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Autore: LaCla    17/04/2010    2 recensioni
Ecco la mia prima FanFiction, in cui troveremo una Bella più estroversa, meno impacciata e meno appetitosa per i vampiri. La Bella di questa mia storia, infatti, è sempre una specie di cantante di Edward, solo che invece di tentarlo all’esagerazione, il suo sangue per lui era quasi inodore, e non lo porta a bramare la morte di Bella. Incontreremo un Jacob diverso da come siamo state abituate a vedere, più egoista, e …. E basta o vi racconto tutto! xD
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao! posto prestissimo perchè almeno due capitoli li voglio postare per darvi un'idea della storia. è bello sapere che vi piace ^^
alle recensioni risponderò nel prossimo post, penso sarà giovedì. i capitoli li ho pronti ma purtroppo il mio Pc on collabora sempre =(
comunque un avviso per i Fan di Jessica. mi scuso con voi, ma l'ho sempre detestata e la tratterò malissimo! xD
grazie e buona lettura (spero^^)



Salutai Edward al cancello e mi diressi verso la fermata dell’autobus, ma non feci in tempo a fare tre passi che Jessica mi piombò addosso, con gli occhi ridotti a due fessure e in punta di piedi per raggiungermi. Ma che voleva questa?? Iniziò a sbraitarmi addosso a quattro centimetri dalla faccia.
-    Cosa ti è saltato in mente? Lui è mio, l’avevo adocchiato prima io! Non hai il diritto di prenderlo così! Sei solo una sciacquetta! Un’oca che vuole fare solo conquiste! Una … -
Le misi una mano sulla bocca e la feci ricadere sui talloni, il mio sguardo avrebbe fatto paura a chiunque, forse per questo un gruppetto di ragazzi ci stava osservando con aria preoccupata. Chissà se stavano decidendo se era il caso di intervenire o godersi la scena, ma non avevo tempo per quei dubbi. Era un altro il mio dubbio… trascinarla per quei suoi orribili capelli in un logo isolato e disintegrarla, o umiliarla li, davanti a tutti? Ovviamente la mia rabbia mi portò a optare per la seconda opzione. Ero sempre stata brava a rispondere a tono alle accuse, di solito però mi trattenevo per correttezza, stavolta non l’avrei fatto!
-    Adesso, sottospecie di broccolo geneticamente danneggiato! Pensa quello che vuoi di me, non mi interessa minimamente la tua opinione riguardo alla mia vita! Ti detesto fortemente dalla prima! Ti ho sopportato fino ad ora ma sto davvero prendendo in considerazione l’idea di strozzarti! Non mi sono seduta accanto a lui per fare conquiste, tantomeno per rubarti un potenziale ragazzo! Non è colpa mia e non mi interessa se ti rode ancora il fatto che Mike mi preferisca ancora a te! – punta nel vivo, era sbiancata all’istante! – abbiamo fatto amicizia, non rinuncerò a quella per te! E tantomeno ad altri eventuali sviluppi! Ti rode? Ti da fastidio? Bene, voltati dall’altra parte oppure non sforzarti ad alzare lo sguardo per guardarci! –
Le lasciai la bocca e feci per andarmene, i gruppetti di ragazzi attorno a noi ridacchiavano. Meglio, imparava quella stronza a non intromettersi nei miei affari privati.
Mentre imprecavo ancora mentalmente contro quella creatura insignificante che mi aveva fatto perdere l’autobus sentii dei gridolini di stupore e spavento, mi girai giusto in tempo per vedere lei che lanciava una sua scarpa verso di me.
Chiusi gli occhi, ormai non la potevo schivare e non ero in grado di fermarla, non ero mai stata brava in ricezione, anzi, in teoria non sono mai stata brava in nessuno sport.
Portai le mani a proteggermi il volto ma la scarpa non arrivò.  Decisi di riaprire un occhio e davanti a me non c’era più Jessica o la sua scarpa, ma una schiena coperta con un cappotto grigio chiaro, alzai un po’ gli occhi e riconobbi i capelli inconfondibili di Edward.
Mi scostai dalle sue spalle per vedere la scena. Lui con in mano la scarpa di Jessica, Jessica impietrita, bocca aperta e ancora in posizione di tiro.
-    Tu sei Jessica Stanley vero? Ti chiarisco due concetti fondamentali. Primo punto, le ragazze che non mi arrivano nemmeno all’ombelico non le considero minimamente, quindi evita di fare queste scenate, non avevi speranze comunque! –
era Edward a parlare, freddo, schietto, e maledettamente sexy! Ma cosa pensavo!!! Bella diamine! Contegno!
-    Secondo punto, se ti azzardi ancora ad avvicinarti a Bella, escluso per implorare il suo perdono per il tuo comportamento stupido e infantile, non mi limiterò a lasciarti senza scarpe, ti servirà una parrucca quando avrò finito… anche se…  in fin dei conti non so quanto possa danneggiare la tua immagine! Ora sparisci! -  
detto ciò lanciò la sua scarpa nel bosco vicino alla scuola. Precisamente sull’albero! La faccia di Jessica in quel momento non aveva prezzo! Sarebbe stata da immortalare! Dentro di me stavo morendo dalle risate, e non so quanto sono riuscita a trattenere le mie espressioni facciali. I nostri spettatori non si preoccuparono nemmeno di trattenersi e scoppiarono a ridere.
-    Stai bene Bella? -  mi chiese apprensivo voltandosi verso di me.
-    Oh, si si, grazie davvero, non dovevi disturbarti io… -
-    Te la saresti cavata da sola è? Non ne dubito, dopo la scarpata avrei assistito allo smembramento della Stanley ma preferivo evitarti una scarpa in faccia! – ecco il mio sorriso sghembo… che bello era????
-    Si beh…  in effetti, le avrei fatto malissimo… grazie di avermi evitato la scarpa allora!- sorrisi anch’io, e come non farlo di fronte a quegli occhi???
-    Hai perso l’autobus. Vieni ti diamo un passaggio. – non era una domanda, e.. no non avevo molta scelta.
Arrivammo al parcheggio e attorno a una Volvo metallizzata c’erano i fratelli Cullen. Feci un rapido conto e mi fermai.
-    Edward non ci sto, siete già in cinque e… -
-    Ah non rompere Bella, Alice o Rose staranno in braccio al rispettivo cavaliere no? –
e di nuovo il sorriso… ma mi dispiaceva disturbare così.. e poi Rosalie mi aveva già fulminato non so quante volte…
-    Ma.. disturbo.. e… -
-    Basta, vieni con me! -  e mi trascinò per un braccio, senza farmi male.
Alice mi salutò con entusiasmo, così anche Emmett.
-    Ciao Bellina, hai rischiato di doverti fare una plastica al naso con quella scarpa èh??? –
Mi misi a ridere, era inevitabile,  tentai di ignorare il mio nuovo soprannome, e il borbottare di Rosalie che avevo tradotto in un “peccato”… sempre più simpatica mi dicono… ma tutte acide le ragazze di oggi? Mah…
-    Ciao, piacere di conoscerti io sono Jasper Hale –
L’angelo biondo mi porse la mano e io la strinsi, anche lui era ghiacciato, ma visto che le temperature fuori non erano poi così alte non mi stupii più di tanto.
Rosalie era impaziente di tornare a casa così salimmo, io davanti, accanto ad Edward che guidava, gli altri dietro. Ovviamente Rosalie non accettò di viaggiare scomoda e quindi toccò ad Alice sedersi su Jasper… non sembrava dispiacergli comunque.
-    Allora Bellina dove ti portiamo?? –
Diedi le indicazioni e ignorai nuovamente il “Bellina”, magari ignorandolo avrebbe perso il gusto di chiamarmi così.  Appena Edward mise in moto Alice iniziò a parlare di moda, shopping, negozi, grandi firme, stilisti, stoffe, fantasie e altri diecimila argomenti correlati. Mi scoppiava la testa, ma mi piaceva ascoltarla. In dieci minuti avevo assimilato tantissime nuove nozioni sulla moda, e non avrei certo aspettato troppo a metterle in pratica. Mi piaceva la moda, certo, non ero al livello di Alice o Rosalie, ma non mi facevo pregare per andare a far compere!
-    Miss Swan siamo arrivati –
Già a casa??? Ma erano passati 10 minuti, di solito anche in auto impiegavo 20 minuti buoni ad arrivare a casa, e non guidavo come una novantenne in fondo.
-    A che velocità sei andato?-  chiesi con sospetto… e il suo sorrisino colpevole mi confermò che forse non volevo saperlo… - ok ok ok, fermo, non me lo dire, preferisco rimanere all’oscuro dei fatti! –
Riuscii a far ridere anche Rosalie, bene, forse non mi odiava così tanto infondo.
-    Non so davvero cm ringraziarvi per il passaggio – dissi a tutti, poi mi voltai verso Edward – e per la scarpa!-
-    Quando vuoi, buon pomeriggio Bella! –
Beh, ok, era davvero bello quel ragazzo. In  più era simpatico, molto. Scesi dall’auto attenta a non scivolare  ed entrai in casa salutando con la mano. Notai il modo in cui Edward uscì dal vialetto e capii all’istante come avevamo fatto a tornare così presto. E approvai nuovamente la mia scelta di non conoscere la velocità di guida. Era forse un pilota o qualcosa di simile? Avrei indagato!!
Entrai in casa, divorai il pranzo e corsi in camera per riordinare le idee. Era stato un primo giorno decisamente più movimentato del previsto. Ma non male!
Finii i compiti delle vacanze che non avevo ancora fatto a mezzanotte passata, poi mi buttai a letto e mi immersi nella musica per trovare sonno.
Mi addormentai quasi subito, ma forse avrei fatto meglio a non addormentarmi così presto….
Mi ritrovai in un bosco, in lontananza si sentiva lo scoppiettio di un falò e un vociare indistinto. Mi avvicinai alle voci e vidi i miei amici di La Push, Jacob mi corse incontro con i suoi capelli lunghi e il suo sorrisone a 32 denti. Purtroppo aveva sempre avuto una cotta per me, e ogni volta speravo gli passasse, ma per ora non era ancora successo.
-    Ciao Bella, vieni, sei in ritardo! –
Lo seguii e mi accoccolai vicino al fuoco. Billy Black iniziò a parlare, a raccontare una storia, la storia dei freddi… i freddi, ma cos’erano questi freddi? Chi erano? E gli indiani di La Push discendevano dai lupi? Ma dai!  Ero incredula davanti a quelle leggende. Erano solo sciocchezze inventate per far paura ai bambini. Quando stavo per andarmene vidi un’ombra nel bosco, una sagoma di cui distinguevo solo gli occhi. Due occhi gialli che sembravano volermi dire qualcosa. La sagoma avanzò di un passo, allungò una mano verso di me. La sua pelle era bianchissima, ma il volto era ancora celato dall’oscurità. Appena feci un passo per prendere quella mano Jake e gli altri ragazzi iniziarono a tremare. Si sentì un terribile rumore di ossa spezzate e mi ritrovai circondata da enormi lupi!
Mi svegliai alle 6 del mattino matida di sudore, un po’ in anticipo ma non abbastanza da permettermi di riaddormentarmi. Mi lavai e, tentando di capire per quale strana ragione mi fossero tornate in mente quelle leggende che avevo sentito come minimo tre mesi prima, feci colazione. Peccato che nelle mie buone intenzioni di non fare rumore non avevo preso in considerazione il fattore sfiga. Infatti la mia povera tazza si andò a frantumare nel lavello svegliando mio papà.
-    Bells che diamine fai sveglia così presto? E cosa ti ho fatto di male per meritare un risveglio così?-
Ecco, svegliato il papà, fine della pace mattutina.
-    Scusa, mi è scivolata. Ora scappo, vado a vestirmi e a preparare le cose per la scuola. Ciao ciao! –
Gli diedi un rapido bacio sulla guancia e mi fiondai su per le scale. Mi vestii con un paio di jeans per rimanere semplice, e con un maglioncino di un arancione chiaro che mi ricordava quando un tempo vivevo in una città soleggiata. Da quando ero arrivata a Forks non avevo più voluto indossare nulla di verde! Mi aveva nauseata il verde!
Tra le mie fantasticherie come al solito riuscii ad uscire di casa in ritardo, ma non persi l’autobus fortunatamente.
Ignorai per tutto il viaggio le occhiate dei ragazzi che probabilmente mi avevano riconosciuta come “la ragazza della lite di ieri” e mi lasciai trasportare dalle note dei Muse…

   
 
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