l’unica persona che mi aveva amata dal più profondo, l’unica che mi era stata vicino anche se per poco tempo, l’unica persona a cui mi ero affezionata già dopo la prima volta che ci eravamo incontrati e avevo troppa paura che rincontrandomi ora mi avrebbe allontanato.
È strano come si cerca tutta la vita di stringere maggiori legami possibili e poi quando se ne ha anche solo uno ci si tira indietro per paura di perderlo.
Tutti questi anni però mi avevano anche insegnato qualcosa di positivo; tranne l’eccezione rappresentata da Naruto, non provavo più alcun sentimento.
Rabbia, odio, amore, paura, invidia, delusione, desiderio, non sapevo più cosa fossero.
O almeno così credevo…






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