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Autore: Helena94    21/04/2010    2 recensioni
Alissa, è un'adolescente di 16 anni che ha un unico amore nella sua vita: il nuoto! Il suo grande sogno è di partecipare alle nazionali. L'aiuteranno molte persone a realizzare questo sogno tra cui Peppe, l'allenatore, e Diego, un ragazzo segretamente innamorato di lei con la paura di rivelarlelo a causa della testardaggine di Alissa sulla questione "ragazzi". Lui le fa vivere momenti fantastici, facendola continuare a sognare e soprattutto a credere in se stessa. Con il tempo la ragazza si innamorerà di lui ma non si potrà rivelare a causa della relazione allenatore- atleta. Così vivranno noscosti il loro amore, pieno di alti e bassi ma così forte da resistere a tutto! è una storia per tutte le età specialmente per chi adora questo fantastico sport (il nuoto) e per chi adora le storie d'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“È tardissimo” pensai appena parcheggiai il motore davanti alla Cittadella.

Presi il borsone e mi misi a correre. Mi diressi verso la piscina e corsi nello spogliatoio. In due secondi ero già con l’accappatoio e correvo in direzione del bordo vasca.

-Sei in ritardo Alissa- disse il mio allenatore.

-Lo so, scusa- risposi pentita.

-Fatti 400m di riscaldamento, gli altri hanno già iniziato il lavoro-

Mi tuffai e poi…silenzio. Finalmente ero nel mio habitat naturale.

Mi chiamo Alissa e ho 16 anni. Da come avrete capito faccio nuoto e da ben 11 anni. Il mio unico e più grande sogno è arrivare ai nazionali. Sono sempre arrivata ai regionali, piazzandomi anche fra le prime tre, ma mai ho fatto quello che volevo veramente, mai ho fatto il tempo che avrei dovuto fare per arrivare al mio obiettivo principale.

Avevo sempre qualche secondo in più rispetto al tempo stabilito e, per chi fa nuoto, capisce che due o tre secondi sono molto difficili da scendere. È quasi impossibile, all’età che ho, abbassare ancora i miei tempi.

Il fisico cresce, matura…cambia. Ma eccomi qui, ormai “vecchia”, a cercare di raggiungere il mio sogno, il mio obiettivo, a cercare di raggiungere la mia vita!

Quando entro in acqua è come se tutto il resto del mondo sparisse. Ci sono solo io e nessun altro. Mi rilasso e scordo tutto: i pensieri, i dolori e tutti i problemi che porta l’adolescenza e la scuola. Io non sono una normale adolescente. Nessuno che pratica degli sport agonistici lo è. Io, insieme alle mie compagne di squadre non abbiamo tempo per i ragazzi, a stento abbiamo tempo per studiare ed andare a scuola. Noi ci alleniamo ogni pomeriggio dalle 15.00 alle 18.30. Torno a casa e studio e poi, sfinita, vado a letto. Nonostante tutto a scuola vado piuttosto bene, grazie a una buona memoria ma, all’interno della classe, non ho una vita sociale. Da quello che vedo, non dovrei essere tanto male come ragazza perché molti ragazzi mi hanno chiesto di uscire e molte ragazze mi hanno chiesto di far parte della loro comitiva, ma io rispondo sempre di no. Voi penserete che potremmo frequentare i ragazzi della squadra, ma no. I ragazzi della squadra sono off limits. In realtà ci è permesso frequentare i ragazzi ma chi, come me, ha un solo obiettivo e un solo sogno, preferisce non farlo. I ragazzi fanno distrarre, ci fanno deconcentrare dalla nostra meta e ci fanno soffrire.

Una volta ho avuto il cuore spezzato e quella volta fu l’unica perché giurai a me stessa di non soffrire mai più così per un ragazzo e l’unico modo era non avvicinare altri ragazzi.

È successo l’unica volta che decisi di dire “si” ad un ragazzo che mi aveva chiesto di uscire, anche perché mi piaceva molto. Ci vedemmo qualche volta ed io, ingenua, saltai gli allenamenti perdendo di vista il mio obiettivo.

Ma non ci feci caso, finchè una sera, mentre facevo una passeggiata, non lo vidi con una ragazza mentre si baciavano. Corsi via piangendo con in testa un’unica meta: la piscina.

Andai li, nonostante fossero le 7 di sera. Era aperta perché c’era stata qualche partita di pallanuoto ma la piscina era libera. Mi spogliai e presi dal mio armadietto un costume. Lo misi e corsi al bordo vasca ancora in lacrime. Mi buttai e incominciai a nuotare, non so per quanto tempo, forse ore, ma ricordo che mi sentii meglio e ricordo anche che quello fu il momento in cui capì a chi era destinata la mia vita, io appartenevo al nuoto e lui apparteneva a me!

Da quel giorno, cominciai a guardare avanti e a concentrarmi solo sul nuoto perché “Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori” questo disse Martin Luther King.

Lui è il mio idolo da quando la professoressa, in terza media, spiegò cosa ha fatto, chi era e in cosa credeva.

-Fu un uomo straordinario che visse tra il 1929 e il 1968. È stato un politico, attivista e pastore protestante statunitense, leader dei diritti civili. Si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta, nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta, ogni sorta di pregiudizio etnico. Predicando l’ottimismo creativo dell'amore e della resistenza non violenta.

È stato ucciso a causa di quello in cui credeva con un colpo di fucile di precisione alla testa. Si trovava a Memphis, in un motel, ed era appena stato a capo di una rivolta finita male. Era il 4 aprile 1968-

Questo ci aveva raccontato la prof. Mi ricordo che per poco non mi mettevo a piangere, quindi non vi impressionate se citerò molte frasi di Martin Luther King.

-Alissa, ci sei?- sentì dire.

Mi svegliai di colpo dalle mie riflessioni e tornai alla realtà.

Erano tutti fermi e mi stavano guardando. “Che figuraccia!” pensai.

-Alissa, hai capito cosa ho detto?- mi chiese Peppe.

-No, scusa- risposi abbassando gli occhi.

-Non solo vieni in ritardo per di più non stai neanche attenta. Stavo dicendo che si devono fare 4 serie da 6 volte i 100m proprio stile. Tu li devi fare tutti a delfino, casomai ne alterni qualcuno a stile va bene?- disse l’allenatore.

-Si- risposi.

Dai suoi occhi azzurri si poteva vedere che l’arrabbiatura era passata. Lui era fatto così, non era capace di arrabbiarsi, e il suo aspetto ne dava la prova. Un uomo sulla cinquantina, non molto alto, con un po’ di pancia e delle rughe sul viso a causa del tempo. Era il mio secondo padre. Mi aveva cresciuta lui fin da quando avevo 5 anni. Lui mi aveva insegnato i segreti del nuoto, i segreti per essere forte e riuscire a superare gli ostacoli. Mi ci ero affezionata dopo qualche giorno, e gli volevo bene, molto bene. Una volta gli feci una promessa: “se, per qualsiasi motivo te ne andrai, io ti seguirò e, se non posso, abbandonerò il nuoto.” Gli avevo detto. Lui non mi aveva presa sul serio, anche perché avevo solo 10 anni, ma io mi ricordo ancora di questa promessa e la manterrò. Anche scommetto che la ricorda, ne sono sicura e sa che sono capace di mantenerla!

Lui mi conosce meglio di mia madre e mio padre. Sa quando mento, quando sono triste, quando sono arrabbiata, quando sono felice, quando sto bene e questo lo riesce a vedere sono dal modo in cui nuoto. Mi ripete sempre che il nuoto è lo specchio dell’anima e che la mia nuotata viene influenzata dalle mie emozioni. Ma questo non succede a tutti, succede solo alle persone che vivono per il nuoto, che la loro vita è il nuoto e darebbero tutto per lui.

-Alissa mettiti nella corsia 6- sentì gridare da Peppe.

-Ma sono sola- replicai.

-Non fa niente. Sbrigati che dovete partire-

-Uffa- sbottai.

Non conosco il motivo per cui mi tratta così, forse perché sono quella che combina più guai o quella che fino ad ora non ha ancora combinato niente di decente ma, mi è sempre addosso, mi corregge sempre, mi rimprovera quando non sto attenta, nonostante siano gli altri a fare confusione…però mi piace, mi fa capire che a me ci tiene davvero.

Mi misi in corsia 6 e lasciai le mie amiche alla corsia 4 con un espressione di tristezza. Non le volevo lasciare, con loro era più divertente, ma è anche vero che non stavo andando in un’altra piscina bensì due corsie dopo, però… sono le mie migliori amiche è non ho mai il tempo di parlare e stare con loro.

Una è Alice Russo, è bassina, con i capelli ricci e lunghi fino alle spalle. Ha il viso rotondo, le labbra piene e gli occhi piccoli, il suo stile è il dorso; l’altra si chiama Leda Sarelli è qualche centimetro più alta di me, con i capelli lunghi e lisci. Il viso è a forma di cuore, gli occhi grandi e le labbra piene. È sottinteso che entrambe hanno un fisico da nuotatrici: spalle larghe, braccia e gambe muscolose, (non esageratamente), sedere perfetto, pancia piatta e, per sfortuna, anche il petto. A causa di tutto il movimento che facciamo è normale non avere seno ed è sottinteso anche il fatto che siamo tutte molto abbronzate. Beh, nuotando tutto l’anno all’aperto, a parte qualche raffreddore, qualche vantaggio c’è!

Siamo grandi amiche dall’infanzia, ci siamo sempre l’una per l’altra nei momenti difficili, specie dopo delle gare andate male, ci difendiamo a vicenda da quelle ragazze invidiose che ci prendono di mira. Ripensandoci mi resi conto del fatto che ne avevamo passate molte insieme e che era stato proprio il nuoto a legarci e a renderci sorelle.

Un fischio mi fece ricordare nel posto in cui mi trovavo e mi fece notare che Peppe aveva già dato il via.

-Alissa- urlò.

Questa volta era davvero arrabbiato, così partii subito.

Incominciai con la prima bracciata a delfino, poi la seconda e poi la terza.

In questo stile la metà sinistra del corpo fa gli stessi movimenti della destra, allo stesso tempo. Il colpo di gambe è dall'alto verso il basso con un movimento simmetrico e simultaneo, in poche parole è come se la parte inferiore del nostro corpo si muovesse come un’onda.

Dopo aver finito la prima serie Peppe mi fece segno di fermarmi mentre gli altri continuavano. Mi sedetti a bordo vasca e aspettai che si avvicinasse a me.

-Alissa sei consapevole che ti mancano 3 secondi per fare il tempo per i nazionali nei 200 delfino?- mi chiese sedendosi a bordo vasca.

-No, ti sbagli. Me ne mancano 6. L’ho visto sul sito e sono troppi, non c’è la faccio!- gli dissi triste.

-No Alissa, sono 3. Sono stato ad una conferenza qualche giorno fa e dicevano appunto che sono stati alzati i tempi per i nazionali e quindi adesso a te mancano solo 3 secondi. C’è la puoi fare Aly-

-Stai dicendo sul serio?-

-Si!-

E poi non ci vidi dalla felicità, lo abbraccia e mi misi a piangere. Ero ad un passo dal mio sogno, ansi ero a tre secondi di distanza dal mio sogno.

-Mi devi promettere- disse Peppe guardandomi negli occhi –Che ti impegnerai, che farai l’impossibile e che per una volta metterai tutta te stessa in un’impresa-

-Si, te lo prometto- gli risposi con gli occhi pieni di lacrime.

-Ora va e comincia ad allenarti come si deve-

Mi diede un colpetto nella spalla ed io caddi in acqua. Poi incominciai a nuotare, con un obiettivo in testa, un obiettivo che avrei raggiunto!

**************

Questo è il primo capitolo...spero tanto che vi piaccia!!!! Un bacio, al prossimo capitolo!

  
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