22 luglio 1885
Dopo morti, mi concentrai sul loro equipaggiamento nei carri.
Presi armi, razioni, equipaggiamento e con grandi doti d’attore feci un rapporto sentito e cruento degno di un grande attore.
Dalla radio manovrando il sintonizzatore di frequenza, dava scari-che.
Una ricezione migliore, di certo fatto perdere credibilità della storia dell’orribile morte del dottor Van Helsing, con il rischio che ne a-vrebbero mandata una seconda.
“Mi sentite, qualcuno riesce a sentirmi? Mantha, Mantha mi senti-te?”
“Vi sent…schrrrr…porto sulla missio…schrrrr…”
“Ripetete Mantha, ripetete messaggio non chiaro.”
“Schrrrr… schrrrr…bato schrrrr… fate rapporto sulla missione.”
“Van Helsing morto, ripeto Van Helsing morto.”
La trasmissione migliorò solo per trasmettere ‘quasi in chiaro’ il mio fantasioso racconto.
“Siamo arrivati ad Amsterdam prima del 19, data di rientro dall’Ucraina da una serie di conferenze. Non schrrrr… sapevamo che faccia avesse, le cronache non hanno ritratti del Grande Nemico. Lo abbiamo trovato il 20 luglio schrrrr… nella cittadina di Alkmaar, a differenza di quanto scritto era pavido come una donnicciola; prima di morire piangeva e squittiva schrrrr… come un topo in trappola. Tuttavia con un abile ironia della fortuna è riuscito a infliggerci grosse ferite con un pugnale d’argento. Gli schrrrr… altri sono morti e io morirò presto.”
“Hai servito con onore, sarai ricordato quando il schrrrr…”
Sparai alla radio non prima di aver chiuso il discorso con un sonoro vaffanculo.