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Autore: Mariaantonietta    21/04/2010    1 recensioni
La storia parla della rincarnazione di Oscar e Andrè nel nostro tempo, riusciranno a coronare il loro sogno d'amore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Io ero Sophia Smith, nella realtà del ventesimo secolo amavo Andrè dalla prima volta che lo avevo sognato nel giardino di quel misterioso palazzo e invidiavo Oscar per averlo sempre accanto.
 Ero sicura che fosse così anche per Lei: Io potevo leggere dentro il suo cuore giacché in tutto questo tempo l’avevo conosciuta molto bene.
 Oscar a differenza mia negava a se stessa l’evidenza di quel sentimento profondo, perché non possedeva la mia lucidità mentale ricca di elasticità e priva di pregiudizi. La sua mente era oscurata dalla convinzione di essere legata alle idee conservatrici imposte della società aristocratica del tempo.
C’è da aggiungere che quelli erano altri tempi.
 Lei apparteneva all’aristocrazia, Andrè era un semplice servo, mentre Fersen, però era un nobile.
Secondo me quella poverina era anche tormentata dalla sua educazione rigida e frustante impartitagli dal famigerato padre settecentesco.
Mi girava la testa a fare queste considerazioni.
Odiavo sognare, non ci stavo più, non a quel prezzo. Volevo che finisse tutto, non potendo sopportare di vedere Andrè soffrire palesemente per Oscar.
Io me ne accorgevo.
 Oh Dio quanto penava per Lei! Lo leggevo ogni notte nei suoi occhi tristi e spenti, anche se cercava con tutte le sue forze di mascherare il suo amore disperato per quell’ingrata.
Mi doleva il cuore giacché quella donna perfettamente identica alla mia fisicità era causa di spasimo nei confronti dell’uomo più dolce e caro che Io abbia mai incontrato sulla terra, bensì fosse solo frutto della mia fantasia. Io lo avrei reso felice come non mai!
Perché Egli non apparteneva alla mia realtà?
Soffrivo!
Oscar era fisicamente identica a me! Come se la mia immagine fosse riflessa in uno specchio, ma viveva in un'altra epoca o in una dimensione alternativa alla mia!
Mi appariva ogni notte alta e slanciata dal fisico atletico: incredibilmente sexy dai lunghi capelli biondi e ondulati, con gli occhi azzurri colore dell’oceano cristallino, dal viso angelico provvisto da un ovale perfetto con lineamenti molto femminili e delicati. Le labbra erano incurvate, virginali, sensuali, provocanti e voluttuose.
A differenza di Oscar, quando ero in servizio, dovevo tenere la mia lunga chioma ordinata, obbligatoriamente raccolta in un voluminoso chignon.
E se quella donna fosse esistita davvero ed Io fossi la sua reincarnazione?
Decisi di raccontare la mia storia allo psicanalista della scuola per ufficiali. Volevo sottopormi a delle sedute d’ipnosi, onde capire il significato oscuro di tutto questo. A rischio di essere espulsa dall’esercito! Fortunatamente ciò non accadde, perché l’analista accettò il mio caso molto volentieri, ritenendolo interessante. Procedette giurandomi solennemente il segreto professionale, non avrebbe dovuto rivelare a nessuno le mie confidenze.
Può darsi che fosse il mio inconscio a elaborare questa doppia esistenza, forse avevo tendenza alla schizofrenia e allo sdoppiamento della personalità, ma dovevo capire e snodare la matassa.
Mi sottoposi per più di sei mesi all’ipnoterapia, con successo arrivammo alla conclusione che ero davvero la reincarnazione di una certa Oscar Françoise de Jarjayes, vissuta circa 200 anni fa!
Ero stata Lei!
In questo semestre rivissi in modo concentrato tutte le vicende principali della vita di quella donna realmente esistita. 
Mi colpirono soprattutto alcuni episodi: il cavaliere nero che trafisse con la sua spada l’occhio sinistro del mio Andrè, causandone la perdita. Ricordai in particolare una vicenda molto forte che al tempo mi lasciò incapace di reagire ovvero il tentativo di Andrè di violentarmi in camera mia con la sua successiva straziante dichiarazione d’amore.
A quell’episodio si aggiunse il mio rifiuto, il mio silenzio, la mia indifferenza nei suoi confronti, per moltissimo tempo.
“Perché?”- Mi chiesi più volte.
Per questo motivo nelle vesti di Sophia  soffrii immensamente per Andrè, per non averlo accolto in quella vita precedente come amante e come mio unico sposo. Ancora una volta mi sentii incapace di agire, poiché era impossibile comunicare a Oscar i sentimenti che avrebbe provato in un’altra vita per Lui.
Percepii la sua ossessione nei confronti di quella donna che era stata me, come quando stava per attentare alla mia vita offrendomi del vino avvelenato, per avermi solo per sé.
Dopo quell'infausta sera, intendo dopo lo stupro mancato, scoprii con felicità la mia fissazione e il mio turbamento nei suoi confronti. In seguito appresi che con il passare del tempo tramutai i miei sentimenti verso quell’uomo in una passione repressa per finire in un baratro avendo paura di ammettere la realtà e rivelare al mondo di averlo sempre amato.  Mi sentivo prigioniera di me stessa per l’impossibilità di esternare quei meravigliosi sentimenti.
Pensai che forse a quel tempo fosse ancora troppo presto?
Durante una seduta ipnotica percepii la frustrazione di entrambi.
Scoprii di avere la tisi ma ahimè anche l’imminente cecità del mio amore.
Il mio essere rabbrividì quando svegliandomi nello studio del dottor Prince, ricordai quando gli avevo detto di amarlo da sempre e di aver fatto l’amore con Lui per la prima volta per raggiungere la felicità completa.
Appresi che la storia volse a un tragico epilogo, poiché Oscar si spense il 14 Luglio del 1789 proprio il giorno dell’assalto alla Bastiglia. Quella donna si gettò disperata incontro alla morte per la perdita prematura del suo uomo, avvenuta il giorno prima a causa di una pallottola vagante destinata a Lei. 
Era incredibile, lo avevo sempre saputo! Io avevo capito tutto sin dall’inizio.
Lei e Andrè si sarebbero amati prima o poi, con una irrefrenabile passione travolgente!
Lui aveva sofferto molto, ma l’aveva aspettata una vita, per poi perderla l’indomani.
Mi aveva aspettato!
Fersen era soltanto un capro espiatorio, che serviva per fuggire dal suo grande e vero amore.
Mi rincuorai.
Fui felice, poiché anche se i loro corpi morirono nel 1789, le anime vissero insieme, fino a che la sua reincarnazione non nacque in me in quest’epoca moderna.
Ma perché sognavo della mia vita precedente?
Perché ricordavo tramite i sogni?
Ci doveva essere un significato logico?
Mi chiesi, se nel mio tempo esistesse la reincarnazione di Andrè?
 L’avrei mai incontrato? Ero convinta assolutamente di sì, perché quello era stato un amore puro e immenso e doveva per forza avere un seguito.
Mi avrebbe riconosciuto?
Ero disposta persino ad aspettare e vivere un giorno di appagamento come nella vita precedente pur di assaporare quella felicità unica, sublime e completa.
Comunque dopo l’ultima seduta ipnotica non sognai più niente, ormai ero come guarita, libera da quello spettro di nome Oscar che mi aveva ossessionato fino all’età di venti anni. Ogni sera prima di addormentarmi mi rimaneva solo il dolce ricordo di un bellissimo uomo che forse non avrei mai incontrato in questa vita.
Ricordo tutto di Lui come se lo conoscessi da sempre. Ascoltare nella mia mente la sua voce calda e sensuale provoca in me delle emozioni indescrivibili. L’immagine impressa nel mio cervello del suo fisico scolpito, del suo adorabile volto dai lineamenti perfetti, e quel suo meraviglioso carattere mi porta tuttora a un'estasi interiore.
Passarono circa dieci anni, all’età di ventotto coronai il mio sogno divenendo colonnello dell’aereonautica militare statunitense, rendendo mio padre fiero e orgoglioso di me.
Divenivo ogni giorno più bella, tanto da sfilare qualche volta come modella per beneficienza.
Gli altri uomini non m'interessavano, Io volevo appartenere ad Andrè!
Concentrai la mia vita sul lavoro, tralasciando ogni corteggiatore. Pensate nel 2010 avevo trent’anni ed ero ancora vergine!
Divenni anche un ufficiale medico molto preparato.
Inoltre, mi specializzai in chirurgia oculistica.
Non scelsi questa specializzazione a caso, giacché il mio Andrè nel passato aveva perduto l’occhio sinistro a causa di un incidente in un duello e che in seguito sarebbe diventato cieco per seguire Oscar nei soldati della guardia metropolitana.
 Volevo essere pronta a salvarlo, se mai questo funesto evento si fosse verificato anche nel futuro, e se mai l’avessi incontrato.
Oh sì, se mai l’avessi incontrato!
Aspettavo con ansia questo momento più di ogni altra cosa.
A dicembre del 2010 mi fu assegnata una missione segreta in Iraq, ormai ero diventata un ottimo pilota degli aerei con tecnologia Stelt, quelli invisibili ai radar per intenderci.
 Dovevamo scovare una cellula terroristica fedele a Bin Laden, capace di tutto per i propri ideali.
Anche a immolarsi con l’estremo sacrificio.
Al quartier generale ci avevano comunicato che in Iraq non eravamo soli, potevamo appoggiarci a un gruppo d'infiltrati per lo più mercenari arruolati per denaro, che lavoravano nell’ombra da parecchi anni per guadagnarsi la fiducia degli estremisti islamici.
Seppi che il loro capo era uno abile: di origine irakene naturalizzato dagli stati uniti all’età di venti anni, dove gli era stato impartito un addestramento sovraumano. Egli conosceva cinque lingue, era esperto nella maggior parte delle tecniche di combattimento a corpo a corpo soprattutto di origine orientale, si vociferava che fosse stato reclutato dalla CIA per osservare da vicino il nemico, prendere nota e fornirli alla madre patria Usa.
 Io e i miei uomini eravamo accampati nel deserto a pianificare la strategia più adatta per l’attacco, mentre la vita scorreva stressante a causa delle condizioni di clima estremo.
L’ordine era attendere un messaggio da Sayd Jarah, il quale aveva più di una volta comunicato tramite satellitare con mio padre per prendere accordi sulle varie missioni.
Per copertura usava spesso degli pseudonimi occidentali che solo mio padre conosceva.
Grazie a Lui il nostro Paese riuscì a entrare in possesso di una miriade d'informazioni riservate.
Che mi prendeva lo stavo ammirando? Desideravo conoscerlo per vedere come fosse fatto?
Si vociferava che fosse un uomo molto attraente, anche se pochi lo avevano conosciuto di persona.
Tutte le soldate si comportavano da isteriche quando si parlava di Lui.
Ebbi paura di me stessa, e se m'invaghissi di qualcuno che non fosse Andrè?
Dopotutto ero una donna reale con sangue e carne e soprattutto con dei sentimenti, e alla fine sarebbe accaduto conoscere qualcuno alla mia altezza ma Andrè? Egli rappresentava solo un sogno anzi un ricordo scaturito da lontane sedute ipnotiche.
Forse era solo una scusa, una giustificazione per rifiutare tutto il genere maschile che mi stava intorno sbavando per me.
Un giorno chiese informazioni su Sayd a mio padre, solo per curiosità- “Giuro!”.
Egli mi rispose rammaricato: “Non ho mai visto quell’uomo personalmente, ma lascialo perdere se stai progettando di uscire con Lui, probabilmente è gay lo so per certo”-  “Come puoi dirlo?” – risposi basita e esterrefatta.
“Alcune volte tende a confidarsi con me durante le nostre conversazioni, non so perché!”.
“Probabilmente la mia voce gli ricorda quella di qualcuno legato al suo amore, me l'ha fatto capire”.
“Sayd è innamorato da una vita di un uomo che sta cercando di rintracciare ossessivamente anche a spese del governo, noi lo lasciamo agire perché Egli rappresenta un elemento troppo prezioso per la patria ”.
“Pensa che il colonnello Patterson sia stato in missione personalmente con Sayd, beh ogni mattina appena alzato Egli pronunciava delle frasi d’amore verso quel giovane uomo”.
“Del tipo?”- chiesi sbalordita.
 Mio padre, si alzò dalla sedia e come se fosse un attore melodrammatico, cominciò a recitare delle frasi strappalacrime.
“Amore, sono felice di vivere in questo mondo, perché sono consapevole che tu respiri nello stesso momento che alito anch’Io, ciò mi da la forza di continuare a lottare per ritrovarti”.  Poverino come lo comprendevo, poiché anch'Io speravo di imbattermi nel destino del mio Andrè, da sempre, ma senza alcun successo.
“Mia adorata Sophia - continuò mio padre tenendo lo sguardo basso- un genitore desidera il meglio per la propria figlia: se Sayd non fosse omosessuale, sarebbe stato l’unica persona adatta a te e Io sarei stato un padre felice di saperlo al tuo fianco”- “Non so perché, ma dal primo istante che ho ascoltato la sua voce ho avuto l’impressione di organizzarvi un matrimonio”.
“Papà sei impazzito?”- risposi con un broncio sensuale, ma molto irritata -“Nessuno potrà organizzarmi la vita – continuai- e tu lo sai molto bene”.
“Scusa figliola, non so che mi è preso vorrei vederti felice con qualcuno sei una bella ragazza e te lo meriti”.
“Sto bene così, e poi chi te l'ha detto che non c’è nessuno nella mia vita”- detto, questo uscii dalla tenda dirigendomi tristemente nella mia con mille pensieri in testa.

Che importanza aveva se Jarah fosse omosessuale e amasse fino alla follia un uomo, quello era pur sempre amore intenso e profondo verso una persona. A ogni modo essere gay per un musulmano rappresentava una tragedia per la società, una vera e propria perversione,  addirittura malattia.  Pregai per quel povero sventurato purché Egli riuscisse a essere felice con la sua anima gemella.
Probabilmente era un amore più reale del mio!
Tra i miei marines non vi era nessuno che mi ricordasse Alain, quell’armadio di ragazzone che rappresentava il leader dei semplici soldati della guardia all’epoca della rivoluzione francese.  Nessuno di loro era il mio Andrè, me ne sarei accorta, anche se avesse avuto altre sembianze, poiché avrei riconosciuto il suo splendido carattere, unico e raro in un uomo moderno.
Spesso mi ritiravo nella mia tenda da sola per piangere, perdendo ogni speranza.
Ero triste e malinconica, perché avrei voluto il mio unico amore al mio fianco.
Vorrei avere un’altra possibilità: amarci ed essere felici come un tempo lontano, ma ormai perduto per sempre.
Forse davo tutto per scontato, e se Lui in questo tempo non si ricordasse di me? Se fosse già impegnato con un'altra donna? Se fosse sposato con dei figli?
Dopo due settimane, finalmente arrivò il tanto atteso segnale da parte del fantomatico Sayd Jarah!
Non ci credevo aveva usato un avvoltoio per inviarci una mappa con delle coordinate!
Ma che razza di uomo era quello?
Dopo qualche volo di ricognizione, Io stessa individuai l’accampamento di quei farabutti che era celato accuratamente sotto delle grotte naturali.
Grazie alla mappa del nostro contatto, al mio intuito da volpe e il mio fiuto raffinato avevano identificato la presenza di uomini armati.
Dopo un paio di virate acrobatiche, osservai il campo di addestramento per terroristi.
Bingo, avevo trovato il nemico!
Tornai alla base riferendo la mia scoperta a mio padre che in quella missione era il mio superiore.
Egli si congratulò con me prima ufficialmente, poi ancora una volta in privato come un padre affettuoso abbracciandomi amorevolmente.
L’indomani attaccammo la postazione nemica per via aerea, come dei falchi assassini causammo una strage di uomini radendo al suolo gran parte del territorio.



  
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