Tre anni
prima… (Terza parte)
“Buio. Freddo buio mi
avvolge illuminato da mille occhi
che mi osservano. Occhi malvagi, ricolmi di ambigua malizia che mi
scrutano
cercando le mie paure. Occhi che ho imparato a chiamare Maestro.
Nonostante la
paura crudele mi schiaccia, non vi sono lacrime che posso versare.
Anche esse come il mio sorriso e
i miei sentimenti sono
stati relegati in un minuscolo anfratto del mio animo, ben protetti da
ogni
attacco. Come i ricordi…
Apro gli occhi e in silenzio
fisso il soffitto di quella
che pochi giorni fa è diventata la mia nuova stanza.
Anche questa notte ho rivisto
nei sogni tutti… la mia
Konoha, i suoi abitanti, i miei amici…
Come pallide illusioni fatte di
bolle di sapone, quelle
immagini volano via rigettandomi nella cruda realtà.
Ma tutto va bene, se lo faccio
per te. Gli allenamenti
non mi sembrano così duri se penso che li sopporto per permetterti di
vivere in
pace. Questa solitudine non è così opprimente, se vedo la tua immagine
annoiata
che mi sprona ad andare avanti.
Sasuke ogni sofferenza mi si
allontana perché so di
sopportarle al tuo posto.”
Istanti. Momenti interminabili
che pesano come intere ore
cariche di profonde emozioni. Tanto potenti da lasciare senza fiato,
stremati e
intontiti.
Sasuke si mosse. Con lo sguardo
perso in un mondo tutto suo
il viso del ragazzo si voltò e lentamente tornò a guardare il cielo.
Le parole di Shikamaru
aleggiavano ancora nella sua
mente, leggere eppure pungenti. Gravi eppure piene di speranza, di
significato
che aveva paura di comprendere.
Un mare di confuso silenzio era
calato nel suo cuore,
agitato dalle domande che imperterrite gli martellavano la mente.
Come poteva Naruto essersi
innamorato di lui? Come aveva
capito di amarlo? Non era troppo ingenuo per provare certi sentimenti?
E poi,
accidenti erano due maschi non si vergognava?
Mille domande pervadevano la sua
mente, alcune troppo
superficiali per essere realmente espresse altre profonde, nettamente
più
profonde che faticavano a venire a galla. E in quel silenzio, solo una
cosa era
certa. Naruto, il suo migliore amico, il migliore compagno di
scazzottate che
avesse mai avuto, si era lasciato alle spalle libertà, amici e sogni,
per
salvargli la pelle. Che stupida Testa Quadra…
Dopo la reazione silenziosa di
Sasuke, Shikamaru si era
messo a ghignare dirigendosi verso la porta palesemente soddisfatto.
Naruto aveva capito solo dopo
che lui stesso gli aveva
aperto gli occhi. Chissà, aprendo gli occhi anche a Sasuke…
In silenzio era uscito dalla
stanza lasciandolo solo,
perso nelle sfumature dei suoi ragionamenti.
Ora che aveva fatto la sua
buon’azione giornaliera poteva
tornare a farsi gli affari suoi.
Attorno a lui uomini e donne si
muovevano indaffarati a
curare feriti e visitando pazienti.
Tutto pareva normale, anche se
di normale vi era ben
poco. Il ragazzo scosse la testa pensando a gli anni passati in
compagnia del
biondo all’accademia… e poi alle sfide negli esami da Chunin… fin da
allora era
sempre corso dietro all’Uchiha mettendocela tutta per eguagliarlo e
superarlo.
Erano sempre insieme, pronti a combattere fianco a fianco e proteggersi
l’un
l’altro. Senza accorgersi di niente… senza badare al legame che
diventava
sempre più forte.
Ora però non importava, dovevano
provare a recuperare
Naruto ad ogni costo…
Fuori dall’ospedale tutto era in
fermento. I preparativi
per cercare il ninja biondo erano ultimati e diverse squadre tra cui
una Anbu,
stavano per partire. L’intera Konoha pareva tremare come se temesse che
a far
ritorno non fosse Naruto ma Kyuubi. Nei loro occhi l’orrore della
devastazione
che la demone aveva portato era ancora vivo e tanto forte da riempire i
loro
animi di paura.
Shikamaru alzò lo sguardo
puntando gli occhi al cielo.
Konoha pareva già più seria senza di lui, che dava il suo tocco di
vitalità
alla città.
A qualche metro dalle porte
d’ingresso Nara vide la
chioma rosa di Sakura avvicinarsi velocemente e si sentì in dovere di
fermarla.
«Haruno, guarda che l’Uchiha
dorme» disse senza salutare.
«E tu perché sei andato a
trovarlo?» rispose la ragazza
sulla difensiva.
«Avevo un’importante missione da
portare a termine»
dichiarò per poi allontanarsi.
«Quale?»
«Non sono affari miei, se vuoi
saperlo ti conviene
chiedere al tuo compare»
Sakura lo guardò allontanarsi
senza capire il reale
significato delle parole che afferrò solo in seguito.
“ Nemmeno sotto tortura Sasuke
mi rivelerebbe qualcosa…”
pensò deprimendosi.
La rosa alzò le spalle sbuffando
poi in silenzio si
avvicinò alle porte scorrevoli e entrò nell’edificio. Attraversò
l’ospedale
portandosi dietro un’enormità di dubbi che l’assillavano.
Dubbi che s’ingigantirono quando
si fermò davanti alla
stanza assegnata all’Uchiha.
Il cuore le si fece pesante. Le
parole che aveva detto
solo un paio di ore prima le suonavano ancora dure nelle orecchie,
tanto amare
da renderle pesante l’animo.
Fece un respiro profondo poi
bussò un paio di volte.
Nessuna risposta raggiunse le sue orecchie, così si arrischiò ad aprire
la
porta.
Al contrario di quello che aveva
detto Shikamaru, Sasuke
era sveglio e con lo sguardo perso in un punto indefinito del cielo al
tramonto.
«Sasuke?» la sua voce non arrivò
mai agli orecchi
dell’Uchiha. Perso com’era nei pensieri e nei ricordi riguardanti il
ninja
biondo, il ragazzo nemmeno si accorse della nuova presenza.
D’altro canto la ragazza non
fece altro per palesare la
sua esistenza, semplicemente si sedette accanto al letto e prese a
osservare
ogni più piccolo tratto dell’Uchiha.
In ogni minimo dettaglio Sakura
poteva notare l’immensa
diversità tra lui e Naruto.
Dallo sguardo freddo
all’intelligenza superiore. Dal
fascino, al carattere. Naruto non poteva minimamente competere, ciò
nonostante…
Aveva sempre sperato che un
giorno si levasse dai piedi,
lasciandoli finalmente da soli e ora che era accaduto, si sentiva in
parte
felice e in parte triste.
La sua presenza l’aveva sempre
fatta arrabbiare, ma allo
stesso tempo la divertiva.
E ora che se n’era andato per
uno stupido capriccio
egoistico…
Sasuke non riusciva a credere
alle parole di Shikamaru
eppure, quando i suoi ricordi indugiavano su quei profondi occhi tristi
e
malinconici di un’impossibile azzurro…
Qualcosa infondo al suo cuore
parve risvegliarsi e
inevitabilmente si ruppe.
Nelle orecchie poteva sentire il
rumore dei pezzi che
cadevano mentre la rabbia sorda lo invadeva.
Rabbia, che venne sorpassata
dall’immane senso di
abbandono che ora lo imprigionava in una morsa soffocante.
Aveva sperato di non sentire mai
più quella sensazione
tanto sgradevole e logorante, ma nulla era cambiato.
Nuovamente era stato abbandonato
e stavolta dal suo
migliore amico. O come aveva insinuato Shikamaru era qualcosa di più?
Arrovellandosi la mente rimase a
guardare fuori dalla
finestra, stringendo convulsamente le lenzuola tra le dita.
***
Sentiva il respiro farsi
affannoso, lo sterno dolergli
tanto il cuore vi batte contro con vigore.
Due settimane erano passate
dalla sua decisione. E da
allora tutto era cambiato. Persino Kyuubi se n’era resa conto.
C’era qualcosa di diverso in Lui
che lo rendeva quasi più
deciso di prima. Le parole di Shikamaru gli avevano aperto gli occhi,
facendogli capire… Alzò gli occhi guardando il cielo nebuloso. “lascio
la mia
infanzia alle spalle, insieme ai miei anni tormentati.”
Un fruscio attirò la sua
attenzione, appena in tempo per
vedere il suo nuovo maestro avvicinarsi e attaccarlo.
Kabuto accennò un sorriso
malefico appena riuscì a
colpirlo. Con forza il biondo si ritrovò catapultato contro un muro di
alberi
che frenarono la sua corsa. Il colpo che ricevette alla schiena gli
mozzò il
respiro, tanto era potente.
Cadde a terra, ansimando. Il
dolore era forte…
«Già stanco?» chiese con voce
falsamente premurosa il
Ninja.
«No, di certo» rispose Naruto
alzandosi a fatica. La
schiena gli pulsava per il colpo subito. Fece un paio di respiri
profondi
rimettendosi in posizione.
Al loro lato, Orochimaru li
osservava compiaciuto.
Un sorriso divertito si disegnò
sulle sue labbra
serpentine. Avere Naruto e di conseguenza Kyuubi dalla sua parte era
stato
davvero un perfetto colpo di fortuna. Non aveva lo Sharingan ma aveva
guadagnato un corpo sorprendentemente resistente e un demone in un
colpo solo.
Ridacchiando tra sé, tornò a
concentrarsi
sull’allenamento.
Sfinito Naruto tornò in camera,
dolorante in tutto il
corpo.
Gli allenamenti a cui era
sottoposto erano tremendi. Ogni
giorno versava sangue e sudore sul campo di allenamento. Se non fosse
stato per
Kyuubi a quest’ora sarebbe morto…
«Dovresti ringraziarmi moccioso,
saresti bello morto da
tempo senza me» la voce cavernosa della Volpe gli giunse pungente come
al
solito.
Un sospiro stanco gli sfuggì
dalle labbra tirate.
«Non stasera… »mormorò
appoggiandosi al muro. Un gemito
gli sfuggì mentre si sedeva. Sentiva la pelle tendersi fastidiosamente.
Kyuubi ghignò ma non disse altro.
Si agitò nella sua gabbia,
nervosa. C’era una cosa che
voleva assolutamente sapere…
«Sei davvero certo della tua
decisione?» chiese
leccandosi gli artigli affilati.
«Si, preferisco che sia il mio
corpo e non quello di
Sasuke a …»
«Stupido bamboccio non parlavo
di questo! Anche se ne ho
tante da dire, ma ci sarà tempo per tormentarti… Parlavo della tua
ultima
genialata »
Naruto cacciò un sospiro triste.
«Si ne sono sicuro»
«Non credi che aizzerai così
l’orgoglio dell’Uchiha?»
«No, perché il mio è un addio»
una lacrime a quelle
parole scivolò triste sulla guancia destra, ma con un movimento svelto
la
cancellò con il dorso della mano.
«Un addio, Tsk!» ridacchiò poco
convinta
«Kyuubi…»la chiamò stancamente
il biondo ormai in
procinto di addormentarsi.
«Che vuoi?»
«Grazie, per tutte le
guarigioni…» e si addormentò mentre
nuove lacrime scivolavano dagli occhi stanchi.
Kyuubi sospirò poggiando la
testa tra le zampe. Odiava
quell’insulso ragazzino. Odiava i suoi problemi d’amore. Odiava la sua
insulsa
esistenza… ma allo stesso tempo, ormai da molti anni, era l’unico in
grado di
accendere un barlume di istinto materno…
Scosse la poderosa testa,
sbadigliando.
***
Tempo. Il tempo pareva essersi
fermato nella mente di
Sasuke. Ogni istante era intriso di pensieri confusi e rabbiosi su quel
compagno che gli aveva rubato la possibilità di diventare più forte.
Rabbia che
veniva contrasta dal senso di solitudine.
Una settimana era passata da
quando aveva ripreso
conoscenza. Ma nulla era successo. Agli occhi di tutti era sembrato
pensieroso,
concentrato su qualcosa che sfuggiva a tutti gli altri. Ma in realtà…
dentro
era vuoto. Ogni fibra del suo corpo si era riempita di rancore,
sciogliendosi
però, di fronte al monumentale senso di solitudine che lo aveva colto.
Nemmeno la prospettiva della
Vendetta, unica ragione a
dare un senso alla sua vita, gli accendeva il desiderio di lottare. In
balia di
quel mare di apatia l’Uchiha si lasciava trascinare in silenzio,
guardando per
tutto il giorno le sfumature del cielo.
Il silenzio lo circondava e
nessun rumore lo raggiungeva.
Tutto a causa di Naruto. Il
migliore amico, il suo
compagno di squadra, la sua ossessione…
E niente o nessuno pareva essere
in grado di smuoverlo…
Accanto a lui, Sakura, era
disperata. Ogni tentativo di
smuoverlo, di accendere la sua attenzione era fallita miseramente,
gettandola
nell’angoscia. Aveva chiesto aiuto a tutti persino alla sua nemica
giurata Ino,
ma nulla era successo.
Il tramonto incalzava tingendo
di sanguigni riflessi le
nuvole candide nel cielo rosato. Come al solito l’Uchiha era perso nei
suoi
pensieri fissando fuori dalla finestra. Il venticello leggero gli
accarezzava i
ciuffi corvini accendendo su di essi riflessi blu accessi.
I grandi occhi neri osservavano
un punto non definito,
pensando al biondo. Pensando continuamente e strenuamente a lui.
Fece un sospiro pesante.
«Uchiha stai diventando monotono
sai…» la voce di una
donna gli arrivò alle orecchie attirando, dopo tanto tempo, la sua
attenzione.
Il ragazzo si voltò appena in
direzione della voce. Il
suo viso pallido pareva ancora più apatico del solito.
«Hokage » un filo roco gli uscì
dalle labbra. Vuoto.
Gli occhi neri tornarono a
posarsi nel cielo terso.
La donna si avvicinò,
ticchettando con i bassi tacchi.
Dietro di lei lo sguardo diffidente di Jiraya osservava tutto. Naruto,
il suo
pupillo, il suo allievo più promettente dopo Minato, si era venduto per
salvare
la pellaccia di quell’insulso ragazzino.
L’immagine di Orochimaru gli
tornò alla mente portando
con sé amari ricordi…
Tsunade si fermò a lato del
letto, osservando il profilo
vuoto di Sasuke. Ogni espressione pareva essere stata bandita da quel
viso
giovane. Ogni sentimento era stato rapito, portato via da un paio di
occhi
azzurri…
La donna fece un respiro
profondo, pronta. «Uchiha, siamo
stufi del tuo comportamento da morto vivente»
Silenzio.
Una vena prese a pulsare sulla
fronte della donna,
stizzita. «Maledetto moccioso mi senti?» ringhiò pronta a colpire il
ragazzo
che la ignorava, ma venne fermata da una mano decisa.
«Tsunade fa provare me» chiese
Jiraya risoluto.
L’Hokage stava per opporsi, ma
non sarebbe servito. Si
fece da parte lanciando un’occhiata rancorosa.
Jiraya prese il suo posto e con
calma si sedette sul
bordo del letto.
«Sasuke, tre giorni fa mi sono
arrivate tre lettere da
parte di Naruto.»
Il torpore che aveva avvolto il
ragazzo parve sciogliesi
magicamente come neve al sole. La sua apatia si trasformò in
attenzione, mentre
i suoi occhi si accendevano di strana aspettativa.
Il cuore che per lungo tempo gli
era parso fermo, ora
batteva forte, deciso, vivo.
«L’ascolto» mormorò pragmatico.
Tsunade accennò un mezzo
sorriso.
«In una lettera ha chiesto scusa
a me e Tsunade,
dicendoci la ragione delle sue azioni.
Nella seconda dice addio ai suoi
amici e compagni,
dichiarando di lasciare qui i suoi sogni e speranze. E la terza…»
«La terza?»
«La terza è per te e non
l’abbiamo aperta.»
Jiraya si morse a sangue il
pollice, poi con veloci
movimenti disegnò alcuni sigilli con le dita richiamando il chakra per
la
tecnica del richiamo.
Sotto gli occhi accesi
dell’Uchiha (il quale
improvvisamente si era ricordato di quando Naruto aveva usato la
medesima
tecnica contro Gaara), l’Eremita dei rospi fece apparire in una piccola
nuvola
di fumo bianco, il demone Gamakichi. Il piccolo rospo dalla pelle color
arancione acceso, emanava un’insolita aria triste che incuriosì Sasuke.
Con un
solo saltello il rospo, raggiunse il letto e spalancando la bocca porse
a
Sasuke un pezzo di pergamena arrotolato. Allungando le dita il ninja
osservò
quasi geloso della bestiaccia che aveva avuto la possibilità di vedere
Naruto
ancora una volta. cosa che lo infastidiva terribilmente.
Presa la pergamena, Gamakichi
scomparve lasciando dietro
di se una nuova nuvola di fumo.
Sul dorso di quell’anonimo pezzo
di carta, il suo nome
capeggiava nella grafia disordinata del biondo. Un tremito lo scosse.
Aveva un
brutto presentimento. Calore gentile fuoriusciva da quel semplice pezzo
di
carta carico di emozioni.
Ingoiò a vuoto poi di scatto lo
srotolò iniziando a
leggere. I due ninja leggendari lo osservavano in attesa.
“Sasuke –Teme
Quelle che stò per dirti sono le
mie ultime parole da
componente del Team 7. Ti sarò debitore fino alla morte dell’aiuto che
mi hai
dato in più di un’occasione, ma ora tutto è cambiato.
Mi odierai per averti impedito
di finire tra le dita di
Orochimaru, ma sono contento di averlo fatto. Ti prego tieni in vita il
legame
che si è creato con la nostra amicizia. Se non per me, fallo per tutti
gli anni
passati a combattere insieme. Io temo di non poterlo fare chiuso qui.
Non venire a cercarmi, non farlo
mai. Orochimaru potrebbe
decidere di cambiare idea e allora, tutto il mio lavoro per salvarti
non
servirebbe a niente.
Prenditi cura di Sakura.
Grazie mille per tutto.
Addio Teme. “
Ogni parola era un insulto. Un
insulto al suo orgoglio,
al suo cuore di Uchiha. Come poteva pensare, che non sarebbe andato a
cercarlo?
Che non avrebbe provato a liberarlo?
Che… avrebbe tenuto da solo vivo
un legame fatto da due
persone?
La rabbia prese a scorrergli
nelle vene con furia
bruciante. Come poteva pensare che l’avrebbe lasciato da solo? Con uno
scatto
di alzò dal letto, lasciandosi avvolgere da un’ondata di chakra. Gli
occhi
attivarono lo Sharingan, minacciosi.
«Uchiha cos’hai deciso di fare?»
chiese Tsunade
mollemente appoggiata al muro, mentre lo guardava.
Sasuke si voltò di scatto.
«Porto a casa il Dobe e lo
faccio fuori per aver osato dirmi addio»
Angolo delle pazze in erba!
Oggi è marynana89 a commentare, mentre SugarHunter completa l’altra sua storia.
Vi ringrazio davvero tanto per quello che ci avete scritto, e sperando che piaccia anche questo capitolo come quello precendente, rispondo ad uno ad uno a tutti voi che ci avete lasciato questi meravigliosi commenti:
X sumire01: Siamo contenti che la storia ti piaccia tanto e grazie a voi, che ci avete dato tutti questi incoraggiamenti, abbiamo deciso di continuarla. Ti salutiamo, alla prossima.
X foglietta no yoko: Grazie mille anche a te, ma quando uno entra in una sorta di depressione, è difficile ragionare con la testa. Ma grazie mille del suggerimento, cercheremo di tenerlo presente anche in futuro. Un saluto, alla prossima.
X Sarhita: Capiamo perfettamente che senza internet ti viene davvero difficile recensirci. Io, personalmente, sono stata senza internet per mooolto tempo, e adesso che ce l’ho, non faccio altro che recensire tutto quello che leggo, anche perchè voglio lasciare una recensione ad ogni storia che leggo proprio per fargli capire se la storia è bella o no. Quindi, non ti preoccupare se non potrai farlo regolarmente. Ci basta sapere che ti è piaciuta per renderci felici e speriamo che riuscirai sempre a seguirci. Un saluto, alla prossima.
X Ninja767: Ti ringraziamo davvero, anche da parte di Sugar. Purtroppo hai ragione, quando uno si deprime, non c’è niente che si possa fare! Quindi non possiamo fare altro che dirti grazie, grazie mille! Un saluto da SugarHunter e anche da me. Alla prossima!
X naruko_uchiha: Siamo contente che ti piaccia e che facciamo parte di quelle ristretta cerchia in cui tu commenti. Grazie mille. Noi scriviamo, starà poi a te interpretare i sentimenti di Naruto e quelli di Sasuke e dire se diventeranno schizzati o no! XD Un saluto, alla prossima!
X antowill: Io ti avevo avvertito! Sasuke è geloso, quindi non devi più dire che Naruto è tuo! XD Adesso vieni qui che ti salvo io da quel teme cattivo! XD Siamo contente che ti sia piaciuto il capitolo e speriamo che anche questo sia di tuo gradimento. Ti salutiamo e io ti mando un grosso bacio amora mia! Alla prossima.
X MocciosaMalfoy: Siamo contente che la storia non ti faccia schifo, anche perchè eravamo davvero preoccupate. Speriamo che anche questo capitolo ti piaccia, e continua a segurci. Un saluto, alla prossima.
Continuate a segurci numerosi e a commentare, così vi rispondiamo e abbiamo un parere tra i lettori.
Baci da marynana89 e SugarHunter