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Autore: Lussissa    21/02/2010    17 recensioni
-James?- Lui alzò lo sguardo su di lei, cercando di non pensare a quanto stesse male, in quel momento. -Mi baci?- James la guardò, sentendo la rabbia che piano piano gli saliva al petto. Ripensò a tutte le volte che aveva sperato di sentire quelle parole uscire da quelle labbra.[...] E lei era lì, calda, invitante, con le labbra che tremavano leggermente, gli occhi verdi velati da un sottile strato di lacrime, i capelli rossi scarmigliati, che dava voce ai suoi desideri più profondi con una semplicità disarmante.[...]Ma non poteva, maledizione. Non adesso, dopo tutto quello che era successo.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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cap 28 Marlene stiracchiò una gamba, non volendo aprire gli occhi, nonostante la breve luce che filtrava dalla finestra le stesse ferendo gli occhi già da un po'.
Non si ricordava che il letto del suo dormitorio fosse così caldo.
Cullata dal trepore del sonno, si mosse un altro po', mettendosi più comoda sotto le coperte.
Fece una lieve smorfia, sentendosi improvvisamente tutta indolenzita.
Confusa, si spostò un altro po', cercando di ricordare perchè avesse tutto il corpo dolorante.
Dopo aver chiuso la porta, Sirius non aveva aspettato nemmeno un istante.
Senza più preoccuparsi di un rifiuto, si era avventato sulla sua bocca, voglioso di assaporare quella pelle biscottata e calda.
Finalmente le sfilò totalmente la camicietta, quasi strappandogliela di dosso, stanco di quell'ostacolo bianco che gli ostruiva la vista e il tatto.
Per un attimo i loro sguardi si incontrarono, e lui sorrise, vedendola rabbrividire sotto il suo sguardo blu notte.
Marlene si sentì avvampare. Aveva paura di aprire gli occhi e scoprire che quelle immagini che le passavano in testa corrispondevano alla realtà.
L'aveva fatta indietreggiare, senza mai smettere di baciarla, mentre con le mani le percorreva la spina dorsale, passando sulle vertebre con dita agili, facendola sospirare poi quando arrivò al gancetto che chiudeva quel semplice tessuto colorato che ancora lo divideva da quelle curve piene e sensuali.
Lene si morse il labbro, chiedendosi se fosse davvero andata a letto con Sirius Black, o quello fosse tutto un sogno dovuto alla sua fervida immaginazione. Si era davvero lasciata così tanto andare, a tal punto da comportarsi come una delle tante?Si era davvero innamorata così tanto di Sirius?
Sentiva di essere sprofondata in una dimensione che non era più quella dove era vissuta fino a quel momento. Tutto quello in cui credeva, tutto quello che era, si stava sgretolando sotto il tocco di quelle mani che la esploravano, curiose di scoprire quel nuovo mondo sconosciuto.
Quante altri corpi avevano accarezzato, quelle mani?
Non dovresti farlo, Lene.
Quella era la vocina di Lily, che le parlava. La vocina di Lily, di Emmeline, di Mary, di Alice, di se stessa, persino.
Quelle vocine sapevano cos'era buono e cos'era cattivo per lei, cos'era giusto e cos'era sbagliato.
Ma in quello spazio inesistente tra i loro due corpi sempre più scoperti, non c'era posto per una qualsiasi delle sue amiche, o per la sua vocina interna.
Il reggiseno viola cadde a terra senza alcun suono percepibile. Ma probabilmente, anche se quella caduta avesse prodotto un'esplosione, non se ne sarebbero accorti.
La stese sul letto, sovrastandola con il suo corpo marmoreo, desideroso di avere di più, famelico come un predatore a cui è stata offerta su un piatto d'argento la sua preda preferita.
Solo allora lei parve accorgersi che lui era a petto nudo. Chissà quando si era tolto la camicia. Forse non era così importante.
Forse stava sbagliando tutto.
Lo attirò a se, baciandolo con irruenza.
Stava di nuovo iniziando a pensare troppo.
Affondò le mani nella sua schiena, sentendo tutti i suoi muscoli tesi sotto le sue dita sottili.
Le si mozzò il respiro in gola, quando lui iniziò a spostare le labbra dalla sua bocca al suo collo, per poi seguire la linea della gola e approdare con bramosia sul suo petto, ancora totalmente inviolato.
Marlene sussultò, appena. Non voleva aprire gli occhi e scontrarsi con la vista del suo corpo nudo disteso accanto a quello di Sirius, senza che tra i due ci fosse il minimo contatto, totalmente in contrasto con le immagini della notte precedente, ancora vivide dentro di lei, a tal punto che pensarci le faceva ancora sentire il calore di lui su di lei, i baci roventi sui suoi seni scoperti, il suo fiato caldo che le accarezzava la pelle, incendiandole ogni suo più piccolo poro, fino all'anima.
Si era pentita?Non lo sapeva. Poteva davvero pentirsi di quella piccola bolla che si erano creati?Quel che era successo era successo, lo sapeva. Sapeva quali erano le conseguenze dell'andare a letto con Sirius. Non si sarebbe aspettata un'accoglienza delle più felici, non poteva aspettarsela, non da lui.
Non da quando era entrata a far parte di una delle tante.
Ma non voleva aprire gli occhi, non ancora.
Voleva ancora lasciarsi cullare da quella bolla ovattata per un po', prima di dover affrontare le conseguenze.
-Marlene.- il suo nome sulle sue labbra aveva il dolce sapore di un'albicocca matura, succoso e dolce come solo un frutto maturato sotto il sole estivo può essere.  L'aveva sussurrato la prima volta mentre lei, con mani tremanti e inesperte, tentava di sfilargli i pantaloni, audace come non lo era mai stata, mentre lui ancora si dedicava a conoscere ogni più nascosta avvallatura o solco del suo corpo, riempiendola di baci ricchi di promesse che non sarebbero mai state dette ad alta voce.
Iniziò a strusciarsi contro di lei, mentre con le labbra infiammate ancora le torturava la pelle, con passione e desiderio,  facendola gemere e sospirare.
Senzazioni simili non le aveva mai provate.
Sentì una nuova emozione inibirle i sensi, stordendola per brevi secondi.
Un calore che questa volta non proveniva da lui, ma direttamente da lei, dal suo corpo.
Inarcò il bacino, volendo sentire ancora più vicino a se quel corpo che aveva fatto tremare tante altre ragazze prima di lei.
Nascose la testa sotto le coperte, vergognandosi.
Da quando era così poco pudica?Così poco timida?Non sapeva se le piaceva, quella nuova Marlene. Era una Marlene che lei stessa non conosceva, non aveva mai visto, non sapeva come gestire.
Era una Marlene che andava a letto con Sirius Black.
Per poco non sobbalzò.
Un po' tardi per farsi scrupoli, non credi, Marlene? Eccola, la vocina della sua coscienza, più acida di un limone per essere stata messa in stand by per tutta quella notte così diversa dal solito.
Grunì, per tutta risposta.
Si, era tardi per farsi scrupoli.
Non riusciva più a distinguere quale fosse il suo respiro e quello di Sirius. Caldo, attorno a lei c'era solo caldo.
E il corpo quasi nudo di lui sopra di lei, che metteva in bella mostra i pettorali scolpiti e tonici, belli che sembrava che Michelangelo, per scolpire il suo David, avesse preso a modello Sirius.
Lene ormai era più che sicura di aver perso qualsiasi sensibilità per il mondo esterno. Esistevano solo le sue mani che l'accarezzavano, viaggiando sempre più a sud, privandola di ogni respiro.
Le aveva tolto la sua ultima protezione più intima, stanco dei giochi. Ora si iniziava a fare sul serio.
E lei, completamente svestita sotto di lui,  per un attimo aveva di nuovo sentito tutto l'imbarazzo di trovarsi lì, con le mani affondate tra le sue spalle larghe e forti, il suo sguardo blu, reso scuro dal desiderio, che la mangiava con gli occhi.
Chiuse le palpebre, nascondendo l'iride argentata a quello sguardo famelico.
-Marlene.- di nuovo il suo nome, arrocchito dalla voce bassa di Sirius, suonò alle sue orecchie come un nome splendido, che le ricordava la sua terra d'origine, la sua prima e vera casa.
Lo sentiva muoversi con velocità crescente sopra di lei. Sapeva che non sarebbe passato molto tempo, prima che arrivasse il dolore vero e proprio.
Le uscì dalle labbra un sottile rantolo. Lo voleva, con tutta se stessa.
Nonostante il dolore, nonostante avrebbe sofferto, nonostante tutto. Lo voleva. Voleva essere sua e che lui fosse suo, anche solo per una notte, una notte andava bene, se la sarebbe fatta bastare.
Chissà se lui aveva capito che una cosa simile, per lei era totalmente nuova.
-Marlene.- ripetè lui, il fiato corto per lo sforzo. -Apri gli occhi, Lene. Guardami.-
Non poteva resistergli.
Aprì gli occhi, cercando di sostenere quello sguardo che le ricordava tanto il mare.
Aveva paura.
-Fai piano.- mormorò, quasi come una supplica che Sirius udì appena.
Non aveva fatto particolarmente piano. O, anche se l'intenzione fosse stata quella di cercare di non farle male, Lene non se ne era accorta minimamente.
Marlene trattenne il respiro, travolta dai ricordi di poche ore prima.
Non si voleva ricordare del dolore.
Sospirò, decidendo finalmente che era ora di aprire gli occhi e scontrarsi con la realtà.
Sgusciò da sotto le coperte, ringraziando il fatto che Sirius non si fosse ancora svegliato. Quando dormiva, assumeva una posizione piuttosto buffa, non ci teneva affatto che lui la vedesse in quel modo.
Le sue amiche la prendevano sempre in giro perchè sembrava che scomparisse completamente, si tirava su le coperte fino a coprire totalmente la testa riccia, quasi a crearsi una protezione contro il mondo esterno.
Facendo vagare lo sguardo per la stanza, si accorse che a Sirius non era rimasta nemmeno una coperta a coprirgli il corpo tutto nudo. Il Malandrino stava disteso a pancia in giù, con le braccia e gambe aperte, come se niente avesse potuto disturbarlo.
Lene si sentì arrossire.
Era davvero successo tutto quello?
Troppo tardi per farsi scrupoli!
Fece una smorfia, sentendo di nuovo la vocina della sua coscienza farsi sin troppo viva. Quella mattina aveva deciso di tormentarla.
In realtà poi non si sentiva così tanto di farsi scrupoli. Non poteva dire che si era pentita, no. Quella notte le era piaciuta, sin troppo.
Le piaceva l'idea che le sue mani fossero arrivate dove nessun'altro era arrivato, le piaceva l'idea di appartenergli, completamente.
Perchè, per quanto per lui non fosse lo stesso, lei si era completamente donata a lui, e per quanto lui fosse sbagliato per lei, era il ragazzo che amava, puttaniere o no. Non avrebbe voluto la sua prima volta con nessun altro.
Certo, sarebbe stato più perfetto se lui avesse ricambiato i suoi sentimenti.
Però, tant'è, che quel che è fatto è fatto, inutile rimuginarci su.
Con un vago senso di colpa, si ricordò che la sera prima sarebbe dovuta andare a trovare Lily con le sue amiche.
Improvvisamente le salì la preoccupazione. Che diamine le era saltato in testa?Una delle sue migliori amiche era addormentata senza che nessuno sapesse perchè, e lei cosa faceva?Stava lì a trastullarsi con Sirius Black!
Doveva essere totalmente impazzita. Quel ragazzo la mandava talmente fuori di testa che si dimenticava persino delle sue amiche.
Che razza di amica orribile era?
Cercando di fare il meno casino possibile, afferrò il lenzuolo e lo tirò con se, cercando di raggiungere il pavimento e contemporaneamente coprirsi al meglio che poteva.
Ora che era mattina, e che aveva una visuale molto più chiara dei loro vestiti totalmente abbandonati sul terreno, si sentiva molto più in imbarazzo rispetto alla sera prima, dove la luce soffusa le rendeva tutto molto meno reale.
Mentre i suoi piedi toccavano la pietra gelida del terreno, sentì Sirius mugugnare qualcosa.
Non voleva che si svegliasse quando ancora non era vestita.
Le sembrò un pensiero stupido, eppure, con la luce del mattino, si sentiva molto più vulnerabile.
-Marlene?-
Troppo tardi. Il Malandrino aveva aperto gli occhi, ancora assonnato, e le guardava la schiena nuda, con aria confusa.
Lei sospirò.
Con lentezza, stringendosi il lenzuolo al petto, si voltò verso du lui, non sapendo esattamente cosa aspettarsi.
Si sentì arrossire sotto il suo sguardo blu, tornato del blu naturale, senza essere intorbidito dal desiderio.
Dannazione. Aveva fatto l'amore con lui, eppure non poteva impedirsi di sentirsi in imbarazzo. Perchè diamine non era un po' più coraggiosa e fiera, come Lily?
O un po' meno pudica, come Emmeline.
D'un tratto si sentì completamente inadeguata.
-Marlene?- ripetè Sirius, questa volta più sveglio. -Cosa ci fai, qui?-
Fu come se qualcuno le avesse tirato uno schiaffo in faccia.
Cosa in effetti ci faceva, lei, lì?
Troppo tardi per farsi scrupoli, Marlene.
Avrebbe dovuto rispondergli, si.
Magari con una battuta acida. O con qualunque cosa che le togliesse quel dannato senso di inadeguatezza dal cuore.
Un'altra vocina della sua coscienza, più simile a quella di Lily, le diede dell'idiota. Davvero voleva dargliela vinta così, comportandosi come una qualunque ragazzetta che si faceva scopare da Sirius Black?
Improvvisamente provò pena per tutte quelle poverette che erano andate a letto con lui.
Forse non erano solo puttanelle, forse erano solo ragazze che credevano ancora alla favola del principe azzurro che si scopre improvvisamente innamorato di loro.
Forse speravano di dargli quel qualcosa in più che gli avrebbe fatto scegliere tra una di loro.
E lei aveva sognato come loro. Era stata stupida come loro. Si era fidata, e basta.
Era troppo tardi per farsi scrupoli.
Forse però non era tardi per distinguersi dalla massa.
Non se ne sarebbe andata con la coda tra le gambe, sconfitta e umiliata, no.
-Non lo so. Forse me lo dovresti dire tu cosa ci faccio qui, Sirius. Non sono io che ti sono saltata addosso in mezzo a un corridoio deserto.-
Si sentì svuotata. Come se avesse corso per decine di metri alla velocità della luce. Il cuore le batteva forte in mezzo al petto. La timida Marlene forse poteva imparare qualcosa da quella nuova Marlene che era andata a letto con Sirius Black.
Lo vide spalancare gli occhi. Il moro parve ricordarsi qualcosa, all'improvviso, perchè il volto gli si adombrò.
Lo vide stringere i pugni.
-Non sono affari tuoi.- ringhiò, freddo.
Un altro schiaffo, ecco che effetto ebbero quelle parole.
In effetti, non poteva aspettarsi di meglio. Lo sapeva che non poteva.
Si aspettava davvero qualcosa di più rispetto alla freddezza?
Doveva essere coraggiosa, non lasciarsi vincere dalla timidezza. La nuova Marlene non doveva essere timida, la nuova Marlene era forte. Non credeva più nelle favole, aveva smesso di crederci in quel momento, la nuova Marlene.
Doveva andarsene.
-Giusto.- si alzò in piedi, senza mollare la presa dal lenzuolo bianco. -Allora me ne vado. Chiamami, quando penserai che siano affari miei.-
Per un attimo ebbe l'impressione di essere stata troppo dura.
La sera prima lui sembrava davvero sconvolto. Forse stava ancora male, forse davvero non erano affari suoi. Forse tutto quello di cui aveva bisogno era una distrazione, e piuttosto che andasse con qualcun'altra, era meglio che fosse saltato addosso a lei.
Fece per dirgli qualcosa, quando Sirius la precedette.
-Va bene, fai quello che vuoi, basta che mi lasci dormire.-
Subito dopo aver pronunciato quelle parole, se ne pentì.
La vide sobbalzare, ferita. Le guancie le si tinsero di un adorabile porpora.
Cazzo. Marlene non era come le altre, cazzo. Lei era sua amica. Perchè le aveva fatto questo?Perchè le stava facendo questo?
Si sentiva così da schifo.
Perchè aveva portato lei a letto, e non qualcun'altra?
Con qualcun'altra si sarebbe sentito in diritto di trattarla male senza farlo sentire una merda.
In quel momento aveva la necessità di trattare male qualcuno, qualcuno qualsiasi. Come se il fatto che James sarebbe morto gli avesse dato il diritto di rendere infelici tutti coloro che gli stavano attorno.
Lei aveva il diritto di sapere perchè l'aveva sbattuta al muro e l'aveva baciata.
Ne aveva tutto il diritto.
Il problema era che non lo sapeva nemmeno lui, il perchè di quel gesto.
Certo, in quel momento aveva bisogno di sfogarsi, di dimenticare tutto.
Ma c'era stato qualcos'altro, e non capiva che cosa.
Qualcosa che lo spaventava, lo rendeva vulnerabile, più nudo di fronte a lei che di fronte a qualsiasi altra.
E lui odiava sentirsi vulnerabile.
Lei spostò lo sguardo.
Senza più dire una parola, sentendo chiaramente che la mano che teneva il lenzuolo aveva iniziato a tremare, si avviò verso il cumulo di vestiti gettato a terra, decisa a vestirsi e andarsene.
Si chinò verso i vestiti, frugando in cerca dei suoi.
Gli occhi grigi le bruciavano, ma non avrebbe pianto.
Se l'era cercata, giusto?
Era lei che era voluta venire in quella dannata stanza, lei che gli aveva detto di si, lei che aveva deciso di dargli se stessa senza rimpianti.
L'umiliazione faceva parte del prezzo?
Essere trattata come una puttanella qualsiasi, quello, faceva parte del prezzo.
Solo in quel momento si accorgeva di quanto avesse creduto nell'illusione in cui tutte, prima o poi, cascavano. Si era illusa di essere diversa, che per lei lui sarebbe cambiato, che dopo quella notte qualcosa potesse davvero cambiare. Davvero aveva sperato che lui le dicesse di rimanere. Si era crogiolata in un sogno, e ora ne pagava le conseguenze.
Stupida Marlene, stupida. Era troppo tardi per farsi scrupoli, ed era anche tardi per distinguersi dalla massa.
Stupida Marlene, ecco cosa ci guadagni, a credere nelle favole.
Sia la vecchia, sia la nuova Marlene erano ammutolite, annientate da quelle parole.
Altro che schiaffo, quella era stata una vera e propria pugnalata.
Sentendosi tremare dentro, tirò fuori dalla matassa confusa le sue mutandine.
Non doveva piangere. Sapeva quel che sarebbe successo, doveva solo riuscire a stare calma. Uscita da lì, si sarebbe fatta prendere dallo sconforto, ma lì, no.
Se c'era una cosa che aveva imparato dall'essere amica di Lily Evans, era che l'orgoglio andava difeso, fino alla fine.
Sapeva che lui la stava osservando.
Ancora accucciata a terra e dandogli le spalle, cercò di infilarsi l'indumento tenendo contemporaneamente il lenzuolo bianco stretto a se, come un'ancora di salvezza che la teneva appesa a un filo che se si fosse spezzato, l'avrebbe condannata.
-Non credi di stare facendo tanta fatica per nulla, con quel lenzuolo?- la voce di Sirius le arrivò alle orecchie, facendole digrignare i denti. Sapeva che lui stava ghignando. -In fondo, non c'è nulla che non abbia visto.-
Per Marlene fu troppo.
Si sentì fremere di rabbia.
E di nuovo si sentì battagliera, sentì la fierezza di Godric Grifondoro entrare in lei con prepotenza. Chi era lui per trattarla così?
Per umiliarla?
Chi si credeva di essere?
Lui poteva averle privato la dignità come donna, ma la dignità come persona no, quello mai.
Lasciò che il lenzuolo bianco le scivolasse ai piedi, e poi si voltò, senza coprirsi.
Con sguardo fiero, senza più alcun timore, ora sapeva le parole giuste da usare.
Perchè non ci stava, ad essere umiliata.
Andava bene essere innamorati, ma questo non voleva di certo dire farsi mettere i piedi in testa.
Lasciò che lui la guardasse, con occhi stupiti, che lasciasse scivolare lo sguardo sulle sue dolci curve tonde.
Non distolse mai lo sguardo.
Non arrossì nemmeno. In quel momento non se lo sarebbe mai perdonato.
-Eccoti accontentato. Sei soddisfatto di quello che hai ottenuto, Black?-
Lui per poco non sobbalzò. Quel cognome era stato detto con tanto disprezzo che nemmeno lui, parlando della famiglia Black in generale, ci aveva mai messo così tanto disgusto.
Quel cognome, pronunciato da quelle lebbra, ebbe il potere di farlo sentire uno schifo. Il peggiore e il più infimo degli esseri.
Lei non lo aveva mai chiamato per cognome.
Nemmeno la prima volta che si erano parlati.
Cosa aveva fatto?
La guardò. Improvvisamente, gli sembrò che lei fosse bellissima.
Lo sguardo argentato era fiero e duro, e come il mercurio, sembrava essere altrettanto velenoso.
Le spalle nude erano dritte, e mostravano senza imbarazzo i due seni non eccessivamente abbondanti, ma nemmeno piccoli. I fianchi erano larghi, le gambe non troppo lunghe.
Non era perfetta, Marlene, non come tante altre che erano state a letto con lui.
Ma era perfetta per lui.
No, non era soddisfatto, avrebbe voluto risponderle. Non era soddisfatto, e si sentiva male, perchè in quel momento sentiva che l'unica cosa che aveva voglia di fare era prenderla e baciarla di nuovo, sentirla di nuovo sussurrare il suo nome come aveva fatto quella notte, mentre lui entrava in lei, mentre le accarezzava le coscie, mentre la baciava.
E si sentiva male, perchè lei stava soffrendo a causa sua, e tutto quello che lui riusciva a pensare era che avrebbe voluto ancora averla tra le braccia.
Non perchè aveva voglia di fare sesso e basta, con qualcuno a caso, no.
Perchè aveva voglia di fare sesso con lei.
Era perfetta per lui, che l'aveva appena fatto sentire come l'ultimo delle merde, chiamandolo per quel cognome che aveva rinnegato con sdegno.
-Non sono un Black.- riuscì a mormorare, come risposta ad un insulto che non era stato pronunciato ad alta voce, cercando di non perdere il controllo, di nuovo. Sentiva chiaramente di volerla.
La vide sorridere.
Non aveva nulla del sorriso bellissimo di Marlene. Quel sorriso che le scopriva tutti i denti bianchissimi, che le incurvava gli angoli della bocca in maniera deliziosa.
Era un sorriso maligno e cattivo, niente più che una linea retta disegnata su quel viso dai lineamenti altrimenti dolci.
-No, certo che no.- sorrise di nuovo, Marlene. Se lui voleva fare lo stronzo, lei non sarebbe stata da meno. -Credo che tu sia molto peggio di loro, Black.-
Lui spalancò gli occhi, colpito come da un fulmine, ma lei non gli diede il tempo di replicare, incrociando le braccia sul seno.
-Loro almeno fanno sapere al mondo di essere dei perfetti Purosangue, e come tali si comportano. Tu invece ti professi tanto diverso, ma guardati: usi le persone esattamente come loro, credi di poter avere tutto e tutti a tuo piacimento, credi che il mondo giri attorno a te. Sei spaventato dalle relazioni serie, solo perchè hai una fottuta paura di non essere all'altezza!Sei patetico, Black, davvero.-
Prese un grande respiro. Ecco, le si stava incrinando la voce. Maledizione.
-L'unica grande differenza fra te e i tuoi parenti, forse, è che tu sei riuscito ad andare a letto con una piccola e schifosa Mezzosangue, ecco tutto.-
Lui si alzò, di scatto. Questo non glielo permetteva. Non poteva insultarlo così!
-Marlene..- gli era uscito un tono basso, furioso. Stava giocando col fuoco.
Lei indietreggiò, raccogliendo i vestiti per terra. Sentiva di stare per piangere.
-Non ti avvicinare.- disse. Non credeva di essersi mai rivestita così velocemente. Certo, la camicietta era tutta scombinata, la gonna tutta spiegazzata, e si era infilata le scarpe senza nemmeno provare a infilarsi le calze. Ma non le importava, voleva solo andarsene. -Non voglio rivederti mai più, Sirius Black.- raccolse la cravatta da terra, senza metterla al collo. Eccoli, sentiva gli occhi gonfi di lacrime. Non doveva dargli la soddisfazione, dannazione. Ma non era abbastanza forte, non era mai riuscita a trattenere troppo a lungo le sue emozioni, Marlene. -Un errore posso anche perdonarmelo, due, no.-
Detto questo si voltò.
In un attimo era sparita dietro alla porta, lasciandolo lì, incredulo.
Il profumo di lei che ancora aleggiava nella stanza.
Ebbe l'impulso di correrle dietro. Per un folle attimo, pensò di correrle dietro, completamente svestito, per dirle che non si doveva azzardare a parlargli così, come se fosse un Black davvero. Voleva afferrarla per una manica come aveva fatto la sera precedente, e urlarle addosso che voleva baciarla, maledizione.
Sapeva di aver esagerato.
Faceva lo stronzo per arginare il marciume che aveva dentro. Faceva lo stronzo perchè voleva che lei lo considerasse uno stronzo.
Lui non meritava l'amore di nessuno.
Perchè James sarebbe morto, e lui sarebbe rimasto in vita. E quello non poteva accettarlo. Non voleva essere più fortunato di lui, voleva fare di tutto per sentirsi feccia.
Perchè sentendosi feccia si sarebbe sentito meno ingiusto nei confronti di suo fratello.
Perchè se suo fratello fosse morto, lui non avrebbe potuto mai sentirsi felice, non avrebbe mai nemmeno voluto, sentirsi felice o amato o qualsiasi altra cosa che Marlene avrebbe potuto dargli.
Doveva pagare, per essere rimasto in vita.
Sentiva chiaramente la voce di James nella sua testa che gli dava del coglione.
Stava rovinando una delle cose più belle che potesse avere, l'amicizia incondizionata di quella ragazza che si pungeva un dito solo per fare vedere a uno stupido Purosangue quanto il suo sangue fosse uguale al suo.
Lui non la meritava.
Lui non metritava nessuno.
Eppure la voleva, voleva ancora averla sotto di se.
Perchè?
Cos'aveva quella notte di sesso in più delle altre?
Marlene, quella notte aveva Marlene.
Ma era solo sesso.
D'un tratto spostò lo sguardo sul materasso del letto.
Fu solo in quel momento che notò qualcosa che prima non aveva minimamente notato.
Un errore posso anche farlo, ma due, no.
Una macchia rossa, tendente al marroncino, campeggiava sulla superficie altrimenti immacolata, sporcaldola, facendolo sentire, finalmente, come aveva tentato di sentirsi.
Uno schifo.
Improvvisamente, divenne fondamentale ricordarsi se avesse fatto piano o meno. Quella supplica che lei gli aveva fatto prima che lui la facesse completamente sua, assumeva un nuovo significato.
Lei era vergine.
E si era data a lui, incondizionatamente. Si era affidata a lui, non gli aveva detto nulla, si era semplicemente fidata. Ora nella sua testa rivedeva tutti quei gesti, quei sospiri, quei gemiti, e li vedeva da un'altra prospettiva.
Perchè?Perchè non gliel'aveva detto?Perchè gli aveva permesso di farlo?
Doveva fermarlo.
Marlene, la dolce Marlene, l'aveva lasciato fare, lasciandosi condurre in quel gioco di seduzione.
E lui, cosa le aveva dato, per la sua prima volta, a parte trattarla come una delle tante?
Ma lei poteva dirglielo, dannazione!
Era un coglione.
Ci sei riuscito, Black. Sei riuscito a perdere una delle poche cose belle che avevi.

-Harry?Cosa ci fai, qui?-
Harry non parve aver sentito la domanda. Continuò a guardarla, per quelli che parevano minuti interminabili.
Poi si mosse. Lily notò che gli tremavano le mani, leggermente.
-Mamma.- disse, la voce ridotta a un sussurro emozionato. -Non credevo ti avrei mai rivisto.-
Lily sentì il cuore stringersi nel petto. Improvvisamente non le interessava più sapere dove fosse. Lì c'era suo figlio.
-Oh, Harry.- gli afferrò le mani, sentendosi il cuore pieno di tenerezza. -Non sai quanto mi dispiace. Non avrei mai voluto salutarti così, Harry, io...-
-No invece. Eravate sconvolti, era chiaro che...non avrei dovuto dirvi nulla. Ora papà mi odia..-
-No, Harry!- Lily gli strinse ancora di più le mani, cercando di trasmettergli tutto quello che avrebbe voluto dirgli in quel contatto. -Harry, non pensarlo nemmeno. James non potrebbe mai odiarti, devi credermi.- si sentiva un groppo in gola. -Devi credermi.- ripetè, sentendosi quasi gli occhi lucidi.
Erano bastati pochi istanti per farle ricordare tutto, e ora sentiva davvero quel ragazzo come suo. Sangue del suo sangue, frutto del suo amore di mamma. Sentiva di volergli un bene immenso, anche se aveva solo da poco 17 anni, anche se era presto per potere sentire l'istinto materno, ma quel ragazzo era davvero suo figlio. Si chiese davvero come avesse fatto a non capirlo subito, a non accettarlo da subito come figlio suo e di James.
Come aveva fatto a non riconoscerlo immediatamente?Suo figlio non poteva che essere lui.
Il moro sorrise, amaramente.
-Non avrebbe tutti i torti. Sono il responsabile della tua e della sua morte.-
-Gli unici responsabili della nostra morte sono Voldemort e Peter Minus, Harry.- Lily aveva assunto un cipiglio severo.
Aveva ancora sentimenti contrastanti, dentro di se, riguardo a tutta la faccenda.
Davvero uno dei migliori amici di James l'aveva tradito in maniera così subdola?Trovava impossibile che una qualsiasi persona potesse tradire James.
Era sempre stato buono con i suoi amici. James era una persona che tutti avrebbero voluto, come amico. Sapeva che Sirius e Remus ringraziavano ogni giorno Merlino per avergli dato James a sostenerli. Allora perchè Peter l'aveva tradito?
-Lo so.- Harry sospirò, chiudendo gli occhi. Poi li riaprì, specchiandosi nei suoi occhi gemelli. -è solo che avrei voluto dirvi tante cose. Spiegarvi...-
Lily lo interruppe.
-Non ce n'è bisogno, Harry, davvero. Non hai nulla da spiegare, o da colpevolizzarti.-
Era vero. Non voleva che Harry si colpevolizzasse per una cosa simile.
-Vorrei solamente un'occasione per parlare con lui.- fece una smorfia. -Non voglio che sia arrabbiato.-
-James non è arrabbiato con te, Harry. Solo...- roteò gli occhi. -Lui ha questa mania di voler sempre proteggere tutti.-
Il moro sorrise. Questa volta un bel sorriso, che partiva da un orecchio all'altro.
-Probabilmente al suo posto avrei fatto anch'io quello che ha fatto.-
Lily sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Allora è intrinseca nel DNA dei Potter,  la mania di credersi degli eroi solitari e tragici d'altri tempi.- borbottò. Ce l'aveva ancora con James per averle nascosto tutto.
Lei non avrebbe voluto stare a guardare mentre lui soffriva tanto, come invece era stata costretta a fare.
Harry sghignazzò.
-Può darsi.-
-Per favore, fai le condoglianze a Ginny da parte mia, se sei davvero così tanto simile a James...-
Lui le lasciò una mano, per passarsela tra i capelli, con finta aria di superiorità.
-Peccato che tutti amino i Potter..-
Lei lo fissò, incredula.
-Merlino, hai preso pure l'egocentrismo dei Potter?Tu non puoi essere mio figlio, no no, non esiste.-
Risero entrambi.
-Sono contento che tu sia qui.- mormorò il moro. -Vorrei...vorrei che anche papà fosse qui. Vorrei finire la partita a Quidditch, vorrei...vorrei aver fatto tante cose con lui, con voi, sempre. Vorrei che mi aveste cresciuto, vorrei sapere tutto di voi, avervi accanto a me.. Invece...- Adesso aveva quasi gli occhi lucidi.
-No, Harry.- Lily gli afferrò nuovamente le mani, sentendosi stringere il petto. non gli piaceva vederlo così giù. Suo figlio non poteva essere triste, per nessuna ragione al mondo. piuttosto si sarebbe fatta amputare una gamba. -Ti prego, non dire così. Troveremo una soluzione. Ci possono essere tanti modi. Non sceglieremo Peter come custode segreto, ci nasconderemo...ci deve essere un modo, ora che sappiamo, sarà tutto più semplice..-
Si bloccò, vedendo che stava scuotendo la testa.
-Harry?- mormorò, con voce spezzata, timorosa.
-Lily.- Harry prese fiato. -Hai dato un'occhiata, qui attorno?-
La rossina aggrottò la fronte, stupita dalla domanda. Si guardò in giro, più attenta di prima. Notò in quel momento che il bimbo, prima seduto per terra, ora gattonava sotto il tavolo, giocando con delle figure inesistenti. Solo in quel momento si accorse che quello era un Harry in miniatuta.
Si ripose la domanda che si era fatta prima. Che razza di posto era mai quello?Dov'erano?
In quel momento si accorse che quella era, si, la Sala Comune, ma aveva un che di strano. Non vi erano  le due scale a chiocciola che avrebbero dovuto portare rispettivamente ai dormitori maschili e femminili. In compenso, vi era un'unica, lunga scala di pietra che si innalzava fino a un piano superiore dal quale Lily poteva chiaramente vedere una serie che sembrava infinita di porte, tutte massiccie e simili a quella che aveva aperto lei per venire lì.
-Dove siamo?- domandò, in un sussurro.
-Non lo so con precisione. Credo sia una sorta di terza dimensione. o forse è il tuo subconscio, o il mio, chi lo sa. Ecco...dopo che...ve ne siete andati, io mi sono ritrovato qui. Ad aspettare, credo.-
La rossa sgranò gli occhi, incredula. Suo figlio era imprigionato là dentro da quando se ne erano andati?
-Che cosa?Aspettare cosa?Perchè...?-
-Ad aspettare una scelta vostra, credo.- fece silenzio per un secondo, mentre Lily continuava a guardarlo, sbalordita. -Il punto è- prese un grande respiro. -Che raccontandovi tutto, ho compromesso tutto il futuro. Ora nulla potrebbe essere come prima. Tutto dipende dalla vostra scelta. Capisci?Potrebbero esserci decine di migliaia di scelte che potreste fare, che cambierebbero il futuro, completamente.- indicò le porte, sopra di loro. -Potreste scegliere di non scegliere Peter come custode segreto. Potreste scegliere di lasciarvi e di non vedervi mai più. James potrebbe sposarsi con un'altra, e a quel punto io non nascerei proprio. Tu, potresti scegliere di sposarti con un altro. Potreste decidere di farmi addottare da una famiglia Babbana per nascondermi. Potreste pensare di sposarvi, si, ma non avere figli. Potreste decidere di scappare dalla guerra e rifugiarci tutti in America. Potreste decidere di uccidere la Cooman prima che dica la profezia, o di fermare Piton prima che la riferisca a Voldemort. Un sacco di cose, che potrebbero cambiare la mia vita, radicalmente, e con lei anche tutto il futuro che conosco.  Quando voi sceglierete, una di quelle porte si aprirà, facendomi riniziare tutto d'accapo, in un'altra vita, forse, oppure potrebbe semplicemente riportarmi nel mio presente.-
Sorrise.
-Avevano ragione tutti i maghi che mi hanno detto di non giocare con il tempo. Dicendovi tutto, credo di aver fatto un macello. Esiste una sola linea temporale, e quella va rispettata.-
Lily lo guardò.
-E tu...quale porta vorresti che si aprisse?- mormorò, colpita ancora da quelle parole.
Harry sospirò.
-Devo essere sincero?Non lo so. Il mio più grande desiderio è sempre stato quello di stare con voi, di conoscervi. Te, papà, Sirius, Remus. Tutti voi. Però...sarebbe davvero giusto? Nel mio mondo Voldemort è stato sconfitto. Le persone...tutte...non posso dire che sono felici, le perdite ci sono state, e sempre rimarrà quella tristezza per le persone care che non ci sono più. Ma almeno la guerra è finita. Tutte le persone...Ginny..Hermione...Ron.. si stanno rifacendo una vita, chi più, chi meno. Sarebbe davvero giusto far riniziare tutto d'accapo?Non lo so, Lily. Sono combattuto. E alla fine dipende tutto da voi.-
Lily aprì la bocca. La richiuse. Gli strinse le mani, sentendosi gli occhi pizzicare.
-Harry...- mormorò. Come se nominare il nome di suo figlio l'avesse aiutata a superare quel conflitto interiore.
Poteva capire Harry. Finalmente Voldemort era stato sconfitto. Chi le diceva che, se fossero rimasti in vita, non sarebbero morti tutti comunque qualche anno dopo?Chi le diceva che Voldemort non avrebbe preso il sopravvento, dominandoli tutti?Che fine avrebbe fatto Harry, se Voldemort fosse salito al potere?
Per lei non si preoccupava. era disposta ad essere torturata, uccisa. Ma suo figlio?Anche lui era un Mezzosangue. Se Voldemort li avesse catturati, come sarebbe finita?Rabbrividì, ricordandosi i racconti che le faceva sempre suo nonno sulla Seconda Guerra Mondiale. Voldemort non si allontanava molto dall'ideologia hitleriana, in fondo. Rabbrividì, di nuovo. Non voleva nemmeno pensare alla possibilità di suo figlio rinchiuso in un campo di sterminio. Solo l'idea le faceva sentire il cuore lacerarsi.
Almeno nel suo presente era salvo, senza ombra di dubbio.
Perdere un figlio era l'esperienza più dolorosa che una madre potesse avere.
Sarebbe riuscita, ora, a tornare nel suo presente, con la consapevolezza che non l'avrebbe mai visto crescere?
Non era una sorta di perdita anche quella?
Il cuore le martellò duramente nel petto.
Doveva scegliere un altro futuro per suo figlio?oppure no?
Per la prima volta si ritrovava a dover scegliere come madre. non più come singola, ma come una persona che aveva dato metà del suo cuore a un'altra persona.
Le sue mani tremarono, in quelle di Harry.
-Mamma.- anche lui aveva gli occhi lucidi, indovinando i suoi pensieri.
Lei lo abbracciò, di slancio.
Non poteva permettersi di rischiare, no.
Lui era troppo importante.
Nel suo presente, lui sarebbe stato salvo.
Una mamma doveva sapere cos'era giusto per il suo bambino, cosa l'avrebbe portato in salvo. E in quel mondo, Voldemort era stato sconfitto.
Doveva smettere di essere egoista, e fare quello che una madre avrebbe fatto.
Iniziò a singhiozzare, senza nemmeno accorgersene.
Non riusciva a separarsi da lui. Non con l'incertezza di non vederlo mai più. Sarebbe morta per lui. Lo avrebbe fatto altre mille volte, se necessario.
Le lacrime amare che le bagnavano il viso sapevano di addio.
Perchè non l'avrebbe mai visto crescere, il suo bambino. Perchè non poteva rischiare un futuro che non dava certezze, non quando avrebbe potuto salvarlo. Scegliendo la strada che le era stata prefissata.
Non piangeva spesso, Lily Evans. Lily Potter però avrebbe pianto spesso, perchè il suo destino sapeva qual'era, e lo avrebbe seguito.
Avrebbe amato James quei pochi anni anche per tutti gli anni in cui non ci sarebbero stati più sulla terra. Avrebbe adorato Harry, cercando di riempirlo di quell'amore che non avrebbe potuto dargli nell'avvenire.
Il cuore continuava a macerarsi nel dolore, disperato per quella separazione.
Era l'ultima volta che vedeva suo figlio adolescente.
Non aveva mai provato tanto dolore in vita sua.
Anche James sarebbe morto. L'avrebbe sopportato? La sola idea che lui potesse abbandonare quel mondo, privandolo dei suoi sorrisi, del suo calore, della sua luce, la gettava in un abisso da dove lo sapeva, non sarebbe mai riemersa. Le tenebre del dolore la stuzzicavano, facendole gemere il cuore, che riversava un fiume trasparente sulle sue guancie, fatto di lacrime e amarezza.
Perchè tutto doveva essere così ingiusto?
Odiava quel mondo, che l'avrebbe privata delle due cose più belle che avesse mai avuto.
Odiava Voldemort, per quello che aveva fatto a lei, alla sua famiglia.
Sentiva che anche Harry stava piangendo. In maniera silenziosa, abbracciato a lei, aggrappato come a un'ancora di salvezza, stava riversando tutto il dolore, la frustrazione per il suo destino.
Che non sarebbe cambiato, ora lo sapeva.
Avrebbe voluto chiederle se era sicura della sua scelta.
Ma non sarebbe servito a nulla, lo sapeva.
Lily aveva scelto. Lily sarebbe morta. Lily gli avrebbe offerto il suo amore, di nuovo. Lily stava piangendo, ma sarebbe stata coraggiosa. Lily si stava sacrificando per lui, un'altra volta.
Improvvisamente, era come se non fossero due ragazzi della stessa età. Era come se lui fosse un adolescente, e lei fosse una donna matura, pronta a morire per il figlio.
-Devi tornare da papà.- singhiozzò, senza staccarsi da lei. -Hai bisogno di lui.-
-Ho bisogno di entrambi.- sussurrò, la voce rotta.
Suo figlio si staccò.
-Lo so, mamma. Ti voglio bene.-
Lily gli accarezzò i capelli, cercando di sorridere.
-Anch'io, Harry. Io e tuo padre saremo sempre orgogliosi di te, ricordatelo.-
Lui annuì, sforzandosi di far smettere le lacrime.
-Tu..tu rimarrai qui?Rinchiuso in questa stanza?-
Harry si passò una mano tra i capelli.
-Non lo so. Probabilmente rimarrò qui fino a che una decisione non sarà stata presa.-
La rossa si morse le labbra. Avrebbe ancora voluto sapere tante cose, su suo figlio. Avrebbe voluto sapere tutto di lui. Avrebbe voluto sapere che musica ascoltava, che libri leggeva, se leggeva, che cosa provava quando volava. Cosa aveva provato alla sua prima cotta, cosa ne pensava di tutti quello, se aveva almeno un ricordo di loro come genitori.
Ma era troppo tardi. Non poteva stare ancora in quella stanza, anche se avrebbe tanto voluto. Doveva tornare nel suo mondo.
E Harry non sarebbe venuto con lei. Avrebbe sempre conservato gelosamente quelle memorie di quei brevi attimi passati con suo figlio.
Era straziante doverlo lasciare, ma era necessario, lo sapeva. Doveva solo farsi forza.
-Come devo fare per tornare...nel mio presente?-
Lily sentiva a ogni parola un pezzettino di cuore distruggersi. Stava lasciando suo figlio. Doveva essere forte, lo faceva per lui.
-Entrando qui, hai varcato una porta. Questa...era la porta...del futuro. Ce n'è un'altra che è quella del passato, e un'altra che è quella del presente. Devi trovare quella giusta..-
Si sfregò gli occhi, per asciugare le lacrime, mentre Lily annuiva, tirando su col naso.
La rossina si voltò, senza una parola di più. Non poteva guardarlo ancora, sapendo di stargli dicendo addio.
Aveva sempre odiato gli adii.
Non riusciva a camminare veloce, la vista era ancora offuscata dalle lacrime.
Non seppe nemmeno quando, ma si ritrovò fuori dalla porta.
Mentre la porta si richiudeva, ebbe l'impressione che con lei, si chiudesse anche un pezzo di anima.
Si portò una mano tremante alla bocca, cercando di fare cessare i singhiozzi.
Sentiva il bisogno di appoggiarsi da qualche parte.
Intorno a lei c'era di nuovo quella nebbiolina grigia che le aveva fatto tanta paura. Ora, provava solo indifferenza.
Aprì una porta, facendo una fatica tremenda.
Sperava di tornare a casa.

Si risvegliò che ancora piangeva. Il dolore in mezzo al petto non era diminuito, quella dolorosa senzazione di non poter mai più esistere come intera, ma sempre come essere dimezzato, mancante di qualcosa, persisteva nelle sue membra, facendola sentire debole. I suoi occhi continuavano a versare lacrime.
Non lo avrebbe mai più rivisto come un adolescente.
-Harry.- mormorò, con disperazione.
Aveva appena fatto in tempo ad accorgersi di avere un figlio, che già le era stato strappato dalle braccia.
Era una stupida, a piangere così. Sapeva che la scelta era stata sua. Doveva andare fino in fondo, per il suo bene.
Nonostante le pareva che qualcuno si stesse divertendo a sminuzzarle il cuore con un taglierino, facendolo sanguinare, doveva essere forte.
Sapeva di potercela fare. Non era mai stata debole, ne lo sarebbe mai stata. Doveva solo trovare il modo per consolarsi, pensando che Harry sarebbe comunque stato felice.
Si chiese dove fosse James. Avrebbe tanto voluto che lui la stringesse, in quel momento.
Per poi ricordarsi che lui l'aveva tenuta all'oscuro di tutto. Aveva affrontato tutto quel dolore, da solo, lasciando che lei si dimenticasse tutto.
Il solito idiota con la mania di fare l'eroe.
Sapeva che James l'aveva fatto solo per il suo bene, però non poteva impedirsi di essere arrabbiata con lui.
In quel momento, la porta si aprì, facendo entrare l'oggetto della sua arrabbiatura.
-Lily?- James stava sulla porta, incredulo di vederla sveglia. Aveva l'aria stravolta. Aveva appena finito di parlare con Remus. Non si dava pace del fatto che Sirius fosse scappato con tanta furia dentro di se.
Un'altra cosa di cui sentirsi in colpa, fantastico.
Notò che Lily aveva gli occhi rossi, pieni di lacrime. Non fece però in tempo a chiedere cosa avesse, che la rossa gli tirò il cuscino in faccia.
-Tu- sibilò, sentendo che aveva la voce incrinata. -Perchè non mi hai detto nulla?Perchè hai lasciato che dimenticassi?-
James si passò una mano tra i capelli, facendo un lungo sospiro. Le conversazioni difficili per quella serata non erano finite, a quanto pareva.
Sapeva che Lily si sarebbe arrabbiata. Non poteva essere altrimenti.
Si meritava una sfuriata, lo sapeva. Nonostante questo, comunque, non poteva impedirsi di essere sollevato perchè si era svegliata.
E dalla forza con cui gli era arrivato il cuscino sul viso, poteva anche dire che stava anche piuttosto bene.
Ora, lei avrebbe potuto fare quello che voleva, non gli importava. Poteva ucciderlo, lasciarlo, insultarlo, andava bene. Tutto, l'unica cosa che veramente contava era che lei si fosse svegliata. Per il resto, avrebbe accettato qualsiasi sua decisione.
-Credevo che fosse la scelta migliore, Lily.-
-La scelta migliore per chi?!- esplose lei, le guance tinte di rosso. Non poteva mettersi a piangere, non di nuovo.
James non rispose. La guardava, e basta, con quegli occhi grandi e nocciola che la facevano impazzire. Si impose di non dirgli di avvicinarsi.
-Credi che non sappia scegliere da sola cosa è giusto per me?-
-Cosa avrei dovuto fare, Lily?Accettare che da lì a neanche quattro anni saresti morta, senza fare niente?- James aveva uno sguardo duro. Nemmeno per lui era stato facile, cosa credeva?
-Avremmo potuto parlarne, James!Decidere, insieme!Ma invece tu no, hai deciso che dovevi fare questa cosa da solo!Quando la smetterai di voler sempre proteggere tutti, James?Sono grande abbastanza per saper badare a me stessa, non credi?Non credi che forse anch'io avrei voluto fare qualcosa per te?-
-è totalmente diverso, Lily!-
Avevano alzato tutti e due talmente tanto la voce, che era una fortuna che Madama Chips fosse andata a parlare con Silente, lasciando così l'infermieria incustodita.
Prima che il moro potesse aggiungere altro, Lily replicò, urlando.
-è diverso solamente perchè credi sia compito tuo risolvere tutto, quando non è così!Come credi che mi sia sentita io, sapendo che dovevi morire?Io ero già innamorata di te, dannazione!-
Se James le avesse risposto ancora "è diverso", Lily giurò, non avrebbe più risposto delle sue azioni.
James la guardò. Possibile che in quel momento riuscisse a pensare solo che era fottutamente bella?
Sapeva che lei all'epoca del viaggio nel futuro si stava già innamorando di lui, si, ma averne la conferma da lei lo fece sentire come se in quel momento avesse potuto volare senza l'aiuto di una scopa.
Ma, decisamente, quello non era il momento.
Intanto Lily continuava a parlare, accesa dalla rabbia e ancora con gli occhi lucidi di lacrime. Aveva abbassato la voce.
-Cosa credevi di fare?Tenermi all'oscuro per sempre di quanto successo?-
-Non volevo che soffrissi, ecco tutto.-
Lily lo guardò, furente.
-Allora è per questo che ti sei messo con la mia migliore amica?Per non farmi soffrire, Potter?Come credi che mi sia sentita quando ti ho visto con lei?-
La voce le si era incrinata di nuovo, maledizione. La prossima volta che decideva di litigare con qualcuno si sarebbe dovuta ricordare di farlo non subito dopo aver pianto.
-Tu ti saresti dovuta dimenticare tutto. Mi odiavi, ricordi?Sai perchè mi sono messo con lei, lo sai.-
James aveva un tono di voce che le fece stringere il cuore. Aveva solo voglia di smettere tutta quella discussione, e abbracciarlo.
Era vero, sapeva che lui l'aveva fatto solo per lei.
Ma era ancora troppo orgogliosa, troppo arrabbiata.
-Ma bene!Peccato che nel tuo brillante piano non avessi considerato quello che provavo io!Pensi davvero che i miei sentimenti fossero così superficiali da poter essere cancellati così, con una pozione da quattro soldi?-
Potter la guardò, intensamente. Ci fu un attimo di silenzio.
Finchè i loro occhi si incontravano, James si sentì di nuovo colpevole. Perchè lei aveva ragione, maledizione.
L'aveva voluta proteggere, e saveva solo combinato danni.
Era giusto mettere da parte l'orgoglio.

-Hai ragione. Mi dispiace.- il tono di voce era tornato normale, mentre il battito cardiaco era aumentato. Perchè sapeva che non sarebbe stato così facile.
Infatti, lei distolse lo sguardo.
-Non basta.-
-Lo so.-
-Non mi hai dato possibilità di scelta. Hai deciso tutto tu, per me. Odio chi decide per me, lo sai.-
Ora nessuno urlava più. Tra loro era scesa una sorta di calma apparente, che forse era più inquietante delle urla.
-Sono stata male, per mesi. Non sapevo quello che mi stesse succedendo. Vedevo delle immagini, sentivo le voci. Ho creduto di impazzire.-
La voce le tremò.
-Lily..-
Lei scosse la testa.
-Ti prego. Non provare a dire qualcosa di carino, non lo sopporterei. So che ora tu diresti qualcosa che mi farebbe ricordare quanto io non possa stare senza di te, quanto poco sia importante tutto questo rispetto a quello che provo per te. Ma il problema è che invece tutto questo per me è importante. Mi hai nascosto troppe cose, James.-
Lui sentì il cuore stringersi. Lily continuava a non guardarlo. Temeva quel che sarebbe venuto dopo, anche se sapeva che sarebbe stato giusto. Poteva davvero rinunciare così?
-Farei qualsiasi cosa per riguadagnarmi la tua fiducia, Lily, lo sai. Qualsiasi cosa, basta solo che tu me lo chieda.-
Lei finalmente lo guardò. James si sentì morire. Aveva gli occhi pieni di lacrime.
-Ho solo...ho solo bisogno di un po' di tempo, James. Devo riflettere, devo...non lo so nemmeno io. Ma ho bisogno di tempo.-
Il cuore le sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro, ne era sicura. Quel giorno era stato troppo martoriato, per resistere ancora.
Sapeva che sarebbe tornata da James. Aveva troppo bisogno di lui, sentiva di amarlo troppo, per non volerlo accanto a se. Già si stava pentendo di quelle parole, già in lei aveva una minuscola speranza che lui non se ne andasse.
Non le era nemmeno passato par l'anticamera del cervello di lasciarlo.
Ma per la sua salute mentale, sapeva di aver bisogno di un po' di tempo senza che lui le girasse attorno, per far ordine nella sua testa.
Doveva imparare a fidarsi di nuovo.
Lo sentì sospirare, pesantemente. Sarebbe scoppiata a piangere non appena lui se ne sarebbe andato, lo sapeva. Ma era brava Lily a tenersi tutto dentro, avrebbe aspettato che lui fosse a distanza di sicurezza, per dar sfogo alle lacrime.
Il cuore le diceva di tornare indietro. dalla sua decisione. La testa, invece, no.
Era troppo abituata a seguire la testa.
James la osservò ancora, chiedendosi cosa sarebbe successo, se davvero avesse lasciato quella stanza.
Era tentato di replicare, di dirle che no, non voleva darle tempo. Non voleva che pensasse troppo, che decidesse qualcosa che l'avrebbe distrutto.
Già sentiva il cuore agonizzante.
Ma rispettava la sua decisione. Era vero, lei odiava che gli altri decidessero per lei, e lui l'aveva fatto troppe volte.
Era stato stupido, e ora ne avrebbe dovuto pagare le conseguenze.
Era disposto ad aspettarla tutto il tempo necessario. Anche se gli ci fossero voluti altri sette anni di attesa.
Annuì.
-Va bene Lily. Tutto il tempo che vuoi.-
Con un ultimo sorriso amaro, uscì.
Lily si prese il volto tra le mani. Aveva come l'impressione di essersi volontariamente gettata in un buco nero.













Ciao ragazze/i XD Lo so che state per uccidermi. Vi prego, non fatelo! questo capitolo pieno di valli di lacrime è strano O.o nel senso che vi giuro che hanno fatto tutto i personaggi O.o hanno fatto tutto da soli, io ero solo un burattino che doveva scrivere quello che mi dicevano XD
Dopo questa piccola precisazione che sono sicura che non vi avrà fatto desistere dal proposito di uccidermi...cosa c'è da dire?uhm...ho postato presto, contente?In realtà l'ho fatto perchè dopo penso che non avrò moltissimo tempo: ci hanno riempito di compiti(neanche a dirlo) in più dal 2 al sei vado in gita, e poi altra caterva di compiti -.- quindi non so bene quando posterò, anche se farò il possibile.
Uhm...spero di non essere passata al raiting rosso O.o nel caso qualcuno me lo dica che vedrò di sistemare XD
Poi...questo capitolo non mi piace( e daglie XD so che ho detto questa frase circa a un capitolo si e l'altro pure, ma dettagli XD)  intanto perchè l'idea originale non l'ho nemmeno sfiorata(hanno fatto tutto da soli, ve l'ho detto XD) poi perchè...non saprei. James non si è comportato da James, Sirius non si è comportato da Sirius, forse solo Lily si è comportata da Lily.
Credo avrei dovuto soffermarmi di più su certe cose, e di meno su altre. Vorrei sottolineare, comunque, prima che mi uccidiate, che non è che Lily abbia lasciato James, affatto. Anche perchè altrimenti non avrebbe senso tutto il discorso che ha fatto su Harry. Ha solo, uhm, bisogno di una pausa. James l'ha delusa, ecco tutto, e per esperienza personale, so cosa possa voler dire essere delusi da chi pensavamo non ci avrebbe mai mentito, anche se James l'ha fatto a fin di bene. MMm. Mi farete sapere voi.
detto questo non credo ci sia altro da dire XD passo ai ringraziamenti XD


Lolly94: ciao Jo(posso chiamarti così?XD) allora, una sorta di colpo di scena c'è stato XD il saluto di harry era davvero stato così freddo, si, ma ora Lily ha riparato, in parte. Chissà in futuro cosa accadrà XD Mmm...sai, io credo che James non sia capace di tradire un amico, anche se si trattasse di Peter. Minus stesso, nel prigioniero di Azkaban, dice a harry che james avrebbe avuto pietà di lui...ecco, quindi non credo che James avrebbe mai separato i Malandrini. è molto più propenso a cercare di fare qualcosa lui, magari cercando di parlare con Peter. Sono felice che questa mia decisione ti sia piaciuta =) sono contenta che ti sia piaciuto, spero che commenterai anche questo ^^ e non ti preoccupare, le recensioni lunghe mi piacciono XD un bacio!

kokylinda2: James per il momento non ha intenzione di dire particolari in più su Harry, e i Malandrini sono decisamente troppo sconvolti per chiedere. Ma in futuro si vedrà =) un bacio

zukkyna: come faremmo noi senza di noi?come farei io senza di te XD ciao scema XD a msn XD

brando: mmmm...James non ha informato le amiche di Lily, semplicemente xk crede che sia Lily stessa a doverlo fare, nel caso lo volesse. E Lily...Lily è diversa da James. Adesso, non sono ancora sicura di quel che farò, ma devo tenere anche conto che mentre James è abituato a dire tutto ai malandrini, Lily, bè, no. Lei si tiene tantissime cose dentro, non per mancanza di fiducia, solo perchè Lily è fatta così. E bisogna tenere presente che Emmeline qualcosa sa, ma che ha detto chiaramente a James che non vuole sapere più del necessario. Ma comunque, vedrò XD Poi...diciamo che Lily era nel suo subconscio, che però l'ha portata in una sorta di dimensione parallela, dove ha potuto incontrare Harry. Spero in qst capitolo si sia capito un po meglio XD un bacio.

pazzarella_dispettosa: sai che la tua recensione mi è piaciuta tantissimo?si, perchè hai esattamente detto quello che io penso di James e di Peter. James non sarebbe mai riuscito a condannarlo, mai. Come avevo detto un altra volta a non mi ricordo chi, James è James non solo perchè sta con Lily, James è James perchè è un vero Grifondoro, è l'amico che tutti vorremmo avere, l'uomo che tutte vorremmo sposare...James è. Non c'è molto altro da dire. Si vede che lo adoro?ehm XD pooooi vediamo...per quanto riguarda la cancellazione della memoria, non saprei XD vedremo XD altro da dire non credo ci sia. Grazie della bellissima recensione, sono contenta di farti immedesimare così tanto(anche se mi dispiace se piangi O.o d'ora in poi cercherò di limitarmi XD) un bacio!

DanyCullen: grazie XD la citazione del manzoni mi è venuta in un attimo di follia XD povero James, un anima dannata O.O mi sa che è colpa mia, ehm XD un bacio!

S_marti_es: ciao marti XD come è andata l'interrogazione sui sassi?XD  uhm...è vero, li sto facendo soffrire tutti O.o ma c'è da dire che dal fondo non possono altro che risalire, quindi penso che d'ora in poi le cose miglioreranno XD almeno spero O.o grazie per i complimenti, che non merito XD mmmmm non credo ci sia altro da dire, se non che spero che nn mi ammazzerai x qst capitolo XD un bacio!

La Nika: ciaoooo XD lo so, Lene avrebbe dovuto trattenersi...ma non ce l'ha proprio fatta, povera. Non è razionale, lei, è molto istintiva e...bè, e è innamorata. Sirius capirà, prima o poi, forse adesso è troppo orgoglioso per chiedere scusa, ma prima o poi capirà. Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo XD un bacio!

malandrino4ever: si lily si è ripresa XD grazie di tutto =) un bacio

pony: carissima lettrice, lei sa quanto mi abbiano fatto piacere le sue recensioni, e sono davvero rammaricata se non ho dato molto ascolto al suo pony nemmeno questa volta...però però avrei un paio di cosuccie da dirle XD primo questa volta non mi può ammazzare U.u insomma...suvvia le ho dato una bellissima immagine del SUO Sirius COMPLETAMENTE nudo XD dovrà pur valer qualcosa, no?no?no?cosa...cosa ci fa con l'ascia in mano...?^^ nooo stia buona su su su XD muhauhauha poi l'altro motivo al momento non me lo ricordo O.o a si, ora si: le prometto che ora che hanno veramente toccato tutti il fondo, non si potrà fare altro che risalire XD quindi nn si suicidi, la prego!tengo troppo alle sue recensioni, che, decisamente, mi stavano facendo schiattare dal ridere XD un terzo motivo sarebbe che ho postato presto U.u XD cercherò di trattare un po meglio tutti, davvero, ma nn mi uccida la prego XD la saluto XD un bacio

ramoso4ever95: O.O tu sei un genio. Sul serio. Davvero ho sfogato su Sirius la mia rabbia repressa, il mio stress O.o come hai fatto a capirlo?sei un genio, sul serio, mi fai paura O.o e si, ho altri metodi Xd anche se a volte sono talmente stufa che mi verrebbe davvero da prendere qualcuno (no, non a caso -.-) e sbatterlo al muro e "usare i metodi di Sirius". ma dettagli XD grazie di tutto XD un bacio XD

_job_: ahaha...si, sirius è...sirius XD grazie x essere passata XD

silverine85: ehm ^^ non uccidermi anche se so che saresti tentata ^^ un bacio XD

oOoPRONGSIEoOo: tesoro!!!!!!!finalmente ti risento, mi ero preoccupata decisamente XD hahah XD che bello era davvero troppo che non ci sentivamo per bene O.o  non facciamo più passare tutti questi anni XD aaaaahhhh mi hai fatto morire con il tuo "certo io preferisco James, ma na bottarella a sirius..." hahaha XD ti adoro XD ci sentiamo presto XD

Miss Rainbow: lei e le sue minaccie non mi tangono U.u (si, anch'io dovrei essere a fare italiano XD) in oooogni caso io la adoro, si ricordi XD ci sentiamo su msn XD

Mousse: ho aggiornato presto, ho aggiornato presto(me che balla sul tavolo XD) ehm O.o comunque, un contegno, si, ecco. OOraaaa....te lo devo dire, mi dispiace. Io...Io...EBBENE SI; SONO STATA INGAGGIATA DALLA BANDA BASSOTTI PER UCCIDERTI. Non avercela con me, davvero, tu mi stai simpatica ma mi hanno promesso in cambio una...ehm...notte diciamo...particolare XD in compagnia di un certo moro con gli occhi nocciola,e , ecco, tu puoi capirmi...come facevo a rifiutare con tanto sdegno?! Lo spirito è forte, ma la carne è debole, ecco U.u  va bene, va bene, sto cercando di sdrammatizzare XD lo so che sto torturando tutti O.o devo essere una sorta di spirito sadomaso, più li amo più li tormento O.O o santo cielo, forse dovrei ritirarmi da qualche parte a succhiare leccalecca e non disturbare più nessuno XD mmmm ci penserò XD grazie di tutto muhauhauhauha XD sai che mi ero quasi preoccupata quando nn avevo visto la tua recensione O.o faccio oddio, ecco, l'abbiamo persa XD muhauhauha XD orsù, è stato un piacere XD (O.o altro che il latino...qui credo che sia proprio il liceo a far male alla salute O.O) muhauha XD un bacio XD

caramella_rosa_gommosa: tranquilla, anch'io non ho mai tempo ^^ per peter..hai ragione tu. Qui è ancora buono, diventerà un sorcio solo dopo, purtroppo. E Sirius, amare Lene?mmmm...forse, quando metterà da parte un po d'orgoglio XD un bacio, e grazie!





  
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