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Autore: Keif    24/02/2010    4 recensioni
Normalmente James Potter, alla vista di Lily Evans impazziva completamente[...] Semplicemente scollegava il cervello e cominciava a pensare con qualcos’altro. E no… questo qualcos’altro non era il cuore.
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Posso spiegarti!» esclamò James consapevole però di stare clamorosamente mentendo.
«Ci credo» annuì Remus, calmatosi, decidendo che sarebbe stato più piacevole ucciderlo avendo un motivo valido «Ti ascolto»
James strascicò un piede per terra, tossicchiò un paio di volte, si passò la mano tra i capelli disordinandoli ad arte, tossicchiò di nuovo, si sistemò gli occhiali sul naso, pose una mano sul collo, tossicchiò l’ennesima volta.
Velocemente, mentre Lupin, paziente, continuava a fissarlo in attesa di valide delucidazioni, analizzò la questione: se gli avesse detto del pigiama era fregato, non poteva utilizzare di nuovo la storia di un parente morto perché non ci sarebbe cascato mai e poi mai… non rimaneva che la più banale delle soluzioni: fingere un malore.
Ma quale? Tossicchiò un’altra volta per riempire il silenzio mentre, con il pragmatismo tipico del bugiardo professionista, elencava le possibili soluzioni:
un infarto, a diciassette anni, era alquanto improbabile. Non aveva problemi cardiaci e per di più non aveva mai fumato se si escludeva quella volta a quindici anni “tanto per provare”. Ma dubitava che un’unica sigaretta, per di più nemmeno finita tutta ma sputata nell’arco di tre secondi netti, potesse causare problemi di quel tipo;
un ictus lo era ancora di più: tra le altre cose poi gli toccava morire, finire in coma o convincere Madama Chips a farlo rimanere in infermeria almeno una settimana;
la febbre sarebbe stata una buona idea, ma si poteva mica mettere ad urlare “Ho la febbre, ho la febbre”? Non avrebbe funzionato;
un mal di pancia? Sì, va bene. Ma quale dolore era abbastanza forte da non riuscire nemmeno a fargli spiccicare una parola?
L’unica era svenire, si disse mentre Remus cominciava a mostrare i primi segni di impazienza sbuffando rumorosamente.
Uno svenimento non solo gli impediva di parlare ma era anche facilmente spiegabile: andava bene un calo di zuccheri, di pressione… una cosa qualunque. Avrebbe potuto anche dire di essere incinto.
Quello che James non aveva considerato era che lui, a recitare, faceva profondamente schifo.
Certo, sapeva mentire bene, ma quando sparava balle nessuno gli chiedeva di muoversi, o impallidire o assurdità di questo tipo! Ma, ovviamente, per Potter, convinto di saper fare ogni cosa come e meglio degli altri, questi erano piccoli dettagli e si potevano trascurare senza problemi.
Come no!
Con teatralità pose una mano sopra la fronte, non senza prima averla amabilmente sventolata, ed esclamò a voce fin troppo alta «Oh! Non mi sento bene, mi gira la testa!» cominciando a ruotare su sé stesso con movenze degne di un Power Ranger.
Remus alzò gli occhi al cielo «Sto proprio male!» continuò imperterrito James «Credo che… morirò!» e in quella si gettò letteralmente a terra, stile sacco di patate, senza riuscire a trattenere un sonoro “Ouch” quando sbatté la schiena contro le mattonelle.
Passò un minuto.
Passarono due minuti.
Passarono dieci minuti.
James aggrottò la fronte, gli occhi ancora serrati. Perché non sentiva le urla preoccupate di Remus? Perché nessuno gridava “Non morire, non morire”? Cosa stava succedendo? Perplesso aprì lentamente un occhio, tanto per controllare, e davanti a lui si ritrovò un Lupin che lo fissava leggermente irritato con un sopracciglio alzato.
«Be’?» esclamò James «Perché non sei preoccupato?» domandò quasi offeso «Insomma, un tuo amico sviene e tu non fai niente? Non chiami nemmeno l’ infermiera?» alzò il busto dolorante puntellandosi con il gomito, Remus gli lanciò un occhiataccia per poi piegare le ginocchia ed abbassarsi alla sua stessa altezza.
«Jim…»
«Sì?» cinguettò questi aspettandosi quanto meno delle scuse. Che non vennero ovviamente.
«Vaffanculo»
E quando Remus cominciava a dire parolacce significava che le cose stavano pericolosamente degenerando.

Remus era arrabbiato.
Non succedeva spesso che lui si arrabbiasse davvero con qualcuno, per questo motivo l’avvenimento era degno di nota. Che si infuriasse due volte e con due persone diverse in uno stesso giorno poi, non era solo raro, era a dir poco un evento!
Ma James quel giorno era stato davvero impossibile: prima si era inventato quella cazzata della nonna morta, poi gli aveva organizzato un appuntamento con un'estranea e, per di più, aveva finto di svenire! In modo abbastanza squallido tra l’altro. Più che preoccupazione in quel momento gli era venuto solo da ridere.
Per evitare di prenderlo a sberle comunque si era voltato ed era andato via, respirando piano per calmarsi.
Che poi, si chiedeva, che razza di motivo aveva per organizzare dei simpatici incontri con ragazzine sconosciute? Lo ammetteva: la sua situazione sentimentale era disastrosa. Non aveva una ragazza da… non se lo ricordava nemmeno più ormai! Forse era stato al primo? O al secondo anno?
Insomma in amore proprio non era portato. Quando si ritrovava con un esponente dell’altro sesso con cui aveva intenzione di provarci, vuoi perché costretto da Sirius, vuoi perché seriamente interessato, iniziava a balbettare.
Ma non solo a balbettare, cominciava anche a sudare come un maiale e a dire assurdità; era per esempio rimasta alla storia, nel senso che i suoi amici ancora lo prendevano in giro per quello, quando ad una ragazza, che gli aveva appena professato eterno amore, aveva risposto: “mio nonno aveva un allenamento di pecore invece, ma le abbiamo mangiate tutte”.
Insomma, sapeva essere un ottimo amico per le ragazze, ma per il resto proprio non ci sapeva fare. Ma questo non autorizzava James a prendersi certe libertà! L’avesse trovata carina, e della sua età magari, un pensierino ce l’avrebbe pure fatto ma, andiamo! Quella al massimo poteva avere tredici anni, e chissà com’era la sua amica!
Certo, proprio non si spiegava perché accoppiare anche Sirius. Lui di donne ne aveva, e anche tante.
Non quanto si dicesse in giro, ma un numero abbastanza elevato. Più di James di sicuro comunque… e allora perché?
Mentre rimuginava, assorto nei suoi pensieri, venne fermato da una ragazzina mai vista prima che quasi gli finì addosso «Scusa» borbottò lui, ben sapendo di non essere nel torto, pronto a riprendere il suo cammino, ma la piccina lo fermò.
«Ciao!» esclamò «Io mi chiamo Sophie Allen!» annuì facendo un gran sorriso. Remus si bloccò, guardandola perplesso.
«Mh… ti serve aiuto?» domandò gentilmente, ricordando i suoi doveri da Caposcuola. «Sì, grazie» rispose quella. Lupin attese, ma la ragazzetta non disse nulla così, cominciando a preoccuparsi per lo stato di salute di quest’ultima domandò esitante «E... cosa ti serve?»
«Sto cercando Remus Lupin, grazie» rispose quella continuando a sorridere
«L’hai trovato. Cosa c'è?»
«Ah, sì?» la ragazza si accigliò «e dov’è?» chiese poi guardandosi intorno.
«Sono… io» farfugliò Remus sconvolto «ma stai bene? Ti porto in infermeria?» si informò preoccupato.
«No, sto benissimo» replicò però Sophie «quindi tu sei Remus!» ridacchiò inspiegabilmente poi continuò «Senti, io devo uscire con te la prossima settimana, lo sai vero?»
«Davvero?» Lupin sgranò gli occhi, poi ricordò l’appuntamento combinato e sì incupì «Ah» disse semplicemente «Così sei tu Sophie»
Remus aveva programmato di trovare la fantomatica Sophie di cui l’altra tredicenne parlava, spiegarle la situazione e togliersi dall’impiccio, ma in quel momento temeva che, rifiutandola, questa potesse buttarsi giù da una finestra o, in alternativa, staccargli la testa. Sempre che avrebbe capito di cosa si stesse parlando, ovviamente.
«Sì, te l’ho già detto. Volevo dirti che dovevo dire ad Hell di dirti che doveva…» sbatté le palpebre «mi sono confusa» borbottò «Dunque volevo dire che dovevo dire che ti dovevo cercare perché Hell doveva dirti che io ti volevo dire che... no, aspetta» si mordicchiò il labbro inferiore «mi sono confusa di nuovo. Allora, dovevo dirti che ti volevo dire che Hellen... il vestito... il giallo» inclinò leggermente la testa «mi sono confusa. Allora... »
A quel punto Remus si stufò. «Va bene!» sbottò «mi dovevi dire una cosa. Andiamo dritti al punto, allora... » si abbassò leggermente per essere alla stessa altezza della ragazza «Cosa- vuoi - dirmi?» domandò lentamente, come stesse parlando con una bambina particolarmente ritardata. Era così del resto
«Ah sì!» tale Sophie batté le mani un paio di volte e fece un saltello «volevo dirti che devi mettere un vestito azzurro per andare ad Hogsmeade. Sai, io lo metto giallo e si sa che giallo ed azzurro stanno benissimo insieme» annuì con aria saputo mentre Remus, che seppur di moda, di stile e di abbinamenti non ci capisse proprio niente, faceva una smorfia disgustata al pensiero di tanto cattivo gusto, ma Sophie non si fermò «E poi volevo chiederti se potevi dire al tuo amico che ha organizzato l'appuntamento, James, che le foto gliele portiamo il giorno dopo solo se siamo soddisfatte. Hellen dice che se qualcuno di voi due fugge prima della fine della giornata le faremo avere a tutta la scuola, primini compresi» «Le foto?» domandò Lupin perplesso «ma quali foto, scusa?»
«Quelle di lui in... in...» e cominciò a ridere. Ma non come le persone normali, non una risatina controllata seguita dalla fine della frase. Affatto: portò le mani alla pancia e sì esibì in una vera e propria sganasciata acuta, mancava poco che si gettasse a terra e cominciasse a rotolare, balbettando sillabe incomprensibili di tanto in tanto «ma... cchi... pi... gi... pape... » e giù di nuovo a ridere fastidiosamente.
A Remus cominciavano a saltare i nervi «Per favore» cominciò facendo un gran respiro profondo «ti dispiace finire la frase?» la ragazza, che ormai piangeva per il troppo, inspiegabile divertimento, con fatica riprese il controllo «quelle di lui in pigiama con le paperelle e...» e ritornò a ridere.
Ma grazie al cielo Lupin era abbastanza intelligente, quindi dopo aver pronunciato un «Oh» di comprensione ed essersi domandato cosa mai ci fosse di tanto esilarante, ringraziò Sophie che ancora si sbellicava allegramente e si affrettò a giungere in sala comune: era ora di dirlo a Sirius; lui avrebbe spaccato il naso a James e ideato una vendetta degna di quel nome.
James camminava con sguardo vacuo lungo il corridoio in cui poco prima aveva finto di svenire. Era sconvolto: Remus l'aveva mandato a quel paese! A lui! Ed utilizzando termini volgari che non gli si addicevano proprio! Mentre rischiava di scontrarsi con un colonna, tale era lo shock causatogli dall'avvenimento, una voce che chiamava il suo nome rimbombò per il corridoio.
Con inconscia speranza, quasi credendo che fosse Remus corso a chiedergli scusa, si voltò verso chi lo aveva chiamato. Strano a dirsi vi era Lily che correva ansante verso di lui sventolando una mano. Se James fosse stato un po' meno confuso si sarebbe per lo meno sorpreso, eppure in quel momento trovò la cosa perfettamente non solo normale ma anche privo di interesse
«Oh, sei tu» borbottò deluso non appena lei l'ebbe raggiunta «Che ci fai qua?»
«Io ti... cercavo» mormorò lei un po' stupita della risposta «Volevo sapere com'era andata con Lupin. S' insomma, avete chiarito?» era semplice desiderio di venire a conoscenza di un pettegolezzo quello che provava in quel momento? Quella sorta di ansia, di puro interesse da dove proveniva?
James, rabbuiandosi borbottò «No. Mi ha mandato a quel paese» scrollò le spalle fingendo di essere disinteressato alla cosa «Ma non importa, la colpa è anche un po' mia» in effetti in quel momento si sentiva, forse per la prima volta, davvero in colpa; per non aver fatto un corso di recitazione ovviamente.
«Non dirlo nemmeno!» esclamò Lily sbigottita La colpa è interamente dei tuoi amici» fece una piccola smorfia «io ho sempre creduto che fossero degli arroganti presuntuosi» evitò di dire che, solitamente, sosteneva che il più arrogante di tutti fosse James stesso «Insomma, si vede da come si comportano con le ragazze che invitano ad Hogsmeade. Cioè, che Black invita ad Hogsmeade» a favore degli altri due si poteva almeno dire che non erano mai stati dei rubacuori né che, tanto meno, avevano deluso molte giovani pulzelle innocenti. Dopo quelle parole James era però precipitato in un vero e proprio abisso di disperazione
«Accidenti! Hogsmeade! E io con chi ci vado adesso?»
Lily vedendolo così triste e derellito, sbalordendo entrambi, esclamò:
«Se ti va puoi venirci con me. Con me e le mie amiche voglio dire» James, dimenticando totalmente Lupin sbarrò gli occhi e la bocca «Dici... dici sul serio?»
In tutta sincerità se lo stava chiedendo anche lei. Ma mica poteva dire “No, scherzavo ahahah!”. E poi per motivi inspiegabili lei desiderava davvero che lui andasse con loro. La cosa non aveva alcun senso ma... «Io... sì, penso di sì. Mi farebbe... piacere insomma»
Per poco James non si lasciò andare alla sua danza della vittoria, gli occhi quasi lucidi per la felicità. Maledisse sé stesso per non avere sotto mano un qualcosa per fermare il momento per sempre e rivederlo all'infinito. Avrebbe dovuto inventare una cosa del genere prima o poi
«Sìsìsìsì! Assolutamente sì. Mi farebbe piacere! Ora vado, non vorrei che ci ripensassi. Grazie Lily!» La Evans scoppiò a ridere, ma James, che non scherzava affatto, girò sui tacchi e, saltellando felice, scappò via, pronto a dare la grande notizia ai suoi migliori amici.
Lily dal canto suo rimase in mezzo al corridoio finché non lo vide sparire dietro l'angolo, pensierosa. C'era qualcosa che non andava nelle sue sensazioni; il cuore le batteva preoccupantemente forte e, se non aveva un principio di infarto, la cosa non si spiegava.
Aveva bisogno di spiegazioni, chiacchiere femminili e di un vestito decente. Chissà perché per quell'uscita al villaggio voleva essere più carina del solito.












Note
A caramella_rosa_gommosa: non posso concepire che qualcuno non ami quegli amorevoli ortaggi verdognoli! Sono così carucci da fare quasi tenerezza! *Si commuove davanti ad un mazzo di carciofi* Guarda! Non sono tenerissimi? Eh? Eh?
Ma se proprio insisti, ti manderò qualcosa di diverso: quale verdura preferisci? O, se desideri, dovrei avere un paio di uova di pasqua risalenti a tre anni fa, da qualche parte in giro per casa.
Non saranno salutari, per non parlare del fatto che ormai sono decisamente scaduti, ma è pur sempre cioccolata! Oddio, non posso giurarti però che non sia verde, perché ho la brutta impressione che abbia fatto la muffa.
Ti ringrazio come sempre dei complimenti e, a dirla tutta, anche io avrei perdonato James ma mi servivano degli esaltati esagerati ed eccoli qua, in tutta la loro sfavillante bellezza (?).
Un bacio *-*

A Ceska_Maneska: Oh cara, chi si vede! In realtà già sapevo, grazie ai miei fantasmagorici poteri, che avresti recensito ma fingerò sorpresa.
Ah, ti saluterò Francesca. Ti dirò, in realtà è una rompicoglioni antipatica di quelle stratosferiche, non è neppure una Mary Sue, voglio dire! Ma te la saluto lo stesso se ti fa piacere. Da qua ti saluta la capretta di Heidi che, come sempre, piange. Mamma mia che fastidio immenso!
Avevo ragione allora! E' una finta! Ovvio che avevo ragione, sono una Mary Sue meravgliosa! XD
Grazie mille degli evidenti complimenti di circostanza. Un bacio **
  
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