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Autore: miseichan    11/04/2010    10 recensioni
Uno stronzo. Un avvocato cinico e spregiudicato. Un avvocato che non crede nella giustizia. Sempre lo stesso avvocato che odia il suo lavoro, la sua vita, il fatto che a trentatrè anni suonati è ancora single e vive come se ne avesse diciassette. Un avvocato a cui non brillano più gli occhi dorati. Chissà se un paio di occhi da cerbiatto umidi di lacrime non possano compiere un miracolo, riportandolo in qualche modo a vivere davvero.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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prologo

 

 

 

Cercavi giustizia, hai incontrato me

 

Ho sentito una canzone una volta, anni fa, di cui il titolo mi si è impresso a fuoco nella memoria: “Cercavo giustizia e ho incontrato la legge

Non saprei dire per quale motivo mi colpì tanto eppure ancora oggi ripensandoci un brivido mi sale lungo la schiena.

Forse è perché in qualche modo rispecchia perfettamente tutto ciò in cui credo.

E io nella giustizia non ci credo.

Sono tanti quelli che si beano nella convinzione che esista, nell’idea che alla fine trionferà sempre.

Non è così: la giustizia non esiste e la legge lo dimostra.

Potrò sembrare cinico e ripetitivo ma la verità è che sono semplicemente realista.

Bastardo, fuorilegge, truffatore, apatico, insensibile… me ne hanno dette di tutti i colori e non me la sento di confutarne nessuna, perché in fondo lo sono sul serio.

Più di tutte però, sono stronzo.

Semplice, coincisa, sette lettere, il riassunto della mia vita: stronzo.

Quale avvocato non lo è?

Sono arrivato a chiedermi se è possibile che tutti gli avvocati sono stronzi perché solo gli stronzi possono diventare avvocati.

Bisogna ammettere che la cosa avrebbe senso.

Io però posso essere orgoglioso di dire che sono il più stronzo in assoluto.

Odio il mio lavoro, con tutto il cuore. Certo sono bravo: tanto bravo quanto stronzo.

Mi capita spesso di accomunarmi ad un personaggio creato da Carofiglio: Guido Guerrieri.

E’ anche lui un avvocato, bravo e dalla carriera non proprio onesta.

Non quanto la mia ci tengo a precisare. Se Guerrieri di tanto in tanto si salva tuttavia, con uscite degne di un eroe, a me non era mai capitato: avevo imparato a convivere con quel senso di disagio e malessere che ormai mi apparteneva. Non ci facevo quasi più caso.

Mi chiamavano “Faccia d’angelo

Se all’inizio era un nomignolo bonario, puramente attribuitomi per il viso candido e perfetto che attirava le ragazze come le api al miele, con il passare del tempo il significato del soprannome era pian piano cambiato, assumendo vari sottintesi.

Si era iniziato a pronunciarlo con un timore quasi reverenziale o in alternativa con totale disprezzo, perché il viso d’angelo era ingannevole: nascondeva un animo bastardo.

Chiunque mi conosceva lo sapeva.

Mai credere a ciò che il mio volto diceva.

Mai fidarsi delle mie espressioni.

Mai farsi distrarre dai miei occhi dorati.

La cosa più saggia da fare era stare attenti alle mie parole.

Ben attenti.

Anche così però c’era poco da fare: contro di me non si vinceva.

Non ero contento della mia vita, non ne ero soddisfatto.

A trentatré anni ancora single, sconsiderato e folle. Quelli che si consideravano miei amici mi invidiavano: per i soldi, per le donne, per tutto.

Ma io non la pensavo così.

Mi facevo schifo.

Ancora oggi non so dire per quale motivo accettai quel caso: era una pazzia, un modo come un altro per rovinarmi la carriera… e la vita.

Lo intuii dal primo momento che mi stavo cacciando in un bel guaio.

Qualcosa dentro di me mi aveva avvertito, gridandomi di scappare e voltare immediatamente le spalle a quegli occhi da cerbiatto che mi fissavano spauriti.

Ma non lo feci.

Ricambiai lo sguardo, mentre il mio abituale ghigno mi scompariva piano dalle labbra.

Mossi un passo verso quella figura esile e tremante.

E per qualche motivo che mi è ancora sconosciuto allungai la mano.

“Edward Cullen”

 

*

 

 

Ci tengo a precisare, non so di preciso il perché, che è la prima volta che scrivo qualcosa ispirandomi alla Meyer.

Di solito sono per lo più un’assidua frequentatrice della sezione “Originali, romantico” dove ho già pubblicato diverse cose.

Questa volta però ho ricevuto serie minacce e mi sono “decisa” a provare.

Non linciatemi.

E’ orrenda, forse. E lo si capisce già dal prologo, direte voi.

Tentar non nuoce, comunque. ^^

Spero in qualche commento, così per sapere se a qualcuno potrebbe anche solo un pochino interessare un tanto improbabile seguito **

   
 
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