Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Lupus    12/02/2010    10 recensioni
Raccolta disomogenea di undici fanfiction (una per ogni brano dell'ultimo album dei Muse, The Resistance, che dà il nome allo stesso lavoro) di vario pairing e genere.
Ultimo capitolo:
#4. United States Of Albion [Merlin/Will] - [What if/Drammatico/Angst/Guerra]
[...]Non si arrendono. Continuano imperterriti il duello contro la vita, fino a morire. Negli occhi non c’è disperazione: dolore forse, causato dalle ferite sul corpo, ma è forza quella che anima le loro azioni. Eroi.
Merlin capisce che non bisogna essere speciali per diventarlo… basta vivere la propria vita intensamente, pensando che ogni attimo che scorre potrebbe essere l’ultimo.
[...]La loro è una vita fatta di corse contro il vento, di giochi allegri, di sorrisi e abbracci sinceri. Sono troppo giovani, per sentire il lamento del tempo. Sono troppo giovani, ma non lo saranno per sempre.
«Amici?» la mano protesa in avanti, pronta a stipulare, con un gesto, la promessa di una vita. E l’ingenuità che possa davvero essere per sempre.
«Finché avrò fiato in gola per respirare» due mani esili che si stringono, cercando l’una conforto nell’altra. Alla fine non ci credono neanche loro, che possa essere davvero per sempre. Ma sarebbe bello, se fosse possibile.

[...]E’ tremendo. Fa male, dentro e fuori. Ma, poi, ad un certo punto, si smette di soffrire. Tutto sparisce, in una nuvola di fumo, e resta solo aria. Irrespirabile.
È ancora buio. Buio pesto.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

#.2 Resistance



Lembi di coperte silenziosamente trascinati; mani che li afferrano ancora più forte, stringendo in un pugno il peccato di quella notte e nell’altro il rimorso di una vita.
Due corpi che, con un ritmo quasi claudicante, si mischiano tra loro in una danza angosciosa e tragica, che porta sulla schiena i segni delle proprie ferite.
Graffi - alcuni superficiali, altri più profondi; tutti insieme, però, frutto di una passione ardente, troppo ardente anche per loro.
Non ci sono baci né carezze, perché in guerra non vi è posto per questo genere di attenzioni. Tuttavia, l’aria è satura di quel senso nostalgico di un affetto remoto, che viene gradualmente riscoperto nel corpo nudo dell’altro.


(It could be wrong, could be wrong)
But it should’ve been right


(Potrebbe essere sbagliato, potrebbe essere sbagliato)
Ma sarebbe dovuto essere giusto.


Silenzio. Silenzio di anime, ma non di gesti.
I corpi di due uomini scivolano l’uno sull’altro, intraprendendo una danza imprecisa e goffa, che ha il sapore del fango.
Le spinte sono accompagnate dal motivetto inesistente di parole non dette, una vana protezione contro l’accusa di eresia nei confronti della patria e della famiglia, e dal dolore, smorzato, però, dal desiderio di riscatto dalle proprie tribolazioni – desiderio destinato ad essere eternamente inappagato.
Nella foga dell’atto, la terra viene continuamente sconquassata: si cerca di trovare una base solida per un sentimento che già di per sé è caduco ed effimero come la luce di un cero. Il tempo scandisce, quasi meccanicamente, il ritmo di quella danza irrazionale, mentre i movimenti si fanno più precisi, nonostante il buio della notte avvolga ogni cosa.
Anche i respiri si agitano, distorcendosi, talvolta, in mugolii sommessi, stentati – ricettacoli delle passioni umane.
La natura, nel frattempo, sembra partecipare attivamente all’atto che, di nascosto, si sta consumando: le foglie danzano anche loro al ritmo zoppo di quella musica tutt’altro che rasserenante; si odono squilli di trombe lontane, trasportati dal vento.
Le stelle portano in seno mille e più domande a cui nessuno riesce mai a dare risposta – esiste forse un limite convenzionale al volume di una lacrima in un oceano di pianto?
I suoni, quella notte, si ripercuotono sordi nell’atmosfera, come ovattati da una presenza eterea che li cattura, rendendoli sospiri di vento e di uomo.
Non c’è nulla di razionale, neanche nelle lacrime del giovane che, piegato su se stesso, riceve in sé il seme dell’altro, con un ultimo movimento liberatorio.
L’orgasmo, il frutto più prelibato del connubio tra passione e peccato, figlio del piacere e del vizio. Si sente in lontananza il rumore inesistente di una pagina sfogliata, una catena di carta che, fin dall’antichità, lancia dardi di ferro.
Sfiniti, i due ragazzi si accasciano al suolo, uno ancora dolorante. Cercano, nel silenzio di un secondo, la giustificazione per un’esistenza di peccato, ma ogni tentativo è vano. Difatti, si riprendono immediatamente, indossando quei cenci che, poco prima, si erano divertiti a strappare.


(It could be wrong, could be wrong)
Must erase it fast


(Potrebbe essere sbagliato, potrebbe essere sbagliato)
Dobbiamo cancellarlo in fretta


Ricordi. Ricordi sfumati, caratterizzati solo da un unico elemento in comune che, anche se sotto diverse sembianze, si reitera nel corso della storia fin dall’antichità.
Amore, sentimento, passione, vizio, peccato, magia.
«Ma… Arthur cosa state facendo?»
«Merlin, taci una buona volta!» parole taglienti che precedono un sorriso sghembo, ma gentile; perverso, ma gentile. Mentre tutto il corpo è proteso verso quella valle immaginaria, padrona del tempo e dello spazio.
La passione che annichilisce tutto, che brucia qualsiasi cosa capiti sotto il suo cammino, tranne il ricordo. Alla fine, non rimane che quello, avvolto da un alone di un sentimento nostalgico.

Gli sguardi dei due ragazzi vagano dappertutto, ma non si incontrano mai, perché ciò potrebbe comportare la disfatta di un’epoca. Non si mostra lo specchio dei propri sentimenti al nemico della morale.
Paradossalmente, vi è una sorta di religiosità in quell’atmosfera rarefatta dalla spensieratezza della gioventù – magra consolazione e improba giustificazione.
Ma di cosa?
Checché se ne dica, non si può combattere il seme del pregiudizio, non in un’epoca dove il costume diventa la propria etichetta di mondo – ne esiste, forse, una diversa? Così, col tempo, l’indifferenza sostituisce la passione, occultando sotto un velo impenetrabile ciò che c’è di più fragile, per scoprirlo nuovamente in occasioni particolari – quando il mondo intero chiude gli occhi e la terra va a dormire.
L’ardore si riduce, dunque, all’orgasmo. Si accontentano di vivere intensamente qualche attimo e soffrire in silenzio il resto del tempo, indossando un cilicio invisibile - martirio del corpo, benessere dell’anima.
Gli uomini non piangono – tutti lo sanno -, eppure uno dei due ragazzi, quella sera, vorrebbe tanto farlo. Abbandonarsi al rimorso, abbracciare il rimpianto, pur di non alimentare l’arsura che lo tormenta da tempo.
Ma non si piega. Rispetta pedissequamente la parte che gli è stata data, senza banalizzare i suoi sentimenti, rendendoli eco di una tradizione stereotipata.
Merlin china il capo, mentre raccoglie ciò che resta dei suoi abiti. Arthur si è già vestito e, senza rivolgergli alcuna parola, si prepara a ritornare al castello.
Un’ombra che scivola via nella notte, facendo del silenzio il proprio rifugio ieratico.
«Sire…» la voce del servitore è strozzata, si rompe in un singhiozzo sommesso.


Is your secret safe tonight?

Il tuo segreto è al sicuro stanotte?



Arthur si ferma, imperioso e disinvolto come sempre. Dal suo volto non traspare alcuna emozione, che sia felicità o mestizia, inadeguatezza o gioia.
Il simulacro di una imperturbabilità matrice di molti rimorsi.
E’ il futuro re di Camelot e deve mantenere un atteggiamento regale. Merlin ne è pienamente consapevole, ma lui non è capace di contenere i propri sentimenti: non riesce a legarli con nodi impossibili da sciogliere e dimenticarli lungo qualche sentiero sperduto.
Vive di sé, della propria aria, malsana o meno che sia.
E’ magnanimo, nella sua peculiare fragilità.
«Non ora Merlin, non ora…»
La cadenza delle sue parole denota sempre una vena di sarcasmo, che oramai il giovane mago ha imparato ad accettare, ma c’è anche di più.
Un sorriso nascosto che sottende, questa volta, un sentimento di speranza.
Allora Merlin sorride, annuendo lievemente con la testa: ha trovato una risposta ad una delle tante domande che le stelle portano seco.
Non sempre il retaggio del passato ha la chiave per tradurre il presente.


[hold me]

[stringimi]



E questo, almeno per il momento, gli basta. Quando non si possiede nulla, anche le pretese diventano inconsistenti.

Il tempo scorre, la natura fa il suo corso, i suoni si ripercuotono con costanza e periodicità in un’atmosfera intrisa di quel senso magico che rende l’esistenza un’incredibile avventura.
Vita.
Finalmente, Merlin ha imparato a riconoscerne il sapore.




---------------------------------

Note dell’autore

Saaaaalve, gente.
Innanzitutto, ringrazio vivamente Glowen e Brikelos, che hanno betato la fanfiction, dandomi dei preziosissimi consigli. Anche per tale motivo – permettetemelo! – ho deciso di dedicarla a loro, perché ci sono sempre, ed io le ammoh incommensurabilmente.

Detto ciò, prima di passare alle doverose spiegazioni inerenti alla shot, volevo un po’ descrivervi il lavoro che mi appresto a compiere.
Ho deciso che, per ogni brano dell’ultimo album dei Muse, scriverò una fanfiction, avvalendomi dei meravigliosi personaggi di questo altrettanto meraviglioso telefilm, Merlin.
Non seguirò uno schema ben preciso, ma andrà così, a seconda di dove decide di portarmi l’ispirazione.
Tornando a questa fanfiction in particolare, dovete sapere che, beh, io amo le novità e le avventure. Proprio per questo ho deciso di utilizzare (per la prima volta!) per questo capitolo uno stile particolare, che si pone (con molta modestia, eh) a cavallo tra la prosa e la poesia.
Come avrete notato, infatti, sono presenti nel testo numerose figure retoriche (Es. sinestesia, chiasmo, metafora). Lo stile è molto criptico, oscuro, può sembrare pesante in alcuni punti, sì, ma è comunque il mio primo esperimento. Al di là di tutto, devo dire che, alla fine, mi ritengo abbastanza soddisfatto del risultato.
Tuttavia, gradirei davvero molto sapere cosa ne pensate voi, anche perché non è detto che abbandoni del tutto questo particolare stile.

Grazie per l’attenzione.
Sempre amabilmente vostro <3,
Lupus.



Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma proprietà del creatore del telefilm Merlin. Le parole in corsivetto e centrate in inglese sono tratte dalla canzone "The Resistance" dell'omonimo album dei Muse. Con la presente, non si vuole violare alcun copyright. La traduzione delle canzoni non è opera mia, ma l'ho presa da TestiMania.




-----------------------------------


Edit del 15/02: Dopo una rilettura veloce, ho modificato alcune parti della fanfiction, rendendole più semplici. Ci tengo veramente a migliorare e perfezione questo stile.

Edit del 22/02: Ulteriore revisione.



-----------------------

L'autore ai recensori:

PS: Ringrazio tutti i recensori, in generale: Tsumika83 (per aver segnalato l'errore commesso e per i complimenti), harderbetterfasterstronger (che ha un nick fantastico) e tutti gli utenti che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite, anche se mi sarebbe piaciuto sapere la loro opinione scritta e dettagliata. XD

Di seguito, le dovute risposte specifiche:

@GiulyB: Innanzitutto, ti ringrazio per la recensione, ma ancor più per l'errore che mi hai fatto notare. E' già il secondo, penso di dover stare un attimo più attento. XD
Effettivamente non ha senso mettere un nome in inglese e uno in italiano, modifico subito. *-*
Per il resto, ci tengo a sottolineare che "il sentimento effimero" di cui si parla, ovviamente, non ha nulla a che vedere con la loro amicizia. Ho utilizzato, in questo caso, il termine con l'accezione di "legame amoroso" che, per come ho impostato la fanfiction, è effettivamente effimero e caduco - a prescindere poi da qualsiasi altro tipo di affetto.
Nel TF non si parla esplicitamente di un loro coinvolgimento amoroso (anche se sono più che sicuro che il regista abbia mandato in più punti messaggi subliminali nascosti XD), per cui l'evoluzione della "storia" amorosa è, ovviamente, del tutto personale.
Io l'ho immaginata così, caduca ed effimera come la luce di un cero.
Ma, lo ribadisco di nuovo, mi riferisco solo ed esclusivamente alla storia d'amore tra i due e NON alla loro amicizia.



@Mika_mika: Ovviamente, quanto ho scritto è stato un mero esperimento e non l’ho sottolineato nelle note per chiedere implicitamente ai recensori di essere più clementi, ma proprio perché, non avendo mai utilizzato questo particolare tipo di stile, sono proprio curioso di sapere se sono riuscito o meno. Le critiche come hai detto servono a crescere, ed io non cerco altro.
Ti rispondo punto per punto.
1. Capisco perfettamente il tuo discorso sulla terminologia aulica e la successiva “caduta di stile”, ma posso dire che non è stata del tutto inconsapevole. Nel senso che non volevo creare un malloppo di periodi prolissi e ampollosi, degni di essere pubblicati in qualche scadente rivista del passato seicento e proprio per questo motivo ho cercato in più punti di smorzare l’atmosfera, “abbassando i toni”, smorzando il linguaggio. Probabilmente, ho esagerato. O meglio, non sono riuscito ad essere equilibrato, mea culpa. L’unica cosa che posso dire, a questo proposito, è che la prossima volta (semmai dovesse esserci) cercherò di calibrare i toni.
Per il resto, non ho davvero capito a quali termini ti riferisci, quando parli di “dubbiosa interpretazione”, quindi, se ne ha tempo e voglia, ovviamente, ti pregherei di indicarmeli. ^_^
2. Beh, su questo punto, non ho null’altro da aggiungere, se non ribadire il concetto di prima, e cioè che probabilmente non sono riuscito ad equilibrare il pathos, mea culpa.
3. Non sense vacanti, perché effettivamente non sense non c’è ne sono. Ho voluto dare una difficile interpretazione ad alcuni periodi, ma non li ho assolutamente svuotati di senso. Altrimenti, avrei comunque inserito l’avvertimento. Per cui, anche qui ti chiedo nuovamente di farmi notare questi “picchi”, sempre se hai tempo e voglia. Per il frasofattismo, beh, penso sia questione di punti di vista. Ora non voglio certo essere retorico, ma ho sempre amato le citazioni più o meno letterali, questa sorta di retaggio del passato, e continuerò ad usarli, perché mi piacciono. XD
Ricordo ciò che ho scritto, ma non riesco a ricollegare le varie parti alle tue critiche. Se avessi saputo di aver sbagliato qualcosa, non avrei sicuramente pubblicato. XD


@elyxyz: Non posso che ringraziarti per la recensione, soprattutto perché mi hai dato dei consigli che penso proprio seguirò, come quello di smorzare i toni, perché alcuni punti sono davvero molto pesanti.
Ma era il mio primo esperimento, quindi la prossima volta cercherò di ponderare meglio le scelte stilistiche e la terminologia stessa.
Per l'inglese, ti chiedo veramente scusa, ed io più di ogni altro dovevo pensarci prima, dal momento che sono uno di quelli che, a causa dell'incompetenza di un'insegnante e della 'pigrizia da autodidatta', faccio a pugni con la lingua.
Ma vince sempre lei. *sob*. XD


@Kokky:Wow. Cioè, sono senza parole. Rispondere alla tua recensione mi sembra riduttivo perché, veramente, è impossibile esplicitare attraverso le parole quanto ti sono grato. Quindi, ti chiedo anticipatamente scusa se non sarò prolisso come al solito, ma davvero sono rimasto senza parole (della serie: *___* - e, in questo caso, la faccina si sposa alla perfezione con il mio attuale stato d’animo).
Ma passiamo alle cose serie.
Ti ho già detto grazie? Sì, beh, lo ribadisco ulteriormente.
Grazie per aver saputo fare delle critiche oggettive e soprattutto costruttive, laddove ce ne era bisogno, perché mi rendo perfettamente conto di avere dei limiti. Ho cercato di travalicarli, qualcosa è andato storto, ma è bene che mi venga fatta notare, cosicché possa imparare, per non ripetere gli stessi errori. Per cui, modificherò le due proposizioni che mi hai segnalato: oltre che ad essere musicalmente sgradevoli, effettivamente, sono eccessive.
Per il resto, giuro, non so che dire. La tua recensione mi ha commosso veramente tanto, soprattutto per l’interpretazione generale che hai dato di alcune parti, che collima perfettamente con la mia visione d’insieme. Sono davvero contento di questo, giuro.
Grazie, Kò, e… bom, non so veramente che dire. *abbraccia*

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Lupus