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Autore: Hi Ban    24/02/2010    7 recensioni
“Non lo so.” Dissi con voce afona, schiarendola subito dopo, quasi per riflesso.
“Non lo sai? Eppure sei a casa sua.” Disse con voce allegra Deidara, tirando fuori la mano che aveva messo in quel borsellino in cui teneva l’argilla.
Le possibili risposte:
‘Non abito veramente qui, faccio finta.’
‘L’ho cacciato un mese fa fuori di casa perché non si toglieva le scarpe prima di entrare.’
‘L’ho ucciso e messo in una sacca da bowling perché non voleva farmi tenere un famigerato cervo.’
‘Era troppo bello allora l’ho rinchiuso in cantina per non rimanere abbagliata dalla sua bellezza.’
‘Itachi Uchiha sono io.’
‘Prima di mettere le mani su di lui dovrete passare sul mio cadavere!’
Oppure...
‘Dovrebbe rincasare per cena, potete aspettarlo in soggiorno.’

[Storia sospesa]
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 18

Oh, allora c’era un motivo per cui ero lì e non solo per fare emerite figuracce che mi avrebbero segnata per il resto della vita, rischiando di mandarmi in rotta verso la depressione.
Era già un passo avanti.
Quello che avrei dovuto pensare in quel momento era che stava per dirmi qualcosa di eclatante, che mi avrebbe fatto capire più di quel poco che sapevo.
Invece no.
Pensavo – e bisognava ammetterlo, era strano! – che Itachi avesse degli occhi magnetici. Certo, se attivava lo Sharingan non avrei più avuto una sanità mentale a cui arrecare danno, ma anche rossi erano belli.
Superando quella fase di trance che mi impediva di mantenere la mia dignità, decisi che era ora di scoprire il mistero che si celava dietro le mie mirabolanti avventure e figure di merda.
“Sarei qui per il sollazzo di qualche divinità ignota?”
Pensai subito a Jashin e non era tanto strana come ipotesi: lui era un Dio sadico e bastardo e quel che stavo passando di certo non era come una vacanza alle Mascarene.
Mi guardò come guardava chiunque, ma era leggermente stizzito.
Oh, già! Era stato lui a chiamarmi e vista la mia condotta doveva sentirsi un vero idiota e un po’ di ribrezzo verso se stesso non sarebbe mancato.
Sperai che la mano che aveva abbassato non fosse alla ricerca di un kunai, ma, almeno che non li tenesse nelle mutande, la cosa era alquanto improbabile.
Sentii un leggero sbuffo venire da sotto al tavolo e subito dopo la mano di Itachi riemerse da sotto al tavolo con una pergamena.
Oh, aveva le pergamene nelle mutande? Ma non stava scomodo?
Poverino.
In totale compassione per il sensei, non mi resi conto della stupidaggine che stavo per sparare e delle conseguenze che potevano accadere.
“Non ti da fastidio tenere le pergamene nelle mutande?”
Ero sinceramente curiosa di scoprire se quella fosse un’abitudine tipica dei ninja e misi i gomiti sul tavolo, appoggiando la testa sulle mani incrociate.
Il ritratto dell’attenzione.
“Continuo a chiedermi perché io abbia chiamato proprio te.”
Sprofondai sul tavolo nello sconforto più totale. Non era giusto!
“Guarda che sei tu quello che tira fuori pergamene dalle mutande!”
“Non ho fatto nulla del genere.”
“Certo. E allora da dove viene la pergamena?”
La mia domanda era incontestabile. Avrebbe dovuto svelarmi il mistero delle mutande formato contenitore per attrezzi ninja.
No, aspetta, era forse…
“Era un’evocazione: non hai imparato niente da quando sei qui?”
“Evidentemente no!”
Perché doveva prendermi in giro?!
Potevo avere tutti i difetti che volevo, ma io non avevo la più pallida idea di come si evocasse qualcosa o qualcuno e non potevo saperlo visto che nessuno me lo aveva insegnato.
Ero lì da quanto? Due mesi e qualcosa e non sapevo fare granché. I calci nei gioielli di famiglia altrui li sapevo dare anche nel mio mondo e quella mossa era stata l’unica a tornarmi utile.
Io non avevo lo Sharingan altrimenti avrei richiamato anche sua nonna se voleva.
Ah, no, pardon, l’aveva uccisa.
Itachi guardava fuori dalla finestra con sguardo pacato in attesa che mi calmassi.
Perché non potevo tirarlo anche a lui un calcio?
Oh, già, lui ci teneva le pergamene. Se poi ci teneva anche le carte bomba era un guaio. Meglio non rischiare.
Il tempo passava, io guardavo Itachi, lui guardava fuori dalla finestra e mi rodevo dalla curiosità Poi sua maestà si voltò verso la sua umile serva – che sarei io –, mostrando il suo regale volto. Di essere regale lo era e anche bello oltre ogni dire, ma in quel momento avrei preferito avere davanti Rock Lee.
Non avrei avuto problemi nel picchiare lui: non aveva né Sharingan né un passato da pluriomicida perciò non avevo quella cosa che i più chiamano paura o cagarella.
Io guardavo lui, lui guardava me. Sì, era bello e non vi immaginate neanche quanto.
“Bene, non parlare!”
Non voleva aprire bocca quello sciagurato! Come facevo io a sapere perché mi trovavo in quel luogo dimenticato da Kishimoto?
No, perché lui non descriveva ninja che tiravano fuori a caso pergamene e simili da chissà dove. Allora avrei fatto a modo mio, senza ricordare come erano andate a finire le missioni in cui facevo di mia spontanea volontà.
Un vago ricordo di una mazzata sulla testa e un libretto porno che faceva una brutta fine, ma non ci diedi peso.
Lui si girò nuovamente verso quella benedettissima finestra, probabilmente pensando che la sua ‘allieva’ avesse dei problemi mentali e di personalità, e io adocchiai il rotolo che teneva in mano.
Che bella mano…
Mi colpii in volto volontariamente per ripristinare le mie attività cerebrali.
L’Uchiha mi squadrò con la coda dell’occhio, scuotendo leggermente la testa; bene, ora pensava che mi colpissi per divertimento o che avessi un tic nervoso alla mano.
In quella pergamena c’erano scritti segreti inimmaginabili, me lo sentivo e avrebbero messo a tacere i miei dubbi. Che zittissero lui era leggermente impossibile visto che non parlava neanche quando glielo si chiedeva.
Stupido muto con gli occhi variopinti.
Facendo sfoggio di tutte le mie abilità ninja, mi apprestai a prendere quell’ammasso di carte.
Come?
Ovviamente sporgendo una mano sul tavolo, bloccandola ogniqualvolta il suo occhio cadesse su di essa.
Mi veniva quasi da ridere, ma ero in una missione di massima importanza: non potevo permettermi di compiere errori stupidi come quello di farmela addosso o scoppiare in un attacco di risate.
“Cosa stai facendo?”
Il tono era quasi incuriosito, ma poi agitò una mano, dandomi una dimostrazione di quanto fosse bella.
“Anzi, no, non dirmelo.”
Aveva parlato! E aveva assunto toni nella voce che non erano monocordi!
Lo guardai con sguardo adorante, incurante del fatto che mi stesse fissando come se guardasse una squilibrata.
“Parla!”
Il tono era adorante e io non rispondevo delle mie facoltà mentali.
“Perché?”
“Perché è uno spreco mettere a tacere una così soave bellezza!”
Per la prima volta, Itachi fece qualcosa che andasse al di là del suo ordinario comportamento e che assomigliava molto a un gesto di esasperazione.
Si passò una mano sulla faccia e sospirò.
“Evidentemente ho davvero sbagliato a chiamare te.”
Nel momento in cui abbassò la guardia, misi in atto il mio piano diabolico che avevo studiato accuratamente. Cioè mi era venuto in mente in quel momento.
Allungai la mano e cercai di afferrare la pergamena, ma il mio piano fallì miseramente.
Non avevo tenuto conto del fatto che Itachi aveva due mani e che quella che non era sul rotolo era aveva inchiodato la mia sul tavolo. Sul suo volto c’era quello che associai prontamente ad un ghigno.
Aveva fatto uno pseudo sorriso!
“Questo tentativo era meno scadente dell’altro perlomeno.”
Beh, perché lui non la leggeva e basta, così la smettevo di tendergli agguati?
Cercando di non fare caso al fatto che stava quasi per fondere il mio polso con il tavolo, tentai di prendere la pergamena con l’altra mano. Ne avevo anche io due, però se non la smettevo di tendergli agguati non me ne sarebbe rimasta neanche una o, nel peggiore dei casi, non me ne sarei fatta più niente delle mani.
Bloccò anche quella, lasciando incustodita la pergamena, e io mi resi conto che tentare di prendere quel dannato pezzo di carta con i piedi risultava difficile, perciò sbuffai e lo guardai male.
O la leggeva o mi diceva cosa ci facevo lì: non ci voleva molto! Perché cavolo lo chiamavano genio degli Uchiha se non sapeva neanche assecondare due facili richieste?
Gli altri allora dovevano essere dei completi idioti.
“Dovresti avere più calma, sei troppo impulsiva; anche Sasuke ha questa pecca.” Lo disse con una calma che fece spazientire me, ma mi trovai stranita al suo accenno casuale al fratello minore. “Ma Sasuke ha ceduto il suo cervello in cambio dell’aspettativa di divenire il corpo di un serpente, convinto che sia vendetta, è diverso, non puoi paragonarmi a lui!”
“Infatti non lo sto facendo, tu non hai neanche un ottavo della sua forza.”
“Neanche un ottavo della sua scemenza se è per questo…”
Un lampo attraversò i suoi occhi e ne dedussi che voleva anche tropo bene al fratellino, da cui progettava di farsi ammazzare.
Meglio non fare altri commenti sullo scoiattolo senza cervello o mi avrebbe fatto diventare cibo per Ton Ton.
“Tu sei qui per una ragione ed è per questo che non ti uccido, ma potrei sempre farlo passare per un incidente.”
Era una minaccia? Eh? Mi stava forse minacciando? Credeva che avrebbe sortito qualche effetto su di me, con quelle insulse frasi senza né capo né coda?
Ci aveva azzeccato.
Mi stavo cagando letteralmente addosso e il fatto che avesse le mie mani come ostaggio non aiutava di certo.
Un fantasma di un sorriso – o di un ghigno malefico e sadico – attraversò le sue labbra e lasciò le mie mani, che nascosi sotto il tavolo, al sicuro.
E no, io non cercavo pergamene nelle mutande, quello che aveva di quei ‘disturbi’ era lui. Tornammo a guardarci negli occhi nuovamente e io ero divisa tra il tentare di non far toccar le mani da nessuna parte – c’era il suo aroma sopra! –, non cagarmi nelle mutande perché la minaccia faceva effetto più di un lassativo e attendere compostamente una risposta. O un segno di vita. Finalmente le sue labbra si mossero e io pendevo letteralmente dalle sue labbra.
Peccato che nel preciso istante in cui aveva iniziato a dire ciò che volevo sentire da due mesi a quella parte, mi accorsi che un intruso indesiderato era appollaiato sulla finestra.
Stupido Kakashi.
Mi alzai di colpo, sorprendendo lo stesso Itachi che mi osservò stranito.
Andai dall’Hatake e mi accinsi a chiudergli la finestra in faccia, non prima di aver preso un fazzoletto per non contaminare l’aroma del sensei.
“Mi dispiace Sensei, ma abbiamo da fare!”
“Posso sapere cosa?” Chiese con un tono malizioso.
“Razza di pervertito! Nessuna delle porcate che pensi!”
Magari lo fossero state…
Mi tirai un altro schiaffo.
“Ma…”
“Torna tra un paio d’anni!”
Chiusi la finestra con un moto parabolico e tornai a sedermi, incrociando le braccia.
“Porcate?”
“Eh…? Cos… cioè, no! Io… boh… Non cambiare discorso!”
“Perché il fazzoletto?” Non era sinceramente curioso, ma continuava a fare domande inutili.
O parlava troppo poco o troppo e quando parlava troppo rimarcava le mie figure di merda.
“Per l’aroma, ma non è importante. Cioè, non lo diventerà più se mi dici che bagnoschiuma usi!”
Sembravo una maniaca, ma stavo andando nel panico. Tra l’altro, non c’era bisogno che mi dicesse per forza che bagnoschiuma usava: poteva staccarsi un arto e io lo avrei tenuto in una teca di cristallo, sarebbe stata la stessa cosa.
Stava per dire qualcos’altro, ma lo precedetti.
“Voglio sapere perché sono qui!”
Presi poi la prima cosa che mi era capitata sotto mano – le bacchette – e le sbattei sul tavolo convulsamente, tanto per accreditare la sua tesi che prevedeva che avessi sbalzi di umore.
“Dimmelo! Ti sembra giusto che io sto qui, senza sapere per quanto e perché?”
Tentai di usare un tono autoritario, ma vedendo che non avevo smosso un bel niente in Itachi, passai alla seconda tecnica di persuasione.
“Per favore! Ti prego, ti prego, ti prego! Non ti chiedo niente di trascendentale, no? Ti prego, per favore, daiiii!”
La tecnica lagnosa non aveva lo scopo di far intenerire l’interlocutore, ma di portarlo all’esasperazione più totale.
Sì potette dire che in un certo senso funzionò, perché qualcosa smossi.
Sì, avevo smosso lo Sharingan.
“O-ok, mettilo via… cioè, chiudi gli occhi. No no, aspetta, non mi guardare! No! Cavati gli occhi! Cioè, guardami ma non guardarmi! Non mi uccidere ti prego! Ho le mani con il tuo aroma!” Cosa c’entrava?
Niente, ma non era troppo coerente neanche il fatto che mi fossi stesa sul tavolo e agitavo le mani convulsamente, tra cui vi erano le vissute bacchette.
Non era davvero un bello spettacolo.
Dopo un lasso di tempo in cui l’unica cosa che riempiva la stanza era il silenzio, alzai lo sguardo per controllare se Itachi fosse vivo, morto o fosse andato via.
Era lì, che si rigirava tra le mani il famigerato rotolo e, molto probabilmente, si chiedeva cosa farne; aprirlo no, eh?
L’idea di farmelo entrare in gola con un solo colpo degno di un Uchiha doveva essere una prospettiva allettante, ma io, dal canto mio, preferivo prima scoprire cosa vi fosse scritto. Oh, e beh, non ci tenevo neanche a ritrovarmelo successivamente in gola.
“A-allora? Cosa dice il rotolo?” Chiesi, dal momento che avevamo tergiversato per anche troppo tempo su quell’ammasso di carte. Posai cautamente le bacchette, in attesa che dicesse qualcosa.
“Bene, se hai finito di contorcerti come un’anguilla, posso dirtelo.”
Oh, ora era colpa mia se non lo aveva aperto.
“E’ il rotolo dove c’è scritta la tecnica di evocazione con cui ti ho chiamata qui.”
Oh, ma allora non mi aveva teletrasportata con la forza del pensiero: sì, in effetti era strano anche per un Uchiha.
“Il clan Uchiha è molto antico, ma ci sono delle leggi che neanche Madara Uchiha conosce.”
Diede per scontato che conoscessi per intero la storia del loro clan ed era così; Tsunade doveva avergli detto che avevo letto i manga.
Però era strano: Madara era il capostipite degli Uchiha. Se c’erano leggi che neanche lui conosceva…
Quasi leggendomi nel pensiero, disse: “Molto tempo prima di Madara, secoli prima di lui, il clan Uchiha esisteva già, ma non con questo nome, bensì con quello di clan Fuku. Non era propriamente il clan Uchiha attuale, ma tutto ha avuto inizio da lì.”
Questa non la sapevo.
“Non era noto come clan e non aveva un’abilità specifica, che li contraddistinguesse dagli altri presenti, ma a generazioni alterne nascevano degli individui che erano ritenuti maledetti a causa del loro dono, ovvero le abilità oculari.”
Era completamente diversa dalla storia che conoscevo, perciò non diedi aria alla bocca onde evitare di dire colossali stupidaggini.
Notando il mio silenzio – che apprezzò – continuò.
“In poco tempo una divisione spezzò l’unità del clan, poiché i possessori dell’abilità, temuti da tutti, formarono un gruppo a se stante. La nascita del clan Uchiha fu dovuta a questo. Il clan Fuku si estinse in poco tempo, ma i loro geni permangono ancora in noi e, come prima nascevano poche persone con la nostra abilità, nel nostro clan ne sono nati alcuni senza. Tipo mia madre.”
“Perciò il clan Uchiha si è creato molto prima di quel che credevo… e con ciò?”
Non capivo dove volesse arrivare. Era strano ascoltare una versione tanto differente da quella che conoscevo, ma, nonostante ciò, non ci misi molto a mettere da parte ciò che conoscevo sul clan Uchiha e ritenere quella la versione ufficiale.
“Si vennero, perciò, a creare delle leggi che quasi nessuno del clan Uchiha conosceva e tra questi vi era Madara.”
“E come fa a crearsi una legge solo perché c’è un nuovo clan?”
Mi perdevo i passaggi, ma era già un passo avanti che capissi quello che diceva.
“Ci stavo arrivando.” Disse con un mezzo sorriso rivolto alla mia impazienza e continuò: “Anni dopo la fondazione del clan, un membro si sposò con una donna che veniva da lontano. Se fosse esistita in questi giorni sarebbe stata un membro del clan Hyuuga.”
Ok, cosa c’entrava ora?
“Questa donna non aveva un clan di appartenenza e aveva un potere in più, che nessuno conosceva. Qualcosa di molto simile al Byakugan, ma orientato verso altri scopi.”
Attese che chiudessi la bocca, poiché avevo assunto una faccia ebete – più del solito –, sconvolta da tutte quelle novità.
“Gli occhi di quella donna potevano tagliare attraverso le dimensioni, ma non riusciva a controllare questa sua dote. Si chiamava Hinata, credo. Mi sembra ci sia anche un’altra ragazza del clan Hyuuga con questo nome.”
Confermai la sua curiosità annuendo con il capo e attesi che riprendesse. Perciò il clan Uchiha aveva a che fare con il clan Hyuuga, ma visto che non continuò su quella linea, parlando anche del clan di Hinata, non chiesi altro a riguardo, Già era difficile tenere a mente tutte quelle nuove informazioni, se poi doveva farmi carico, lo stesso giorno, anche di altre informazioni sarei collassata. Un giorno, però, gli avrei chiesto anche la storia del clan Hyuuga.
“Le illusioni generate dallo Sharingan derivano proprio dall’unione dei due poteri. Per farla breve, il clan decise di sfruttare questa caratteristica e dopo anni di studi, riuscirono a trasformare questa dote in una vera tecnica, in modo che potesse venire usata anche in futuro, con lo scopo di richiamare un membro da quella dimensione, per aiutare il clan quando ve ne fosse stato bisogno.”
Feci un collegamento che aveva senso solo fino ad un certo punto.
“Perciò la dimensione sarebbe la mia e tu mi hai richiamata. Però, sai com’è, non è che io abbia tutte queste abilità nascoste!”
Sorrise pacatamente, mentre si girava il rotolo tra le mani con aria pensierosa.
“Dal tempo dello sterminio del clan, mi sono mantenuto in contatto con gli Hokage che si sono susseguiti, il Terzo Hokage e Tsunade, e li ho tenuti informati sugli sviluppi dell’Akatsuki. Tsunade, essendo a conoscenza di questa tecnica – così come lo era stato mio padre e poche altre persone prima di lui –, ha proposto di usarla, nella speranza che potesse essere d’aiuto.”
Mi guardò.
“Peccato che ci siamo sbagliati su tutti i fronti.”
Qualunque fosse il motivo dubitavo di poter essere d’aiuto, ma non era carino dirmelo in faccia. Il tatto degli Uchiha era davvero penoso. Credevo fosse una prerogativa di Sasuke, ma doveva essere una basa su cui si poggiava il carattere di tutti gli Uchiha. Dovevo forse tranquillizzarmi a quella scoperta?
“Beh, potevate scegliere anche qualcuno di più forte! Che so, un lottatore di sumo!”
“Noi non possiamo scegliere chi richiamare, è stato tutto merito del caso. Dopo mi sono premurato di conoscere colui, in questo caso colei, che il fato aveva designato come prescelta.”
Perfetto, mi aveva anche spiato! Preferii tergiversare su quel punto, certa che ne sarebbero venute fuori solo cose altamente imbarazzanti.
Era molto simpatico tra l'altro! Perché non richiamava sua nonna dal regno dei morti se voleva qualcuno di più forte? Immaginarmi una nonna Uchiha in stampo Itachi non mi aiutò.
Tra l’altro…
“Oh, e perché la fortuna mi ha catapultata qui? Per quale arcano motivo avete avuto la felice idea di affidarvi al caso?”
“Tsunade aveva scoperto i piani che avevo riservato per Sasuke.” Disse, sospirando.
Tentando di non farmi distrarre dal fatto che Itachi non aveva mai parlato tanto in mia presenza, conclusi che quel mio soggiorno a Konoha non era una vacanza, per niente.
Oh, beh, quindi c’era anche la possibilità che non finisse ammazzato?
Allora esisteva Jashin!

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Salve!*-*
Dopo anni di tempo che non aggiorno, rieccomi!*O*
Non prendetevela con me, però! Sapete che io aggiornerei anche tutti i giorni se potessi!
Per cui, quei kunai che volete tirarmi addosso tirateli sulla scuola, ok?^^’
Discutiamone civilmente!
Ok, passando alle cose serie: scrivere questa storia sta diventando difficile, non lo nego. Ogni capitolo è sempre più impegnativo e capite bene che non posso tralasciare la scuola, perciò dovrete sorbirmi i miei aggiornamenti quando avrò tempo! Mi dispiace, vedrò di metterci meno tempo.
Era un kunai quello che ho visto?O_O
In questo capitolo mi sono impegnata a risolvere un po’ di misteri e ho svelato il modo in cui sono stata portata lì. La tecnica e il suo utilizzo sarà approfondito in seguito, perché se avessi descritto tutto in questo capitolo vi sareste addormentati prima di arrivare alle note. Per quanto riguarda il nome del clan Fuku, è stato inventato di sana pianta.
Davvero, per fare questo capitolo mi ci sono impegnata e spero apprezziate lo sforzo!^^
Ho anche tempo per rispondere alle recensioni!o_O Da non crederci!
Ci tengo a ringraziare nuovamente coloro che hanno recensito i capitoli precedenti e coloro che seguono questa storia che, seppur a rilento, procede. Come, lasciamo perdere!_-_

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IvI: sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!*-*Sì, Twilight mi piace, ma la parte dei vampiri che brillano... Mmh, facciamo finta di non averla letta!xD Tolto quello è un bel libro, sì, sì!** Spero che anche questo capitolo ti piaccia!^^

Samirina: Non ti preoccupare se non hai commentato gli ultimi tre! L’importante è che continui a seguire la storia e che ti piaccia!** Sono felice che ti abbia fatto ridere!^^ Spero che questo non sia da meno!=3

Pain Hatake 94: magari Itachi fosse un vampiro!*ç* Oh, però c’è da dire che va bene anche così, niente da dire!** Il Diario del Vampiro vive in simbiosi con me ormai!ù_ù Quando esce il libro nuovo?!ç_ç Ok, scleri a parte, spero che il capitolo ti sia piaciuta!^_- Ammetto che ho dato sfogo alla mia astrusità, ma spero di averne fatto uscire qualcosa di vagamente decente!xD Oh, e grazie per aver commentato altre mie storie!*-*

fafnir: O_o hai letto la storia giusta? No, perché puoi benissimo aver sbagliato storia, cioè... Ok, smetto di dire stupidaggini... Grazie!** Sono contenta che la storia ti sia piaciuta! Ti chiedo scusa se non ti ho ancora aggiunto su msn, ma ci vado davvero poco, anche perché la scuola si accaparra i tre quarti del mio tempo!_-_ Sì, è passato un bel po’ da quando me lo hai chiesto, ma io sono lenta come pochi!xD Spero che comunque questo capitolo ti piaccia!^_^

Erykuz: le mie figuracce sono d’obbligo!ç_ç In questo capitolo ho davvero superato me stessa, però! Mi sa che mi toccherà mettere l’avviso demenziale tra le note!°° Aehm, te la cavi bene con i piani di omicidio premeditato!+_+ Potresti essermi utile per liberarmi di quella vecchiaccia!*w* Grazie per la recensione e ora il simposio non avrà niente da controbattere!xD Spero che il capitolo non ti provochi conati di vomito o morte istantanea: in caso fosse così, ti pago la parcella del medico!ù_ù

Burdock_95: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!^^ Mi dispiace per il ritardo, ma ogni giorno sono piena di interrogazioni e il tempo si riduce a zero ogni volta!ç_ç

Choco_DN: sì, Itachi ha un suo fascino!*ç* Non mi laverò più le mani, promesso!** Mi dispiace per il ritardo!ç_ç La scuola mi vuole morta, fermatela!ò_ò Eh, mi dispiace, ma quella di interrompere sul più bello è un arte che è presente nella storia dall’inizio dei capitoli. Un’arte affinata nel tempo... o puoi semplicemente dire che sono stronza, sì!xD Spero che il capitolo ti piaccia!x3

Neschan_94: hai davanti una Jashinista con tanto di collana, sì, sì! Ne ho per caso davanti un’altra?!*_* No, perché per ora ne ho trovate poche! Brava scrittrice? Hai fregato un po’ di sakè alla vecchiaccia e ti sei data alla pazza gioia?ò_ò Ovvio, scherzo!xD Cioè, sul sakè, sul fatto che sono una brava scrittrice non ci credo!é_è Benvenuta nel club delle figure poco convenienti! Io sto dando il meglio di me in questa storia!xD Anche se faccio la mia buona dose di figuracce anche nella vita reale!U_U Chiedo venia per il ritardo e spero che l’attesa sia stata ripagata con questo capitolo!^^ Se credo veramente che sia possibile sono veramente un caso perso!=]

neko_yuki: sono contenta che la mia storia ti piaccia!** Pardon per il ritardo, ma spero che questo capitolo ti piaccia!^^


Al prossimo capitolo!
Abbiate fede, non so quando ma arriverà!^____^
  
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