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Autore: Lyla    08/02/2010    3 recensioni
“Temari ne era convinta: non era ancora nato un uomo in grado di legarla definitivamente a sé, né le interessava trovarlo, per il momento. Del resto, l’unico che l’avesse mai attratta in vita sua si era rivelato una delusione. Le piaceva paragonarsi all’impetuoso vento del deserto: nessuno era capace di imbrigliarlo, ed era così che la jonin si sentiva. Da sempre.” Una fanfiction dedicata a Lady Of Evil Nanto86, incentrata sulla nascita di una storia d’amore tra Rock Lee e Temari mentre, alle loro spalle, la guerra si fa sempre più incombente. Contiene uno spoiler per chi segue l’anime in italiano nel terzo capitolo. Tentativo di LeexTemari seria, sconsigliata la lettura a chi non ama i pairing “alternativi”.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rock Lee, Temari
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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11.

 

Tempo di guerra.

Il mondo, quello di una volta, non esisteva più, spazzato via dal conflitto in un battito di ciglia.

C’erano state tante perdite, troppe.

I villaggi – quelli rimasti, si reggevano in piedi a malapena, ed era impossibile prevedere quanto ancora sarebbero durati.

La situazione era andata a peggiorare giorno dopo giorno, mese dopo mese.

Anno dopo anno.

Le avvisaglie della guerra erano cominciate a comparire all’orizzonte da quando l’Alba si era messa alla ricerca delle Forze Portanti.

Avevano strisciato nell’ombra, insinuandosi lentamente nelle vite dei ninja di Konoha per distruggerle. Non solo.

La guerra aveva investito tutte le terre dei ninja, dilaniandole senza pietà.

Ora, era troppo tardi per pensarci. Troppo tardi.

Una giovane donna dai capelli color grano stretti in quattro codini e dagli occhi verdi si aggirava per le strade di quello che una volta era stato il glorioso, ridente villaggio della Foglia.

Lo stesso villaggio che col tempo, era diventato molto simile ad una seconda casa, per lei.

Non era altro che un pallido fantasma di quello che era stato, i volti dei suoi abitanti solcati da linee di profondo dolore, la loro preoccupazione perfettamente percepibile.

Temari camminava lentamente, e i suoi passi sfioravano il terreno leggeri come il vento, come se lei stessa fosse un fantasma, soltanto l’ombra di quello che era stata.

La gente per strada si affannava a ricostruire alla meglio il villaggio per il quale aveva sempre lottato, e che avrebbe continuato a proteggere fino alla distruzione più totale.

L’ospedale, ricostruito da poco con mezzi di fortuna, era sovraffollato dai feriti, brulicante di vittime che vi si annidavano come formiche.

Le si strinse il cuore. C’erano stati tanti morti, lei lo sapeva bene. Non avevano perso i contatti con Konoha per un solo momento da quando era cominciata, e lei stessa aveva combattuto a fianco dei ninja che non considerava più soltanto degli alleati.

E se anche lui fosse… ?

“Temari!”

Una voce familiare.

“Shikamaru!”

Le andò incontro con un mezzo sorriso, e la jonin sospirò di sollievo.

Aveva finalmente incontrato qualcuno che conosceva, un amico che potesse informarla di come stavano le cose… per quanto lei avesse timore della risposta alle domande che affollavano disordinatamente i suoi pensieri da quando si era verificato l’ultimo attacco.

“E’ stato difficile questa volta, ma siamo ancora tutti interi, se è quello che ti stai chiedendo.”

Si ritrovarono l’uno davanti all’altra, scrutandosi a vicenda, il volto di Temari che rifletteva un’angoscia che non era in grado di nascondere del tutto.

“Anche noi siamo pronti a sostenervi nonostante le… grosse perdite. Questo lo sai.”

Silenzio. Si stupì dell’insicurezza nella sua voce.

“Sei venuta per lui, non è così?” le chiese Shikamaru in tono fermo.

Se n’era accorto. Era così evidente… come negarlo?

Ormai non era più un segreto, né avrebbe avuto senso mantenerlo come tale.

“Sì. Ho saputo che il suo maestro…”

Deglutì, ma senza risultato. Non riusciva a trovare le parole adatte.

Tale era l’angoscia che la opprimeva.

“Purtroppo non c’è stato niente da fare, per lui” disse cautamente l’uomo che aveva di fronte, volgendo lo sguardo altrove per un attimo in balìa dei ricordi, il volto di Asuma che, lei ne era certa, riaffiorava istintivamente nei suoi pensieri. “Però Rock Lee è sopravvissuto.”

Temari sospirò dal sollievo, la mente leggera per la prima volta dopo interi giorni vissuti nel dubbio.

Non chiese a Shikamaru come stava. Poteva immaginarlo alla perfezione.

Non gli chiese dove poteva trovarlo. Il suo corpo conosceva già la risposta.

“Ti ringrazio, Shikamaru.”

Dopo un’ultima occhiata che lui ricambiò con un sorriso appena accennato, Temari corse nella direzione opposta, colma di gratitudine.

 

 

 

Lo trovò davanti alla lapide che recava da sempre i nomi dei ninja caduti per il loro villaggio, gli occhi rotondi segnati da profonde occhiaie fissi sulla riga dedicata a Gai Maito, simbolo insufficiente e inadatto a tramandare nei secoli tutto quello che era stato  per lui e per gli altri ninja della Foglia.

“Ciao, Temari. Alla fine sei riuscita a tornare.”

Di spalle, aveva parlato in un tono che non tradiva alcun dolore.

Non riusciva a scorgere il suo viso.

“Sono contento. Volevo vederti un’ultima volta, prima… che fosse troppo tardi.”

Temari trattenne il respiro, immobile, mentre un vento improvviso frustava entrambi senza pietà trascinando con sé innumerevoli foglie dei dintorni.

Quando Rock Lee si voltò verso di lei non c’era alcuna traccia di lacrime, nei suoi occhi.

Non voleva mostrarle la sua debolezza. Che stupido. Lei era lì anche per quello.

Nonostante Temari sapesse cosa stava provando veramente davanti alla tomba del suo amato maestro, le stava rivolgendo un sorriso pieno di speranza e determinazione, smorzato appena dal suo reale stato d’animo.

“Sai, Temari, ho deciso. Farò di tutto per vendicarlo. Ti prometto che la guerra finirà presto e che sopravviveremo entrambi, per vedere il mondo che verrà. Noi dobbiamo sopravvivere, perché è quello per cui lui si è battuto fino alla fine. Ed è quello che voglio anch’io. Non permetterò che avvenga il contrario!”

Cercava di farle forza, di rassicurarla con tutto se stesso nonostante la perdita del suo maestro lo avesse lacerato nel profondo. 

Le stava sorridendo per mostrarle che “andava tutto bene”, che dopotutto la situazione sarebbe tornata come quella di un tempo, che tutto si sarebbe risolto.

Come ai vecchi tempi, quando la guerra e il dolore erano ancora lontani…

Lo stava facendo per lei. Soltanto per lei.

Temari lo raggiunse camminando lentamente, gli occhi fissi in quelli di Rock Lee.

Non appena furono uno davanti all’altra, la jonin si strinse a lui incapace di trattenere il sollievo, felice che fosse sopravvissuto ancora una volta.

“Stupido… sei uno stupido!” mormorava a mezza voce.

“Hai ragione. Mi dispiace… ti ho fatto preoccupare, ma ora è tutto a posto, Temari.”

L’abbraccio di Lee le trasmetteva un calore e una sicurezza mai provati, la certezza che lui l’avrebbe sempre protetta e sostenuta con tutte le sue forze anche ora che il mondo che conoscevano stava per essere spazzato via per sempre.

Forse quella era l’ultima volta che avevano modo di vedersi.

 

 

 

Si sentiva del tutto a suo agio, tra le sue braccia.

Le mani di Lee, libere dalle bende, segnate da anni di duro allenamento, erano morbide e delicate nello sfiorare il suo corpo, quasi come se avesse paura di rovinarlo.

Temari amava quel tocco che nel corso del tempo, aveva acquistato una sempre maggiore sicurezza.

Di lì a poco vi si abbandonò percorrendo a sua volta quello flessuoso e allenato del ninja della Foglia, i muscoli ben delineati perfettamente percepibili sotto le sue dita.

Lo conosceva alla perfezione, ma si stupì delle sensazioni che provava nello sfiorarlo, vivide come se fosse la prima volta.

Decisa a marchiarsi nella memoria quegli ultimi momenti che avevano deciso di concedersi e che appartenevano unicamente a loro, Temari si strinse a Lee incapace di resistere oltre, e attento a non pesare su di lei, il giovane fece lo stesso, attirandola a sé ancora una volta.

Le loro labbra si cercarono nella semi-oscurità del loro rifugio improvvisato in un bacio dolce ma allo stesso tempo intriso di disperazione: la consapevolezza che quella poteva essere l’ultima volta investiva entrambi con la stessa intensità, lasciandoli entrambi privi di respiro mentre traevano conforto dal calore reciproco dei loro corpi.

Cercando di imprimersi nella mente l’indescrivibile sensazione che essere con Temari gli procurava, Lee si spinse in lei, gli occhi fissi in quelli della donna che aveva imparato ad amare, il suo sguardo che rifletteva una felicità dolce e amara, la stessa che anche lui provava.

Fu come se il resto del mondo non avesse più importanza.

Succedeva sempre così… ma questa volta era irrimediabilmente diverso.

Dopo averla baciata teneramente ancora una volta, lasciò che Temari lo circondasse con il calore del suo corpo.

Cercando di facilitare i suoi gesti, affondò le dita nelle sue spalle adeguandosi ai suoi movimenti, e in breve si lasciò andare del tutto, la mente sgombra da ogni pensiero che non riguardasse Lee e il fatto che la stesse facendo sua per l’ultima volta.

La guerra sembrava così lontana che sembrava non esistere nemmeno.

Era impossibile per Lee distinguere dove finisse il proprio corpo provato dalla guerra e dove cominciasse quello morbido e confortante di Temari, mentre si fondevano in sincronia come i loro respiri, le loro anime che cercavano di farsi forza a vicenda e che ora erano indissolubilmente legate...

Avrebbero voluto che quegli attimi durassero per sempre. Lo avrebbero voluto davvero.

Pochi attimi e un calore indescrivibile li avvolse all’improvviso, lasciandoli sfiniti.

Le loro mani si cercarono, e si strinsero ancora una volta l’un l’altro, senza smettere di tremare.

Si scostarono solo per potersi guardare negli occhi, e Temari sfiorò la guancia di Lee con gratitudine, un sorriso che le illuminava debolmente il volto arrossato.

Lui trasalì appena, le ciglia umide di lacrime a lungo trattenute che inumidivano suo malgrado le dita della kunoichi.

“Sei sempre il solito, Lee” gli disse senza smettere di sorridere. “Non devi piangere. Noi due ci rivedremo, non appena la guerra sarà finita.”

Ora era lei a fargli forza.

“Hai ragione, Temari. Ti ho fatto una promessa, e la manterrò… stanne certa” mormorò il ragazzo asciugandosi gli occhi.

Non c’era più alcun bisogno di parlare.

Si distese accanto a lei e la strinse a sé, consapevole che era tutto finito.

Era tutto finito.

Eppure, loro sarebbero andati avanti.

Loro sarebbero sopravvissuti.

Dovevano sopravvivere.

Per quello in cui credevano…

Per gli ideali per cui lottavano…

Per salvare se stessi.

Perché dovevano ritrovarsi a tutti i costi, non appena tutto sarebbe finito.

Perché era Rock Lee l’uomo di cui le aveva parlato sua madre tanti anni prima, quando era ancora una bambina.

Era l’unico che fosse riuscito a raggiungerla sfidando l’incontenibile forza del vento.

L’unico in grado di renderla veramente felice.

L’unico in grado di sentire amata, libera e protetta da ogni pericolo.

L’unico a cui avrebbe voluto legarsi per sempre.

Ne aveva appena avuto la conferma, e avrebbe lottato fino alla fine perché i sogni di entrambi si realizzassero.

Si salutarono qualche ora più tardi, senza rimpianti e senza più alcun timore, le parole di Lee che riecheggiavano nelle menti di entrambi con tutta la loro forza illuminando i loro occhi di una nuova determinazione.

 

Ti prometto che la guerra finirà presto e che sopravviveremo entrambi, per vedere il mondo che verrà.

Noi dobbiamo sopravvivere, perché è quello per cui lui si è battuto fino alla fine.

Ed è quello che voglio anch’io.

 

Coming soon:

La guerra era finita davvero, ma aveva portato con sé innumerevoli vite come il vento che si abbatte sugli arbusti e riesce a sradicarli al suo passaggio senza pietà, anche i più resistenti.

Alcuni però, pur piegandosi sotto la sua forza, erano rimasti comunque in piedi… avevano resistito fino alla fine.

 

**

 

Ehm… ciao a tutti! Eccoci arrivati praticamente alla fine della storia, che stranamente ha visto la luce del 2010. Pensavo che sarei riuscita a concluderla entro settembre del 2009, ma esami e impegni vari mi hanno impedito di concentrarmi sulla stesura come si deve! Comunque cercherò di aggiornare al più presto (se tutto va bene, entro questa settimana).

Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la fic ai preferiti o alle seguite e hanno letto fino a questo punto, e in particolare chi ha recensito lo scorso capitolo:

 

Shessomaru_junior: La guerra di cui si parla dovrebbe essere quella che nel manga è stata appena dichiarata. Comunque dato che neanch’io ho un’idea ben precisa di quali siano gli schieramenti, ho lasciato un po’ tutto sul vago, anche perché chi legge possa immaginarsi quello che vuole. In effetti anche se i ninja devono essere pronti a fronteggiare anche delle guerre, non credo siano mai preparati fino in fondo ad affrontarle.

 

Beat: Grazie mille per i complimenti! Il tema della guerra è sempre difficile da gestire, e spero di essere riuscita a dare un’idea di quanto sia devastante, anche solo in poche righe ^^ 

 

Lady of Evil Nanto86: Ciao! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e  mi fa piacere sapere di essere riuscita a cambiare prospettiva in modo naturale e che le caratterizzazioni ti abbiano colpito e convinto. Ero sicura che avresti apprezzato la parte con Gai… in effetti non riesco a vederlo come un demente come altri, proprio perché non lo è affatto! Ho cercato di mettermi nei suoi panni e in quelli di Lee e Temari, provando a capire come la guerra potrebbe mutare il loro stato d’animo e il loro mondo, e sapere di essere riuscita a “muovere” qualcosa dentro una fan accanita di questi personaggi come te mi dà lo stimolo per andare avanti verso la conclusione.

Spero mi perdonerai l’aver lasciato la morte di Gai sul vago, ma come avrai capito dalla lettura, si è trattato sicuramente di un gesto eroico dettato dal desiderio di proteggere il suo villaggio e i suoi compagni (non potrebbe essere altrimenti visto il tipo che è), ed è proprio così che mi immagino una sua eventuale dipartita nel manga. Speriamo il contrario, visto che il rischio esiste ancora nonostante gli ultimi avvenimenti…

Mi farebbe molto piacere se tu mi dedicassi una GaiKurenai! Anche se è passato del tempo da quando ho cominciato a leggere Naruto, sono e sarò sempre una fan dei pairing un po’ insoliti come questo, e a dirla tutta, più affascinanti di quelli che Kishimoto vuole proporre come canon. A presto e ancora grazie per avermi seguito fin qui! ^^

 

Bè, al prossimo (e ultimo) aggiornamento!

Lyla

 

 

 

  
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