Ricordi scomodi
Sabato.
Il fatico giorno della mia prima volta in discoteca. Ore 6.30 del
mattino. Dovevo svegliarmi per andare a scuola. Voglia: zero. Voglia di
andare in discoteca la sera stessa: - 9999999999999999.
Non
ne avevo voglia, ma ormai avevo promesso e le promesse sono promesse.
Feci
colazione, mi preparai. Andai in fermata, il mio cervello non si era
ancora connesso stamattina, ma quello di qualcun altro sì.
Salendo
sul pullman mi ritrovai la Ila felice come una Pasqua, eccitata
all’invero simile che per ogni minima cagata rideva e
sorrideva.
-Dai,
sorridiiiiiiiiiii. Non sei felice??- il sorrisone della Ila, mi si
parò davanti.
-No-
la mia faccia era così -.-
-Come
no. – il suo sorriso si spense – se non vuoi
venire, non andiamo.- mi disse facendo la sua faccina da cane bastonato.
Mi
dispiaceva vederla così, era da una vita che non la vedevo
ridere come una deficiente, da quando aveva scoperto che con il suo
adorato Mattia non sarebbe mai successo niente di niente, ma quella
è un’altra storia. Vederla con quella faccina
imbronciata, mi cominciai a sentire in colpa. Sfoderai uno dei miei
sorrisi più belli e disse – Ma secondo te, mi sono
messa a comprare un push up e un top, per poi non andare??? Ma ti
sembra il caso??-
Le
ritornò il sorriso.
-
waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa- si mise ad urlare.
-
Vorrei ricordarti che nessuno deve sapere dove andiamo stasera.-
-
Giuro. Nessuno. – disse mostrandomi il mignolo. Era una cosa
infantile, ma la facevamo sempre quando dovevamo giurarci qualcosa. Ci
prendevamo il mignolo e facevamo Giurin Giurello, proprio come fanno i
bambini quando devono giurare qualcosa.
Cominciammo
a parlare di tutt’altro, ma sinceramente non seguivo
più di tanto. Pensavo alla Ila. A quanto ci fosse stata male
quando aveva scoperto che Mattia si era fidanzato e per di
più con un’altra che non fosse lei. Be, devo
precisare che non uscivano nemmeno insieme, ma ci sono sempre stati
scambi di sguardi e sguardi che non lasciavano nessun dubbio: quei due
si piacevano. Eccome. Era un anno e mezzo che lei correva dietro a lui,
cioè correva dietro, più che altro ci sbavava
dietro. Avevo pensato, e non ero l’unica, che tra loro
sarebbe nato sicuramente qualcosa, quando si guardavano partivano le
scintille, c’era feeling, senza conoscersi erano telepatici.
E poi erano una bella coppia. Un giorno, per caso, si erano anche
conosciuti. Andavano d’accordo ed erano felici quando stavano
insieme. Tutto sembrava perfetto e tutte si aspettavano il lieto fine,
che non arrivò.
Un
giorno lui arrivò a scuola mano nella mano con una sua
compagnia di classe.
-
Ciao Ila. Ti presento Veronica, la mia ragazza.- gli disse lui
sorridendo.
Lei
non ci credeva. Non poteva crederci. Eppure era così.
Veronica era una compagnia di classe di Mattia, la Ila aveva sempre
avuto il sospetto che tra di loro ci fosse qualcosa e infatti non si
era sbagliata.
Aveva
ragione a dire che aveva un sesto senso eccezionale, fino ad allora non
le credevo, poi mi dovetti ricredere.
Venni
risvegliata dalla Ila che mi guardava incazzata e mi diceva
-
A cosa stai pensando per non ascoltarmi??-
Non
sapevo cosa risponderle, non potevo dirle che pensavo a quanto tempo
era che non la vedevo così, a quando venne da me in lacrime,
piangendo come una fontana a darmi la bruttissima notizia. Per
settimane non fu la stessa persona, rideva e scherzava, ma si vedeva
nei suoi occhi un velo di tristezza. Mi spezzava il cuore tutte le
volte che la guardavo negli occhi.
Con
Mattia aveva comunque mantenuto un rapporto di amicizia, ma penso che
anche lui si fosse accorto che non era più come prima.
-
Ma niente, mi sto immaginando come sarà stasera.- Mentii
spudoratamente. Non credeva nemmeno ad una parola. Mi conosceva troppo
bene.
-
A cosa stavi pensando veramente??- Ok, dovevo dirglielo anche se sapevo
che avrei toccato un tasto ancora dolente, anche se lei faceva finta di
niente.
-
Stavo pensando a quando hai saputo che Mattia e Veronica erano
insieme.- Sbarrò gli occhi. Un velo di lacrime gli
coprì gli occhi.
-
E perché ci stavi pensando??- la sua voce era rotta,
riusciva a stento a trattenere le lacrime.
-
Perché stavo pensando a come eri come sono salita: eccitata,
ridevi per qualsiasi cosa. Era da tanto che non lo facevi. E
così mi è venuto in mente.-
Si
girò verso il finestrino.
-
Scusa, Ila. Non volevo…-
-
Fa niente. Tranquilla sto bene. – Non mi lasciò
nemmeno finire la frase, ma nel momento in cui si girò per
guardarmi, una lacrime le rigò il viso. Non andava tutto
bene e lo sapevo pure io.
Non
sapevo più cosa fare. Ero fortemente convinta che tra lei e
Mattia una storia ci fosse già, ma non riuscivo a capire il
comportamento di lui.
-Vuoi
dirmi in che discoteca andiamo??-
-DLQ
– disse lei con un piccolo sorriso. Discoteca dove andava lui
di solito, pensai. Lo sapevo. Sapevo che ci voleva andare per qualche
motivo. Forse avrebbe voluto vederlo. Sapeva che quando andavo a
ballare non andava con la sua ragazza, preferiva andare con gli amici e
divertirsi.
-
Ah ok-
-So
a cosa stai pensando: al fatto che io voglia vederlo, che voglia stare
un po’ con lui. E sì, lo ammetto è
così. Voglio fargli vedere cosa si è perso
andando insieme all’altra. A chi sono. A cosa faccio. Sono
migliore di quella stronza. E glielo dimostrerò.
Era
agguerrita, il che voleva dire che poteva fare fuoco e fiamme. Ci
soffriva ancora, ma voleva dimenticarlo e divertirsi, fargli capire che
con lei poteva stare meglio. La adoravo quando faceva così.
-Grande.
Così che si fa. Ma sei sicura che ci vada?
-
Al 99% sì. Ma non lo cercherò. Se
verrà lui bene. Se lo vedrò bene. Mi
godrò la serata. Come andrà, andrà.-
Lei
che non lo cercava era strano. Lo cercava da tutti le parti quando
sapeva che avrebbe potuto vederlo. Ma più tardi avrei
scoperto che quel giorno la Ila era molto determinata a divertirsi e a
non pensare a niente.
La
giornata a scuola passò tranquilla, senza nessun imprevisto
o problema. Uscii da scuola, andai a casa e decisi di farmi una
dormita, se no col cazzo che avrei ballato fino alla mattina.
Sarebbe
venuta a prendermi a casa per le 11, mi avrebbe anche dovuto un
po’ truccare.
Mi
svegliai alle 9, tanto per poter fare le cose con calma e non di
fretta. Mi feci una doccia bollente di almeno una
mezz’oretta, mi misi a posto i capelli e mi vestii.
Guardandomi
allo specchio, non potevo crederci, non sembravo nemmeno io.
Però stavo stra bene. E cazzo, che tette.
Alle
11 spaccate arrivò la Ila. Quando entrò,
spalancò la bocca.
-Che
figona. Se fossi uomo ti salterei addosso io. – e la
deficienza della Ila cominciava a farsi sentire.
Mi
truccò leggermente, odiava il trucco troppo pesante, lo
considerava volgare e di poco gusto. Aveva ragione, la pensavo al suo
stesso modo.
Mi
mise la matita, un po’ di rimmel e un po’ di
brillantini sul viso.
Be,
dovevo dire che stavo da dio.
Guardandoci
nello specchio, eravamo molto sorprese. Eravamo delle fighe assurde: io
con il mio top blu e il push up e lei con il suo top viola e un
reggiseno che si intravedeva leggermente dalla maglietta. Tutte e due
leggermente truccate. Ci guardammo negli occhi. Quella sera sarebbe
stata la nostra sera. Nulla poteva fermarci.
Ciao a
tutte. Stiamo finalmente arrivando nel vivo della storia. Nel prossimo
capitolo, conoscerete due personaggi nuovi che cambieranno qualcosa.
Voglio
ringraziare chi legge in silenzio e non recensisce e chi legge la
storia per la prima volta.
Voglio
ringraziare TheDreamerMagic e ColeiCheAmaEdward che hanno recensito il
capitolo.
Voglio
ringraziare Balenotta, ColeiCheAmaEdward, Iris92, rere18, Tamara Chan e
TheDreamerMagic che hanno aggiunto la storia tra le seguite.
Spero tanto
che piaccia anche ad altra gente.
Vorrei
tanto che lasciaste una recensione, per dirm"fa schifo", "vai a fare
qualcos'altro che è meglio" o per dirmi che la mia storia vi
piace, se avete dei consigli sono ben accetti.
Vi lascio
allo spoiler:
La Ila aveva quella sorprendente
capacità di sembrare a proprio agio in un posto che non
aveva mai visto o in cui non c’era mai stata. Era una
capacità naturale, la faceva sembrare sicura di se e forse
un po’ stronza, ma in realtà era timida, insicura
e per niente stronza. È proprio vero che le apparenze
ingannano.
- Due sex on the beach- urlò la Ila
al barman.
- Due che??- le dissi io.
- Tranquilla è buono. –
dovevo fidarmi. Era lei l’esperta in alcolici.
La Ila si girò, pensavo in cerca di
Mattia, ma poi scoprii che c’era uno che la fissava. Si
scambiarono degli sguardi. Be, carino. Molto meglio di Mattia
sicuramente. In parte a lui c’era un tipo che sembrava anche
lui un pesce fuor d’acqua come me. Mi stava già
simpatico e poi, non era per niente male.
- Eccoti.- disse il barman facendo
l’occhiolino e passando i due bicchieri alla Ila.
- Grazie. – lei gli ricambiò
l’occhiolino. Anche il barman non era male, ma
chissà a quante altre avrà fatto così.
- Tieni, - la Ila mi porse il bicchiere.
Dall’odore non sembrava male e neanche a guardarlo.
Lo assaggiai titubante. Mmmmmm davvero buono.
- Ti piace vero??- disse lei facendo un altro
sorriso soddisfatto.
- Sì. Buonissimo. Andiamo a fare un
giro.
Stavamo camminando per la sala, quando notai
ancora il ragazzo che poco prima stava fissando la Ila e in parte a lui
il ragazzo che ormai ritenevo simpatico. Mi misi ad osservarlo. Alto, i
capelli mi sembravano sul castano scuro un po’ arruffati.
Aveva una camicia sbottonata sul petto, ma non si vedeva niente di che.
Pantaloni stretti. Era davvero bello. Per mia fortuna, nella sala non
si vedeva quasi niente, perché se no il tipo mi avrebbe
sgamato.