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Autore: valentina_black_cullen    15/04/2010    7 recensioni
Continuavo a guardarlo con insistenza da più di cinque minuti, anche lui mi guardava. Mi sembrava di conoscere quel ragazzo dai capelli ramati e dagli occhi... dorati. In quel momento ricordai tutto: Era lui, il mio angelo custode.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DELL'AUTRICE: Scusate, scusate, scusate per l'enorme ritardo con cui posto il nuovo capitolo, ma la scuola non da tregua. Giuro, che d'ora in poi sarò veloce.

Rispondo alle recensioni:

Kahlan Amnell: Allora, all'età dell'incidente dove Edward la salva, Bella ha quattro anni adesso ne ha diciasette xD Io un genio di ff? Ahaha bella questa battuta, comunque, come al solito xD, ti dico grazie per i complimenti. Grazie, merci, thanks, gracias xD
Un bacioneeeee Vale!!!
Stellina_cadente: Hai proprio ragione, ogni ragazza avrebbe bisogno del proprio "Edward angelo custode" hihihihi.
Spero che continuerai a seguire... Vale.
denny: Ma grazieeeeee bacioni Vale...
Batuffolo: Ed ecco a te, anche se con un enorme ritardo, il secondo capitolo =)
frate87: La ff promette bene? Ehehe speriamo che continui a piacervi...

                                                                         INCONTRO...

POV EDWARD

Guardai il cielo e sorrisi. Domani l'avrei rivista... cosa avrei fatto? E lei mi avrebbe riconosciuto?
Erano tredici anni che non mi vedeva, ma io le ero stato sempre vicino, anche se lei non lo sapeva.
Grazie ad Alice, che prevedeva il futuro, ogni qual volta Bella era in pericolo io correvo, correvo più che potevo per poterla salvare.
Per questo motivo, dopo il nostro primo incontro, avevo chiesto alla mia famiglia, di trasferirci in un paesino vicino Forks.
E così l'avevo vista crescere, da bambina era diventata un'adolescente e adesso a diciassette anni, era un piccola donna.
Ora però ci eravamo trasferiti tutti a Forks e domani avrei cominciato la scuola, ma non era questo il motivo della felicità che sentivo
dentro, no. Ero felice perchè avrei frequentato lo stesso istituto di Bella. Solo io potevo chiamarla così, dovevo ricordarmelo, altrimenti
mi avrebbe scoperto subito ed io sarei dovuto scappare via.
Aprì il mio piccolo quaderno ed iniziai a scrivere. Come da manuale le scrivevo sempre, una mia paura, un mio rimpianto,
una mia gioia. Sì, perchè visto che non potevo parlare direttamente con Bella, le scrivevo ogni giorno una lettera, una poesia o semplicemente una frase.

"Eccomi qui, come sempre a scriverti mia cara Bella. Domani mi rivedrai ed io egoista come sono vorrei che tu mi riconoscessi, ma sarebbe troppo pericoloso. Chissà come sarai cambiata; certo ti vedo sempre attraverso i pensieri di Alice, ma non ti danno mai giustizia.
Tredici anni fa tu mi dissi che ero il tuo angelo custode, ma forse qui il vero angelo protettore, sei tu per me. Sai perchè? Perchè non mi fai sentire mai un essere disgustoso, anzi ogni giorno che passa mi accetto sempre di più per quello che sono.
Quanto vorrei leggerti nel pensiero, vedere se ogni tanto pensi a me... Bella, mi pensi? Io sì, ogni attimo della mia esistenza."

Finito di scrivere guardai l'orologio: Erano le quattro del mattino.
--Solo quattro ore, solo quattro ore-- sussurrai fuori dalla finestra aperta, sperando che lei mi sentisse.


POV ISABELLA

Arrivata a scuola, dopo aver parcheggiato il mio Pick-up vidi Jessica, una mia amica, correre verso di me.
--Che succede?-- domandai spaventata dal suo comportamento.
--Non lo sai? Sono appena arrivati a scuola quattro nuovi alunni-- disse saltellando.
Alzai un sopracciglio. --Quindi?--
--Lasciami finire. Allora sono due ragazze e tre ragazzi, le femmine si chiamano Alice e Rosalie, mentre i tre ragazzi sono dei fighi da paura.
Si chiamano Jasper, Emmett ed Edward--
Sorrisi quando sentì pronunciare l'ultimo nome.
Jessica, non curante della mia "non risposta", continuò a parlare.
--Guarda sono vicino a quella macchina grigia-- e si girò verso di loro. Con lo sguardo seguì anch'io quello della mia amica e li vidi.
Erano bellissimi:
La ragazza con i capelli neri sembrava un folletto, visto la sua altezza; la ragazza bionda che era alla sua destra, di sicuro era una modella;
l'omone al suo fianco sembrava un orso; il ragazzo biondo, bellissimo, aveva l'aria strana; mentre l'ultimo, il ragazzo dai capelli ramati
era il più bello di tutti. Fisico statuario, capelli a spazzola, labbra da baciare.
--Isabella? Sei tra noi?-- disse Jessica muovendo la sua mano a destra e a sinistra davanti ai miei occhi.
--Ehm... sì-- risposi.
Non le diedi il tempo di controbattere e mi incamminai verso l'entrata della scuola. Per entrare passai davanti a loro, e mi concessi un ultimo sguardo a quel ragazzo bellissimo. Da vicino vidi i suoi occhi... erano dorati.
Era forse lui Edward? Tutto combaciava, lui era il mio angelo.
No Isabella, basta la devi smettere di pensarlo, urlai dentro di me. E poi non poteva essere lui, adesso il ragazzo che mi salvò tredici anni fa avrebbe dovuto avere trent'anni, il ragazzo che mi era di fronte invece aveva la mia età. Eppure era così tremendamente uguale.
Solo allora mi accorsi che ero rimasta, davanti a lui e a tutta la sua famiglia, imbambolata a guardarlo.
Scappai via. --Sono un'idiota-- sussurrai.
Quel giorno a prima ora avevo biologia. Entrata in classe presi il mio posto al fianco di Angela e la salutai.
Ma, neanche il tempo di aprir bocca, che un ragazzo, quel ragazzo entrò in aula.
Il professore lo presentò alla classe:
--Lui è Edward Cullen-- oh no, oh no ma non è possibile, e abbassai lo sguardo verso il mio banco. Quando lo rialzai vidi che mi fissava.
Sviai lo sguardo, imbarazzata.
--Bene-- disse il professore --Visti i tuoi voti precedenti, che sono eccellenti, vorrei farti sedere al fianco di Isabella Swan, che come te è un ottima studentessa--
Cosa??? pensai. No, no, no, la mia salute mentale ne avrebbe potuto risentire.
--Per te è un fastidio spostarti dietro?--  chiese il professore ad Angela.
--No-- rispose e si spostò.
Così, dopo una camminata da modello, Edward prese posto affiancò a me.
--Ciao, scusa forse preferivi stare al fianco della tua amica-- disse.
Lo guardai. --No, tranquillo--
--Comunque il mio nome, come avrai sentito dal professore, è Edward Cullen--
--E anche tu, come avrai sentito dal professore, saprai che io mi chiamo Isabella Swan--
Edward rise a quelle parole ed io mi unì alla sua risata. Che strano, mi sentivo così a mio agio con lui, e lo avevo appena conosciuto.
Tranne se... no basta lui non era il mio angelo, altrimenti mi avrebbe chiamato Bella.
Ricordavo ancora, quando dopo il suo salvataggio io chiedevo sempre ai miei genitori dove fosse finito, ma loro mortificati rispondevano che non lo sapevano. Avevo anche fatto un disegno di lui con le ali spiegate ed ero al suo fianco che lo abbracciavo forte.
Ogni giorno alla scuola nello stesso punto dove lo vidi per la prima volta, lo aspettavo per poterglielo mostrare, ma lui non si fece più vedere.
--A cosa pensi?-- domandò d'un tratto Edward.
--Ricordi-- risposi.
E lui sorrise.

                          

  
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