Anime & Manga > Nadja Applefields
Segui la storia  |       
Autore: Hairen    24/02/2010    2 recensioni
E se Nadja avesse una sorella, una sorella da cui l’hanno separata alla nascita e di cui solo il nonno, il duca Preminger e pochi altri conoscono l’esistenza…Che è vissuta in una villa lontana, a parte. Colette, sua madre non sa neanche che esiste, ed è convinta di avere solo Nadja, non si rammenta della bambina che nacque insieme a lei quel giorno. Una ragazza allevata severamente dal duca Preminger che nonostante ciò, conserva una voglia di libertà e un sogno che la portasse fuori da quelle mura. Una ragazza che non è stata mai lasciata uscire fuori dal giardino della sua villa, che ha vissuto i suoi 15 anni chiusa, senza conoscere paesi, città…senza conoscere il mondo. Destinata ad ereditare il ducato di Preminger a causa del rifiuto di Nadja, la primogenita nata 3 minuti prima di lei. Avverto: la storia è ambientata un paio d’anni più avanti rispetto a quando finisce il cartone. Non tutti i personaggi e i luoghi sono eguali all’anime anzi alcune parti sono completamente inventate. [Personaggi:Diana Preminger, Nadja Preminger,Colette Preminger, Duca Preminger, Oscar Preminger, Francis Harcout, Keith Harcout] [KeithxDiana] [FrancisxNadja]
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 2

Fuga

Durante il pomeriggio del giorno dopo chiamai Brigitte nella mia stanza.

“Cosa succede?” domandò dopo essere entrata ed aver chiuso la porta.

“Vieni!”  disse Diana facendola sedere sul letto vicino a lei “Allora ascoltami... a mezzanotte di stasera ci sarà il cambio della guardia. Noi alle una scappiamo. Quando al cancello ci sarà solo una guardia! E non ci scopriranno fino alle 7 quando verranno per svegliarmi. Che ne dici?”

“Perfetto… vedo che tutte le tue fughe ti hanno fatto diventare un esperta…”scherzò Brigitte annuendo.

“In effetti... Di questo passò altro che erediteria… mi sa che farò la ladra..”sorrise Diana “Comunque…” cominciò nuovamente tornando seria “ A mezzanotte mentre c’è il cambio della guardia verrò in camera tua, da lì è più facile arrivare al portone del retro. E mentre aspettiamo che si facciano le una possiamo prepararci… Anche psicologicamente.”

“Bene. Ah! E guarda cosa ho trovato in cucina!” esclamò Brigitte estraendo da una tasca una boccetta di vetro contente del liquido trasparente.

“Cos’è?”

“Veleno per topi. Non è mortale per un essere umano. Lo metterò nel pasto della guardia che stanotte prenderà il cambio così sarà già intontito quando arriveremo.”

“Perfetto…vedo che la mia influenza sta trasformando anche te in una piccola ladruncola eh?”

“A quanto pare sì. Sono piuttosto nervosa, ma anche eccitata.”

“Non ti preoccupare. Nel caso le cose dovessero andare per il peggio e ci dovessero riprendere racconta che stavi cercando di fermarmi o roba simile. Promettimelo.”

“No!”

“Brigitte se non prometti scappo da sola!”

“Io ti seguo.”

“Allora non scapperò proprio e resterò qui finché il nonno non farà il suo annuncio alla società!”

Brigitte guardò Diana con aria triste, poi abbassò la testa e sospirò.

“E va bene. Prometto.”

“Molto bene!” Diana sorrise soddisfatta “Allora verrò in camera tua stanotte a mezzanotte…Ora vado, ho lezione di pianoforte.”
“Sarà una mia impressione ma di tutte le tue lezioni credo che quella di pianoforte sia la tua preferita. Non è così?”

“Chissà!” sorrise andandomene.

Era vero. La lezione di pianoforte era proprio la sua preferita. In realtà tutte quelle che riguardavano la musica in qualche modo le piacevano. Quando ascoltava musica, la componeva o la danzava era come se fosse libera. In quei momenti Diana si sentiva come un cigno che poteva volare e vagare tra paesi lontani posandosi nei laghi ed esibendosi in meravigliose danze.

 A mezzanotte in punto come programmato uscì piano dalla sua stanza, diretta a quella di Brigitte.

Quando arrivò davanti alla sua porta bussò piano.

“Brigitte!” sussurrò

“Ah eccoti! Stavo iniziando a preoccuparmi , pensavo mi avessi lasciata qui!”

“Brigitte sono in ritardo di 2 minuti!!”

“Lasciamo perdere. Dai entra!”

Entrò nella stanza di Brigitte e si posò sul letto ben fatto, ponendo vicino a se le due valigie cariche dell’occorrente.

“Eccoti i vestiti. Cambiati in fretta.” disse Diana porgendole un paio di pantaloni neri e un maglione blu.

“Che gusto tremendo che hai…!” mormorò Brigitte prendendoli.

“Sciocca. Questi servono solo per la fuga. Nella valigia ce ne sono di migliori. Con quelli sì che sembrerai una signorina ricca!” sorrise Diana.

“Bene! In questo caso non vedo l’ora che usciamo di qui così potrò indossarli!” disse lei emozionata. Aveva sempre desiderato provare i  vestiti da “ricca” come diceva lei, di Diana e ora finalmente ne aveva l’occasione.

“Già! Ora ascoltami…” disse Diana tornando seria “Dentro alle valigie oltre ai vestiti ci sono coperte, indispensabile per l’igiene, cibo e un po’ di soldi!”

“Bene io ho preso la paga di questi anni! E anche dell’altro cibo.” aggiunse lei

“Stasera a cena hai dato al soldato che deve fare il cambio il veleno per topi?”

“Sì signora!” sorrise lei portando una mano alla fronte come un soldato

“Ottimo! E’ tutto pronto allora!” concluse soddisfatta “Ora mi cambio anche io con abiti più comodi per la fuga e poi possiamo iniziare le danze!”

Mi cambiai velocemente poi entrambe prenderono una valigia e si diressero silenziosamente alla porta sul retro.

Come ogni volta in cui provava a scappare Diana svuotò la mente da ogni pensiero, e il cuore da ogni dubbio e paura.

Si chiusero la porta dietro, e avanzarono fino a giungere dietro una colonna del maestoso cancello, a pochi metri dalla guardia assonnata che da dentro vigilava sulla tranquillità della villa.

Il cambio della guardia era già avvenuto se no ci sarebbero state tre guardie e non solo una.

Diana strinse saldamente il bastone che aveva preso per tramortire la guardia e dopo aver respirato profondamente  avanzò con fluidità e silenzio dietro l’uomo e lo colpì con un colpo secco alla nuca facendolo svenire.

In seguito disse a Brigitte di raggiungerla e frugò nelle tasche dell’uomo svenuto finché non trovo le chiavi del cancello.

“Perfetto!” esultò a bassa voce Diana infilando la chiave nella serratura e aprendo il cancello il giusto necessario.

“Brigitte andiamo!” sussurrò Diana afferrando la sua valigia e uscendo dal cancello seguita subito da Brigitte.

E così Diana per la prima volta in 16 anni mise la testa fuori dalla villa. Era pronta per conoscere il mondo e a quel punto niente l’avrebbe più fermata.

Corsero insieme fino a quando il fiato uscì completamente dal loro corpo e ansimando si sedettero sul ciglio della strada.

Diana attorno a se vedeva tante case tutte addossate l’una all’altra e capì che quello era un paese.

Immaginava le persone lavorare nelle proprie botteghe, di udire il rumore di chiacchiericcio della gente che si fermava a conversare, e ascoltava il rumore del ruscello dietro di lei…

Tutte quelle sensazioni portarono molta gioia nel cuore di Diana, tutti quei suoni, quegli odori per lei significavano libertà!

Brigitte la condusse nel centro del paese, le fece vedere cosa c’era e le particolarità di ogni angolo di strada come se conoscesse quel luogo come le sue tasche.

Alla fine la portò alla stazione dei treni e si allontanò un momento per chiedere informazioni all’uomo dietro il banco con sopra scritto “biglietteria”.

“Diana! Il primo treno è tra una mezz’ora e va a Vienna.”  le disse Brigitte una volta tornata

“Va bene.” Sorrise Diana

“Allora prendo due biglietti nello scompartimento economico.”

“D’accordo”

Brigitte si allontanò ritornando dal bigliettaio e comprando i due foglietti.

“Bene allora avviamoci verso il binario, così non rischiamo di perderlo”

“Okay”

Si diressero verso il binario 5  e una volta arrivate si sedettero su una panchina e decisero di mangiare qualcosa.

“Ehi Diana…”

“Sì?”

“Per quanto ancora dovrò indossare questi abiti? Una curiosità ma sono per uomini?”

“Credo di sì” rise Diana “Comunque ci cambieremo nel treno. D’accordo?”

“Perfetto! Questo maglione prude!” si lamentò Brigitte

“Anche il mio. Allora tra quanto dovrebbe arrivare?”

“Cinque minuti. Perché?”

“Tra qualche ora scopriranno la nostra fuga. Per quel momento è meglio essere il più possibile distanti da qui, probabilmente avviseranno il duca Preminger  e anche se non so cosa possa fare non ho alcuna intenzione di scoprirlo.”

“Immagino… Ma a Vienna non si trova la sua villa???” domandò Brigitte dopo averci riflettuto qualche attimo.

“Sì e sono convinta che sia l’ultimo posto dove andrebbe a cercare… Il duca mi sottovaluta crederà che riavuta la mia liberà io voglia andare in posto nuovi e lontani, non penserebbe certo che andrei dove si trova lui…”

“Ha senso…”

“Già, non staremo nei pressi della sua villa ovviamente! Vienna è grande e sono sicura che il duca non passa mai nei borghi di Vienna dove abita la gente povera!Noi andremo lì.”

“Perfetto! Comunque ho notato che stai iniziando a chiamare tuo nonno “duca” perché?”

“Perché adesso sono libera non ho più nessun legame ne con lui ne con Colette ne con Nadja. Da oggi sarò solo Diana e all’infuori di te non conoscerò nessun altro. Per la prima volta, Brigitte, mi sento veramente leggera, come se prima avessi un peso che mi opprimeva il cuore ora invece è come se fosse andato via e ho una sensazione di leggerezza dentro che nemmeno ti immagineresti…”

“Capisco” sorrise Brigitte guardando l’amica “E allora ti è piaciuto quello che hai visto qui?”

“Sì”

“Ebbene Vienna è il quadruplo di questo paese! C’è molta più gente, più negozi, più mercati più vita!”

“Meraviglioso…” mormorò Diana

In quel momento il treno arrivò in stazione seguito dalla sua scia di vapore e dai suoi boati, i suoi boati che annunciavano il suo arrivo che Diana udì come un grido di gioia e libertà.

“Prego Diana!” sorrise Brigitte posizionandosi vicino l’entrata e chinando la testa.

“Grazie Brigitte!” rispose Diana chinandosi a sua volta ed entrando poco dopo nel treno seguita da Brigitte.

Cercarono il loro posto e giunsero in uno scompartimento con sei posti dei quali due erano occupati da una mamma e suo figlio e gli altri erano liberi.

“Salve…” dissero in coro Diana e Brigitte accomodandosi sui sedili

“Buongiorno” sorrise loro la donna

“Gli altri tre posti sono liberi?” chiese Brigitte alla donna

“Sì, ma credo che sono stati prenotati per le prossime fermate…”

“Capisco. Grazie.”

“Di niente” sorrise nuovamente

Diana per tutto il tragitto non staccò mai lo sguardo dal finestrino, ammaliata da quello che passava velocemente sotto i suoi! Erano quasi arrivata a Vienna quando il treno si fermò per l’ennesima fermata.

Diana senza accorgersene si addormentò appoggiata al finestrino e Brigitte le mise una coperta che le copriva perfino la testa, e si sistemò anche lei sul sedile per prendere sonno. Fu a quel punto che nel loro scompartimento entrò un’altra persona. Come automatico a tutti Brigitte si girò verso la porta e davanti ad essa vide un ragazzo alto, dagli occhi incantevoli di un intenso azzurro e i capelli biondi come un campo di grano con un espressione calma leggermente malinconica.

“Buon giorno” disse quello sorridendo

“B-Buon g-giorno” disse a sua volta Brigitte arrossendo violentemente quando lo sconosciuto si sedette di fianco a lei.

“Buon giorno” disse tranquilla la donna che in quel momento stava giocando con il bambino, che avrà avuto poco più di tre anni.

Brigitte si sentiva molto a disagio, e senza volerlo quasi inconsciamente si girò verso lo sconosciuto.

“Al-allora, lei dov-dove va?” gli chiese automaticamente

Lui si girò a sua volta e sempre sorridendo rispose: “A Vienna e lei?”

“A-anche io!” disse stupita Brigitte “Ed è da solo?”

“Sì. Lei?”

“No sono c-con una m-mia amica” sorrise Brigitte indicando con un dito Diana completamente avvolta dalla coperta “Sta dormendo…” aggiunse

“Allora sarebbe meglio non svegliarla.”

“Oh n-non si preoccupi Diana non si sveglia c-così facilmente!P-per svegliarla ogni mattina mi ci vuole un q-quarto d’ora abbondante…”sorrise ancora rossa in viso “Ah no ci siamo ancora presentati io mi chiamo Brigitte Schutz . P-piacere.”

“Piacere, Keith Harcout.”

“Lo s-sa che il suo cognome è lo stesso di una famiglia nobiliare austriaca…”

“Che coincidenza…Me lo dicono spesso” sorrise un ultima volta prima di voltare la testa verso il finestrino.

“Tra poco dovremmo arrivare…”pensò Brigitte “Sarà meglio svegliare Diana…”

Così si avvicinò all’amica e cominciò a chiamarla scuotendola leggermente.

“Adesso Brigitte, lasciami stare ancora 1 minuto…” sussurò Diana ancora addormentata

“E va bene, però che sia uno!” mormorò Brigitte sospirando e alzandosi per prendere le due valigie, quando una mano l’aiuto a afferarle  poi urlò.

“Cosa succede?? Brigitte??” si svegliò subito Diana tirando su la testa e guardandosi attorno, ma l’unica cosa che vide fu un ragazzo di spalle con davanti Brigitte di spalle anche lei, che la stava aiutando a prendere le valigie.

“Perché hai urlato?” disse Diana togliendosi la coperta e iniziando a piegarla

“No…Niente…” disse Brigitte col fiato corto “Grazie” aggiunse poi rivolgendosi al ragazzo che posate le valigie stava per tornare al suo posto.

“NADJA??” urlò poi voltandosi e vedendo Diana piegare la coperta

Diana di scatto alzò la testa verso il ragazzo che la guardava stupito e subito si rese conto che quel ragazzo conosceva sua sorella.

FINE SECONDO CAPITOLO

Grazie Ramona per il commento e per aver inserito la storia sia tra le seguite che tra le preferite

Grazie anche ad Anelin per la recensione e per aver messo la storia nelle preferite.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Nadja Applefields / Vai alla pagina dell'autore: Hairen