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Autore: MM1981    16/08/2005    13 recensioni
La guerra è finita, Voldemort è stato sconfitto. Per gli uomini e le donne che hanno combattuto per liberare il mondo magico sembra essere finalmente giunto il tempo di andare avanti con le proprie vite e di fare i conti con le ferite che il conflitto ha loro inferto. E se a complicare tutto si aggiungesse una nuova incombente minaccia? (Pre Hbp)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo terzo

Capitolo terzo

La lealtà della serpe

 

Un raggio di sole impertinente colpì il viso di Harry Potter, strappandolo bruscamente dalle braccia di Morfeo. Il ragazzo decise di prendersi ancora qualche minuto prima di aprire gli occhi, continuando pigramente a crogiolarsi nel tepore del suo letto. Poi, con un considerevole sforzo, lasciò che le sue palpebre si schiudessero, regalandogli la solita confusa vista della stanza. La mano corse veloce al comodino alla ricerca dei fidati occhiali e, una volta inforcatili, il giovane si preparò di malavoglia ad abbandonare quel morbido giaciglio di calde coperte.

 

Appena varcata la soglia della camera un delizioso odore attirò la sua attenzione, spazzando via il consueto malumore mattutino.

«Torta alla melassa» sussurrò, fiutando l’aria come uno Snaso in cerca di tesori.

Quel paradisiaco effluvio segnalava chiaramente la presenza della nuova ospite.

Harry scese le scale a due a due e fece il suo ingresso in cucina «Buongiorno, Gin! » esclamò felice, osservandola preparare la tavola per la colazione «Devi essere una specie di dono del cielo! »

 

«Buongiorno a te, Harry!» gli fece eco allegra la ragazza «Ho solamente preparato un torta, non c’è affatto bisogno di profondersi in tali manifestazioni di gratitudine!»

 

«Bè, la torta alla melassa è la mia preferita e in questa casa nessuno sa cucinare… Credo che tu possa ufficialmente ambire al titolo di mia Coinquilina Preferita! » replicò lui serissimo, prima di agguantare un coltello e tagliarsi una fetta di dolce di dimensioni pantagrueliche.

 

«Hey, guarda che deve bastare anche per gli altri! Non essere egoista Potter!» lo riprese la giovane con un’espressione severa che a Harry ricordò molto Molly Weasley.

 

«Oh, di quello non mi preoccuperei mica… » fece lui con aria noncurante «Quei due non mangiano mai dopo una lite! Fa tutto parte del loro rituale romantico… Sai …La passione celata , il bruciante tormento… Travolti da questo vortice di emozioni i nostri piccioncini non possono certo curarsi di cose terrene e triviali come il cibo!»

 

Ginny lo guardò sbigottita e un tantino irritata «Non dovresti parlare di loro in questo modo…» disse in tono di ammonimento «Quei due soffrono davvero, Harry. Stamattina quando mi sono alzata sono andata a controllare che Hermione stesse bene, ma la porta era bloccata e quando ho bussato non mi ha nemmeno risposto! »

 

«Tutto normale!» la tranquillizzò il giovane, continuando a ingozzarsi di torta con immutato entusiasmo «Avrà fatto il solito incantesimo imperturbabile alla porta… Hermione ha sempre bisogno di un po’ di tempo da sola per sbollire dopo uno dei suoi alterchi con Ron…»

 

«Sembra che tu abbia maturato una certa esperienza in materia » constatò lei ammirata «Non è che per caso sapresti anche spiegare la strana assenza di mio fratello a quest’ora del mattino? Non è proprio da lui alzarsi all’alba…»

 

«È presto detto…» affermò Harry con aria di superiorità «sarà sicuramente andato a cercare qualcosa di speciale per farsi perdonare da lei! Merlino quei due sono così prevedibili!» terminò trangugiando il suo caffelatte.

 

« Se lo dici tu… »  concesse scettica Ginny «Io però sono veramente preoccupata… La lite di ieri è stata così orrenda… »   

 

«È vero» convenne lui «in effetti credo sia stata una delle peggiori  cui abbia mai avuto la sfortuna di assistere… Ron dovrà inventarsi qualcosa di incredibilmente brillante questa volta! Ma sta’ tranquilla … Faranno pace!»

 

«Tu credi?» domandò Ginny ancora titubante, sedendosi di fronte a lui e cominciando a mangiare lentamente la sua fetta di dolce  «Non sarò il caso che uno di noi due parli con entrambi e…»

 

Harry scosse la testa terrorizzato «Non se ne parla nemmeno!» dichiarò in un tono che non ammetteva repliche di sorta «Credimi, è un errore che ho fatto anch’io in passato… Facevo la spola da una parte all’altra, tentando di mettere la buona, e sai qual è la cosa che mi sentivo dire più di frequente? » 

 

«No. Quale?»

 

«”Vai al diavolo, Harry!”, subito seguita da “Fatti gli affari tuoi, Harry!”… quindi potrai facilmente comprendere la mia scarsa propensione a occuparmi ancora delle loro beghe! »

 

«Dunque  tu ritieni  sia meglio lasciare che se la sbrighino da soli?»

 

«Assolutamente sì» affermò lui con tranquillità «Vedrai, tuo fratello  riuscirà a farsi perdonare… Ti stupiresti nel constatare quanta inventiva riesca a tirare fuori pur di intenerire Hermione! Una volta ha ordinato i suoi libri in ordine alfabetico e li ha catalogati tutti in uno schedario…  »

 

Ginny sgranò gli occhi incredula: non era da Ron perdere tanto tempo dietro a una cosa così noiosa!

 «Stai scherzando? Mio fratello non farebbe mai nulla di simile! »

 

«Oh, l’ha fatto eccome!» assicurò Harry «E lei si è sciolta come neve al sole… Ha quasi pianto! ... E poi c’è stata quella volta in cui le ha costruito una cuccia nuova per Grattastinchi… »

 

«Ah! Questa è una balla, Potter! » disse lei scuotendo la testa incredula «Ron ha sempre detestato quel gatto… »

 

«Ti sbagli! Ora quei due si adorano… Ron lo lascia persino dormire nel suo letto! Credimi, da quando tuo fratello ha realizzato di essere cotto di Hermione ha cominciato a fare quello che fanno tutti gli uomini innamorati…»

 

« Cioè?» domandò la ragazza incuriosita

 

«Strisciare… » rispose Harry, cacciandosi l’ultimo boccone di torta in bocca e sorridendo sornione.

 

Ginny gli indirizzò uno sguardo torvo e vagamente risentito prima di replicare acida «Quindi tu credi che amare voglia dire umiliare se stessi? ».

 

«No, credo che voglia dire smussare gli angoli del proprio carattere e mettere da parte l’orgoglio… Essere disposti a fare dei sacrifici per rendere felice la persona con cui si sta…» tentò di spiegare Harry, scegliendo le parole con estrema cura, nel tentativo di non indispettire nuovamente la sua amica.

 

Il volto di Ginny si rilassò all’istante «Questo è un bel modo di vedere la cosa… C’è del romanticismo nascosto nel suo cuore, Signor Potter!» constatò con un certo compiacimento.

 

«Sì» scherzò lui «sono un duro dal cuore tenero!»

 

Ginny lo scrutò per qualche minuto inarcando un sopracciglio «Un duro? Tu? … Ma fammi il piacere!»

 

«Sembri sempre dimenticare che ho salvato il mondo, bellezza! Ce ne fossero di uomini come me in giro!» si vantò il giovane, raddrizzandosi sulla sedia e gonfiando il petto, mentre la ragazza si accasciava sul tavolo scossa dalle risa.

 

«Tu mi farai morire dal ridere Harry! Sei a dir poco esilarante quando ti dai le arie da Super Eroe! »

 

Proprio in quel momento con il consueto, sonoro Crack! Ron fece la sua apparizione in cucina, recando un delizioso cestino colmo di profumatissime gardenie.

«Buongiorno, gente!» esclamò sorridente il nuovo arrivato, sistemando il cesto nel posto dove solitamente sedeva Hermione e porgendo con delicatezza uno degli splendidi fiori alla sorella.

 

 «Oh, Ron! Che meraviglia!» esclamò Ginny mentre lo annusava estasiata «sembrano proprio quelle che crescevano nel parco di Hogwarts… Hanno un profumo incantevole!»

 

«Non sembrano…» la corresse il fratello con un sorriso soddisfatto stampato sulla faccia «… SONO le gardenie che crescono nel parco della scuola: i fiori preferiti da Hermione!» 

 

«E di grazia, Ron, come diavolo hai fatto a procurartele? » indagò Harry incuriosito.

 

«Oh, non è stato molto difficile…» spiegò il rosso «ho usato un po’ di polvere magica per contattare Silente e chiedergli se poteva mandare Dobby a raccoglierne alcune e portarle a Hogsmeade, dove mi sono materializzato per prenderle… Un gioco da ragazzi, insomma! » disse schioccando le dita per enfatizzare il concetto.

 

«Stai dicendo che hai tirato giù dal letto una delle personalità più illustri del mondo magico alle sei del mattino per un mazzo di fiori? » domandò Harry attonito.

 

«Non è un mazzo di fiori, Harry! È IL mazzo di fiori!» obiettò prontamente l’amico con l’aria di chi non comprendeva affatto quale fosse il problema «E poi ti assicuro che Silente non era affatto infastidito, anzi, ha detto che a lui sembrava un’idea geniale!»

 

«A volte quell’uomo si comporta come una vecchia pettegola!» ribatté Harry sbuffando «… Ci crederesti? Quando vado a trovarlo non dimentica mai di chiedermi come vadano le cose tra Ron e Hermione!» disse poi rivolto a Ginny.

 

«Davvero? Un altro fan della coppia?» si informò la ragazza divertita.

Nel corso degli anni gran parte dei loro amici e conoscenti aveva preso a considerare le schermaglie tra il più giovane dei maschi Weasley e la sua migliore amica un piacevole e divertente argomento di conversazione. Ognuno di loro poteva vantare una propria tifoseria e i gemelli da tempo accettavano scommesse sul giorno e il luogo in cui i due si sarebbero scambiati il primo bacio.

 

«Cos’è questa storia dei fan?» chiese incuriosito il rosso.

 

«Nulla, Ron… Sciocchezze!» rispose prontamente Harry che a causa della cronica indecisione dei due aveva già perso una piccola fortuna a completo beneficio di Fred e George  «In effetti credo che Silente abbia ragione: hai avuto proprio una bellissima idea!» continuò cercando di cambiare argomento il più velocemente possibile.

 

«Trovi?» fece Ron con una punta di ansia nella voce «Sai… Non sono del tutto sicuro che basterà così poco per placare l’ira di Hermione…»

 

«Noi terremo le dita incrociate per te fratellone!» lo incoraggiò Ginny con calore «Io lo trovo un pensiero …» ma le parole le morirono in gola alla vista di un’Hermione ancora evidentemente arrabbiata e ferita.

 

«Buongiorno, Harry e buon giorno anche a te, Gin. » esordì la ragazza, prendendo posto intorno al tavolo ed evitando accuratamente lo sguardo del terzo commensale.

 

«Buongiorno, Herm » mormorò timidamente il rosso, aspettando di vedere la reazione della sua amica al regalo.

La giovane scrutò i fiori con circospezione, poi alzò gli occhi per  incontrare quello di lui e, con un movimento del polso talmente elegante che, se fosse stato presente, avrebbe fatto certamente commuovere il professor Vitious, declamò «Wingardium Leviosa!» facendo fluttuare il cesto sino al secchio della spazzatura, accanto al quale lo fece ricadere bruscamente.

 

Ron prese atto della sconfitta con molta compostezza, anche se nei suoi luminosi occhi azzurri era possibile leggere nitidamente tutto il suo dispiacere.

«Bene, io vado… Ho un allenamento molto presto oggi…» disse con un fil di voce prima di smaterializzarsi.

 

«Una fetta di torta, Hermione?» propose solerte Ginny per rompere il silenzio imbarazzante che si era creato dopo la mesta uscita di scena di suo fratello.

 

«No, grazie, non ho molta fame…  » si giustificò educatamente l’altra, rivolgendole un tiepido sorriso «Ti sei fermata a dormire qui stanotte? » domandò dopo un attimo di esitazione.

 

«Sì, a dire il vero contavo di rimanere qui per un po’ di tempo se la cosa non vi dispiace…» rispose la rossa improvvisamente imbarazzata.

 

Il sorriso di Hermione si fece molto più aperto e caloroso «Sarà meraviglioso averti qui, Gin!» disse di getto.

Poi, però, un’ombra attraversò il suo sguardo  «Ma Blaise…»

 

«Io e Blaise abbiamo chiuso» dichiarò Ginny in tono definitivo.

 

«Oh, mi dispiace così tanto. Sembravate molto uniti…» commentò Hermione, sinceramente dispiaciuta per lei.

 

«Veramente il farabutto l’ha tradita» si lasciò sfuggire Harry in preda alla rabbia che lo aveva colto al solo udire il nome del Serpeverde. Ancora non riusciva a comprendere come mai quell’idiota avesse deciso di buttar via il suo rapporto con Ginevra, umiliandola in quel modo.

 

«Harry!» lo riprese Ginny, visibilmente infastidita da quell’inopportuno commento «Il nostro rapporto era già finito da tempo Herm, non è stata solo colpa di Blaise…» aggiunse mestamente tornando a rivolgersi alla ragazza.

 

«Gli uomini sono tutti dei bastardi immaturi!» sentenziò Hermione, lo sguardo corrucciato e gli occhi fiammeggianti e nuovamente colmi di indignazione.

 

«Hey!» obbiettò offeso Harry «si dà il caso che seduto a questo tavolo ci sia uno di quei “bastardi immaturi”!»

 

«Oh, ma non parlavo mica di te! Tu sei un tesoro Harry!» si affrettò a rassicurarlo la bruna  «Vero, Ginny, che lui è un tesoro? »

 

«Sì, un tesoro… Un tesoro che non sa tenere la bocca cucita, ma pur sempre un tesoro! » rispose la giovane con un pizzico di sarcasmo.

 

«Hem…io andrei… » annunciò il ragazzo alzandosi da tavola ed evitando di guardare Ginevra.

 

«Harry, guarda che io stavo scherzando!» lo avvertì lei, soffocando a stento una risatina «Non ho segreti per Hermione. Le avrei raccontato tutto più tardi!»

 

«Oh … Non vedo l’ora» le fece eco l’altra «Finalmente una bella chiacchierata tra donne! È così frustrante avere sempre a che fare con maschi insensibili» terminò con un sospiro sconsolato.

 

 «Guarda che io sono sempre qui! » fece Harry sventolando una mano per segnalare la sua presenza.

 

«A parte te, Harry caro! » risposero le due ragazze all’unisono, scoppiando a ridere.

 

«Siete due streghe crudeli!» protestò lui «E adesso che vi siete coalizzate temo che per me e il povero Ron saranno tempi duri!»

 

«Durissimi, Potter» lo avvertì Ginny, avanzando verso di lui con aria minacciosa e ammiccante  «Adesso che io sono qui nessuno recherà più offesa a questa povera ragazza! » decretò con un segno di intesa a Hermione.

 

«Ti assicuro che la “povera ragazza” sa difendersi benissimo da sola! Io e tuo fratello righiamo dritti come soldatini…» puntualizzò Harry.

 «Merlino! È tardissimo!» esclamò poi, gettando uno sguardo veloce al suo orologio « Io devo proprio andare… Herm tu non vieni?»

 

«Sì, certo. Dammi solo un momento…  » rispose lei alzandosi da tavola ed estraendo la bacchetta «Accio fiori!»

Il cesto si sollevò da terra e in men che non si dica le atterrò tra le braccia «Queste gardenie sono splendide… Sarebbe un peccato gettarle via!» constatò in tono pratico.

«Le porto di sopra e andiamo… E guai a voi se dite una sola parola a Ron!» disse lanciando ai suoi amici uno sguardo minaccioso prima di guadagnare l’uscita.

 

Harry e Ginny la fissarono senza dire una parola, poi si scambiarono uno sguardo carico di significato e sorrisero.

 

«Tipico!» commentò il giovane «Ti divertirai qui con noi, Gin! Quei due sono proprio uno spasso!»

 

«Credo che tu abbia ragione, Harry… Era un’eternità che non mi sentivo così serena, non riesco a smettere di sorridere!» confermò lei raggiante.

 

«Bene, allora non farlo! Sei molto più bella quando sorridi…» si lasciò sfuggire d’istinto il ragazzo, facendola arrossire furiosamente.

 

«E tu sei davvero adorabile, Potter!» ribatté lei in tono scherzoso, tentando di dissimulare il suo imbarazzo. Il sentirsi rivolgere degli apprezzamenti  così espliciti da lui le faceva sempre un certo effetto. Harry riusciva a esercitare su di lei una sorta di strano potere; sentire il suo sguardo addosso le regalava la sensazione di essere al centro dell’universo…

 

«Harry, io sono pronta!» avvisò Hermione facendo capolino in quel momento dalla porta della cucina e riportandola bruscamente alla realtà «Passa una buona giornata, Gin, ci vediamo stasera!»

 

«Già, sarà meglio andare…» bofonchiò il giovane non riuscendo ancora a capire cosa l’avesse spinto a rivolgere quel goffo complimento a Ginny «Appena finito il lavoro andrò a recuperare le tue cose… »

 

«Ti ringrazio. Non sarà troppo difficile… è già tutto impacchettato!» lo rassicurò lei « …E buon lavoro a entrambi! »

I sue due amici risposero con un breve gesto di saluto prima di smaterializzarsi alla volta del Ministero lasciandola sola in quella che da quel giorno sarebbe stata la sua nuova casa.

Ginevra si guardò lentamente intorno e, ancora una volta, sentì l’impulso di sorridere.

 

 

********

 

Harry  era immerso ormai da ore nella lettura dei rapporti che i suoi colleghi Auror gli avevano inviato dalla Francia. Dieci giorni di missione e ancora nessuna traccia di Lucius Malfoy. Eppure le segnalazioni da parte della popolazione magica locale erano state numerose…

 

Il desiderio di assicurare quell’uomo alla giustizia era ciò che lo spingeva ogni mattina ad alzarsi dal letto.

Stanarlo e fargli pagare a caro prezzo le sue innumerevoli colpe, non ultima quella di aver organizzato il sequestro di Ginny, era diventato il suo principale obbiettivo come Auror e come uomo.

Istintivamente il suo sguardo si posò su uno dei manifesti segnaletici affissi alla parete del suo studio e fu catturato dal metallico bagliore di due superbi e distanti occhi grigi. Non si scorgeva alcuna emozione in quegli occhi freddi.

Lucius Malfoy non era capace di provare nulla all’infuori di un’insana smania di fama e potere. Una brama così bruciante e prepotente da distruggere tutto ciò che incontrava lungo il cammino verso il suo obbiettivo.

Harry odiava le persone di quel tipo… E le temeva. Era stato un uomo mosso da quelle stesse effimere ossessioni a uccidere i suoi genitori diciotto anni prima e a privarlo della possibilità di avere una vita normale.

La normalità era un lusso di cui il giovane non aveva mai potuto godere; travolto dagli eventi e obbligato ad affrontare un destino che sembrava inesorabilmente tracciato, non aveva mai avuto tempo per concentrarsi su se stesso, dando un senso alla propria esistenza.

Nemmeno la sconfitta di Voldemort era riuscita a restituirgli la sua vita. La consapevolezza che alcuni dei suoi seguaci fossero ancora a piede libero tormentava le sue notti e guidava le sue azioni durante il giorno.

Non c’era tempo per altro…

 

«Non riuscirai a ucciderlo col pensiero, fidati. Ci ho già provato parecchie volte…» disse una voce priva di calore, destandolo dal corso dei suoi pensieri.

Harry si voltò per incontrare degli occhi apparentemente identici a quelli che aveva fissato sino a un minuto prima. Anche questi possedevano il freddo colore del metallo e tradivano una sorta di regale superbia, ma un osservatore più attento avrebbe potuto scorgere in essi un turbinio di emozioni, la più forte delle quali, almeno in quel momento, era la rabbia.

«Buongiorno, Malfoy» 

 

«Ti prego, non chiamarmi con quel nome» fu l’infastidita e scostante risposta «Il semplice pensiero di dover condividere ancora qualcosa con quell’individuo mi dà la nausea» disse poi entrando nella stanza e prendendo posto di fronte a lui.

 

«Scusa, Draco, le vecchie abitudini sono dure a morire… Anche tu mi chiami ancora per cognome, dopotutto» si schermì Harry abbozzando un sorriso.

Avvicinarsi al suo più acerrimo nemico e scoprire di avere molte cose in comune con lui era stato uno dei passi più difficili da compiere durante il suo processo di crescita e maturazione. Draco gli aveva insegnato a non vedere ingenuamente tutto bianco o nero, gli aveva mostrato che il bene e il male vivevano inestricabilmente intrecciati, che dalla più cupa oscurità a volte poteva nascere la luce.

 

«Scusami tu. Non volevo essere scortese. È che detesto essere così simile a lui… e portare il suo maledetto nome non fa che rammentarmi quanto di quell’uomo ci sia ancora in me» ammise mestamente, mentre nei suoi occhi la rabbia lasciava lentamente il posto all’amarezza.

C’erano giorni in cui il bruciante rancore che provava per suo padre sembrava divorarlo, erano i giorni in cui trovava più difficile guardarsi allo specchio senza odiare se stesso.

Un tempo la straordinaria somiglianza con colui che gli aveva dato la vita era stata motivo di orgoglio, ma adesso l’idea di possedere la spietata e inquietante bellezza dei Malfoy lo faceva sentire per la maggior parte del tempo sporco e inadeguato. Sapeva bene che il suo aspetto avrebbe sempre urlato al mondo ciò che lui voleva a tutti i costi relegare nell’oblio.

 

«Non è niente» lo rassicurò Harry con una marcata nota di ironia «Ho imparato a convivere con il tuo caratteraccio da Serpeverde diverso tempo fa!»

 

«Francamente, Potter, preferivo quando tentavi di saltarmi al collo o di lanciarmi contro qualche incantesimo… Non sopporto la stucchevole gentilezza da eroe magnanimo che mi riservi adesso!» replicò il biondo Auror, concedendosi finalmente di sorridere.

 

«Credo che dovrai abituarti… Impersonare l’ero magnanimo è uno dei miei passatempi preferiti!» scherzò il giovane «In ogni caso… Qual buon vento ti porta, Draco? Ti è forse tornato in mente qualcosa riguardo a Lucius? Domani i ragazzi torneranno dalla missione in Francia senza aver concluso nulla… » disse poi visibilmente contrariato.

 

«Vi ho già detto quello che sapevo. Ricordo che mio… Lucius si era recato spesso in Francia subito prima della caduta dell’Oscuro Signore. Credo si trattasse di una faccenda piuttosto importante ma non saprei dirti nulla di più preciso… Mi spiace. Sai che sarei più che felice di riuscire a incastrare quel bastardo» affermò Malfoy con grande risolutezza.

Catturare suo padre e sbatterlo ad Azkaban sarebbe stata fonte di estrema gioia per lui: in questo modo avrebbe finalmente punito il responsabile della morte di sua madre.

 

«Allora a cosa devo il piacere della tua visita? » chiese il Grifondoro incuriosito.

 

«A dire il vero si tratta di qualcosa di personale… Il lavoro non c’entra…»

 

«Dimmi pure» lo incoraggiò Harry sempre più perplesso. Era vero che tra lui e Draco non c’era più l’astio di un tempo, ma non si poteva certo dire che i due fossero amici intimi.

 

«Si tratta di Weasel baby… Volevo dire Ginny!» si corresse il ragazzo  subito dopo aver notato l’espressione indignata sul volto del suo interlocutore «E non fare quella faccia! Stavo solo scherzando…Voi Grifoni siete così suscettibili! »

 

«Malfoy, taglia corto!» sbottò Harry sinceramente scocciato.

 

«Ok, sta’ calmo… Non volevo mica offendere la tua dolce Ginevra! » lo blandì l’altro «Il fatto è che …»

 

«Merlino Draco! Che sarà mai? Non ti sarai mica innamorato di lei?» disse Harry in un tono che suonò più carico di preoccupazione di quanto avesse voluto.

 

«No, tranquillo… Anche se non posso negare che la ragazza sia proprio un bel bocconcino!» lo prese in giro il Serpeverde, sapendo di toccare un tasto dolente «Il problema è che credo di aver visto Zabini in atteggiamenti un po’ troppo affettuosi con qualcuno che non sembrava proprio essere Ginny! » buttò fuori tutto in una volta.

 

«Chi?» chiese Harry in tono inquisitorio.

Dal momento in cui aveva appreso del tradimento di Blaise non aveva smesso un istante di domandarsi quale donna potesse aver spinto l’idiota a mettere sotto scacco il suo rapporto con Ginevra.

 

«Cho Chang…» rispose Draco con un’espressione di profondo disgusto «Una che è stata a letto praticamente con tutto il Corpo degli Auror! Io credo che Zabini sia completamente impazzito…»

 

«È quello che ho pensato anch’io» affermò Harry distratto… Perché diavolo Ginny non gli aveva detto che “l’altra” era Cho Chang?

 

«Vuoi dire che lo sapevi già?» lo incalzò Malfoy « Morgana! Ho passato giorni terribili tormentandomi nell’incertezza sul da farsi e TU lo sapevi già?»

 

«Ginny me lo ha detto solo ieri, veramente… E mi sembra di capire che tu te la sia presa piuttosto comoda prima di sputare il rospo!»  disse l’altro in tono di rimprovero.

 

«Ascolta» tentò subito di giustificarsi l’altro «Blaise era un mio compagno di casa, non siamo mai stati grandi amici, ma non mi sembrava giusto metterlo nei guai! »

 

«Be’ ci si è messo da solo nei guai portandosi quella a casa e facendosi sorprendere da Ginny, ti pare? » ribatté Harry infuriato. Ogni volta che ripensava a quella storia il sangue gli andava alla testa. Ginny non meritava tutto questo!

 

«In effetti è strano…» commentò pensoso il biondo «Non è da Serpeverde agire in maniera così grossolana… Insomma, se c’è una cosa che noi seguaci di Salazar sappiamo far bene è mentire e dissimulare! Sembra quasi che Zabini avesse tutta l’intenzione di farsi scoprire…»

 

«Che cosa vuoi dire?» fece l’altro perplesso.

 

«Quando l’ho visto insieme alla Chang non ha fatto nulla per coprire la cosa … Non mi ha nemmeno domandato di tenere la bocca chiusa, e adesso tu mi dici che l’ha anche portata a casa… Se tu stessi tradendo la tua ragazza ti comporteresti così, Potter?» domandò incuriosito il Serpeverde.

 «Ma che ti chiedo a fare! Tu sei il dannato Harry “Correttezza è il Mio Secondo Nome” Potter! Tu non tradiresti mai la tua ragazza!  » aggiunse poi scuotendo la testa e ridacchiando.

 

«Sei esilarante… davvero, Malfoy… Esilarante!» replicò il diretto interessato in tono acido «Ma in effetti quello che dici ha un senso… Credo che dovrò scambiare due paroline con Zabini al suo ritorno…»

 

«Hey, Hey…Frena gli Ippogrifi!» cercò di calmarlo Draco «Guarda che io ho evitato di parlarne con Ron proprio perché speravo che tu avresti affrontato la questione con maggiore diplomazia!»

 

«Non ho mica detto che voglio sfidarlo a singolar tenzone… Ho solo detto che ho intenzione di parlargli» lo tranquillizzò Harry «Vorrei sentire le sue ragioni… Non credo che stia seriamente pensando di instaurare una relazione duratura con Cho, lei non è proprio il tipo!»

 

«Sì» convenne l’altro «  E lui non mi sembra il tipo da giocare così con i sentimenti delle persone… È sempre stato un Serpeverde anomalo… Troppo per bene! » disse con una punta di biasimo nella voce.

 

«Se fossi in te non lo prenderei tanto in giro, Draco!» lo avvertì Harry sorridendo «Quello che hai appena fatto è un gesto molto nobile… Il Grifondoro che c’è in te sta inesorabilmente prendendo il sopravvento!». Era sinceramente colpito dalla lealtà dimostrata dal giovane Malfoy, quel ragazzo stava veramente facendo del suo meglio per affrancarsi dall’ombra del padre.

 

«Spero proprio che non sia così, Potter. Il giorno in cui scoprirò di essere diventato come te dovrò uccidermi! » affermò l’altro con convinzione «… E poi ero in debito con Ginevra… lei è sempre stata gentile con me, non mi ha mai guardato come se fossi un mostro… Quella ragazza riesce sempre a vedere del buono in tutti».

 

«Lei è speciale…» concordò Harry con un sospiro che indusse il Serpeverde a sorridere.

 

«È proprio questo quello che mi preoccupa…  Spero che non abbia intenzione di perdonare quell’imbecille di Zabini!  » disse poi accigliandosi. Per quanti sforzi potesse fare non sarebbe mai riuscito a comprendere del tutto la nobiltà d’animo e l’inclinazione al perdono dei Weasley…

Si era scontrato con esse tre anni prima quando, contro ogni possibile logica, Ron, il ragazzo che lui aveva sempre cercato di umiliare e ferire con ogni mezzo, gli aveva salvato la vita senza esitazioni e senza pretendere nulla in cambio, e continuava a sbatterci contro ogni qual volta un membro di quella strampalata famiglia gli rivolgeva un sorriso o un gesto di saluto incrociandolo nei corridoi del Ministero.

Si era arrovellato a lungo tentando di venire a capo di quei comportamenti a suo avviso privi di senso e… un giorno aveva capito: i Weasley erano brava gente, non possedevano alcuna malizia e non conoscevano sentimenti quali il rancore o la smania di vendetta, sentimenti che, sfortunatamente, lui non era ancora stato capace di bandire del suo cuore.

 

«No, non credo proprio…» rispose Harry con malcelata soddisfazione, catturando nuovamente la sua attenzione «Ginny ha detto che con quello ha chiuso e ieri sera si è trasferita a Grimmauld Place. Zabini ha avuto la sua possibilità con lei, e l’ha sprecata» concluse il giovane Grifondoro con una durezza che non gli era propria.

 

Gli occhi di Draco furono attraversati da un breve guizzo di comprensione  e il suo istinto da Serpeverde si fece nuovamente avanti con prepotenza.

La conversazione aveva preso una piega dannatamente interessante, dandogli la possibilità di dedicarsi a una delle sue attività preferite: giocare al gatto e al topo con Harry “Candore” Potter.

 «…E adesso tocca a te, finalmente!» disse con aria saccente aspettando di vedere la reazione che il suo commento avrebbe suscitato nel Bambino Sopravvissuto.

 

Harry spalancò gli occhi esterrefatto «Cosa diavolo stai cercando di insinuare ?» esclamò infastidito.

 

Draco scosse la testa e un ghigno derisorio gli si stampò immediatamente sul volto pallidissimo: Potter era sempre così tremendamente prevedibile!

«Sto solo dicendo che adesso che hai una ragazza - cito testualmente- “speciale” in giro per casa potresti anche deciderti a cominciare a vivere! »

 

«Il fatto che io non vada a letto con ogni giovane donna che incontro non vuol dire che io non abbia una vita! E, per tua informazione, io e Ginny siamo solo amici… Ma naturalmente non mi aspetto che tu capisca!  » ribatté agitatissimo Harry.

 

Malfoy lo squadrò per qualche minuto in assoluto silenzio poi accavallò le gambe  e cominciò a parlare in tono pratico e condiscendente «Io invece direi che capisco benissimo, Potter! Tu soffri della Sindrome dell’Eroe… Ti sei caricato il tuo bel fardello di responsabilità sulle spalle e hai deliberatamente evitato di concederti ciò di cui avevi bisogno… Niente divertimento, niente amore e per carità… Niente sesso, siamo Gryffindor! Francamente, credo che i prigionieri ad Azkaban se la godano più di quanto non abbia mai fatto tu!»

 

«Stronzate, Malfoy!» sbottò Harry incredibilmente alterato: quel maledetto Serpeverde stava tirando un po’ troppo la corda per i suoi gusti! Come diavolo si permetteva di sbattergli in faccia quel mucchio di… scomode verità?

 

«Ne sei convinto? Vuoi forse dirmi che sei felice? Che la tua vita ti piace esattamente così com’è? » chiese Draco con la solita irritante flemma «Potevo anche comprendere il tuo punto di vista finché Voldemort era ancora vivo… Ma adesso cosa ti trattiene, Potter? Perché in questi sei mesi non sei uscito con nessuna? Che io sappia le offerte non ti mancano… Potrei presentarti io stesso qualche affascinante strega…» buttò lì con noncuranza il biondo.

 

«Ti ringrazio, ma la mia ragazza ideale ha un unico requisito essenziale…» replicò l’altro riacquistando un minimo di autocontrollo.

 

«Ovvero?»

 

«Non deve essere stata a letto con te! Il che esclude il 50% della popolazione femminile britannica!» rispose acido Harry, sperando così di aver posto fine una volta e per tutte a quell’imbarazzante conversazione: farsi psicanalizzare da Draco Malfoy non rientrava esattamente nelle sue priorità.

 

Il Serpeverde gli rivolse un altro dei suoi irritanti sorrisetti «Non trovi che sia deliziosamente ironico?» chiese sinceramente divertito dalla situazione.

 

Harry scosse la testa e sospirò « Proprio non capisco a cosa tu ti riferisca…»

 

«Trovo semplicemente esilarante il fatto che una persona disgustosamente  onesta e sincera come te riesca poi a mentire con tale facilità a se stessa!» proclamò il giovane con tranquillità «Ti riesce così difficile ammettere di provare qualcosa per Ginevra Weasley? »

 

«Assolutamente no! » rispose Harry sostenendo lo sguardo del ragazzo seduto di fronte a lui «Io adoro Ginny così come adoro Hermione e Luna, loro sono le mie più care amiche.»

 

«Il fatto che tu sia finito a letto con una di queste tue “care amiche” la dice lunga sulla tua coerenza in materia di sentimenti!» lo rimbeccò Malfoy perdendo improvvisamente parte della sua serenità.

 

«Cosa c’è, Draco? Ho forse toccato un tasto dolente…» lo prese in giro il Grifondoro.

 

Improvvisamente sembrava fossero tornati ai tempi della scuola, quando erano capaci di rivolgersi solamente parole taglienti come pugnali. Nessuno dei due era disposto a cedere e ad abbassare lo sguardo in segno di resa.

E poi, inaspettatamente, fu il Serpeverde a mollare la presa sull’avversario; i muscoli del viso si rilassarono lentamente e il giovane proruppe in una  sonora risata «In effetti hai proprio centrato un tasto dolente, Potter… Il vecchio Salazar sarebbe fiero di te!  » ammise amaramente «Ma sappiamo bene che Luna non c’entra, non è di lei che stavamo parlando… e nemmeno di me… » continuò facendosi nuovamente serio.

 

Vedere Draco abbassare la guardia e mostrarsi così vulnerabile a uno dei suoi attacchi aveva lasciato in Harry uno strano senso di confusione e disagio. Sebbene non avesse tirato in ballo Luna espressamente per ferirlo, non poté fare a meno di sentirsi in colpa. Non era onesto giocare con le emozioni della gente…

 

«Scusa, è stato un colpo basso.» ammise sinceramente dispiaciuto.

 

Malfoy alzò i suoi occhi grigi su di lui e sogghignò «Sono un Serpeverde, i colpi bassi sono il mio pane quotidiano… E comunque avrei agito nello stesso modo se qualcuno mi avesse messo alle strette come io stavo facendo con te!  » aggiunse assumendo nuovamente un’aria tronfia.

 

«Io non mi sentivo affatto messo alle strette!» lo contraddisse prontamente Harry, buttando gli occhi al cielo spazientito.

 

«E va bene, Potter! Hai vinto! » rispose il biondo alzando le mani in segno di resa «Tu non sei innamorato di Ginny Weasley. Non hai quasi ucciso Blaise quando hai saputo che i Mangiamorte l’avevano portata via da casa sua e non sei rimasto accanto a lei per due giorni aspettando che si svegliasse! »

 

«Questo non vuol dire nulla e tu lo sai…» replicò Harry in un tono che a lui stesso suonò poco convinto «…I Weasley sono l’unica famiglia che io abbia mai conosciuto, lei è come una sorella per me» 

 

Draco lo fissò per qualche minuto prima di scoppiare a ridere «Sono abbastanza sicuro di non aver mai sorpreso Ron a fissare Ginny nello stesso modo in cui fai tu. Dovresti vederti… Con i tuoi occhioni verdi adoranti!» disse tentando di riacquistare un po’ del suo aplomb.

 

 

«Io non la fisso affatto con occhi adoranti!» affermò il Grifondoro, rendendosi conto di non essere affatto sicuro della veridicità delle sue parole.

 

«Ascoltami, Potter» lo apostrofò il giovane Malfoy con tranquillità «Non sto cercando di estorcerti una confessione contro la tua volontà. Voglio solo darti un consiglio: non sprecare la tua opportunità di essere felice. Magari mi sbaglio, forse Weasel baby non è la ragazza giusta. Il punto è che prima o poi dovrai cominciare a guardarti intorno!»

 

«Lo farò, Draco.» assicurò Harry con un leggero sorriso «Tu invece dovresti proprio smetterla di guardarti intorno e cominciare a focalizzare le tue energie su ciò che realmente vuoi» terminò lanciandogli uno sguardo pieno di significato.

 

«Certe cose sono semplicemente al di fuori della nostra portata…» tagliò corto il ragazzo abbassando lo sguardo.

Un imbarazzante silenzio calò nella stanza e quando il Serpeverde parlò di nuovo fu solo per dissipare la tensione che si era creata.

«Dunque è per via di quello che è successo alla  sorella che Weasel era così nervoso stamattina? » chiese cercando di cambiare argomento.

 

«Perché? » domandò subito Harry preoccupato «Cosa ha combinato?»    

 

«Oh, nulla di grave… Ha solo umiliato uno degli Auror anziani durante l’allenamento! » dichiarò l’altro soddisfatto.

 

«Sarà meglio che vada a parlarci…» disse il Grifondoro alzandosi dalla sua sedia.

 

«Non ne vedo il motivo!» lo fermò Draco, gli occhi nuovamente carichi di rabbia «Il combattimento è stato assolutamente corretto, Weasley ha vinto lealmente… E ha anche dato una lezione a uno di quei palloni gonfiati che hanno contestato la nostra ammissione al Corpo!»

 

Harry si lasciò cadere nuovamente sulla sedia «Siamo stati ammessi tra gli Auror senza terminare il nostro periodo di addestramento, è per questo che gli anziani non ci vedono di buon occhio!» spiegò il ragazzo tentando di placare il suo amico.

 

«Per la barba di Merlino, Potter!» sbraitò Malfoy perdendo definitivamente il controllo « Tu hai  ucciso Voldemort! Io, Weasley e Zabini abbiamo riempito le celle di Azkaban di Mangiamorte e la Granger ha perfezionato il rituale che ci ha permesso di  sconfiggere l’Oscuro Signore! Abbiamo gettato via la nostra infanzia! Non posso credere che tu non ritenga di meritare ciò che hai ottenuto!»

 

«Non ho detto questo, Draco…» tentò di blandirlo il giovane «Tento solo di capire le loro ragioni. E in ogni caso Ron non dovrebbe lasciare che i suoi problemi con Hermione interferiscano col lavoro» asserì convinto.

 

«Allora si trattava della Granger?» chiese il biondo incuriosito «Cos’è successo questa volta? »

 

Hary si trovò a sorridere nuovamente: nessuno sapeva resistere alle rocambolesche avventure di Ron e Hermione, erano l’equivalente magico delle soap-opera babbane!

«Lei è andata a cena con Krum e lui l’ha pedinata col mantello dell’invisibilità, facendosi beccare come un idiota!» disse in tono da cospiratore sporgendosi sulla scrivania.

 

«E pensare che io glielo avevo anche detto di stare attento perché il tuo mantello era troppo corto! » sbottò Malfoy indispettito.

 

«Ah! La brillante idea era tua, dunque!» esclamò  attonito il Grifondoro. Da quando in qua Draco Malfoy e Ron Weasley andavano in  giro a braccetto scambiandosi consigli su come spiare la sua migliore amica?

 

«Be’, io devo la vita a quel ragazzo e sul momento l’idea mi era sembrata buona! » tagliò corto Draco.

 

«In futuro cerca di non assecondare la delirante gelosia di Ron! Non gli fai certo del bene… Il povero Krum è assolutamente inoff…   »

 

«Questo lo dici tu, Potter!» lo interruppe bruscamente l’altro «La nostra Star Bulgara è già riuscita a strappare un bacio alla bella e ti assicuro che non si accontenterà di quello!»

 

Harry si nascose il volto tra le mani disperato: avrebbe dovuto chiedere al comandante Stevens di dare turni separati a Ron e Draco!

«Hermione gli ha detto molto chiaramente di non provare nulla per lui! Sono solo amici. » obbiettò ormai allo stremo delle sue forze.

Parlare con Malfoy era dannatamente stressante!

 

Il Serpeverde si alzò dalla sedia, scosse mestamente la testa e gli rivolse uno sguardo di somma pietà e disapprovazione « Tu sei proprio un ingenuo Potter! Quello vuole ben altro! Sono sei anni che le gira intorno, pensi seriamente che getterà la spugna senza essere riuscito nel suo intento?»

 

«Non credo che uno passi tutto quel tempo a corteggiare una ragazza solo per portarsela a letto!»  disse Harry in tono ragionevole.

 

«È inutile discutere con te! Non riesci proprio a capire…» lo compatì l’altro «Comunque adesso devo proprio andare. Arrivederci!»

 

Il Grifondoro lo osservò uscire dalla porta e si accasciò stremato sul tavolo.

Quella sarebbe stata una lunghissima giornata…

 

Continua …

 

 

Note dell’autrice:

 

Chi ha letto i libri di Harry Potter o qualche fanfiction in inglese probabilmente lo sa già, per tutti gli altri mi sembra corretto spiegare che Weasel, che in inglese vuol dire donnola, è il modo in cui solitamente Draco Malfoy apostrofa Ron. Il nostro rosso preferito d’altro canto si rivolge al Serpeverde chiamandolo bouncing ferret, ovvero furetto rimbalzante!

 

 

Questa settimana sono riuscita ad aggiornare praticamente in tempo ma vi preannuncio che la prossima non aggiornerò affatto. La scrittura del quarto capitolo è ancora agli albori e, in ogni caso, la mia adorata beta va in vacanza …e io mi rifiuto di pubblicare senza il suo bene placet!

Vi aspetto tra due settimane!

Lo so che è una seccatura e che preferireste passare immediatamente alla lettura di un’altra fanfiction, ma vi sarei immensamente grata se sprecaste due minuti del vostro tempo per lasciare una recensione facendomi sapere cosa vi piace, ma soprattutto cosa non vi piace, di questa storia.

Avanti…

È solo un piccolo sforzo!   

 

Ringraziamenti:

 

Come al solito, grazie ad AvaNa Kedavra: se non ci fossi bisognerebbe inventarti!

 

 

 

Daffydebby: In effetti per adesso non riesco proprio a scrivere velocemente. Questa storia sta risultando molto più difficile della precedente, quindi credo che mi prenderò i miei tempi!

Per quanto riguarda Harry devo dire che nel sesto libro mi sembra già alquanto maturato e il mio personaggio è di tre anni più grande, quindi è piuttosto normale che abbia messo un po’ più di sale in zucca!

Ginny avrà ancora da soffrire purtroppo, ma tu confida nel lieto fine…

Ron è sempre il solito…ma a noi piace così… e anche a Hermione!

 

Blacky: Credo che saremo destinate a scontrarci, perché anch’io amo Ron!

Scrivere le liti tra lui e Hermione costituisce sempre una gran fonte di divertimento…

 

Anduril: Sono contenta che la storia ti piaccia e che tu abbia intenzione di leggerla anche se è pre-HBP.

 

PEPERO: Grazie davvero per i complimenti! Lo so che Ron si merita le reazioni di Hermione, ma detesto doverlo far soffrire! Io adoro quel ragazzo…

 

Iago: Ciao! Non ci sono molti ragazzi che navigano nei siti di fanfiction e, non sono sicura, ma credo che tu sia il primo a recensire un mio lavoro (il tuo nick è decisamente maschile!). Ho trovato una coincidenza a dir poco straordinaria che fosse proprio Iago a recensire il capitolo con la citazione dall’Othello!

Ti ringrazio per i complimenti e, dal momento che sei così comprensivo, ti avviso sin da ora che il prossimo capitolo porterà un serio ritardo, anche perché la mia beta va meritatamente in ferie!

 

EDVIGE: Sei una romanticona! Sono veramente contenta che tu ti sia divertita…

 

 

 

  
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