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Autore: Nikki Potter    08/04/2010    23 recensioni
Harry è rimasto di nuovo solo, tutti sono morti e lui è l'unico sopravvissuto. Ma arriverà in un'altra dimensione dove Harry James Potter è ufficialmente morto il 31 ottobre 1981, dove Voldemort semina il terrore e dove ritroverà tutte le persone che ha perduto e imparerà a conoscerle. Riuscirà sotto falsa identità a sconfiggere di nuovo Voldemort e a salvare le persone che gli vogliono bene?
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Premetto che questo è stato uno dei capitoli più difficili che ho scritto in vita mia. Eppure io ne sono per una volta soddisfatta, uno dei più belli che ho scritto.

È quasi interamente centrato su Harry/Teddy. Godetevelo fino in fondo, ci vediamo alla fine...=)

N.B. se siete emotivi e dal pianto facile preparate da subito i fazzoletti.



Dedicato a tutti i miei fedeli lettori



La mattina del 10 dicembre Harry scese in cucina come al solito per fare colazione. Aveva un tremendo mal di testa che non lo aveva praticamente fatto dormire.

Accidenti!” imprecò sottovoce.

Si fermò in salotto e sul suo viso comparve un leggero sorriso. Sirius e Andrea dormivano abbracciati stretti sul divano. Si era accorto dei cambiamenti in Sirius...alla fine anche lui si era innamorato.

Lo colpì all'improvviso un pensiero: Sirius nella sua dimensione non aveva mai conosciuto Andrea, lui invece aveva conosciuto di vista il fratello di lei, Mark, un famoso e bravo Medimago. Andrea, per quello che ne sapeva, era morta in battaglia per salvare la nipotina di tre anni, Elizabeth.

Lì il destino era stato ingiusto con entrambi. Sospirò e silenziosamente raggiunse la cucina. Si sedette e appoggiò la fronte sul tavolo e chiuse gli occhi. Davanti a lui comparvero gli occhi rossi di Voldemort. Li riaprì di scatto. Era dal pomeriggio precedente, quando era entrato nella mente di Voldemort e aveva scoperto del rapimento di Andrea che gli faceva male la cicatrice e aveva incubi continui appena abbassava le palpebre.

Era consapevole di dover sembrare uno straccio, ma non poteva farci niente, non poteva dormire. Tutto piuttosto di non rivedere le morti dei suoi amici.

Sentì la porta aprirsi piano. Alzò la testa quel tanto per poter vedere chi era. Sulla soglia della porta Andrea lo guardava preoccupata.

Ti senti bene?”

Harry riappoggiò la fronte contro il tavolo. “Ho solo un forte mal di testa”.

Hai prese una pastiglia?”

Harry fece un sorriso amaro. “Non funzionano”.

Magari fosse passato tutto con una pastiglietta e via. Ma lo sapeva, il suo non era un mal di testa normale, esattamente come non era normale il fatto che ogni tanto la cicatrice mandasse qualche fitta di dolore.

Per caso hai visto...” iniziò Andrea imbarazzata.

Harry sorrise, non l'aveva mai vista arrossire, di solito riusciva a mantenere il sangue freddo. Significava che Sirius riusciva a sconvolgerle l'animo.

Sì...siete molto carini insieme”.

Andrea sorrise. “Potresti non dirgli niente? Sarebbe troppo imbarazzante”.

Harry annuì. “Se vuoi...a proposito, come va?”

Andrea si sedette davanti a lui. “Tutto bene, sono ancora viva”.

Tu sei molto importante per lui, credo che ieri si sia spaventato a morte” rispose Harry passandosi una mano tra i capelli.

Andrea sorrise guardandosi le mani.

Beh, prepariamo la colazione, così forse il cane si sveglia” disse Harry con un sorriso.

Andrea annuì e cominciarono a trafficare con padelle e fornelli.

Quando Sirius li raggiunse, attirato dal profumo di bacon e uova, li vide ridere e scherzare.

Una giornata normale, una mattina normale, tutto era tornato a posto.


*


Tre giorni dopo, la sera del 13 dicembre, Harry era riuscito ad andare da Ginny. Gli mancava troppo. Avevano passeggiato insieme nel parco e avevano guardato le stelle.

Cos'è che ti turba?”

Ginny riusciva sempre a capirlo, a leggergli dentro.

Sorrise. “Non lo so, ho una strana sensazione...ultimamente dormo poco”.

In realtà non dormiva affatto. Era ancora perseguitato dai suoi incubi e dal mal di testa.

Ginny gli prese il viso con entrambe le mani. “Lo sai che ti amo, vero?”

Harry sorrise. Certo che lo sapeva, ma sentirselo dire era tutta un'altra cosa.

Anch'io ti amo. Ti amerò per sempre”.

Ginny lo baciò e lo abbracciò forte. Anche lei aveva una strana sensazione, era preoccupata come se stesse per succedere qualcosa di terribile.

Harry l'aveva riaccompagnata al suo dormitorio con il Mantello dell'Invisibilità e poi fece tutto il cammino inverso per uscire. Ma al terzo piano incontrò la professoressa Cooman.

Aveva gli occhi sbarrati e ondeggiava pericolosamente. Si avvicinò e la sentì sussurrare parole sconnesse.

Pericolo...odore di morte...il figlio proteggerà la madre come la madre ha protetto il figlio...

Harry si allontanò di scatto. Era sicuro che stesse parlando di lui.

Da quello che aveva capito sarebbe morto per salvare sua madre. Non avrebbe mai esitato a sacrificarsi per lei, anche se non avesse sentito la Cooman.

Il suo pensiero volò a Ginny. Il suo cuore ora era come spaccato a metà, perchè l'avrebbe lasciata sola.

Ecco la spiegazione alla sua brutta sensazione.

Tornò di corsa a casa, se così era doveva far sapere cos'erano gli altri due Horcrux a qualcuno, qualcuno di cui si fidava...

Sirius, James e Remus.

Scrisse una lettera in cui spiegava cos'erano e dove si trovavano, poi guardò Edvige.

Porterai loro questa lettera solo se sarò morto”.

La civetta emise un verso per dimostrargli che aveva capito e Harry si calmò.

Respirò forte e si sedette sul letto.

Attendeva quasi il suo destino. La notte scivolò via ed arrivò il giorno. Quasi si costrinse a fare colazione, c'erano anche Remus e i suoi genitori.

Teddy sei strano oggi” notò James.

Harry si costrinse a sorridere. “Va tutto bene, ho solo un po' di mal di testa”.

Andrea lo guardò e Harry gli lanciò un'occhiata penetrante. Il messaggio era chiaro: non dire niente dell'altro giorno.

Andrea fece un cenno appena percettibile e non disse nulla.

Harry mentalmente la ringraziò. Tuttavia poté sentire su di sé per tutta la mattina lo sguardo preoccupato di James.

Aveva quasi la certezza che lui non l'avesse bevuta...forse era lui che si faceva troppe paranoie...

Quando quel pomeriggio Dora entrò come un razzo in casa sapeva già cosa stava per dire.

C'è in corso una battaglia appena fuori Diagon Alley”.

Harry come tutti gli altri si alzò con la bacchetta in mano. Beh, se sarebbe morto davvero avrebbe fatto in modo di portare con sé più Mangiamorte possibili, avrebbe combattuto al meglio delle sue possibilità.

Con un crac comparvero in mazzo al caos di scoppi e grida.

Ingaggiò un duello con un Mangiamorte sconosciuto, dopo nemmeno dieci secondi l'aveva steso. Poi combatté con un altro e un altro ancora...

James da lontano lo guardava, ne stendeva uno dopo l'altro, aveva una velocità e una potenza pazzesca. Sembrava una macchina da guerra a dir poco perfetta.

Harry ne sconfisse un altro. Poi sentì una fitta più forte alla cicatrice. Si voltò e lo vide, Voldemort. Sembrava che stesse guardando proprio lui.

Fu un attimo. Vide sua madre sconfiggere un mangiamorte e Voldemort puntare la bacchetta su di lei…

Avada Kedavra!”

Lily si girò notando solo allora il raggio verde che presto l’avrebbe raggiunta.

No!” Harry corse, doveva salvarla.

Riuscì a mettersi davanti a lei con le braccia spalancate, in testa le parole della Cooman…“il figlio proteggerà la madre come la madre ha protetto il figlio”

Teddy!” urlò Sirius.

No!” gridò Lily.

James si voltò in quell’istante, quando l’incantesimo colpì Teddy in pieno petto, eppure poteva notare dalla sua espressione che non aveva paura di morire…qualcosa dentro di lui si ruppe e capì che si trattava del suo cuore che avrebbe dovuto sopportare la perdita di un’altra persona importante, di quello che era diventato mano a mano come suo figlio…

Eppure qualcosa non funzionò correttamente…

Harry sentì una forte pressione al petto, lì dove l’incantesimo l’aveva sfiorato prima che tornasse indietro al mittente. Voldemort riuscì a spostarsi appena in tempo.

Harry si portò una mano al petto, faceva fatica a respirare, eppure era ancora vivo. Trovò subito la risposta: era stata la protezione di sua madre a proteggerlo di nuovo, proprio perché stavolta lui aveva salvato lei dalla morte, era successo l’esatto contrario ma lui non era morto.

Tutti smisero di combattere e lo guardarono sorpresi. Ora il silenzio aveva preso il posto degli scoppi e delle urla.

Voldemort lo guardava con sospetto e con un velo di paura. Come aveva fatto quel ragazzino a sopravvivere non a un avada kedavra qualsiasi, ma al suo avada kedavra?

Come hai fatto?”

Harry fece un sorriso sghembo “Non lo so nemmeno io, ma tutto questo non è un caso, come non lo è il fatto che la tua bacchetta si sia spezzata”.

Voldemort abbassò lo sguardo e solo allora si accorse che la sua bacchetta era irrimediabilmente distrutta.

Tu…stupido ragazzino, me la pagherai cara, stanne certo” Voldemort scomparve con un crac seguito dai suoi seguaci.

La smorfia di Harry scomparve di botto, la cicatrice gli bruciava terribilmente, come se si fosse riaperta. Si inginocchiò portandosi una mano alla fronte e trattenendo a stento un urlo di dolore. La pressione al petto stava diminuendo lentamente, gli faceva male dappertutto, ogni singola parte del suo corpo.

Che mi succede?” sussurrò a se stesso prima di vedere tutto nero e non sentire più nessun rumore, nessun grido, nessuno che pronunciava il suo nome, falso anche quello come lui…

Non sentì le braccia di James afferrarlo prima che toccasse terra e le sue lacrime bagnargli il volto. Non sentì la mano di Lily tra i capelli, la mano di Sirius che stringeva la sua e le grida di Remus di non farsi prendere dal panico e portarlo subito a Hogwarts da Madama Chips.

Non sentì niente di tutto questo.


*


Tutto intorno a lui era buio. Buio ovunque. Buio impenetrabile. Eppure si sentiva bene e leggero, una sensazione simile a quella dell’imperius ma allo stesso tempo diversa. Lui poteva ragionare su dove si trovava, anche se non c’era molto da analizzare, sembrava immerso nel buio più totale.

Eppure, anche se non lo vedeva, sentiva che c’era qualcuno vicino a lui che gli teneva la mano, che non lo lasciava solo…

Ti prego resta con me, non abbandonarmi’ sussurrò Harry, ma la sua voce sembrava remota.

Come in risposta alle sue parole sentì una voce da uomo ‘Ti voglio bene, più di quanto immagini’.

La riconobbe all’istante, e quella voce gli fece battere il cuore ‘Papà…’

Fu come se una fiammella si fosse accesa dentro di lui, una fiammella che gli dava forza…

Lentamente, molto lentamente, davanti a lui comparve una debole luce. Iniziò a camminare, più veloce, sempre più veloce, ritrovandosi a correre verso la luce che diventava sempre più grande…


*



Era passata ormai una settimana e Teddy non si era ancora svegliato. Non sapevano se si sarebbe risvegliato. James ricordò con dolore l’espressione di Madama Chips quando era uscita per informarli delle condizioni del paziente.

Non sappiamo che cos’abbia, potrebbe risvegliarsi oggi, domani o…o mai più”.

Le ultime tre parole lo avevano ferito al cuore. Da quel giorno non si era mosso dal suo letto nonostante Madama Chips avesse provato più e più volte a buttarlo fuori a calci. Ormai dormiva lì, mangiava lì. Andava a lavarsi nel bagno dei Prefetti per cinque minuti, ansioso che durante la sua brevissima assenza potesse succedere qualcosa. Eppure quando Remus cercava di farlo ragionare lui lo buttava fuori. Non capiva. Non capivano. Sentiva che Teddy aveva bisogno di lui, della sua presenza, della sua forza. Sentiva che tra loro due c’era un legame particolare, speciale…

Non era stata una sensazione solo sua, se n’erano accorti tutti, ma nessuno era riuscito a capire esattamente quale fosse. Ma lui sì, era come se il cielo gli avesse mandato Teddy per farlo ricominciare a vivere davvero, non più nella bolla d’illusione dove aveva passato diciassette anni.

E lui parlava, raccontava di cose della sua vita che gli sembrava di aver dimenticato. Era certo che potesse sentirlo.

Ti voglio bene, più di quanto immagini” sussurrò James stringendogli la mano più forte.

Gli sembrò quasi di vedere spuntare sul viso di Teddy un sorriso.

Sai Ginny Weasley è venuta a trovarti tutti i pomeriggi, mi ha detto che state isieme da un po'...complimenti, è molto carina, vi vedo molto bene insieme…tranquillo non lo dirò a Sirius, so quanto può essere impiccione…quella ragazza ti ama davvero, lo vedo dai suoi occhi…non lasciarci, non lo sopporterei…” inaspettate dal suo viso scesero delle lacrime che caddero sulle mani intrecciate di lui e Teddy.

Le asciugò subito, non doveva dimostrarsi debole, doveva essere forte per Teddy…


*


Sentì qualcosa sulla mano…lacrime…

Suo padre stava piangendo, doveva fare presto, doveva raggiungerlo… la luce era così vicina…

All’improvviso si sentì cadere nel vuoto, chiuse gli occhi per proteggersi dall’aria, sì ora c’era aria intorno a lui. Strinse forte la mano avvertendo qualcosa di concreto…poi lentamente aprì gli occhi. La luce ora gli dava un po’ fastidio, sbatté le palpebre un paio di volte prima di mettere a fuoco un soffitto bianco. Lentamente si guardò attorno, riconobbe di essere in uno dei letti dell’infermeria di Hogwarts. Il suo sguardo si spostò su una massa di capelli disordinati. Suo padre si era addormentato stringendogli la mano.

Sorrise. Già se lo vedeva preoccupato e spaventato a morte, se avesse addirittura saputo chi era veramente…

Si bloccò. Non riusciva più a mentire. Né agli altri né a se stesso. Era diventato sempre più difficile guardare negli occhi quelle persone a cui ormai voleva un bene dell’anima e non poter essere sinceri come lo erano loro con lui.

Alcune volte arrivava persino ad odiarsi per questo. Era un mostro.

E improvvisamente una consapevolezza accompagnata da una fitta di dolore che gli attraversò il cuore: loro si stavano affezionando a una persona che non esisteva. Non si stavano affezionando a Harry Potter ma a Ted Evans.

Il suo sguardo cadde su suo padre. Aveva sprecato il suo tempo a prendersi cura di un bugiardo. Istintivamente i suoi occhi si fecero lucidi.

La mano libera si strinse a pugno, così forte da conficcare le unghie nella pelle.

In quel momento James alzò il viso, sveglio e attento come se avesse sentito i suoi pensieri. Harry vide spuntare sul suo viso un sorriso sincero di felicità.

Teddy!”

Quel nome gli fece male, quello non era il suo vero nome. Vide il sorriso di James spegnersi automaticamente. Evidentemente si aspettava una reazione qualsiasi, magari che si sarebbe messo a piangere. E invece era lì, immobile e freddo come il marmo.

Si sentiva svuotato, come se dentro di lui non ci fosse nulla.


*


James era spaventato, che Teddy non lo riconoscesse?

Teddy, sai chi sono?”

Lo vide annuire. “James Potter”.

Non riusciva a spiegarsi il suo comportamento, perché non lo abbracciava e non gli sorrideva?

Guardò i suoi occhi e il suo cuore quasi si fermò. Quelli non erano gli occhi a cui si era abituato. Erano freddi, vuoti e inespressivi, esattamente come li aveva visti la prima volta.

Si era richiuso di nuovo in se stesso.

Una sofferenza lo colpì all’altezza del cuore. In quel momento voleva sentire ancora una volta la risata limpida e squillante di Teddy, vedere il suo sorriso…

Era stato tutto inutile.

Che cos’hai?” chiese James ansioso.

Niente” rispose Teddy indifferente.

Non è vero…dimmi che c’è che non va…” insistette James testardo.

Niente, te l’ho già detto…” rispose Teddy inespressivo.

Lo sai che mi puoi dire tutto…” James non demorse.

Del resto i Potter erano delle teste dure.

Teddy non rispose a quella domanda. E tutto ciò lo ferì più di altro. Non si fidava di lui.

Va via per favore. Voglio restare da solo” Teddy puntò lo sguardo sulla finestra, quasi a guardare il paesaggio.

Ma James sapeva che lo faceva per non incontrare il suo viso. Per non incontrare i suoi occhi marroni lucidi e addolorati.

Non era riuscito ad aiutarlo. Non era riuscito a salvarlo.

Lentamente uscì. Fuori trovò Sirius, Remus e Lily preoccupati.

Jamie, che è successo? Sei pallido come un cencio…” Sirius temeva il peggio.

Si è svegliato…” rispose James senza allegria.

Evvai!” esultò Sirius felice.

Remus e Lily non avevano smesso di guardarlo. Sentivano che c’era qualcosa che non andava.

Che altro c’è?” chiese infatti Remus.

L’abbiamo perso di nuovo” rispose James a testa china, sconfitto.

Che vuoi dire?” chiese Lily ansiosa.

Si è richiuso di nuovo in se stesso. I suoi occhi sono di nuovo vuoti” rispose James.

Dire quelle parole gli aveva provocato altro dolore.

Sirius gli appoggiò una mano sulla spalla come conforto. “Vedrai che riusciremo a smuoverlo anche stavolta”.

James annuì impercettibilmente e si lasciò abbracciare dall’amico. Sentiva che stavolta era qualcosa di diverso, più profondo.

Sentiva che non ce l’avrebbero fatta di nuovo, era come se Teddy avesse creato volontariamente una barriera con loro.

Ted Evans non voleva nessuno, se non la sua solitudine.


*


Era stato dimesso dal San Mungo. Ma non poteva dire di essere a casa, quella non era casa sua. Si sentiva fuori posto. Lui non avrebbe dovuto essere lì.

Era stato uno scherzo del destino che gli aveva portato via tutto per poi ridargli tutto. Ma doveva immaginare che anche stavolta c’era l’inganno: nessuno sapeva chi era veramente. E lui era costretto a mentire a chi voleva più bene.

Ormai erano due giorni che non vedeva se non per pochi secondi i Malandrini e Lily.

Sapeva che il suo comportamento li faceva soffrire ma era meglio così. Dovevano legarsi il meno possibile a lui, così se lui se ne fosse andato, se fosse morto, non avrebbero sofferto come aveva sofferto lui.

Loro dovevano stare fuori dalla sua vita per essere al sicuro, per vivere.

Li aveva allontanati, uno a uno, con urla e offese. Ed ora era solo, immerso nella sua solitudine. Voleva quasi che lo disprezzassero, se lo meritava per tutte le bugie che aveva detto loro.

Era lì coricato sul letto a fissare il soffitto. Gli sembrava di essere tornato a casa dei Dursley, dove passava così la maggior parte delle sue giornate.

Alcune volte dai suoi occhi scendevano delle lacrime, ma lui le bloccava subito.

Anche lui stava soffrendo ma non poteva fare altrimenti.

Doveva proteggerli e se questo dolore era il prezzo da pagare, avrebbe continuato così.


*


James…” mormorò Sirius preoccupato.

James alzò lo sguardo. Sirius notò che aveva gli occhi arrossati e gonfi.

Dove abbiamo sbagliato?” chiese James con voce roca.

Sirius scosse la testa “Non lo so”.

James fissò il pavimento sospirando.

Voleva aiutarlo, ma come se proprio Teddy non voleva il suo aiuto?

Cercava di allontanarli anche se non riusciva a capirne il motivo.

Dov’è Lily?” chiese Remus.

Da Alice. Visto che ha un figlio della stessa età ci può dare qualche consiglio…” spiegò James.

Remus si alzò in piedi di scatto. “Ora basta”.

Che vuoi fare?” proruppe Sirius esitante.

Se vuole stare da solo bene. Ma deve spiegarci perché e non me ne andrò fino a quando non avrò ricevuto una risposta soddisfacente” Remus iniziò a salire le scale.

Subito i due amici lo seguirono.

Remus non si prese nemmeno la briga di bussare. “Alohomora”.

La porta si aprì con uno scatto e i tre Malandrini entrarono.

Teddy, che era seduto sul letto, subito si alzò in piedi.

Che volete?” chiese tagliente.

Se vuoi restare qui a crogiolarti nella tua solitudine fai pure, ma vogliamo una motivazione valida” rispose Remus duro.

Teddy sgranò gli occhi sorpreso. Evidentemente si aspettava di tutto tranne questo.

Allora?” insistette Remus.

Cavolo, i due amici notarono che era proprio arrabbiato.

Videro Teddy sospirare. “Non posso darvele”.

Ci siamo stufati di questi non posso. Pretendiamo delle risposte e le vogliamo adesso” ribatté Remus tagliente.

Voi non potete affezionarvi a me…” replicò Teddy.

E perché di grazia?” chiese Remus irritato.

Harry tremò, tutti se ne accorsero.

Teddy...” proruppe James facendo un passo verso di lui.

Harry alzò le mani e James si bloccò all'istante. Vedeva la sofferenza, il dolore che lo stava travolgendo. E non poteva fare niente dannazione!

Per favore...io non posso” la voce di Harry era tremante.

Sentiva che stava per piangere davanti a loro, ma non poteva.

James lo prese per le spalle e lo scosse leggermente. “Guardami. Guardami”.

Harry lo fissò negli occhi. Quegli occhi erano lo specchio della sua stessa sofferenza. Chissà cos'aveva provato quando era morto diciassette anni fa...

Avevano vissuto la stessa sofferenza, lo stesso dolore. Sentiva che in qualche modo suo padre lo capiva.

Noi non moriremo. Nessuno di noi, hai capito?” suo padre lo fissava serio.

Ecco, aveva centrato il problema. Era quella la sua paura più grande, restare di nuovo solo.

Quell'uomo in un'altra dimensione si era sacrificato per lui, per salvare la sua famiglia, sapeva che non aveva paura di morire, che non avrebbe esitato per salvare loro, lui.

Ma anche lui non avrebbe esitato a salvarli tutti. Perchè non poteva perdere tutto di nuovo.

James lo guardava negli occhi, leggeva la sua anima meglio di chiunque altro, e anche in quel momento lo stava facendo.

Noi ci saremo sempre, non sarai mai solo”.

E chissà per quale motivo sentiva che poteva fidarsi di quelle parole. Lo abbracciò, abbracciò forte suo padre, l'uomo che stimava di più al mondo.

James gli accarezzò i capelli. Sorrideva, erano riuscito a recuperarlo, a salvarlo dalla sua solitudine.

Guardò i suoi due migliori amici che li osservavano dalla porta.

Remus era appoggiato con una spalla alla porta e li fissava sorridendo e annuendo.

Sirius aveva un sorriso a trentadue denti e alzò il pollice in segno di vittoria mentre con l'altra mano si scompigliava i capelli scuri.

Harry stava finalmente bene, non poteva più fare a meno di loro, erano la sua famiglia. E l'avrebbe protetta a tutti i costi.


*


Quel pomeriggio andò da Ginny e le raccontò tutto quello che era successo.

Ginny gli sorrise contenta. “Finalmente, grazie al cielo tuo padre è riuscito a farti ragionare...”

Harry sorrise e non rispose.

Direi che è arrivato il momento che tu dica chi sei” Ginny lo guardò negli occhi.

Era convinta di quello che stava dicendo.

Harry la fissava sorpreso e leggermente spaventato. Non poteva farlo, li avrebbe messi tutti in pericolo.

Non dico a tutti, ma almeno alla tua famiglia...hanno il diritto di sapere Harry, non riuscirai a tenerglielo nascosto ancora per molto...direi che quasi quattro mesi è stato più che sufficiente, io non ce l'avrei mai fatta...” aggiunse Ginny seria.

Non sai quanto è stato difficile, molte volte avevo la tentazione di rivelare chi ero...” rispose Harry abbassando lo sguardo.

E allora fallo. Non avere paura, non conosco nessuno più coraggioso di te”. Lo sguardo di Ginny era fiero.

Harry sorrise leggermente imbarazzato. “È che...non lo so...non credo sia il momento adatto...”

Ginny lo abbracciò e gli sussurrò all'orecchio “Qualsiasi cosa tu decida di fare sappi che sono con te”.

Harry chiuse gli occhi. Lei riusciva sempre a donargli una grande forza.


*


Quella sera, la sera del 23 dicembre, Harry andò a letto presto. Aveva un forte mal di testa che gli faceva quasi venire voglia di rigettare quel poco che aveva mangiato a cena.

Dopo aver messo il pigiama appoggiò la testa sul cuscino e si addormentò all'istante.

Davanti a lui c'erano tre uomini che conosceva: Rufus Scrimgeour e i due fratelli Prewett.

Erano tutti e tre piuttosto malconci.

Harry rise. Dalla sua bocca uscì una risata crudele e maligna che non gli apparteneva, la risata di scherno di Voldemort.

Crucio!” la mano bianca come il gesso mosse in modo impercettibile la bacchetta.

Scrimgeour cominciò a contorcersi e a urlare.

Abbassò la bacchetta. Il mal di testa diventava sempre più forte. Si portò istintivamente una mano alla fronte.

Fece un sorriso maligno. “Avada...”

Voldemort non riuscì a completare la maledizione diretta a Scrimgeour. Il suo braccio si muoveva da solo, contro la sua volontà, abbassandosi sempre di più. Poi iniziò a urlare, sentiva come la testa in fiamme, un dolore atroce.

I tre uomini ne approfittarono per scappare e riuscirono a smaterializzarsi. Voldemort si prese la testa fra le mani, non capiva che diavolo stava succedendo, nella mente vedeva solo quelli che sembravano due intensi occhi verde smeraldo.

Intanto anche Harry urlava come un pazzo, urlava per il dolore.

Solo una volta aveva provato un dolore così forte, quando Voldemort gli aveva toccato la cicatrice al cimitero, la notte in cui Cedric era morto.

Sirius come un razzo spalancò la porta della sua camera. E quello che vide non l'avrebbe mai dimenticato. Teddy, bianco come un lenzuolo, si contorceva gridando più forte che poteva. Sembrava quasi sotto l'effetto della maledizione Cruciatus.

Ringraziò il cielo che Andrea fosse andata a dormire a casa di Dora. Teddy doveva essere preda di un incubo, un incubo tremendo da quello che sembrava. Lo raggiunse e cominciò a schiaffeggiargli il viso.

Teddy! Teddy svegliati! TEDDY!”

Ora cominciava a preoccuparsi, il ragazzo non dava segno di sentirlo.

Prese la bacchetta e la puntò al suo petto. “Innerva!”

Niente.

Sirius non farti prendere dal panico, Sirius...cazzo!”

Fece l'unica cosa che in quel momento gli venne in mente.

Prese un pizzico di polvere volante e la lanciò nel camino.

Godric's Hollow 24!” disse con voce chiara.

Davanti a lui c'era un letto matrimoniale, era la camera dei suoi due amici. Ringraziò il cielo che non stessero combinando niente.

JAMES!”

Il suo migliore amico quasi saltò giù dal letto per la sorpresa e lo spavento. Pensò di aver solo sognato la voce spacca timpani di Sirius, ma dovette ricredersi quando lo sentì urlare di nuovo il suo nome.

Sospirò assonnato e si mise gli occhiali. Lì, tra le fiamme del suo camino, c'era la faccia di Sirius. Notò subito che qualcosa non andava, aveva un'aria preoccupata.

Si svegliò del tutto. “Che succede Felpato?”

Teddy...ha un incubo e sta urlando come un pazzo...non riesco a svegliarlo!”

James si infilò rapido la vestaglia marrone. “Arrivo subito”.

Vengo anch'io” Lily imitò il marito e insieme si smaterializzarono.

Sirius li sentì entrare e salire velocemente le scale. Intanto Teddy non la smetteva di urlare. Notò che si era portato le mani alla testa.

James entrò rapido seguito da Lily che si portò le mani alla bocca.

O mio dio” proruppe James.

Non aveva mai visto niente di simile.

Potter prese le mani di Teddy e le allontanò dal viso. “Hai provato con l'innerva?”

Sirius annuì. Non riusciva a vedere Teddy ridotto in quello stato.

Teddy! Svegliati!” gridò James.

Lily gli accarezzò il viso e i capelli nel tentativo di calmarlo.

Per le mutande di Merlino svegliati! Torna tra noi!” James non sapeva più cosa fare. Aveva gli occhi lucidi, lo sapeva.

Poi Harry smise all'improvviso di divincolarsi. Con stupore i tre si accorsero che il ragazzo aveva cominciato a piangere.

Teddy...” proruppe James con voce strozzata.

Lily gli asciugò le lacrime con i pollici delle mani.

Sirius...” esalò Harry con voce fioca e tremante.

Sirius gli prese forte la spalla. “Sono qui”.

Harry fu come scosso da un brivido poi finalmente aprì gli occhi. Vide i volti preoccupati di tre delle persone a cui voleva più bene al mondo.

Avrebbe voluto dire tante cose, ma qualcosa nello stomaco lo spinse ad alzarsi e a correre in bagno. Si chinò davanti alla tazza del water e iniziò a vomitare anche l'anima.

Aveva rivissuto uno dei momenti più brutti della sua vita, la morte di Sirius. Sentì qualcosa di bagnato e fresco sulla fronte e qualcuno che gli massaggiava la schiena. James e Sirius.

James aveva bagnato un asciugamano e glielo aveva appoggiato sulla fronte per dargli un po' di sollievo.

Dopo un po', quando ormai era completamente vuoto, Harry prese l'asciugamano e si pulì la bocca. Il dolore alla cicatrice era diminuito, tuttavia aveva ancora mal di testa. Sapeva di essere molto pallido e di essere ancora scosso dai tremiti.

Come ti senti?” chiese James preoccupato.

Meglio” rispose lui guardandosi le mani.

Per un momento aveva immaginato fossero bianche e lunghe...

Ci hai fatto prendere un colpo...non ti svegliavi...” disse Sirius stringendogli una spalla.

Harry non guardò nessuno dei due e non rispose. Non avrebbe comunque potuto dire quello che aveva visto. Quella era stata la prima volta che aveva quasi preso totalmente il possesso della mente di Voldemort. Addirittura gli aveva controllato il braccio che teneva la bacchetta...questo gli aveva provocato tutto quel dolore ma almeno i tre membri dell'Ordine erano salvi.

E poi, mentre era caduto nelle tenebre aveva rivisto tutta la scena. Bellatrix e Sirius combattere, Sirius ridere e Bellatrix colpirlo facendolo cadere dietro al Velo...scomparso per sempre.

Strinse forte una mano a pugno conficcando le unghie nella carne. Provava un forte dolore all'altezza del petto perchè lo sapeva, il Sirius che aveva lì non era lo stesso che aveva perso...perso...

Chiuse gli occhi impedendosi a forza di piangere.

Teddy?” proruppe James incerto.

Aprì gli occhi. E vederli lì, così preoccupati per lui...

Stava crollando, lo sapeva. Stava crollando e non poteva evitarlo. Stava crollando e non poteva più continuare a mentire, perchè ormai l'amore che provava per loro glielo impediva.

D'istinto abbracciò suo padre e non poté stavolta impedire alle lacrime di scendere. James lo strinse forte, come se non volesse più lasciarlo andare.

Sirius sgranò gli occhi. I capelli di Teddy erano cambiati, più corti e arruffati esattamente come quelli di James.

James nell'abbracciarlo provò una sensazione strana, un intenso calore all'altezza del cuore. Istintivamente portò una mano ad accarezzargli i capelli. Il suo cuore si bloccò. Quei capelli...li aveva riconosciuti solo al semplice tocco, erano uguali ai suoi.

Prese Teddy per le spalle e lo allontanò quel tanto per poter vedere il viso anche se in cuor suo lo sapeva...

Non poté impedirsi di spalancare leggermente la bocca, quegli occhi lucidi che ora lo guardavano con amore erano di un verde sconvolgente, lo stesso di Lily.

Papà...”

Quella parola sussurrata, quella parola che aveva tanto sperato di poter sentire un giorno, quella parola che credeva non avrebbe più sentito...non si accorse nemmeno delle lacrime che erano scese a bagnargli il volto. L'unica cosa che fece fu stringere a sé suo figlio con tutte le sue forze. Harry era tornato da loro, da lui. Non gli importava altro.

Sirius li guardava commosso, lui che in vita sua non aveva mai pianto tranne che alla morte del piccolo Harry e di suo fratello Regulus era in lacrime. Sul viso un sorriso che lo faceva sembrare di dieci anni più giovane.

Il rumore di qualcosa di rotto portò Sirius a voltarsi verso la porta del bagno. Lily aveva lasciato cadere la tazza di camomilla che aveva in mano. Il suo sguardo era puntato solamente sul ragazzo che suo marito abbracciava. Si portò lentamente una mano alla bocca mentre le lacrime iniziavano a scendere silenziose.

Harry...” sussurrò.

Harry si voltò verso di lei, un piccolo sorriso gli illuminava il viso. Si alzò lentamente staccandosi da suo padre e in pochi passi la raggiunse. Lily allungò le mani e gli toccò il viso, come a voler verificare che non era tutto un sogno. Poi con un singhiozzo lo abbracciò. Finalmente dopo 17 anni riabbracciava il suo bambino.

Harry provò una strana sensazione di benessere all'altezza della cicatrice. Quello era l'abbraccio di una madre che stringeva il proprio figlio...non si era mai sentito così bene in vita sua.

Mamma” mormorò Harry.

Lily fu come scossa da un brivido.

Ora sei a casa tesoro” gli sussurrò sua madre all'orecchio.

Harry sorrise, aveva sempre sognato di sentire quelle parole.

Perchè non vai un po' a letto? Sei stravolto...domani avremmo tutto il tempo per parlare” disse Lily con dolcezza.

Harry annuì. “Ci dovrà essere anche Remus”.

Ci sarà” lo rassicurò Sirius.

Lily frugò nella tasca della vestaglia e gli porse una boccetta di un liquido viola.

Prendi questa, è...”

Lo so che cos'è, l'ho già presa parecchie volte” rispose Harry afferrandola.

Lily a quelle parole si inquietò. Suo figlio aveva già fatto uso della pozione per un sonno senza sogni.

Harry fece un passo per andare in camera da letto ma si voltò verso di loro guardando Sirius.

E comunque sei stato veramente il miglior padrino che potessi avere”.

Sirius sussultò. Poi qualcosa lo spinse a raggiungerlo e abbracciarlo forte.

Beh, vado” Harry se ne andò in camera a cercare di dormire un po'.

I tre maghi scesero in salotto, il sonno completamente sparito. Sirius si sistemò sulla sua poltrona preferita e i Potter sul divano.

Non mi sembra vero...” proruppe Lily. “Non mi sembra vero che mio figlio stia dormendo al piano di sopra”.

È stato con noi per quattro mesi e non ce ne siamo accorti, come abbiamo fatto?” James non riusciva semplicemente a capacitarsene.

Avremmo dovuto capirlo quando ti ha battuto a Quidditch...ti assomiglia davvero molto Jamie” disse Sirius sorridendo.

James sorrise orgoglioso. “I Potter sono sempre i migliori a Quidditch”.

Pallone gonfiato” commentò Lily ridacchiando.

Cos'era la pozione che gli hai dato prima?” chiese Sirius.

Lily guardò il marito incupendosi. Dalla sua faccia dedusse che nemmeno lui ne aveva idea.

Sospirò. “È la pozione per un sonno senza sogni. La cosa che mi preoccupa è che Harry sembra conoscerla molto bene oltre ad averne già fatto uso...prima mi sono spaventata a morte quando l'ho visto in quello stato...e se non fosse stata la prima volta?”

James le circondò le spalle con un braccio. “Stai tranquilla, adesso ha noi. Non lo lasceremo più solo”.

Ma cosa può essere successo per scatenargli una reazione simile? Insomma sembrava sotto l'effetto di una Cruciatus...” replicò Sirius preoccupato.

Non lo so” James si passò una mano sul viso.

Fra poche ore lo sapremo” rispose Lily turbata.


*


Si sentiva bene, davvero bene. Aprì gli occhi e sorrise nel notare che non vedeva un accidente. Prese gli occhi e poi si passò una mano tra i capelli completamente incasinati come al solito.

Era lui, era tornato ad essere Harry Potter, chi era davvero, senza più maschere e bugie.

Si alzò, andò a sciacquarsi il viso e poi scese in cucina dove si sentivano delle voci e delle risate e da cui proveniva un buon profumino di frittelle. La porta era leggermente aperta e sbirciò dentro. Come lui, a parte Remus, erano tutti in pigiama. Sua madre cucinava mentre i tre malandrini parlavano della festa di Natale che si sarebbe tenuta il giorno dopo dai Potter, a casa sua.

Sorrise a quel pensiero, ora era veramente in pace con se stesso.

Fece un respiro profondo e aprì la porta entrando.

Buongiorno a tutti”.

Si sedette alla destra di suo padre mentre quest'ultimo lo salutava scompigliandoli ulteriormente i capelli.

Remus lo fissò con un sorriso. Per un momento gli era sembrato di rivedere James a Hogwarts appena sveglio. La somiglianza era davvero incredibile.

Hai dormito bene tesoro?” gli chiese Lily mettendo davanti a lui un piatto con una enorme pila di frittelle.

Annuì. “Come un sasso”.

Non ci posso credere, ci siamo fatti tutti fregare come degli idioti…soprattutto tu Felpato. Insomma, ci hai vissuto anche insieme…” commentò Remus con un ghigno.

Ha fregato anche te Lunastorta!” replicò Sirius fintamente indignato.

Remus lo ignorò.

Ti devo ringraziare ancora per avermi salvato la vita” disse Remmie.

Harry sorrise “Di niente Lupacchiotto!”

Ehi, ma che fai, sfotti?” domandò Remus sorridendo.

Harry fece finta di rifletterci “Sì, un po’ sì”.

È tutta colpa tua Sir! L’hai traviato sulla brutta strada” commentò Remus falsamente scandalizzato.

Sirius ghignò “Certo, avevi dei dubbi?”

Harry, James e Lily ridevano.

A proposito Harry, come hai scoperto che sono un Lupo Mannaro?” chiese Remus sinceramente curioso.

Scommetto che non te l'ha detto lui...” commentò Sirius con un ghigno.

L'ho scoperto al mio terzo anno in modo abbastanza classico...l'ho visto trasformarsi” rivelò Harry sorridendo.

Cosa? Tu mi hai visto?” Remus era impallidito.

Ammetto che se non fosse stato per Felpato al momento non sarei qui...” aggiunse Harry mangiando un pezzo di frittella.

Dovere!” commentò Sirius sorridendo.

Però non mi hai fatto paura, forse perchè sapevo che eri tu...ero più che altro preoccupato per te” Harry lo guardò sorridendo.

Remus sorrise commosso. Le parole di Harry l'avevano colpito.

Assomigli a James più di quanto immaginassi”.

Harry sorrise orgoglioso. “Lo so, me lo dicono tutti”.

Ovvio, io sono il meglio” commentò James ridendo.

Modesto come sempre è Potter?” rispose Lily divertita.

Qualcosa in contrario signora Potter?” replicò James sorridendo.

No, niente da ridire...” rispose Lily sorseggiando il suo tè.

Harry li fissava tutti con la gioia nel cuore. Mai come in quel momento si sentiva davvero a casa.

Harry ma cosa ti è successo stanotte?” chiese Sirius ansioso.

Si era spaventato a morte quando l'aveva visto in quello stato e sperava in cuor suo che non ricapitasse mai più.

Harry sospirò. Era arrivato il momento di raccontare la parte più dolorosa...

Non è la prima volta che mi è successo, anche se questa è stata di gran lunga la peggiore”.

Harry sentì sua madre stringergli forte la mano per dargli forza.

Scrimgeour, Fabian e Gideon Prewett se la sono cavata per un soffio”.

Remus arruffò le sopracciglia. “Che vuoi dire?”

Erano lì, davanti a me, feriti. Potevo sentire la loro paura, il loro terrore, eppure nemmeno per un momento hanno ceduto” Harry fissava il tavolo con sguardo vuoto, perso nei suoi pensieri.

Ma tu eri qui a letto...” Sirius era confuso.

Il mio corpo sì, ma la mia mente...” rispose Harry.

Nessuno fiatò, aspettavano che continuasse.

Senza volerlo sono entrato nella mente di Voldemort. Io ero lui, parlavo con la sua bocca, con la sua voce. Vedevo attraverso i suoi occhi, provavo quello che lui provava, un senso di potere enorme. La mano che reggeva la bacchetta non era la mia, era bianca e lunga” alzò lo sguardo.

Erano tutti impalliditi e lui si impose di continuare.

Stavo per uccidere Scrimgeour ma per la prima volta mi sono opposto. Mi sono sforzato di fargli abbassare il braccio, credo che lui abbia sentito la mia presenza. Per lo sforzo ho cominciato a sentire un dolore atroce alla cicatrice, io soffrivo perchè anche lui soffriva, non riusciva a sopportare la mia presenza. Scrimgeour e i Prewett ne hanno approfittato per scappare...è stata la prima volta che stava quasi per impossessarmi della mente di Voldemort. Poi all'improvviso sono come caduto nel buio, deve essere riuscito in qualche modo a respingermi” qui esitò.

Era arrivata la parte più difficile e dolorosa. Sentì sua madre aumentare la stretta sulla sua mano.

Poi che hai visto?” James aveva quasi paura di fargli quella domanda.

Harry chiuse gli occhi e per un momento rivide quella scena.

Quando li riaprì James vi poté scorgere dolore, solo e puro dolore.

Uno dei momenti più brutti della mia vita. La morte di Sirius” rivelò Harry, gli occhi lucidi.

Sirius sussultò.

Lui è morto per me, per aiutarmi. Lui era stato tutto per me, un padre, un fratello, un amico, lui era la sola famiglia che mi era rimasta. Mi sono sentito di nuovo solo, come quando avevo undici anni. Solo e terribilmente in colpa perchè lui è morto per colpa mia” il volto di Harry era ormai solcato da lacrime, la voce era roca.

Sirius era scosso. In quelle parole c'erano dolore ma anche un amore incommensurabile, infinito.

Quando Voldemort mi ha posseduto e ha detto a Silente di uccidermi per uccidere lui...l'unica cosa che ho pensato e desiderato era che Silente lo facesse. L'ho quasi pregato che mi uccidesse pur di rivederlo, pur di riavere di nuovo Sirius con me. Quella è stata la prima volta in cui ho desiderato di morire...e tutto quell'amore che provavo per Sirius ha fatto in modo che Voldemort mi liberasse, quel troppo amore lo avrebbe ucciso. Sirius mi aveva salvato di nuovo” Harry si piegò in avanti e si coprì il viso con entrambe le mani piangendo.

Sirius si alzò di scatto e si mise di fianco a lui inginocchiandosi per essere alla sua altezza. Lentamente gli prese le mani e gliele allontanò dal viso.

Sono qui, non ti lascio di nuovo” Sirius lo abbracciò forte accarezzandogli i capelli.

Harry lo strinse come se fosse l'unico suo appiglio di salvezza per non cadere nel baratro. Quell'abbraccio, persino quel profumo di muschio erano gli stessi. Ora era di nuovo con lui. Col passare dei minuti si calmò. Sirius gli sorrise e lui ricambiò.

Chi è stato Harry?”

Non c'era bisogno che James specificasse, aveva capito bene a chi si riferiva.

James voleva sapere chi aveva fatto soffrire suo figlio in quel modo, chi aveva ucciso il suo migliore amico, suo fratello.

Dimmelo, devo saperlo” James era serio.

Harry lo fissò negli occhi e poi disse un nome, un semplice nome. “Bellatrix”.

Sirius si irrigidì. James strinse forte i pugni.

Mi occuperò io di lei. Abbiamo parecchi conti in sospeso” aggiunse Harry sicuro.

Sirius ricordò le parole di Malfoy sulla gita a Villa Malfoy. 'Potter la odia da morire'.

Istintivamente sorrise. Era orgoglioso del suo figlioccio, davvero orgoglioso.

Harry lo guardò e ricambiò il suo sorriso, un senso di calore all'altezza del cuore.

Nessuno a parte noi deve sapere che sono tornato, d'accordo?”

Tutti annuirono.

Ti piace la torta di melassa, vero? Ho intenzione di cucinarla per la festa di Natale, tuo padre ne va pazzo...” Lily riuscì a far tornare spensieratezza.

Harry annuì. “Veramente è la mia preferita”.

Non c'è proprio niente da fare, hai preso tutto da lui” commentò Lily divertita.

James e Harry si diedero il cinque. Negli occhi di entrambi la stessa serenità e lo stesso amore. L'amore che lega un padre e un figlio.

Poi Harry li guardò tutti, uno a uno. Ora la famiglia era veramente al completo. La sua famiglia. E lui non poteva essere più felice.



ANGOLO AUTRICE:

questo è stato un capitolo strasognato immagino...quanto darei per vedere la vostra faccia...spero ne siate rimasti contenti. Insomma mi sembrava giusto che Harry festeggiasse il Natale in pace...poverino ne ha già subite di tutti i colori.

Rivelo che anch'io mi sono emozionata parecchio nello scriverlo...ditemi voi cosa ne pensate...

Consideratelo un regalo di Pasqua in ritardo.


Un grazie per aver recensito a: kiry95, Shin_86, Finleyna 4 Ever, Manda, kokylinda2, Mirwen, SATANABAAN, brando (presto si saprà chi è il famoso zio...ihih xP), rutix2003, edocast92, Uchiha_chan, dodo, renesmee cullen.


Un grazie agli 223 che l'hanno messa nelle preferite, gli 85 nelle seguite e i 4 nelle ricordate.


Un bacio a tutti e al prossimo capitolo.

Nikki Potter

  
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