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Autore: Akane    15/07/2005    2 recensioni
alla conferma di ciò che pensava qualcosa gli si muove dentro, parte dalle viscere, gli contrae fino allo spasmo lo stomaco, gli sale su fino in gola artigliandogli il collo, cerca di bloccarlo, di non far uscire questa specie di esplosione che ha paura di non poter fermare e controllare, ce la mette tutta ma alla fine vince lei: il ragazzo tanto musone che l'unico sorriso che fa è un ghigno di sfida per combattere, ora scoppia in una fragorosa risata senza freni,
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LASCIA CHE SIA

LASCIA CHE SIA

* UNA DELLE MIE SOLITE LUNGHE PREMESSE:

ragazzi esultate con me, arriva il cap 6 che conclude il precedente, la mini avventura per così chiamarla. Sono così carini e perfetti insieme, non trovate? In questi giorni ho saputo tutti gli spoiler possibili sul manga, per cui conoscendo anche la slashabilità assoluta dei 2, Zoro e Rufy, è stato tutto più facile e ispirato. Non ho molto da dire se non che qua cè una bella lemon. La cosa che mi ha mandato più in bestia èp stato iniziare il cap lunedì e trovarmi venerdì ancora da finirlo…non mi succede mai e non lo sopporto. Finisco sempre subito o al massimo in 2 giorni. Ma questa settimana èp stata piena fra lavoro, centro estivo bambini, scuola guida(ho passato l’esame di teoria), non sono mai riuscita a mettermi decentemente. Ieri ad esempio sono stata a casa in tutto un ora…pensate…ero uscita alle 8 di mattina e sono tornata alle 15 sono stata un ora. Poi sono tornata via, sono rientrata per una doccia veloce e sono riuscita per ritornare alle 22 e andare a nanna stanchissima! Vabbè a voi non interesserà. Dunque ringrazio per i commenti del cap 5, cito i nomi che ricordo e che sono segnati nei vari siti, mi scuso per chi dimentico ma non è mia intenzione. Nenya Higurashi (anche io adoro la coppia ZoroXRufy…peccato non ci siano fic su questo pairing in rete…sig!). Kairi84 (si, Zoro geloso è fantastico….uhuhu!). Radano, Noahijiachi, Autrice, Noa90, Parsifal, Mikako. La dedico ancora ad Asuka la lettrice ufficiale di questa fic(ai tempi che fu iniziata è stata la prima lei a sostenermi e complimentarsi in ogni cap!), la dedico anche a tutte le fan del pairing ZoroRufy….pregate con me affinché un domani tutte le fan di questa coppia scrivano almeno una fic su sti due…così ne avremo più di una(queste)in rete! A presto e buona lettura. Baci akane*

CAPITOLO 6:

FARE PACE

La porta si spalancò in un tonfo rumoroso mostrando un Rufy alquanto alterato dallespressione contratta dalla rabbia.

Il fumo gli usciva dalla testa, dalle narici e dalle orecchie!

Tutti quelli che fino ad un attimo fa erano rimasti davanti a quella porta per origliare, saltarono allindietro spaventati provando a fare finta di nulla. Invano. Il ragazzo dal cappello di paglia sbuffò come una teiera richiudendosi la porta dietro di se.

Infine si diresse a passo di carica verso la cucina senza guardare nessuno, richiudendosi dentro con un altro rumore sordo.

Gli venne puntato addosso uno sguardo  freddo e indifferente. Gli occhi azzurri di Sanji, per metà coperti dalla barriera di biondi capelli lisci e ordinati, tornarono subito sul cibo quasi pronto.

- già fatto?-

senza tradire curiosità morbosa come gli altri.

Rufy dal canto suo gli si parò accanto stringendo i pugni in un espressione arrabbiata e al contempo in un certo senso infantile…

- dimmi…cosa hai fatto con Zoro?-

glielo chiese mentre stava assaggiando l’ultimo piatto…sputò tutto in faccia al capitano che impavido rimase immobile ad attendere la risposta.

Lo fissò dopo aver tossito. L’impassibilità dal biondo venne meno all’udire una tale domanda.

Ma era convinto?

Fece attenzione…eh si…altrimenti si sarebbe già divorato tutto.

Ma possibile che non ci fosse arrivato?

- e quando? -

effettivamente o si allenava, o mangiava o stava con Rufy…c’era ben poco da fantasticare su lui e qualcun altro…

specie se quel qualcun altro era Sanji il ‘donne-dipendente’.

- e che ne so…rispondi! Zoro ha detto che tu lo sapevi!-

- e cosa sono, un indovino?-

si stizzì della faccenda…lo mettevano in mezzo anche quando non c’entrava!

Rufy lo prese così per il colletto della camicia attirandolo minaccioso a se…aveva disinserito il cervello, ma quando era in quelle condizioni non era pericoloso…bastava dargli un colpo in testa per farlo rinsavire!

- RISPONDI!-

Sanji gli tolse seccato le mani dai suoi vestiti lisciandoseli. Poi con uno sguardo ancor più freddo, ma non ai massimi livelli, disse lapidario e piatto:

- non siate ridicoli! Io non c’entro nulla con le vostre gelosie!-

poi si voltò di fianco e si accese una sigaretta borbottando:

- che idioti…sono gelosi a vicenda e nemmeno se lo dicono!-

dal di fuori poteva sembrare comica poiché entrambi pensavano che l’altro si prendesse troppe confidenze con il biondo, il quale però non c’entrava proprio nulla…e cocciuti entrambi non potevano nemmeno dirsi le cose chiaramente.

Sanji che li conosceva, perdeva facilmente la pazienza!

- eh?-

ovviamente necessitava di spiegazioni più chiare e semplici.

Sanji cercò un po’ di calma che con certe persone svaniva subito. Si sedette in una delle sedie della  cucina e senza guardare il moro spiegò con parole semplici:

- Rufy…hai idea di cosa sia la gelosia?-

- eh, non sono mica scemo…-

un dubbio si insinuò nella testa dell’altro e decise di aver sentito un no per evitare altri equivoci.

- quando vuoi la tua dolce metà tutta per te, non vuoi che guardi, tocchi, si concentri su nessuno. -

- oh…-

come volevasi dimostrare…

- te la metto su un piano semplice. In realtà è una brutta rogna…ma sono solo equivoci…si può evitare…-

Rufy ora pendeva dalle labbra del biondo tanto che non si perdeva nemmeno un suo respiro.

- e come?-

sembrava aver almeno capito che era il loro caso.

- parlando di più con l’altro e rassicurandolo con parole e gesti…-

si, a dirla così sembrava semplice. Si illuminò un attimo il ragazzo ma poi sembrò pensarci(straordinariamente) meglio.

Parlare con Zoro era un impresa…certo loro si capivano al volo…ma allora perché si metteva a pensare certe cose?

- si ma lui se pensa  quelle cose non ha fiducia in me…e poi non è facile con lui…-

un misto di correnti di pensieri diversi unite in una frase. Era confuso e confusionario…stargli dietro era difficile ma possibile conoscendolo bene.

- sei tu che ti sei messo con lui, sai?-

alzò le mani in segno di resa…da lì in poi doveva andare avanti da solo!

- e no…poi scusa di chi dovrebbe essere geloso?-

con un treno un po’ ritardatario ma ci era arrivato…e meno male…

Sanji lo fissò senza capire se era serio o meno.

- ma Rufy…se ti ha mandato da me un motivo c’è…-

- quale, dimmelo!-

gli cadde la cicca mezza consumata dalle labbra…era stressante…non poteva veramente essere così!

Sospirò alzandosi, non ne poteva più, era stancante! Gli aveva fatto venire mal di testa. Battè la mano sul tavolo e autoritario nonché arci stufo sbottò poco gentile:

- è geloso di te e di me!-

la bocca gli cadde a terra facendo sbattere il mento al legno del pavimento. Occhi sgranati in maniera esagerata e incredulità sulle parole ascoltate.

- ma non è vero! Non è possibile. Non…cioè….di cosa?????-

- eh, se è scemo non è colpa mia! Vai a chiederlo a lui!-

tagliò corto Sanji sperando che così lo lasciassero fuori da quei litigi e la pace tornasse.

- si, vado a chiederglielo e lo picchio anche….come può pensare questo? Dove sta la fiducia? Io ce l’ho in lui!-

si stava arrabbiando sul serio ma come al solito era precipitoso.

- non si tratta di questo. La gelosia non è venir meno a fiducia…è solo un mancato ragionamento. Se lo fai pensare ci arriva, non è del tutto scemo come…ehm….-

si fermò, non voleva andare per le lunghe. E se i due litigavano arrabbiandosi seriamente la nave affondava. Voleva evitare un naufragio anche perché nessuno dei due avrebbe vinto mai!

- dici di no? A me sembra proprio quello il punto. Io non sono geloso!-

- Rufy….parla con lui con calma se ci riuscite. Non è quello che pensi. È una brutta rogna ma non una sciagura! Lui in fondo credo sia una brava persona…in fondo…-

il moro si illuminò all’udire quelle parole. Sanji sapeva come prenderlo per farlo tornare come al solito.

- si?-

indifferente col ciuffo biondo di sempre sull’occhio rispose:

- si…ma non quanto il sottoscritto, ovvio!-

Rufy si distese in un sorriso battendogli la schiena. Scherzavano sempre così!

Tuttavia ora aveva la mente da quella testa dura del fidanzato.

Doveva ricordarsi quelle parole. Non mancava la fiducia…era solo stupido, ma una brava persona in fondo!

Ora glielo avrebbe detto e tutto sarebbe tornato come sempre. Lui non poteva fare a meno di quei momenti intimi, del pensiero che avrebbe avuto Zoro sempre accanto a se in ‘quel’ modo…con l’anima, col cuore, col copro. Non poteva pensare di non avere la sua stessa lunghezza d’onda…non poteva fare a meno di lui in ogni gesto, cosa, particolare.

- vado!-

serio e determinato, dopo aver seguito un filo conduttore nella sua mente, uscì risoluto e deciso tornando in coperta nelle stanze.

 

La porta si aprì richiudendosi per l’ennesima volta lasciando ancora fuori il resto della ciurma super curiosa di sapere i dettagli.

L’unica che non era fra loro era Nico Robin che al solito posto, sul retro della nave del ponte più alto, guardava il mare assorta e impenetrabile.

Lo spadaccino con un espressione tetra e cupa più del solito continuava da una mezzora abbondante a lucidare le sue spade. Luccicavano a meraviglia e scivoloso ora le stava affilando. Era riuscito a scrostare tutto lo sporco e il sangue che vi era rimasto negli angolini sotto l’elsa.

Perfettamente assorto, o più che altro testardamente, non si voltò per guardare il nuovo e solito entrato.

Rufy non si perse d’animo a passo di carica si fiondò sul letto e si sedette in modo da vederlo in faccia, di fronte.

Lo fissò concentrato e serio poi disse seguendo i suoi pensieri contorti:

- sei una brava persona ma sei stupido!-

ecco il riassunto della chiacchierata con il cuoco!

Schietta e diretta nonché profondamente onesta!

Zoro fermò la mano sulla lama mentre l’affilava scrupoloso. Cosa diavolo diceva?

Alzò un sopracciglio sforzandosi di non guardarlo e rimanere indifferente. Non avrebbe mai ammesso la sua gelosia…tanto meno a se stesso. Lui aveva comunque ragione e il suo orgoglio smisurato gli impediva di farsi un esame di coscienza…che a livello inconscio, sotto sotto, molto, gli faceva sapere quanto sbagliato e idiota fosse risentirsi del tempo che Rufy passava in privato con gli altri. Non era geloso di tutti. Ad esempio poteva anche dormire con Usop, non lo toccava minimamente. Ma ad esempio sia verso Sanji che verso Nami sentiva sempre la molla…e si spiegava i malumori e le rispostacce acide e taglienti che riservava in alcuni momenti ai due. Ma tutti conoscevano il caratteraccio di Zoro e ormai dopo uno scambio verbale di insulti, lo lasciavano stare!

Era chiara come la luce del sole la gelosia che lo spadaccino provava. A tutti fuorché ai due interessati.

Come al solito.

Rufy stufo di essere apparentemente ignorato gli prese il viso e glielo voltò a forza verso di se.

- guardami, dannazione!-

dopo aver ottenuto, anche se non spontaneo, lo sguardo dell’interessato, proseguì il rimprovero.

- sono arrabbiato con te ma cercherò di non picchiarti….tu però non devi fare ancora lo stupido! Ti rendi conto che lo sei, vero?-

era un discorso tipico del capitano. La solita valanga di parole. Convinto, oltretutto. Ma effettivamente questa volta aveva ragione.

Zoro lo fissava malamente per partito preso. In verità sentiva che aveva ragione l’altro e si imbarazzava solo al pensiero delle ammissioni che la sua coscienza e la sua mente gli stavano facendo fare. Non sopportava fare certe figure. Lui geloso….ci si sentiva in pieno, stupido.

Una volta ammesso era tutto più facile…o difficile…perché sapeva che non aveva avuto senso il suo umore e il suo comportamento…e si vergognava di ammetterlo.

Proprio un testone.

- Zoro, dimmi qualcosa, uffa!-

alzò la voce esasperato.

- e metti giù queste spade, mica mi fai paura!-

gliele prese posandogliele, senza sbatterle visto che sapeva quanto ci tenesse, a terra, accanto al letto. L’altro lo lasciò fare, stava pensando ad una possibile risposta che gli permettesse di non perdere la faccia.

- è impossibile farti paura e fermarti, non ci proverei mai!-

ecco, non ci aveva pensato molto, ma come inizio poteva andare. E che cosa dovevano dirsi di preciso? In certi momenti era lui il più imbranato dei due!

- cosa dovrei dirti, Rufy?-

- che sei effettivamente stupido ma ti impegnerai a dirmelo prima di farlo così mi regolo!-

spontaneamente fece quell’uscita che normalmente avrebbe fatto sbellicare dalle risate Zoro. Ora no. Ora aveva un suo senso, per quanto divertente potesse essere lo stesso. Per loro era giusto.

- non lo faccio a posta!-

il moro si portò una mano al lato del viso prendendosi un po’ di capelli spettinati fra le dita e spettinandoli un po’. I neuroni cominciavano a fumare…aveva pensato troppo…e non aveva ancora finito!

- lo so, Sanji me l’ha spiegato bene quel che hai…non si tratta di fiducia…vero?-

non sapeva bene nemmeno lui cosa dire e come.

- io ho fiducia in te. Credo in te. Non hai bisogno di dubitarlo.-

- io non dubito ma tu ogni tanto metti a dura prova questo!-

Rufy si distese per facilitare le corse dei neurotrasmettitori da una sinapsi all’altra. Non erano per lui quelle cose…parlare, ragionare…che difficoltà.

- a me gli altri non mi interessano nel modo in cui tu mi interessi…-

stettero in silenzio a lungo. Aveva parlato ancora lui. Però non sapeva cosa altro dire. Non era più arrabbiato. Zoro aveva capito ed era semplicemente testardo ed orgoglioso di carattere, questo gli impediva di comportarsi normalmente. Ma se lo fosse stato avrebbe sicuramente perso tutto il suo fascino.Si era innamorato di lui. Di quel ragazzo. Perché  era così pieno di difetti da essere intrattabile, ma anche forte con una forza d’animo che sfiorava l’impossibile. Perché aveva le sue fissazioni e la sua rigidità in certe cose. Perché si fidava ciecamente di lui e non l’avrebbe mai contraddetto.

Perché poteva contare in ogni momento su di lui.

Perché sapeva che se gli avrebbe chiesto di dargli la vita buttandosi in un mare in tempesta da solo, lui l’avrebbe fatto perché glielo chiedeva il suo capitano, perché glielo chiedeva lui.

Perché come lui non c’era nessuno. Erano molti ad essere pazzi lì dentro. Ma nessuno capace di amarlo a quel modo, assoluto e totale, dandogli tutto, rimanendo al suo fianco qualunque cosa accadesse e dicesse.

Sapeva che non si sarebbe mai arreso per lui, non avrebbe mai mollato finchè lui sarebbe stato in piedi. E anche oltre.

Rufy si alzò con queste consapevolezze inconsce nell’animo. Seduto si tese verso il compagno cingendogli con la mano il collo, posò le labbra  sulle sue.

Lieve, leggero. Accennato.

In quel tocco poi sussurrò:

- non importa. Ti amo perché sei così.-

e a costo di affrontare lo stesso discorso miliardi di volte, perdere la pazienza e finire alle mani in litigate furiose…sarebbe sempre finita così. In un ‘non importa’ sussurrato, un bacio approfondito dato col cuore, un ‘ti amo’ successivo, un ‘va bene così, te lo spiegherò un'altra volta. Basta che non cambi…’ e la dimostrazione più pura dei sentimenti.

All’udire quelle due parole, Zoro aprì gli occhi guardandolo in volto. Aveva lo sguardo rilassato e le palpebre abbassate, la cicatrice sotto l’occhio morbida come la sua pelle liscia e calda, i capelli che gli coprivano la fronte spettinati.

Aveva dei lineamenti delicati e affascinanti, puliti in un certo senso. Ma non gli piaceva solo per questo. Era tutto in lui, ogni singolo particolare e dettaglio, che amava.

Gli fecero effetto quelle parole, sentirsele dire così sinceramente. Quando faceva così era disarmante e tutto sembrava insignificante. Perché fissarsi su certe sciocchezze? Quali? C’erano cose più importanti? come non lasciar fuggire quel momento, lasciarlo andare liscio e lento, intenso e violento, libero?

Trattenne il respiro ma se ne accorse dopo averlo trattenuto. Non voleva rovinare con nessun rumore il momento che si era creato.

Annullò la poca distanza che rimaneva e si disse quanto era stupido certe volte. Non era la fiducia a mancargli, tanto meno la sicurezza dei sentimenti e del rapporto, non era nulla. Solo un po’ di quel che si diceva sale in zucca. Bastava ci pensasse solo un attimo in più. O che non pensasse affatto.

Lasciò le loro labbra unirsi, aprirsi e le loro lingue esplorarsi a vicenda in tocchi sicuri e profondi.

Mancava.

Anche se se ne erano scambiato uno la mattina. E la notte. E la sera. E il giorno prima e quello prima ancora.

Mancava sempre.

Zoro immerse le sue dita dalla pelle ruvida e rovinata per le molteplici ferite, fra i capelli morbidi ed ingarbugliati dell’altro. Attirandolo più a se. Si avvicinò col copro anche lui in modo da attaccarsi in un bacio non solo delle bocche ma anche fisico.

Rufy allacciò le gambe attorno alla vita robusta del compagno incrociando le braccia dietro al collo.

Il bacio passionale sfociò in un esplorazione totale approfondita. Rufy scese sulla clavicola dell’altro seguendo con la lingua i muscoli tesi, amava disegnare sulle linee naturali di quel corpo atletico e forte, non se lo spiegava ma gli dava una sensazione liberatoria e di grandezza. Come pensare ‘lui è mio ed è fatto così bene!’

Per accertarsi che quel fisico forte e sicuro che dava invidia a chi lo guardava, fosse sempre lì per lui.

Febbrile gli alzò la maglietta aderente andando ai capezzoli. Glieli tormentò. Ora non servivano più le direttive di Zoro su come si faceva a dare piacere all’altro.

Andava per intuito…a seconda di quel che piaceva a lui.

Contraendo la mascella cercò di controllarsi, poi decise di fare la sua parte togliendo i vestiti all’altro. Lo stese poco gentilmente coprendo il corpo nudo che non aveva nulla da invidiare agli altri. Certo la magrezza non dipendeva dal fatto che mangiasse poco, visto che mangiava con un maiale(ma non fate caso agli scleri!).

Si trovarono ad unire le loro labbra strofinando i bacini privi di vestiti, l’uno contro l’altro. In languidi movimenti sempre più frenetici, toccarsi sempre di più per sentire veramente l’altro.

 Quando poi non bastava più e averne bisogno di più.

Volerne di più e ancora.

Come una musica sensuale che partiva piano sottovoce e poi andava in crescendo diventando maestosa e apocalittica insieme. Una marcia trionfale che produceva un suono immenso che sapeva di eterno. E lo faceva unendo solo due strumenti che a contatto facevano scintille elettriche.

Contatti intimi e volerne di più.

Ansiti riempivano la stanza, non molto rumorosi. Respiri profondi come in contrasto coi tocchi leggeri per dar più piacere possibile.

E un violino che iniziava la sua sonata nelle loro teste.

Due violini in coro, un terzo che si scostava dalle note degli altri in un suono da solista che si contraeva sovrapponendosi agli altri. Incroci di più parti e sonetti.

Una voce lugubre di sottofondo che mormorava parole arcane incomprensibili, rimbombavano senza far capire che fossero. Brividi su brividi udendo solo questi due. Voce e strumento. Non canto. Non si capiva. Si udiva e spaventava ma rendeva la bellezza più maestosa e grande.

Questo si interruppe con l’unione totale dei corpi degli artefici che creavano la grandezza da brivido.

Zoro entrò in lui accontentando l’eccitazione di entrambi. Sfogando le voglie. Facendo ripartire la musica che non cessava e riprendendo da un violino. Acuto. Due violini in sintonia. Tre violini, uno dei tre che si scostava solista lungo e affusolato. Poi la voce ritornava come un mostro sacro che diceva formule proibite per arrivare al segreto di un apice raggiunto con la sintonia di tutto. E il buio e il silenzio intorno si trasformava in una cascata di rosso, arancio e giallo mentre macchie grandi e piccole sporcavano lo sfondo con cerchi che convergevano ingrandendosi con l’andare della melodia.

I corpi si muovevano l’uno dentro l’altro.

Dentro.

Insieme.

Senza dolore, solo piacere. Per sentirsi di più.

Sollievo iniziale e poi tornò a non bastare più.

Sentimenti fluivano con colori e strumenti che inscenavano uno scenario innominabile.

Dentro.

Movimenti lenti e delicati e via via sempre più forti, ritmici, uniti.

Infine un unico coro di elementi che portavano la fine. Una grande fine. L’inizio si fuse e tutte le forme si unirono, i colori, i suoni, le esplosioni, lo scemare e la voglia che riprendeva. Il movimento che ripartiva. Gli strumenti che risuonavano e la voce che li indicava.

E ancora tornarono a darsi piacere.

Dentro.

Fecero l’amore come molte altre volte l’avevano fatto, con la differenza che lì i sentimenti, ogni volta che lo facevano ancora, erano sempre più forti, potenti e devastanti. Ed ogni volta era più distruttivo e intenso.

Il respiro che non tornava, i battiti che uscivano dal petto, la fatica, il sudore che colava, le lingue danzanti in sincronia coi corpi che non cessavano di aver vita, palpitare e andare.

Per completare un opera già perfetta che arrivava a picchi assurdi.

- ti amo, Zoro…-

perché lui doveva dirlo. Lo sentiva troppo immenso in se. Lo sentiva. Lui non poteva farne a meno. Era così. Liberandosi, lasciandosi andare. Lasciando che tutto uscisse a andasse per la sua strada. Una strada che coincideva con quella del compagno.

Un grazie. Un ricambio. Nel posare le labbra sugli occhi di colui che aveva pronunciato quelle parole magiche.

Una stretta possessiva e forte.

Stare bene dopo aver avuto un incomprensione per una pace fatta in quel modo e dei sentimenti liberati ancora una volta così.

Giusto e perfetto.

Impossibile da scrivere.

Per questo ora mettere la parola fine è giusto come il resto.

Perché più in là di così ci si ripeterebbe e basta.

Perché oltre non si può andare.

Perché non si può descrivere qualcosa di indescrivibile.

Ed è così che li si lascia.

Abbracciati, amarsi, sentirsi, aversi.

Dentro.

 

FINE CAPITOLO 6

 

AKANE: oddio ragazzi spero di non aver fatto troppi errori, ho letto a rate e ho scritto in fretta specie questo ultimo pezzo. Sono contenta di averlo fatto ma mi è venuto di getto, spero sia venuto bene. Non sono andata nei dettagli di una descrizione da sesso selvaggio. Non è questa la fic ^///^…spero che vi sia piaciuta. Non escludo altri futuri seguiti!

 

 

 

 

 

 

   
 
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