A di Arthur
Non sei mio fratello, non
sei solo un amico, non sei neanche qualcosa di
più. Arthur, non riesco a darti un’etichetta, forse non serve; tu sei
semplicemente Arthur, il mio Arthur.
Eri mio fratello, ora sei lo zio di mio figlio e il mio punto
d’appoggio. Anche
a te mancano i vecchi tempi, quando il nostro duo era un trio?
Evidentemente
sì. A volte ti isoli, non ti va neanche di giocare con il piccolo Abel.
Guardi
il cielo, forse anche tu cerchi lui.
Arthur i tuoi occhi li conosco bene ormai. Sempre buoni, sempre dolci e
ora
anche pieni di tristezza. Fa male vederti così, molto male. Forse anche
io
emano la tua stessa tristezza, sarà che non me ne rendo neanche conto.
Non
dovevamo vivere per sempre felici e contenti, noi due? Forse questo non
è davvero
un lieto fine. Dovremmo innamorarci per rendere meno strano e amaro
questo
finale e per far contenta la gente che parla sempre di noi? Dico che è
impossibile. Ti amo ma non ti desidero. Sei il mio eterno fratello, il
mio caro
amico d’infanzia ma... No, non potrei mai oltrepassare questi limiti
d'affetto... Non potrei mai anteporre il tuo viso al suo
ricordo.
Ricordi quando Abel mi faceva i dispetti e tu correvi a consolarmi?
Ecco, ora
Abel mi ha fatto il più grande dispetto che mai avrebbe potuto farmi:
andarsene
via. E ora neanche tu, con le tue parole gentili, col tuo sguardo
tenero e
luminoso, potrai mai confortarmi. Sarebbe egoista, mentre io, invece,
devo
contare esclusivamente sulle mie forze. Ti chiedo solo una mano, fratellino,
un piccolo aiuto soltanto, quello che basta.
Non piangere Arthur, per essere più forte ho bisogno di avere sorrisi intorno a me…