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Autore: Rose_Victoria    02/04/2010    1 recensioni
Marcheline Violet Dean è una ragazza normale che soffre di forti mal di testa...
Un solo dottore saprà darle le risposte che desidera, facendola entrare in un mondo nuovo.
Genere: Romantico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le mie mani corsero lungo le cosce coperte dal raso, avanzai fino quando toccai la sua pelle bollente, poi risalii, portando il raso con me.
La sollevai, e lei intrecciò le sue gambe al mio bacino. Continuai a baciarla, e mi diressi verso la sua camera da letto. Quella camera incredibilmente bella, e strana…i tulle rossi…
Spalancai la porta con una gamba, poi entrai e avanzai fino al letto.
Le nostre bocche si separarono, e l’adagiai sul letto, per poi sdraiarmi accanto a lei.
I suoi occhi mi guardavano ed erano un misto di desiderio e indecisione; alla fine prese a sbottonarmi la camicia…e io ritornai alle sue labbra.
All’improvviso sentimmo un cellulare squillare sulle note della colonna sonora di Hairspary.
Marcheline, sorpresa, di alzò.
-Oddio, scusa, è il mio.- chiese ansimante. Corse via, probabilmente in sala, aggiustandosi la vestaglia. Gettai la testa all’indietro, atterrando sul letto e passai una mano nei capelli.
Stavo commettendo uno sbaglio.
Mi alzai e andai verso la libreria dove avevo visto le Bibbie, i rosari e il veleno: tutto era come l’avevo visto per la prima volta.


-Ehi Barby dimmi…- risposi ansimante.
-Ehi bella ma che…oddio sembra che ti abbia beccato mentre stai…-
-Okay, ti spiegherò. Vieni al dunque.-
-Ti ho disturbata?-
-Ehm…sì, cioè no…forse, non lo so…senti “ni”. Dicevi?-
-Mi serve quella roba che tieni tu.-
-Oh…quella roba?e… perché?-
-Perché ho appena conosc…senti, ne riparliamo. Tre quarti d’ora e sono lì. E…scusa se ti ho disturbata…ahahahah….ti voglio bene!-
-Io invece ti odio.- Chiusi il telefono.
Presi un profondo respiro, poi andai in camera. Cyriac era intento a guardare la mia libreria delle Bibbie. Appena entrai si voltò.
-A quanto pare avrai visite. È meglio che vada.- e si avviò verso la porta, pronto a scansarmi.
Lo fermai mettendo le mani sul suo petto marmoreo, muscoloso, perfetto... Il mio sguardo, fino ad allora basso, arrivò ai suoi occhi.
-Rimani. Perfavore.- Scatenai la potenza che sapevo i miei occhi avessero, e lo inchiodai.
Boccheggiò per un istante, poi mi guardò. –Sto qui. Devo farti un paio di domande, e devo darti qualche risposta.-
Annuii.
Cyriac spostò i tulle del mio letto, e si sedette, poi invintò anche me a sedermi accanto a lui.
Era così…bello, unico, eccitante stare accanto a lui. Emanava un’elettricità unica.
-Marcheline, prima scherzavo. Sono pronto a dirti tutto ciò che vuoi su di me. Mi sono divertito a fingere di essere un DonGiovanni, sai, sono stato un attore…- Gli occhi erano intrisi di sincerità.
-Anche io scherzavo, certo, era per vedere quanto potevo osare con te. Sei quindi un attore?-
-Ehm…più o meno…ho fatto recitazione per un po’. Posso fare qualche domanda?-
-Oh…certamente.-
-Risponderai a tutto, con sincerità?-
-Lo prometto.-
-Bene…Allora, come mai tieni quella libreria?- indicò la mia biblioteca sacra.
Presi un bel respiro, dovevo spiegare una cosa che non avevo mai spiegato a nessuno. -È una storia lunga. Vedi…nella fede trovo il mio rifugio. La fede è la mia protezione, per questo vedi tutte quelle cose.-
-Ma io ho visto anche una fiala di veleno.-
-Quella l’ho comprata a Mantova. L’ho comprata nel caso in cui le cose dovessero girare male e…-
-Il suicidio non è tollerato dalla maggior parte delle fedi, come l’omicidio. E non permette di andare in paradiso.-
-Lo so. Ma quella fiala mi serve, okay?-
Fu preso come da timore. -Marcheline, io HO bisogno di sapere che tu NON usi quella fiala mai, né lo farai mai.-
-Io…ho usato una volta quel veleno. Mi sono solo bagnata le labbra…il mio ragazzo mi aveva lasciata dopo avermi tradito perché non volevo fare l’amore con lui ed ero distrutta…-
Aveva gli occhi sgranati per lo stupore e l’indignazione. -Aspetta, aspetta…il tuo ex ti ha lasciata perché non hai voluto fare l’amore con lui?-
-Sì.- mormorai timida.
-È assurdo. Si è comportato da verme.-
-Lo so.-
-Promettimi che non farai mai uso di quella fiala, ti prego.-
-Non ti prometto niente.-
-Allora in quel caso dovrò provvedere io a farla sparire.- Si alzò e dopo aver raggiunto la libreria, prese la fiala di veleno e la gettò dalla finestra.
-Senti Cyriac…ma infondo cosa t’importa? Ci conosciamo da poco, ci siamo conosciuti per caso…è vero, ti ho baciato ma oltre a quest…- Mi zittì con un dito sulla bocca. L’indice gelido e delicato bruciò per una attimo sulle mie labbra.
-Non…non devi dire che non dovrebbe importarmene nulla. Credi al colpo di fulmine? O meglio, ti è mai capitato di aspettare inconsapevolmente qualcuno e poi quando meno te lo aspetti quel qualcuno compare e ti sconvolge la vita? Dio, se solo tu potessi capire…ti aspetto da novantatrè anni…-
Novantatrè anni? Ero confusa, mi girava la testa. Suonò il citofono, andai ad aprire.
-Sali Barby- Mormorai al videocitofono. Cyriac era in sala, mi avvicinai e appoggiai i palmi delle mani sul suo petto. –Ti prego, rimani…devo parlarti.- Lui annuì e si sedette.
Andai ad aprire la porta e vidi Barby, con la sua bellezza mediterranea, entrare in casa mia e illuminarla con quegli occhioni magnetici. Mi affrancò un bacio sulla guancia, e poi posò gli occhi su Cyriac. Mi guardò con aria da complimenti e andò a presentarsi.
-Piacere, molto lieta. Barbara Cassandra Janeau, detta Barby.-
-Il piacere è mio madamoiselle. Cyriac Sergej Cullen.-
A quel punto intervenni: non volevo che Cyriac stregasse ulteriormente Barby.
-Be’ allora Barby, prendi quello che devi prendere e…-
-E vattene!- concluse la frase.
Colpita nel segno, mentii. -Non intendevo quello.-
-Lo stavi pensando, e noi ci telepatiamo.- Prese dal mio cassetto i profilattici e mi sorrise.
-Ti ho mai ringraziato per quello che stai facendo, tenendomi nascosta questa roba?-
Feci una smorfia. -Credo di no.-
-Grazie amica mia.- Sorrise sinceramente. Per rimando, le sorrisi a mia volta.
Barby volò in sala, la seguii.
- è stato un piacere Cyriac. Arrivederci.-
-Arrivederci madmoiselle.- Rispose educatissimo Cyriac, alzandosi in piedi.
La porta si chiuse alle spalle di Barby. Ero di nuovo da sola con Cyriac.
Appena mi girai, notai l’adone dietro di me e sobbalzai impaurita. Cyriac rise.
-Spaventata? Scusami. Vieni, dobbiamo finire di…ehm…parlare.-
Ricordai della storia dei novantatrè anni. –Ah! Sì! I novantatrè anni!- esclamai.
Cyriac parve confuso, poi pensieroso, ma infine parlò.- Marcheline, io provo per te molto di più di quello che tu provi per me. E lo capisco, e lo accetto. Serve del tempo e questo lo so, e devi sapere che tu avrai quanto tempo desideri, che siano cento secondi o cento anni, o cento secoli…io sarò qui, ti aspetterò e accetterò le tue scelte. So che non…-
-Scelte?- lo interruppi. –Di quali scelte stai parlando Cyriac? Così…così mi inquieti.-
  
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