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Autore: Julia Weasley    03/04/2010    17 recensioni
Argomento di questa storia è la vita di Regulus Black, dal momento della sua nascita a quello della morte. La crescita in una famiglia Purosangue piena di pregiudizi, il difficile rapporto con il fratello Sirius, i sette anni trascorsi a Hogwarts, la decisione di unirsi ai Mangiamorte fino al suo completo riscatto, tutto raccontato in 50 capitoli.
[ Altri personaggi: Famiglia Black, Kreacher, Barty Crouch jr, Rachel Queen (originale), Severus Piton, i Malandrini, Emmeline Vance, Voldemort, Mangiamorte ]
Storia vincitrice del primo turno dell'Harry Potter Final Contest
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Fandom: Harry Potter

Personaggio: Regulus Black

Prompt: 46: Specchio

Rating: verde

Note: immagine di Himbeerschnee

Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling.

Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/

Famiglie

Photobucket

“Sei proprio sicura di volerlo fare? Non sarebbe meglio rimandare?”
Il tono di Regulus suonava quasi supplichevole.
“Scusa tanto” rispose Rachel mentre lo tirava per un polso, cercando di vincere la sua resistenza. “Quando ero io a dover conoscere i tuoi, sono stata avvertita dodici ore prima e, nonostante tutto, non ho rimandato. Tu hai avuto l’avviso due settimane fa. E poi perché non dovremmo andarci?”
“Magari tua madre non ha molta voglia di ricevere persone a casa… Forse non ha ancora superato lo shock per quello che è successo alcuni giorni fa…”
“Sciocchezze, mia madre ha dei tempi di recupero eccezionali. Anzi, ti assicuro che sarebbe capace di dare una bella lezione a tutti i Mangiamorte che quella notte erano al San Mungo, se solo li incontrasse”.
Fantastico, pensò Regulus.
Rassegnato, smise di opporre resistenza e si fece condurre all’interno del giardino di una villetta in riva al mare.
Non essere stupido, si disse, mentre percorrevano il vialetto cosparso di ghiaia. Non può riconoscermi.
L’ultima volta che aveva incontrato la madre di Rachel era buio e lui aveva il viso coperto da maschera e cappuccio. Tuttavia, aveva lo stesso un gran timore di essere smascherato.
Un improvviso movimento laterale lo indusse a voltare di scatto la testa: Attila, appena sbucato da dietro un cespuglio, era balzato in mezzo ad un gruppo di uccelli, che si erano levati subito in volo per lo spavento.
Rachel lo trascinò fino alla porta d’ingresso e suonò il campanello.
Nonostante l’aria fresca e salubre del luogo, Regulus temeva di avere un attacco d’asma da un momento all’altro.
“Stai tranquillo” disse lei. “Mia madre ti adorerà, lei va d’accordo con tutti. Mio padre all’inizio può sembrare scorbutico, ma è solo molto riservato. Mi raccomando, non parlare di politica e non fare commenti su…”
“… Babbani, Mezzosangue e Maghinò, lo so” ripeté Regulus almeno per la centesima volta in quella settimana.
Rachel lo scrutò.
“Se sei agitato, prova a pensare ad una cosa che ti fa sorridere. Funziona quasi sempre”.
La prima cosa che venne in mente a Regulus fu l’ultima partita del campionato nazionale, vinta per quattrocento a zero dal Puddlemere contro i Falmouth Falcons.
Sì, l’umiliazione subita dai Falcons sarebbe stata un’ottima distrazione, ma lui era troppo spaventato per pensarci.
In quel momento la porta si aprì e una giovane elfa domestica dagli occhi azzurri e il naso schiacciato li accolse nel salotto.
“Benvenuti, signori” esordì con un inchino esagerato. “Vuole posare gli effetti personali, accomodarsi, gradisce un po’ di tè…?”
“Una cosa alla volta, Sory. Non c’è bisogno che ti affanni” la interruppe Rachel divertita. Si rivolse a Regulus e sussurrò: “È con noi da un mese ed è ancora alle prime armi, perciò tende a strafare”.
Da una stanza accanto proveniva una voce maschile piuttosto contrariata.
“Si può sapere perché hai tirato fuori il servizio di piatti di mia zia?”
“Oh, senti, se fosse per te quel servizio rimarrebbe in eterno a fare la polvere” rispose un’altra voce, la stessa che Regulus aveva già sentito alcuni giorni prima.
Rachel si schiarì sonoramente la voce.
“Mamma, siamo arrivati” disse.
Si udì un gran trambusto e alcuni istanti dopo i coniugi Queen fecero il loro ingresso nel soggiorno.
“Vi presento Regulus”.
Sono morto, pensò lui quando la signora Queen si avvicinò. Adesso mi riconosce…
Invece lei gli rivolse un gran sorriso.
“Ciao, finalmente ci conosciamo. Diane” si presentò.
Immensamente sollevato, Regulus si sentì all’improvviso molto più leggero.
“Buonasera, signora”.
“Guardalo, Perseus. È proprio un perfetto Black” disse la donna, rivolta a suo marito.
Quest’ultimo era un uomo alto, con occhi e capelli castani ormai quasi brizzolati. A differenza della moglie, che sprizzava allegria da tutti i pori, lui aveva un’aria molto meno entusiasta.
“Salve” esordì, laconico.
Gli strinse la mano con troppo vigore e Regulus cercò di restare impassibile nonostante le ossa doloranti.
Aveva la sensazione di non riscuotere la sua simpatia. In parte se lo aspettava, ma questo non lo fece stare meglio.
Nel frattempo, Rachel e sua madre stavano parlando tra di loro, entrambe sorridenti. A Regulus parve molto strano quando la donna abbracciò sua figlia davanti ad una persona che non conosceva. A lui non era mai capitata una cosa del genere, ma dalle espressioni delle due intuì che per loro fosse normale.
Regulus tornò a guardare il signor Queen, imbarazzato.
Aveva l’impressione che l’uomo lo stesse scrutando, e la cosa non gli piaceva per niente. Rachel gli aveva detto che suo padre non andava d’accordo con le famiglie come la sua.
“Perseus, non stare lì impalato, fallo accomodare” intervenne la signora Queen, rompendo il ghiaccio.
Regulus raggiunse Rachel, che gli faceva cenno di avvicinarsi.
Il salotto era arredato con buon gusto ma senza eccessi.
“I miei genitori vi mandano i loro saluti” riferì lui, e Rachel gli rivolse un sorrisetto divertito.
“Grazie, di’ loro che ricambiamo, vero?” aggiunse Diane, lanciando un’occhiataccia al marito.
“Sì, certo” convenne lui, poco convinto.
“Sory sta preparando la cena. Speriamo bene: è tutta emozionata perché è la prima volta che cucina per qualche ospite” disse la donna, facendo sedere tutti gli altri.
“Quell’elfa non ha il senso della misura” disse Rachel. “Pensa che una volta me la sono ritrovata accanto al letto in piena notte. Ha detto che voleva rimboccarmi le coperte per non farmi ammalare”.
Regulus sorrise nervosamente.
“Beh, ripensandosi, è meglio se vado a controllarla” disse la signora Queen, alzandosi in piedi per poi rivolgersi con gentilezza a Regulus: “Non essere così teso, fai come se fossi a casa tua. Rachel, perché non gli fai vedere le foto di quando eri piccola? Scommetto che non le ha mai viste”.
Rachel annuì e lo condusse in fondo alla stanza, accanto ad un camino spento.
Un gruppo di fotografie era esposto su un comodino. Una di esse era stata scattata il giorno del matrimonio dei Queen, le altre invece raffiguravano Rachel in vari momenti della sua infanzia.
Era strano vederla nei panni di una neonata o di una bambina, dal momento che la conosceva da quando avevano tutti e due undici anni.
Una fotografia in particolare suscitò il suo interesse. Una Rachel di non più di tre anni indossava uno strano costume arancione, talmente tondo che, dopo essere inciampata, travolgeva una sedia e rotolava oltre la cornice.
Lui le lanciò un’occhiata perplessa e Rachel, vedendo la foto, trasalì.
“Quella doveva essere top-secret!” esclamò, imbarazzata. “Non guardare!”
“Cos’è quel coso che indossavi?”
“Un costume da zucca, per Halloween” rispose lei, guardandolo male quando lui non riuscì a trattenere una risatina divertita.
“Perché, tu non hai mai indossato uno stupido costume da zucca?” fece lei, irritata.
“Veramente no”.
Un attimo dopo, Regulus smise di ridere. Era tornato a guardare la foto del matrimonio e, con un groppo in gola, si era soffermato su uno degli invitati.
Anche se era molto più giovane, non aveva problemi a riconoscerlo.
“Quello è mio z-… è Alphard” si corresse all’ultimo minuto.
“Davvero?” chiese Rachel, stupita. “Ne sei sicuro?”
“Certo”.
“Papà, perché non mi hai mai detto che lo conoscevate così bene?” domandò lei, voltandosi verso il padre.
Il signor Queen parve contrariato.
“Giocavamo tutti e due nella squadra di Quidditch di Serpeverde. Col tempo però ci siamo persi di vista” spiegò; poi si rivolse a Regulus: “Gli somigli molto, sai?”
Il ragazzo diede per scontato che si riferisse solo all’aspetto fisico, perché di carattere non erano mai stati simili.
Si sentì un po’ infastidito dal fatto che, anche quando Alphard faceva ancora parte della famiglia, non gli avesse mai detto nulla. Lui gli aveva parlato di Rachel, ma suo zio non si era mai degnato di informarlo di essere stato amico del padre di lei.
Ipotizzò che in realtà avessero litigato per qualche oscuro motivo, altrimenti quella reticenza non si sarebbe spiegata. Questo pensiero lo indusse a non indagare oltre.
“La cena è pronta” li richiamò la signora Queen.
“In che ruolo giocava, signore?” chiese Regulus mentre seguiva gli altri nella sala da pranzo, occupata da un tavolo apparecchiato come quello della Sala Grande a Hogwarts.
“Cacciatore, naturalmente. Mia figlia infatti ha preso da me” rispose Perseus, improvvisamente più cordiale: il Quidditch faceva veramente miracoli. “Le ho insegnato a volare fin da quando era minuscola…”
“E infatti mi hanno fatto perdere dieci anni di vita” intervenne Diane, e Rachel alzò gli occhi al cielo. “Una volta me la sono ritrovata sul tetto… Sory, quanta carne hai cucinato?!”
Regulus guardò l’elfa domestica che portava un vassoio grande almeno doppio di lei.
“Sory cucina, padrona, e non vuole che l’ospite rimane a digiuno” rispose, pur se affaticata.
“Ma è una razione per dieci persone! D’accordo, Sory, non fa niente” disse Diane rassegnata. “Vorrà dire che avremo gli avanzi per tutta l’estate”.
Iniziarono a mangiare. La signora Queen era la più loquace di tutti e riusciva ad alleggerire l’atmosfera con la sua allegria.
“Non fare i complimenti, Regulus, mangia quanto vuoi. Sei fin troppo magro” disse in tono premuroso.
“Mamma, lui mangia poco. Non lo riempire come un tacchino” intervenne Rachel.
“Ah, giusto. Voi Cercatori siete sempre così minuti”.
“Se fossimo tutti come quello dei Falmouth Falcons, faremmo delle figure altrettanto pessime” disse Regulus, credendo che l’allusione alla partita contro il Puddlemere e all’enorme stazza del Cercatore avversario avrebbe fatto divertire tutti.
Al contrario, le sue parole furono seguite da una pausa di silenzio teso.
Rachel si mise le mani tra i capelli e Diane assunse con aria preoccupata, mentre Perseus guardava Regulus con irritazione.
“Io tifo per i Falcons. Qualche problema?” disse, con il tono di chi ha ricevuto un insulto personale.
“Ehm…”
Regulus si sentì sprofondare, maledicendo se stesso e la propria avventatezza.
“Quell’arbitro era venduto” affermò Perseus, e lui non fu talmente matto da contraddirlo.
“Sì… giusto…” bofonchiò.
Rachel non sapeva se ridere o piangere ma fu sua madre a rompere l’imbarazzo.
“È arrivato il contorno!” esclamò, con un entusiasmo eccessivo.
Fece per alzarsi e aiutare Sory, ma all’improvviso gemette, portando la mano su un fianco, e fu costretta a sedersi di nuovo.
“Che hai?” domandò il marito, abbandonando l’atteggiamento irritato per assumerne uno ansioso.
“Niente, la ferita ancora non è guarita per bene, tutto qui” rispose lei, minimizzando.
“Se l’è fatta al San Mungo” spiegò Rachel, in risposta allo sguardo perplesso di Regulus.
Lui si sentì contorcere le viscere.
“Non me la sono fatta. È stato uno dei Mangiamorte a lanciarmi una fattura. Magia Oscura, sicuramente. Ne ho viste tante di ustioni del genere. Rachel ti ha raccontato cosa mi è successo?”
Lui annuì, cercando di apparire solo molto dispiaciuto. In realtà si sentiva l’essere più infimo che avesse mai camminato sulla faccia della terra. Se pensava che Rachel era andata proprio da lui a farsi consolare per il brutto spavento che si era presa, si sentiva un vero traditore.
“Devo considerarmi fortunata, anzi” aggiunse Diane, ignara del tormento interiore del suo ospite. “Chiunque fosse, devo la vita a quel Mangiamorte che mi ha risparmiata”.
“Lascia stare” la contraddisse Perseus. “È probabile che ti abbia lasciata in vita solo perché i Guaritori servono pure a loro”.
“Mio marito è sempre così cinico…”
“Non sono cinico, sono realista”.
“Sarà, ma quel Mangiamorte ha mentito ad un altro dei suoi per salvarmi. Spero solo che non l’abbiano scoperto”.
Sulla tavola era caduta un’atmosfera cupa e fu di nuovo Diane a cambiare discorso.
“Beh, adesso però parlate un po’ anche voi, non posso chiacchierare sempre io! Da quanto state insieme? Circa due anni, giusto?”
Probabilmente lo sapeva già, ma gli altri non vanificarono il suo sforzo.
“Quasi, mancano ancora tre mesi” rispose Rachel.
Per un po’ rimasero su quell’argomento. Regulus si stupì di notare ancora una volta come la famiglia di Rachel fosse diversa dalla sua. Lei aveva raccontato molte cose ai suoi genitori riguardo loro due, cosa inconcepibile per lui.
La signora Queen sembrava essersi già affezionata a Regulus. Per tutta la durata della cena cercò di farlo sentire a suo agio, trattandolo come uno di famiglia. Lui non era abituato ad abbandonare le formalità che gli erano state insegnate, tuttavia riuscì a sciogliersi parecchio, anche se il comportamento quasi materno della donna gli faceva rimordere la coscienza ancora di più.
Invece il signor Queen, quando finirono di cenare, lo avvicinò e gli si rivolse con un tono circospetto.
“Potrei parlarti?”
Era vagamente inquietante.
“Papà…?” fece Rachel in tono di avvertimento.
“Tranquilla, non lo mordo mica” rispose lui.
“Sì, certo” ribatté Regulus, agitato.
Perseus lo condusse di nuovo nel salotto ma non si fermò finché non si ritrovarono all’aria aperta, davanti alla porta d’ingresso.
Il sole era tramontato e la sera aveva lasciato spazio ad un venticello che rinfrescava l’aria estiva.
“Ascoltami bene” esordì l’uomo senza troppi giri di parole. “Potrebbe sembrare che io sia accecato dalla tipica gelosia paterna ma non è così… almeno non del tutto”.
Regulus deglutì ma non disse una parola.
“Se mia figlia è felice, io sono contento per lei” riprese Perseus con una smorfia, come se facesse fatica a parlare. “Però ho la tendenza a odiare chiunque la faccia soffrire, è chiaro? Ora, tu potresti anche essere la persona migliore sulla faccia della terra, ma per il momento io conosco solo la reputazione della tua famiglia. Non ho mai fatto mistero della mia disapprovazione riguardo certe idee che avete. Siete un po' troppo... estremisti rispetto a noi. Ma questo credo che tu lo sappia. So anche che quando rischiate di estinguervi, ricorrete ai matrimoni combinati, perciò vorrei assicurarmi che tu non stia illudendo Rachel”.
“Le assicuro che se sto con sua figlia non è per interesse” rispose Regulus, imbarazzato ma sincero.
“Io te lo dovevo chiedere” replicò l’altro, altrettanto a disagio. Regulus intuì che avrebbe voluto scusarsi, ma preferiva che la richiesta restasse implicita. “Quindi hai intenzioni serie con lei?”
Regulus annuì e l’altro sembrò all’improvviso molto meno scorbutico.
“Io non mi fido quasi di nessuno, ma con te voglio costringermi a fare un’eccezione. Stai attento a non giocarti questa possibilità”.
Stavolta non rispose: sapeva che prima o poi Rachel avrebbe scoperto la sua doppia identità e avrebbe sofferto per questo. Tuttavia si guardò bene dal mostrare quello che stava pensando.
Il signor Queen gli fece cenno di rientrare e lui lo seguì.
“Se ti va, uno di questi giorni puoi tornare a trovarci, così ci facciamo quattro tiri a Quidditch” propose Perseus.
Stupito, Regulus ebbe bisogno di qualche secondo per assimilare quel cambio di atteggiamento.
“Oh… certo, grazie” rispose con un mezzo sorriso incerto.
“Siete ancora vivi?” domandò Rachel quando furono tornati in salotto.
“Te l’ho lasciato perfettamente integro” rispose il padre. Lanciò a Regulus un’altra occhiata e andò a raggiungere sua moglie.
Rachel si avvicinò a Regulus, curiosa.
“Cosa vi siete detti? Ti ha messo sotto torchio, vero?”
“No, neanche troppo” rispose lui, vago.
“Comunque, non farti spaventare. Mio pare sembra tremendo e mette soggezione a tutti, ma è tutta scena. Chi comanda davvero qua dentro è mia madre”.
Seguì una pausa, durante la quale gli capitò di sentire Diane dire al marito in tono scherzoso:
“… oppure potremo offrire gli avanzi a Silente quando verrà domani. Dici che se ne accorgerà?”
“Silente?” chiese, guardando Rachel con aria interrogativa.
Lei parve esitare un attimo, imbarazzata.
“Vieni” disse alla fine, come prendendo una difficile decisione. “Papà, mamma, faccio vedere a Regulus l’autografo che mi ha fatto il Capitano delle Holyhead Harpies e torno subito” inventò sul momento.
Invece lo condusse lungo un corridoio pieno di ritratti, i cui personaggi si voltarono a guardarli. In fondo c’era una porta dalle decorazioni elaborate. Rachel la aprì e lo invitò ad entrare in una vasta stanza talmente ricolma di oggetti che sembrava quasi una soffitta. C’erano candelabri d’argento, gioielli fabbricati dai goblin e strane attrezzature magiche, il tutto illuminato da una lieve luce azzurrina sospesa al centro del soffitto.
“Mio padre non vorrebbe che li vedessi” disse Rachel, “visto che dobbiamo venderne parecchi”.
Regulus si voltò verso di lei, meravigliato.
“E perché?” chiese.
“Lo vedi quello?” fece lei, indicandogli il ritratto di un anziano signore intento a giocare a carte con un ospite proveniente da qualche altro quadro. “È mio nonno. Aveva il brutto vizio del gioco e quando è morto ci ha lasciato un po' di debiti. Mio padre li sta pagando tutti, però è costretto a vendere alcuni tesori di famiglia. Ha deciso di appendere il ritratto qui per punizione, così mio nonno sarà costretto a vedere le conseguenze delle sue azioni”.
Rachel si voltò a guardarlo, imbarazzata, come per sfidarlo a fare commenti. Regulus non disse nulla, dispiaciuto.
“Silente viene proprio per questo motivo. È interessato a quello là…”
Rachel indicò qualcosa in un angolo. Era un grande specchio rettangolare, con delle oscure parole incise sulla cornice.
“Cos’ha di speciale?” domandò, incuriosito.
“Non è uno specchio qualunque” rispose lei, facendolo avvicinare. “Appartiene alla mia famiglia da secoli, da quando un nostro antenato lo ha ricevuto come dono di nozze. Non si sa esattamente da dove provenga, però. So solo che ha dei poteri pericolosi”.
“Cioè? Rischio di essere risucchiato dentro?”
Rachel sorrise.
“Non sarebbe male, sai? Questo specchio riflette i maggiori desideri di chiunque vi si trovi davanti”.
Regulus le lanciò un’occhiata incredula, poi tornò a guardare la liscia superficie trasparente, perplesso.
“E allora perché non vedo nulla di diverso?”
“Dovresti avvicinarti di più e metterti proprio al centro. Però, Regulus, aspetta un attimo…”
Il tono preoccupato della ragazza lo indusse a voltarsi di nuovo.
“Cosa c’è?”
“Ehm… sei proprio sicuro di voler guardare? Te l’ho detto che è pericoloso…”
“Che cosa potrebbe mai succedermi?”
Lei gli si avvicinò, stranamente rossa in viso.
“Quello che vedresti potrebbe piacerti così tanto da farti desiderare di restare per sempre a guardarlo. Ti dimenticheresti della realtà. Alla lunga diventa una droga”.
“Come lo sai?”
“È successo anche a me… un paio di anni fa” ammise lei. “I miei si erano accorti che ero un po’ troppo estraniata dal mondo e mi hanno proibito di tornare. Adesso per fortuna non ne sento più il bisogno, ma all’epoca era diventata un’ossessione. Una volta non ho mangiato per ventiquattr’ore”.
Regulus non osò chiederle il motivo di quella dipendenza dallo specchio, anche perché non era difficile intuirlo: due anni prima non si erano ancora messi insieme e lei soffriva molto per quella situazione.
“Sono quasi contenta che Silente se lo porti via” aggiunse lei.
Regulus però era troppo curioso. Nella sua mente regnava un gran confusione e pensava che ritrovarsi di fronte al suo più grande desiderio potesse aiutarlo a fare chiarezza.
Mentre Rachel si allontanava di qualche passo, lui si piazzò davanti allo specchio.
Pensava di vedersi nei panni del Mangiamorte preferito del Signore Oscuro, oppure come Cercatore titolare del Puddlemere United, magari nell’atto di ricevere una coppa del Quidditch, o anche nelle vesti di colui che avrebbe salvato la casata dei Black dall’estinzione e dal disonore.
E invece niente di tutto ciò gli si presentò davanti. Quel che vide, al contrario, gli provocò un groppo in gola.
Riflesso nel vetro, vide se stesso, circondato da un piccolo gruppo di persone. In fondo poteva riconoscere le sue cugine, Bellatrix, Narcissa e Andromeda, tutte e tre insieme come tanti anni prima. Subito davanti c’erano i suoi genitori, Kreacher e Alphard. In primo piano, proprio accanto a lui, c’era Sirius.
Regulus si voltò di scatto, imbarazzato come se fosse stato sorpreso a vedere qualcosa di osceno, ma Rachel gli rivolse un’occhiata rassicurante.
“Io non posso vedere quello che vedi tu” gli disse, intuendo il suo pensiero.
Sollevato solo in parte, Regulus tornò a posare lo sguardo sull’immagine riflessa nello specchio.
Sul momento, aveva pensato che quella scena appartenesse al suo passato, quando la famiglia era ancora tutta al completo.
Ma guardando le espressioni serene di tutti, si rese conto di quanto tutto ciò fosse irreale. I suoi genitori non avevano mai sorriso, non in quel modo; lui e Sirius non si erano mai scambiati quello sguardo complice, almeno non a quell’età. Il fratello maggiore in particolare mostrava la stessa espressione felice che aveva avuto solo a Hogwarts, ma mai a Grimmauld Place.
Tutti quei sorrisi semplicemente non erano mai esistiti.
Quella non era la famiglia di un lontano passato, ma quella che Regulus non aveva mai avuto.
Era assurdo. Con tutti i desideri che poteva avere, perché mai avrebbe dovuto volere una cosa che non si era - né si sarebbe - mai realizzata?
“Questo specchio è fasullo” sbottò, irritato.
“È lo Specchio delle Brame. Non sbaglia mai” rispose Rachel.
Lui non voleva accettarlo. Aveva impiegato anni a sforzarsi di mostrare totale indifferenza nei confronti di quelli che lo avevano abbandonato, e non poteva tollerare che il rimpianto lo assalisse di nuovo.
Non si rendeva conto che era già successo. Non riusciva a staccare gli occhi dallo specchio e, improvvisamente, si rese conto di sentirsi finalmente bene solo lì, in quella stanza piena di oggetti preziosi.
Avrebbe voluto che fosse possibile entrare in quello specchio e non uscirvi più…
“Regulus?”
Il richiamo di Rachel gli sembrò provenire da una grande distanza, ma servì a scuoterlo leggermente dal torpore, tanto quanto bastava per fargli capire che, per quanto lo desiderasse, quello che vedeva era impossibile.
Il solo pensiero gli fece pizzicare gli occhi. Per la prima volta da mesi si chiese dove fosse Sirius e che cosa stesse facendo in quel momento. Non voleva ammetterlo, ma gli mancava. Peccato che per l’altro non fosse lo stesso.
“Regulus?” ripeté Rachel, stavolta con un tono più urgente.
Lui distolse lo sguardo e lo puntò dalla parte opposta, per evitare che lei lo vedesse in quel momento di debolezza.
Quando fu assolutamente sicuro di non avere più gli occhi lucidi, si allontanò in fretta, voltandosi verso di lei, che era rimasta volutamente in disparte.
“Ora capisci perché è pericoloso?” gli chiese.
Regulus annuì. Non voleva vedere mai più quello specchio perché, ora che se ne era allontanato, si sentiva molto peggio.
“Sei fortunata ad avere una famiglia come la tua” disse, e un attimo dopo raggelò. In realtà voleva solo pensarlo, e invece gli era sfuggito ad alta voce.
“Cioè?” chiese lei, guardandolo con stupore.
“Beh…” temporeggiò lui, a disagio, “andate molto d’accordo…”
Rachel gli sorrise con aria comprensiva.
“Sono fortunata anche ad avere te” rispose. Poi aggiunse: “È meglio se andiamo, o i miei potrebbero chiedersi dove siamo finiti”.
“Rachel?” la richiamò.
Lei si voltò di nuovo a guardarlo.
“Cosa?”
“Pure io sono fortunato ad averti” disse, dopo alcuni istanti di esitazione. Avrebbe voluto aggiungere che lei era stata l’unica a non averlo abbandonato neanche una volta e che era la cosa più bella che gli fosse mai capitata, ma si limitò a pensarlo, stavolta senza parlare.
“Rachel, si può sapere dove sei finita?” si udì in quel momento la voce alterata del signor Queen.
“Arriviamo!” rispose lei
Fece un gran sorriso a Regulus e gli si avvicinò all’orecchio per sussurrare un “grazie”, prima di prenderlo per mano e condurlo fuori dalla stanza dello specchio.

01. Addio. 02. Ricordi. 03. Speranza. 04. Bellezza. 05. Fotografia.
06. Gatto. 07. Cane. 08. Musica. 09. Fuochi d'artificio. 10. Cioccolato.
11. Carta. 12. Paura. 13. Sole. 14. Sangue. 15. Bambola.
16. Ali. 17. Cuscino. 18. Candela. 19. Dolce. 20. Amaro.
21. Pelle. 22. Ghiaccio. 23. Sogno. 24. Incubo. 25. Risveglio.
26. Incontro. 27. Vertigine. 28. Lacrime. 29. Attesa. 30. Noia.
31. Felicità. 32. Dolore. 33. Solitudine. 34. Silenzio. 35. Campanello.
36. Nascosto. 37. Gelosia. 38. Nodo. 39. Caldo. 40. Freddo.
41. Tempo. 42. Bacio. 43. Sorriso. 44. Desiderio. 45. Illusione.
46. Specchio. 47. Latte. 48. Caffè. 49. Potere. 50. Strada.

*Angolo autrice*

Non mi sono soffermata troppo sulla scena dello Specchio delle Brame perché sarebbe potuto diventare troppo melodrammatico e sfociare nel patetico e melenso, cosa che volevo evitare. Secondo me quello che Regulus avrebbe voluto più di tutto era semplicemente una famiglia serena. E' vissuto per la famiglia ed è morto cercando di proteggerla, quindi spero di esserci andata vicino a quello che potrebbe pensare la Rowling...
Il capitolo in origine doveva essere solo in funzione dello specchio ma pensando a dove poteva essere prima che Silente ne arrivasse in possesso ho pensato che potesse perfettamente appartenere a qualche famiglia magica, e allora ho deciso di far conoscere a Regulus la famiglia di Rachel. Non mi sono dilungata troppo sulle presentazioni semplicemente perché... sarei potuta andare avanti all'infinito! Quindi ho preferito scrivere l'essenziale.
Spero che la famiglia sia di vostro gradimento... Sul fatto che il padre di Rachel e Alphard si conoscessero, Regulus ha visto giusto, ma ne saprete di più verso gli ultimissimi capitoli.
Prossimo aggiornamento: 10 aprile... nel frattempo vi auguro Buona Pasqua!

Circe: beh, tu scrivi fanfiction su Voldemort e Bellatrix, quindi oserei dire che il tuo stile deve essere contorto! Per quei due infatti lo trovo perfetto! Per quanto riguarda Regulus, si sta rendendo sempre più conto che in realtà di aiutare Voldemort ad ottenere il dominio totale non è che gli importi poi molto. L'ho visto sempre molto legato alla propria famiglia, anche se la maggior parte di essa non meritava tutto questo attaccamento (vedi i suoi genitori).
Alohomora: lo so è un brutto momento, ma Kreacher dice che quando lo aveva mandato da Voldemort Regulus sembrava ancora convinto di quello che faceva. I suoi genitori lo hanno plagiato così tanto che adesso è Regulus stesso ad auto-plagiarsi, cercando di convincersi di essere lui il problema, non quello che deve fare. Insomma, lo Specchio delle Brame non l'ho inserito a casaccio, ma per iniziare a far capire a quella testa dura che ci sono cose più importanti del buon nome dei Black.
vulneraria: no, no, figurati se mi offendo, anzi, se noti qualche altro errore fammelo notare pure, perché nonostante faccia sempre due riletture alcuni mi sfuggono sempre! Vedrai che nel prossimo capitolo Regulus inizierà davvero ad avere i primi dubbi seri, anche se ancora cercherà mentire a se stesso. Ci vorrà Kreacher per farglielo capire sul serio.
Mirwen: poverino, per uno come Regulus, che è abituato a ritenersi superiori a tutti, non è bello vedere che Barty il novellino è più portato di lui nella Maledizione Cruciatus! Ma è vero, lui non è un assassino.
_Mary: non sono abituata a scrivere scene d'azione perciò se mi vengono sono contentissima! E' ora che mi abitui di più perché il seguito sarà pieno di parti movimentate come quella del capitolo scorso! E' dispiaciuto tantissimo anche a me scrivere la scena della Cruciatus, soffrivo più io del tizio rapito dai Mangiamorte... Comunque presto Regulus inizierà a cambiare idea (era ora!)
Bella_Cissy_BlackSisters: ecco la risposta alla vostra domanda! Spero che vi sia piaciuto. Sì, Regulus prova invidia per una cosa che non si dovrebbe mai desiderare, ma purtroppo ha la testa dura (certe volte una bella martellata è un toccasana!)
Hale Lover: grazie per avermi detto che anche Barty è venuto bene! Era quello che mi preoccupava di più! Sì, il seguito ci sarà, anche se magari non subito: preferisco prendermi una pausa estiva per iniziare a scrivere per bene i primi capitoli (e studiare per gli esami, ma questi sono dettagli! XD) Per il resto, non so se inserirò Rodolphus e Rabastan con ruoli così importanti nei prossimi capitoli, perché voglio dare spazio anche ad altri Mangiamorte che ho un po' ignorato finora, Piton compreso, ma forse ci saranno almeno come comparse!
malandrina4ever: sapevo che avresti reagito così, ma una piccolissima consolazione potrebbe essere che se Regulus ha difficoltà ad usare la Cruciatus, l'Avada Kedavra non gli riuscirà mai! No, davvero, non ucciderà nessuno. Gli ho fatto torturare quell'uomo per non farlo sembrare troppo innocente, ma l'Avada Kedavra se lo scorda u_u Spero che tu abbia apprezzato questa mezza apparizione di Sirius (in realtà mi si è materializzato davanti e mi ha costretta ad inserirlo nel capitolo, non sia mai che il signorino venga dimenticato! XD Il solito con le manie di protagonismo!)
lady musa96: grazie mille! Leggere quaranta capitoli tutti insieme non è una passeggiata! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo.
BizarreBiscuit: wow, devo farti i complimenti perché in quella tua analisi del momento in cui Regulus beve la Pozione Polisucco hai letto delle cose che io non avevo neanche lontanamente immaginata... Sono rimasta senza parole perché quello che hai detto è verissimo, anche se io non ci avevo pensato! O_O Complimenti! Ora che l'ho letto non posso che esserne convinta anche io! Grazie per avermi seguita fin dal "Diario di Andromeda", e anche per la recensione a "X Agosto"!
DubheBlack: in effetti al momento Regulus è talmente confuso che non sa nemmeno cosa vuole veramente (lo specchio l'ho messo apposta per questa ragione!). Quel poveretto di Ted, Regulus se lo sognerà la notte, ormai lo considera il germe che ha infettato la sua purissima famiglia, e questa idea chi gliela toglie più? ;-) Purtroppo Rachel non scoprirà nulla su Barty in questa fanfiction, ma stai certa che nel seguito le cose cambieranno.
fa92: grazie! Eh, lo so, in quell'occasione Regulus è stato proprio sfortunato!
lyrapotter: i ragionamenti che Regulus fa per autoplagiarsi sono molto contorti, ma tu non devi dargli retta. In fondo è difficile per una persona normale ammettere di aver preso la decisione più sbagliata della propria vita, figuriamoci per un cocciuto come lui! Se Barty si autoproclama il più fedele servo di Voldemort, può anche darsi che il furbacchione glielo abbia lasciato credere. Lui sì che sa comprarsi la fiducia delle persone... anche se poi non le sa mantenere. Nel prossimo capitolo ci sarà più azione... anche troppa! Ah, probabilmente non nel prossimo, ma nel capitolo dopo ancora ci saranno dei personaggi che spero apprezzerai: sono secoli che voglio scrivere quel capitolo, e il merito è tutto di "Babysitter per caso"! Insomma, ci facciamo le sorprese a vicenda! ;-)
  
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