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Autore: Memento_B    10/03/2010    3 recensioni
Dominique per la prima volta nella sua vita aveva osato qualcosa. Non poteva temere nulla, perfino l’idea di un rifiuto era totalmente irrazionale. Mentre si rivestiva, pensava all’audacia che aveva avuto quel pomeriggio, quando aveva dato una svolta straordinaria alla sua vita.
Lei. Dominique Weasley, quinto anno, riservata e amante dell'arte. Lui. James Potter, settimo anno, popolare ed esuberante. Stessa storia, stessa famiglia, stesso sentimento.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing moments'
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Flashback

 

Il primo ricordo che James aveva di Dominique risaliva a quando aveva sette anni. James aveva passato tantissimo tempo a casa dei cugini quando era piccolo, ma non aveva mai fatto caso a quella bambina più piccola di lui di due anni che passava il tempo in disparte.

James si trovava a casa dei cugini per pura casualità, quel giorno era uscito con la madre ed Albus per comprare dei nuovi vestiti e alla fine avevano deciso di far visita agli zii. James amava la casa degli zii e trovava molto piacevole la compagnia di Victoire, mentre non aveva mai degnato di attenzione l’altra cugina.

Quel giorno, però, Victoire gli propose di farle uno scherzo che dieci anni dopo gli sembrava alquanto stupido, ma che gli aveva permesso di accorgersi dell’esistenza della bambina. All’epoca Dominique si stava dedicando al suo primo dipinto. Aveva impiastricciato tutti i muri della casa, così i suoi genitori avevano deciso di regalarle un album di disegno e lei non aveva perso tempo. Così, mentre la bambina era in giardino, versarono sopra al disegno un’intera fialetta di colore, rovinandolo per sempre.

James rimase alquanto deluso e sorpreso dal comportamento della cugina. In genere tutti gli urlavano contro e lo inseguivano ovunque; lei invece si era limitata a spostare il foglio e a cominciare un nuovo disegno, pieno di rosso ed altri colori accesi, quasi volesse esprimere rabbia. Da allora, non le aveva più fatto scherzi, semplicemente perché non c’era gusto. Non era bello fare un dispetto a qualcuno, se poi questo qualcuno lo inseguiva urlandogli minacce.

Rimase colpito non poco da quella bambina che aveva agito con freddezza innaturale, senza nemmeno fiatare. James non era nemmeno sicuro di conoscere il suono della voce di Dominique, non ricordava di averla mai sentita parlare.

Dominique, al contrario, lo aveva sempre trovato arrogante ed insopportabile. Quando c’era lui, non c’era mai silenzio o tranquillità, era palese il suo divertimento nell’infastidire i parenti vari e in compagnia di Victoire diventava semplicemente incontenibile. Pareva non conoscere limiti, Dominique provava frustrazione quando lui era in casa, poiché non riusciva mai a concentrarsi sui propri pensieri. Faceva tanto lo sbruffone, solo perché aveva due anni in più di lei, le sue urla le trivellavano il cervello e la sua vista le faceva quasi venir voglia di gridare.

Passarono gli anni seguenti a studiarsi da lontano, senza osare parlarsi o cercare un minimo contatto, finché non venne il tempo di Hogwarts.

Durante il suo primo viaggio verso la scuola Dominique fu costretta a passare l’intero pomeriggio col cugino e con i suoi amici, ugualmente insopportabili. La guardavano con aria di scherno, di superiorità quasi e solo perché loro erano del terzo anno mentre lei non sapeva nemmeno in che casa sarebbe finita.

<< Ehi, pensavo di non rivederti prima dell’arrivo ad Hogwarts. Che c’è, soffri la mia mancanza? >> le disse James, con tono di derisione.

La ragazza non lo guardò nemmeno e sistemò il suo baule. No, non sento la tua mancanza, pallone gonfiato che non sei altro, è solo che non ci sono altri posti liberi in tutto il treno se escludiamo dei Serpeverde del settimo anno. Si sedette senza dire nulla vicino al finestrino ed estrasse un libro dalla borsa che portava con sé.

<< Che leggi, Le fiabe di Beda il Bardo? >> proseguì James, senza abbandonare il suo intento di rendere ridicola la cugina davanti a tutti. << Oh, dimenticavo. Lei è mia cugina… Com’è che ti chiami? Ah, Dominique. Dominique Weasley. >>

Ignorante. Se solo sapessi un po’ della storia della tua stessa famiglia, di tuo padre, sapresti che Le fiabe non è solo un libro per bambini. Dominique dovette esercitare una dose straordinaria di autocontrollo per non strangolarlo. Era l’unica persona che riusciva a scaturire in lei una qualsiasi reazione, negativa o – più raramente- positiva che fosse. Perlomeno era una buona fonte di ispirazione per qualsiasi cosa raffigurasse morte ed odio.

Tuttavia non molto tempo dopo Dominique incominciò a rivalutare il cugino. A febbraio cadde nel lago e poiché non sapeva nuotare sarebbe morta affogata se solo James non l’avesse salvata e da allora lo guardava con un occhio diverso, iniziava quasi a trovarlo simpatico.

Non sapeva perché James le avesse salvato la vita, forse era stato puro istinto, ma di certo non era più in grado di nutrire sentimenti d’odio nei confronti di quel ragazzo.

Così, aveva iniziato a rivolgergli la parola. Sorprendendo perfino se stessa desiderava passare più tempo possibile con suo cugino, che sarebbe poi diventato il suo migliore amico. Adesso ad ogni sua stupidaggine sorrideva, a volte perfino rideva, lo trovava davvero affabile e la sua compagnia era forse la più piacevole che avesse. Il rapporto che aveva stretto col cugino era profondo e sincero, e prevedibilmente un paio di anni dopo finì per innamorarsene.

Anche James amava passare i pomeriggi in compagnia della ragazza. Quando lo aveva ringraziato per averle salvato la vita, aveva sentito per la prima volta la voce della cugina. Era straordinariamente bella, quasi sconvolgente. Come del resto era bella e sconvolgente lei, anche se all’epoca aveva solo undici anni. Sembrava molto più grande rispetto alle bambine della sua età, forse anche per quel suo sguardo profondo e distaccato dalla realtà, o forse per quel suo corpo già da donna che contrastava col sorriso devastante ma ancora puerile che –dapprima raramente, poi sempre più frequentemente- gli rivolgeva.

Era profondamente affascinato da Dominique. Tutto in lei lo attraeva, dall’aspetto fisico –gli sembrava perfino più bella di Victoire-, alla sua voce al suo essere particolare. Probabilmente era perché non gli cadeva ai piedi. La paragonava spesso alle varie ragazze che frequentava ed ogni volta Dominique vinceva su ogni campo, eppure non avrebbe mai pensato che un giorno se ne sarebbe innamorato.

 

***

 

Ombrosa: Mmmh la loro serenità potrebbe durare e non durare... Insomma, è vero che i loro parenti non possono certo avere una reazione positiva a questa "notizia", ma è anche vero che per come sono loro si potrebbero limitare ad ignorarli, senza ascoltarli. Ma è anche vero che in un certo senso sono umani anche loro (chi più, chi meno), e tutti gli esseri umani alla fine cedono.

  
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