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Autore: SunS H I N E    10/02/2010    0 recensioni
"Sono bella.E me ne vanto.Non c'è niente di più bello di andare fieri della propria bellezza" Qualcosa le farà cambiare idea...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Tranquilla,ti ho detto,ci penso io".Forse è solo una finta,quel volto rilassato.O forse lei ha troppa fiducia in quel mezzo psicologo con un mazzo di rose bianche in mano.Cerco di ricordare cosa diceva quel giornale,in un ricordo sbiadito,sul colore delle rose,ma stasera non ho voglia di cercare risposte.Nè di pormi domande. "Ok.." Ed è tutto così normale,forse il suo sorriso,forse la sua voce,quella voce ipnotica che mi fa dimenticare ogni cosa. "Ok." ripeto. "Gliela riporto in tempo,signora,stia tranquilla." interpreta male quel filo di inquietudine che mia madre non sembra voler abbandonare.E non sa che è perchè sono malata.E non lo so neanche io.Viene facile un sorriso mentre mi porge le rose e mi guarda,aspettando qualcosa,forse un grazie,forse un passo verso di lui e quel profumo insopportabilmente dolce. Tutto è così normale,come un deja vu.Un lunghissimo deja vu che non so da cosa proviene,ma che bussa,insistente.E più va avanti nel tempo,nelle azioni,più è difficile resistergli. Cambia di nuovo,così all'improvviso,senza che sia io a comandare niente.Appare spontanea una porta,una porta aperta di quelle che non vedevo da tempo.Fa breccia in uno dei tanti muri bianchi,mi apre uno squarcio,nella testa,che gira,come se avessi inalato troppa aria e tutto quell'ossigeno cercasse di distruggere a poco a poco il mio cervello.Si infila in ogni particella,ed è lenta come un gas mortale,la consapevolezza dura e fredda di un ricordo.Ha un sapore metallico,come quando ti mordi la lingua ed il sangue si unisce alla saliva,e da un pò noia e un pò no. Chiara come una pozza d'acqua rischiarata dalla luna,mi si apre una visione e sfocia in un ricordo.In un vero ricordo.

 

14 febbraio.Ho dodici anni. Sono alla finestra,ansiosa.Guardo dalle tende che profumano di pulito,mi alzo,vado alla porta,poi mi siedo.Di nuovo sento una macchina,e mi alzo ancora.Delusa la vedo sfilare via. Mia madre mi segue,sorridendo. "Non verrà,mamma." Ho quasi le lacrime agli occhi. "E' ancora in perfetto orario,Mel...arriverà,tranquilla." "E se non verrà?". "Sarà lui a perderci.Ed io ci guadagnerò,non mi piace mandarti fuori vestità così..."Scuote giocosamente la testa.Mi tocco il vestito di seta azzurro,quello con il bustino,quello che mi ha regalato per l'occasione.Me l'ha comprato ad una boutique,per questa volta.Le è costato molto,ma con papà che è sempre a lavoro,togliersi una piccola soddisfazione ogni tanto è d'obbligo.Così ha detto. "Non verrà." decido.E nell'istante in cui lo dico,il campanello suona. Sorrido,un sorriso sincero e forse un pò teso.Anche mamma sorride,ma è un sorriso tirato.Lei non è felice.E un pò mi dispiace. "Mel..." lui mi saluta. Ha un mazzo di rose in mano.Cinque bellissime rose.Bianche. Suo padre gli tiene una mano sulla spalla,sorridente di quel sorriso un pò falso che si usa in certe circostanze. "Tieni sono per te.". Ed anche lui sorride,ma il suo sorriso somiglia al mio.Mi alzo sulle punte per dargli un bacio,uno di quelli innocenti sulle guance.So che stasera non basterà.Lui ha 14 anni.E' carino,vestito con i soliti jeans scuri ed una camicia bianca leggermente aperta.Ha il suo solito profumo dolce,e per un attimo tutto mi sembra perfetto. "Gliela riporto in tempo,signora,stia tranquilla." E mi piace la sua cortesia,ed anche a mia madre. Poggio le rose su un vaso di cristallo e lo ringrazio. "Rose bianche." mi dice "Amore puro.".

 

 Torno alla realtà con uno scatto quasi doloroso,come un elastico troppo tirato che si rompe all'improvviso e torna a ciondolare nelle tue mani frustando l'aria. Non deve essere passato più di qualche secondo.Mia madre sta ancora pulendo i resti del mio casino.Lui continua a sorridere,porgendomi il mazzo.E' tutto uguale.Tutto tranne me.Mi sento più leggera,più libera,come se d'un tratto un pezzo di catena fosse scomparso,e la sua assenza provocasse sollievo.Ci sono riuscita. Calpesto i calcinacci di quel pezzo di muro abbattuto,e gli vado incontro. Mi getto tra le sue braccia. "Alessio." Mi abbraccia,per niente sorpreso.Mi stacco dopo qualche secondo,gli occhi lucidi nei suoi. "Tieni,sono per te" Mi porge le rose.Cinque splendide rose bianche. "Grazie." Le poggio sul tavolo."Rose bianche.Amore puro." ci chiudiamo la porta alle spalle.

  
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