Wrong Love
Epilogo
POV Isabella
‘Due mesi dopo.’
L’aria del primo mattino si
insinuava briosa tra i miei capelli.
Finalmente potevo tirare un sospiro
di sollievo.
Carl aveva appena fatto rapporto a
Carlisle sulla situazione.
Tutte le prove della nostra
esistenza erano state cancellate. I cadaveri avevano avuto una degna sepoltura
e Carlisle si era premurato di inventare una strana malattia che giustificava
tutte quelle morti.
Gli umani si erano ridestati dal
loro sonno e dovetti recitare un’altra formula per far si che ogni singolo
dubbio sparisse dalle loro menti. Era così faticoso essere la Prescelta.
Troppe responsabilità sulle spalle,
soprattutto per una ragazza come me, in fondo avevo solo 17 anni.
Per questo avevo deciso di avvalermi
dell’aiuto e della maturità di Carlisle, per ciò che riguardava tutte le
decisioni importanti che avrei preso.
Affidai a Jasper la gestione del
numeroso esercito che mi serviva con fedeltà.
Aveva spedito varie truppe in giro
per il mondo per assicurarsi che tutti i vampiri eseguissero gli ordini.
Ogni truppa aveva un responsabile
che si premurava di fare rapporto a Carl ogni settimana.
Carl era diventato ormai il braccio
destro di Jasper, tanto che questo loro rapporto, seppur di lavoro, aveva
suscitato in Emmett parecchie gelosie.
Sorrisi al ricordo dell’ultima
‘scenata’ di Emmett. Continuava a urlare che lui aveva la priorità
sull’esercito e che Jasper, da buon fratello, doveva metterlo al corrente di
tutto.
Dopo quel piccolo litigio decisi che
anche Emmett avrebbe avuto un compito. Gli avevo chiesto di gestire la
sicurezza delle nostre sedi. Avrebbe avuto carta bianca da parte mia.
Lui accettò all’istante facendomi
volteggiare per tutta la stanza.
Alice, Rosalie ed Esme non vollero
nessun incarico, mi dissero che era già stressante avere i loro compagni così
impegnati, da non voler aggiungere nessun altra tensione.
Come avrei voluto rifiutare anch’io
questo incarico.
Casa Cullen era in pieno fermento
per la partenza, saremmo ritornati a Forks.
Alice non perdeva occasione per
ricordarmi che non appena saremmo rientrati ci aspettava una lunga giornata di
shopping a Port Angeles. Per lei il mio modo di vestire non era adatto alla mia
carica.
“Bella,
sei una Regina ora e dovresti sembrare tale. Da nessuna parte le Regine non
vestono alla moda.”
Mi ripeteva ogni volta che sbuffavo a quel suo tentativo di trattarmi come una
bambolina.
Rosalie ed Esme si stavano dedicando
a dei nuovi progetti per la casa di Forks. Ripetevano in continuazione che la
casa non era abbastanza grande per viverci tutti insieme e che con il via vai
dei vampiri al nostro servizio serviva più di qualche camera per gli ospiti.
Ero felice con loro intorno, dopo
tutto il tempo passato insieme, avevo pian piano accettato la perdita dei miei
genitori. Avevo chiesto a Jasper di controllare se Charlie e Renee stessero
bene.
Ricordo ancora il giorno in cui
finalmente quelle notizie che tanto aspettavo arrivarono.
Jasper mi disse che dopo la mia
scomparsa Julianne aveva messo di guardia alcuni vampiri per controllare i miei
genitori nel caso fossi tornata da loro e che nel momento in cui la formula di
Julianne era stata pronunciata, quegli stessi vampiri avevano perso il
controllo uccidendoli.
Non ebbi nessuna reazione a quelle
parole, per lo meno non davanti a loro.
Mi allontanai dalla casa con la
scusa della caccia.
Riversai tutto il mio dolore e la
mia rabbia sulle mie prede.
L’unica persona che accennò alla
cosa fu Alice, lei aveva potuto vedere quello che avevo fatto e si limitò ad abbracciarmi,
promettendomi che una volta tornati a Forks avremmo organizzato le cerimonie
funebri per i miei genitori. Da quel giorno avevo accettato senza remore
l’amore incondizionato che la mia nuova famiglia mi aveva donato senza sentirmi
in colpa verso i miei veri genitori.
Mi sedetti sul prato che circondava
casa Cullen appoggiandomi ad un albero e aprii il mio diario all’ultima pagina.
Avevo ricominciato a scrivere.
Certo, ciò che scrivevo non era
proprio una favola per bambini, ma mi aiutava a ricordarmi quali erano i miei
sogni da umana. L’ultima pagina era ferma sulla notte prima che Edward si
svegliasse.
Mi persi tra i ricordi di quella
notte.
Come avevo potuto essere così cieca?
Cieca di fronte all’amore di
quell’uomo che mi aveva donato il suo cuore.
Mi aveva accettata ancor prima di
conoscermi e io stavo per buttare all’aria tutto quanto.
Stavo per rinunciare all’unica cosa
buona che l’essere vampira mia aveva regalato.
Ricordavo l’estasi che mi aveva inondata
quando aveva bevuto dal mio sangue.
Nonostante il dolore che provavo per
la perdita di quel liquido per lui miracoloso, era stato il momento più intimo
che tra noi c’era stato.
Ricordavo la paura nei suoi occhi
quando si era reso conto che le sue preghiere non erano valse a nulla, che non
avrei ceduto e che mi avrebbe persa per sempre. Mi è bastato guardarlo negli
occhi per capire che andandomene stavo facendo l’errore più grande della mia
vita.
Poi la sua richiesta di amarlo come
avevo sempre fatto aveva abbattuto il muro delle mie paure permettendomi di
donarmi a lui completamente.
Quando le sue labbra sfiorarono le
mie persi ogni contatto con me stessa.
In quel momento solo noi.
Noi e il nostro amore.
Noi e le nostre mani che cercavano
l’altro.
Noi e i nostri respiri ansanti.
Noi e i nostri corpi accaldati e
tremanti.
Noi e i nostri cuori uniti per
sempre.
Noi e il nostro calore.
Noi e il nulla a farci da contorno.
Solo noi e nient’altro.
Nessuno dei due si spinse oltre
quella notte. Ci bastava la consapevolezza di essere insieme.
Si addormentò come un bambino tra le
mie braccia e non smisi nemmeno per un secondo di osservare i tratti,
finalmente rilassati, del suo volto.
Due mani forti e calde si posarono
sui miei fianchi.
“Buongiorno.” Disse posando le sue dolci labbra
sui miei capelli.
“Buongiorno
a te, non dovresti essere a letto?”
chiesi ricordandomi che era da poco passata l’alba.
“Mi
sono svegliato e non ti ho vista così sono venuto a cercarti.” Spiegò.
Sorrisi, sapevo che aveva ancora
paura di perdermi.
“Rientriamo,
fa freddo e tu non sei ancora guarito del tutto.” Dissi alzandomi e prendendolo per
mano.
“Cosa
stavi facendo?” mi
disse mentre camminavamo per il sentiero che ci avrebbe riportati a casa.
“Pensavo
a noi.” Dissi e lui
sorrise compiaciuto per essere tra i miei pensieri, come se non sapesse che lui
popolava i miei pensieri da sempre.
“Cos’è quello?” chiese curioso
indicando il mio diario.
Esitai nella risposta. Per quanto io
ed Edward parlassimo di tutto, quella parte di me era rimasta solo mia.
Sapevo che avrebbe voluto leggere
cosa c’era scritto, ma sapevo che non era il caso che sapesse davvero cosa
voleva dire essere la Prescelta.
Quel diario, oltre a tutto ciò che
avevo provato dal primo momento della trasformazione al momento in cui tutto
era finito, compresa la nostra splendida e tormentata storia d’amore, conteneva
tutto ciò che sapevo da quando mi ero risvegliata.
Formule, incantesimi, la verità
assoluta sull’equilibrio tra Bene e Male.
“Non
dirmelo se non vuoi.”
Disse Edward, notando il mio silenzio e per niente dispiaciuto.
“Scusami,
è che non posso, non ancora.”
Dissi fermandomi di fronte a lui.
“Non
fa niente amore. Aspetterò che tu sia pronta.” Disse lasciandomi un piccolo bacio
sulla fronte.
Come ogni volta che mi sfiorava il
mio corpo reagiva. Brividi di eccitazione mi attraversavano e una folle
passione mi travolgeva chiedendo sempre di più.
Cercai di ricompormi e ripresi a
camminare raggiungendo l’uscio di casa.
Entrammo nella nostra camera e feci
cenno ad Edward di rimettersi a letto.
“Vieni
anche tu?” chiese
indicando il posto vuoto accanto a lui.
Annuii e mi distesi al suo fianco. Mi
prese tra le sue braccia e iniziò a canticchiare la mia ninna nanna.
“Sei
tu a dover dormire, non io.”
Lo rimproverai.
“Non
voglio dormire. Voglio solo tenerti tra le mie braccia.” Rispose cercando le mie labbra.
Non so quanti minuti erano passati,
ma mi resi ben presto conto che di nuovo quella passione travolgente per il suo
corpo mia aveva assalita.
Senza dire nulla portai il mio corpo
sul suo.
Non mi respinse, anzi cercava di
stringermi a se ancora di più.
Le sue mani esitanti vagarono sul
mio corpo coperto dai vestiti.
Lo guardai negli occhi e tutto
l’amore che Edward provava per me era sotto al mio sguardo.
Era talmente evidente tanto da
essere quasi tangibile.
Non potevo non donargli il mio e
ormai ci rimaneva solo un modo per appartenerci completamente.
Portai le mie piccole e gelide dita
sui bottoni della sua camicia.
La mia mente ora non era più lucida.
Le sue mani avevano iniziato a
disfarsi dei miei vestiti che finirono, senza rendermene conto, sul pavimento.
Qualche istante dopo anche i suoi erano spariti.
Eravamo lì, solo con pochi indumenti
ancora a coprire i nostri corpi.
Ci guardammo negli occhi.
“Solo
se tu lo vuoi.”
Sussurrò Edward al mio orecchio lasciando mille brividi sul mio corpo ora quasi
tiepido a contatto con il suo.
Lo baciai senza aggiungere altro ed
anche il nostro intimo finì sul pavimento.
Ormai non ci bastavano più i baci e
le carezze si fecero più intime.
Una danza antica quanto il mondo
prese il via.
Sussurri riempirono la stanza.
I nostri corpi vibrarono per
l’intensa emozione che in quel momento stavamo provando.
Potevo sentire il suo cuore
scalpitare dentro il suo petto e avrei voluto tanto che anche lui potesse
sentire il mio. Avrei voluto che in quell’istante il mio cuore riprendesse a
battere così da unire il suo battito a quello dell’uomo che in questo momento
mi stava facendo perdere la testa.
I raggi del sole illuminavano timidi
i nostri corpi uniti in quell’atto pieno di amore e dedizione.
Ci eravamo scelti e ci stavamo
assaporando, ci stavamo legando nella maniera più dolce e più carnale
possibile.
Ci sfioravamo, ci assaggiavamo, ci
stringevamo l’uno contro l’altra.
Sentivo il suo sapore ad ogni bacio,
lo gustavo avida come se potesse essere l’ultima volta.
Mi sentivo sazia di lui, ma quella
sazietà durò soltanto un attimo.
Un turbine di profumi mi stordirono,
ma non avevo nessuna intenzione di rimanere lucida.
Li respirai riempiendomi i polmoni.
Il calore del suo corpo bruciava a
contatto con il mio.
Il suo respiro inizia a farsi più
ansante, lo guardo inarcare il bacino verso di me nel momento in cui si lascia
andare al piacere, e una nuova sensazione si estende nel mio ventre strisciando
come un velenoso ofide.
Dentro di me Paradiso e Inferno
nello stesso istante.
Con gli occhi chiusi mi stesi sul
suo corpo e rimasi per qualche istante in silenzio a spettando che il suo
respiro tornasse regolare.
Mi strinsi a lui senza dire nulla.
La mia anima era piena di lui e volevo godermi appieno quelle sensazioni.
“Sei
bellissima lo sai? Non posso fare a meno di amarti.” Sussurrò tra i miei capelli.
“Ti amo anch’io.” Sussurrai consapevole che d’ora in poi non avrei potuto fare più a meno di lui.
Fine
Eccoci
arrivati all’epilogo di questa storia!!!
Il
continuo arriverà per metà marzo, quindi per chi volesse perdere altro tempo
con me e le mie storie,
vi
consiglio di dare uno sguardo ogni tanto alla mia pagina principale.
Lì
troverete tutti i miei contatti e tutti i miei tentativi per improvvisarmi
scrittrice.
@ rosa62:
visto?! Nessuno scherzo, un epilogo a lieto fine!!!Spero ti piaccia anche
questo.
@ rebecca73:
spero che l’attesa non sia stata tanta. Un bacio.
@ pensiera:
tesoro grazie per il tuo commento, si lo so cosa pensi e ti ringrazio anche per
questo. Per quanto riguarda i cattivi dovrai aspettare il seguito. Un bacio!
@ Ros_Ros:
grazie, grazie mille davvero.
Questa
storia purtroppo o per fortuna è arrivata al termine.
Avevo
in mente un sacco di idee su come ringraziarvi, ma alla fine mi sono detta che
tanti giri di parole non sarebbero serviti.
Per
questo mi limito a dirvi solo un sincero GRAZIE.
Grazie
per chi ha recensito, grazie per chi ha solamente letto o si è limitato ad
visualizzare la prima pagina.
Grazie
a chi ha messo questa storia tra le seguite e chi tra le preferite.
Grazie
per esservi sorbiti le mie lamentele e le mie parole.
Grazie
per aver dedicato tempo a queste parole.
Grazie
a tutti voi.
Un
bacio a tutti e, se vorrete, alla prossima storia!