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Autore: lyrapotter    20/04/2010    5 recensioni
Seconda classificata al contest DON'T OPEN THIS COOKIE! (disastrous day inside) indetto da Kukiness sul forum di EFP
Due donne, madre e figlia, in epoche diverse e per motivi diversi, si ritrovano a leggere una profezia sul Settimanale delle Streghe... In che modo le loro giornate (o addirittura le loro vite) verranno influenzate da esse? Ci sarà sotto qualcosa di concreto o sono solo chiacchiere per i creduloni?
1. Just a schoolwork... La prima persona che vedrai sarà legata a te per la vita (Andromeda/Ted)
2. Just a fall... Guarda per terra (Remus/Dora)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Narcissa Malfoy, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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JUST A PROPHECY

2. JUST A FALL…

Almeno una volta a settimana, Ninfadora Tonks (solo Tonks per chiunque non fosse sua madre e non volesse passare un brutto quarto d’ora), si alzava presto prima di andare al lavoro e andava a fare colazione a casa dei suoi genitori. Era un’abitudine acquisita poco dopo essersi trasferita per conto suo, adottata per evitare che Andromeda le piombasse in casa senza preavviso (cosa che accadeva regolarmente in ogni caso), ma erano momenti che la giovane Auror aveva finito con l’apprezzare: con il lavoro che faceva, spesso erano l’unico momento in cui riusciva a vedere i genitori, gustarsi un buon caffé con ciambelle insieme a suo padre, evitare le spossanti richieste di sua madre sulla ricerca di un fidanzato o meglio di un marito… Insomma, la solita vecchia, routine famigliare!

"È inutile che insisti, mamma" stava appunto dicendo Tonks una calda mattina di metà luglio, davanti a un bicchiere di succo di mela accompagnato da una generosa porzione di pancakes. "Non ho intenzione di uscire con Matt Davenport solo perché tu dici che forse gli interesso…".

"Ninfadora, sei più zuccona di un mulo!" sbottò Andromeda, agitandole contro la padella che stava pulendo. "Cosa ci sarebbe di male?".

Matt Davenport era un suo coetaneo che abitava dall’altra parte della strada: non aveva assolutamente nulla di male, anzi, era pure piuttosto carino, ma Tonks non riusciva proprio a considerarlo in quei termini. "Matt è così… così… Insomma, mamma, lo conosco da quando avevamo tre anni!" sbuffò con aria insofferente la ragazza. "Ci rotolavamo insieme nei prati, ci arrampicavamo sugli alberi, ci tiravamo il fango e se non ricordo male è pure il padre adottivo di una delle mie bambole… Una volta tu e quell’altra disgraziata di sua madre ci avete perfino fatto fare il bagno assieme: un’esperienza che, ci tengo a specificarlo, mi ha segnata per la vita!".

"Oh, sciocchezze, Ninfadora: avevi quattro anni e in ogni caso non sei mia stata particolarmente pudica!".

Tonks incassò la velata critica scrollando le spalle. "Il punto è che, con queste premesse, le possibilità di una relazione romantica con Matt sono pressoché nulle: fine della discussione!".

Andromeda si morse il labbro, immersa nelle sue riflessioni. "Che mi dici di Charlie Weasley? Eravate piuttosto amici fino a qualche anno fa…".

"Charlie Weasley è in Romania a studiare i draghi, mamma: non ci pensa proprio a tornare…".

"Non era tanto male, quel ragazzo…" considerò la donna con voce pensosa l’altra.

Tonks sbuffò, esasperata: poco ma sicuro, sua madre stava già pensando a come convincere Charlie a rientrare in Inghilterra per combinare un appuntamento galante. "Mamma…".

"Lasciala in pace, Meda!" le raggiunse la voce di Ted dal salotto. "È grande abbastanza per trovarsi un fidanzato da sola!".

"Grazie, papà!" gli gridò in risposta Tonks. "Due a uno, madre adorata: cosa intendi fare?".

"Ah, ci rinuncio: se vuoi morir zitella, affari tuoi!".

"Mamma, ho 23 anni: non pensi che sia un po’ presto per bruciare l’abito da sposa?" domandò in tono retorico Tonks, afferrando la copia del Settimanale delle Streghe che vegetava sul tavolo. Lo sfogliò con aria distratta, finché la colorata pagina de L’Oracolo di Delfi non attirò la sua attenzione. Per pura curiosità, cercò il suo segno, lesse e non riuscì a trattenere una risatina divertita.

"Che cosa c’è da ridere?" fece Andromeda, fissandola perplessa.

"Oh, la profezia di Circe…". Tossì leggermente, modulando la voce per darle un tono esoterico. "L’equilibrio non ti è amico, questa settimana: guarda per terra e occhio alle brutte sorprese! Come se non lo sapessi già da sola che devo guardare dove metto i piedi! Che spreco di pergamena!".

Stavolta fu Andromeda a trattenere a stento una risata. "Beh, non posso nemmeno ridere adesso?" chiese in tono secco allo sguardo perplesso della figlia. "Il tuo commento mi ha fatto ripensare a una particolare predizione della Maga Circe, di parecchi anni fa…".

Tonks stava per fare altre domande, non fosse che l’occhio le cadde sull’orologio a muro appeso sulla parete di fronte a lei. "Per le mutande di Merlino, è tardissimo!".

Balzò in piedi, infilandosi contemporaneamente in bocca l’ultimo pezzo di pancake e allacciandosi il mantello.

"Mastica piano, Ninfadora" la riprese Andromeda. "Non vorrai strozzarti…".

Tonks si limitò a farle un cenno con la mano (per nulla al mondo le avrebbe fatto intendere che aveva effettivamente rischiato di strozzarsi), svuotò il bicchiere di succo in un sorso e la salutò.

"Papà, io sto andando" gridò mentre imboccava il corridoio e apriva la porta di casa.

"Buona giornata, biscottino" urlò in risposta Ted. "Se lo vedi, dà a Caramell un calcio in culo da parte mia… Lui e i suoi dannati tagli di fondo!"

"Va bene!".

Con questo, Tonks si chiuse la porta alle spalle, non prima che la scandalizzata voce di Andromeda la raggiungesse "Ted Tonks, ma che razza di linguaggio è il tuo!".

Si Smaterializzò al volo al Ministero e correndo come una matta scese al Secondo Livello. Prima ancora di mettere piede in ufficio, una voce ben nota l’apostrofò in questi termini: "Recluta, la tua scrivania è un vero porcile!".

Con sua somma sorpresa, Tonks trovò Alastor Malocchio Moody comodamente seduto su una delle sue sedie che la fissava con tipica aria di disapprovazione. Quell’espressione la rimandò indietro nel tempo di un paio d’anni, a quando faceva l’addestramento e Malocchio non faceva che rimproverarla per la sua goffaggine o il suo modo di vestire o la sua sfacciataggine o altro ancora.

"Malocchio, forse ti sono sfuggiti alcuni punti cardine insiti della parola ‘pensionamento’: uno di essi prevede di non venire più in ufficio…".

"Noto con piacere che non hai ancora imparato a tenere a freno la lingua, Tonks" brontolò il vecchio Auror.

"Chissà da chi avrò preso…" commentò la ragazza con voce meditabonda, scoccandogli un’occhiata allusiva: Malocchio Moody poteva anche essere uno dei migliori Auror della sua generazione, ma non si poteva certo dire che facesse mistero delle sue opinioni sulle alte sfere… E la sua pupilla sembrava aver preso in tutto e per tutto da lui, come i suoi superiori amavano sottolineare.

"Che cos’è tutto questo ciarpame, Tonks?".

"Scartoffie, scartoffie e, fammi pensare, ancora scartoffie" sbuffò la ragazza, girando intorno alla scrivania, inciampando lungo il tragitto e spedendo una buona metà delle succitate scartoffie a conoscere il pavimento. "Che Mordred ti porti!" imprecò a mezza voce: nella sua corsa a rotta di collo per non far tardi, aveva già rischiato di inciampare quattro volte, un record perfino per lei! Forse la predizione della Maga Circe l’aveva malamente influenzata.

"Sei un impiastro, recluta!" la rimproverò Malocchio, raggruppando i fogli fuggiaschi con un colpo di bacchetta. "Dopo due anni, ti relegano ancora al lavoro d’ufficio?".

"No, no… forse… un po’… A volte… Sono ‘ancora troppo inesperta per il lavoro attivo’, stando a certa gente…".

"Stupidaggini!" brontolò il vecchio Auror con aria contrariata. "Il tuo unico vero problema è quella boccaccia della malora…".

"Già, beh, imparerò a tenerla chiusa, allora…".

"E io e Caramell ci siamo incontrati con Alice per bere il the delle cinque insieme!".

"Che cosa ci fai qui, Malocchio?" domandò la giovane, ignorando la provocazione. Comincio a fare progressi…

"A che ora stacchi oggi, Tonks?" domandò Malocchio.

Tonks sgranò gli occhi sorpresa. "Per quanto la cosa mi lusinghi, credo che la differenza di età sia troppo, ehm, incisiva…".

Si abbassò giusto in tempo per schivare un colpo di bastone diretto contro la sua testa, rischiando per contro di ribaltare la sedia.

"Inizio a pensare di aver preso un granchio a venire qui: se non sai prendere le cose seriamente…".

"Sono serissima" lo rassicurò lei, indicandosi il volto. "Nota la faccia seria?".

"Sì, certo… Allora, quando stacchi?".

"Non prima delle cinque… Perché?".

"Bene: per le cinque e tre minuti ti voglio nell’Atrium" annunciò Malocchio spiccio, alzandosi in piedi e avviandosi verso la porta. "Ho un discorso importante da farti…".

"Un discorso? Che discorso? Aspetta, Malocchio!" lo richiamò Tonks, correndogli dietro. "Che cosa sta succedendo?".

"Pazienza, Tonks: è una dote che devi ancora acquisire… Ci vediamo oggi: puntuale o guai a te, recluta!".

"Che cosa stai tramando, Malocchio?".

"Chi, io?". L’Auror sbatté l’occhio normale in una pessima ostentazione d’innocenza. "Assolutamente nulla: conto soltanto di darti la possibilità di dimostrare finalmente quanto vale effettivamente la tua zucca rosa!".

Detto questo, si allontanò, facendo allegramente orecchie da mercante ai richiami di Tonks, che tornò stizzita alla scrivania, rovinandoci nuovamente sopra. Non è possibile: la Maga Circe deve avermi gettato addosso una maledizione!

******

"Questa casa è un autentico tugurio!" dichiarò Sirius Black, facendo la sua maestrale entrata nella polverosa cucina del numero 12 di Grimmauld Place, l’augusta dimora dei suoi antenati, nonché neoeletto Quartier Generale dell’Ordine della Fenice.

Remus Lupin, appollaiato su una delle sedie con una tazza di cioccolata calda davanti, raccolse la critica di Sirius con un mesto cenno d’assenso. "Questa è più o meno la centesima volta che lo dici in meno di tre giorni, Padfoot: hai intenzioni di stabilire un nuovo record?".

"È la verità, Moony!" ribatté in tono stizzito l’Animagus. "Ogni volta che apro una porta, ci trovo dentro qualche nuova, sgradevole e potenzialmente mortale sorpresa… Odio questo posto: ogni secondo che passo qui, ho l’impressione che lo spettro di mia madre cerchi di finire ciò che i Dissennatori hanno cominciato! Dannata, vecchia bicocca!".

"E fanno centouno" commentò Remus. "Cerca di vedere il lato positivo, Sirius".

"E quale sarebbe, Remus, se non sono indiscreto?".

"Beh, tanto per cominciare potrai stare più vicino a Harry e dormiremo tutti sonni più tranquilli sapendoti qui al sicuro piuttosto che chissà dove a fare chissà cosa… E non dovrai più vivere di topi".

"Già, tutto molto bello" concesse Sirius con un brontolio scocciato. "Ma spero che questa storia non vada avanti a lungo o un giorno mi troverete impiccato al lampadario…".

"Non dirlo nemmeno per scherzo, Padfoot!" lo rimproverò subito Remus, esageratamente allarmato.

"Ehi, calma, Moony, non dicevo mica sul serio" lo rassicurò Sirius con un sorriso sghembo. "Però non prometto di non dare fuoco al quadro di mia madre…".

"Quella sarebbe un’opera di pura beneficenza" dichiarò Remus: erano a Grimmauld Place da soli tre giorni e Walburga era già riuscita a portare all’esasperazione perfino lui, che di pazienza ne aveva sempre avuta fin troppa. "Dobbiamo trovare il modo di farla tacere".

"Non dirlo a me: ogni volta che la vedo mi sembra di non aver mai lasciato questo posto maledetto… ".

Rabbuiato, si mise a fissare il soffitto, sotto lo sguardo preoccupato dell’amico. Remus poteva solo immaginare quali foschi pensieri gli stessero passando per la testa in quel momento: aveva provato a dire a Silente che era un errore confinare Sirius là dentro, in attesa che Voldemort o il Ministero facessero la loro mossa, ma l’anziano preside era stato irremovibile.

Non sarà per molto tempo, si disse. Soltanto finché Caramell non si decide ad aprire gli occhi… Preferiva fingere di non sapere che perché ciò accadesse sarebbero potuti essere necessari dei mesi: Caramell era troppo accecato dalla paura e dal potere per vedere una verità che aveva sotto il naso.

"Smettila di pensarci" disse in tono deciso, più a sé stesso che all’amico. "Peggiori solo le cose".

Sirius sorrise amaramente. "Tanto, peggio di così…". Allungò le mani sotto il tavolo, cercando qualcosa.

"Che fai?" domandò Remus, tirandosi indietro per timore di qualche tiro mancino.

Sirius si esibì in uno dei suoi migliori ghigni mefistofelici, sventolando davanti agli occhi del licantropo…

"Il Settimanale delle Streghe? Dove diamine l’hai preso?".

"Molly l’ha dimenticato qui quando è venuta con il pranzo" rispose Sirius.

"Dimenticato, eh? Ti sei messo pure a borseggiare le streghe di mezz’età, cagnaccio pulcioso?".

"Queste tue insinuazioni mi offendono, lupastro con la calvizie".

"I miei capelli sono ancora tutti al loro posto, Sirius, spiacente di deluderti… Che cosa fai? Cerchi Pozioni per la cura della pelle?" domandò, vedendo che l’altro aveva cominciato a sfogliare il giornale.

"Ah, ah, che ridere… Ecco, L’Oracolo di Delfi: le mitiche profezie della Maga Circe… Non vuoi conoscere il tuo futuro, Moony?".

"Per niente" commentò Remus in tono acido. "Chiudi quel giornale, primadonna mancata!".

"Oh, smettila di rizzare il pelo, è solo un gioco… Tu sei dei pesci, vero?".

"Credo di sì… No, non leggere, ti prego: un astro del cielo condiziona la mia vita già abbastanza senza che ci si metta pure Circe".

"Mia adorata lettrice (sì, sta decisamente parlando con te, Moony), attenta alla testa: qualcosa di inaspettato ti pioverà addosso dall’alto... Procurati un ombrello extralarge, Moony: sembra che un vaso di gerani stia attentando alla tua vita!".

Remus roteò gli occhi al cielo, strappandogli il giornale di mano, arrotolandolo e usandolo per colpirlo, mentre Sirius rideva come un matto. "Sei davvero un grandissimo…".

In quel momento, sentirono aprirsi la porta d’ingresso e un’ignota voce squillante esclamare: "Ma che in razza di ricettacolo di ragnatele mi hai portato, Malocchio?", subito soffocata dalle grida stridule della signora Black.

"A quanto pare, Malocchio è arrivato con la nuova manovalanza" commentò Sirius.

"Dai, andiamo a zittire tua madre e presentarci…" disse Remus, avviandosi verso la porta, nello stesso istante in cui la voce di Malocchio sovrastava quella di Walburga quanto bastava per distinguere le parole: "Attenta al portaombrelli, Ninfadora!".

******

"Il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice si trova al numero 12 di Grimmauld Place?". Tonks lesse il bigliettino che Malocchio le aveva appena messo in mano e inarcò un sopracciglio, perplessa. "Cos’è, un indovinello?".

I due si erano appena Smaterializzati in una strada sconosciuta e ora la ragazza stava caracollando dietro al suo vecchio mentore che, una volta accertatosi che nessun Mago Oscuro era appostato dietro i cespugli per tender loro un agguato, era partito in quarta verso le case.

"Abbassa il volume, Tonks!" la rimproverò aspramente l’ex-Auror. "E non scherzare: questa è una faccenda mortalmente seria!".

"Sì, credo di averlo capito alla settecentesima volta che me lo hai ripetuto, Malocchio, ma non disdegnerei di sapere cosa esattamente ci sia tanto serio…".

L’uomo si fermò così bruscamente che per poco la giovane non gli finì addosso, si voltò e la squadrò con entrambi gli occhi, cosa che la fece sentire parecchio a disagio e pure vagamente in colpa, come sempre quando l’Auror la squadrava a quel modo. "Alastor, cominci a farmi paura".

"Quanto sei disposta a mettere in gioco nella lotta contro la Magia Oscura, Ninfadora?".

"Perché mi fai questa domanda?".

"Rispondi e basta!".

"Qualunque cosa: dovresti saperlo bene, Malocchio, mi hai addestrato tu…".

Moody la gratificò con un mezzo sorriso. "Volevo solo controllare che tutte quelle scartoffie non ti avessero rammollita… Quello di cui sto per parlarti farebbe arrabbiare parecchi pezzi grossi al Ministero".

"Mi stai incuriosendo sempre di più, Malocchio: che cosa bolle nel calderone, si può sapere? Che cos’è l’Ordine della Fenice?".

Malocchio gettò l’ennesima occhiata sospettosa tutt’intorno, prima di rispondere. "È una società, una società fondata da Silente durante la Prima Guerra Magica per combattere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato…".

"La Prima Guerra Magica è finita da un bel po’, Malocchio" osservò Tonks, abbassandosi velocemente per evitate il successivo colpo di bastone, sbilanciandosi in avanti e rovinando in terra. Non è possibile: è peggio di una maledizione! Quel giorno in totale, era inciampata in ostacoli vari tredici volte e caduta sei: praticamente non aveva fatto altro tutto il giorno. Dannata Maga Circe, mi hai gufato!

"Sei un impiastro, recluta!" la rimproverò Malocchio, dopo averla guardata rialzarsi. "In ogni caso, cosa sai di quello che è successo ad Hogwarts qualche settimana fa?".

"Intendi all’ultima prova del Tremaghi? Quello che ha detto la Gazzetta: uno studente morto in un incidente, un sacco di sentimentalismo retorico, Bagman e Karkaroff spariti come Crouch un paio di mesi fa… Anche se mi chiedo come tutto questo sia potuto succedere sotto il tuo naso, Malocchio".

"Semplice: ho passato gli ultimi undici mesi, più o meno, chiuso in un baule, mentre un dannatissimo Mangiamorte girava per Hogwarts spacciandosi per me!".

"Come hai detto?". Tonks sgranò gli occhi incredula: il suo istinto le aveva suggerito che la versione Gazzetta del Profeta aveva più falle di una nave in procinto di affondare, ma mai le sarebbe venuto in mente che stesse parafrasando la verità fino a quel punto. Perché Caramell ha insabbiato questa storia? "Che sta succedendo, Malocchio?".

"È tornato, Lui è tornato e Caramell ha nascosto la testa nella sabbia. Appena Silente l’ha saputo, ha riunito l’Ordine o, per meglio dire, quello che ne è rimasto. Ora stiamo cercando nuovi membri…".

Si era nel frattempo fermato tra due case, la numero 11 e la numero 13. Tonks continuò a guardarlo di traverso. "Non ci posso credere: stai sul serio proponendomi quello che penso?".

"Ascolta, recluta, e ascolta bene perché non lo ripeterò mai più: tu sei la più irritante, fastidiosa, chiassosa, disastrata cadetta che abbia mai avuto la sventura di addestrare ed hai la stoffa per diventare un’Auror con la A maiuscola. In questo momento sei materiale grezzo, ma Scrimgeour (o chi per lui) non coglie il tuo potenziale o forse non vuole permetterti di coltivarlo; ebbene, io non ho la minima intenzione di restare fermo mentre sprechi il tuo talento ammuffendo dietro una scrivania: sei piena di entusiasmo ed energia, anche troppo, che è proprio quello di cui l’Ordine ha bisogno adesso… Allora, che cosa mi dici?".

Il numero 12 di Grimmauld Place si era nel frattempo materializzato davanti ai loro occhi, ma Tonks quasi non se n’era accorta, presa com’era dalle parole di Malocchio: mai prima di allora, aveva capito quando il vecchio Auror la stimasse e avesse fiducia in lei, ne era davvero commossa.

"Grazie, Malocchio" disse, con un sorriso pieno di riconoscenza. "Considerami pure dei vostri!".

"Sapevo che sotto quella massa di pelo rosa c’era pure un cervello!" approvò l’Auror. "Dopo di te".

Con una punta di apprensione, Tonks, lo precedette fino alla porta, su cui spiccava un battente d’argento a forma di serpente intrecciato. "Pittoresco" commentò la ragazza.

Malocchio la sorpassò, colpì la porta con la bacchetta e questa si aprì, rivelando il polveroso, buio e quasi claustrofobico interno. "Ma che in razza di ricettacolo di ragnatele mi hai portato, Malocchio?" esclamò dopo aver sentito la porta richiudersi alle sue spalle… E subito se ne pentì.

"Indegni invasori! Schifosi Sanguesporco! Come osate insozzare la casa dei miei padri!".

Tonks guardò senza parole il ritratto di quella donna che inveiva a squarciagola. Assomiglia un pochino alla mamma nei suoi momenti peggiori… "Che diavolo…?".

"Scusa, mi sono dimenticato di avvertirti" disse Malocchio. "Vai da quella parte: ci sono le scale per la cucina, io zittisco questa vecchia megera e ti raggiungo".

In un altro momento, Tonks si sarebbe di certo resa conto di quanto fosse pessima la sua idea di procedere a ritroso per non perdere di vista il quadro, ma in quel momento le urla le impedivano di ragionare. Per questo non si accorse dell’ostacolo se non troppo tardi…

"Attenta al portaombrelli, Ninfadora!" le gridò Malocchio e un attimo dopo il terreno sparì sotto i suoi piedi e si ritrovò a volare giù per le scale… Per andare ad atterrare direttamente sul poveretto che si trovava a fine corsa.

"Oh, per le argentee sottane di Morgana, l’ho ammazzato!" strillò quando si rese conto di essere seduta sullo stomaco di un (piuttosto affascinante, in realtà) uomo di circa trent’anni che sembrava sul punto di esalare l’ultimo respiro.

Saltò via come se avesse preso la scossa, facendo gemere il malcapitato e contemporaneamente sommergendolo di scuse. "Oh, Merlino, mi dispiace, mi dispiace tanto, sono mortificata… Non ho visto quel dannato portaombrelli… Come ti senti? Ci vedi doppio? Qualcosa di rotto? Emorragie interne?".

"Niente male, ragazzina" ridacchiò il secondo uomo nella stanza, quello con lunghi capelli neri. "Per caso, le intenzioni di Malocchio sarebbero quelle di usarti come arma impropria? Remus, sei tutto intero?".

L’uomo chiamato Remus sbatté gli occhi guardando l’amico. "Merlino abbi pietà di me, ti sei sdoppiato!".

Quello rise ancora più forte, dandogli una mano per aiutarlo ad alzarsi, mano che Remus riuscì ad afferrare solo dopo un paio di tentativi. "No, Moony, no, sei tu che hai preso una brutta botta in testa… Ma non preoccuparti, il sangue secco è très chic sul pavimento!".

"Al diavolo, Padfoot!"

"Ninfadora, che diamine hai combinato?" ululò Malocchio, comparendo in quel momento dopo aver zittito Walburga.

"Non mi chiamare Ninfadora, Malocchio!" scattò in risposta lei. "È stato solo un piccolo incidente di percorso…".

"Tu chiami "piccolo incidente di percorso" rischiare di accoppare con il tuo "delicato" deretano da elefantessa uno dei nostri uomini migliori?!".

"Lascia stare, Malocchio" intervenne il diretto interessato, che si stava applicando sulla nuca una borsa del ghiaccio evocata per l’occasione. "Per questa volta sopravvivrò!".

"Sono davvero, davvero spiacente" si scusò di nuovo Tonks. "Sembra che oggi non faccia altro che cadere".

"Non importa" la tranquillizzò ancora l’uomo con un mite sorriso. "Sembra fosse scritto nelle stelle che prendessi una botta in testa oggi… Io sono Remus Lupin, comunque".

"Tonks" si presentò la ragazza, stringendogli la mano. "Solo Tonks, per cortesia".

"Tonks?" ripeté il moro. "Imparentata con Ted Tonks?".

"Conosci mio padre?" fece sorpresa Tonks. Quel tipo aveva un aria spaventosamente famigliare…

"No, non ci credo" mormorò lui, guardandola incredulo. "Remus, è la piccola Dora, la figlia di Andromeda e Ted! Avrei dovuto riconoscerti dai capelli…".

"Ma che cosa? Chi sei tu?" insistette la ragazza, scrutandolo attentamente: ogni secondo di più aveva la certezza di averlo già visto. "Ho l’impressione di… Oh, santa Helga! Sirius Black!".

"Il solo e unico, Dora!" rise Sirius con un leggere inchino. "E non preoccuparti di tirare fuori la bacchetta, non sono minimamente interessato ad assassinare la figlia della mia cugina preferita… L’ultima volta che ti ho vista quasi non spuntavi da terra".

"Voi due siete imparentati?!" esclamò Malocchio, passando l’occhio sano dall’uno all’altra con incredulità. "Adesso mi spiego parecchie cose…".

"Qualcuno vorrebbe spiegarmi perché Sirius Black è qui e perché non dovrei arrestarlo?" domandò Tonks, ormai entrata in modalità "Auror superefficiente".

"Tranquilla, Ninfadora" la calmò Remus, che per quanto ammaccato sembrava la personificazione della pacatezza. "Siediti, ti spiegheremo tutto: è una storia piuttosto lunga…".

"Ma che sia una bella storia" concesse la ragazza, rinfoderando gli artigli. "E non chiamatemi Ninfadora, Dora o simili: sono Tonks. E basta!".

In seguito, Tonks avrebbe ripensato a quella lunga serata di spiegazioni e racconti senza ricordare con esattezza in quale momento avesse smesso di ascoltare ciò che Remus Lupin le stava dicendo, incantata da quegli occhi ambrati pieni di gentilezza e anche di un dolore malamente mascherato. E non avrebbe saputo dire nemmeno quando avesse deciso di voler cancellare quel dolore. Però avrebbe più volte pensato che non avrebbe potuto cadere su uomo migliore.

IL GIUDIZIO DI KUKINESS

SECONDO POSTO – Just a prophecy..., di lyrapotter

Punti totalizzati – 48.5/50

Trama: originalità e struttura – 5/5

Stile narrativo – 9.5/10

Sfruttamento del tema proposto – 5/5

Caratterizzazione dei personaggi – 10/10

Grammatica e sintassi – 10/10

Giudizio personale – 9/10

Trama: originalità e struttura

Andromeda Black si sveglia con uno strano presentimento. Sua sorella Narcissa la obbliga a leggere l'oroscopo sul Settimanale delle Streghe, il quale le profetizza che la prima persona che vedrà sarà legata a lei per la vita. Oh no, ma questa prima persona è quel Sanguesporco antipatico e presuntuoso di Ted Tonks!

L'oroscopo del Settimanale delle Streghe suggerisce a Ninfadora Tonks di stare attenta a dove mette i piedi. Un avvertimento del genere, per Tonks, fa davvero piovere sul bagnato. Forse.

Non sono una patita delle commedie romantiche, lo ammetto. Eppure Just a prophecy... mi è piaciuta davvero molto. Il perché non saprei coglierlo con precisione neppure io: da una parte c'è una trama sviluppata con eleganza, con un intreccio forse non complicatissimo ma curato e ben strutturato; dall'altra ci sono dei dialoghi frizzanti, naturali e divertenti – e lo scambio di battute tra Tonks e Moody mi è piaciuto da morire; e poi... dai, ammettiamolo, in fondo, ma molto in fondo, anch'io sono un'anima romantica. E questa struttura circolare che intreccia le storie di madre e figlia mi ha fatto fare awwww. Sì sì, a me, che sono un pirata.

Just a prophecy... deve essere senz'altro premiata per la struttura. L'idea di sviluppare l'intreccio sul piano del passato, con Andromeda, e del presente, con Tonks, è davvero molto buona. Lyrpotter inoltre è stata capace di tratteggiare due ritratti femminili davvero vividi e, benché simili, molto diversi tra loro. Tratto comune è quest'aura di indipendenza che si respira per entrambe; si distinguono invece per i tratti distintivi del senso materno – Andromeda, che obbliga Narcissa a fare colazione perché "è il pasto più importante della giornata" – e l'aria sbarazzina – Tonks, che motteggia con Moody anche se per infinite ragioni dovrebbe portargli un po' più di rispetto.

E così anche i due personaggi maschili, Ted Tonks e Remus Lupin. Due storie romantiche che si intrecciato e che hanno due punti di contatto: l'oroscopo e la storia di famiglia.

Un'idea deliziosa, sviluppata in maniera armoniosa e fresca, davvero piacevole da leggere – e rileggere.

Stile narrativo

Ah. Non riscrivo per l'ennesima volta l'appunto sui sinonimi del nome proprio e invito lyrapotter a leggerlo da uno dei commenti precedenti, perché nel suo caso si tratta proprio di una piccolezza: è un errore che si ripete due o tre volte ma che non è degno di nota, per cui ho tolto solo mezzo punto alla valutazione.

Per il resto, lo stile di lyrapotter è infinitamente piacevole. È fresco, non si dilunga mai su particolari inutili – il colore degli occhi, ad esempio – ed evita ridondanze; scorre piacevole come una sorsa di acqua fredda durante un pomeriggio estivo particolarmente afoso. Mi sono piaciuti il registro linguistico, il ritmo della narrazione e soprattutto quello dei dialoghi. Lo scambio di battute tra Tonks e Moody è davvero divertente.

Ottima gestione dei PDV – È un piacere seguire la telecamera dei personaggi, che viene passata di spalla in spalla in maniera armoniosa, mai forzata, mai fuori luogo.

Sfruttamento del tema proposto

Il tema proposto è stato sfruttato in maniera brillante. Non è tanto lo spunto dell'oroscopo sul Settimanale, che in teoria è abbastanza comune, ma il modo in cui è stato utilizzato, come trampolino di lancio per costruire l'intreccio di due storie. Il punto di contatto c'è e si sente, non è un nodo fragile, ma tiene bene e fa da collante per i due sviluppi.

Mi sono piaciuti i due diversi modi di reagire alla profezia di Andromeda e di Tonks; mi è piaciuto il fatto che si tratti di due profezie diverse, ad hoc con il carattere e l'impostazione delle due protagoniste.

Caratterizzazione dei personaggi

Ottima caratterizzazione. I personaggi hanno tutti una voce diversa e ben definita, che non si può confondere con le altre. Le due protagoniste hanno ovviamente ricevuto un occhio di riguardo, in particolare Tonks, che ha una "voce" molto più vivace di quella della madre – si sentono molto di più i commenti di Tonks che non quelli di Andromeda.

Anche i personaggi secondari, come Sirius e Moody, hanno spessore e non fanno semplicemente da sfondo; tutti hanno un ruolo ben preciso e riescono ad interagire tra di loro in maniera mai noiosa e mai scontata. I dialoghi in particolare sono una scelta felicissima di caratterizzazione – soprattutto per quanto riguarda Tonks.

Grammatica e sintassi

Attenzioni alle sviste ortografiche (incosciamente!). La bevanda "tè" si scrive o all'inglese "tea" o all'italiana "tè", ma mai "THE", che è invece una marca famosa – che produce tè, sì, ma non è certo sinonimo della bevanda :P

Per il resto non ho nulla di particolare da eccepire sulla grammatica e sulla sintassi del racconto. La sintassi anzi mi sembra particolarmente felice: semplice, diretta e vivida. Le cose vengono mostrate e non raccontate, con un ritmo veloce e mai noioso. Forse avrei aggiustato un po' la punteggiatura, qua e là, ma sono proprio piccolezze.

Giudizio personale

Il mio giudizio non può che essere buono! Ho voluto premiare particolarmente lo stile, che ho apprezzato molto, perché decisamente adeguato al genere scelto per il racconto, la commedia romantica. Il registro linguistico è molto azzeccato, i personaggi si muovono con naturalezza e i dialoghi sono davvero molto buoni.

Ho apprezzato particolarmente le due protagoniste femminili e il modo con cui lyrapotter è riuscita a gestire i loro punti di incontro e le loro differenze.

Personalmente mi sento di consigliare di sviluppare ulteriormente questa trama. Il limite di pagine che avevo imposto ovviamente non lo ha permesso, ma penso che invece ne valga la pena: lo spunto è davvero buono, i personaggi simpatici e la situazione ricca di premesse divertenti. Consiglierei di sviluppare ulteriormente il punto di vista di Andromeda e trovare più punti di incontro con la storia che poi vedrà protagonista la figlia. Dico questo non perché il racconto sia riduttivo, ma perché mi sembra che abbia un ottimo potenziale :-) Complimenti!

Lyrapotter’s corner

Ed ecco a voi la seconda parte, sperando che sia stata di vostro gradimento…

A questo indirizzo, per chi volesse, trovate l’illustrazione premio realizzata da Kukiness.

Ringrazio Half Blood, jadina94 e Julia Weasley che hanno messo questa storia tra le preferite e Finleyna 4 Ever,

Giulyp_95 e patapolo per averla messa tra le seguite.

In ultimo, grazie molte a Half Blood, Fri Rapace e Julia Weasley per le loro recensioni e a LadyMorgan (sì, mia fida beta, mi sono ricordata anche di te XD) per i suoi complimenti via mail.

Bon, con questo ho concluso, ci si risente alla prossima storia!

   
 
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