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Autore: ribrib20    09/04/2010    1 recensioni
“Ciò che stai facendo è sbagliato, e tu lo sai bene”.
A volte il confine tra gelosia ossessiva e follia è davvero sottile...
Seconda classificata al contest SOUNDTRACK AND GELOSY indetto da meli_mao.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

Ti guardi intorno, scrutando con occhi vigili il paesaggio che si estende di fronte a te: gli alberi costeggiano il sentiero che stai percorrendo, li osservi per un attimo e i loro fiori rosa ti ricordano i ciliegi. Chiudi gli occhi e sorridi. I suoi preferiti.
Il sole splende alto nel cielo facendo bella mostra del suo azzurro, così intenso, proprio come lo è il suo sguardo, quando ti parla.
Scuoti il capo. Non è il momento di pensare a queste cose!
Ti fermi di fronte ad un grande cancello di bronzo, finemente decorato con immagini di angeli, santi, divinità.. storci il naso. Non è roba che fa per te.
“Ciò che stai facendo è sbagliato, e tu lo sai bene” decidi di non prestare ascolto a quella voce che fino a pochi anni fa attribuivi a quella parte di te che ancora può essere considerata umana, ma che ora, da quando l’hai conosciuta, attribuisci a lei. Lei, che con il suo tono di voce sempre così dolce ma tuttavia con quel pizzico di malinconia celata che la contraddistingue dalla folla, riesce a farti star bene.
Solo con il suono della sua voce.
Solo con la sua presenza.
Scrolli la testa, questa volta con più vigore, non vuoi perderti nei ricordi di lontani momenti passati con lei. Hai cose più importanti di cui occuparti ora… a lei penserai dopo.
Avanzi per un altro paio di metri, pronto a varcare la soglia, separato solo da quel portone.
Sul tuo viso si dipinge un sorriso di scherno, quando vedi due guardie tentare di bloccarti il passaggio, urlandoti parole che non capisci, ma delle quali, pensi, non te ne frega assolutamente niente. Non fanno in tempo a tirare fuori le loro armi, che hai già messo fine alla loro lurida e patetica esistenza.
Soddisfatto, entri nel “giardino”, quello dove vengono raccolte le anime dei defunti.
Ti aggiri per quella distesa infinita di fiori cercando qualcosa … o qualcuno.
E alla fine la trovi. Quell’anima.
Le porgi una mano, lei ti osserva per un attimo, sussurra qualcosa, ma il suo tono è troppo basso perché tu possa capire, perciò ti limiti a sorridere e quando ti sembra abbia deciso di seguirti la conduci fuori da quel posto dove il tempo sembra essersi fermato.

E insieme sparite.
Dietro di voi solo i cadaveri degli angeli che hai ucciso con la tua spada a stonare in quel luogo incantato.


   
 
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