Non passò molto
prima che si
dissolvesse di fronte ai suoi occhi spauriti: come fosse sabbia,
incominciò a
scomporsi in piccoli puntini infinitesimali, fondendosi con l’aria
circostante.
La bionda tentava disperatamente
di conservare nel palmo della mano qualche piccola parte di quella
polvere, di
quella sabbia, di quei piccoli pezzi di Sasuke, ma sgusciavano via
troppo
velocemente, portando via con sé anche l’ultimo briciolo di felicità di
Ino.
Ma lei lo sapeva, lo sapeva bene:
ormai era da un po’ di tempo che non faceva che scivolare
verso il proprio inferno.
Capitolo
10 (Finale): Qualcuno doveva pur farlo. Perché proprio tu?
Ino posizionò le mani, pronta a
richiamare la tecnica dello sconvolgimento, piazzandole giusto davanti
al naso
di Madara.
“Questa volta non mancherò di
certo il bersaglio.”
“Divertente. Sei davvero
divertente, biondina.”
Fu un attimo. Naruto si piazzò
tra Madara ed Ino, mentre Sasuke si portò alle spalle di Madara.
Gli occhi di Naruto erano
contornati di un colore andante sul bordeaux. Ed il suo sguardo era
determinato
più che mai.
“I team di Konoha agiscono sempre
in gruppi di tre, non lo sapevi?” Proferì il biondo a denti stretti.
“Cosa pensate di ottenere in
questo modo? Io resto sempre inconsistente.”
“Ma se proverai ad attaccare uno
di noi, gli altri reagiranno. Siamo fin troppi anche per te.”
“Chi hai mai detto che devo
attaccare?” In un attimo, Madara sprofondò nella base della clessidra
più alta,
scomparendo agli occhi dei tre.
Sasuke sapeva che prima o poi
sarebbe dovuto uscire da quella colonna. Sintonizzò i suoi occhi muniti
di
Sharingan sulla colonna di pietra, aspettando che l’avversario facesse
la sua
mossa.
“Sopra di noi!” Urlò il moro,
osservando una cascata di carte bomba che piombava addosso a loro. In
un attimo
i tre si erano fiondati su una delle pareti della sala, attaccandovisi
coi
piedi.
“I suoi attacchi non sono mai fatali.
Sta solo giocando con noi. Credo che voglia prima mettere fuori gioco
me e
Sasuke per tenersi Naruto come dessert.”
“Ino. Tieni d’occhio Madara e
puntalo con la tua tecnica. Se lo vedi compiere qualcosa di
compromettente,
colpiscilo senza pietà.”
Ino puntò i suoi occhi fissi su
Madara. L’avversario fece altrettanto. Sentiva Sasuke confabulare con
Naruto,
ma il suo unico pensiero fisso era Madara. Quello spregevole essere che
aveva
riservato quel trattamento a Sasuke… e che l’aveva ingannata inscenando
quella
morte. Era stato lui che l’aveva fatta scivolare in quell’inferno, non
Sasuke.
Qualcuno avrebbe dovuto pagare per il dolore che lei aveva provato. E
sarebbe
stato lui.
“Quello che mi chiedi è
impossibile, Sasuke!” Naruto sbiancò in volto. Divenne cadaverico. I
denti
cominciarono a tremargli.
Sudava freddo, terribilmente.
“Naruto, non l’avrei mai chiesto
se non fossi stato tu.”
“E’ fuori discussione!”
Ino torse gli occhi verso i due
che discutevano animatamente. La faccia di Sasuke era disperata, quasi
implorante. Non l’aveva mai visto con un’espressione del genere.
“Ti prego, Naruto. Se ti reputi
davvero un amico, devi anche saper accettare le mie scelte.”
Ti prego… Ino non riusciva a credere alle sue
orecchie. Che si
fosse risvegliata qualcosa nel cuore sopito dell’Uchiha? Forse essere
stato
così vicino alla morte, gli aveva fatto apprezzare di colpo la vita e i
valori
morali?
“Perché… PERCHE’ LE SCELTE CHE FAI SONO SEMPRE COSI’
DANNATAMENTE SBAGLIATE?”
“Questo lo dici tu, Naruto. Io ragiono in maniera diversa.”
Rispose
lui, facendo eco al compagno.
“Dannato Sasuke.” Naruto calò il
viso, preoccupato. Cercò di trattenersi, ma il volto tradiva i suoi
sentimenti,
e Ino se ne accorse.
“Madara! Maledizione, Ino! Dov’è
finito?”
“Oh!” Ino sbiancò, rendendosi
conto che attratta dal dialogo dei due, si era lasciata sfuggire il
bersaglio.
“Maledizione, Ino! Era di vitale
importanza! E ora?”
“Scusatemi…”
“Sasuke, non fare il
melodrammatico, non è tutto perduto! Ascolta, Ino…” Naruto le si
avvicinò
cautamente, sussurrandole all’orecchio: “Da adesso in poi è necessario
che tu
non tolga un attimo gli occhi da Madara. Tieniti pronta a bloccarlo con
la tua
tecnica al mio segnale. Dalla tua azione dipende la riuscita di tutta
la
missione. Te la senti, Ino?”
Quelle parole, così dirette.
Di certo si era presa già gravi
responsabilità, durante le sue missioni. Ma fallire adesso equivaleva a
morte
certa.
“Dev’essere un attacco a
sorpresa. Se fallisce la prima volta non avremo altre occasioni.”
“Puoi contare su di me.” Rispose
con aria decisa la bionda.
“Perfetto. Naruto, ti do un
minuto di tempo. Sai ciò che devi fare.”
“Sì…” Mormorò Naruto a voce più
che bassa e insicura, rispondendo al moro. Richiamò subito due bunshin,
impartendogli l’ordine di nascondersi da qualche parte. In attesa di
tempi
migliori.
“Muoviamoci sempre in gruppo. Con
un avversario del genere, un corpo a corpo singolo non ha speranze.
Vedrete che
si farà presto vivo, quando saprà che… starò per usare l’izanagi.”
“Izanagi?” Madara ghignò, e la
sua risata risuonò per tutta la sala, dopo aver nominato quella
tecnica. “Ora
sì che le cose si fanno interessanti.” Comparve lì, accanto a quella
grossa
clessidra, sul pavimento della sala. Non si poteva vedere lo sguardo
per via
della maschera, ma di sicuro avrebbe avuto un’aria fin troppo spavalda.
“Via!” Urlò Sasuke, dirigendosi a
perdifiato giù per la parete. “Questa volta saremo pari Madara! Saremo
entrambi
invincibili!”
“Sasuke… sei già cieco ancor
prima di usare l’Izanagi, se pensi di vincere con una mossa del
genere!”
Replicò l’Uchiha anziano, per niente intimorito.
“Sasuke!”
“Andiamo Ino! Non dobbiamo
lasciarlo solo!”
Anche i due compagni cominciarono
a seguire l’imbizzarrito Sasuke giù per la parete, faticando per
rimanere al
passo. L’eccitazione del combattimento aveva reso Sasuke ancora più
veloce.
In pochi secondi, Sasuke si
trovava Madara a qualche metro. La sua katana impregnata ancora del
sangue di
qualche precedente scontro, era pronta a sorbirsi un altro bagno di
sangue.
“Sasuke… la tua ingenuità mi fa
quasi pena. Di tutto mi sarei aspettato da te, fuorchè venirmi incontro
in un
modo così scontato. Ti darò del tempo per riflettere sull’avventatezza
delle
tue azioni.”
In un attimo, un potente vortice
assorbì Sasuke all’interno della maschera di Madara. E il moro
scomparve alla
vista dei due compagni.
“SASUKE!” Urlò Naruto, imbizzarrito. Anche le ultime
speranze di
vittoria erano sparite in una folata di vento. Che stavolta non veniva
da est.
Ino si bloccò, immobilizzata.
Sasuke era scomparso. Era finita. Sasuke si era per sempre allontanato
dalla
sua vita, per non farvi più ritorno.
Aspettava solo che qualcuno
calasse il sipario, per far finire lì quella tragedia, prima che tutto
potesse
diventare ancora più tragico.
“Ino… non dimenticare i miei
ordini. Abbi fiducia in Sasuke.”
Mormorò il biondo.
Il biondo era di nuovo lì,
impassibile, di spalle a lei. La figura di Naruto si fuse con quella di
Sasuke,
nella mente della Yamanaka.
Allargò il braccio sinistro con
un gesto improvviso, mettendolo di fronte ad Ino. Lentamente, alzò il
pollice
ad indicare che fosse tutto okay.
“Abbi fiducia in Sasuke, ‘ttebayo.”
Dopo aver rincuorato la compagna,
Naruto si avvicinò a passi lenti di fronte a Madara, braccia allargate,
in
segno di resa.
“Ne ho abbastanza. Ho già perso
Sasuke, non voglio perdere anche Ino. Visto che con me il tuo appetito
si
sazierà, fai di me ciò che vuoi. Questa storia deve finire qua.”
E’ questa la parete? Sì, sembra proprio la parete.
“Scelta ragionevole, jinchuuriki.
Non avrei potuto auspicare niente di meglio. Non ti preoccupare, non ti
ucciderò. Per lo meno finchè non ti estrarrò il bijuu.”
“Posso fare un’ultima confessione
alla mia compagna, prima di lasciare questo mondo?”
“Fai pure come vuoi. Ormai ho
raggiunto il mio obiettivo. Dieci secondi in più non pregiudicheranno i
miei
piani.”
Direi che un minuto è passato abbondantemente. Aspetto un
tuo segnale.
“Ino. Vieni al mio fianco.”
“Non farti mai trovare
impreparata. Voglio lasciarti con questo ammonimento.”
“Certo.” Rispose lei, annuendo.
Doveva essere un messaggio in codice per dirle di prepararsi. Doveva
esserlo!
Nessuno lascerebbe un messaggio così insulso in punto di morte.
“Bene. Ora devo chiedere alla tua
compagna di allontanarsi, o non ti potrò stordire. E tu, posa il kunai
che
tieni nelle mani. Niente scherzi.”
“Certo.”
Naruto mollò il kunai. Il rumore
di quell’arma risuonò per tutta la sala, rompendone il silenzio solenne.
Ino compì qualche passo indietro,
sguardo sempre fisso su Madara e cuore che le palpitava a mille. Presto
sarebbe
dovuta entrare in azione? Quando e cosa sarebbe successo? Quanto
avrebbe dovuto
aspettare? Che fine aveva fatto Sasuke?
Troppe domande, e troppo poco
tempo.
Naruto sospirò. Vide la mano di
Madara muoversi velocemente verso il suo collo, e nel momento stesso in
cui i
polpastrelli di Madara gli sfioravano la pelle gettò un urlo:
“SASUKE!”
Il rumore di mille falchi risuonò
per tutta la sala, mentre la mano di Sasuke fuoriusciva dallo stomaco
di
Madara, attraversato da testa a piedi dal dolore.
“INOOOOOOOOOOOOOO!” Urlò di seguito Naruto.
Ino si sentì mancare un battito.
Mise a contatto in tutta fretta i pollici con gli indici, scagliando
contro
Madara la sua prodigiosa tecnica.
Un attimo dopo, attraverso le sue
appannate pupille, riusciva a vedere Naruto, mentre sentiva un buco
attraversarle lo stomaco. Se non avesse imparato la tecnica superiore a
quella
del capovolgimento, avrebbe condiviso lo stesso destino di Madara.
La sensazione era comunque
fastidiosissima.
Non capiva cosa stesse
succedendo, ma aveva svolto alla perfezione il suo lavoro.
Due bunshin si avvicinarono di
corsa dall’entrata della sala, portando nei palmi delle loro mani un
grandissimo rasenshuriken.
Il dolore lancinante aveva quasi
stordito Ino. Inoltre, un rumore continuo e fastidioso, continuava a
martellarle il cervello. Raccolse le energie in massa, per concentrarsi
e
capire cosa fosse.
Con grande stupore, riconobbe la
voce di Sasuke.
Lo sentiva dentro di sé? Era
dentro il corpo di Madara? Cosa stava succedendo?
Naruto fissava i due bunshin con
aria disperata, mentre lentamente faceva scivolare il rasenshuriken
nella
propria mano.
Avanti, Naruto, muoviti! Muoviti!
Ino riusciva a sentire quella
voce dentro di sé. Che altro avrebbe dovuto fare se non riferire quelle
parole
al diretto interessato?
“Avanti, Naruto, muoviti!
Muoviti! Sasuke sta urlando questo. Lo sento dentro di me.”
“Allora è proprio lì dentro…”
“Sbrigati! Il chidori non durerà
ancora per molto! Devi colpirlo adesso con la tua tecnica di vento, se
vogliamo
essere sicuri che Madara muoia.” Rispose Ino, attraverso il corpo di
Madara,
riferendo quello che Sasuke diceva all’interno del corpo. “Cosa
significa tutto
questo?” Aveva aggiunto lei di sua spontanea volontà.
Questa è una tecnica che Madara utilizzava quando ancora
non era in
possesso dell’illusione reale. Ciò significa che fa parte delle
tecniche
spazio-temporali limitate al suo corpo, e non al mondo circostante.
Indi per
cui, una tecnica del genere non poteva trasportare le persone in altro
posto se
non all’interno del suo corpo.
Ino riportò per filo e per segno
quello che Sasuke ribadiva dentro il corpo, facendolo pervenire a
Naruto, come
aveva già fatto precedentemente.
“Sasuke ha agito dall’interno,
Ino. Solo così avremmo potuto fermare Madara.”
“E adesso?”
“Adesso io scaglierò il mio
rasenshuriken contro Madara.”
“Ma Sasuke…” Il corpo di Madara
gettava ancora fasci di elettricità dallo stomaco, che infrangendosi
contro il
rasenshuriken si dissolvevano.
“I miei danni saranno minimi. Il
corpo di Madara mi proteggerà. Adesso è importante che Naruto si
sbrighi prima
che il mio chidori si esaurisca. Se lui fallisse nell’uccidere Madara,
e tu
perdessi il controllo su di lui per via del dolore, saremmo di nuovo
punto e a
capo.” Pronunciò ancora Ino, facendo le veci di Sasuke.
“Sasuke… non sarà pericoloso?”
“Adesso spingi, Naruto. Spingi come hai sempre fatto.”
“Sasuke!”
“Naruto. Tu sei la spinta.”
“Sasuke…” Naruto continuava a
rimuginare, dubbioso sul da farsi. Se voleva fidarsi di Sasuke, avrebbe
dovuto
colpirlo. Sembrava quasi un paradosso.
Ino cominciò a gettare lacrime e
singhiozzare. Una goccia splendente brillava attraverso il foro della
maschera
di Madara.
“Ino?”
“Naruto… tu sei stato la mia spinta.” Madara mosse
lentamente le
labbra. Ino riuscì a spiccicare quelle poche parole, tra una lacrima e
l’altra.
La bionda non aveva retto, sentendole dire a Sasuke, lì dentro, e aveva
cominciato a piangere.
Naruto prese il coraggio a due
mani e spinse in avanti il rasenshuriken, mentre le scosse elettriche
che
fuoriuscivano dal corpo di Madara si facevano sempre più flebili.
Una lacrima venne espulsa dai
suoi occhi azzurri e si elettrizzò a contatto con un raggio elettrico,
arrivandogli
sulla guancia e bruciandolo.
“SENZA NESSUN REMORE!” Urlò come un dannato, mentre
affondava il colpo
nel petto dell’avversario.
Il sangue schizzò dappertutto,
mentre il corpo di Madara veniva disintegrato a contatto con la potenza
del
colpo.
Dallo squarcio del corpo del
nemico, ne uscì fuori Sasuke, ricoperto di sangue. Fermo a mezz’aria,
venne
spinto clamorosamente dal vento tagliente del colpo, che lo fece
ruzzolare
parecchi metri più in là, trascinandosi dietro una scia di sangue.
Ino si ritrovò di colpo nel suo
corpo, per lo shock e il dolore provato in quel momento. La sua
palpitazione
era a mille. Il suo respiro pure. Si sentiva come se si fosse appena
risvegliata da un incubo.
Si alzò di fretta, osservando il
rasenshuriken che si andava dissolvendo nella mano dell’Uzumaki.
Di Madara non sembrava essere
rimasta traccia. Solo il sangue, che si stagliava sulla grande
clessidra in
pietra e sulle pareti illuminate della stanza.
Intriso in una pozzanghera di
sangue anomalo, si trovava Sasuke, braccia aperte e bocca spalancata.
Respiro
affannato, ma quasi assente.
Ino e Naruto lo individuarono
subito, quasi come in preda ad un istinto di tipo animalesco. Ino si
gettò su
di lui, con le mani pronte ad immettere chakra nel corpo martoriato
della
persona che amava.
Incredibilmente, Sasuke
conservava abbastanza energie da fermarle le braccia, prima che
potessero
venire a contatto col suo corpo.
Plic.
“E’ inutile.”
Freddo come il ghiaccio. Tipico
di Sasuke.
“Questo lo deciderò io!” Rispose
lei, testarda più di un mulo, posizionando ugualmente le sue mani sul
petto del
moro. Al tatto si accorse subito di qualcosa che, ad occhio nudo, non
aveva
visto per via dei vari grumi di sangue sparsi sul corpo del moro.
Un lungo - troppo lungo - taglio
attraversava orizzontalmente in più parti la zona dello stomaco. Era
dovuto a
quello, la gran perdita del sangue del moro.
“Sasuke! Io mi ero fidato di te!”
Urlò il biondo, posizionando le sue palpebre a due centimetri da quelle
del
moro.
“Eh. A quanto pare, a scherzare
con le illusioni, poi diventano realtà. Morirò davvero.”
“Non lo dire. Non osare.”
Plic.
Naruto si voltò fiducioso verso
Ino. Si aspettava delle risposte da lei. Ma le lacrime che le erano
appena
scappate furono la più eloquente risposta che Naruto potesse mai
ricevere.
Non c’era più modo di contenersi.
Ino mise le mani agli occhi, bagnandole completamente di lacrime salate.
Plic.
“Portatemi fuori, per favore.”
Naruto alzò con cautela il suo
compagno, poggiandogli il braccio sulla propria spalla, avvinghiandolo
al suo
collo. Ino, tra un singhiozzo e l’altro fece lo stesso. Come non poter
accontentare il suo ultimo desiderio?
Ancora non riusciva a crederci.
Perché l’avevi fatto?
Qualcuno doveva farlo.
Perché proprio tu?
Perché era stata una sua
decisione.
Non poteva far altro che
rispondersi da sola e gettare quelle disperate lacrime dagli occhi, che
più che
altro le sembravano fiumi di magma cocenti.
Cominciarono a risalire
lentamente le pareti della stanza, con l’obiettivo di arrivare fino al
soffitto.
Plic. Plic. Plic.
“Vi sono debitore.”
“Sta’ zitto.” Gli aveva risposto
freddamente Naruto. Lottava con tutto se stesso per non piangere. Per
trattenersi almeno questa volta. Perché Sasuke non avesse come ultima
immagine
di lui, un Naruto sofferente.
“Visto che vi siete spinti fin
qua, non potevo far altro che assicurarvi un futuro. Un futuro
veritiero. La
speranza e le illusioni non aiutano a
superare le morti.”
“Quello che volevamo noi era un
futuro accanto a te, veritiero o fasullo che fosse. Non riesci a
capirlo,
Sasuke?!”
“Non urlare, per favore. Ho
bisogno di… riposo. Voglio solo un po’ di riposo.”
“Riscatterò la tua immagine,
Sasuke. Diventerai un eroe di Konoha. Non sarai più considerato un
mukenin, te
lo prometto.” Pronunciò a denti stretti Naruto. Finiva inevitabilmente
per
strisciare l’arcata dentaria superiore con quella inferiore, nella
situazione
sofferente nella quale era.
“No. No. Non ti ho appena detto
che voglio solo riposare? In pace. Che nessuno venga a disturbarmi. Che
nessuno
si azzardi a nominarmi. Konoha vivrà all’oscuro del caso Madara come
all’oscuro
del caso Uchiha.”
“Il caso Uchiha?” Chiese Ino,
inconsapevole di ogni cosa.
Le parole sentite un tempo da
Madara attraversarono velocemente la mente di Naruto. Allora, quando
gli aveva
spifferato quelle cose insieme a Kakashi e Yamato, aveva ragione? C’era
stato
davvero sepolto quel mistero sotto le morti perpetrate agli Uchiha?
A quel punto Naruto pianse.
Pianse più che mai, comprendendo totalmente quanto dolore avesse potuto
provare
l’amico. E non aveva altro modo di manifestarlo se non con quelle
lacrime.
“Non farmene parlare, Ino. Non
voglio che venga gettato fango sulla mia famiglia, anche da morta. Mi
sta bene
così. Ho ottenuto la mia vendetta. Mi sono sforzato tanto durante
questi anni.
Ora ho bisogno di riposo. Solo di riposo. Riposo.”
Continuava a ripeterlo
incessantemente, quasi ne avesse un bisogno immediato e spasmodico.
Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic.
Plic. Plic.
Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic.
Plic.
Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic. Plic.
Plic.
“Naruto.” Mormorò il moro, mentre
un rivolo di sangue scendeva dalle sue labbra fino al mento e al petto,
mischiandosi all’altro sangue. “Sei stato ciò che di più vicino ad un
fratello
io abbia mai avuto. Se quando se ne fosse andato Itachi non ti avessi
avuto
accanto, probabilmente sarei impazzito. Per quante volte io abbia
provato a
recidere questo legame, era troppo forte. Troppo radicato in me. Ti ho
conservato
dentro di me. Fino a quando non sei diventato la mia spinta.”
Naruto non rispose. Impastò la
saliva nella sua bocca, deglutì copiosamente, e mosse le labbra in una
smorfia
indecifrabile.
“Ino.” Sasuke si voltò lentamente
verso Ino. Le labbra quasi gli si muovevano a scatti, a rallentatore.
“Sei
stata la ragazza più appiccicosa che io abbia mai conosciuto. Devo dire
che ne
hai avuto, di fegato, per continuare a preoccuparti di uno come me, per
tutto
questo tempo. Molto probabilmente non ti ho ripagato nemmeno di un
decimo, di
tutto ciò che hai fatto per me. Ma spero che ti possa bastare, dato che
non ho
altro tempo per rimediare. Se tu non avessi avuto la pazienza di
sopportarmi
durante le mie invasioni…”
Ino continuò a piangere
rumorosamente. Non aveva neanche il tempo di fermarsi a parlare, tanta
era la
foga con cui le uscivano le lacrime.
“E Sakura? Cosa diremo a Sakura?
Anche lei ti ha cercato come una forsennata.” Furono le uniche parole
che
riuscì a mormorare Naruto.
“A patto che mantenga il segreto…
ditele solo arigatou. Lei capirà.”
Narutò lanciò con decisione una
carta bomba verso il soffitto, che crollò, rivelando la superficie,
dalla quale
filtrava la luce che illuminava la sala sottostante.
Una forte pioggia penetrava
incessantemente dentro, producendo continuamente e ininterrottamente il
plic
che aveva condotto Sasuke fino a lì fuori.
Sbucati in superficie, l’odore
dell’erba bagnata si infilò nelle loro narici, inebriandoli.
Sasuke poggiò i piedi con fare
sicuro, liberandosi autonomamente dalla presa sul collo dei suoi due
amici.
Compì un solo passo in avanti,
quanto bastava per non farsi vedere dai suoi amici in volto.
Una scia di lacrime vennero
fuori, dirette, veloci, smisurate.
Alzò la testa al cielo.
“Perché… diamine… sta… piovendo?” Biascicò.
Poi cadde, pancia in giù, senza
muovere più alcun muscolo.
Quelle lacrime sarebbero state
cancellate per sempre dalla pioggia.
I due biondi, affannosamente,
smossero il corpo del moro, intestarditi, per buoni cinque o dieci
minuti di
fila. Prima di volersi arrendere all’evidenza.
Non poterono far altro che
abbracciarsi, che stritolarsi fra di loro, che condividere quelle
stramaledette
lacrime, e gettare dei versi senza senso intrisi di dolore.
Si abbracciarono. Si
abbracciarono. Si abbracciarono.
Entrambi avevano perso, insieme a
Sasuke, un pezzo del loro cuore.
Cosa avrebbe potuto sostituirlo?
La pioggia continuò a cadere
inesorabile, impassibile.
Beata lei, che di Sasuke riusciva
a infischiarsene.
Ino si avvinghiò con forza alla
schiena di Naruto, stringendo con le sue unghia, soffocando le sue urla.
No, adesso nell’inferno non c’era
solo scivolata, c’era piombata direttamente, senza avere possibilità di
risalirne.
Una legione di demoni l’avrebbe
tenuta lì finchè la ferita nel suo cuore non si sarebbe sanata.
Forse non sarebbe mai accaduto
tutto ciò.
Che senso ha pensare al futuro,
se il presente è già di per sé invivibile?
Già, che senso aveva?
Lo stesso per cui non ci si deve mai abbattere nella
propria vita.
Perché dopo un’onda di tristezza, arriva a sbattere sulla battigia un
intero
oceano di felicità.
Non c’era male peggiore che
potesse provare in vita sua.
Prima o poi, sarebbe stata
meglio. Avrebbe sorriso, avrebbe gioito, avrebbe scherzato.
Ma non avrebbe MAI dimenticato.
E in quell’attimo di tristezza
indicibile, venne fulminata da un’improvvisa consapevolezza.
Un haiku, un altro.
Questa volta l’autore non era
Mauda Chiraha.
Non si ricordava di chi fosse, ma
ricordava benissimo come recitasse.
riposa e ricorda,
quel che donasti.
Plic.
Plic.
Plic.
FINE
[A Stellina, con affetto.
Augurandoti che la tua sofferenza non sia mai pari a quella di Ino.
E che dopo un’ondata di tristezza arrivi sempre a sbattere, con maggior
forza, sulla tua battigia, un oceano di felicità.]
---
Quando ho iniziato questa
fiction, non immaginavo neanche lontanamente che sarebbe finita così.
Adesso sono orgoglioso di me.
Credo di aver svolto un lavoro
niente male.
Ciò che più importa, è sapere che
alla destinataria dell’opera sia piaciuta particolarmente, o per lo
meno,
finora così è stato, e spero che anche questo capitolo finale la
soddisfi
abbondantemente.
Ho scritto come un treno in
questi ultimi giorni perché avevo le idee chiare, sapevo cosa scrivere,
e
volevo assolutamente cogliere il momento.
Ringrazio con tutto il cuore ;keiruzumaki
(Ormai trasformatasi in ;russianroulette da un bel po’ X°°°) per avermi
seguito
fino alla fine e betato in maniera eccellente. Se sono arrivato fin
qua, è
stato anche grazie ai suoi incoraggiamenti.
Credo di aver fatto il passo più
lungo della gamba, ad aver scritto come mia prima angst una long fic.
Spero di
essermela cavata, in ogni caso, perché questa fiction mi ha dato più
soddisfazione di qualunque altra.
Ah, a titolo informativo, questa
è la quarantatreesima pagina word. Ve lo dico per darvi un’idea
sommaria di
quanto abbia scritto xD (Ma chi se ne frega? °-°) Spero che gli ultimi
capitoli
un po’ più lunghi non siano stati un disagio. In fondo, le rivelazioni
di
Sasuke e l’arrivo di Madara prendono molto il lettore, quindi non credo
sia un
problema.
Quasi mi dispiace finire di
scrivere adesso. Perché so che non potrò più continuare questa fiction.
Non
aggiungerò più niente.
Rimarrà così, tale e quale.
Chiusa nel suo microcosmo.
Forse è così che deve essere.
Comunque vada, la conserverò ben
stretta nel mio cuore, e spero che anche per Rael sia così.
Appuntamento alla prossima (?)
fiction, long o one shot che sia. Adesso, come Sasuke, ho bisogno solo
di un
po’ di riposo.
Un bacio a chiunque mi abbia
seguito fin qua, due a chi commenterà, e un eterno ringraziamento a
chiunque
apprezzerà l’opera intera.
See ya <3
Quasi dimenticavo! La scena finale,
di Sasuke sotto la pioggia, che dice quelle parole… vi ricorda qualcosa?
Chi conosce Hatsumari, saprà di
sicuro di cosa parlo!
La trovate qui:
http://heartshapedbox.blogfree.net/?t=1806655
Per cui, un ringraziamento
speciale, lo devo anche a lei.
Devo dire che la scena di un
Sasuke sotto la pioggia mi frullava da un po’ di tempo a questa parte.
Ma
quelle parole erano talmente perfette che non potevo non usarle.
Ti ringrazio capaH <3
P.S. Alzi la mano chiunque avesse pensato che
sarebbe morta Ino uccisa da Madara all’inizio del capitolo 10… Ero
stato
ingannevole anticipandovi già che ci sarebbe stato il finale angst,
mettendovi
la pulce nell’orecchio e portandovi a credere che morisse lei X°°° Non ve
la sarete mica presa, eh? Io è dal primo capitolo che vi dico che
Sasuke è morto °V° Che colpa ne ho io se non mi volete ascoltare?
>.>