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Autore: Linktroll    22/02/2010    3 recensioni
Ma lei lo sapeva, lo sapeva bene: ormai era da un po’ di tempo che non faceva che scivolare verso il proprio inferno. [Dedicata a _Rael_89]
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Non passò molto prima che si dissolvesse di fronte ai suoi occhi spauriti: come fosse sabbia, incominciò a scomporsi in piccoli puntini infinitesimali, fondendosi con l’aria circostante.
La bionda tentava disperatamente di conservare nel palmo della mano qualche piccola parte di quella polvere, di quella sabbia, di quei piccoli pezzi di Sasuke, ma sgusciavano via troppo velocemente, portando via con sé anche l’ultimo briciolo di felicità di Ino.
Ma lei lo sapeva, lo sapeva bene: ormai era da un po’ di tempo che non faceva che scivolare verso il proprio inferno.

… E l’avrebbe fatto da sola.

Betato da: ,keiruzumaki.

Capitolo 10 (Finale): Qualcuno doveva pur farlo. Perché proprio tu?

“Presa.” Sentenziò Madara, trovandosi a non più di due centimetri da Ino.
Ino posizionò le mani, pronta a richiamare la tecnica dello sconvolgimento, piazzandole giusto davanti al naso di Madara.
“Questa volta non mancherò di certo il bersaglio.”
“Divertente. Sei davvero divertente, biondina.”
Fu un attimo. Naruto si piazzò tra Madara ed Ino, mentre Sasuke si portò alle spalle di Madara.
Gli occhi di Naruto erano contornati di un colore andante sul bordeaux. Ed il suo sguardo era determinato più che mai.
“I team di Konoha agiscono sempre in gruppi di tre, non lo sapevi?” Proferì il biondo a denti stretti.
“Cosa pensate di ottenere in questo modo? Io resto sempre inconsistente.”
“Ma se proverai ad attaccare uno di noi, gli altri reagiranno. Siamo fin troppi anche per te.”
“Chi hai mai detto che devo attaccare?” In un attimo, Madara sprofondò nella base della clessidra più alta, scomparendo agli occhi dei tre.
Sasuke sapeva che prima o poi sarebbe dovuto uscire da quella colonna. Sintonizzò i suoi occhi muniti di Sharingan sulla colonna di pietra, aspettando che l’avversario facesse la sua mossa.
“Sopra di noi!” Urlò il moro, osservando una cascata di carte bomba che piombava addosso a loro. In un attimo i tre si erano fiondati su una delle pareti della sala, attaccandovisi coi piedi.
“I suoi attacchi non sono mai fatali. Sta solo giocando con noi. Credo che voglia prima mettere fuori gioco me e Sasuke per tenersi Naruto come dessert.”
“Ino. Tieni d’occhio Madara e puntalo con la tua tecnica. Se lo vedi compiere qualcosa di compromettente, colpiscilo senza pietà.”
Ino puntò i suoi occhi fissi su Madara. L’avversario fece altrettanto. Sentiva Sasuke confabulare con Naruto, ma il suo unico pensiero fisso era Madara. Quello spregevole essere che aveva riservato quel trattamento a Sasuke… e che l’aveva ingannata inscenando quella morte. Era stato lui che l’aveva fatta scivolare in quell’inferno, non Sasuke. Qualcuno avrebbe dovuto pagare per il dolore che lei aveva provato. E sarebbe stato lui.
“Quello che mi chiedi è impossibile, Sasuke!” Naruto sbiancò in volto. Divenne cadaverico. I denti cominciarono a tremargli.
Sudava freddo, terribilmente.
“Naruto, non l’avrei mai chiesto se non fossi stato tu.”
“E’ fuori discussione!”
Ino torse gli occhi verso i due che discutevano animatamente. La faccia di Sasuke era disperata, quasi implorante. Non l’aveva mai visto con un’espressione del genere.
“Ti prego, Naruto. Se ti reputi davvero un amico, devi anche saper accettare le mie scelte.”
Ti prego… Ino non riusciva a credere alle sue orecchie. Che si fosse risvegliata qualcosa nel cuore sopito dell’Uchiha? Forse essere stato così vicino alla morte, gli aveva fatto apprezzare di colpo la vita e i valori morali?
“Perché… PERCHE’ LE SCELTE CHE FAI SONO SEMPRE COSI’ DANNATAMENTE SBAGLIATE?
Questo lo dici tu, Naruto. Io ragiono in maniera diversa.” Rispose lui, facendo eco al compagno.
“Dannato Sasuke.” Naruto calò il viso, preoccupato. Cercò di trattenersi, ma il volto tradiva i suoi sentimenti, e Ino se ne accorse.
“Madara! Maledizione, Ino! Dov’è finito?”
“Oh!” Ino sbiancò, rendendosi conto che attratta dal dialogo dei due, si era lasciata sfuggire il bersaglio.
“Maledizione, Ino! Era di vitale importanza! E ora?”
“Scusatemi…”
“Sasuke, non fare il melodrammatico, non è tutto perduto! Ascolta, Ino…” Naruto le si avvicinò cautamente, sussurrandole all’orecchio: “Da adesso in poi è necessario che tu non tolga un attimo gli occhi da Madara. Tieniti pronta a bloccarlo con la tua tecnica al mio segnale. Dalla tua azione dipende la riuscita di tutta la missione. Te la senti, Ino?”
Quelle parole, così dirette.
Di certo si era presa già gravi responsabilità, durante le sue missioni. Ma fallire adesso equivaleva a morte certa.
“Dev’essere un attacco a sorpresa. Se fallisce la prima volta non avremo altre occasioni.”
“Puoi contare su di me.” Rispose con aria decisa la bionda.
“Perfetto. Naruto, ti do un minuto di tempo. Sai ciò che devi fare.”
“Sì…” Mormorò Naruto a voce più che bassa e insicura, rispondendo al moro. Richiamò subito due bunshin, impartendogli l’ordine di nascondersi da qualche parte. In attesa di tempi migliori.
“Muoviamoci sempre in gruppo. Con un avversario del genere, un corpo a corpo singolo non ha speranze. Vedrete che si farà presto vivo, quando saprà che… starò per usare l’izanagi.”
“Izanagi?” Madara ghignò, e la sua risata risuonò per tutta la sala, dopo aver nominato quella tecnica. “Ora sì che le cose si fanno interessanti.” Comparve lì, accanto a quella grossa clessidra, sul pavimento della sala. Non si poteva vedere lo sguardo per via della maschera, ma di sicuro avrebbe avuto un’aria fin troppo spavalda.
“Via!” Urlò Sasuke, dirigendosi a perdifiato giù per la parete. “Questa volta saremo pari Madara! Saremo entrambi invincibili!”
“Sasuke… sei già cieco ancor prima di usare l’Izanagi, se pensi di vincere con una mossa del genere!” Replicò l’Uchiha anziano, per niente intimorito.
“Sasuke!”
“Andiamo Ino! Non dobbiamo lasciarlo solo!”
Anche i due compagni cominciarono a seguire l’imbizzarrito Sasuke giù per la parete, faticando per rimanere al passo. L’eccitazione del combattimento aveva reso Sasuke ancora più veloce.
In pochi secondi, Sasuke si trovava Madara a qualche metro. La sua katana impregnata ancora del sangue di qualche precedente scontro, era pronta a sorbirsi un altro bagno di sangue.
“Sasuke… la tua ingenuità mi fa quasi pena. Di tutto mi sarei aspettato da te, fuorchè venirmi incontro in un modo così scontato. Ti darò del tempo per riflettere sull’avventatezza delle tue azioni.”
In un attimo, un potente vortice assorbì Sasuke all’interno della maschera di Madara. E il moro scomparve alla vista dei due compagni.
SASUKE!” Urlò Naruto, imbizzarrito. Anche le ultime speranze di vittoria erano sparite in una folata di vento. Che stavolta non veniva da est.
Ino si bloccò, immobilizzata. Sasuke era scomparso. Era finita. Sasuke si era per sempre allontanato dalla sua vita, per non farvi più ritorno.
Aspettava solo che qualcuno calasse il sipario, per far finire lì quella tragedia, prima che tutto potesse diventare ancora più tragico.
“Ino… non dimenticare i miei ordini. Abbi fiducia in Sasuke.” Mormorò il biondo.
Il biondo era di nuovo lì, impassibile, di spalle a lei. La figura di Naruto si fuse con quella di Sasuke, nella mente della Yamanaka.
Allargò il braccio sinistro con un gesto improvviso, mettendolo di fronte ad Ino. Lentamente, alzò il pollice ad indicare che fosse tutto okay.
Abbi fiducia in Sasuke, ‘ttebayo.
Dopo aver rincuorato la compagna, Naruto si avvicinò a passi lenti di fronte a Madara, braccia allargate, in segno di resa.
“Ne ho abbastanza. Ho già perso Sasuke, non voglio perdere anche Ino. Visto che con me il tuo appetito si sazierà, fai di me ciò che vuoi. Questa storia deve finire qua.”
E’ questa la parete? Sì, sembra proprio la parete.
“Scelta ragionevole, jinchuuriki. Non avrei potuto auspicare niente di meglio. Non ti preoccupare, non ti ucciderò. Per lo meno finchè non ti estrarrò il bijuu.”
“Posso fare un’ultima confessione alla mia compagna, prima di lasciare questo mondo?”
“Fai pure come vuoi. Ormai ho raggiunto il mio obiettivo. Dieci secondi in più non pregiudicheranno i miei piani.”
Direi che un minuto è passato abbondantemente. Aspetto un tuo segnale.
“Ino. Vieni al mio fianco.”
La Yamanaka compì alcuni passi incerti verso Naruto, con lo sguardo colmo di terrore. Si posizionò al suo fianco.
“Non farti mai trovare impreparata. Voglio lasciarti con questo ammonimento.”
“Certo.” Rispose lei, annuendo. Doveva essere un messaggio in codice per dirle di prepararsi. Doveva esserlo! Nessuno lascerebbe un messaggio così insulso in punto di morte.
“Bene. Ora devo chiedere alla tua compagna di allontanarsi, o non ti potrò stordire. E tu, posa il kunai che tieni nelle mani. Niente scherzi.”
“Certo.”
Naruto mollò il kunai. Il rumore di quell’arma risuonò per tutta la sala, rompendone il silenzio solenne.
Ino compì qualche passo indietro, sguardo sempre fisso su Madara e cuore che le palpitava a mille. Presto sarebbe dovuta entrare in azione? Quando e cosa sarebbe successo? Quanto avrebbe dovuto aspettare? Che fine aveva fatto Sasuke?
Troppe domande, e troppo poco tempo.
Naruto sospirò. Vide la mano di Madara muoversi velocemente verso il suo collo, e nel momento stesso in cui i polpastrelli di Madara gli sfioravano la pelle gettò un urlo:
SASUKE!
Il rumore di mille falchi risuonò per tutta la sala, mentre la mano di Sasuke fuoriusciva dallo stomaco di Madara, attraversato da testa a piedi dal dolore.
INOOOOOOOOOOOOOO!” Urlò di seguito Naruto.
Ino si sentì mancare un battito. Mise a contatto in tutta fretta i pollici con gli indici, scagliando contro Madara la sua prodigiosa tecnica.
Un attimo dopo, attraverso le sue appannate pupille, riusciva a vedere Naruto, mentre sentiva un buco attraversarle lo stomaco. Se non avesse imparato la tecnica superiore a quella del capovolgimento, avrebbe condiviso lo stesso destino di Madara.
La sensazione era comunque fastidiosissima.
Non capiva cosa stesse succedendo, ma aveva svolto alla perfezione il suo lavoro.
Due bunshin si avvicinarono di corsa dall’entrata della sala, portando nei palmi delle loro mani un grandissimo rasenshuriken.
Il dolore lancinante aveva quasi stordito Ino. Inoltre, un rumore continuo e fastidioso, continuava a martellarle il cervello. Raccolse le energie in massa, per concentrarsi e capire cosa fosse.
Con grande stupore, riconobbe la voce di Sasuke.
Lo sentiva dentro di sé? Era dentro il corpo di Madara? Cosa stava succedendo?
Naruto fissava i due bunshin con aria disperata, mentre lentamente faceva scivolare il rasenshuriken nella propria mano.
Avanti, Naruto, muoviti! Muoviti!
Ino riusciva a sentire quella voce dentro di sé. Che altro avrebbe dovuto fare se non riferire quelle parole al diretto interessato?
“Avanti, Naruto, muoviti! Muoviti! Sasuke sta urlando questo. Lo sento dentro di me.”
“Allora è proprio lì dentro…”
“Sbrigati! Il chidori non durerà ancora per molto! Devi colpirlo adesso con la tua tecnica di vento, se vogliamo essere sicuri che Madara muoia.” Rispose Ino, attraverso il corpo di Madara, riferendo quello che Sasuke diceva all’interno del corpo. “Cosa significa tutto questo?” Aveva aggiunto lei di sua spontanea volontà.
Questa è una tecnica che Madara utilizzava quando ancora non era in possesso dell’illusione reale. Ciò significa che fa parte delle tecniche spazio-temporali limitate al suo corpo, e non al mondo circostante. Indi per cui, una tecnica del genere non poteva trasportare le persone in altro posto se non all’interno del suo corpo.
Ino riportò per filo e per segno quello che Sasuke ribadiva dentro il corpo, facendolo pervenire a Naruto, come aveva già fatto precedentemente.
“Sasuke ha agito dall’interno, Ino. Solo così avremmo potuto fermare Madara.”
“E adesso?”
“Adesso io scaglierò il mio rasenshuriken contro Madara.”
“Ma Sasuke…” Il corpo di Madara gettava ancora fasci di elettricità dallo stomaco, che infrangendosi contro il rasenshuriken si dissolvevano.
“I miei danni saranno minimi. Il corpo di Madara mi proteggerà. Adesso è importante che Naruto si sbrighi prima che il mio chidori si esaurisca. Se lui fallisse nell’uccidere Madara, e tu perdessi il controllo su di lui per via del dolore, saremmo di nuovo punto e a capo.” Pronunciò ancora Ino, facendo le veci di Sasuke.
“Sasuke… non sarà pericoloso?”
“Adesso spingi, Naruto. Spingi come hai sempre fatto.
“Sasuke!”
“Naruto. Tu sei la spinta.”
“Sasuke…” Naruto continuava a rimuginare, dubbioso sul da farsi. Se voleva fidarsi di Sasuke, avrebbe dovuto colpirlo. Sembrava quasi un paradosso.
Ino cominciò a gettare lacrime e singhiozzare. Una goccia splendente brillava attraverso il foro della maschera di Madara.
“Ino?”
Naruto… tu sei stato la mia spinta.” Madara mosse lentamente le labbra. Ino riuscì a spiccicare quelle poche parole, tra una lacrima e l’altra. La bionda non aveva retto, sentendole dire a Sasuke, lì dentro, e aveva cominciato a piangere.
Naruto prese il coraggio a due mani e spinse in avanti il rasenshuriken, mentre le scosse elettriche che fuoriuscivano dal corpo di Madara si facevano sempre più flebili.
Una lacrima venne espulsa dai suoi occhi azzurri e si elettrizzò a contatto con un raggio elettrico, arrivandogli sulla guancia e bruciandolo.
SENZA NESSUN REMORE!” Urlò come un dannato, mentre affondava il colpo nel petto dell’avversario.
Il sangue schizzò dappertutto, mentre il corpo di Madara veniva disintegrato a contatto con la potenza del colpo.
Dallo squarcio del corpo del nemico, ne uscì fuori Sasuke, ricoperto di sangue. Fermo a mezz’aria, venne spinto clamorosamente dal vento tagliente del colpo, che lo fece ruzzolare parecchi metri più in là, trascinandosi dietro una scia di sangue.
Ino si ritrovò di colpo nel suo corpo, per lo shock e il dolore provato in quel momento. La sua palpitazione era a mille. Il suo respiro pure. Si sentiva come se si fosse appena risvegliata da un incubo.
Si alzò di fretta, osservando il rasenshuriken che si andava dissolvendo nella mano dell’Uzumaki.
Di Madara non sembrava essere rimasta traccia. Solo il sangue, che si stagliava sulla grande clessidra in pietra e sulle pareti illuminate della stanza.
Intriso in una pozzanghera di sangue anomalo, si trovava Sasuke, braccia aperte e bocca spalancata. Respiro affannato, ma quasi assente.
Ino e Naruto lo individuarono subito, quasi come in preda ad un istinto di tipo animalesco. Ino si gettò su di lui, con le mani pronte ad immettere chakra nel corpo martoriato della persona che amava.
Incredibilmente, Sasuke conservava abbastanza energie da fermarle le braccia, prima che potessero venire a contatto col suo corpo.
Plic.
“E’ inutile.”
Freddo come il ghiaccio. Tipico di Sasuke.
“Questo lo deciderò io!” Rispose lei, testarda più di un mulo, posizionando ugualmente le sue mani sul petto del moro. Al tatto si accorse subito di qualcosa che, ad occhio nudo, non aveva visto per via dei vari grumi di sangue sparsi sul corpo del moro.
Un lungo - troppo lungo - taglio attraversava orizzontalmente in più parti la zona dello stomaco. Era dovuto a quello, la gran perdita del sangue del moro.
“Sasuke! Io mi ero fidato di te!” Urlò il biondo, posizionando le sue palpebre a due centimetri da quelle del moro.
“Eh. A quanto pare, a scherzare con le illusioni, poi diventano realtà. Morirò davvero.”
“Non lo dire. Non osare.”
Plic.
Naruto si voltò fiducioso verso Ino. Si aspettava delle risposte da lei. Ma le lacrime che le erano appena scappate furono la più eloquente risposta che Naruto potesse mai ricevere.
Non c’era più modo di contenersi. Ino mise le mani agli occhi, bagnandole completamente di lacrime salate.
Plic.
“Portatemi fuori, per favore.”
Naruto alzò con cautela il suo compagno, poggiandogli il braccio sulla propria spalla, avvinghiandolo al suo collo. Ino, tra un singhiozzo e l’altro fece lo stesso. Come non poter accontentare il suo ultimo desiderio?
Ancora non riusciva a crederci.
Perché l’avevi fatto?
Qualcuno doveva farlo.
Perché proprio tu?
Perché era stata una sua decisione.
Non poteva far altro che rispondersi da sola e gettare quelle disperate lacrime dagli occhi, che più che altro le sembravano fiumi di magma cocenti.
Cominciarono a risalire lentamente le pareti della stanza, con l’obiettivo di arrivare fino al soffitto.
Plic. Plic. Plic.
“Vi sono debitore.”
“Sta’ zitto.” Gli aveva risposto freddamente Naruto. Lottava con tutto se stesso per non piangere. Per trattenersi almeno questa volta. Perché Sasuke non avesse come ultima immagine di lui, un Naruto sofferente.
“Visto che vi siete spinti fin qua, non potevo far altro che assicurarvi un futuro. Un futuro veritiero. La speranza e le illusioni non aiutano a superare le morti.”
“Quello che volevamo noi era un futuro accanto a te, veritiero o fasullo che fosse. Non riesci a capirlo, Sasuke?!”
“Non urlare, per favore. Ho bisogno di… riposo. Voglio solo un po’ di riposo.”
“Riscatterò la tua immagine, Sasuke. Diventerai un eroe di Konoha. Non sarai più considerato un mukenin, te lo prometto.” Pronunciò a denti stretti Naruto. Finiva inevitabilmente per strisciare l’arcata dentaria superiore con quella inferiore, nella situazione sofferente nella quale era.
“No. No. Non ti ho appena detto che voglio solo riposare? In pace. Che nessuno venga a disturbarmi. Che nessuno si azzardi a nominarmi. Konoha vivrà all’oscuro del caso Madara come all’oscuro del caso Uchiha.”
“Il caso Uchiha?” Chiese Ino, inconsapevole di ogni cosa.
Le parole sentite un tempo da Madara attraversarono velocemente la mente di Naruto. Allora, quando gli aveva spifferato quelle cose insieme a Kakashi e Yamato, aveva ragione? C’era stato davvero sepolto quel mistero sotto le morti perpetrate agli Uchiha?
A quel punto Naruto pianse. Pianse più che mai, comprendendo totalmente quanto dolore avesse potuto provare l’amico. E non aveva altro modo di manifestarlo se non con quelle lacrime.
“Non farmene parlare, Ino. Non voglio che venga gettato fango sulla mia famiglia, anche da morta. Mi sta bene così. Ho ottenuto la mia vendetta. Mi sono sforzato tanto durante questi anni. Ora ho bisogno di riposo. Solo di riposo. Riposo.”
Continuava a ripeterlo incessantemente, quasi ne avesse un bisogno immediato e spasmodico.
Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic.
“Naruto.” Mormorò il moro, mentre un rivolo di sangue scendeva dalle sue labbra fino al mento e al petto, mischiandosi all’altro sangue. “Sei stato ciò che di più vicino ad un fratello io abbia mai avuto. Se quando se ne fosse andato Itachi non ti avessi avuto accanto, probabilmente sarei impazzito. Per quante volte io abbia provato a recidere questo legame, era troppo forte. Troppo radicato in me. Ti ho conservato dentro di me. Fino a quando non sei diventato la mia spinta.”
Naruto non rispose. Impastò la saliva nella sua bocca, deglutì copiosamente, e mosse le labbra in una smorfia indecifrabile.
“Ino.” Sasuke si voltò lentamente verso Ino. Le labbra quasi gli si muovevano a scatti, a rallentatore. “Sei stata la ragazza più appiccicosa che io abbia mai conosciuto. Devo dire che ne hai avuto, di fegato, per continuare a preoccuparti di uno come me, per tutto questo tempo. Molto probabilmente non ti ho ripagato nemmeno di un decimo, di tutto ciò che hai fatto per me. Ma spero che ti possa bastare, dato che non ho altro tempo per rimediare. Se tu non avessi avuto la pazienza di sopportarmi durante le mie invasioni…”
Ino continuò a piangere rumorosamente. Non aveva neanche il tempo di fermarsi a parlare, tanta era la foga con cui le uscivano le lacrime.
“E Sakura? Cosa diremo a Sakura? Anche lei ti ha cercato come una forsennata.” Furono le uniche parole che riuscì a mormorare Naruto.
“A patto che mantenga il segreto… ditele solo arigatou. Lei capirà.”
Narutò lanciò con decisione una carta bomba verso il soffitto, che crollò, rivelando la superficie, dalla quale filtrava la luce che illuminava la sala sottostante.
Una forte pioggia penetrava incessantemente dentro, producendo continuamente e ininterrottamente il plic che aveva condotto Sasuke fino a lì fuori.
Sbucati in superficie, l’odore dell’erba bagnata si infilò nelle loro narici, inebriandoli.
Sasuke poggiò i piedi con fare sicuro, liberandosi autonomamente dalla presa sul collo dei suoi due amici.
Compì un solo passo in avanti, quanto bastava per non farsi vedere dai suoi amici in volto.
Una scia di lacrime vennero fuori, dirette, veloci, smisurate.
Alzò la testa al cielo.
Perché… diamine… sta… piovendo?” Biascicò.
Poi cadde, pancia in giù, senza muovere più alcun muscolo.
Quelle lacrime sarebbero state cancellate per sempre dalla pioggia.
I due biondi, affannosamente, smossero il corpo del moro, intestarditi, per buoni cinque o dieci minuti di fila. Prima di volersi arrendere all’evidenza.
Non poterono far altro che abbracciarsi, che stritolarsi fra di loro, che condividere quelle stramaledette lacrime, e gettare dei versi senza senso intrisi di dolore.
Si abbracciarono. Si abbracciarono. Si abbracciarono.
Entrambi avevano perso, insieme a Sasuke, un pezzo del loro cuore.
Cosa avrebbe potuto sostituirlo?
La pioggia continuò a cadere inesorabile, impassibile.
Beata lei, che di Sasuke riusciva a infischiarsene.
Ino si avvinghiò con forza alla schiena di Naruto, stringendo con le sue unghia, soffocando le sue urla.
No, adesso nell’inferno non c’era solo scivolata, c’era piombata direttamente, senza avere possibilità di risalirne.
Una legione di demoni l’avrebbe tenuta lì finchè la ferita nel suo cuore non si sarebbe sanata.
Forse non sarebbe mai accaduto tutto ciò.
Che senso ha pensare al futuro, se il presente è già di per sé invivibile?
Già, che senso aveva?
Lo stesso per cui non ci si deve mai abbattere nella propria vita. Perché dopo un’onda di tristezza, arriva a sbattere sulla battigia un intero oceano di felicità.
Non c’era male peggiore che potesse provare in vita sua.
Prima o poi, sarebbe stata meglio. Avrebbe sorriso, avrebbe gioito, avrebbe scherzato.
Ma non avrebbe MAI dimenticato.
E in quell’attimo di tristezza indicibile, venne fulminata da un’improvvisa consapevolezza.
Un haiku, un altro.
Questa volta l’autore non era Mauda Chiraha.
Non si ricordava di chi fosse, ma ricordava benissimo come recitasse.

Oh, eroe mio,
riposa e ricorda,
quel che donasti.

“… A tutti noi.” Aggiunse lei, prima di gettarsi, priva di forze, sulle spalle di Naruto.
Plic.
Plic.
Plic.

FINE
[A Stellina, con affetto.
Augurandoti che la tua sofferenza non sia mai pari a quella di Ino.
E che dopo un’ondata di tristezza arrivi sempre a sbattere, con maggior forza, sulla tua battigia, un oceano di felicità.]

 

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Mi sento ampiamente soddisfatto.
Quando ho iniziato questa fiction, non immaginavo neanche lontanamente che sarebbe finita così.
Adesso sono orgoglioso di me.
Credo di aver svolto un lavoro niente male.
Ciò che più importa, è sapere che alla destinataria dell’opera sia piaciuta particolarmente, o per lo meno, finora così è stato, e spero che anche questo capitolo finale la soddisfi abbondantemente.
Ho scritto come un treno in questi ultimi giorni perché avevo le idee chiare, sapevo cosa scrivere, e volevo assolutamente cogliere il momento.
Ringrazio con tutto il cuore ;keiruzumaki (Ormai trasformatasi in ;russianroulette da un bel po’ X°°°) per avermi seguito fino alla fine e betato in maniera eccellente. Se sono arrivato fin qua, è stato anche grazie ai suoi incoraggiamenti.
Credo di aver fatto il passo più lungo della gamba, ad aver scritto come mia prima angst una long fic. Spero di essermela cavata, in ogni caso, perché questa fiction mi ha dato più soddisfazione di qualunque altra.
Ah, a titolo informativo, questa è la quarantatreesima pagina word. Ve lo dico per darvi un’idea sommaria di quanto abbia scritto xD (Ma chi se ne frega? °-°) Spero che gli ultimi capitoli un po’ più lunghi non siano stati un disagio. In fondo, le rivelazioni di Sasuke e l’arrivo di Madara prendono molto il lettore, quindi non credo sia un problema.
Quasi mi dispiace finire di scrivere adesso. Perché so che non potrò più continuare questa fiction. Non aggiungerò più niente.
Rimarrà così, tale e quale.
Chiusa nel suo microcosmo.
Forse è così che deve essere.
Comunque vada, la conserverò ben stretta nel mio cuore, e spero che anche per Rael sia così.
Appuntamento alla prossima (?) fiction, long o one shot che sia. Adesso, come Sasuke, ho bisogno solo di un po’ di riposo.
Un bacio a chiunque mi abbia seguito fin qua, due a chi commenterà, e un eterno ringraziamento a chiunque apprezzerà l’opera intera.
See ya <3
Quasi dimenticavo! La scena finale, di Sasuke sotto la pioggia, che dice quelle parole… vi ricorda qualcosa?
Chi conosce Hatsumari, saprà di sicuro di cosa parlo!
La trovate qui:
http://heartshapedbox.blogfree.net/?t=1806655
Per cui, un ringraziamento speciale, lo devo anche a lei.
Devo dire che la scena di un Sasuke sotto la pioggia mi frullava da un po’ di tempo a questa parte. Ma quelle parole erano talmente perfette che non potevo non usarle.
Ti ringrazio capaH <3
P.S. Alzi la mano chiunque avesse pensato che sarebbe morta Ino uccisa da Madara all’inizio del capitolo 10… Ero stato ingannevole anticipandovi già che ci sarebbe stato il finale angst, mettendovi la pulce nell’orecchio e portandovi a credere che morisse lei X°°°
Non ve la sarete mica presa, eh? Io è dal primo capitolo che vi dico che Sasuke è morto °V° Che colpa ne ho io se non mi volete ascoltare? >.>

   
 
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