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Autore: Sokew86    10/02/2010    0 recensioni
Una scuola,un gruppo segreto. Un fico della scuola che nasconde un segreto. Un ragazzo occhialuto che si sente il Genio del male? Cosa altro posso dirvi?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 capitolo

3 Capitolo

Philip Pullman

Noi  [scrittori] rubiamo da tutto e da tutti.

<< Potresti spiegarmi una cosa? >>

<< Certamente. >>  Veronica sorrise e a Simone venne il dubbio,non è che quella ragazza che  sorrideva in realtà lo stava prendendo in giro?Oppure la sua era paranoia?In fondo la spiegazione che voleva era molto stupida.

<< Questo gruppo …  cioè … insomma … E davvero un gruppo illegale come mi ha fatto intendere il tuo amico Roberto? >>

<< Ma certo che no! >> la ragazza si affrettò a  cambiare tono vedendo l’espressione imbarazzata di Simone:  <<  Roberto tende sempre a esagerare con le reclute,per lui è una sorta di prova psicologica … comunque questo gruppo non è illegale ma non esiste. Abbiamo la sede perché questa è l’associazione studentesca e ho le chiavi perché sono rappresentante d’istituto.  >>

<<  Quindi se non ci sei tu,gli altri non possono lavorare?  >>

<< Bhe una piccola infrazione l’abbiamo fatta,abbiamo replicato le chiavi così ognuno di noi ha la propria copia, ma di norma le chiediamo sempre per non destare sospetti. Anche se nel pomeriggio difficilmente trovi bidelli puntigliosi. Altre domande?  >>

Simone ringraziò la disponibilità e tornò ad osservare l’ambiente,nonostante la luce e la gentilezza dei membri del gruppo il ragazzo avvertiva una certa tensione,gli avevano già spiegato che odiavano fare ritardo nella stampatura dei racconti e a quanto pare c’era un leggero ritardo da parte della Imitatrice. Simone aveva scoperto che ogni membro aveva un sopranome che usavano tra di loro:la bella rappresentante era chiamata La Dattilografa,era lei che si occupava di riportare  le parole dei manoscritti a computer perché era particolarmente veloce anche se era vero, che gli  altri membri cercavano di non sfruttarla e quindi quasi mai le affidavano un intero manoscritto da ricopiare ma semmai una meta che non erano riusciti a completare. La dattilografa amava scrivere racconti sul genere sovrannaturale o horror e il suo idolo era  Stephen King,infine il suo pseudonimo era The Victorious(la tradizione del significato del suo nome in inglese).

L’altissimo Ugo D’avino non aveva in realtà un vero soprannome  nell’associazione,normalmente lo chiamavano il Metallaro(a scapito della fantasia) oppure Il Poeta perché il Metallaro amava molto scrivere poesie,infatti il suo pseudonimo era Pasa:l’unione del nome del poeta Pablo neruda e Umberto Saba,Ugo amava moltissimo entrambi poeti.

Ugo D’avino era quel tipo di persone, che si innamoravano facilmente ma non  delle persone ma  delle passioni. Ugo nella sua breve vita aveva seguito le più diverse passioni,una volta quella del nuoto,una volta quella del ballo e un’altra volta quella dell’arte però nessuna di queste passioni  erano durate a lungo.

Solo la musica metallica e l’amore per la poesia erano  costanti nella vita del ragazzo, a  cui si era affacciato ad entrambe alla giovane età di quattordici anni: quando una volta in gita con la famiglia a Londra aveva incontrato il giovane figlio diciottenne dell’albergatore che già da tempo seguiva la via del Metal,si può ben pensare che Ugo subì il fascino di quello inglese e quando si iscrisse alle superiori era già diventato un puro metallaro con la disapprovazione dei professori e dei compagni di classe,che erano tipi che sentivano solo la musica pop o tecno di moda in quel momento. I compagni di classe del ragazzo ci misero molto tempo prima di capire che Ugo non era un satanico solo perché nel suo MP3 c’erano donne o uomini che parlavano della provvidenza di Dio in inglese.

<<  Ugo non riesci a scrivere?  >> Simone si sedette affianco del gigante.

<<  … penso di avere un blocco … non ci voleva! Adesso che cosa faccio fare a questo qui? Se fa così esce fuori carattere … si è mai visto uno scrittore che fa uscire fuori carattere il suo personaggio?Solo io so che deve fare questo cristo … no,non va bene.  >>

Simone rimase in silenzio e decise di lasciar perdere Ugo,non era il momento di disturbarlo forse era meglio andarsene. In fondo i membri degli “Scrittori Pazzi” erano tesi,due su quattro dei loro computer stavano dando segni di cedimento ad esalare l’ultimo respiro. Il fico della scuola abbassò la testa sul tavolo,nonostante quell’ atmosfera tesa,chissà perché,a lui piaceva …

<<  Continui a guardarla?  >>

<< Chi?  >>

<< L’imitatrice!Hai ragione ad osservarla è una ragazza interessante:stimolerebbe qualsiasi scrittore. >> Ugo fece un occhiolino complice al ragazzo.

<<  Perché l’ha chiamate l’imitatrice? >>

<< Flavia?Potresti venire un momento qui?  >>

La ragazza si alzò e non pareva infastidita dall’interruzione che l’aveva distolta dal suo lavoro,probabilmente a lì a poco si sarebbe presa una pausa.

<<  Cosa c’è?  >>

<<  Potresti mostrare le tue capacità?  >>

Flavia fissò intensamente Simone e si schiarì la voce :  <<  Buongiorno sono Caccavale Simone.  >>

Simone sbalordito rise,la ragazza non solo aveva imitato  perfettamente la sua voce ma anche ogni suo piccolo gesto abituale,il modo di muovere le mani o il suo aggrottare le sopraciglia mentre parlava,era divertente eppure in un certo senso inquietante.

L’imitatrice tornò sedersi:  <<  Ma cosa c’entra con la letteratura la sua capacità di imitazione?  >>  domandò Simone.

<<  Flavia sa imitare alla perfezione tutto ciò che vede,che sente e che legge. Come posso spiegarti … ecco ai presenti le imitazione dei quadri?Flavia è capace d’imitare lo stile di scrittura di un autore a tal punto che se un suo scritto o di un tale autore X,facciamo  Vernon Lee, vengono confrontati,probabilmente la critica assocerebbe il racconto di Flavia a quello autore  pensando che sia tipo un manoscritto perduto dello scrittore.  >>

<<  Puoi spiegarti meglio?  >>

<<  Flavia ha acquisito questa capacità scrivendo Fan Fiction.  >>

Simone fece una brutta faccia,non amava per niente le fan fiction:molte di queste l’avevano traumatizzato a vita.

<<  Non fare quella smorfia,non tutte le fan fiction sono scritte da autrici under 12 anni in piena tempesta ormonale che travolgono interamente le trame e i personaggi dei loro libri,film o fumetti preferiti. Flavia è una di queste,lei si attiene fedelmente alle parole dell’autore e quindi le sue storie seguono così meticolosamente l’originale che sembrano degli episodi che l’autore non ha ancora scritto. Per Flavia la Fan Fiction è una sorta di elogio all’autore e deve spingere ai non lettori ad avvicinarsi alla saga. Probabilmente in futuro diventerà un ottima sceneggiatrice.  >>

<<  Capisco…  >>

<<  Bhe Simone parliamo di te,a che punto stai?  >>

Simone abbassò lo sguardo e fece una smorfia,come aveva sospettato non era capace di scrivere.

La sera precedente era stato lì con una penna in mano per un ‘ora a sentirsi un deficiente,nessuna idea era passata nella sua testa. Vuoto assoluto come se qualcuno gli avesse aperto la testa e sostituito il suo cervello con un mucchio di paglia.

<<  Ci sono quasi.  >>

<<  Quella non è la faccia di uno scrittore che ci è quasi.  >> commentò il Metallaro.

<<  Roberto è assurdo!Cosa significa scrivi racconto? Non è esattamente una cosa che insegnano a fare all’elementari. Non ho la più pallida idea di come si scrive.  >>

<<  Perché se qualcuno ti avesse dato qualche spiegazione,avresti saputo come fare?  >>

Cavolo per essere del terzo anno il Metallaro era più furbo di Simone,aveva una buona capacità di botta e risposta.

<<  Simone osserva Flavia,dimmi che cosa vedi e dirmi cosa vuoi farmi notare.  >>

Se era un modo per molestare Flavia non capiva perché doveva essere lui a farlo. Ma nonostante tutto Simone obbedì e iniziò ad osservare la bella ragazza.

No,non era una bella ragazza a pensarci bene, nonostante fosse bionda. Simone si sedette meglio sulla sedia iniziando a studiare con insistenza il volto della ragazza. Perchè ne era così attratto se non era bella?

Cosa riusciva ad avere quella ragazza per essere degnata di tutti quei sguardi?

Aveva degli occhi particolari,non belli per la forma o per il comune verde.

Era qualcosa nello sguardo,ne era certo, come potevano degli occhi privi di vita affascinare chi li guardava?... Ugo interruppe il filo dei pensieri di Simone.

<<  Hai visto qualcosa di interessante?Descrivimelo!  >>

<<  In terza persona?Al presente o …  >>

<<  Descrivi e basta.  >>

<<  Dunque: “ Gli occhi erano privi di particolare bellezza,non avevano ne forma ne un colore così straordinari ma, laddove mancavano queste qualità erano sostituite da un velo d’ inquietante indifferenza” … scusami non so come continuare.  >>

<<  Mettici qualche indizio sulla persona.  >>

<<   “Eppure .., eppure quella ragazza osservava tutti i particolari del mondo e dopo era capace di ricopiarli con maestria e facilità” … penso che un punto vada bene… “Per questo motivo era chiamata l’imitatrice.”                                  >>

Simone sentì una violenta pacca sulla spalla destra:  << Ecco hai visto?Hai creato il tuo primo personaggio.   >>

<<  Non può essere così semplice!  >>

<<  Perché?  >>

<<  Perché ci sono tracce autobiografiche,insomma io conosco il mio personaggio!  >>

<<  Cosa significa? Ricordati sempre questa frase: ” Noi  [scrittori] rubiamo da tutto e da tutti”. Veramente pensi che uno scrittore non rubi dalla realtà?Dalla gente che conosce?  >>

Simone era alla stazione Ferroviara  in cerca della sua ispirazione,ora qualsiasi probabile scrittore avrebbe preferito un bel parco immerso nel verde per appagare prima i sensi del corpo e poi dell’anima e successivamente provare a scribbiacare qualcosina.Invece di una stazione ferroviaria che è ben nota(soprattutto nelle grandi città)come il ricovero per i senzatetto,ubriaconi o  malati mentali(spesso pervertiti che molestavano le ragazze in attesa del loro treno),senza contare del sottofondo rumoroso degli altoparlanti in funzione o del viavai della gente. Per l’appunto a Simone piaceva quel sottofondo e soprattutto quel viavai della gente,formato da tantissime persone che forse non avrebbe mai conosciuto ma che avevano una propria vita che lui non avrebbe mai saputo. C’era gente che saliva o scendeva il Paese:chi per affari,chi per viaggio,chi per amore.

Ognuno di loro aveva una ragione che sarebbe valsa la pena di scrivere,tutte bellissime,se eri capace di scriverli riportando la stessa intensità di vicinanza con cui le sentivi. A questo pensava Simone quando si era steso stile barbone su una panchina poco pulita della stazione(al quel proposito si doveva ricordare di lavarsi i capelli la sera stessa).

Era stata una buona idea andare alla stazione come le aveva suggerito Veronica:  <<  Vai nel tuo posto preferito e pensa a un po’ di tutto e osserva la gente. L’ispirazione ti verrà all’improvviso!  >>

Bhe Simone era li da tre ore e l’ispirazione non era arrivata.

<<  Va bene,non concluderò niente oggi. >>   il ragazzo si avviò lentamente,forse in fondo in fondo sperava di notare  qualcosa negli ultimi minuti ma non successe nulla.

In realtà c’era qualcosa che irritava profondamente Simone nei “ Gli scrittori pazzi”:la musica.

Nel primo incontro al ragazzo era sfuggito il piccolo lettore Cd appoggiato alla finestra,ma purtroppo negli incontri successivi non aveva più avuto la fortuna di non notare quell’aggeggio infernale.

I gusti musicali dei membri dei “ Scrittori Pazzi” erano particolari o erano i suoi troppo semplici?

Del Metallaro Simone aveva già intuito i gusti,ma non sapeva che anche gli altri membri gli davano man forte …

<< Flavia accenderesti lo stereo?  >>  l’imitatrice si era affrettato ad obbedire a Roberto e Simone in quel momento  dormicchiava sul tavolo quando una musica dal ritmo efferato aveva invaso completamente la stanza con la voce di una cantante che urlava una parola tipo Moskau seguita da una profonda voce rauca che poteva avere solo un serial killer.

Simone stordito aveva domandato stranito e spaventato che cos’ era e alla fine aveva saputo che era tipo un gruppo metal con un rock che cantavano insieme una canzone contro la Russia paragonando la capitale a una puttana. Simone ascoltava ben altre canzoni più frivole,era ben lontano ad apprezzare simili gusti. In pratica nel gruppo la maggior parte ascoltavano gruppi stranieri rock o punk con tendenza a preferire canzoni a tema sociali.

Erano tante le domande di Simone però le premeva in particolar modo una:non aveva mai visto Mr Tronky scrivere,era un bastardo dichiarato ma non sembrava così infame da sfruttare i membri del suo gruppo,solo le persone esterne a lui.

Domandarglielo era fuori discussione. Il malvagio l’avrebbe semplicemente guardato dritto negli occhi senza dirgli nulla:  <<  Signor Caccavale venga qui,non ozi!C’è del materiale da distribuire! >> Simone velocemente si alzo,in realtà lui si annoiava quando non faceva niente quindi fu un in parte contento quando venne chiamato … fino a quando non seppe il compito che doveva fare: << Ma è una montagna di roba!  >>

<<  Le classi della nostra scuola sono tante.  >>

Mr Tronky  si avvicinò e porse al povero fico della scuola una grossa massa di fogli:

 <<  Questi sono i racconti di questa settimana,li metta su tutti i banchi delle classe,se ha proprio bisogno da aiuto può chiedere al signor Cardini di darle una mano.  >>

Il signor Cardini era ultraottantenne inpensionabile bidello della scuola,così vecchio e così feroce quando era necessario che tutti gli alunni della scuola rispettavano e adoravano. Un tipo così era meglio averlo come alleato che nemico e così Roberto aveva fatto di tutto per ottenere l’ approvazione del vecchio bidello prima di fondare gli scrittori pazzi. Ottenuta l’approvazione del vecchio, Roberto Franco aveva iniziato il suo gruppo. A Simone  chiedere una mano a quel vecchietto quasi a un passo dalla tomba  sembrava una cattiveria e decise di fare da solo,ma dopo tutto il primo e secondo piano,il ragazzo era quasi morto:

<<  Tutto bene ragazzo?  >>

<<  Sì … >>   ansimando il fico della scuola si asciugò la fronte.

Il vecchio bidello si avvicinò e esaminò il materiale trasportato da Simone e fischiettando quasi commentò allegramente:   <<  Sei uno dei nuovi!Allora Robertino ne ha trovato un altro. >>  il vecchio diede una pacca  sulla spalla al ragazzo.

<<  Sei un nuovo membro? Lavori da matricola,eh?   >>

Simone prese una parte dei fogli ed entro in una classe:  <<  Non proprio, non sono  un membro effettivo,devo ancora scrivere un racconto…  >>

Un sorrisone caldo e gioviale apparve sul viso rugoso del bidello:   <<  Bha non dire così!Si deve sempre cominciare dal basso della piramide per arrivare al vertice! Tra poco sarai anche tu un membro effettivo!  >>

Il bidello fece per prendere dei fogli ma Simone lo fermò,non gli piaceva l’idea che un vecchio scheletro ambulante girasse con un peso così grande sulle spalle.

<<  Non si preoccupi,ci penso io …  >>  il vecchio fece il segno di zittirsi:  <<  Giovanotto,ai nostri tempi non eravamo così debolucci come voi.  >>

Ai nostri tempi… a quale epoca si  riferiva il vecchio rugoso?

Il bidello caricò sulle braccia un bel bloccò di fogli e iniziò ad avanzare lentamente.

Un rumore sinistro si udì dagli arti inferiori del baldanzoso vecchio,ma Cardini avanzò caparbiamente sforzando fino all’estremo il suo corpo.

Simone rimase allibito da quella imminente distruzione di vita umana finchè la voce squillante del vecchio lo richiamò alla realtà:  <<  Forza ragazzo,ho detto che voglio aiutarti !Ma non voglio fare il tuo lavoro!Muoviti!  >>

Alla fine della sfacchinata,il bidello prese l’ultimo foglio rimanente  <<  I racconti di Robertino li leggo volentieri.  >>   e ridacchiò come se nulla fosse,mentre Simone riprese improvviso interessi per i fogli distribuiti, ne prese uno e dopo un rapido saluto era già verso casa.

Il racconto aveva un titolo in francese( era già un  punto in meno per Simone poiché odiava il francese): Défauts d'un ange.

La storia non si volgeva in Francia,bensì in una cittadina di confine della valle d’Aosta: una giovane ragazza Elisa,ingenua e inesperta, assisteva a un crimine del delinquente Riccardo.

Il delinquente decide di non uccidere la giovane ma la plagia fino ad imprigionarla nella sua ,eppure alla fine l’amore trionfa.

Simone avrebbe voluto urlare che era una storia patetica ma non poteva,cioè forse comune,non originale.

Eppure l’aveva letto tutto d’un fiato nonostante che lui odiasse quel genere di storie.

Il ragazzo sospirò e buttò la fotocopia sulla scrivania,probabilmente era il modo in cui era scritto un’ atmosfera satura di tensione con echi lontani di romanticismo,era un modo di scrivere affascinante.

Era bravo indubbiamente.

Però preferiva ancora i racconti di Veronica per il contenuto.

Simone si addormentò vestito mentre leggeva nuovamente il racconto.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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