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Autore: sweetevil    02/03/2010    1 recensioni
Alexi in crisi con la ragazza, i Children of Bodom non riescono a trovare nessuno che possa aprire i loro concerti, mentre dall'altra parte del globo (o quasi) quattro ragazzi e una ragazza vivono alla giornata, prendendo tutto così come capita. -Ragazzi, ho risolto tutti i nostri problemi!-
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1)    Regrets


Quattro ragazzi sono riuniti attorno ad un tavolo ricoperto da bottiglie di alcolici e superalcolici, sigarette e posacenere.  Uno in particolare, se ne sta seduto su una vecchia poltrona dismessa con sei diversi cuscini sopra, forse per bilanciare la sua scarsa altezza... Fatto sta che è li, seduto su quella pila di cuscini con le braccia incrociate a scrutare con sguardo indagatore gli altri tre che parlottano a bassa voce, passandosi l’un l’altro qualche foglio e molte birre.

- Avevamo un mese per trovare una band che aprisse i nostri concerti..- Iniziò Roope, con il suo fedelissimo copricapo da vichingo munito di corna

-Sono rimasti tre giorni e ancora non abbiamo la più pallida idea di chi chiamare.- continuò per lui il giovane tastierista mentre leggeva e rileggeva le solite tre righe sul foglio che teneva in mano

- Qualcuno sa almeno che fine abbia fatto Henkka? Sono due ore che siamo qua e ancora non si è fatto vedere… Non è da lui- Chiese  Jaska poco prima di attaccarsi a una bottiglia di birra

Mentre i ragazzi si scambiavano queste poche parole il biondino seduto sulla pila di cuscini non aveva detto neanche mezza sillaba, se non contiamo i grugniti che ogni tanto uscivano dalla sua gola. Da sotto il suo cappello da poliziotto continuava a fissare gli altri, mentre la rabbia dentro di lui cresceva sempre più. Non riuscivano a trovare una band che potesse aprire i loro concerti, non volevano un gruppo di ragazzi qualsiasi, volevano un gruppo molto bravo –ma non quanto loro- che fosse in grado di scaldare il pubblico che poi loro avrebbero fatto –metaforicamente- esplodere. In più il loro bassista non si era ancora fatto vedere, e aveva ragione Jaska, non era da lui fare ritardo, perciò non sapeva se doversi preoccupare per lui o prepararsi a dargli una bella strigliata non appena si fosse presentato. Come se non bastasse la sua ragazza, la donna per la quale aveva fatto il sacrificio più grande di tutti, aveva deciso di prendersi una pausa dal loro rapporto, e questo lui proprio non lo capiva. In un rapporto non ci sono pause, o due persone stanno insieme o non stanno insieme, non ci sono pause. Ma a lei evidentemente il suo punto di vista non interessava.

Improvvisamente un leggero rumore di passi e poi il cigolio della porta che troppe volte si erano prefissi di aggiustare, ma mai ne avevano avuta la voglia, annunciò l’arrivo dell’ultimo ritardatario, colui su cui si sarebbe sfogata l’ira del giovane chitarrista se non avesse presentato una scusa più che soddisfacente.

Henkka entrò nella stanza con un enorme sorriso che gli andava letteralmente da un orecchio all’altro, mentre tre dei ragazzi lo guardavano curiosi di sapere perché fosse così felice ed uno si preparava a saltargli addosso e riempirlo di botte.

-Ragazzi, ho risolto tutti i nostri problemi!- esclamò

-Mi hai trovato una casa alle Bahamas?- chiese Roope

- Hai inventato il teletrasporto?- domandò Janne

-Hai parlato con Dana?- tentò Alexi

-No, nulla di tutto ciò, anche se mi spiace per te e Dana, Alexi. Comunque dicevo che ho risolto il problema su cui ci scervellavamo da settimane. Ho trovato una band-

Adesso gli occhi di tutti i ragazzi erano fissi su di lui e lo guardavano con insistenza, sul volto di alcuni era perfino comparso un sorriso.

- Si chiamano “Death Scream”. Sono sulla scena musicale da un paio d’anni, molto conosciuti in America, soprattutto in California, da dove vengono, ma quasi sconosciuti oltreoceano. Mi sono informato su di loro, suonano soprattutto death metal, e nei loro testi scrivono di problemi personali, tradimento, ma anche di tematiche più importanti, come la violenza-

- Se ne parlano nei loro testi sono tutte tematiche importanti, altrimenti non lo avrebbero fatto, a meno che non scrivano le prime cazzate che gli passano per la mente- interferì Alexi

- No, non credo che scrivano così tanto per fare qualcosa, per lei i testi sono importanti tanto quanto la musica-

-Lei?!?- Un coro si levò all’interno della stanza in cui si erano riuniti

- Si, è una ragazza che scrive i testi,  è la chitarrista e si occupa anche dei cori. È l’unica ragazza del gruppo, e da quello che sono riuscito a capire sono fortunati che sia una sola, dicono che sia molto esuberante e iperattiva, averne anche due come lei li farebbe impazzire- Concluse Henkka sorridendo

Alexi alzò gli occhi verso il soffitto e portò le mani dietro  la testa sospirando, mentre gli altri si scambiavano parole stracolme di doppisensi. Sapeva cosa significava essere in tour con una ragazza: Dana si sarebbe ingelosita e se per adesso erano in pausa, non appena fosse venuta a conoscenza della cosa lo avrebbe lasciato. Non riusciva a capire come potesse non fidarsi di lui, in quattro anni non l’aveva mai tradita, anche se, dovette ammetterlo le tentazioni non erano mancate. Ma aveva resistito, e infondo, è questo che conta no? Non si può fare un processo alle intenzioni, e in più lei non avrebbe mai saputo che gli era passata qualche volta per la testa l’idea di portarsi a letto una delle tante ragazze che gli sbavavano dietro e ci provavano spudoratamente con lui nelle feste post-concerto. Non le aveva mai neanche rinfacciato tutto quello che, per un suo semplice capriccio o come preferiva chiamarla lui “paranoia”, gli aveva fatto perdere.

Quella situazione lo stava facendo impazzire, non riusciva a concentrarsi mentre suonava, qualche volta aveva addirittura sbagliato qualcuno dei suoi formidabili assoli, e questo proprio non gli andava giù. Ormai ne era consapevole, quella donna gli stava rovinando la vita. Più volta si era fermato a riflettere sul sentimento che lo legava a lei, ed era giunto alla conclusione che chiamarlo “amore” sarebbe sbagliato, e in più suonerebbe davvero troppo sdolcinato. Quella era più che altro una dipendenza. Cosa lo rendesse dipendente poi, non lo sapeva neanche lui. È una bella ragazza, è vero, ma nulla di eccezionale, troppo gelosa e possessiva. Rise al pensiero di lei che sbuffava mentre lui era al telefono con sua sorella, ma si rattristò subito dopo consapevole che non l’avrebbe più vista sbuffare per  le altre telefonavate che riceveva sempre, fino a pochi anni fa, quelle per le quali si alzava dal letto anche alle quattro del mattino, per poi scoprire che non c’era nessuna emergenza, ma soltanto la voglia di fare due risate insieme, non le avrebbe più ricevute.


Ho deciso di togliere la vecchia storia che avevo messo "A Devastating Love" perchè ormai l'aspirazione è totalmente svanita e non accenna a tornare (ma nel caso lo facesse è tutto salvato sul computer) e ne ho messa un'altra, a mio dire più interessante (spero sia così anche per voi). Spero vi piaccia, mi raccomando recensite, anche se sono solo critiche, le userò per migliorarmi!!
  
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