Risposte
alle recensioni:
Alexia__18:
beh si, Bella diventerà un po’ dipendente
ma grazie a questo riuscirà a ricostruirsi una vita..spero
che anche questo
capitolo ti piaccia. Un bacio alla prossima!
ChiaraBella:
grazie tantissimo per i tuoi
complimenti, mi fa davvero piacere!baci, alla prossima^^.
Air_Chaos:
tesorinoooo ti adoro! Grazie di sopportarmi
sempre XD xD
Ringrazio
chi mi ha messo tra i seguiti e chi
tra i preferiti, ma anche a chi solo legge: GRAZIE!!
NOTE:
Alcuni
di voi si sono preoccupati del fatto che
Edward non ci sia in questa storia, vi sbagliate. Edward
sarà sempre presente,
ok è morto ma questo non vuol dire che non ci
sarà una parte anche per lui : )
Buona
lettura e mi raccomando recensite
: )
Questi personaggi non mi appartengono, ma
sono proprietà di Stephenie Meyer, questa storia
è stata scritta senza alcuno
scopo di lucro.
CAPITOLO
3
Testo
betato da Air_Chaos
<Sai,
Edward, credo di amarti.> disse Bella ad un
tratto, smettendo di scrivere.
Stavano
studiando a casa sua ormai da ore, ma il pensiero di
non riuscire più a mascherare i suoi sentimenti era
diventato fonte di
distrazione e lavorare accanto a lui non facilitava
l’impresa. Erano giorni che
pensava a come dichiararsi, non trovando mai il coraggio di esprimere i
propri
sentimenti e questo la faceva disperare profondamente. Avevano iniziato
a
frequentarsi da due mesi e la loro amicizia aumentava di giorno in
giorno,
scaturendo in lei nuovi sentimenti mai provati per un ragazzo in vita
sua. Sapeva
che non era proprio il momento giusto per dichiararsi così a
lui, forse sarebbe
stato più carino trovarsi in un ristorante, magari a lume di
candela, o
trovarsi in circostanze più consone per esprimere tutti i
sui sentimenti, ma
era diventato tremendamente difficile e il loro momentaneo
avvicinamento non la
fece ragionare lucidamente.
<Credi?!>
Edward rise, guardando il viso di Bella
diventare di mille colori.
Lei
era ignara dei sentimenti che egli celava. Edward non
aveva avuto mai il coraggio di dichiararsi a lei per paura di rovinare
l’amicizia che li univa, ma scoprire che il suo amore era
ricambiato lo fece
tremare di gioia e allo stesso tempo gli fu naturale ridere
dell’imbarazzo che
Bella aveva scatenato nel confessargli il suo amore.
<Io
non credo di essere innamorato di te.> continuò
dicendo per prenderla in giro.
Adorava
stuzzicarla, ma si rese conto che le sue parole furono
fraintese e cercò di rimediare subito al danno commesso.
<Io
sono sicuro di amarti.> affermò soddisfatto.
Erano
mesi che non vedeva l’ora di dirglielo.
Bella
si riprese dallo shock del rifiuto. Era convinta di non
essere all’altezza delle sue aspettative,
d’altronde era diventato il ragazzo
più popolare della Forks High School e le ragazze
più ambite sbavavano per
avere un suo appuntamento. Lei, invece, era una ragazza dalla bellezza
molto
comune e non avrebbe mai pensato che proprio questa sua
semplicità potesse fare
breccia nel suo cuore.
<Mi
ami?!> domandò imbarazzata.
Le
sembrò sciocco chiedere un’ulteriore conferma, ma
era rimasta
così spiazzata che stentò a crederci.
<Da
sempre.> rispose onesto alla sua ormai futura
ragazza.
Bella si
svegliò nel
suo letto da sola, ricordando come fosse stato meraviglioso il momento
della
sua dichiarazione. Era stato il giorno più bello della sua
vita, escludendo
quello del matrimonio, e i sentimenti che provò in quella
stanza furono
immaginabili. Non avrebbe mai creduto che confessare i propri
sentimenti
l’avrebbe condotta a una vita piena di momenti intensi e
bellissimi.
<Mi
manchi tanto,
Edward.> disse, prendendo il cuscino dalla parte sinistra del
letto dove suo
marito poggiava sempre la testa.
Era passato un
mese
dalla sua prima lettera e aveva fatto tutto quello che il marito gli
aveva
imposto.
La prima cosa
che
aveva fatto era l’acquisto di una lampada. Una bellissima e
costosa lampada!
Lei e Alice erano andate un giovedì mattina da
Denali&Co., un negozio poco
distante casa sua, e, dopo svariate ore, avevano optato per una lampada
di
metallo cromato color blu scuro che si intonava con i colori della
stanza da
letto.
Quella stessa
sera,
Alice la trascinò di peso a un schiuma party, dove con loro
si aggiunse anche
Rosalie. Il ballare, il bere e lo sporcarsi con l’appiccicosa
schiuma, la portò
a constatare che alla fine la serata fu un vero spasso e per la prima
volta,
dopo tanto tempo, si ritrovò a ridere come una pazza.
Il piano di
Edward
stava funzionando.
I giorni
successivi
non furono da meno. Ogni sera le sue amiche la portarono in posti
diversi e non
mancò certamente lo shopping. Alla fine del mese si
ritrovò un nuovo guardaroba
tutto da sfoggiare, molto diverso dai vestiti che era solita indossare.
I
desideri di Alice, nel vedere la propria amica in abiti sgargianti e
diversi,
erano stati esauditi.
Per Bella quel
mese
passò come una folata di vento e, per quanto il suo dolore
fosse ancora immenso,
non poté che essere orgogliosa: era riuscita ad adempiere
alla volontà di suo
marito.
Adesso,
però, si
ritrovata persa. Il mese era finito e non c’era traccia di
un'altra lettera, né
di un misero bigliettino che le indicasse come procedere per i giorni
avvenire.
Era sciocco pensare come un foglio di carta potesse aiutare a poter
andare
avanti nella vita, ma per Bella era così e il non sapere la
portava alla
distruzione.
Edward le
mancava
sempre di più e il suo “aiuto” le
serviva a vivere con serenità. La faceva
sentire ancora vicino a lui.
Questa
è la segreteria di Bella ed Edward Cullen, per
lasciare un messaggio parlare dopo il “bip”.
<Bella,
sono
Emmett. Che fine hai fatto? Chiamami appena senti il messaggio. So che
sei a
casa!>
<Bella,
sono Rosalie.
Ci stai facendo preoccupare. Ti chiamiamo da una settimana e non
rispondi,
suoniamo alla tua porta e non apri. Sappiamo che stai a casa. Non ci
fare
preoccupare, richiama!>
<Bella,
maledizione,
vuoi rispondere! Non puoi fare così. Edward non lo
vorrebbe!> la voce di
Alice.
Tanti messaggi
si
susseguirono dopo quest’ultimo e mai una volta Bella fece lo
sforzo di
rispondere alle persone che si stavano preoccupando per lei.
Era il 10
aprile,
precisamente erano passati dieci giorni dall’inizio del mese,
dieci giorni
senza aver ricevuto nessuna lettera. Bella si era chiusa nel suo guscio
chiamato “casa” e non aveva risposto ad anima viva.
Non pianse,
né rise,
era semplicemente vuota. Il suo corpo non aveva reazioni e questo la
portò a
chiudersi al mondo esterno: per lei stava crollando tutto.
Mentre si
trascinò
fino al divano, il telefono cominciò a squillare e, poco
dopo, si attivò la
segreteria.
<Bella,
sono la
mamma. Non rispondi ancora? È arrivata un’altra
lettera. Credo sia per te, c’è
scritto: “Per Monkey”. Non credo proprio che sia
per noi…>
Mentre
Renée continuò
a parlare con la segreteria, sperando che la figlia rispondesse, sul
viso di
Bella si accese un sorriso che la riportò con i pensieri al
passato…
Edward
e Bella erano andati a fare una gita insieme nei pressi
della foresta di Forks. Era una giornata soleggiata e proprio per
questo motivo
ne approfittarono per passare un pomeriggio diverso dalla solita
routine.
<Edward,
è bellissimo!> esultò estasiata Bella,
osservando i capolavori di madre natura.
Rimase
incantata tutto il tempo e dopo un lungo camminare si
ritrovarono in una piazzola, dove era situato un piccolo chiosco adatto
per uno
spuntino.
<Vado
a prendere qualcosa da mangiare, aspettami qui.>
disse Edward da bravo gentiluomo.
Lo
spiazzo era immerso nel verde e attorno erano situati
tavoli da pic-nic, per consentire ai turisti di riposarsi -o per
mangiare- dopo
una lunga camminata.
Bella
non riuscì a trattenere la sua euforia e, come una
bambina, salì su un albero per ammirare dall’alto
la foresta.
<Bella,
scendi! Ti puoi fare male.>
Edward
era ritornato dal chioschetto, non vedendo più la sua
dolce Bella si preoccupò e andò a cercarla da
ogni parte. Grazie alla risata
della sua ragazza, la trovò seduta sul ramo di un albero,
intenta a fare
amicizia con un piccolo scoiattolo e, preoccupato che Bella si potesse
far male
cadendo, la sgridò.
<Edward,
guarda che carino!> disse Bella rivolgendosi
allo scoiattolo che cercò di scappare.
<Perché
non sali anche tu? È così bello vedere il
panorama
dall’alto.> continuò felice.
Edward
scosse la testa: l’altezza gli faceva tremendamente
paura.
Con
prudenza, Bella scese dall’albero e raggiunse il suo
ragazzo.
<Non
sapevo che fossi brava ad arrampicarti sugli alberi.>
la prese in giro Edward.
Per
lui era una vera scoperta, dato che l’equilibrio della
ragazza non era mai stato stabile.
<Lo
facevo sempre, quando ero piccola.> rispose offesa,
facendo la linguaccia.
<Allora
da oggi sarai la mia piccola monkey.> disse
ridendo.
<Ma
io non sono una scimmietta!>
<Sì,
sì… Monkey.> replicò Edward
divertito.
<Allora
tu da oggi sarai soprannominato “il caga sotto”.
Il mio caga sotto.> disse Bella, notando come prima aveva
reagito alla sua
proposta di salire sull’albero.
Dopo
il piccolo battibecco, si rincorsero come bambini di due
anni; alla fine della corsa il vincitore fu Edward, che la
buttò sull’erba
fresca e la baciò con dolcezza.
<La
gioventù d’oggi.> disse una signora anziana
vedendo
il loro strano comportamento.
A
quella frase scoppiarono in una fragorosa risata.
“L’amore
ti fa rinascere” pensò Bella, guardando Edward:
quella giornata l’avrebbe
portata sempre nel cuore.
Bella
ritornò alla
realtà e, notando che la madre continuava a blaterare al
telefono, prese al
volo l’opportunità e andò a risponderle.
<Mamma,
sto venendo
a Forks.> annunciò raggiante.
<Va bene,
Bella.
Stai attenta.> rispose Renée sbigottita, ma al tempo
stesso contenta. Era da
tanto che non vedeva sua figlia.
Senza perdere
altro
tempo Bella chiuse la comunicazione e andò a prepararsi. Il
messaggio di Edward
la stava spettando…
In
questo capitolo abbiamo visto il passato dei due piccioncini e ce ne
saranno
ancora tanti!
Un
po’ all’antica la vecchietta eh?
Chissà
la mia mente malata cosa escogiterà per il prossimo
capitolo… sarà una sorpresa
anche per me xD
Spero
che sia stato di vostro gradimento questo capitolo (che parolona che ho
usato
ihihih!)
Ok,
l’ora tarda non giova alla mia salute xD
Fatemi
sapere cosa ne pensate! Un bacio, alla prossima^^.