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Autore: Salice    14/02/2010    5 recensioni
Kakashi ha una nuova missione: Deve coordinare i maestri dei nuovi gruppi di genin, ma si troverà a fare i conti con una persona che non gradisce affatto la sua presenza, e che arriva diretta dal suo passato, quando ancora era vivo Obito.
(Tratta dal primo capitolo)
Kakashi si svegliò di soprassalto, ansimando. Ci mise qualche istante a identificare, nella luce grigia, la sua stanza. Inspirò profondamente, realizzando che il sole doveva ancora sorgere. Ogni notte sognava una missione del suo vecchio team. Non importava quale fosse, finivano tutte nello stesso identico, orribile modo. Si alzò, mentre il cuore tornava a battere ad un ritmo normale. Anche oggi sarebbe arrivato alla tomba all’alba.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Note Autore: Ho corredato la storia di una musica di sottofondo consigliata. A tutti gli effetti,mentre la scrivevo, è diventata una sorta di Long - Song fiction. Ad ogni modo se preferite leggere senza nessuna musica ( cosa che in genere io preferisco!) Sappiate che la storia è perfettamente godibile anche senza la musica citata. Le canzoni, per puntiglio mio, sono state cercate perchè si adattassero sia come ritmi che come testi, di cui ho allegato la traduzione e i link a Youtube.

Buon San Valentino a tutti!




Consigli musica di sottofondo:
watching over me – Iced Earth - Testo
Esier to Run – Linkin Park - Testo


Capitolo 1 – Hatake Kakashi

La notte nuvolosa era illuminata solo dai roghi appiccati alle case. Alle ombre scure si sovrapponevano luci rossastre e tremule che contribuivano a rendere inquietanti e fuggevoli le figure dei ninja che correvano a combattere. A tratti, il silenzio quasi irreale era interrotto dai boati delle esplosioni, o dal crollo di qualche edificio. Di tanto in tanto, si udivano grida umane.
Kakashi strinse forte la mano sull’impugnatura della sua spada; la spada di suo padre. Quella era una missione di livello A del suo Team. Quella era la guerra.
Loro, in quanto chunin, erano stati relegati più indietro, a fornire supporto alle famiglie che fuggivano. Minato, il loro capogruppo, era più avanti. Era più utile.
Kakashi strinse i denti, correndo lungo la strada. Sia a destra che a sinistra le case ardevano.
- Rin! Rin! Entra nelle case di destra! Controlla che siano usciti tutti! -
Si voltò, mentre la sua compagna annuiva in silenzio e correva dentro agli edifici in fiamme. Dove diavolo era Obito? Che stava combinando?
- Obito! Obito dove sei? – Urlò, fermandosi in mezzo alla strada.
All’incrocio da cui erano passati, in combattimento contro un nemico, c’era Obito.
- Idiota! La priorità assoluta è aiutare vecchi e bambini a scappare! – Gridò verso il suo compagno.
- Volevo solo… Liberarvi… La strada! – Ansimò Obito Uchiha, combattendo come un ossesso e sprecando un sacco di energia. Se non fosse stata una situazione così pericolosa, Kakashi anziché correre in suo aiuto, lo avrebbe fatto malmenare volentieri. Era sicuro che lo stava facendo solo per mettersi in mostra!
- Vieni via cretino! Di quello me ne occupo io! Tu copri le spalle a Rin! – Gli intimò, correndo verso di lui. Dietro di loro, la voce di Rin esplose tra le fiamme.
- Sto uscendo! Ho con me la bambina degli Hoshino¹! -
Kakashi si voltò per guardare. Rin stava saltando via da un edificio in fiamme, tra le braccia un mucchietto tutto ossa e occhi di cinque anni, non di più, che le si aggrappava con espressione terrorizzata. Tornò a guardare Obito. La distrazione gli era stata fatale. Obito era a terra, schiacciato da un grosso masso e con un lungo squarcio sull’occhio sinistro…


Kakashi si svegliò di soprassalto, ansimando. Ci mise qualche istante a identificare, nella luce grigia, la sua stanza. Inspirò profondamente, realizzando che il sole doveva ancora sorgere. Ogni notte sognava una missione del suo vecchio team. Non importava quale fosse, finivano tutte nello stesso identico, orribile modo.
Si alzò, mentre il cuore tornava a battere ad un ritmo normale. Anche oggi sarebbe arrivato alla tomba all’alba.


***


Era quasi ora di pranzo quando Kakashi entrò al palazzo dell’Hokage leggermente affannato, dopo aver evitato a malapena l’ennesima sfida di Gai. Attraversò i corridoi in tutta fretta, e raggiunse la porta dell’ufficio principale giusto in tempo per vederne uscire quattro persone. Gettò uno sguardo leggermente incuriosito verso Ibiki Morino, il capo della squadra di tortura e interrogatori di Konoha, seguito da Anko. A malapena guardò invece i due membri della squadra speciale, che si allontanarono in tutta fretta svanendo nei meandri del palazzo. Richiuse silenziosamente la porta dietro di sé, puntando l’unico occhio visibile verso Tsunade.
- Ho ricevuto il messaggio. C’è una missione per me? – Le chiese, mentre la donna dal volto giovanile annuiva gravemente.
- Hai visto quelli che sono appena usciti dal mio ufficio. -
L’uomo si voltò di poco verso la porta.
- Si. -
- Ho affidato loro una squadra di genin ciascuno. – Disse lei, fissandolo in volto per studiarne l’espressione. Kakashi ebbe un leggero moto di stupore, e sgranò appena l’occhio. Tsunade proseguì il discorso, parlando in tono più duro. – So cosa stai pensando, Kakashi, ma siamo in una situazione d’emergenza, e non posso permettermi di rifiutare nessuna missione. Inoltre potrebbe scoppiare una guerra da un momento all’altro, e sai anche tu cosa voglia dire mandare dei bambini impreparati al fronte. – La donna abbassò il capo, stringendo tra le mani una penna fino a farsi divenire le nocche bianche. Per diversi istanti rimasero entrambi in silenzio e solo un sinistro scricchiolio che proveniva chiaramente dal pugno chiuso riuscì a spezzare la tensione. Kakashi abbassò lentamente lo sguardo sul pavimento. Sapeva bene cosa significa andare in guerra ancora bambini. Significava sempre e comunque Morte. Che fosse la propria o quella degli amici, non aveva importanza. Da quel momento in poi nulla aveva più importanza, e le dita nere della perdita ghermivano inevitabilmente il cuore dei sopravvissuti. Dopo un tempo che parve interminabile, l’uomo annuì.
- Lo so. Cosa devo fare? – L’Hokage sollevò lo sguardo, posando con noncuranza i frantumi della penna sulla scrivania.
- Voglio che tu ti occupi di supervisionare il loro lavoro, aiutandoli nella gestione dei gruppi durante le missioni, fino a che sarà necessario. –
Kakashi impallidì, sollevando entrambe le braccia e rivolgendole i palmi.
- Ma io ho avuto soltanto un gruppo di genin! - Tsunade lo zittì con un gesto.
- Hai avuto Naruto e Sasuke, saprai aiutare anche loro. Ora vai, e mentre ritiri il foglio dì a Shizune di portarmi un’altra penna! -


***


Kakashi prese da Shizune il foglietto con l’elenco dei capogruppo che doveva supportare. Una sottile gocciolina di sudore scivolò da sotto il coprifronte, raggiungendo poi la maschera che portava sulla parte inferiore del volto, mentre le sue dita scorrevano sulla lista di nomi:
Mitarashi Anko, gruppo sedici
Morino Ibiki, gruppo quattordici
Uzuki Yugao, gruppo quindici
Hoshino Kokoro, gruppo tredici.
Erano tutti nomi noti per lui. Sia Anko che Ibiki erano vecchie conoscenze, ed in particolare li aveva rivisti in occasione dell’esame di selezione dei chunin. Yugao invece faceva parte della squadra speciale, ed era stata sua sottoposta per qualche tempo, prima che lui lasciasse gli ANBU. Hoshino Kokoro invece… Gli tornò in mente il suo sogno di quella notte. Non aveva pensato a quella bambina per anni, e ora all’improvviso si trovava a dover avere a che fare con lei. Ricordava perfettamente i giorni successivi al suo salvataggio. Sia Obito che Rin avevano preso a cuore la sorte di quella bambina, mentre lui all’epoca era troppo intento a seguire gli ordini alla lettera, per preoccuparsi di qualsiasi cosa esulasse dalla missione. Aveva anche la sgradevole sensazione di non esserle particolarmente simpatico, ma dopotutto, questo non era importante. Una missione era una missione, e non dovevano per forza andare d’accordo. Bastava che lui controllasse che tutto filasse liscio. Si grattò la testa con fare nervoso, mentre si allontanava, dirigendosi a passo spedito verso casa sua.


***


Il mattino successivo, Kakashi era immobile davanti alla lapide, e fissava i nomi incisi nella pietra. Il sole era ormai alto e non c’era più traccia di rugiada sull’erba. Un leggero fruscio alle sue spalle lo avvertì di una presenza, e un istante dopo si udì una voce femminile.
- Sei qui anche stamattina… - Lui si strinse nelle spalle.
- Come sempre. Sei tu che manchi da molto tempo, Kokoro. - In un attimo gli si affiancò una giovane sottile dai lunghi capelli castani. La ragazza indossava un’uniforme da ANBU e teneva tra le dita la maschera.
- Sono stata in missione. Fuori. – Lei guardò prima le incisioni, poi puntò lo sguardo su di lui. – Ti mancano, vero? – Lui si voltò a guardarla, con espressione spenta.
- Mh? Le missioni? – In genere quello sguardo e quelle risposte erano sufficienti a scoraggiare chiunque tentasse di fare conversazione. Lei si morse le labbra e si voltò, infastidita.
- Lo sai cosa intendo. – Gli disse con voce dura. Lui fece nuovamente spallucce. Non aveva certo intenzione di parlare di una cosa del genere con una bambina che non vedeva da anni. Una bambina che per un certo periodo aveva condiviso con lui l’affetto di Rin e Obito, ma che tutto sommato non aveva altro a che spartire con lui. Non voleva parlare di loro affatto, perché nominarli era per lui come scoprire una cicatrice mai rimarginata, che solo a tratti smetteva di sanguinare, ma mai di fare male. Cercò di ignorare i pensieri che si affastellavano nella sua testa, e provò a cambiare argomento.
- E così oggi è il grande giorno eh? – Le domandò in tono svagato, procurandosi immediatamente uno sguardo di fuoco.
- Scusa? - - Ho saputo che ti hanno affidato un gruppo di genin. -
- Si, li vedrò tra poco. –
Kakashi si mosse, spostando appena il peso da un piede all’altro. Parlò lentamente, quasi con cautela.
- Non farti prendere dal panico, ricordati che sono solo dei bambini. – Kokoro sollevò lo sguardo, scoccandogli un’occhiata con cui avrebbe potuto incenerirlo sul posto.
- Grazie Kakashi, pensavo proprio che mi avrebbero assegnato dei traditori pericolosi. Non so come avrei fatto senza il tuo consiglio. – Il tono di voce lo colpì. Era incredibilmente sprezzante. Fece per voltarsi ma la mano di lei lo afferrò, fulminea e caldissima. Poteva sentirne il calore anche attraverso la stoffa delle maniche.
- Lascia stare, ho un appuntamento e devo ancora cambiarmi. Me ne vado io. – Gli disse, e si trovò a fissarla negli occhi. Gli stessi occhi enormi, ricordò lui, che aveva in quella notte di roghi. Fu un istante, e balzò via.
Un secondo dopo apparve Gai.
- Chi era quella? – Chiese senza salutarlo.
- La bambina degli Hoshino. – Non era la giornata giusta per restare solo e pensare, evidentemente.
- La famiglia Hoshino? Le stelle di Konoha? – Domandò ancora Gai, accostandosi a Kakashi, continuando a fissare nella direzione in cui era scomparsa Kokoro. – Quindi è la figlia di Rei Hoshino. -
- Si, di tutta la famiglia sono rimaste lei e la vecchia Ginko. –
- Ha perso entrambi i genitori durante la Grande Guerra dei ninja, mi pare. -
- Come tanti di noi, Gai. -
- Ho sentito dire che ha un carattere piuttosto scostante… -
- Ah davvero? A me non sembra. –
- Questo perché il tuo carattere probabilmente è peggiore del suo! – L’additò Gai, avvicinandosi. – E visto che sei qui ti sfido! L’ultima volta hai proposto una battuta di pesca, e stavolta tocca a me decidere la gara! – Kakashi spalancò l’unico occhio visibile, facendo un passo indietro.
- Scusami tanto, Gai, ma mi sono ricordato proprio adesso di avere un appuntamento e sono già in ritardo. – S’involò sui rami degli alberi, cercando di ignorare le urla di Gai sul fatto che la gioventù non aspetta nessuno.




1. Hoshino significa “Di stella”, mentre Kokoro significa “Cuore” ma anche “Spirito/Essenza”, il nome della protagonista potrebbe essere quindi tradotto con “cuore di stella” o “essenza di stella”

2. Yugao Uzuki è un personaggio secondario del fumetto Naruto. Viene presentata come un membro dell’AMBU, fidanzata di Hayate Gekko (l’esaminatore dei primi scontri tra singoli durante l’esame di selezione dei chunin). Il suo nome significa “Volto della Luna”, mentre il cognome è l’antico nome giapponese di Aprile. Ho ritenuto fosse necessario specificarlo, perché prima di scoprire che aveva effettivamente un nome e un cognome ho impiegato qualche tempo!

3. Questo è un piccolo gioco di parole riferito ovviamente al cognome della famiglia della protagonista. In lingua originale il dialogo sarebbe suonato circa come: “… Hoshino? Konoha no Hoshi?”.Una sorta di gioco di parole. O almeno così nella mia testa e nella mia rudimentale conoscenza della lingua!

4. Rei significa “Raggio”, in questo caso la traduzione di nome e cognome può essere fatta come “Raggio di stella”

5. Ginko è un nome composto da me. Gin significa “Argento”, mentre Ko è un suffisso comunemente utilizzato in Giappone nei nomi femminili, e significa “Fanciulla” “figlia”. Hoshino Ginko si potrebbe quindi tradurre come “Fanciulla-Argento di stella”





La storia che leggerete qui è una versione "Revised" di quella che ha partecipato al contest "Kakashi loves... Sorpresa!" indetto da Verolax sul forum di EFP Fan Ficiotn. Questo perchè la versione che ho spedito al contest non mi ha lasciata per nulla soddisfatta. Nei primi capitoli non ci sono sostanziali differenze - Ad esclusione degli orrori di grammatica, correzioni di punteggiatura ecc. - ma verso la fine aggiungerò qualche capitolo e probabilmente qualche punto d'azione ne risulterà ampliato. Per questa mia scelta allegherò man mano i capitoli in versione originale qui, in un link a parte, e metterò su quelle pagine il giudizio datomi dalle giudicesse.

Versione contest

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